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Concordo con @NINNI e @BuFERA

Il risorgimento non fu per niente un movimento di popolo. Soprattutto non del popolo italiano. Ma furono solo una serie di battaglie e scaramucce in cui uno stato annesse gli altri. 

Non esiste una comune coscienza italiana, neanche la prima guerra mondiale bastò a forgiarla. Della seconda manco ne parliamo. 

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Ognuno la pensi come vuole, ci mancherebbe. Io continuo a pensare che il Risorgimento non furono battaglie e scaramucce tra regnanti. Entro più nel dettaglio, per argomentare la mia tesi, e mi piacerebbe che anche voi lo faceste, in modo tale che io possa capire perché la pensate in quel modo. Alla prima guerra di indipendenza partecipano tutti, persino lo stato pontificio con un paio di divisioni guidate da Durando. Nella seconda e terza guerra d’indipendenza la metà dei generali non sono piemontesi, ma vengono da tutta Italia. Il generale Persano, comandante della Marina, è napoletano. Cialdini, comandante della metà delle divisioni dell’esercito della terza è Modenese. Ma non solo...di insurrezioni popolari ne abbiamo dappertutto dal 48 in poi..certo non è stato la rivoluzione francese ma il Risorgimento non si può svilire a mio avviso a mere guerricciole di potere. Gli studenti di Pisa che furono sterminati a Curtatone e Montanara persero la vita per difendere l’idea di Italia, non per il granducato di Toscana.

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11 minuti fa, Cacafocu ha scritto:

Ognuno la pensi come vuole, ci mancherebbe. Io continuo a pensare che il Risorgimento non furono battaglie e scaramucce tra regnanti. Entro più nel dettaglio, per argomentare la mia tesi, e mi piacerebbe che anche voi lo faceste, in modo tale che io possa capire perché la pensate in quel modo. Alla prima guerra di indipendenza partecipano tutti, persino lo stato pontificio con un paio di divisioni guidate da Durando. Nella seconda e terza guerra d’indipendenza la metà dei generali non sono piemontesi, ma vengono da tutta Italia. Il generale Persano, comandante della Marina, è napoletano. Cialdini, comandante della metà delle divisioni dell’esercito della terza è Modenese. Ma non solo...di insurrezioni popolari ne abbiamo dappertutto dal 48 in poi..certo non è stato la rivoluzione francese ma il Risorgimento non si può svilire a mio avviso a mere guerricciole di potere. Gli studenti di Pisa che furono sterminati a Curtatone e Montanara persero la vita per difendere l’idea di Italia, non per il granducato di Toscana.

È qui che non sono d'accordo. Non c'è nessuna traccia di sentimento nazionale... C'erano sentimenti antiaustriaci, antispagnoli e antifrancesi. 

Non ci fu un movimento di indipendenza collettivo. 

Il regno di Sardegna non aveva nessuna intenzione di annettersi il sud. In qualche modo fu costretto dall'impresa di Garibaldi, mai avallata ufficialmente, ma sfruttata poi.

Ma d'altra parte neanche la rivoluzione francese si può associare ad un movimento nazionalistico. La Francia esisteva già da qualche secolo. Fu semplicemente una lotta contro l'aristocrazia. 

Di fatto la storia della Germania è molto simile alla nostra, con la differenza che poi lo spirito nazionalistico trovò sfogo nel bellicismo, purtroppo. 

Invece gli inglesi hanno quasi 1000 anni di storia unitaria (intendo l'Inghilterra propriamente detta) e soprattutto un impero durato fino alla seconda guerra mondiale ed oltre. 

Hanno vinto due guerre mondiali: nella seconda sono stati l'unico baluardo al potere nazista fino alla fine del 42. Sono giustamente orgogliosi della loro storia e della loro indole. Anch'io li ammiro da sempre in maniera incondizionata e gli invidio tantissimo. 

Ma proprio perché non siamo loro, è inutile cercare da noi quelle peculiarità.. La nostra unica strada è da percorrere insieme all'Europa cercando di trarne quanti più benefici possibili. 

... Adesso ti saluto, perché devo preparare il cenone 😁

spero di continuare questa discussione perché mi piace molto. 

