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Ebola un altro affare?

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21 minuti fa, ruber-viridis draco ha scritto:

Francamente non capisco perchè tu pensi che io voglia giustificarli dicendo che ci vogliono dei mesi.

Guarda che non è che mi devi spiegare che testano solo a campione eh. Non sono così mongoloide da pensare che devono testare tutte le mascherine, come la barzelletta dei fiammiferi "questo funziona, questo non funziona". :D

Ma se tutti dicono che una certificazione con tutti i crismi, così come prevista dalla legge, richiede dei mesi che volemo fa? Tu dici che non è vero, ne prendiamo atto.
Comunque ti invito a rileggere quello che riporta il Corriere:
È richiesta l’autocertificazione del produttore, ma secondo quale criterio? In Germania l’autorità sanitaria ha disposto un protocollo semplificato da seguire. In Italia quaranta produttori si sono rivolti a Italcert e società che testano i materiali per avere indicazioni, le quali hanno definito una procedura semplificata e inviata all’Inail e all’Istituto superiore di Sanità (Iss). Tempo previsto per la risposta: tre giorni.

Inail l’ha subito bocciata: occorre seguire la procedura standard (che richiede qualche mese); l’Iss dopo 10 giorni ancora non si pronuncia.
Torniamo sempre alla necessità del decreto, non si scappa. Perchè l'INAIL l'ha bocciata? Perchè essendo la procedura di ITALCERT semplificata, l'INAIL, nelle persone dei suoi funzionari, perchè poi gli enti sono fatti di persone, per salvarsi il culo, la bocciano perchè non rispondente alle specifiche standard. E' tanto semplice! Tutto il mondo della burocrazia è così. E' il continuo tentativo di salvarsi il culo. Forse sui tubi sei più esperto di me ma sui salvaculi ne sò qualcosa di più io. :D
Comunque il punto è un altro, anche se fosse che ci vogliono dei mesi, si fa come hanno fatto in Germania, si bypassa la procedura standard e si va in deroga.
Ma questo se non lo fa la politica, gli enti non lo faranno mai.

Aggiungo un'altra considerazione. Il pirla che ha ideato quel decreto (il n°18) come fa a non sapere che la burocrazia è un muro di gomma? Dove cazzaccio vive?
Il passaggio esilarante è il seguente: "L’INAIL, nel termine di 3 giorni dalla ricezione di quanto indicato nel presente comma, si pronuncia circa la rispondenza dei dispositivi di protezione individuale alle norme vigenti"

Chiunque ha una minima conoscenza di come funzionano questi carrozzoni, sa bene che un simile passaggio equivale a dire che la risposta sarà sempre negativa.

Pensiero del burocrate: "che? io ci devo mettere il mio culo e certificare la rispondenza di un dispositivo in assenza della procedura standard di qualificazione? Mafattedanculo!"

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Purtroppo quelli di oggi non gli allacciano neanche le scarpe a quelli di ieri, di qualsiasi colore si parli. 

 

Rischieremmo una diretta su Facebook 

Modificato da INIGNUTTIBBILE

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Ma noi preferiamo andare in proroga (delle misure di contenimento) 
Anche su questo qualcosa Locatelli ha detto. Se ricordo bene due aziende hanno avuto il via libera a produrre. Non ho capito bene se questa autorizzazione riguarda solo quelle che devono avere il marchio CE (uso professionale, diciamo così).

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4 minuti fa, polentaccio ha scritto:
18 minuti fa, INIGNUTTIBBILE ha scritto:
Ma noi preferiamo andare in proroga (delle misure di contenimento) 

Anche su questo qualcosa Locatelli ha detto. Se ricordo bene due aziende hanno avuto il via libera a produrre. Non ho capito bene se questa autorizzazione riguarda solo quelle che devono avere il marchio CE (uso professionale, diciamo così).

Si, a me attualmente ne risultano 50 autorizzate, ma molte altre ferme in attesa (800)

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43 minuti fa, ruber-viridis draco ha scritto:

Francamente non capisco perchè tu pensi che io voglia giustificarli dicendo che ci vogliono dei mesi.

