Il nostro calcio oramai è affondato nella palude delle tv a pagamento, che hanno distrutto quello che di bello - forse c'era nel calcio, il mecenatismo.
In questo hanno trovato terreno fertile da un lato nella avidità delle nuove generazioni di presidenti di club, che li hanno fatti diventare pure e semplici macchine da soldi, dall'altro nell'ignavia e nella compiacenza del mondo della politica sportiva, che ha consentito di arrivare - lentamente ma inesorabilmente - a quello che oggi vediamo, che è solo l'inizio dello sprofondo.
Probabilmente, saremo la prima nazione europea ha proporre il sistema sportivo USA delle leghe bloccate, in cui si è ammessi solo presentando determinati requisiti, con buona pace dei settori giovanili ma soprattutto delle piccole e medie realtà, che saranno relegate a partecipare - sempre se si trova chi è disposto a buttarci qualche ghello - a campionati infimi a livello della serie C cinese o poco più su di un torneo scapoli/ammogliati.
L'unico deterrente che potrebbero comprendere è quello economico, leggasi disdetta degli abbonamenti, ma il mondo degli pseudo tifosi da divano onniscenti della "dea Eupalla" e così inebetito dallo spezzatino televisivo diviso tra i grandi club, che "se je dici che la moje lu 'mpenna non se move de pezzu......ma se non je fai vede lu pallone !!!......allora se arvorda come 'n animale" (cit. "Lu pangrattatu" R. Brogelli), per cui tempo 5 anni al massimo tutto sarà finito.