Buon anno @Cacafocu, @NINNIe @BuFERA

 

E anche @Razzotico sennò me s'offende

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Ciao ciao ai britannici. Li ammiro per il rugby e considero Londra la città più carismatica d'Europa. Ma ricordo sempre che "noi non siamo inglesi di merda!" (come cantarono i Freak durante l'amichevole con il Blackburn organizzata per la cessione di Grabbi...). Braveheart ora e sempre! 

Modificato da altoforno

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25 minuti fa, adriatico ha scritto:

 

Buon anno @Cacafocu, @NINNIe @BuFERA

 

E anche @Razzotico sennò me s'offende

buon anno a te e al resto della truppa anche da parte mia :) 

anch'io sono d'accordo con quanto scrivi, ma argomentare co la carne sotto lu foco e li fiji che strillano per casa è impresa più ardua che fare l'italia :lol:  rimando a domani

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1 ora fa, altoforno ha scritto:

Ciao ciao ai britannici. Li ammiro per il rugby e considero Londra la città più carismatica d'Europa. Ma ricordo sempre che "noi non siamo inglesi di merda!" (come cantarono i Freak durante l'amichevole con il Blackburn organizzata per la cessione di Grabbi...). Braveheart ora e sempre! 

E chiaramente buon anno anche a te! 

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3 ore fa, adriatico ha scritto:

È qui che non sono d'accordo. Non c'è nessuna traccia di sentimento nazionale... C'erano sentimenti antiaustriaci, antispagnoli e antifrancesi. 

Non ci fu un movimento di indipendenza collettivo. 

Il regno di Sardegna non aveva nessuna intenzione di annettersi il sud. In qualche modo fu costretto dall'impresa di Garibaldi, mai avallata ufficialmente, ma sfruttata poi.

Ma d'altra parte neanche la rivoluzione francese si può associare ad un movimento nazionalistico. La Francia esisteva già da qualche secolo. Fu semplicemente una lotta contro l'aristocrazia. 

Di fatto la storia della Germania è molto simile alla nostra, con la differenza che poi lo spirito nazionalistico trovò sfogo nel bellicismo, purtroppo. 

Invece gli inglesi hanno quasi 1000 anni di storia unitaria (intendo l'Inghilterra propriamente detta) e soprattutto un impero durato fino alla seconda guerra mondiale ed oltre. 

Hanno vinto due guerre mondiali: nella seconda sono stati l'unico baluardo al potere nazista fino alla fine del 42. Sono giustamente orgogliosi della loro storia e della loro indole. Anch'io li ammiro da sempre in maniera incondizionata e gli invidio tantissimo. 

Ma proprio perché non siamo loro, è inutile cercare da noi quelle peculiarità.. La nostra unica strada è da percorrere insieme all'Europa cercando di trarne quanti più benefici possibili. 

... Adesso ti saluto, perché devo preparare il cenone 😁

spero di continuare questa discussione perché mi piace molto. 

Buon anno @Cacafocu, @NINNIe @BuFERA

 

E anche @Razzotico sennò me s'offende


gia me stavo a strani’ 😅

 

buon anno a tutti ragazzi! 
e’ un piacere leggere questa discussione.... ho imparato più storia qui che al liceo... visto che uscì filosofía 😅

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Io agli inglesi non invidio quasi nulla ...si autodeterminano rispetto a chi o cosa..?

sono sottomessi ai poteri economici asiatici.....alla pandemia né più né meno rispetto a noi....dipendono dal potere del capitale né più né meno rispetto a noi.....non hanno quasi più industrie....hanno chiuso l’ultima miniera di carbone cinque anni fa....molti asseriscono ..” eh ma la finanza...la city”...sci..sta tutto in mano , come già detto, a asiatici, indiani ...russi,,,nei primi cinquanta uomini più ricchi del mondo (se il paragone puo’ servire) non c’è neanche un inglese ...

pe campá in un buco a Londra in affitto ce vojono tre entrate....per carità..

poi , dite che loro rispetto a noi sono un popolo ben preciso e identificato

 ....