Guarda che non è che mi devi spiegare che testano solo a campione eh. Non sono così mongoloide da pensare che devono testare tutte le mascherine, come la barzelletta dei fiammiferi "questo funziona, questo non funziona". :D

Ma se tutti dicono che una certificazione con tutti i crismi, così come prevista dalla legge, richiede dei mesi che volemo fa? Tu dici che non è vero, ne prendiamo atto.
Comunque ti invito a rileggere quello che riporta il Corriere:
È richiesta l’autocertificazione del produttore, ma secondo quale criterio? In Germania l’autorità sanitaria ha disposto un protocollo semplificato da seguire. In Italia quaranta produttori si sono rivolti a Italcert e società che testano i materiali per avere indicazioni, le quali hanno definito una procedura semplificata e inviata all’Inail e all’Istituto superiore di Sanità (Iss). Tempo previsto per la risposta: tre giorni.

Inail l’ha subito bocciata: occorre seguire la procedura standard (che richiede qualche mese); l’Iss dopo 10 giorni ancora non si pronuncia.
Torniamo sempre alla necessità del decreto, non si scappa. Perchè l'INAIL l'ha bocciata? Perchè essendo la procedura di ITALCERT semplificata, l'INAIL, nelle persone dei suoi funzionari, perchè poi gli enti sono fatti di persone, per salvarsi il culo, la bocciano perchè non rispondente alle specifiche standard. E' tanto semplice! Tutto il mondo della burocrazia è così. E' il continuo tentativo di salvarsi il culo. Forse sui tubi sei più esperto di me ma sui salvaculi ne sò qualcosa di più io. :D
Comunque il punto è un altro, anche se fosse che ci vogliono dei mesi, si fa come hanno fatto in Germania, si bypassa la procedura standard e si va in deroga.
Ma questo se non lo fa la politica, gli enti non lo faranno mai.

 

17 minuti fa, ruber-viridis draco ha scritto:

Aggiungo un'altra considerazione. Il pirla che ha ideato quel decreto (il n°18) come fa a non sapere che la burocrazia è un muro di gomma? Dove cazzaccio vive?
Il passaggio esilarante è il seguente: "L’INAIL, nel termine di 3 giorni dalla ricezione di quanto indicato nel presente comma, si pronuncia circa la rispondenza dei dispositivi di protezione individuale alle norme vigenti"

Chiunque ha una minima conoscenza di come funzionano questi carrozzoni, sa bene che un simile passaggio equivale a dire che la risposta sarà sempre negativa.

Pensiero del burocrate: "che? io ci devo mettere il mio culo e certificare la rispondenza di un dispositivo in assenza della procedura standard di qualificazione? Mafattedanculo!"

Non ce l'ho con te, ma il mio discorso è semplice,

 

1) le specifiche di realizzazione ci sono e sono chiare,

2) a verificare i manufatti non servono ne settimane ne giorni,

3) il burocrate alla fine è un dipendente dello stato, se ostacola le cose in tempo di crisi paragonabile a quello di guerra, va rimosso a calci in culo senza liquidazione e possibilmente senza stipendio, perché se vede che lo ha rubato, 

4) hai ragione è la politica che deve intervenire, si dichiara lo stato di guerra, entra in vigore la legge marziale, ed il burocrate che se mette di traverso lo si passa per le armi, punto.

 

Qualsiasi altro ragionamento in questo periodo è solo capzioso.

 

Anche perché a sentire tutti gli intervistati oggi da REPORT, siano essi infermieri, medici, operatori del 118, hanno detto chiaro e tondo una cosa, SONO STATI MADATI ALLO SBARGALIO SENZA I PRESIDI SANITARI ADATTI, e tu burocrate te permetti de di "io non ce metto la firma" ??  Ma io te fucilo seduta stante non solo faccio come in Cina te prelevo gli organi e li do a chi ne ha bisogno.

Modificato da torquemada

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2 ore fa, NINNI ha scritto:

1585988627337.rainews_20200404102256590.napoli-mercatini-1200-1050x551.jpggente+in+giro.PNG

 

Do' cazzo annamo..? :(


se è Napoli pare che de magistris abbia detto che il problema è che le strade so strette .... ma potrebbe essere fake 

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2 ore fa, A Sotto ha scritto:

Inizio ad essere dell’idea che solo un vaccino puo’ salvare tutto questo

Forse fra un paio d'anni.....

