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Kabubi

La grandissima civiltà

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Che vorresti dimostrare? Che i delinquenti si riconoscono dalla faccia?

 

Ma per favore!  :lol:

2315881[/snapback]

 

Non tutti i delinquenti hanno la faccia da delinquente.

Ma tutti coloro che hanno la faccia da delinquente sono delinquenti.

 

Ne sono convinto.

2339160[/snapback]

 

callea, stavolta devo smentirti.

 

io ho la faccia da delinquente, ma che io sia un delinquente è tutto da provare.. :P

2339163[/snapback]

 

Beh, che c'entra, anche mia madre mi dice che ho la faccia da delinquente perché ho i capelli lunghi e lo sguardo imbronciato dalla vita.

 

In realtà non tutti sanno riconoscere una vera faccia da delinquente.

Io ti sgamerei subito che non lo sei...

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Che vorresti dimostrare? Che i delinquenti si riconoscono dalla faccia?

 

Ma per favore!  :lol:

2315881[/snapback]

 

Non tutti i delinquenti hanno la faccia da delinquente.

Ma tutti coloro che hanno la faccia da delinquente sono delinquenti.

 

Ne sono convinto.

2339160[/snapback]

 

callea, stavolta devo smentirti.

 

io ho la faccia da delinquente, ma che io sia un delinquente è tutto da provare.. :P

2339163[/snapback]

 

Beh, che c'entra, anche mia madre mi dice che ho la faccia da delinquente perché ho i capelli lunghi e lo sguardo imbronciato dalla vita.

 

In realtà non tutti sanno riconoscere una vera faccia da delinquente.

Io ti sgamerei subito che non lo sei...

2339172[/snapback]

 

sembri il tenente Hartman...

fammi una faccia da guerra!!!! ahhhhhhhhhhhhhhh :lol:

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Che vorresti dimostrare? Che i delinquenti si riconoscono dalla faccia?

 

Ma per favore!  :lol:

2315881[/snapback]

 

Non tutti i delinquenti hanno la faccia da delinquente.

Ma tutti coloro che hanno la faccia da delinquente sono delinquenti.

 

Ne sono convinto.

2339160[/snapback]

 

callea, stavolta devo smentirti.

 

io ho la faccia da delinquente, ma che io sia un delinquente è tutto da provare.. :P

2339163[/snapback]

 

Beh, che c'entra, anche mia madre mi dice che ho la faccia da delinquente perché ho i capelli lunghi e lo sguardo imbronciato dalla vita.

 

In realtà non tutti sanno riconoscere una vera faccia da delinquente.

Io ti sgamerei subito che non lo sei...

2339172[/snapback]

 

sembri il tenente Hartman...

fammi una faccia da guerra!!!! ahhhhhhhhhhhhhhh :lol:

2339174[/snapback]

Ma tu l'hai vista la faccia mia quanno sto a caca'? Mike Tyson è un poppante a confronto!!!

 

:lol::lol::lol::lol::lol:

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Usa, sparatoria in liceo: due morti L’ira di Obama: «Mi sento frustrato,

Siamo l’unico Paese sviluppato nel mondo dove accadono queste cose»

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Dopo la strage di Charleston, 9 morti afroamericani, causati dalla furia omicida di un ventunenne che aspirava alla guerra razziale,

invece che interrogarsi sul PAESE DI MERDA IN CUI VIVONO, i lobbisti delle armi dichiarano:

 

"problema è vittime disarmate"

La Nra, potente lobby delle armi negli Usa, ancora non ha commentato ufficialmente la strage di Charleston. Ma uno dei suoi leader, Charles Cotton, critica il pastore ucciso: "Otto persone sarebbero ancora vive se avesse permesso di portare le pistole in chiesa. Innocenti sono morti a causa della sua posizione su una questione politica". Anche un portavoce dell'organizzazione Gun Owners of America ha puntato il dito contro la ferma opposizione del pastore al trasporto di armi in chiesa. "Uno dei più grandi problemi nella chiesa della Carolina del Sud è che le potenziali vittime erano disarmate per legge", ha dichiarato Erich Pratt, portavoce di Gun Owners of America, in un comunicato ad al-Jazeera. "Nello Stato Palmetto (il Sud Carolina, ndr) il detentore di un porto d'armi può portare armi in un luogo di culto col permesso di un esponente della chiesa. Sfortunatamente il pastore era un attivista anti-armi. Come senatore dello Stato, aveva votato contro il trasporto di armi in luoghi pubblici".

