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Ferefere

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  1. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Da quello che so qua da noi fanno il tampone faringeo..
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    Ebola un altro affare?

    L'uso massivo delle minchiate...
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    Ebola un altro affare?

    https://infosannio.wordpress.com/2020/04/07/coronavirus-arriva-il-primo-esame-del-sangue-made-in-italy/ (Simona Ravizza e Milena Gabanelli – il Corriere della Sera) – Elaborato, sperimentato e prodotto in Italia. Arriva il primo esame del sangue tutto made in Italy , per verificare chi ha sviluppato gli anticorpi al Covid-19. Dopo sei settimane di studi condotti al Policlinico San Matteo di Pavia, la multinazionale di diagnostica DiaSorin è pronta al lancio di un test sierologico costruito in vitro nei loro laboratori di Saluggia (Vercelli) da un team di 50 ricercatori. Entro due settimane è attesa la certificazione Ce, poi potranno partire i test sulla popolazione (con un costo inferiore a 5 euro ciascuno). Il risultato arriva in un’ ora. In Italia potranno essere processati circa 500.000 campioni al giorno. La novità è importante anche perché dal 1° aprile la National Medical Products Administration (Nmpa), ossia la massima autorità del farmaco cinese, ha divulgato una nota ufficiale con la quale comunica che i test rapidi sierologici (basta una goccia di sangue ottenuta pungendo un dito con risultato in 15 minuti) non hanno ancora tutti ottenuto una certificazione di validità e sicurezza in Cina: vuol dire che i tanti kit che hanno inondato il mercato fino ad oggi, incluso quello italiano, non sono tutti in grado di indicare chi è entrato in contatto con il virus, e quindi di escludere chi sia contagioso, perché hanno una bassa sensibilità. Il test italiano serve a rilevare chi, dopo aver contratto il virus ed essere considerato guarito perché i due tamponi a distanza di qualche giorno sono negativi, ha sviluppato quegli anticorpi che gli consentiranno di non ammalarsi di nuovo, in pratica certifica una patente di immunità. L’ esame funziona come un normale prelievo ematico. I pochi microlitri di sangue vengono inseriti in un macchinario apposito in grado di metterli a contatto con la proteina sintetica costruita nei laboratori DiaSorin utilizzando un pezzo di Sars-Cov-2 (nome del virus). Il kit automatizzato verifica il legame fra la proteina e l’ anticorpo neutralizzante (quello che impedisce alla particella virale di replicarsi nella cellula umana) e lo evidenzia attraverso un segnale luminoso. Il prototipo è stato testato nel laboratorio di virologia del San Matteo di Pavia utilizzando campioni di sangue (anonimi) di 150 pazienti ricoverati nelle varie fasi della malattia: terapia intensiva, malattie infettive, dimessi e guariti. La sperimentazione in vitro ha consentito di individuare la quantità di anticorpi prodotti dall’ organismo, e soprattutto quelli che lo proteggeranno in futuro: i neutralizzanti. Quanti di quei 22 mila cittadini considerati a oggi guariti, perché hanno fatto il secondo tampone risultato negativo, hanno sviluppato la patente di immunità? In base ai risultati delle sperimentazioni eseguite nel laboratorio di virologia di Pavia guidato da Fausto Baldanti, si può sapere solo con il test sierologico, valutato estremamente affidabile ed utilizzabile per lo studio epidemiologico di una intera popolazione, poiché può essere effettuato in tutti i punti prelievo di ogni ospedale. Ma quanto dura questa immunità? Si capirà ripetendo i test a distanza di mesi o anni. La fase due dello screening riguarda invece quei milioni di cittadini che hanno contratto il Covid-19, ma non sono mai stati sottoposti al tampone perché asintomatici o con sintomi lievi. In questi soggetti il test rileva la quantità totale di anticorpi (che vengono prodotti in valori diversi fra i 7 e 14 giorni dopo aver contratto l’ infezione). Se sono presenti gli anticorpi «killer» permette di considerare queste persone immuni, ma non esclude (con le conoscenze attuali) la loro potenziale infettività, che può essere accertata soltanto con due tamponi nasali. Una strategia però non applicabile sui grandi numeri per carenza mondiale di reagenti. La soluzione realisticamente praticabile sarebbe quella di evitare il secondo tampone finale in quei soggetti in cui si è riscontrata una negatività nel primo, contestualmente a una alta presenza di anticorpi neutralizzanti. Si tratta di persone che stanno bene, ma alle quali sarebbe per prudenza consigliabile restare a casa per 7 giorni. Se, invece, saranno reimmesse nei circuiti lavorativi, altrettanto prudentemente e sempre per una settimana, occorrerà garantire l’ obbligo inderogabile della mascherina e il mantenimento del distanziamento sociale. In Italia sarà disponibile fra due settimane. Il sistema di screening automatizzato di DiaSorin sarà a breve sottomesso alla Food and Drug Administration per l’ approvazione negli Usa tramite una procedura semplificata, tipica delle situazioni di emergenza. È in discussione un accordo con il governo belga per 3 milioni di test perché ha già definito il protocollo da utilizzare, mentre la richiesta di Germania e Usa è per circa 10 milioni di test. Sulla sierologia non ci sono ancora linee guida, e ogni Paese si fa la sua. A casa nostra sarà data precedenza assoluta al personale sanitario, dai medici agli infermieri. Poi si dovrà passare allo screening di massa, poiché nella fase due dell’ epidemia, quella della ripresa delle attività sociali e produttive, ci troveremo ad avere un basso numero di individui immuni e protetti (in possesso degli anticorpi neutralizzanti), ma il resto della popolazione sarà ancora suscettibile di infezione; pertanto le politiche dovranno tenere in considerazione questi elementi in attesa che venga prodotto, commercializzato, distribuito e quindi somministrato il vaccino.