 

E tutto questo per un Pangolino arrosto.

Modificato da torquemada

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1 ora fa, INIGNUTTIBBILE ha scritto:

Ma noi preferiamo andare in proroga (delle misure di contenimento) 

 

1 ora fa, ruber-viridis draco ha scritto:

Perchè è uno Stato che ormai è andato nel pallone. E da molto tempo. Ci vorrebbe una nuova costituente.


perché è uno stato che improvvisa, non essendo capace di pianificare. Non a caso per anni abbiamo avuto la migliore protezione civile 

le procedure di emergenza devono essere pronte e snelle PRIMA che  servano, no durante 

  • Voto Positivo 1

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14 minuti fa, Razzotico ha scritto:


chissà i no vax come se pongono 

aspettano che ce vaccinamo tutti, poi ci fanno il dito medio

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20 minuti fa, torquemada ha scritto:

 

Non ce l'ho con te, ma il mio discorso è semplice,

 

1) le specifiche di realizzazione ci sono e sono chiare,

2) a verificare i manufatti non servono ne settimane ne giorni,

3) il burocrate alla fine è un dipendente dello stato, se ostacola le cose in tempo di crisi paragonabile a quello di guerra, va rimosso a calci in culo senza liquidazione e possibilmente senza stipendio, perché se vede che lo ha rubato, 

4) hai ragione è la politica che deve intervenire, si dichiara lo stato di guerra, entra in vigore la legge marziale, ed il burocrate che se mette di traverso lo si passa per le armi, punto.

 

Qualsiasi altro ragionamento in questo periodo è solo capzioso.

 

Anche perché a sentire tutti gli intervistati oggi da REPORT, siano essi infermieri, medici, operatori del 118, hanno detto chiaro e tondo una cosa, SONO STATI MADATI ALLO SBARGALIO SENZA I PRESIDI SANITARI ADATTI, e tu burocrate te permetti de di "io non ce metto la firma" ??  Ma io te fucilo seduta stante non solo faccio come in Cina te prelevo gli organi e li do a chi ne ha bisogno.

Ti vedo abbastanza deciso. 😂

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2 minuti fa, Razzotico ha scritto:


pero delicatissimo

Dicono che è tutta colpa di un Pangolino.................dicono. 😎😁

Modificato da torquemada

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4 minuti fa, ruber-viridis draco ha scritto:

Ti vedo abbastanza deciso. 😂

"non c'è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo" (cit. Bud Spencer) 😁

 

 

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18 minuti fa, Nambo ha scritto:

Ok, a questo punto, se nessuno dei nostri politici chiama alla rivolta, comincio a lucidare i fucili da caccia di mio padre. Era l'ultima opzione ma mi pare che gli avvenimenti si stiano accavallando con una velocità imprevista.

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Io non do un soldo di fiducia a chi ci governa (mamagari in questo caso hanno capito che dovevano affidarsi a degli esperti (e ci voleva poco)), pertanto facciamoci una domanda:

e se avessero capito (saputo) che prima di poter trovare un vaccino ci vorrà del tempo e conseguenzialmente prima di poter ripartire i tempi diventavano troppo lunghi e perciò avessero trovato una forma di comunicazione "inversa" per far sì che, vista la riduzione (o stabilizzazione) dei casi e visto il modo di ragionare di molti italiani, facendo passare certi messaggi man mano qualche  coglione sarebbe cominciato ad uscire e ad infettarsi per arrivare così in maniera graduale ad una immunità di gregge?

Lo sò, probabilmente devo guardare di meno certe serie tv e non approffittare del fatto di stare a casa per bere vino a qualsiasi ora 😅

 

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8 minuti fa, ruber-viridis draco ha scritto:

Ok, a questo punto, se nessuno dei nostri politici chiama alla rivolta, comincio a lucidare i fucili da caccia di mio padre. Era l'ultima opzione ma mi pare che gli avvenimenti si stiano accavallando con una velocità imprevista.

