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cesenticerqua

TOPIC DE QUELLI CHE NON SO ANNATI MALE

Messaggi raccomandati

 

Pero a sti cazzo de immigrati che pisciano e cacano per strada, non je famo un cazzo......

Non sono il massimo della bellezza, ma certe cose le facciamo anche noi italiani. Non stiamo sempre a dare la colpa agli immigrati perchè noi non siamo tanto meglio di loro.

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"...avete sbagliato comunicazione perchè avete chiamato Ius Soli una cosa che non è uno Ius Soli"

"Si chiama Ius Soli perchè si chiama così in tutta Europa, anche dove è immediato, eh"

La Serracchiani dalla Gruber

(qui la Gruber è stata anche troppo buona, non ha sparato sulla croce rossa)

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Questa ancora ce mancava...

 

http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/19/news/lukaku_superdotato_cori_manchester_united_razzista_stereotipi_calcio-175894440/?ref=RHPPRB-BH-I0-C4-P3-S1.4-T1

 

I tifosi inneggiano a Lukaku "superdotato". E lo United minaccia multe: razzisti

In Ighilterra fanno discutere i canti dei tifosi del Manchester United a favore del loro calciatore belga di origini congolesi. L'associazione anti razzista Kick it Out: "Parole offensive e discriminatorie, ora basta". Il club valuta provvedimenti. E c'è un caso Chelsea: Morata sarebbe stato coinvolto in cori antisemiti di alcuni fan

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
19 settembre 2017
102639803-39cb18c7-982d-4eec-8b03-4027e6Romelu Lukaku, bomber del Manchester United (reuters)
LONDRA – La discriminazione razzista nello sport entra in un nuovo territorio. Non più i cori scimmieschi o le banane tirate in campo. Stavolta lo strumento d’offesa è uno stereotipo sessuale: quello che descrive i neri come “superdotati”. E la seconda novità è che il concetto non viene usato “contro” un giocatore, ma “a favore”. Da qualche tempo, infatti, i tifosi del Manchester United hanno cominciato a cantare un ritornello, sulle note del brano “Made of Stone” degli Stone Roses, su Romelu Lukaku, l’attaccante arrivato quest’anno alla corte di Josè Mourinho, che allude alla virilità del calciatore belga di origini congolesi (Questo il ritornello urlato dai tifosi: "Romelu Lukaku, he's our Belgium scoring genius. He's got a 24inch penis. Scoring all the goals bellend to his toes").

Nelle intenzioni dei sostenitori dei Red Devils, le parole sono un riconoscimento delle qualità di Lukaku non soltanto in campo, dunque non un insulto. Ma per i dirigenti di Kick It Out, l’organizzazione anti-razzista del football inglese, rappresentano lo stesso un commento “offensivo e discriminatorio”. Dice un portavoce dell’associazione al Times di Londra: “Gli stereotipi razzisti non sono mai accettabili nel calcio o nella società in generale, quale che sia l’intenzione di mostrare sostegno a un atleta. Abbiamo contattato il Manchester United sulla questione e lavoreremo in stretto contatto con il club e con la Football Association per fare in modo che si ponga fine rapidamente a questo stato di cose”. Fonti della squadra indicano che il caso verrà immediatamente affrontato e che allo United c’è “zero tolleranza per il razzismo”.

Nel frattempo un altro problema è scoppiato al Chelsea, dove Alvaro Morata ha chiesto ai propri tifosi di smettere di fare cori con il suo nome con un messaggio antisemita. Gli ultrà dei Blues hanno usato il nome di Morata per fare rime con la “Y-word” (Yid – giudeo) durante una partita con il Tottenham, che ha una forte identità ebraica nella proprietà e in parte della tifoseria, al punto che i tifosi avversari in passato scandivano un sibilo per evocare le camere a gas.

Ma il proprietario del Chelsea Roman Abramovich, russo di origine ebraica, è il presidente della Federazione Comunità Ebraiche in Russia e il club londinese non ha perso tempo a criticare i propri fans. “Apprezziamo la passione dei nostri tifosi, ma il linguaggio di quel coro non è accettabile”, afferma un comunicato. Morata non vuole essere associato con quel coro e chiediamo dunque ai tifosi di non farlo più”.