 

 

A sto punto che dire , spero che vengano distribuite a tutti almeno si AUTOESTINGUONO...sti COGLIONI!!!

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Sempre più dell'idea che gli Stati Uniti sono una fogna, sia dal punto di vista criminale che di capocce che ci vivono.

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Attenzione, perché nella strage di Charleston si intrecciano la questione delle armi facili con la questione razziale.

 

L'assassino di Charleston non ha scelto le sue vittime a caso, non era un fanatico delle armi, collezionista di fucili a ripetizione, uno che odiava il mondo, il prossimo, la vita, ma è uno che pensava di combattere una "guerra razziale" e ha scelto quel luogo pproprio per ciò che rappresentava, vi si predicava e si faceva.

 

Non sono un difensore del "modello americano", tutt'altro, però lì mi sembra sia in corso una specie di nuova "guerra civile strisciante".

 

E in questa "guerra civile" (vedi i "neri" uccisi da poliziotti e le reazioni a questo) ci sono i "buoni" e i "cattivi". Ma se si armano anche i "buoni" (come suggeriscono cinicamente e in maniera interessata dopo Charleston i fabbricanti di armi e i loro sostenitori) da strisciante la guerra civile diventa effettiva.

Modificato da passaparola

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La costituzione americana e la mentalità della gente (oltre ad un'igniranza diffusa molto profonda) sono quanto di più schifoso è ridicolo c'è al mondo.

 

Ricordiamo che gli americani sono sempre questi soggetti:

 

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Attenzione, perché nella strage di Charleston si intrecciano la questione delle armi facili con la questione razziale.

 

L'assassino di Charleston non ha scelto le sue vittime a caso, non era un fanatico delle armi, collezionista di fucili a ripetizione, uno che odiava il mondo, il prossimo, la vita, ma è uno che pensava di combattere una "guerra razziale" e ha scelto quel luogo pproprio per ciò che rappresentava, vi si predicava e si faceva.

 

Non sono un difensore del "modello americano", tutt'altro, però lì mi sembra sia in corso una specie di nuova "guerra civile strisciante".

 

E in questa "guerra civile" (vedi i "neri" uccisi da poliziotti e le reazioni a questo) ci sono i "buoni" e i "cattivi". Ma se si armano anche i "buoni" (come suggeriscono cinicamente e in maniera interessata dopo Charleston i fabbricanti di armi e i loro sostenitori) da strisciante la guerra civile diventa effettiva.

 

Definire razzista un popolo che ha come Presidente un uomo di colore democraticamente eletto è fuori da ogni logica.

 

I fatti di cronaca per quanto aberranti restano fatti di cronaca e non possono essere usati per avallare tesi che condannano un intero popolo.

Un po' come prendersela con una intera comunità di marocchini se un marocchino commette un omicidio.

 

p.s.

La mia critica non è rivolta al tuo post nello specifico ma è un discorso più generale per cose che sento da sempre in giro.

Modificato da callea
  • Voto Negativo 1

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Definire razzista un popolo che ha come Presidente un uomo di colore democraticamente eletto è fuori da ogni logica.

figlio di un immigrato africano e con un nome arabo, per giunta.

 

Però la questione razziale purtroppo ancora esiste (forse anche o soprattutto come reazione a questo?) e riemerge con violenza come dimostrano le uccisioni di afroamericani da parte di poliziotti e la stessa strage di Charleston.

 

Grandi contraddizioni ed estremi contrasti , anche lì il "peccato" più grande come sempre penso sia generalizzare e semplificare.

Modificato da passaparola

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Definire razzista un popolo che ha come Presidente un uomo di colore democraticamente eletto è fuori da ogni logica.

razzismo è giudicare una persona per quello che è, no per quello che fa.

detto ciò non è che sei razzista se non ti piacciono i neri e basta ma puoi essere razzista in molte forme quindi il fatto di avere u npresidente di colore no nvuol dire nulla a riguardo, potrebbe solo dire che hanno votato più neri che bianchi, tra l'altro a chicago (città di obama) ho personalmente riscontrato quanto astio ci sia da parte dei wasp che se glielo chiedevi se sbrigavano a ditte che non l'avevano votato e che non gli piaceva affatto (tipo berlusconi da noi :) )

lascia perde l'america dei film e pure quella dei tg, quello è un posto strano più ti allontani dalle coste (est o ovest non importa) e più cresce l'ignoranza, il centro del paese è di fatto composto da contadini che non hanno la minima idea di quello che succede fuori dalla loro città o al massimo fuori dal loro stato.

però un po' ti do' ragione non li definirei razzisti, ma solo molto molto molto ignoranti (o stupidi scegli tu).