Ma non avevo la minima fiducia e speranza che non si calassero le braghe.

Semplicemente non lavorano per gli italiani.

Continuassero a dire,state a casa,nessuno rimarrà indietro....a me tra una settimana non me ne frega più un cazzo,tornerò a fa la mia vita anche senza lavora.

  • Voto Positivo 1

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7 minuti fa, ruber-viridis draco ha scritto:

Ok, a questo punto, se nessuno dei nostri politici chiama alla rivolta, comincio a lucidare i fucili da caccia di mio padre. Era l'ultima opzione ma mi pare che gli avvenimenti si stiano accavallando con una velocità imprevista.

Considerato che abbiamo Paolo Gentiloni, ex Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana ed ora commissario europeo per l'Economia una soluzione la troveremo, no?

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2 minuti fa, Nambo ha scritto:

Ma non avevo la minima fiducia e speranza che non si calassero le braghe.

Semplicemente non lavorano per gli italiani.

Continuassero a dire,state a casa,nessuno rimarrà indietro....a me tra una settimana non me ne frega più un cazzo,tornerò a fa la mia vita anche senza lavora.

Credo che non sarai il solo 

  • Voto Positivo 2

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2 minuti fa, Crikke ha scritto:

Considerato che abbiamo Paolo Gentiloni, ex Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana ed ora commissario europeo per l'Economia una soluzione la troveremo, no?

Si,il mes con un bel memorandum

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5 minuti fa, ruber-viridis draco ha scritto:

Fra l'altro come ben spiegato dal Sole24ore il MES poco condizionato è una bufala. Non può esistere un MES siffatto.

Esatto...

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10 minuti fa, ruber-viridis draco ha scritto:

Fra l'altro come ben spiegato dal Sole24ore il MES poco condizionato è una bufala. Non può esistere un MES siffatto.

Magari gli cambieranno solo il nome...

Sta andando nello stessa direzione,come 5 anni fa la Grecia

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1 ora fa, Nambo ha scritto:

Ma non avevo la minima fiducia e speranza che non si calassero le braghe.

Semplicemente non lavorano per gli italiani.

Continuassero a dire,state a casa,nessuno rimarrà indietro....a me tra una settimana non me ne frega più un cazzo,tornerò a fa la mia vita anche senza lavora.

 

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Francamente capisco poco di economia, specie se internazionale, ma che la strada proposta dall'europa sia tutto fuorché solidale agli stati che stanno soffrendo più questa situazione, come noi, mi pare evidente. 

Quella che non mi pare così evidente è la suspina accettazione della proposta europea da parte di Conte, che per inciso, non mi è affatto simpatico. 

 

Ho letto la sua risposta alla presidenza  UE e non mi è dispiaciuta. Mi pare che chieda tutt'altre misure. I toni, per ora, credo debbano essere questi. Salvo poi far vedere di avere le palle se la situazione non cambia e arrivare a disconoscere i trattati ed uscire da un'europa che si muove così. 

 

Le avrà queste palle? 

Me dubito fortemente.. 

Credo molto dipenderà da come si comporteranno altri stati, soprattutto la Francia che è a metà del guado. 

 

Ripeto, a me questa lettera è piaciuta. 

La incollo in calce per chi volesse leggerla. 

Chiedo a chi legge questi fatti con più chiarezza, lumi su come vada affrontata diversamente la situazione da parte di chi ci rappresenta. 

 

Conte risponde a Von der Leyen: "Cara Ursula, sento idee non degne dell'Europa"

Cara Ursula,
ho apprezzato il sentimento di vicinanza e condivisione che ha ispirato le parole con cui ieri, dalle pagine di questo giornale, ti sei rivolta alla nostra comunità nazionale e, in particolare, al nostro personale sanitario, che, con grande sacrificio e responsabilità, è severamente impegnato nel fronteggiare questa emergenza. Le tue parole sono la prova che la determinazione degli italiani ha scosso le coscienze di tutti, travalicando i confini nazionali e ponendo la riflessione oggi più urgente: cosa è disposta a fare l'Europa non per l'Italia, ma per se stessa.
 