MEGLIO !...noi non siamo , non saremo e non dobbiamo essere un popolo ....NOI SIAMO UNA CIVILTÀ........popolo ė troppo restrittivo...siamo la sintesi delle due civiltà Nordico \Celtica e la classica Greco- Romana...come dissero gli americani negli anni 60 , noi non siamo un popolo , siamo uno STILE DI VITA....la differenza tra noi e il resto del mondo è come ci poniamo rispetto alla vita..agli eventi....abbiamo mille sfumature ., mille dialetti , mille parlate...mille comuni....

abbiamo il gusto per l’arte, il cibo , la convivialita’...per l’estetica..il nostro quadro  più famoso , ammirato studiato e “visitato” al mondo risiede tranquillamente in terra “nemica”..lì , beato...come se li stesse a pijâ tutti per il culo li “magnabaguette”..abbiamo mille sfumature come i quadri di Caravaggio...di Raffaello...è quasi impossibile identificarci...neanche la bandiera ci identifica!...

L’inglese e l’Inghilterra sono racchiusi tutti a Londra ..e qualcos’altro fuori ...qui da noi ogni città e ogni cittadina hanno una storia, un dipinto  , un affresco , una cattedrale..uno stile ( addirittura Napoli di stili li ha quasi tutti)...siamo il dualismo perpetuo terra-cielo , pragmatismo/ astrazione...la CIVILTA’ ( italica) spazia ben oltre i confini convenzionali..

quella macchietta della regina è stata sfanculata persino da lu nipote...!..manco quella gli è armaste piu’...

Inoltre ce sta il problema scozzese , non da poco, visto che i pozzi petroliferi del “brent” ..stanno  in provincia de Aberdeen...dopo lassu’ , in caso di indipendenza della Scozia.. glie se crea un bel problemino a Ely e company..

  • Voto Positivo 3

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19 ore fa, lu Fraportanu ha scritto:

Io agli inglesi non invidio quasi nulla ...si autodeterminano rispetto a chi o cosa..?

sono sottomessi ai poteri economici asiatici.....alla pandemia né più né meno rispetto a noi....dipendono dal potere del capitale né più né meno rispetto a noi.....non hanno quasi più industrie....hanno chiuso l’ultima miniera di carbone cinque anni fa....molti asseriscono ..” eh ma la finanza...la city”...sci..sta tutto in mano , come già detto, a asiatici, indiani ...russi,,,nei primi cinquanta uomini più ricchi del mondo (se il paragone puo’ servire) non c’è neanche un inglese ...

pe campá in un buco a Londra in affitto ce vojono tre entrate....per carità..

poi , dite che loro rispetto a noi sono un popolo ben preciso e identificato

 ....

MEGLIO !...noi non siamo , non saremo e non dobbiamo essere un popolo ....NOI SIAMO UNA CIVILTÀ........popolo ė troppo restrittivo...siamo la sintesi delle due civiltà Nordico \Celtica e la classica Greco- Romana...come dissero gli americani negli anni 60 , noi non siamo un popolo , siamo uno STILE DI VITA....la differenza tra noi e il resto del mondo è come ci poniamo rispetto alla vita..agli eventi....abbiamo mille sfumature ., mille dialetti , mille parlate...mille comuni....

abbiamo il gusto per l’arte, il cibo , la convivialita’...per l’estetica..il nostro quadro  più famoso , ammirato studiato e “visitato” al mondo risiede tranquillamente in terra “nemica”..lì , beato...come se li stesse a pijâ tutti per il culo li “magnabaguette”..abbiamo mille sfumature come i quadri di Caravaggio...di Raffaello...è quasi impossibile identificarci...neanche la bandiera ci identifica!...

L’inglese e l’Inghilterra sono racchiusi tutti a Londra ..e qualcos’altro fuori ...qui da noi ogni città e ogni cittadina hanno una storia, un dipinto  , un affresco , una cattedrale..uno stile ( addirittura Napoli di stili li ha quasi tutti)...siamo il dualismo perpetuo terra-cielo , pragmatismo/ astrazione...la CIVILTA’ ( italica) spazia ben oltre i confini convenzionali..

quella macchietta della regina è stata sfanculata persino da lu nipote...!..manco quella gli è armaste piu’...

Inoltre ce sta il problema scozzese , non da poco, visto che i pozzi petroliferi del “brent” ..stanno  in provincia de Aberdeen...dopo lassu’ , in caso di indipendenza della Scozia.. glie se crea un bel problemino a Ely e company..

