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RUGBY DI ALTO LIVELLO - TOPIC UNICO

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Il 6/2/2021 Alle 22:02, CAPPUCCINO KID ha scritto:

E con oggi 28 sconfitte consecutive al 6 nazioni

Ma in federazione non si vergognano un po?

Tornare al 5 nazioni credo sia la cosa giusta da fare

Mah... Certo così non si va da nessuna parte. Concordo con l'idea di uno spareggio tra l'ultima del Sei Nazioni e la vincitrice della Coppa Europa. 

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Il 6/2/2021 Alle 22:02, CAPPUCCINO KID ha scritto:

E con oggi 28 sconfitte consecutive al 6 nazioni

Ma in federazione non si vergognano un po?

Tornare al 5 nazioni credo sia la cosa giusta da fare

Non sono solo le sconfitte, ma come arrivano .... Sei in partita 20'....il resto è noia

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1 ora fa, chetestraceki ha scritto:

Non sono solo le sconfitte, ma come arrivano .... Sei in partita 20'....il resto è noia

del resto, se restassi in partita più a lungo, qualcuna prima o poi la vinceresti.

come avevo preannunciato, ho visto solo una decina di minuti....ho acceso sul 3-7 e ho cambiato canale sul 3-15, subito dopo la meta e prima della trasformazione.

e poi, sinceramente, mi sono dimenticato che stavamo giocando e persino del Sei Nazioni....me ne sono ricordato oggi vedendo questo topic...

Modificato da altoforno

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54 minuti fa, altoforno ha scritto:

del resto, se restassi in partita più a lungo, qualcuna prima o poi la vinceresti.

come avevo preannunciato, ho visto solo una decina di minuti....ho acceso sul 3-7 e ho cambiato canale sul 3-15, subito dopo la meta e prima della trasformazione.

e poi, sinceramente, mi sono dimenticato che stavamo giocando e persino del Sei Nazioni....me ne sono ricordato oggi vedendo questo topic...

Si anche io ormai tendo a dimenticarmi....di solito mi vedevo anche la gare degli avversari...ora magari mi vedo solo quelle decisive....il rugby mi piace molto ma purtroppo è ancora uno sport tanto imbalsamato nelle manifestazioni....dato anche il notevole dislivello tra le squadre...

Io continuo a dire che un torneo intermedio sarebbe avvincente ... 

Italia, Giappone, Fiji, Tonga, Samoa, Georgia, Uruguay, USA, Canadá, Russia, Romania, Namibia, qualche qualificata magari per dare opportunità e pepe...

 

Torneo Livello 1: 4 Nazioni, 5 Nazioni 

Torneo Livello 2: "12-14 Nazioni"

 

Torneino tra le 3 vincenti dei tornei sopra

 

Torneo Livello 3: Coppa Europea, Asiatica, Coppa Africana, Coppa America (magari qualificando le vincenti al torneo di livello 2)

 

Con le solite formule il rugby come coinvolgimento e miglioramento di altre squadre non cresce...

 

 

 

 

Modificato da chetestraceki

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Il 20/3/2017 Alle 10:44, altoforno ha scritto:

Quest'anno più che il cucchiaio di legno abbiamo fatto l'intero servizio di posate, O'Shea sarà anche bravo ma alla fine i risultati sono peggio di Brunel, almeno finora.

Ora ci saranno a giugno i test match nell'altro Emisfero, ma ci penseremo più avanti.

Voglio pensare solo a questo Sei Nazioni: diciamo che è stato interlocutorio...O'Shea ha iniziato a seminare, ha detto che i risultati saranno alterni ma alla fine arriveremo a competere per vincere il Torneo.

Sono un po' perplesso, perché cose simili le aveva dette anche Brunel, e probabilmente anche altri prima di lui (Mallett no....lui è rimasto famoso per il geniale "Italiani no buoni a rugby"....quanto c'aveva ragione il buon Nick :sigh: ).

Mi autocito 😂 perché io, che non capisco nulla di rugby e ormai fatico anche a vedere le partite perché, oggettivamente, l'Italia è inguardabile, nel 2017 dicevo più o meno le stesse cose che oggi dice Vittorio Munari, che a mio parere è il più competente di rugby in Italia:

Recentemente il CT della nazionale maggiore Franco Smith dice che ci vorranno otto anni per essere al livello delle altre grandi. “Forse è addirittura ottimista. Ma il punto è un altro: 8 anni fa qualcuno ci disse che saremo entrati presto tra le primo 8 al mondo. Poi è arrivato O'Shea che assicurava di vedere la luce in fondo al tunnel. Ora se servono altri 8 anni, non è il ct che deve dircelo. Ce lo deve venire a dire chi è stato responsabile delle scelte.”

