Assolutamente d’accordo. Nella mia analisi mi riferivo infatti quasi solo all’aspetto economico-mafioso, inmaltre occasioni qui ho sottolineato, come altri, anche i giusti temi che qui sollevi, con riguardo ai giovani. Lo stadio, le trasferte, etc. non rappresentano più una esperienza genuina, originale e divertente come un tempo. Sono esperienze molto meno appaganti e pertanto hai bisogno in modo molto più preponderante del dato sportivo, di vincere, perché in assenza di tante cose che prima potevi fare per aggregarti, sono le vittorie e l’andamento sportivo positivo e appagante che comunque ti aiuterebbe a creare aggregazione, identità e appartenenza.
Al netto del fatto che oggi i giovani hanno la possibilita’di vivere molte altre esperienze più appaganti e divertenti di uno stadio, di viaggiare con più facilità, e ahimè sono molto meno numericamente di quanti eravamo noi, più variegati (vedi il fenomeno immigrazione che rimpiazza anche numericamente la minor quantità di giovani ternani originali) piu’ disuniti (tante diverse categorie che non hanno più spazi per una comunicazione comune, per stare insieme) e poi, moltissimi di questi emigrano. Farsi un giro in centro a Terni è quasi deprimente, tanti tanti vecchi.
Solo la Serie A può darti una botta sostanziale, ma non sarà mai come avrebbe potuto essere nel 2004, comunque. Li davvero era tutta la città dietro alla squadra. Ho seguito in streaming la Spal al Mazza il giorno fel ritorno in A: 16mila, tutto sommato composti, nessun catino ribollente come poteva aspettarsi. Le cose sono cambiate, in peggio, da questo punto di vista ovunque.