Guarda, io ho detto che li invidio per la loro capacità di essere un popolo e per quello che hanno fatto nei primi due anni e mezzo di guerra. 

Tutto il resto mi sembra nazionalismo d'accatto. 

 

Modificato da adriatico

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20 ore fa, lu Fraportanu ha scritto:

Io agli inglesi non invidio quasi nulla ...si autodeterminano rispetto a chi o cosa..?

sono sottomessi ai poteri economici asiatici.....alla pandemia né più né meno rispetto a noi....dipendono dal potere del capitale né più né meno rispetto a noi.....non hanno quasi più industrie....hanno chiuso l’ultima miniera di carbone cinque anni fa....molti asseriscono ..” eh ma la finanza...la city”...sci..sta tutto in mano , come già detto, a asiatici, indiani ...russi,,,nei primi cinquanta uomini più ricchi del mondo (se il paragone puo’ servire) non c’è neanche un inglese ...

pe campá in un buco a Londra in affitto ce vojono tre entrate....per carità..

poi , dite che loro rispetto a noi sono un popolo ben preciso e identificato

 ....

MEGLIO !...noi non siamo , non saremo e non dobbiamo essere un popolo ....NOI SIAMO UNA CIVILTÀ........popolo ė troppo restrittivo...siamo la sintesi delle due civiltà Nordico \Celtica e la classica Greco- Romana...come dissero gli americani negli anni 60 , noi non siamo un popolo , siamo uno STILE DI VITA....la differenza tra noi e il resto del mondo è come ci poniamo rispetto alla vita..agli eventi....abbiamo mille sfumature ., mille dialetti , mille parlate...mille comuni....

abbiamo il gusto per l’arte, il cibo , la convivialita’...per l’estetica..il nostro quadro  più famoso , ammirato studiato e “visitato” al mondo risiede tranquillamente in terra “nemica”..lì , beato...come se li stesse a pijâ tutti per il culo li “magnabaguette”..abbiamo mille sfumature come i quadri di Caravaggio...di Raffaello...è quasi impossibile identificarci...neanche la bandiera ci identifica!...

L’inglese e l’Inghilterra sono racchiusi tutti a Londra ..e qualcos’altro fuori ...qui da noi ogni città e ogni cittadina hanno una storia, un dipinto  , un affresco , una cattedrale..uno stile ( addirittura Napoli di stili li ha quasi tutti)...siamo il dualismo perpetuo terra-cielo , pragmatismo/ astrazione...la CIVILTA’ ( italica) spazia ben oltre i confini convenzionali..

quella macchietta della regina è stata sfanculata persino da lu nipote...!..manco quella gli è armaste piu’...

Inoltre ce sta il problema scozzese , non da poco, visto che i pozzi petroliferi del “brent” ..stanno  in provincia de Aberdeen...dopo lassu’ , in caso di indipendenza della Scozia.. glie se crea un bel problemino a Ely e company..

non mi sembra di vedere tanti inglesi a cercare fortuna in Italia ,ma se vai a Londra stai tranquillo che ci trovi qualche italiano a lavorare o studiare,penso che questo basta a darci il polso della situazione di dove si sta meglio tra italia e inghilterra

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34 minuti fa, mdmterni ha scritto:

non mi sembra di vedere tanti inglesi a cercare fortuna in Italia ,ma se vai a Londra stai tranquillo che ci trovi qualche italiano a lavorare o studiare,penso che questo basta a darci il polso della situazione di dove si sta meglio tra italia e inghilterra

Vabbè ma quello vale anche in spagna in germania o in francia.

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non mi sembra di vedere tanti inglesi a cercare fortuna in Italia ,ma se vai a Londra stai tranquillo che ci trovi qualche italiano a lavorare o studiare,penso che questo basta a darci il polso della situazione di dove si sta meglio tra italia e inghilterra
Non confonderei Londra con l'Inghilterra.

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15 ore fa, polentaccio ha scritto:
19 ore fa, mdmterni ha scritto:
non mi sembra di vedere tanti inglesi a cercare fortuna in Italia ,ma se vai a Londra stai tranquillo che ci trovi qualche italiano a lavorare o studiare,penso che questo basta a darci il polso della situazione di dove si sta meglio tra italia e inghilterra

Non confonderei Londra con l'Inghilterra.

