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Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione 19/01/2020 in Messaggi

  1. 2 punti
    Avremmo giocato alla stadio di Viale Brin! In notturna, subito prima dell'amichevole tra la Ternana e l'allora fortissima nazionale dell'URSS (CCCP, "Col Cazzo Che Perdemo" era la traduzione popolare...) con la quale si inaugurava l'impianto di illuminazione del vecchio e glorioso stadio con l'anello in cemento per le gare di motociclismo, proprio di fronte al'ingresso delle Acciaierie. "Noi" eravamo l' "Audace" di Città Giardino (parrocchia del Sacro Cuore): un gruppetto di ragazzini di 12-13 anni che normalmente si accapigliavano dietro a un pallone di plastica tra le bancarelle di frutta e verdura di piazza Tirreno, schivando pericolosamente automobili e imbestialendo i vicini per le urla belluine, le regolari risse e le immancabili pallonate sulle finestre circostanti. Per iniziativa di alcuni dirigenti del gruppo sportivo del quartiere eravamo stati selezionati, equipaggiati con divise azzurre ricalcate su quella delle "rondinelle" del Brescia con tanto di V bianca sul petto, grosso modo allenati in una spianata (che "campo di pallone" sarebbe stata definizione esagerata) a Colle Obito, proprio sotto al nuovo ospedale in costruzione, e avevamo partecipato per la prima volta al campionato del CSI (esiste ancora?). I nostri avversari si chiamavano Bosico, Olimpia, Gianfardoni, Vigor, Bacigalupo e altri che ho dimenticato. Giocavamo (quasi sempre in 7, raramente in 11) su patetici campetti di periferia scassati, in terra battuta con profonde buche d'estate e ampie pozzanghere d'inverno: San Valentino, Le Grazie, ai "Ferrovieri" dietro via Piemonte, al "Duomo" ( lo spiazzo che ora ospita gli spettacoli dell'Anfiteatro), a San Francesco. La prima erba l'abbiamo calpestata sul campo della Polymer, e non ci sembrava possibile che ci fossero perfino dei veri spogliatoi. Non so a chi venne l'idea di farci "esibire" a viale Brin. In notturna, davanti a 5.000 spettatori! Subito prima dei nostri eroi rossoverdi opposti perdipiù ai mitici campioni sovietici! La Ternana è quella di Viciani,che da lì a poco conquisterà la serie B e poi la storica prima promozione in A. Gli eroi rossoverdi del momento si chiamano Primo Germano, portiere fortissimo che "ante litteram" ha l'abitudine di spingersi molto oltre i propri pali generando brividi lungo la schiena dei tifosi, l'elegante libero Franco Nicolini, Romano Marinai,infaticabile mediano, al centro dell'attacco "croce e delizia" Romano Sciarretta, che segna goal impossibili ma se ne divora di elementari, e poi i Pandrin, Scandola, Bonassin, "doppio passo" Vecchiato, Benedetti, Barone, un giovanissimo tal Aldo Agroppi dalle govanili del Torino ed altri ancora, alcuni dei quali meno noti e maggiormente dimenticati. In quella serata estiva "speciale" avremmo affrontato la Bosico di San Francesco, dominatrice indiscussa del nostro campionato e fucina di talenti indigeni che in alcuni casi (Piero Favoriti, ad esempio) avevano già esordito con la maglia rossoverde nel campionato professionistico. Confesso, ero abbastanza scarso: piuttosto alto per la media dell'epoca, ero assai magro ("siccu siccu", per usare il termine esatto) e avevo piedi maleducati e stupidi che non rispondevano a dovere ai miei ambiziosi comandi mentali. Ruvido, diciamo così. Però avevo una buona resistenza alla corsa (poco più tardi, frequentando le scuole superiori, praticai con qualche profitto il mezzofondo e la corsa campestre) ed ero tignoso e tenace. Avrei voluto essere un attaccante alla Sivori ma mi ritrovai ad essere un mediano "di rottura" alla Lodetti, pur aspirando a diventare almeno un più slanciato e tecnico Rosato. Entrai in campo all'inizio del secondo tempo: miracolosamente resistevamo ancora sullo zero a zero. Salii la scala di pietra che dagli spogliatoi portava al campo col cuore e lo stomaco in subbuglio e le gambe molli e tremanti. Sbucai impovvisamente in un'altra dimensione abbagliante di luce a giorno. Di fronte un prato immenso di cui intravedevo appena la fine, intorno il buio e appena un brusio, poi applausi dal nulla. Non so se mai più in vita mia sono stato altrettanto emozionato e "trasportato": forse la prima volta dell'amore, non so. Il primo pallone alla mia portata fu un alto "campanile" a centrocampo. Incoscientemente e presuntuosamente cercai di colpire al volo ma lisciai clamorosamente la sfera: ricordo di aver sentito nitidamente il mormorio collettivo di divertimento e di benevolo scherno provenire dal buio degli spalti intorno. Mi sarei sotterrato vivo ma reagii. Dovevo marcare il più forte dei loro, un biondino magro e guizzante che seminava gli avversari con già evidenti segni di un futuro importante. Il classico "numero 10". Si chiamava Francesco Leipnecher: avrebbe poi giocato nella Primavera della Ternana (torneo "De Martino", si chamava allora) e purtroppo se ne è andato prematuramente. Mi incollai alle sue caviglie e non lo feci respirare. Ricordo che si rivolse a me con evidente