In questi giorni ho ricordato spesso come l'emergenza che stiamo vivendo richieda una risposta straordinaria, poiché la natura e le caratteristiche della crisi in corso sono tali da mettere a repentaglio l'esistenza stessa della casa comune europea. Non abbiamo scelta, la sfida è questa: siamo chiamati a compiere un salto di qualità che ci qualifichi come "unione" da un punto di vista politico e sociale, prima ancora che economico. 


L'Italia sa che la ricetta per reggere questa sfida epocale non può essere affidata ai soli manuali di economia. Deve essere la solidarietà l'inchiostro con cui scrivere questa pagina di storia: la storia di Paesi che stanno contraendo debiti per difendersi da un male di cui non hanno colpa, pur di proteggere le proprie comunità, salvaguardando le vite dei suoi membri, soprattutto dei più fragili, e pur di preservare il proprio tessuto economico-sociale.
La solidarietà europea, come hai tu stessa ricordato, nei primi giorni di questa crisi non si è avvertita e ora non c'è altro tempo da perdere.

Accogliamo con favore la proposta della Commissione europea di sostenere, attraverso il piano "Sure" da 100 miliardi di euro, i costi che i governi nazionali affronteranno per finanziare il reddito di quanti si trovano temporaneamente senza lavoro in questa fase difficile. È una iniziativa positiva, poiché consentirebbe di emettere obbligazioni europee per un importo massimo di 100 miliardi di euro, a fronte di garanzie statali intorno ai 25 miliardi di euro.

Ma le risorse necessarie per sostenere i nostri sistemi sanitari, per garantire liquidità in tempi brevi a centinaia di migliaia di piccole e medie imprese, per mettere in sicurezza l'occupazione e i redditi dei lavoratori autonomi, sono molte di più. E questo non vale certo solo per l'Italia. Per questo occorre andare oltre.
Altri player internazionali, come gli Stati Uniti, stanno mettendo in campo uno sforzo fiscale senza precedenti e non possiamo permetterci, come italiani e come europei, di perdere non soltanto la sfida della ricostruzione delle nostre economie, ma anche quella della competizione globale.

Quando si combatte una guerra, è obbligatorio sostenere tutti gli sforzi necessari per vincere e dotarsi di tutti gli strumenti che servono per avviare la ricostruzione.
A questo proposito, nei giorni scorsi ho lanciato la proposta di un'European Recovery and Reinvestment Plan. Si tratta di un progetto coraggioso e ambizioso che richiede un supporto finanziario condiviso e, pertanto, ha bisogno di strumenti innovativi come gli European Recovery Bond: dei titoli di Stato europei che siano utili a finanziare gli sforzi straordinari che l'Europa dovrà mettere in campo per ricostruire il suo tessuto sociale ed economico. Come ho già chiarito, questi titoli non sono in alcun modo volti a condividere il debito che ognuno dei nostri Paesi ha ereditato dal passato, e nemmeno a far sì che i cittadini di alcuni Paesi abbiano a pagare anche un solo euro per il debito futuro di altri.

Si tratta - piuttosto - di sfruttare a pieno la vera "potenza di fuoco" della famiglia europea, di cui tutti noi siamo parte, per dare vita a un grande programma comune e condiviso di sostegno e di rilancio della nostra economia, e per assicurare un futuro degno alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori, e a tutti i nostri figli.
Al termine dell'ultimo Consiglio europeo dello scorso 26 marzo, ci siamo dati due settimane di tempo per raccogliere questa sfida. Purtroppo, alcune anticipazioni dei lavori tecnici che ho potuto visionare non sembrano affatto all'altezza del compito che la storia ci ha assegnato.

Si continua a insistere nel ricorso a strumenti che appaiono totalmente inadeguati rispetto agli scopi che dobbiamo perseguire, considerato che siamo di fronte a uno shock epocale a carattere simmetrico, che non dipende dai comportamenti di singoli Stati.
È il momento di mostrare più ambizione, più unità e più coraggio. Di fronte a una tempesta come quella del Covid-19 che riguarda tutti, non serve un salvagente per l'Italia: serve una scialuppa di salvataggio solida, europea, che conduca i nostri Paesi uniti al riparo. Non chiediamo a nessuno di remare per noi, perché abbiamo braccia forti.