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http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/roma_spara_al_gatto_del_figlio_col_soft_air_la_polizia_interviene_e_scopre_una_piantagione_di_marijuana_a_casa-3269893.html#

 

Roma, spara al gatto del figlio con un fucile ad aria compressa, il bimbo difende l'animale e viene picchiato
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«Ha graffiato il mio cane». Questa la motivazione che, a dire di un 50enne romano, lo avrebbe spinto ad imbracciare un'arma soft-air ed a sparare diversi pallini al gatto del figlio, che, intervenuto in difesa dell'animale, è stato a sua volta schiaffeggiato e colpito con una sedia. Gli agenti della Polizia di Stato del commissariato Romanina e del Reparto Volanti, intervenuti a seguito della segnalazione di una lite in famiglia fatta dalla moglie dell'uomo, dopo aver ascoltato il racconto dei familiari, si sono accorti che nel giardino, in bella mostra, c'erano tre piante di marijuana.

Altra droga, marijuana ed hashish, già confezionata in singole dosi, è stata poi trovata dai poliziotti all'interno dell'abitazione, insieme a due coltelli a serramanico, un fucile ad aria compressa e un bilancino di precisione. A.D. , queste le iniziali dello spacciatore, già agli arresti domiciliari ma per reati diversi, è stato arrestato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e denunciato per minacce aggravate e lesioni, dopo che il figlio ha formalizzato la denuncia presso il commissariato Casilino .
Venerdì 29 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 23:02

 

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http://corrieredelveneto.corriere.it/treviso/cronaca/17_ottobre_07/foto-piscina-fb-processati-7e0c2312-ab42-11e7-8c11-4be2a2b38e52.shtml

 

VALDOBBIADENE
Foto della piscina su Facebook, processati per abuso edilizio I proprietari postano lo scavo vantandosi della nuova costruzione, un tecnico del Comune vede lo scatto e li denuncia. A processo
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piscina_schneider_delon.jpg?v=2017100712Romy Schneider e Alain Delon nel film «La piscina», 1969

VALDOBBIADENE (TREVISO) Si vantano su Facebook della loro magnifica piscina in costruzione, ma quella foto finisce sotto gli occhi di un tecnico del comune che li denuncia per abuso edilizio. Nel progettarla, infatti, si erano scordati di chiedere l’autorizzazione al Comune. E’ la singolare vicenda che ha visto protagonista una coppia di 45enni di Valdobbiadene. I due, che vivono in una villa immersa nelle colline del Prosecco, nella primavera del 2015 hanno voluto condividere sul social network la gioia per l’inizio dei lavori per la realizzazione di una piscina da 29 metri di lunghezza per 3 di larghezza. Non appena le ruspe hanno ultimato lo scavo, hanno postato la foto sulla pagina Facebook della moglie commentando: «Guardate come si sta trasformando il mio giardino».

Le condivisioni

E la foto, tra un like e una condivisione, ha viaggiato sul social network fino ad arrivare sotto gli occhi del tecnico comunale che per quella piscina, era sicuro, non ricordava di aver visto arrivare nessuna richiesta di autorizzazione. E’ così partito un accertamento, con sopralluogo nella villa. Alla vista dei tecnici comunali, i coniugi hanno capito di averla fatta grossa e hanno richiamato le ruspe, per coprire lo scavo. Ma ormai il danno era fatto, perché la legge è chiara, anche se si ripristinano i luoghi, quando si è commesso l’abuso edilizio si deve risponderne. Sono stati denunciati e, al termine dell’indagine, raggiunti da un decreto penale di condanna da 13 mila euro. Si sono opposti e, difesi dall’avvocato Roberta Canal, si sono appellati al caso lieve. Accolto dal giudice che li ha assolti per tenuità del fatto.

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Di Battista 'sbaglia' piazza, fischi e insulti per deputato M5S

 

Autonomisti lombardo-veneti, neo-borbonici, no-vax, e 'forconi'. Una folla variegata, quella che si è trovato di fronte oggi Alessandro Di Battista, sceso in piazza Montecitorio per tuonare contro legge elettorale in discussione in Aula. Il deputato M5S è stato infatti contestato dai seguaci del Movimento liberazione Italia del generale Antonio Pappalardo, che hanno più volte interrotto l'intervento del grillino, costringendolo alla 'ritirata'. "Grazie, siete tanti, non so chi ha convocato questa manifestazione...", esordisce il deputato romano. E giù i primi fischi. "E' stato il generale Pappalardo!", gli urla un contestatore.