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Ha anche detto che si dovrebbe tornare ad investire nel campionato e nelle sue squadre.....quanto vado dicendo da tempo!

E aggiungo: in Italia devono cambiare le norme sulle naturalizzazioni dei giovani, è assurdo che un ragazzo nato in Italia da genitori stranieri non sia cittadino italiano fino ai diciotto anni....nel rugby questa cosa è ancora più aria....il serbatoio degli immigrati e poi anche degli equiparati da far giocare in un campionato finalmente all’altezza è vitale per poter dare una svolta....lo capirebbe anche un bambino

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https://www.lastampa.it/sport/2021/03/20/news/italia-disastrosa-anche-in-scozia-52-10-e-il-peggior-sei-nazioni-di-sempre-1.40051568

se perdiamo 52 a 10 con gli scozzesi, oltretutto pure parecchio rimaneggiati che andiamo girando

 

https://www.gazzetta.it/Rugby/15-03-2021/rugby-intervista-marzio-innocenti-4001482841934.shtml

Ha detto: "Non sarà un contratto a farci restare nel Sei Nazioni". Tradotto?

"Faremo di tutto per scongiurare l’eventualità, ma l’attuale situazione non potrà durare in eterno. Dovremo meritare la partecipazione con i risultati, facendo leva sulla nostra tradizione e sulle nostre forze".

...

Come utilizzerà i 60 milioni in 5 anni in arrivo da Cvc?

"Accettare quell’accordo è stato come vendere i gioielli di famiglia: tra 20 anni capiremo se ne sarà valsa la pena. Intanto so come non li useremo: per risolvere situazioni spicciole, per tappare buchi. Poi, dagli investimenti nell’impiantistica alla ricerca dei migliori formatori tecnici, tutto sarà possibile".

Ha fatto capire di voler cambiare il sistema delle Accademie: conferma?

"Diciamolo, non hanno prodotto risultati. E non si può chiedere ai ragazzi di cambiare scuola tre volte in età chiave. Ai club, infine, non possono finire gli allenatori scartati dalla Fir".

Con due franchigie in Pro 14, il massimo campionato versa nell’anonimato: come rilanciarlo?

"Chi sa che esiste il Pro 14 in Italia? Serve un torneo domestico appassionante, che attiri pubblico, media e investitori. Serve un cambio radicale".

A che cosa pensa?

"A una super lega professionistica modello Nba, senza retrocessioni, nella quale si ha diritto di cittadinanza non per meriti sportivi, ma corrispondendo a precisi criteri economici, strutturali e organizzativi. Poche delle attuali società saranno all’altezza? Aggiungeremo squadre espressione di più club uniti e nuove realtà territoriali".

Circa le franchigie: sposterà i diritti delle Zebre a Padova?

"Se le Zebre non si dimostreranno sostenibili è una possibilità. Alessandro Banzato, presidente del Petrarca, ha messo nero su bianco: è disponibile a rilevare la licenza".

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a me l'idea di una lega stile nba, per quello che riguarda il rugby, non dispiace a priori, almeno come tentativo. Poi che sia fattibile è un altro paio di maniche. Sono riusciti a sprecare negli ultimi anni un patrimonio di visibilità dato dal sei nazioni pazzesco, e in effetti campionato italiano e pro 14 non se li fila proprio nessuno (si vincesse, poi)

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è interessante pure questo articolo, perché riflette su alcune cose che rendono la vita di un giovane giocatore italiano molto complicata. A suo parere la via più percorribile è quella giapponese perché in europa sul piano internazionale sei chiuso in molti sensi dalla forza contrattuale dei tornei francesi, inglesi etc.. E quindi in qualche modo ti tocca riuscire a fare qualcosa di buono anche in casa

https://www.ultimouomo.com/rugby-italia-va-male-sei-nazioni/

Come invertire la rotta, quindi? Una possibile strada di lungo periodo ci viene dal Giappone, grande sorpresa nell’ultimo Mondiale di casa. Il Giappone ha deciso solo recentemente di puntar forte sul rugby e ha iniziato, tramite la sua federazione, a investire sulle strutture. In circa dieci anni sono sorti campi su tutto il suo territorio e si sono intensificati i corsi scolastici di avvicinamento a questa disciplina.

 

Contestualmente, la nazionale è stata affidata a Eddie Jones, ex coach dell’Australia vicecampione del mondo 2003 e attuale allenatore dell’Inghilterra. Sotto la guida di Jones, il Giappone ha saputo modularsi e costruire un impianto di sviluppo federale solido e condiviso, a differenza di quanto successo in Italia durante l’era O’Shea.

 

...