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.

però un po' ti do' ragione non li definirei razzisti, ma solo molto molto molto ignoranti (o stupidi scegli tu).

Gli americani della Silicon Valley come li potremo definire?

 

L'America delle opportunità, la meta più ambita al mondo per chi cerca di rifarsi una vita o semplicemente dove poter valorizzare le proprie capacità, come la definiresti?

 

Come già detto altre volte non ho mai capito certi toni disfattisti e denigratori sugli Stati Uniti.

 

Avranno tanti difetti per carità, avranno le loro contraddizioni, ma sono sempre il paese numero uno e di riferimento dell'intero mondo democratico e sinceramente, utopie a parte, non vedo tra le altre superpotenze, alternative e modelli migliori.

Modificato da callea

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Gli americani della Silicon Valley come li potremo definire?

una esigua minoranza.

 

 

Come già detto altre volte non ho mai capito certi toni disfattisti e denigratori sugli Stati Uniti.

 

fattici un giro, non ci devi stare anni, per certe cose purtroppo, bastano pochi giorni :(

Modificato da ziofranko

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secondo la lobby delle armi, anche dopo questo tragico evento, se andassi negli Stati Uniti e m'ammazzassero in una sparatoria il problema è MIO che non porto armi con me.

ma ce rendemo conto?

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la solita analisi lucida e mai banale del prof. portelli!

da ilmanifesto

 

Le paure ataviche dei bianchi americani

 

Stati uniti. L’idea che i neri stiano impadronendosi dell’America invece è strettamente legata alla contemporaneità. La presidenza Obama, lungi dal segnare il superamento delle tensioni razziali, ha finito per acutizzarle, generando la convinzione che i neri stiano prendendo il potere e si preparino a ridurre i bianchi a cittadini di seconda classe

 

Prima di ini­ziare il mas­sa­cro, Dylann Roof ha detto ai fedeli neri della Ema­nuel Afri­can Metho­dist Epi­sco­pal Church di Char­le­ston, South Caro­lina: «stu­prate le nostre donne e vi state impa­dro­nendo dell’America». Sono due para­noie diverse — la ses­sua­lità e il potere — con­no­tate da epo­che diverse ma infine con­nesse da un sot­to­fondo di senso.

La figura del nero vio­len­ta­tore affonda radici pro­fonde nella sto­ria, e que­sto le dà oggi un curioso sapore ana­cro­ni­stico. È vero che non è mai del tutto scom­parsa dall’immaginario ame­ri­cano (e nean­che dal nostro): la cam­pa­gna elet­to­rale che portò all’elezione di Bush padre nel 1988 fu tutta imper­niata sulla figura di Wil­lie Hor­ton, un afroa­me­ri­cano che, in libera uscita dal car­cere, aveva vio­len­tato una donna bianca. Tut­ta­via, rin­via soprat­tutto agli anni dei lin­ciaggi di massa, fra la guerra civile e gli anni ’30, ed è stata rela­ti­va­mente meno pre­sente in epoca più recente. Il fatto che Roof l’abbia rie­su­mata rivela da quali paure ata­vi­che è stato mosso, in quali pro­fon­dità oscure è andato a pescare.

L’idea che i neri stiano impa­dro­nen­dosi dell’America invece è stret­ta­mente legata alla con­tem­po­ra­neità. La pre­si­denza Obama, lungi dal segnare il supe­ra­mento delle ten­sioni raz­ziali, ha finito per acu­tiz­zarle, gene­rando la con­vin­zione che i neri stiano pren­dendo il potere e si pre­pa­rino a ridurre i bian­chi a cit­ta­dini di seconda classe. Inten­zio­nale o meno, anche l’ondata di assas­si­nii di neri da parte della poli­zia fa parte di que­sto qua­dro para­noico. La visione del mondo dei «supre­ma­ti­sti» bian­chi non ammette vie di mezzo, coe­si­stenze, sfu­ma­ture: se non domi­niamo noi, domi­ne­ranno loro. Per que­sto, ogni volta che il potere bianco viene sia pure mini­ma­mente intac­cato, è per­ce­pito come l’inizio di un capo­vol­gi­mento apo­ca­lit­tico. E poche migliaia di pro­fu­ghi rap­pre­sen­tano un’«invasione» agli occhi di un Europa bianca paranoica.