"Le decisioni che prendiamo oggi verranno ricordate per anni. Daranno forma all'Europa di domani", hai scritto ieri nel tuo intervento. Sono pienamente d'accordo. Il 2020 sarà una data spartiacque nella storia dell'Unione europea. Ciascun attore istituzionale sarà chiamato a rispondere, anche ai posteri, delle proprie posizioni e del proprio operato. Solo se avremo coraggio, solo se guarderemo davvero il futuro con gli occhi della solidarietà e non col filtro degli egoismi, potremo ricordare il 2020 non come l'anno del fallimento del sogno europeo ma della sua rinascita.

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17 minuti fa, INIGNUTTIBBILE ha scritto:

Francamente capisco poco di economia, specie se internazionale, ma che la strada proposta dall'europa sia tutto fuorché solidale agli stati che stanno soffrendo più questa situazione, come noi, mi pare evidente. 

Quella che non mi pare così evidente è la suspina accettazione della proposta europea da parte di Conte, che per inciso, non mi è affatto simpatico. 

 

Ho letto la sua risposta alla presidenza  UE e non mi è dispiaciuta. Mi pare che chieda tutt'altre misure. I toni, per ora, credo debbano essere questi. Salvo poi far vedere di avere le palle se la situazione non cambia e arrivare a disconoscere i trattati ed uscire da un'europa che si muove così. 

 

Le avrà queste palle? 

Me dubito fortemente.. 

Credo molto dipenderà da come si comporteranno altri stati, soprattutto la Francia che è a metà del guado. 

 

Ripeto, a me questa lettera è piaciuta. 

La incollo in calce per chi volesse leggerla. 

Chiedo a chi legge questi fatti con più chiarezza, lumi su come vada affrontata diversamente la situazione da parte di chi ci rappresenta. 

 

Conte risponde a Von der Leyen: "Cara Ursula, sento idee non degne dell'Europa"

Cara Ursula,
ho apprezzato il sentimento di vicinanza e condivisione che ha ispirato le parole con cui ieri, dalle pagine di questo giornale, ti sei rivolta alla nostra comunità nazionale e, in particolare, al nostro personale sanitario, che, con grande sacrificio e responsabilità, è severamente impegnato nel fronteggiare questa emergenza. Le tue parole sono la prova che la determinazione degli italiani ha scosso le coscienze di tutti, travalicando i confini nazionali e ponendo la riflessione oggi più urgente: cosa è disposta a fare l'Europa non per l'Italia, ma per se stessa.
 


In questi giorni ho ricordato spesso come l'emergenza che stiamo vivendo richieda una risposta straordinaria, poiché la natura e le caratteristiche della crisi in corso sono tali da mettere a repentaglio l'esistenza stessa della casa comune europea. Non abbiamo scelta, la sfida è questa: siamo chiamati a compiere un salto di qualità che ci qualifichi come "unione" da un punto di vista politico e sociale, prima ancora che economico. 


L'Italia sa che la ricetta per reggere questa sfida epocale non può essere affidata ai soli manuali di economia. Deve essere la solidarietà l'inchiostro con cui scrivere questa pagina di storia: la storia di Paesi che stanno contraendo debiti per difendersi da un male di cui non hanno colpa, pur di proteggere le proprie comunità, salvaguardando le vite dei suoi membri, soprattutto dei più fragili, e pur di preservare il proprio tessuto economico-sociale.
La solidarietà europea, come hai tu stessa ricordato, nei primi giorni di questa crisi non si è avvertita e ora non c'è altro tempo da perdere.

Accogliamo con favore la proposta della Commissione europea di sostenere, attraverso il piano "Sure" da 100 miliardi di euro, i costi che i governi nazionali affronteranno per finanziare il reddito di quanti si trovano temporaneamente senza lavoro in questa fase difficile. È una iniziativa positiva, poiché consentirebbe di emettere obbligazioni europee per un importo massimo di 100 miliardi di euro, a fronte di garanzie statali intorno ai 25 miliardi di euro.