fastido perché gli stavo appiccicato addosso come una mignatta e con le buone o con le cattive, con gli stinchi, le ginocchia o la nuca gli buttavo sempre la palla fuori o verso la metà campo avversaria. Quella volta, l'unica contro di noi, Francesco e la sua "corazzata" Bosico non segnarono e così finì zero a zero. Per noi fu una specie di inaspettato trionfo, una sorta di piccolo miracolo. Giocammo ancora, in seguito, a viale Brin: l'esperimento era piaciuto e per alcune giornate del campionato successivo a turno ci fecero esibire di pomeriggio, prima delle partite della Ternana. Rigiocammo anche contro la Bosico e normalmente perdemmo 2 a 0. Ma in quella notte magica di Ternana-URSS non potevamo perdere, e la memoria ogni tanto torna lì, a quel cuore in gola, a quell'apparizione luminosa di un campo verde infinito, a quelle migliaia di occhi nell'oscurità dall'alto e tutto attorno, a quel pallone ciccato a metà campo, a tutte quelle emozioni indimenticabili di un ragazzino di 13 anni. E a Francesco che poi mi salutava cordiale se ci si rincontrava per caso, probabilmente neanche ricordando il mio nome, finché troppo presto si è spento col suo talento e il suo sogno.
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    In confronto a questo, Maresca ed Aureliano sono dei terzi, equidistanti ed imparziali giudici lord della coroner's court Britannica
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    rigori a volontá, e partite che non finiscono piú finché i risultato non li aggrada. Tanta roba.
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    Per me si non puoi rischiare che venga ammonito qualche partita in là... Guarda el calendario, magari rischi che prenda una che non c'è per colpa dell'arbitro e sei fottuto...
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    Furlan con quella calzamaglia pare in incrocio tra Nureyev e lu poro Andrade
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    Cmq posto che il Bari dovrà andare in ogni caso in B, meglio trovarci ai play off la Reggina che il Bari. Anche la Reggina é decisamente aiutata dagli arbitri, ma é al momento bollita e gioca da ferma con le pallonate sul fondo o in fallo laterale come faceva il nostro amato Bollito.
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    Speriamo che mi lascino vedere Bisceglie Reggina tranquillo
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    Forse perché c è voluto un girone per avere questo Vantaggiato..........
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    Oggi la seguirò con la morte nel cuore Dateci una gioia per dedicarla a passa!
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    Sapevo di evocare in te dolci ricordi.
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    Aspetto sempre il Perugia, che deve fare la botta più grossa.
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    Madonna quanto sento questa partita...
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    Ovviamente non concordo per niente. Quando fate sti discorsi mi ricordate il compianto Scopigno. Una volta alla Domenica Sportiva gli chiesero: "mister qual è il segreto per vincere lo scudetto?" e lui rispose: "affidarsi alla Madonna" Ora è vero, come dite voi, che ci sono annate fortunate e annate no, è pure vero che a volte giocatori che non ti aspetti azzeccano campionati incredibili, ma se fosse solo così, tutto imponderabile, e la serietà della società non contasse niente, noi ogni tanto dovremmo vincere qualcosa per la legge delle probabilità e probabilmente alla lunga la Cavese avrebbe gli stessi scudetti della Juve per la stessa legge. Invece alla lunga chi spende con raziocinio, chi si circonda di professionisti capaci, chi si comporta con serietà e programma razionalmente i campionati li vince. Il Pordenone viaggia che è una meraviglia, con Candellone e Pobega, perchè ha una società seria, che programma, che si è affidata ad un allenatore capace, che ha un progetto che va avanti da 5 anni, che non cambia tutti i giocatori ogni anno, il cui Presidente non spara cazzate dalla mattina alla sera. I colpi di fortuna e di sfortuna capitano a tutti (a meno che non vogliamo pensare di aver bastonato la Croce) solo che quando capitano alla gente seria e preparata, vengono sfruttati, quando capitano ai mozzarecchie che popolano il panorama calcistico ternano da 15 anni passano e nessuno li sfrutta a dovere. Le "fortune" che sono capitate a squadre improbabili nel corso degli ultimi 30 anni si chiamano Chievo, Carpi, Sassuolo, Siena, Treviso, Empoli, Cremonese, Piacenza e in tutti questi casi mai la serie A è arrivata per una botta di culo, ma perchè avevano società affidabili. la domanda che dobbiamo farci è: abbiamo una società seria, preparata, affidabile come quelle che ho elencato sopra?
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    Quanto basta per affermare che Gallo non capisce una mazza allenando una squadra che ha avuto in tutto il girone di andata problemi realizzativi!!!
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