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Barcellona

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tu puoi esprimere le opinioni che ti pare io ti dico che sotto molti aspetti, come italiani, abbiamo da imparare molto, anche dagli spagnoli

e la Spagna la conosco abbastanza bene.

Poi per carità sotto certi altri aspetti abbiamo pure molto da insegnare...ma fidati non è il caso della coerenza ne della sportività.

 

beh beh

 

noi abbiamo da imparare da molti, ma non è che loro so primi in classifica in questo

  • Voto Negativo 1

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“Vengo da un paesino di 3000 anime dimenticato da Dio chiamato la Plota. Circa il 90% della popolazione lavora infatti come manodopera nello stabilimento che produce acqua Lleida. Negli anni ’80 le massime aspirazioni per un giovane poblatano erano quelle di diventare capo reparto o contabile presso il reparto amministrivo della fabbrica. Un giorno, ero sul divano con mio padre, e il Barcelona stava perdendo a Valencia per 2-1. Mi girai verso di lui e gli dissi: “Papà, da grande sarò un giocatore del Barcelona.”
Lui mi disse: “È bello sognare, ma continua a studiare.” Da quel giorno presi le parole di mio padre come una sfida. Non c’è stato momento che in cui ho pensato ad altro. Provini su provini... dicevano che non ero bravo, infatti mi misero in porta. Poi un giorno grazie ad una botta presa alla spalla, finii in mezzo al campo. Da lì non sono più uscito. Feci il provino per il Barca per 6 anni consecutivi. Dicevano sempre che non potevo giocare, e che non valevo molto. Non ero bravo tecnicamente, e se volevo far colpo su qualche club, dovevo crescere in muscolatura. Ero troppo sottile, e avevo poca forza nelle gambe.
Dopo quelle parole tornavo a casa ogni volta distrutto...
Un giorno però ci fu la svolta. Cambiai radicalmente il mio modo di pensare. Lasciai la scuola calcio, e cominciai a correre tutti i pomeriggi sulle colline della mia città, per far crescere la muscolatura nelle gambe. Mi ponevo degli obbiettivi. La prima volta 2 km, la settimana dopo 4 km, e così via, fino ad arrivare in cima. Quando vedevo passare delle persone in macchina, cercavo di gareggiare con loro.

L’estate dopo ci riprovai... Avevo 16 anni. Mi presero. Telefonai a casa, e rispose mio padre. È stata l’unica volta che l’ho sentito piangere. Ho cominciato a giocare per il Barcelona C, e da lì, ho fatto tutta la trafila. Vedevo gente più brava di me, dei fenomeni, che però si allenavano saltuariamente. Non sono mai andati oltre i Barcellona C. Io in tutta la mia vita non ho mai saltato un solo giorno di lavoro, perché sapevo che per arrivare dovevo allenarmi più degli altri. Non avevo tecnica, e dovevo concentrarmi di più sulla mia forza fisica.

Ho sempre avuto fame di vittorie, ma non fraintendetemi. Vivo per l’agonismo, non per la vittoria in sé. Per l’emozione della battaglia. L’importante è competere, non tanto il premio finale. Quando giocavo, non consideravo mai una partita chiusa: anche sotto di quattro reti a dieci minuti dalla fine, non pensavo mai che fosse chiusa. 

Ancora oggi vado a correre su quelle colline, e ricordo i miei inizi. Cominciò tutto lì.
In molti mi dicono, ma come fai!? Come puoi continuare ad allenarti ancora oggi!? 
Io gli rispondo sempre: “Io continuerò ad allenarmi anche a 70 anni. Non so stare senza... fermarmi a riflettere su un divano, equivale a morire piano piano. Ed io non voglio ridurmi in quello stato. Voglio continuare a competere. Non posso più farlo confrontandomi con gli altri, ma lo faccio confrontandomi con me stesso.”

[Carles Puyol]

 

 

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55 minuti fa, fogueres ha scritto:

“Vengo da un paesino di 3000 anime dimenticato da Dio chiamato la Plota. Circa il 90% della popolazione lavora infatti come manodopera nello stabilimento che produce acqua Lleida. Negli anni ’80 le massime aspirazioni per un giovane poblatano erano quelle di diventare capo reparto o contabile presso il reparto amministrivo della fabbrica. Un giorno, ero sul divano con mio padre, e il Barcelona stava perdendo a Valencia per 2-1. Mi girai verso di lui e gli dissi: “Papà, da grande sarò un giocatore del Barcelona.”
Lui mi disse: “È bello sognare, ma continua a studiare.” Da quel giorno presi le parole di mio padre come una sfida. Non c’è stato momento che in cui ho pensato ad altro. Provini su provini... dicevano che non ero bravo, infatti mi misero in porta. Poi un giorno grazie ad una botta presa alla spalla, finii in mezzo al campo. Da lì non sono più uscito. Feci il provino per il Barca per 6 anni consecutivi. Dicevano sempre che non potevo giocare, e che non valevo molto. Non ero bravo tecnicamente, e se volevo far colpo su qualche club, dovevo crescere in muscolatura. Ero troppo sottile, e avevo poca forza nelle gambe.
Dopo quelle parole tornavo a casa ogni volta distrutto...
Un giorno però ci fu la svolta. Cambiai radicalmente il mio modo di pensare. Lasciai la scuola calcio, e cominciai a correre tutti i pomeriggi sulle colline della mia città, per far crescere la muscolatura nelle gambe. Mi ponevo degli obbiettivi. La prima volta 2 km, la settimana dopo 4 km, e così via, fino ad arrivare in cima. Quando vedevo passare delle persone in macchina, cercavo di gareggiare con loro.

