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Lu fallacciano

MotoGP 2018

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La MotoGP 2018, che nel week end del 18 marzo scatta sotto i riflettori del Qatar, ricomincia da tre. Il genio di Massimo Troisi non c’entra, l’andamento dei test sì. Nelle sessioni prestagionali, infatti, a turno le tre Case di riferimento hanno conquistato le luci della ribalta, dividendosi il platonico campionato d’inverno in modo paritario: Ducati sugli scudi con Lorenzo (1'58"830, nuovo record della pista) in Malesia a fine gennaio; Honda in volo con Pedrosa sulla nuova pista di Buriram in Thailandia a febbraio; Yamaha in evidenza a inizio marzo a Losail, dove parte il mondiale, ma con la 'vecchia' M1 del team Tech 3 di Zarco. Ci sono le premesse per una stagione memorabile per equilibrio e spettacolo, ma dietro le cifre dei test si nasconde tanto altro. Vediamolo.
HONDA — Nel complesso pare che Honda e Ducati siano in vantaggio sulle altre. La casa di Tokyo ha brillato con Pedrosa, primo in Thailandia e secondo a Sepang, mentre Crutchlow è stato 4° a Losail e Marquez si è volutamente nascosto, un po’ come la Mercedes nei test di F.1. Marc inizia la stagione che potrebbe portarlo al Settebello con una serenità assoluta, frutto della piena competitività del mezzo a disposizione che lo ha indotto al rinnovo per altri due anni: ha cercato poco il tempo, badando piuttosto al ritmo, e ottenuto quello che voleva: "La Honda mi ha dato un bel motore e se si addolcisce ancora un po’… - ha detto Marquez -. Siamo stati costanti ovunque, meno esplosivi sul giro secco per puntare di più sul passo, che è quello che conta".

 

DUCATI La Ducati è lì, vicinissima, pronta a giocarsela e replicare il magico 2017. Almeno con Dovizioso, in palla come non mai in Qatar e calato nel definitivo ruolo di pretendente alla corona con colpi misti di fioretto e sciabola, come testimoniano i fendenti austriaci e giapponesi dell’anno scorso a Marquez. "Questa è la migliore Ducati mai guidata – ha detto il Dovi -, molto buona su giro, ritmo e percorrenza di curva". Balsamo per i sogni rossi, anche se la matura visione del forlivese emerge sempre: "Certe cose vanno migliorate, certo, poi molto dipende da come cambiano le condizioni della pista". Dall’altro lato del box il barometro è variabile: Lorenzo dopo la fiammata record di Sepang ("Questa moto è un capolavoro") è tornato ad agitare i consueti spettri in Thailandia, dove si è pure fatto prestare una moto del 2017 per una comparazione indicativa del suo disagio. Tanta abnegazione per Jorge, che non molla, ma anche la sensazione, rivissuta in Qatar, di "non avere ancora la Desmosedici in pugno". Chi invece ci si è trovato subito bene è Jack Miller, nuovo innesto della Pramac che a fine stagione lascerà andare Danilo Petrucci: il ternano in Qatar è andato come un fulmine con prestazioni di assoluto rilievo e un passo, almeno, da podio.

 

YAMAHA — E la Yamaha? Disorientata. Ha la certezza della continuità sul piano delle guide – resteranno Vinales e Rossi fino al 2020 -, ma non quella delle prestazioni, così alterne e simili al 2017. Il pilota più veloce è stato quello 'sbagliato', Zarco: il francese, moto del 2016 non ufficiale e squadra privata, a Losail ha messo in riga tutti e brillato pure in Thailandia (2°). Basso profilo e polso di ferro, Zarco a fine anno con ogni probabilità lascerà la M1, visto che il team Tech 3 migrerà verso le Ktm ufficiali, e sente di essere vicino al top: "Mi auguro che la moto resti così competitiva per tutto l’anno - ha detto - e di poter lottare per la vittoria fino in fondo, ma sul ritmo serve ancora qualcosa". Quello che cercano anche gli ufficiali: Vinales pare in versione-Lorenzo, un giorno vola e l’indomani perde la bussola al primo colpo di brugola, ed è alla ricerca della Yamaha perduta dopo le prime gare del 2017; Rossi, invece, resterà in sella altri due anni – lo ha fatto capire, si aspetta solo l’annuncio –, ma ha delle perplessità e pungola l'ambiente. Il pesarese ha iniziato bene in Malesia ("Con questa M1 è più facile essere veloci") salvo smarrirsi e risollevarsi solo in Qatar, nel finale, con il 2° tempo. La M1 resta troppo sensibile alle variabili e continua a masticare le gomme peggio di un teenager con il chewing gum. "Il complesso non è male – dice Vale -, ma dobbiamo fare un passo avanti e lavorare molto con l’elettronica perché Honda e Ducati lì sono messe meglio". Insomma, il sogno della Decima per Rossi resta vivo, ma al momento pare piuttosto remoto.