"Siamo qua perché siete abusivi. Hai rotto il c...", "fuori", "dimettiti", insistono alcuni manifestanti. Tocca un nervo scoperto poi Di Battista quando taccia di fascismo la richiesta del voto di fiducia sulla legge elettorale avanzata dalla maggioranza.

"Mi auguro - prosegue l'esponente pentastellato - che non si azzarderanno a mettere la fiducia, cosa che hanno fatto due volte nella storia: prima Mussolini con la legge Acerbo e poi De Gasperi con la legge truffa". E dalla folla partono insulti: "Ma che c... dici?", grida a muso duro un seguace di Pappalardo. Di Battista a questo punto è costretto a restituire il megafono. L'ultimo 'affronto' arriva dalla piazza: "State con la Goldman Sachs", dice un manifestante a Di Battista, mentre quest'ultimo sta parlando a margine con i giornalisti. "Io Goldman Sachs? Ma guardame...", è la risposta del deputato, in romanesco.

 

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Modificato da Milton

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CRONACA
ll video hot impazza sui telefonini. Nessuna pietà per la mamma su Whatsapp

La donna gira un filmino col cellulare, in cui si riprende mentre pratica autoerotismo. Vorrebbe inviare il video a una determinata persona, ma sbaglia e lo inserisce nella chat della scuola

Pubblicato il 13 ottobre 2017
Ultimo aggiornamento: 14 ottobre 2017 ore 06:12

Viareggio, 13 ottobre 2017 - VIDEO virale. Ormai va di moda dire così. Dimenticando che i virus non solo si diffondo rapidamente di persona in persona, ma a volte sono anche patologici. Dannosi per la salute. Da morbo a morboso il passo è breve. Il video virale della mamma che pratica autoerotismo, da giorni, girava da un telefonino all’altro come l’incarnazione di una leggenda metropolitana. E c’è ancora da capire se sia più virale, patologico, il virus in sé o le persone che se lo sono scambiato sghignazzando e ricamandoci sopra con linguaggio... una volta di diceva da caserma, oggi ormai non è nemmeno linguaggio da social, è lingua comune di tutti i giorni.

LA STORIA era nota a centinaia, migliaia di persone in tutta la Versilia, già da qualche giorno. Una mamma ha girato un video col telefonino, riprendendosi mentre si marturba. E per sbaglio invece di inviare il video alla persona giusta, tramite Whatsapp, l’ha messo nella chat del gruppo di genitori della scuola frequentata dai figli. Se non fossimo tutti morbosamente residenti a Peyton Place, qualche anima pia avrebbe dovuto avvertirla e cancellare il video da quella chat. E invece il post è stato scaricato, ed è iniziata una diffusione incredibile da un «amico» all’altro, da un contatto all’altro, al punto di vedere, per esempio a Viareggio, gruppi di persone in un locale pubblico che guardavano la performance con ilari commenti.

QUESTO è il mondo, che piaccia o no. Questi sono i comportamenti molto diffusi. Il peggio ovviamente è per la distratta vittima di se stessa, per la sua famiglia. Molti, inutile essere ipocriti, l’hanno individuata da giorni, benché le notizie diffuse su questo caso siano assolutamente prive di riferimenti che consentano anche alla lontana una possibile identificazione. Il video è esplicito. La gente chiacchiera, anche se poi si ripulisce l’anima incolpando altri dei propri pensieri, opere e omissioni. Per esempio l’opera di diffusione di chi ha mandato in giro un video privato. E l’omissione di chi invece non l’ha subito cancellato da quella chat. Perché una cosa è certa: quegli atti, pur condannati dalla morale cattolica, li facciamo tutti e tutte. Però non si dicono. E, soprattutto, non si fanno vedere.

Modificato da cesenticerqua

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http://www.giornalettismo.com/archives/2636360/facebook-finocchio-calciatore

 

FACEBOOK HA SOSPESO GLI ACCOUNT DI CHI HA ESULTATO PER I GOL DEL CALCIATORE FINOCCHIO

 

Certo, il cognome dell’ex calciatore del Padova Francesco Finocchio (attualmente in forza al Renate) presta il fianco a diversi fraintendimenti. Ma cosa succede quando a gestirli è un algoritmo? Una vera e propria tragedia social. Diversi account di utenti tifosi del Padova e del Renate sarebbero stati sospesi da Facebook. Il motivo? Contenevano la parola «Finocchio» che, dall’algoritmo del social di Mark Zuckerberg, viene percepita come offesa omofoba. Ma gli utenti stavano semplicemente parlando del calciatore dall’ambiguo cognome.