L’estate dopo ci riprovai... Avevo 16 anni. Mi presero. Telefonai a casa, e rispose mio padre. È stata l’unica volta che l’ho sentito piangere. Ho cominciato a giocare per il Barcelona C, e da lì, ho fatto tutta la trafila. Vedevo gente più brava di me, dei fenomeni, che però si allenavano saltuariamente. Non sono mai andati oltre i Barcellona C. Io in tutta la mia vita non ho mai saltato un solo giorno di lavoro, perché sapevo che per arrivare dovevo allenarmi più degli altri. Non avevo tecnica, e dovevo concentrarmi di più sulla mia forza fisica.

Ho sempre avuto fame di vittorie, ma non fraintendetemi. Vivo per l’agonismo, non per la vittoria in sé. Per l’emozione della battaglia. L’importante è competere, non tanto il premio finale. Quando giocavo, non consideravo mai una partita chiusa: anche sotto di quattro reti a dieci minuti dalla fine, non pensavo mai che fosse chiusa. 

Ancora oggi vado a correre su quelle colline, e ricordo i miei inizi. Cominciò tutto lì.
In molti mi dicono, ma come fai!? Come puoi continuare ad allenarti ancora oggi!? 
Io gli rispondo sempre: “Io continuerò ad allenarmi anche a 70 anni. Non so stare senza... fermarmi a riflettere su un divano, equivale a morire piano piano. Ed io non voglio ridurmi in quello stato. Voglio continuare a competere. Non posso più farlo confrontandomi con gli altri, ma lo faccio confrontandomi con me stesso.”

[Carles Puyol]

 

 

Grande. Lo sport è esattamente quello descritto da un grande uomo di sport come lui. Molti, anche a livelli importanti, non sanno nemmeno di cosa stia parlando.

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42 minuti fa, chetestraceki ha scritto:

Grande. Lo sport è esattamente quello descritto da un grande uomo di sport come lui. Molti, anche a livelli importanti, non sanno nemmeno di cosa stia parlando.

Grande giocatore, colonna portante di uno dei Barcellona più forti.

Concordo con te, personaggi anche umanamente “diversi”.

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4 ore fa, fogueres ha scritto:

“Vengo da un paesino di 3000 anime dimenticato da Dio chiamato la Plota. Circa il 90% della popolazione lavora infatti come manodopera nello stabilimento che produce acqua Lleida. Negli anni ’80 le massime aspirazioni per un giovane poblatano erano quelle di diventare capo reparto o contabile presso il reparto amministrivo della fabbrica. Un giorno, ero sul divano con mio padre, e il Barcelona stava perdendo a Valencia per 2-1. Mi girai verso di lui e gli dissi: “Papà, da grande sarò un giocatore del Barcelona.”
Lui mi disse: “È bello sognare, ma continua a studiare.” Da quel giorno presi le parole di mio padre come una sfida. Non c’è stato momento che in cui ho pensato ad altro. Provini su provini... dicevano che non ero bravo, infatti mi misero in porta. Poi un giorno grazie ad una botta presa alla spalla, finii in mezzo al campo. Da lì non sono più uscito. Feci il provino per il Barca per 6 anni consecutivi. Dicevano sempre che non potevo giocare, e che non valevo molto. Non ero bravo tecnicamente, e se volevo far colpo su qualche club, dovevo crescere in muscolatura. Ero troppo sottile, e avevo poca forza nelle gambe.
Dopo quelle parole tornavo a casa ogni volta distrutto...
Un giorno però ci fu la svolta. Cambiai radicalmente il mio modo di pensare. Lasciai la scuola calcio, e cominciai a correre tutti i pomeriggi sulle colline della mia città, per far crescere la muscolatura nelle gambe. Mi ponevo degli obbiettivi. La prima volta 2 km, la settimana dopo 4 km, e così via, fino ad arrivare in cima. Quando vedevo passare delle persone in macchina, cercavo di gareggiare con loro.

L’estate dopo ci riprovai... Avevo 16 anni. Mi presero. Telefonai a casa, e rispose mio padre. È stata l’unica volta che l’ho sentito piangere. Ho cominciato a giocare per il Barcelona C, e da lì, ho fatto tutta la trafila. Vedevo gente più brava di me, dei fenomeni, che però si allenavano saltuariamente. Non sono mai andati oltre i Barcellona C. Io in tutta la mia vita non ho mai saltato un solo giorno di lavoro, perché sapevo che per arrivare dovevo allenarmi più degli altri. Non avevo tecnica, e dovevo concentrarmi di più sulla mia forza fisica.