Ma le risorse necessarie per sostenere i nostri sistemi sanitari, per garantire liquidità in tempi brevi a centinaia di migliaia di piccole e medie imprese, per mettere in sicurezza l'occupazione e i redditi dei lavoratori autonomi, sono molte di più. E questo non vale certo solo per l'Italia. Per questo occorre andare oltre.
Altri player internazionali, come gli Stati Uniti, stanno mettendo in campo uno sforzo fiscale senza precedenti e non possiamo permetterci, come italiani e come europei, di perdere non soltanto la sfida della ricostruzione delle nostre economie, ma anche quella della competizione globale.

Quando si combatte una guerra, è obbligatorio sostenere tutti gli sforzi necessari per vincere e dotarsi di tutti gli strumenti che servono per avviare la ricostruzione.
A questo proposito, nei giorni scorsi ho lanciato la proposta di un'European Recovery and Reinvestment Plan. Si tratta di un progetto coraggioso e ambizioso che richiede un supporto finanziario condiviso e, pertanto, ha bisogno di strumenti innovativi come gli European Recovery Bond: dei titoli di Stato europei che siano utili a finanziare gli sforzi straordinari che l'Europa dovrà mettere in campo per ricostruire il suo tessuto sociale ed economico. Come ho già chiarito, questi titoli non sono in alcun modo volti a condividere il debito che ognuno dei nostri Paesi ha ereditato dal passato, e nemmeno a far sì che i cittadini di alcuni Paesi abbiano a pagare anche un solo euro per il debito futuro di altri.

Si tratta - piuttosto - di sfruttare a pieno la vera "potenza di fuoco" della famiglia europea, di cui tutti noi siamo parte, per dare vita a un grande programma comune e condiviso di sostegno e di rilancio della nostra economia, e per assicurare un futuro degno alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori, e a tutti i nostri figli.
Al termine dell'ultimo Consiglio europeo dello scorso 26 marzo, ci siamo dati due settimane di tempo per raccogliere questa sfida. Purtroppo, alcune anticipazioni dei lavori tecnici che ho potuto visionare non sembrano affatto all'altezza del compito che la storia ci ha assegnato.

Si continua a insistere nel ricorso a strumenti che appaiono totalmente inadeguati rispetto agli scopi che dobbiamo perseguire, considerato che siamo di fronte a uno shock epocale a carattere simmetrico, che non dipende dai comportamenti di singoli Stati.
È il momento di mostrare più ambizione, più unità e più coraggio. Di fronte a una tempesta come quella del Covid-19 che riguarda tutti, non serve un salvagente per l'Italia: serve una scialuppa di salvataggio solida, europea, che conduca i nostri Paesi uniti al riparo. Non chiediamo a nessuno di remare per noi, perché abbiamo braccia forti.

"Le decisioni che prendiamo oggi verranno ricordate per anni. Daranno forma all'Europa di domani", hai scritto ieri nel tuo intervento. Sono pienamente d'accordo. Il 2020 sarà una data spartiacque nella storia dell'Unione europea. Ciascun attore istituzionale sarà chiamato a rispondere, anche ai posteri, delle proprie posizioni e del proprio operato. Solo se avremo coraggio, solo se guarderemo davvero il futuro con gli occhi della solidarietà e non col filtro degli egoismi, potremo ricordare il 2020 non come l'anno del fallimento del sogno europeo ma della sua rinascita.

La lettera sarebbe anche carina, ma come sappiamo bene tutti, la politica è avere l'autorevolezza per imporre il proprio pensiero o come succede quando ci si confronta coi tedeschi è avere il coraggio di arrivare fino in fondo. Se no il resto è fuffa. 

Mi arrivano notizie sul fatto che il 7 ci verrà imposto il MES, ovvero il futuro nostro e dei nostri figli, sarà irrimediabilmente ipotecato. Se così sarà vedremo anche di che pasta siamo fatti come popolo. 

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2 ore fa, INIGNUTTIBBILE ha scritto:

Francamente capisco poco di economia, specie se internazionale, ma che la strada proposta dall'europa sia tutto fuorché solidale agli stati che stanno soffrendo più questa situazione, come noi, mi pare evidente. 