Quello che tiene insieme que­ste due para­noie sto­ri­ca­mente diverse è l’ossessione della purezza. L’atavica para­noia dello stu­pro si col­lega al ter­rore della misce­ge­na­tion, la «mesco­lanza» che con­ta­mina la purezza del «san­gue» della stirpe domi­nante. Nell’ideologia raz­ziale ame­ri­cana, basta avere un sedi­ce­simo di «san­gue» nero per essere con­si­de­rati cento per cento neri. La moderna osses­sione per la «con­qui­sta» o l’«invasione» nera è anch’essa fon­data su un ana­logo ter­rore della con­ta­mi­na­zione: basta che i neri otten­gano un fram­mento di potere per­ché l’intera sfera del potere sia per­ce­pita come spor­cata e impura. Se è vero che lo sporco è «mate­ria fuori posto», ebbene, niente è più fuori posto di Trey­vor Mar­tin in un quar­tiere per bian­chi o di un nero alla Casa Bianca. I puri devono cor­rere ai ripari.

Per que­sti motivi mi sem­bra mal posta la domanda se il ter­ro­ri­sta Dylann Roof sia un iso­lato o fac­cia parte di un’organizzazione. Anche se avesse agito tutto da solo, comun­que non è un iso­lato, per­ché è espres­sione di una pato­lo­gia dif­fusa e atti­va­mente col­ti­vata da media e poli­tici di destra. Non è comun­que iso­lato il suo gesto. Forse ce ne siamo già scor­dati, nel suc­ce­dersi inces­sante di tra­ge­die di cro­naca, ma nel 2012 un altro ter­ro­ri­sta bianco è entrato un tem­pio Sikh nel Wiscon­sin e ha ammaz­zato sei per­sone: odiava gli arabi e i musul­mani, che i Sikh non fos­sero né l’uno né l’altro era irri­le­vante. Erano comun­que gente fuori posto nell’America bianca e cri­stiana, come sono fuori posto tutti i migranti, accam­pati sugli sco­gli di Ven­ti­mi­glia o attorno alle sta­zioni di Roma o di Milano (e la nostrana osses­sione della purezza si è inven­tata pure l’emergenza scabbia).

Non è un gesto iso­lato non solo per­ché, come in tanti hanno ricor­dato, echeg­gia la strage di Bir­min­gham, Ala­bama, le quat­tro bam­bine uccise in chiesa da una bomba ter­ro­ri­sta bianca nel 1963, ma anche per­ché – e anche que­sto fati­chiamo a ricor­dar­celo – a metà anni ’90 l’America fu segnata da un’ondata di incendi dolosi di chiese nere. E c’è da doman­darsi che rela­zione esi­sta fra l’ossessione dello sporco e l’aggressione ripe­tuta al sacro.

Char­le­ston, dove è suc­cessa que­sta strage, è un posto un po’ spe­ciale. Al tempo della schia­vitù, il South Caro­lina era l’unico stato in cui i neri fos­sero mag­gio­ranza. Fu qui che nel 1821 l’ex schiavo Den­mark Vesey e un gruppo di suoi com­pa­gni orga­niz­za­rono il più impor­tante ten­ta­tivo di rivolta della sto­ria della schia­vitù – impor­tante non tanto per quello che fecero (furono sco­perti e uccisi prima di poter agire) quanto per quello che pen­sa­vano. Orien­tata verso il Sud, verso i Caraibi, Char­le­ston era «con­ta­mi­nata» dalle idee rivo­lu­zio­na­rie e di libe­ra­zione che arri­va­vano dall’appena com­piuta rivo­lu­zione di Haiti.

Den­mark Vesey era stato in con­tatto con i mari­nai hai­tiani, cono­sceva il pen­siero della rivo­lu­zione fran­cese. Nella raf­fi­nata rea­zio­na­ria Char­le­ston, gli schiavi e gli ex schiavi erano i por­ta­tori delle idee di moder­nità e di libertà. Oggi, sta ai loro discen­denti sal­vare un senso di uma­nità di cui sem­pre più, ogni giorno, per­diamo le tracce.