Ho sempre avuto fame di vittorie, ma non fraintendetemi. Vivo per l’agonismo, non per la vittoria in sé. Per l’emozione della battaglia. L’importante è competere, non tanto il premio finale. Quando giocavo, non consideravo mai una partita chiusa: anche sotto di quattro reti a dieci minuti dalla fine, non pensavo mai che fosse chiusa. 

Ancora oggi vado a correre su quelle colline, e ricordo i miei inizi. Cominciò tutto lì.
In molti mi dicono, ma come fai!? Come puoi continuare ad allenarti ancora oggi!? 
Io gli rispondo sempre: “Io continuerò ad allenarmi anche a 70 anni. Non so stare senza... fermarmi a riflettere su un divano, equivale a morire piano piano. Ed io non voglio ridurmi in quello stato. Voglio continuare a competere. Non posso più farlo confrontandomi con gli altri, ma lo faccio confrontandomi con me stesso.”

[Carles Puyol]

 

 

Grande!! Grandissimo campione

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Di Pedri che ne pensate?? Classe 2002, secondo me dovrà sfruttare a pieno questo anno per duettare con il Dio del calcio, pecche credo che sia l'ultima stagione in blaugrana!!

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14 ore fa, altoforno ha scritto:

C'è giustizia finalmente! 😂😂😂😂😂

Loro insieme ad altri ( PSG, City e i loro Fondi, Emiri ecc.) hanno portato ad il mercato folle.

Ma guadagnavano tantissimo, neanche lo sponsor mettevano.

Ora la pacchia è finita.

Il battito d’ali di un pipistrello in Cina ha creato un uragano nel nostro calcio ( e non solo)

  • Grazie 1

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1 ora fa, fogueres ha scritto:

Loro insieme ad altri ( PSG, City e i loro Fondi, Emiri ecc.) hanno portato ad il mercato folle.

Ma guadagnavano tantissimo, neanche lo sponsor mettevano.

Ora la pacchia è finita.

Il battito d’ali di un pipistrello in Cina ha creato un uragano nel nostro calcio ( e non solo)

Io spererei nel fallimento simultaneo e perpetuo delle 20 squadre della superlega. 

Ma immediato. 

Di tutte e 20.

  • Grazie 1

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6 minuti fa, adriatico ha scritto:

Io spererei nel fallimento simultaneo e perpetuo delle 20 squadre della superlega. 

Ma immediato. 

Di tutte e 20.

già se ne fallissero un paio sarei contento.

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2 ore fa, CrossdiSussi ha scritto:

 

Una delle venti penso sia il Perugia.

L'altra è l'Ascoli?

 

e la terza è il Bari?

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10 ore fa, altoforno ha scritto:

un fallimento e un po' di sana serie B (o C) farebbero molto bene al Barcellona (non solo a loro ovviamente).

sono campionati molto formativi.

Tutta la superlega in serie C. 

Un sogno ma chissà... 

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4 minuti fa, fogueres ha scritto:

b6095246cebcdf5f8108f8bbc404a13d.jpg

Non riescono a sostenere l’ingaggio, Xavi non lo considera fondamentale al progetto Barcellona e quindi lo vogliono far partire. 

A sto punto se fossi in de jong me ne andrei... 

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1 ora fa, FE3IE ha scritto:

A sto punto se fossi in de jong me ne andrei... 

L’offerta più concreta è il Man United, senza la Champions League non vuole andare

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7 minutes ago, chetestraceki said:

Inscripcion? Primo iscriversi? Veramente?

Non l'iscrizione del club al campionato, ma la registrazione degli acquisti di questa estate nelle liste per il campionato. Devono liberare svariati milioni l'anno di ingaggi per rientrare nei parametri del fair play finanziario della Liga. Per questo, dopo che quasi tutti in rosa hanno accettato tagli di ingaggio e spalmature nell'ultimo anno e mezzo, stanno ancora facendo roba ai limiti del mobbing a De Jong, Umtiti e Braithwaite per fargli accettare una qualsiasi offerta per andarsene. Al momento tutti i nuovi acquisti potrebbero giocare in Champions e nella coppa nazionale ma non in Liga. 

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3 minuti fa, E quillu je deeaa!!! ha scritto:

Non l'iscrizione del club al campionato, ma la registrazione degli acquisti di questa estate nelle liste per il campionato. Devono liberare svariati milioni l'anno di ingaggi per rientrare nei parametri del fair play finanziario della Liga. Per questo, dopo che quasi tutti in rosa hanno accettato tagli di ingaggio e spalmature nell'ultimo anno e mezzo, stanno ancora facendo roba ai limiti del mobbing a De Jong, Umtiti e Braithwaite per fargli accettare una qualsiasi offerta per andarsene. Al momento tutti i nuovi acquisti potrebbero giocare in Champions e nella coppa nazionale ma non in Liga. 

Tipo Gelfusa praticamente negli anni d’oro…

 

grazie della info 

Modificato da chetestraceki

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