No, ma possiamo dire che ne è uno spaccato importante? Ci abita quasi un sesto della popolazione. 

 

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No, ma possiamo dire che ne è uno spaccato importante? Ci abita quasi un sesto della popolazione. 
 
Volevo solo dire che le opportunità che da Londra nel resto dell'Inghilterra non ci sono. E la vita nel resto dell'Inghilterra non la scambio con la "provincia" italiana. Manco pe sbajo.
Poi se Roma imparasse qualcosa da Londra farei festa, Milano (mi dicono) è mooolto vicina, anche se il paragone vale poco per via delle dimensioni.

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Il 31/12/2020 Alle 16:41, Cacafocu ha scritto:

Ognuno la pensi come vuole, ci mancherebbe. Io continuo a pensare che il Risorgimento non furono battaglie e scaramucce tra regnanti. Entro più nel dettaglio, per argomentare la mia tesi, e mi piacerebbe che anche voi lo faceste, in modo tale che io possa capire perché la pensate in quel modo. Alla prima guerra di indipendenza partecipano tutti, persino lo stato pontificio con un paio di divisioni guidate da Durando. Nella seconda e terza guerra d’indipendenza la metà dei generali non sono piemontesi, ma vengono da tutta Italia. Il generale Persano, comandante della Marina, è napoletano. Cialdini, comandante della metà delle divisioni dell’esercito della terza è Modenese. Ma non solo...di insurrezioni popolari ne abbiamo dappertutto dal 48 in poi..certo non è stato la rivoluzione francese ma il Risorgimento non si può svilire a mio avviso a mere guerricciole di potere. Gli studenti di Pisa che furono sterminati a Curtatone e Montanara persero la vita per difendere l’idea di Italia, non per il granducato di Toscana.

l'unità d'italia è stato principalmente un movimento d'unità politico e geografico spinto, voluto, motivato dai vari capi di stato, ma non aveva niente a che fare con una vera unità culturale (storia, lingue, origini, costumi, etc.). garibaldi, l'eroe militare dell'unità d'italia,  si era lamentato perché per fare l'italia era stato fatto diventare straniero proprio lui, nizzardo, per una semplice compravendita politica. allora, unire un paese diviso dai tempi dell'impero romano equivaleva ad unire oggi spagna e portogallo sotto il nome di iberia (già è difficile tenere unita la spagna), o addirittura quasi come unire i paesi romanzi dell'europa occidentale, mettendo insieme a portogallo e a spagna anche francia e italia.

 

gli stessi statarelli della penisola avevano spesso ulteriori divisioni al loro interno a livello sostanzialmente di comuni, e così è stato fino alla seconda metà del secolo scorso. per fare un esempio banale, mussolini aveva cercato (non riuscendoci granché) di creare unità linguistica, come cercano di fare tutti i dittatori nazionalisti che puntano ad imporre la loro idea di "patria". non c'era riuscito (diversi soldati italiani facevano fatica perfino a capirsi), c'è riuscita più tardi la televisione, ma come tutti i modelli più o meno imposti, quello che spiana da un lato imponendo uno stereotipo linguistico comune, cancella dall'altro le particolarità linguistiche locali. e con ciò non si perdono solo le varietà dialettali locali, si perde ben più (in fondo se una lingua condivisa non sarebbe nemmeno qualcosa di male).

quello che è peggio infatti, non è solo la creazione - praticamente a tavolino - dello stereotipo italiano, ma il fatto di essere andati oltre. ciò che stanno diventando gli italiani non è deciso, scelto, dagli italiani stessi, ma è imposto principalmente dal commercio, i cui burattinai non sono quasi mai burattinai locali. l'umorismo locale, per fare un altro esempio banale, sta facendo spazio ad un umorismo internazionale che si impone anch'esso mediaticamente. il gusto nel vestire, nel mangiare, nell'intrattenimento, è sempre meno una particolarità locale e sempre più uno stereotipo mediatico e commerciale.