  4. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Situazione attuale dei primi 9 paesi per numero di contagi. Spagna che detiene il triste primato europeo seguiti da noi che con buona probabilità verremo raggiunti da Germania e Francia... Fuori dall’Europa gli USA la fanno da padrone, da segnalare la Turchia (stessa popolazione della Germania) in preoccupante ascesa.
  5. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Anche questa è un'opzione valida...
  6. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Si quello lo avrei scartato anche io in effetti, ma ho sentito di alcuni farmacisti a terni che la consigliano, non ricordo quali di preciso, in più c'è questo http://www.rete8.it/cronaca/82686coronavirus-mascherine-nel-freezer-per-poterle-riutilizzare/ che va però in netto contrasto con questo https://english.alarabiya.net/en/features/2020/03/19/How-long-can-coronaviruses-survive-in-a-freezer-Up-to-two-years-warns-expert Forse a -4 si conserva mentre a -30 muore, boh..
  7. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Intanto impazzano in rete consigli su come sanitizzare le mascherine ffp2/3 in caso si fosse costretti al loro riutilizzo. Tra i vari metodi c'è chi dice di spruzzarci una soluzione idroalcolica, chi di scaldarla a 56° per un'ora, chi di metterla in freezer o anche di lasciarla a contatto con i fumi di evaporazione dell'alcool denaturato per un paio d'ore, etc... . Tra questi e altri metodi, qualcuno sa se ne esiste uno meno peggio degli altri?
  8. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    La burocrazia in Italia è un cancro al pari delle mafie.
  9. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Per carità ognuno è libero di fare quello che vuole, se adopera quello strumento come si deve, diciamo che in mano al 90% delle persone quel tipo di mascherina in questo momento è un danno più che un beneficio, oltre al fatto che le FFP2/3 e le bastano si e no per il personale sanitario.
  10. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Sulle mascherine è stata fatta molta confusione. Per semplificare le mascherine chirurgiche (quelle senza filtro) che sono quelle che dovrebbero essere indossate dalle persone comuni non servono ad impedire che il virus entri in contatto con la persona che la indossa ma ad evitare che le droplet emesse da chi la indossa vadano a contatto con l'ambiente o le persone circostanti. Quindi le mascherine chirurgiche servono a proteggere gli altri. Va da se che se tutti le indossano a quel punto anche chi la porta è a basso rischio di contagio. Le mascherine col filtro (quelle che devono essere indossate dal personale sanitario) servono a non far entrare il virus in chi le indossa e vanno maneggiate da gente esperta perché i filtri vanno cambiati spesso e nel farlo ci si può contagiare, oltre al fatto che indossate all'aperto i suddetti filtri si riempirebbero subito con altre particelle e diventerebbero inutili.
  11. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Ovvio che ci si contagia principalmente per contatto, ma se oltre al contatto, in particolari zone il virus è restato in sospensione nell'aria per molte ore, allora al contatto lì c'è stata una trasmissione anche per via aerea. Sommando le due cose è plausibile che le persone che vivevano in quel particolare contesto abbiano potuto "assorbire" una carica virale più consistente. La carica infinitesimale che entra con un respiro, non dico di moltiplicarla per i 20.000 respiri che ognuno di noi fa giornalmente, ma anche solo per 50 e per diciamo una decina di giorni. Con 500 inalazioni che finiscono direttamente nei polmoni non so quanto sia una cazzata tutto sto discorso.