 

 

Al contrario dell’Italia, il Giappone è riuscito a dare seguito a questo exploit. Con l’onere di organizzare il mondiale successivo, il Giappone ha puntato su coach Jamie Joseph, ha istituito una franchigia – i Sunwolves – da inserire nel Superugby e ha soprattutto iniziato a ingaggiare delle leggende del rugby contemporaneo nel suo campionato nazionale, la Japan Top League. Su tutti spicca Dan Carter, il più grande mediano d’apertura del decennio, quarto rugbista di sempre a superare i 1000 punti in carriera (dopo Neil Jenkins, Diego Dominguez e Jonny Wilkinson; seguirà, dopo Carter, Ronan O’Gara) e recordman assoluto di punti a livello internazionale (1598, con una media di 14.3 punti per incontro), che oggi veste la maglia dei Kobe Steelers.

 

Questo progetto era e continua a essere sostenuto da sponsor importantissimi, che hanno visto nel rugby una grande opportunità di investimento e che hanno creduto in un piano evolutivo ben congegnato. Uno sviluppo che ha portato subito alcuni frutti, dato che il Giappone nel Mondiale del 2019 è riuscito a conquistare il primo posto da imbattuta nel proprio girone, battendo Irlanda (qualificatasi al secondo posto), Scozia, Samoa e Russia (eliminate), e uscendo ai quarti di finale dopo una partita dura contro i futuri campioni del Sudafrica, in un’ideale rivincita della sfida inglese di quattro anni prima.

 

Al termine del mondiale però il cursus honorum dei giapponesi non si è fermato: altri giocatori provenienti dai paesi rugbisticamente nobili hanno deciso di andare a giocare in Japan Top League, come Christian Leali’ifano, mediano d’apertura dell’Australia, ma soprattutto i neozelandesi Brodie Retallick e Kieran Read (quest’ultimo capitano degli All Blacks nell’ultimo quadriennio).

 

...

 

Cosa manca all’Italia per emulare il Giappone, quindi? Innanzitutto la diffusione capillare su tutto il paese. Il rugby italiano è tendenzialmente radicato in alcune specifiche regioni: e cioè Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trentino, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Lombardia e Abruzzo, ma è totalmente assente in altre, soprattutto al Sud e nelle isole. La squadra più a meridione del Top12 è infatti la rappresentativa delle Fiamme Oro, a Roma, seguita dalla Lazio Rugby che ha il campo da gioco in un quartiere della capitale leggermente più a nord dei rivali cittadini. Per trovare delle formazioni propriamente del Sud bisogna scendere nel girone 3 del Campionato di Serie A (quello gerarchicamente inferiore al Top12), dove giocano le sole Amatori Sport Catania e Rugby Napoli Afragola.

 

Anche guardando la lista dei 31 giocatori convocati dall’attuale tecnico azzurro Franco Smith per il primo raduno in vista del Sei Nazioni è chiaro che la stragrande maggioranza sia nato e cresciuto nelle regioni dove il rugby è più radicato.

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19 ore fa, cesenticerqua ha scritto:

So almeno 3 anni che dico che non ci dovevamo più partecipare

ci saremmo risparmiati altre 15 delle 30 uniliazioni almeno

Col senno di poi, avevi perfettamente ragione

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25 minuti fa, chetestraceki ha scritto:

Col senno di poi, avevi perfettamente ragione

in effetti non è che fosse il solo a dirlo.

io non sono stato categorico come lui ma da tempo mi sono reso conto che non ha senso andare all'Olimpico sempre senza speranza.

anni fa mi divertivo ad andare a Milano (la mitica partita contro gli AB in cui Castrogiovanni e soci tennero piantato il pacchetto di mischia neozelandese nello stesso punto per 8 minuti...ci sarebbe stata la meta tecnica che l'arbitro non ebbe il coraggio di assegnarci), Edimburgo, Dublino, Parigi e Londra (mondiali contro la Francia): non avevamo mai molte speranze ma almeno ce la giocavamo fino alla fine. 

poi, da quando nel 2013 c'è stata l'involuzione letale, nulla ha più avuto senso... 

ricordo che ancora il 22 febbraio 2020 (giorno in cui in Italia furono accertati i primissimi casi di covid) ero all'Olimpico a vedere Italia-Scozia.

gli stadi chiusi hanno finito di distruggere quel che restava dell'illusione, ma forse è stato meglio così...una sorta di eutanasia invece di una lunga agonia.

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Abbiamo fatto un torneo con un mediano di 19 anni titolare, più altri ragazzotti alle prime armi, non è andata affatto bene, ma l'allenatore della Scozia e molti tra gli appassionati (Francesi, Irlandesi, e via dicendo) dicono che questi ragazzi hanno del potenziale, serve sicuramente come il pane una mischia solida come ai tempi di Perugini Castrogiovanni ed Ongaro, serve di recuperare come il pane Polledri, far crescere in fretta i flanker.