 

se questo destino sembra inarrestabile, se l'italia deve perdere sempre più la propria autonomia culturale a scapito di stereotipi commerciali, preferisco avere almeno un'europa che in alcuni suoi esponenti prova ad imporsi politicamente sulle dittature commerciali, e che allo stesso tempo almeno sulla carta prova (purtroppo spesso con scarso successo) a tenere conto delle varietà locali.

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7 ore fa, BuFERA ha scritto:

l'unità d'italia è stato principalmente un movimento d'unità politico e geografico spinto, voluto, motivato dai vari capi di stato, ma non aveva niente a che fare con una vera unità culturale (storia, lingue, origini, costumi, etc.). garibaldi, l'eroe militare dell'unità d'italia,  si era lamentato perché per fare l'italia era stato fatto diventare straniero proprio lui, nizzardo, per una semplice compravendita politica. allora, unire un paese diviso dai tempi dell'impero romano equivaleva ad unire oggi spagna e portogallo sotto il nome di iberia (già è difficile tenere unita la spagna), o addirittura quasi come unire i paesi romanzi dell'europa occidentale, mettendo insieme a portogallo e a spagna anche francia e italia.

 

gli stessi statarelli della penisola avevano spesso ulteriori divisioni al loro interno a livello sostanzialmente di comuni, e così è stato fino alla seconda metà del secolo scorso. per fare un esempio banale, mussolini aveva cercato (non riuscendoci granché) di creare unità linguistica, come cercano di fare tutti i dittatori nazionalisti che puntano ad imporre la loro idea di "patria". non c'era riuscito (diversi soldati italiani facevano fatica perfino a capirsi), c'è riuscita più tardi la televisione, ma come tutti i modelli più o meno imposti, quello che spiana da un lato imponendo uno stereotipo linguistico comune, cancella dall'altro le particolarità linguistiche locali. e con ciò non si perdono solo le varietà dialettali locali, si perde ben più (in fondo se una lingua condivisa non sarebbe nemmeno qualcosa di male).

quello che è peggio infatti, non è solo la creazione - praticamente a tavolino - dello stereotipo italiano, ma il fatto di essere andati oltre. ciò che stanno diventando gli italiani non è deciso, scelto, dagli italiani stessi, ma è imposto principalmente dal commercio, i cui burattinai non sono quasi mai burattinai locali. l'umorismo locale, per fare un altro esempio banale, sta facendo spazio ad un umorismo internazionale che si impone anch'esso mediaticamente. il gusto nel vestire, nel mangiare, nell'intrattenimento, è sempre meno una particolarità locale e sempre più uno stereotipo mediatico e commerciale.

 

se questo destino sembra inarrestabile, se l'italia deve perdere sempre più la propria autonomia culturale a scapito di stereotipi commerciali, preferisco avere almeno un'europa che in alcuni suoi esponenti prova ad imporsi politicamente sulle dittature commerciali, e che allo stesso tempo almeno sulla carta prova (purtroppo spesso con scarso successo) a tenere conto delle varietà locali.

A parte Francia e Regno Unito, in Europa, tre secoli fa grandi identità etniche ricomprese in Stati Nazionali non c'erano. L'attuale Germania, unificata dopo di noi, era divisa in tante regioni (ancora oggi è uno stato federale). Per dire che l'Italia non faceva eccezione in questo..in fondo la Grande Guerra nasce dalla voglia di un impero di reprimere con la forza le spinte indipendentiste di un popolo fierissimo.

A me però piace leggere la storia dei FATTI, non delle teorie. Tu hai scritto molte OPINIONI personali (legittime per carità) ma oggi conta la storiografia, non la storia interpretata.

Io ti porto numeri e date, voi mi pare fate voli molto alti ma non portate FATTI....le cinque giornate di Milano del 1848 vedono una tale sollevazione popolare per cacciare gli austriaci ed invocare la liberazione che "produce" 4.000 morti tra le truppe di Radezki...4.000 morti in cinque giorni non li fanno le elitè borghesi-intellettuali....li fa il popolo....vatti a leggere la documentazione di quelle giornate...agli austriaci le donne milanesi cavano gli occhi.....le teorie non mi interessano più...i trattati di politologia....anche basta.

