I fatti (arcinoti): uno si cala improvvisamente co un elicottero sullo stadio di una città mai vista e conosciuta prima. “Vi porterò in serie A!”. Nessuno lo conosce, qualcuno comprensibilmente ci crede. In un solo anno fa sparire la squadra dal calcio che conta, nei successivi due consolida questo primato lasciando intendere che laddove si stava prima non ci si potrà tornare per un bel pezzo. Manca la passione, manca la competenza e, forse, anche la volontà e i quatrini. Poi arriva ‘sta disgrazia planetaria del Covid e il soggetto (imprenditore più o meno facoltoso, nessuno lo ha ancora capito...) si distingue per alcune generose donazioni (non senza preoccuparsi di sbandierarle ai quattro venti). Fossi ternano mi limiterei a dirgli grazie per gesti comunque importanti in favore della mia comunità, se non lo fossi, gli direi ugualmente grazie perché il Covid non è un problema di Terni ma di tutti. Leggere però che talune frange della tifoseria lo vorrebbero addirittura cittadino onorario, beh... non mi tocca più di tanto ma, francamente, fa sorridere. In Dipietrese viene da chiedersi: ma che c’azecca? Ma che è? Forse un modo per enfatizzare ancora quei bei gesti che, ognuno di noi, in proporzione alle rispettive possibilità, avrebbe il dovere morale di compiere, possibilmente in silenzio? Davvero stucchevole. Come si usa dire nel forum, non sarebbe meglio daje ‘na chiusa?
P.S.: fossi in San Valentino, inizierei a preoccupamme del posto