 

Inoltre sembra che il Board abbia imboccato la strada per ridimensionare la prestanza fisica dei giocatori, perché questo rugby fatto da omoni di otre cento chili iper ormonati e che viaggiano a mille comincia a diventare più rischioso.

Forse ci vorranno svariati anni a che il board decida, ma se si torna ad un rugby praticato da uomini "normali"........

Modificato da torquemada

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56 minuti fa, torquemada ha scritto:

Abbiamo fatto un torneo con un mediano di 19 anni titolare, più altri ragazzotti alle prime armi, non è andata 

Inoltre sembra che il Board abbia imboccato la strada per ridimensionare la prestanza fisica dei giocatori, perché questo rugby fatto da omoni di otre cento chili iper ormonati e che viaggiano a mille comincia a diventare più rischioso.

Forse ci vorranno svariati anni a che il board decida, ma se si torna ad un rugby praticato da uomini "normali"........

Ma magari, quasi tutti gli sport di contatto hanno visto gli atleti trasformarsi in armadi (prendete un filmato di basket di trenta anni fa e uno di oggi). In sport tipo il basket passi, ma in quelli tipo rugby o football americano più armadi si traduce in più lesioni al cervello.

Ma cosa avrebbero in mente per "ridimensionare", limiti di peso?

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8 ore fa, wild.duck ha scritto:

Ma magari, quasi tutti gli sport di contatto hanno visto gli atleti trasformarsi in armadi (prendete un filmato di basket di trenta anni fa e uno di oggi). In sport tipo il basket passi, ma in quelli tipo rugby o football americano più armadi si traduce in più lesioni al cervello.

Ma cosa avrebbero in mente per "ridimensionare", limiti di peso?

No ho capito nel dettaglio ma è una cosa di cui ha parlato Munari nella telecronaca.

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Ho appreso della morte per covid di Massimo Cuttitta leggenda della mischia italiana anni Novanta, che vinse contro la Francia a Grenoble e che sconfisse la Scozia nella prima partita giocata nel Sei Nazioni nel 2000.

Era stato negli anni scorsi responsabile del pacchetto di mischia della Scozia. Aveva solo 54 anni. 

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1 ora fa, altoforno ha scritto:

Ho appreso della morte per covid di Massimo Cuttitta leggenda della mischia italiana anni Novanta, che vinse contro la Francia a Grenoble e che sconfisse la Scozia nella prima partita giocata nel Sei Nazioni nel 2000.

Era stato negli anni scorsi responsabile del pacchetto di mischia della Scozia. Aveva solo 54 anni. 

Protagonista negli anni d’oro del rugby azzurro, tra i migliori di sempre

Che la terra gli sia lieve
Rip

Modificato da chetestraceki

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https://www.oasport.it/2021/05/rugby-italia-kieran-crowley-e-il-nuovo-ct-azzurro/

 

interessante questa intervista al nuovo presidente della FIR che parla del nuovo tecnico della Nazionale ma anche e soprattutto delle prospettive e dei programmi futuri.

speriamo bene perché, se non si cambia rotta subito, non vedo altra direzione che l'uscita dal Sei Nazioni.

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https://www.google.com/amp/s/www.gazzetta.it/Rugby/19-06-2021/capolavoro-treviso-35-8-bulls-rainbow-cup-italiana-4102121537483_amp.shtml

Non ho capito bene che cavolo è, se una coppa ridotta post covid, un'anteprima breve di riforma della Celtic League con più squadre sudafricane o qualcos'altro, ma a leggere pure sul forum del munster non pare proprio la coppa del nonno.

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Il 20/6/2021 Alle 03:55, wild.duck ha scritto:

https://www.google.com/amp/s/www.gazzetta.it/Rugby/19-06-2021/capolavoro-treviso-35-8-bulls-rainbow-cup-italiana-4102121537483_amp.shtml

Non ho capito bene che cavolo è, se una coppa ridotta post covid, un'anteprima breve di riforma della Celtic League con più squadre sudafricane o qualcos'altro, ma a leggere pure sul forum del munster non pare proprio la coppa del nonno.

meglio così.

certo farebbe bene a tutto il mondo del rugby italiano se queste competizioni avessero visibilità in chiaro.

soprattutto nell'anno degli stadi chiusi per il covid.

grave che la FIR non abbia pensato alla visibilità di queste partite, sembra che gli Italiani abbiano diritto solo di vedere gli scempi della Nazionale nel Sei  nazioni.

Poi dicono che la gente si disaffeziona.

Mah...

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