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20 ore fa, polentaccio ha scritto:

Volevo solo dire che le opportunità che da Londra nel resto dell'Inghilterra non ci sono. E la vita nel resto dell'Inghilterra non la scambio con la "provincia" italiana. Manco pe sbajo.
Poi se Roma imparasse qualcosa da Londra farei festa, Milano (mi dicono) è mooolto vicina, anche se il paragone vale poco per via delle dimensioni.

Prendo spunto da questa risposta sintetica ma altrettanto precisa per riportare il tema sulla Brexit, visto che ora siamo ufficialmente usciti dall'UE. 

 

Londra potrebbe fare stato a se, ha una vastità, popolazione, complessità, possibilità lavorative e potere/rilevanza economica che tutto il resto del Regno Unito non ha. È una metropoli che o la ami o la odi e gli stessi inglesi che non sono nati o cresciuti qui, in maggioranza ripudiano. Da questi ultimi è vista un pò come la "Roma Ladrona" dei vecchi leghisti, perchè molte delle misure prese dal governo sono "a misura di Londra".

 

La stessa campagna elettorale dei conservatori nel 2019, ha avuto uno dei punti cardine nel "level up", ossia ridistribuire importanza, poteri e rappresentatività al "nord" dell'inghilterra. Ha funzionato perchè sono crollate città e regioni che erano 70 anni che erano in mano alla sinistra come Grimsby. Ecco, Grimsby è anche collegato alla Brexit: punto di riferimento del settore ittico del paese, a nord dell'inghilterra e proprio uno dei posti dove ha vinto la brexit e dove la questione dei diritti di pesca del trattato ha tenuto banco, dall'alto del suo fondamentale 0,12% di contributo al PIL.

 

Detto questo, leggevo un articolo dove si parlava che sarà difficile avere un governo talmente pro-Brexit come quello attuale in futuro (sia esso conservatore o laburista) e che quindi ci sarà un lieve, lento e graduale riavvicinamento all'UE. Vedremo, Boris non ha elezioni all'orizzonte essendo stato eletto nel 2019 quindi sarà interessante vedere gli accordi soprattutto in settori come quelli finanziario e legale che hanno un impatto ben maggiore di quello ittico.

 

Il paragone Londra-Milano l'ho iniziato a sentire anche io da un paio d'anni, ma su che si basa? sui 3-4 grattacieli che hanno costruito?

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20 minuti fa, kapovoRDo ha scritto:

Prendo spunto da questa risposta sintetica ma altrettanto precisa per riportare il tema sulla Brexit, visto che ora siamo ufficialmente usciti dall'UE. 

 

Londra potrebbe fare stato a se, ha una vastità, popolazione, complessità, possibilità lavorative e potere/rilevanza economica che tutto il resto del Regno Unito non ha. È una metropoli che o la ami o la odi e gli stessi inglesi che non sono nati o cresciuti qui, in maggioranza ripudiano. Da questi ultimi è vista un pò come la "Roma Ladrona" dei vecchi leghisti, perchè molte delle misure prese dal governo sono "a misura di Londra".

 

La stessa campagna elettorale dei conservatori nel 2019, ha avuto uno dei punti cardine nel "level up", ossia ridistribuire importanza, poteri e rappresentatività al "nord" dell'inghilterra. Ha funzionato perchè sono crollate città e regioni che erano 70 anni che erano in mano alla sinistra come Grimsby. Ecco, Grimsby è anche collegato alla Brexit: punto di riferimento del settore ittico del paese, a nord dell'inghilterra e proprio uno dei posti dove ha vinto la brexit e dove la questione dei diritti di pesca del trattato ha tenuto banco, dall'alto del suo fondamentale 0,12% di contributo al PIL.

 

Detto questo, leggevo un articolo dove si parlava che sarà difficile avere un governo talmente pro-Brexit come quello attuale in futuro (sia esso conservatore o laburista) e che quindi ci sarà un lieve, lento e graduale riavvicinamento all'UE. Vedremo, Boris non ha elezioni all'orizzonte essendo stato eletto nel 2019 quindi sarà interessante vedere gli accordi soprattutto in settori come quelli finanziario e legale che hanno un impatto ben maggiore di quello ittico.