Un bug che si è verificato anche a distanza di tempo: diversi frequentatori dei social si sono accorti solo in queste ore di essere stati puniti per questo eccesso di zelo. Guai, quindi, a esultare per un gol di Francesco Finocchio, guai – peggio ancora – a criticare le sue prestazioni in campo. Facebook fa scattare, come una ghigliottina inevitabile, la censura.


Un eccesso di severità nella giustissima campagna del popolare social network contro l’omofobia e contro le violenze verbali che, tuttavia, ha prodotto un effetto paradossale. Tuttavia, Francesco Finocchio è abituato a incomprensioni e gaffe del genere. Quando ancora militava nelle squadre giovanili, un suo allenatore è stato squalificato dall’arbitro perché aveva gridato al calciatore «Finocchio, buttala fuori!». Il qui pro quo, all’epoca, fu risolto da un semplicissimo chiarimento con il direttore di gara. Ma come si fa a dialogare con un algoritmo?

Modificato da il_gabibbo

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http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/prestazioni-sessuali-1.3517601?wt_mc=fbuser

 

Pesaro, lei pretende sesso, lui si nega. Chiamata la polizia

La donna (40 anni): "Mi maltratta", l’uomo (50): "Mi costringe a ritmi esagerati"

Pubblicato il 7 novembre 2017
Ultimo aggiornamento: 7 novembre 2017 ore 13:03

Sesso
2 min

Pesaro, 7 novembre 2017 - Lui è andato dai carabinieri, lei contemporaneamente ha chiamato la polizia. L’uomo, 50 anni, marocchino, residente a Pantano, voleva denunciare la compagna per molestie. La donna, 40 anni, pesarese, ha chiamato il 113 con l’intenzione di denunciare il compagno per maltrattamenti.


Ma la realtà era diversa. All’arrivo della volante ieri pomeriggio, ha trovato la coppia che stava litigando. Ma ecco perché. Secondo il 50enne, la sua compagna (sono insieme da 4 anni) gli stava rovinando la vita perché pretendeva prestazioni sessuali almeno 4 volte al giorno. Al suo rifiuto, la donna lo avrebbe regolarmente insultato e «mortificato» provocando la reazione dell’uomo che a quel punto la allontanava da sé dandole delle spinte.

Questa situazione ha a tal punto esasperato l’uomo da essersi presentato in caserma dai carabinieri per esporre ciò che gli stava accadendo e per chiedere se queste "esagerate" pretese sessuali da parte della compagna potevano essere considerate delle vere e proprie molestie. Non è chiaro che tipo di risposta abbia avuto dall’Arma ma è certo che la donna, sentendosi chiamata in causa, ha risposto che non accetta di vedersi rifiutata e per questo reagisce. Il compagno ha dichiarato alla polizia di esser riuscito a strappare alla sua convivente una "tabella di marcia" di un giorno alternato, cioè mai più quattro prestazioni ogni 24 ore ma una ogni 48, anche se alla donna non piaceva affatto tanto da chiamare la polizia per denunciare i "maltrattamenti".
Agli increduli agenti era sembrato di esser finiti su ‘Scherzi a parte’ ma in realtà è quello che sta vivendo la coppia che, a questo punto, sta decidendo di lasciarsi per "opinioni" nettamente divergenti.

 

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Io non ricordo quale (anche se mi sembra Immaturi), ma c'era un film in cui il numero di telefono che si vedeva aveva un senso, tipo che, se lo chiamavi, ti rispondeva una protagonista. Coglioni quelli che chiamano e minacciano; ma coglionissimi gli sceneggiatori (o chi per loro) che rischiano di essere denunciati.

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Bologna, Jimmy Connors rifiutato dal Circolo Tennis dei Giardini Margherita: “Qui giocano solo i soci”

A Bologna per un evento, come riporta il Corriere, al tennista è stato impedito di prenotare un campo nel club più esclusivo della città. Solo alcuni giorni dopo la marcia indietro del presidente, ma ormai il 5 volte vincitore degli Us Open era ripartito

 

Bologna-Connors-Giardini-Margherita-675.

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/08/bologna-jimmy-connors-rifiutato-dal-circolo-tennis-dei-giardini-margherita-qui-giocano-solo-i-soci/4027455/

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