  12. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    No, non l'ho visto dopo lo guardo...
  13. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Si può essere un vettore, anche se nel caso di nebbia che ingloba polveri sottili inquinanti parliamo di smog. Una parte di queste polveri poi viene depositato a terra proprio perché troppo pesanti per rimanere sospese nelle goccioline di acqua che formano la nebbia, mentre in caso di clima secco i virus legati alle pm10/2,5 o quello che è, possono rimanere attivi anche per giorni e se c'è vento essere trasportati anche a lunghe distanze, come accadde per l'influenza aviaria in asia nel 2010.
  14. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Non c’è di che!
  15. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Afa è intesa come l'insieme di temperatura elevata, alto tasso di umidità nell'aria e assenza di vento. I primi due fattori (uno solo dei due o entrambi) da alcuni studi sembrerebbero rallentare la diffusione e non favorirla. Per cui aria secca e/o clima freddo sembrano essere fattori che favoriscono la diffusione.
  16. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Si è un'ipotesi, per dimostrarla occorre uno studio specifico e ci vogliono mesi. E' risaputo però che alcuni virus tra cui molto probabilmente anche questo possono legarsi alle particelle di particolato (tipo le PM10) presenti nell'aria e rimanere in sospensione per ore, questo è già stato dimostrato e c'è poco da dimostrare. La nebbia essendo formata per lo più da vapore acqueo in assenza di polveri sottili non dovrebbe essere altrettanto efficace nel trasmettere il virus..
  17. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Sempre sostenuta questa tesi. La quantità di carica virale può essere determinante. Su al nord se lo sono respirato per giorni visto l'inquinamento dell'aria e la capacità di questo virus di restare in sospensione per ore grazie allo smog. Questo è stato uno dei fattori che ha fatto di più la differenza tra il nord e il resto dell'Italia...
  18. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    La Spagna oggi ci supera ed è il paese più in crisi al momento in Europa, Germania e Francia in netta crescita, più indietro gli inglesi che però sono in ritardo di una settimana rispetto agli altri.. curioso di vedere come andrà in Svezia con la loro politica di chiusura “soft”.
  19. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    http://europa.today.it/attualita/coronavirus-contati-decessi-ue.html#_ga=2.35335137.1925436830.1585578735-125559965.1564578964 Coronavirus, ecco come vengono contati i decessi nei diversi Paesi Ue „ In Italia, il tasso di letalità del coronavirus supera il 10% dei casi accertati, mentre in Iran e Spagna, tale percentuale scender a circa il 7%. Ovviamente le percentuali reali di decessi rispetto al totale dei contagiati sono molto più basse, perché queste si riferiscono solo ai casi accertati con il tampone. In Corea del Sud e negli Stati Uniti, per il momento la percentuale ufficiale è inferiore all'1,5%. E in Germania addirittura inferiore all’1% di tutti i contagiati accertati. Come sono possibili tali differenze? Come spiegato da vari esperti, i fattori che possono influire nei gap di letalità del Covid-19 da uno Stato all’altro hanno a che fare con l’età media della popolazione, con la forza del sistema sanitario locale ma anche con metodi di conteggio delle morti o degli stessi contagiati totali, per niente facili da quantificare. Differenze tra Italia e Spagna Gli esperti di epidemiologia avvertono che non tutte le morti collegate al coronavirus sono state adeguatamente registrate. E questa è una critica rivolta a tutti i Paesi. In Francia, ad esempio, non sono stati contati i decessi avvenuti fuori dagli ospedali. Situazione simile anche in Spagna, dove, secondo El Pais, non sono state sottoposte a test né le persone morte in casa né i malati deceduti nelle case di riposo per anziani. L'Italia include nel registro delle vittime di coronavirus tutti i pazienti che sono risultati positivi e che sono deceduti. Il che avviene indipendentemente da altri fattori clinici, come deciso dall'Istituto superiore di sanità. E questo porta a tenere conto anche di persone che soffrivano già di gravi patologie, alle volte già in stadio avanzato. Il metodo inglese Fino allo scoppio dell'epidemia di coronavirus, nel Regno Unito, quando un paziente moriva in ospedale per un'infezione respiratoria, la causa specifica del decesso non veniva mai registrata. Il referto medico indicava