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la solita analisi lucida e mai banale del prof. portelli!

da ilmanifesto

 

Le paure ataviche dei bianchi americani

 

Stati uniti. Lidea che i neri stiano impadronendosi dellAmerica invece è strettamente legata alla contemporaneità. La presidenza Obama, lungi dal segnare il superamento delle tensioni razziali, ha finito per acutizzarle, generando la convinzione che i neri stiano prendendo il potere e si preparino a ridurre i bianchi a cittadini di seconda classe

 

Prima di ini­ziare il mas­sa­cro, Dylann Roof ha detto ai fedeli neri della Ema­nuel Afri­can Metho­dist Epi­sco­pal Church di Char­le­ston, South Caro­lina: «stu­prate le nostre donne e vi state impa­dro­nendo dellAmerica». Sono due para­noie diverse la ses­sua­lità e il potere con­no­tate da epo­che diverse ma infine con­nesse da un sot­to­fondo di senso.

La figura del nero vio­len­ta­tore affonda radici pro­fonde nella sto­ria, e que­sto le dà oggi un curioso sapore ana­cro­ni­stico. È vero che non è mai del tutto scom­parsa dallimmaginario ame­ri­cano (e nean­che dal nostro): la cam­pa­gna elet­to­rale che portò allelezione di Bush padre nel 1988 fu tutta imper­niata sulla figura di Wil­lie Hor­ton, un afroa­me­ri­cano che, in libera uscita dal car­cere, aveva vio­len­tato una donna bianca. Tut­ta­via, rin­via soprat­tutto agli anni dei lin­ciaggi di massa, fra la guerra civile e gli anni 30, ed è stata rela­ti­va­mente meno pre­sente in epoca più recente. Il fatto che Roof labbia rie­su­mata rivela da quali paure ata­vi­che è stato mosso, in quali pro­fon­dità oscure è andato a pescare.

Lidea che i neri stiano impa­dro­nen­dosi dellAmerica invece è stret­ta­mente legata alla con­tem­po­ra­neità. La pre­si­denza Obama, lungi dal segnare il supe­ra­mento delle ten­sioni raz­ziali, ha finito per acu­tiz­zarle, gene­rando la con­vin­zione che i neri stiano pren­dendo il potere e si pre­pa­rino a ridurre i bian­chi a cit­ta­dini di seconda classe. Inten­zio­nale o meno, anche londata di assas­si­nii di neri da parte della poli­zia fa parte di que­sto qua­dro para­noico. La visione del mondo dei «supre­ma­ti­sti» bian­chi non ammette vie di mezzo, coe­si­stenze, sfu­ma­ture: se non domi­niamo noi, domi­ne­ranno loro. Per que­sto, ogni volta che il potere bianco viene sia pure mini­ma­mente intac­cato, è per­ce­pito come linizio di un capo­vol­gi­mento apo­ca­lit­tico. E poche migliaia di pro­fu­ghi rap­pre­sen­tano un«invasione» agli occhi di un Europa bianca paranoica.

Quello che tiene insieme que­ste due para­noie sto­ri­ca­mente diverse è lossessione della purezza. Latavica para­noia dello stu­pro si col­lega al ter­rore della misce­ge­na­tion, la «mesco­lanza» che con­ta­mina la purezza del «san­gue» della stirpe domi­nante. Nellideologia raz­ziale ame­ri­cana, basta avere un sedi­ce­simo di «san­gue» nero per essere con­si­de­rati cento per cento neri. La moderna osses­sione per la «con­qui­sta» o l«invasione» nera è anchessa fon­data su un ana­logo ter­rore della con­ta­mi­na­zione: basta che i neri otten­gano un fram­mento di potere per­ché lintera sfera del potere sia per­ce­pita come spor­cata e impura. Se è vero che lo sporco è «mate­ria fuori posto», ebbene, niente è più fuori posto di Trey­vor Mar­tin in un quar­tiere per bian­chi o di un nero alla Casa Bianca. I puri devono cor­rere ai ripari.

