A quel tempo, ero alto appena un po' di piu' del massimo previsto per non pagare il biglietto, ero poco piu' di un bambino e avevo quell'Eta' in cui si comincia a scoprire il mondo, a relazionarsi in modo indipendente con esso e a coltivare le prime passioni, che spesso rimangono per tutta la vita.
Così fu per le Fere, quelle vere, così fu per i loro colori, il rossoverde, per il loro simbolo, il Drago, per la loro casa, il Liberati.
Era la stagione 1988/89.
Tornai allo stadio allora, avevo ed ho ancora oggi pochi sbiaditi ricordi di qualche partita negli anni precedenti, un vecchio Ternana-Brindisi, un vecchio Ternana-Riccione con gran gol di Coppola sotto la Nord, io stavo al secondo piano e quello me lo ricordo bene.
Di quelle partite ho pochi ricordi perche' ero piccolo e le passavo a giocare con qualche altro bimbo al terzo piano, dietro i gradoni, nello spazio rosso tra essi e l'inferriata protettiva verde; forse giocavamo con una palla vera, forse con una fatta di carta de "Il rossoverde", la vecchia fanzine del Primo Club rossoverde, non ricordo (ah, ad averceli ancora quei giornalini, quanto pagherei per averli).
Ma ricordo bene la sede del Club, dopo Porta Spoletina, dalle parti di Pileri: la' compravamo a volte i biglietti, c'era sempre un immenso (per me era immenso) bandierione rossoverde all'entrata ed io avevo il cosiddetto timore reverenziale ad entrare. La prima volta che lo feci, senti una emozione grandissima. Come mi mancano luoghi così a Terni, ora li c'e' un negozio di cianfrusaglie cinesi.
Meglio non divagare, altrimenti mi cadono i lacrimoni, noi tifosi siamo gli ultimi dei romantici e oggi forse anche i tifosi piu' giovani non mi capirebbero.
Ero poco piu' di un bambino, ero alla prima scoperta indipendente del mondo, sognavo di essere gia' un ragazzo come di quelli che vedevo mettere striscioni e cantare allo stadio, verso i quali avevo ancora un certo timore reverenziale come quello per il Primo Club Rossoverde, non smettero' mai di ringraziare mio padre e mia zia, l'amica che era con lei con cui lavorava in negozio, nei tempi in cui i negozi ternani erano pieni di gente e famiglie e gestiti da famiglie locali, perche' furono loro a portarmi a vedere quella che fu il mio vero battesimo al Liberati, perche' i miei occhi erano piu' consapevoli ed io quasi grande ormai.
Era la stagione 1988/89 e quella partita era Ternana-Gubbio.
Per la cronaca, 3-0 Doto-Sciannimanico-Garritano.
Ah si, quelle erano le Fere, quelle vere.