Quella che non mi pare così evidente è la suspina accettazione della proposta europea da parte di Conte, che per inciso, non mi è affatto simpatico. 

 

Ho letto la sua risposta alla presidenza  UE e non mi è dispiaciuta. Mi pare che chieda tutt'altre misure. I toni, per ora, credo debbano essere questi. Salvo poi far vedere di avere le palle se la situazione non cambia e arrivare a disconoscere i trattati ed uscire da un'europa che si muove così. 

 

Le avrà queste palle? 

Me dubito fortemente.. 

Credo molto dipenderà da come si comporteranno altri stati, soprattutto la Francia che è a metà del guado. 

 

Ripeto, a me questa lettera è piaciuta. 

La incollo in calce per chi volesse leggerla. 

Chiedo a chi legge questi fatti con più chiarezza, lumi su come vada affrontata diversamente la situazione da parte di chi ci rappresenta. 

 

Conte risponde a Von der Leyen: "Cara Ursula, sento idee non degne dell'Europa"

Cara Ursula,
ho apprezzato (...)potremo ricordare il 2020 non come l'anno del fallimento del sogno europeo ma della sua rinascita.

non so se la merkel cede, ma senza dubbio fa bene conte ad insistere perché i suoi messaggi arrivano eccome. ieri perfino la più nota trasmissione satirica tedesca ha avuto una presa di posizione netta ed ha mandato un messaggio chiaro. il conduttore ha sottolineato la richiesta dei coronabond da parte di italia e spagna perché sono i paesi più in difficoltà al momento ed ha criticato la scelta di non concederli, perché se è vero che aumenterebbero gli interessi per la germania e si arriverebbe probabilmente all'inflazione, se i paesi ricchi non aiutano i paesi poveri l'unione europea perderebbe di senso proprio perché è nata anche per venirsi incontro e per ridurre certe differenze.

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Parr di guardare la partita delle fere. Quei quattro stronzi del forum, non addetti ai lavori, l'avevano vista giusta di nuovo.

 

https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2020/04/04/news/l_urgenza_delle_mascherine-253156787/?ref=RHPPTP-BH-I252597018-C12-P1-S2.4-T1

 

a poco meno di un mese dalla chiusura del Paese e a più di due dall’inizio dell’emergenza, quello che appare a tutti gli effetti il problema cruciale di questa crisi è lontano dall’essere risolto. Basti pensare che nell’ultima settimana (28 marzo — 3 aprile) la distribuzione di materiale alle regioni è calata di tre milioni di pezzi rispetto alla settimana precedente e quella dei tamponi per la diagnosi del Covid-19 della metà.

Un dato impietoso che si scontra contro l’ostentata soddisfazione del commissario per i tempi (16 giorni) intercorsi tra la promulgazione del Cura Italia (17 marzo) e i primi investimenti (2 aprile): «È bello — ha detto — sapere che quando vogliamo siamo un Paese normale». A leggerla bene, però, la soddisfazione di Arcuri per la “normalità italiana” sembra suggerire qualcos’altro. E cioè la vera origine della lentezza con cui il Paese sta affrontando il tema. Il commissario e, va detto, prima di lui il capo della protezione civile Angelo Borrelli hanno infatti scelto principalmente modalità ordinarie, e quindi normali — come la gara Consip per gli acquisti dall’estero, o il sistema autorizzativo Iss/Inail per la riconversione industriale — per fare fronte a una situazione di natura straordinaria.

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7 ore fa, ruber-viridis draco ha scritto:

Se così sarà vedremo anche di che pasta siamo fatti come popolo. 

Non ho la benché minima fiducia sul popolo italiano, ma proprio nessuna, zero. Felice di essere smentito, ma già che abbiamo tutti accettato supinamente l’umiliazione INPS in questi giorni per l’elemosina fatta che cosa dovrei aspettarmi dagli italiani a parte i video che che mostrano quanto è bella l’Italia, quanto ce la invidiano tutti ed i discorsi di Oscar Farinetti... 

Modificato da FURIOUS
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