Per que­sti motivi mi sem­bra mal posta la domanda se il ter­ro­ri­sta Dylann Roof sia un iso­lato o fac­cia parte di unorganizzazione. Anche se avesse agito tutto da solo, comun­que non è un iso­lato, per­ché è espres­sione di una pato­lo­gia dif­fusa e atti­va­mente col­ti­vata da media e poli­tici di destra. Non è comun­que iso­lato il suo gesto. Forse ce ne siamo già scor­dati, nel suc­ce­dersi inces­sante di tra­ge­die di cro­naca, ma nel 2012 un altro ter­ro­ri­sta bianco è entrato un tem­pio Sikh nel Wiscon­sin e ha ammaz­zato sei per­sone: odiava gli arabi e i musul­mani, che i Sikh non fos­sero né luno né laltro era irri­le­vante. Erano comun­que gente fuori posto nellAmerica bianca e cri­stiana, come sono fuori posto tutti i migranti, accam­pati sugli sco­gli di Ven­ti­mi­glia o attorno alle sta­zioni di Roma o di Milano (e la nostrana osses­sione della purezza si è inven­tata pure lemergenza scabbia).

Non è un gesto iso­lato non solo per­ché, come in tanti hanno ricor­dato, echeg­gia la strage di Bir­min­gham, Ala­bama, le quat­tro bam­bine uccise in chiesa da una bomba ter­ro­ri­sta bianca nel 1963, ma anche per­ché e anche que­sto fati­chiamo a ricor­dar­celo a metà anni 90 lAmerica fu segnata da unondata di incendi dolosi di chiese nere. E cè da doman­darsi che rela­zione esi­sta fra lossessione dello sporco e laggressione ripe­tuta al sacro.

Char­le­ston, dove è suc­cessa que­sta strage, è un posto un po spe­ciale. Al tempo della schia­vitù, il South Caro­lina era lunico stato in cui i neri fos­sero mag­gio­ranza. Fu qui che nel 1821 lex schiavo Den­mark Vesey e un gruppo di suoi com­pa­gni orga­niz­za­rono il più impor­tante ten­ta­tivo di rivolta della sto­ria della schia­vitù impor­tante non tanto per quello che fecero (furono sco­perti e uccisi prima di poter agire) quanto per quello che pen­sa­vano. Orien­tata verso il Sud, verso i Caraibi, Char­le­ston era «con­ta­mi­nata» dalle idee rivo­lu­zio­na­rie e di libe­ra­zione che arri­va­vano dallappena com­piuta rivo­lu­zione di Haiti.

Den­mark Vesey era stato in con­tatto con i mari­nai hai­tiani, cono­sceva il pen­siero della rivo­lu­zione fran­cese. Nella raf­fi­nata rea­zio­na­ria Char­le­ston, gli schiavi e gli ex schiavi erano i por­ta­tori delle idee di moder­nità e di libertà. Oggi, sta ai loro discen­denti sal­vare un senso di uma­nità di cui sem­pre più, ogni giorno, per­diamo le tracce.

ancora con destra e sinistra...;) Modificato da passaparola

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Definire razzista un popolo che ha come Presidente un uomo di colore democraticamente eletto è fuori da ogni logica.

 

I fatti di cronaca per quanto aberranti restano fatti di cronaca e non possono essere usati per avallare tesi che condannano un intero popolo.

Un po' come prendersela con una intera comunità di marocchini se un marocchino commette un omicidio.

 

p.s.

La mia critica non è rivolta al tuo post nello specifico ma è un discorso più generale per cose che sento da sempre in giro.

definire razzista in toto un popolo che è formato a sua volta da moltissimi afroamericani o latinoamericani non ha proprio senso. tuttavia...

 

Gli americani della Silicon Valley come li potremo definire?

L'America delle opportunità, la meta più ambita al mondo per chi cerca di rifarsi una vita o semplicemente dove poter valorizzare le proprie capacità, come la definiresti?

Come già detto altre volte non ho mai capito certi toni disfattisti e denigratori sugli Stati Uniti.