 

Il paragone Londra-Milano l'ho iniziato a sentire anche io da un paio d'anni, ma su che si basa? sui 3-4 grattacieli che hanno costruito?

In teoria la Brexit sarebbe stata una bella occasione per il nostro paese per attrarre: grossi investitori,società finanziarie o colossi bancari che gioco forza dovranno spostare almeno una sede in territorio europeo....

Ma mi pare che non si muova una paglia 

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7 minuti fa, Nambo ha scritto:

In teoria la Brexit sarebbe stata una bella occasione per il nostro paese per attrarre: grossi investitori,società finanziarie o colossi bancari che gioco forza dovranno spostare almeno una sede in territorio europeo....

Ma mi pare che non si muova una paglia 

In realtà le banche si muovono o se hanno una presenza/rilevanza molto forte (Francoforte, Svizzera e leggermente meno Parigi) o se ci sono vantaggi fiscali (Dublino, Lussemburgo). In questo credo sia abbastanza evidente che l'Italia non è "attraente".

 

Per conoscenza diretta che ho con amici ed ex colleghi che lavorano in questo settore, so che i piani per un'eventuale partenza da Londra sono stati studiati, valutati e sono pronti (Francoforte e Parigi in primis) soprattutto nei primi 2-3 anni post-referendum. Molte attività soprattutto sulle valute sono piano piano state trasferite da Londra a Francoforte, per fare un esempio. Allo stesso tempo, il volume di scambi del CNY è molto aumentato a Londra negli ultimi anni e questo potrebbe bilanciare quello che dicevo poco fa.

 

Detto questo, bisognerà vedere come evolve la cosa nei prossimi anni. Non credo che nei prossimi 3-6-12 mesi (visto anche come siamo messi col COVID) ci sarà molta chiarezza.

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3 ore fa, Cacafocu ha scritto:

A parte Francia e Regno Unito, in Europa, tre secoli fa grandi identità etniche ricomprese in Stati Nazionali non c'erano. L'attuale Germania, unificata dopo di noi, era divisa in tante regioni (ancora oggi è uno stato federale). Per dire che l'Italia non faceva eccezione in questo..in fondo la Grande Guerra nasce dalla voglia di un impero di reprimere con la forza le spinte indipendentiste di un popolo fierissimo.

A me però piace leggere la storia dei FATTI, non delle teorie. Tu hai scritto molte OPINIONI personali (legittime per carità) ma oggi conta la storiografia, non la storia interpretata.

Io ti porto numeri e date, voi mi pare fate voli molto alti ma non portate FATTI....le cinque giornate di Milano del 1848 vedono una tale sollevazione popolare per cacciare gli austriaci ed invocare la liberazione che "produce" 4.000 morti tra le truppe di Radezki...4.000 morti in cinque giorni non li fanno le elitè borghesi-intellettuali....li fa il popolo....vatti a leggere la documentazione di quelle giornate...agli austriaci le donne milanesi cavano gli occhi.....le teorie non mi interessano più...i trattati di politologia....anche basta.

quasi due secoli fa, massimo d'azeglio disse "fatta l'italia, bisogna fare gli italiani", questo è un fatto.

prima di oggi l'italia era stata unita solo sotto i romani, questo è un fatto.

che fosse il popolo a partecipare alla guerra di liberazione dei lombardo-veneti dagli austriaci non lo metto in dubbio.

che ci fosse unità culturale nella penisola è un'opinione, anche azzardata direi.

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1 ora fa, BuFERA ha scritto:

quasi due secoli fa, massimo d'azeglio disse "fatta l'italia, bisogna fare gli italiani", questo è un fatto.

prima di oggi l'italia era stata unita solo sotto i romani, questo è un fatto.

che fosse il popolo a partecipare alla guerra di liberazione dei lombardo-veneti dagli austriaci non lo metto in dubbio.

che ci fosse unità culturale nella penisola è un'opinione, anche azzardata direi.

Ma questo è un altro punto. Tu e altri avete detto che il Risorgimento è un movimento elitario fatto da pochissime persone. È questo che contesto. Che poi gli italiani non fossero un popolo con una forte identità collettiva è un altro discorso. Il Risorgimento è GUIDATO da pochi ma FATTO da moltissimi. 

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