semplicemente broncopolmonite, polmonite, età avanzata o simili diciture. Solo a partire dal 5 marzo il Covid-19 è entrato nell'elenco delle notifiche obbligatorie. Il Regno Unito differisce da altri Paesi europei anche per il modo in cui vengono condotti i test, sottoposti ai soli pazienti ospedalieri per il momento. Per tale motivo le autorità sanitarie britanniche si sono sentite in dovere di avvertire che quando il numero di casi positivi era pari a circa 500 persone, le cifre reali potevano essere comprese tra i cinquemila e i diecimila contagi. Il tasso di mortalità nel Regno Unito, che attualmente si attesta al 6%, sarebbe in realtà molto più basso se si contassero anche i contagi extra-ospedalieri, sottolineano gli esperti, che lo quantifica a meno dell'1 per cento. Il conteggio in Germania “Coronavirus, ecco come vengono contati i decessi nei diversi Paesi Ue „ La Germania, con un tasso di letalità pari a 0,72%, è stata spesso criticata nelle ultime settimane per il suo modo di conteggiare le vittime del virus. Il Robert Koch Institute, che si occupa di tenere conto delle morti accertate, ha assicurato al quotidiano spagnolo El Pais che “tutti i decessi correlati alla malattia di Covid-19 sono registrati” sia con riferimento alle “persone decedute direttamente dalla malattia” sia “per i pazienti con malattie precedenti che rendono impossibile dimostrare chiaramente quale è stata, in definitiva, la causa della morte”. In caso di sospetti, aggiunge l'istituto, “possono essere svolti esami post-mortem”, ma non chiarisce quanti casi sospetti siano stati sottoposti all'autopsia. Situazione in Olanda Nei Paesi Bassi, così come nel Regno Unito, il test è riservato ai pazienti ospedalizzati. L'ente responsabile del conteggio offre cifre su decessi, infezioni e ricoveri ospedalieri, ma afferma che il calcolo reale potrebbe essere molto più elevato, poiché questi sono solo i casi verificati. “
  20. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    A meno che i tedeschi non abbiano un vaccino quei dati sono ridicoli. Noi per vari motivi potremmo essere 4/5 punti percentuali sopra loro ma avere una mortalità 15 volte superiore non sta ne in cielo ne in terra. Dando per scontato che i positivi reali siano tra le otto e le dodici volte quelli rilevati dai tamponi la nostra mortalità scenderebbe intorno all'1%
  21. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Si era ipotizzato che i casi di re-infezione potessero essersi verificati in soggetti non effettivamente guariti, in tal caso si parlerebbe di una riacutizzazione...
  22. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    https://www.ilgiornaledivicenza.it/home/veneto/zaia-test-a-tutti-quelli-che-sono-a-casa-malati-1.8015180 "PATENTE" PER I GUARITI DAL CONTAGIO «Dovremo pensare a un’uscita come a un "soft landing", dovrà essere graduale, non tanto come uscita dei cittadini ma come riprendere normali condizioni di vita». Lo ha affermato il presidente del Veneto, Luca Zaia, intervistato stamani da Mattino 5. «Immagino che una delle soluzioni - ha proseguito Zaia - sulla quale noi stiamo lavorando, è quella del test sierologico, in maniera di andare a vedere se si sono formati gli anticorpi, e qui ci vogliono tempistiche, modalità. Stiamo cercando di ragionare anche su questo fronte, in modo da dare una "patente" che attesta che tu hai avuto la risposta anticorpale. C’è anche da dire che abbiamo casi di re-infezione. Potrebbe anche accadere, e qui ce lo dovranno dire gli scienziati, che chi ha già avuto una risposta anticorpale magari potrà comunque essere esposto a un’ulteriore infezione - ha concluso - magari di una variante del virus». Se venisse esclusa la possibilità di re-infezione sarebbe un' ottima cosa per tutti quelli guariti sia che fossero stati sintomatici oppure no, che potrebbero tornare a fare una vita normale prima degli altri...
  23. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    3906 sono quelli attualmente in terapia intensiva, speriamo solo che non ci sia qualche focolaio grosso al sud nei prossimi giorni se no sono cazzi amari...
  24. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    A naso vedendo i numeri parziali fin qui disponibili, oggi dovrebbe essere un giorno meno negativo sia come numero di contagi che di morti rispetto ai precedenti, sarebbe ora che inizi sta benedetta discesa...
  25. Ferefere

    Ebola un altro affare?

    Si infatti è il sito che non è aggiornato adeguatamente, purtroppo.. Al momento dice +4674
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