Avranno tanti difetti per carità, avranno le loro contraddizioni, ma sono sempre il paese numero uno e di riferimento dell'intero mondo democratico e sinceramente, utopie a parte, non vedo tra le altre superpotenze, alternative e modelli migliori.

il sogno americano è materiale da film, così come i film di guerra statunitensi in cui gli stessi americani vengono visti come vittime portatrici di pace sono una presa in giro. in quanto a democrazia mi tengo stretta la mia vecchia europa, anche se da quando il nostro sistema si sta trasformando in un regime esclusivamente capitalista non si sta più tanto bene nemmeno qui.

in ogni caso non mi sembra un modello democratico un paese in cui hai due settimane di ferie all'anno se ti va bene; non hai buoni malattia (diverse mie ex colleghe si sono fatte un mese di maternità... altre nemmeno quello); sono completamente succubi del commercio/consumo (prova a vietare la vendita di armi, a sostituire petrolio e suoi derivati con fonti alternative, etc.); un lavoro a persona spesso non è sufficiente; l'istruzione di base fa acqua da tutte le parti a meno che non si arrivi a centri come quello da te menzionato; moltissime città ruotano esclusivamente intorno ai propri centri commerciali (da diverse persone ho sentito che il loro "centro città" è il grande distributore di benzina, perché tutt'intorno è pieno di fastfood in cui la gente si ritrova); le persone vengono imbottite di propaganda nazionalista vuota e sterile; i loro standard vengono imposti a livello globale, al punto da sconvolgere l'intero ecosistema umano del pianeta; piazzano basi militare ovunque nel mondo "per proteggerci"; e così via... sono si un punto di riferimento per il cosiddetto mondo occidentale, ma lo sono per i suoi governanti e lo sono nostro malgrado.

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definire razzista in toto un popolo che è formato a sua volta da moltissimi afroamericani o latinoamericani non ha proprio senso. tuttavia...

 

il sogno americano è materiale da film, così come i film di guerra statunitensi in cui gli stessi americani vengono visti come vittime portatrici di pace sono una presa in giro. in quanto a democrazia mi tengo stretta la mia vecchia europa, anche se da quando il nostro sistema si sta trasformando in un regime esclusivamente capitalista non si sta più tanto bene nemmeno qui.

in ogni caso non mi sembra un modello democratico un paese in cui hai due settimane di ferie all'anno se ti va bene; non hai buoni malattia (diverse mie ex colleghe si sono fatte un mese di maternità... altre nemmeno quello); sono completamente succubi del commercio/consumo (prova a vietare la vendita di armi, a sostituire petrolio e suoi derivati con fonti alternative, etc.); un lavoro a persona spesso non è sufficiente; l'istruzione di base fa acqua da tutte le parti a meno che non si arrivi a centri come quello da te menzionato; moltissime città ruotano esclusivamente intorno ai propri centri commerciali (da diverse persone ho sentito che il loro "centro città" è il grande distributore di benzina, perché tutt'intorno è pieno di fastfood in cui la gente si ritrova); le persone vengono imbottite di propaganda nazionalista vuota e sterile; i loro standard vengono imposti a livello globale, al punto da sconvolgere l'intero ecosistema umano del pianeta; piazzano basi militare ovunque nel mondo "per proteggerci"; e così via... sono si un punto di riferimento per il cosiddetto mondo occidentale, ma lo sono per i suoi governanti e lo sono nostro malgrado.

 

 

tra l'altro, definire "portatori di pace" e "liberatori" quelli dell' "arsenale della democrazia" che hanno sganciato due bombe atomiche su due città popolate da CIVILI (e altre bombe incendiare su tokyo e su altri ordigni più tradizionali su altre come la nostra) mi pare estremo per quanto si possa dire di quanto sia servito per terminare la guerra. a distanza di 70 anni si può definire una bella porcata. anche se l'altra fazione sia definita come il "MALE", non puoi certo definire come "BENE" chi ha commesso certe cose. ci sono criminali di guerra nel mondo che sono stati condannati e definiti come tali per molto meno.

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bisogna andare agli inizi, di chi ha deciso che il mondo fosse diviso in due superpotenze a discapito del resto mondo posto sotto l'ombrello nucleare, il gesto di un ragazzo disturbato ma guardiamoci anche in casa con la criminalità organizzata che la fa da padrona.

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bisogna andare agli inizi, di chi ha deciso che il mondo fosse diviso in due superpotenze a discapito del resto mondo posto sotto l'ombrello nucleare, il gesto di un ragazzo disturbato ma guardiamoci anche in casa con la criminalità organizzata che la fa da padrona.

Non è che lo ha deciso qualcuno in particolare: pare che le due superpotenze fossero le principali artefici della sconfitta del nazifascismo in Europa e non solo durante la II guerra mondiale...

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