 

LA ALTRE — Valori non del tutto definiti davanti, con le altre in agguato. A cominciare dalla Suzuki, in progressione grazie al meticoloso lavoro di un Rins in ascesa e qualche lampo dell’indecifrabile Iannone, onesto nel "non voler prendere in giro alcuno con exploit che non contano", ma brillante nel secondo giorno in Qatar. Miglioramenti per la Ktm, chiamata a crescere per spiccare il salto di qualità nel 2019 quando raddoppierà le moto, e anche l’Aprilia. La casa di Noale progredisce, ma il vertice è ancora lontano: il nuovo telaio soddisfa Aleix Espargaro e Redding, che aspettano dal nuovo motore, atteso per il primo GP, la spinta per arrivare a "lottare per top-10 e top-5" come nei desiderata dei vertici del team. Da non trascurare un dato: Suzuki, Ktm e Aprilia hanno maggiore libertà di test e motori (ben 9) aggiornabili in corso d’opera, mentre le tre sorelle (Honda, Ducati e Yamaha), una volta omologati i loro (solo 7), non potranno più mettervi le mani. Più che la guerra delle alette, con una sola modifica consentita alla carena omologata, è questo l’elemento tecnico di maggiore incidenza.

 

MERCATO — Doveva essere la stagione dei fuochi di artificio per i possibili cambi di tuta, ma alcuni botti pirotecnici sono già esplosi: Vinales ha annunciato il rinnovo in Yamaha a gennaio, alla presentazione della M1, e Marquez lo ha fatto fra un test e l’altro con parole al miele per la Honda. "La priorità era restare qui, ma ho voluto vedere l’inizio del nuovo progetto per chiudere la questione senza avere altri pensieri". Tradotto: Marc ha la mente libera e una moto velocissima, con cui può plausibilmente arrivare a quota 9 titoli per il 2020. I big da piazzare, con uno Zarco ben diretto verso la Ktm e la variabile Iannone, restano quindi i due della Ducati: trattativa non semplice che deve assecondare le richieste di Dovizioso, top rider consacrato e soprattutto uomo chiave di Borgo Panigale, e ridimensionare quelle di Lorenzo, che resta un fuoriclasse, ma non ha ancora trovato – ed è ora di farlo, alla svelta – il feeling con la Desmosedici.

CURIOSITÀ — Il mondiale arriva a 19 tappe, mai così tante, con alcuni GP accorciati e il debutto della Thailandia, a Buriram, collocata prima della solita triplice: la prospettiva di quattro 4 gare in 5 settimane in oriente somiglia a uno snodo cruciale. Fra i 24 iscritti, di 10 nazionalità (Spagna, Italia, Inghilterra, Australia, Belgio, Francia, Giappone, Malesia, R.Ceca, Svizzera), ci sono 5 debuttanti: Luthi, Nakagami, Simeon, Syahrin e soprattutto Franco Morbidelli, l’iridato della Moto2 che sta prendendo gradualmente confidenza con la sua Honda Vds, mostrando qualità e progressione. 'Morbido' è il quinto italiano in griglia con l’eterno Rossi – a 39 anni inizia la stagione n.23! -, Dovizioso, Petrucci e Iannone, mentre 12 sono i campioni del mondo e ben 21 hanno vinto un GP in una delle tre classi: all’appello mancano Aleix Espargaro, Danilo Petrucci e Hafizh Syahrin. Tutti in carena, emozioni garantite.

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MotoGP, Rossi carico: "Si parte! Io e la Yamaha siamo pronti" Domenica in Qatar la prima prova iridata, il campione pesarese è fiducioso: "Ci sono ancora alcune cose da migliorare sulla moto ma nel team abbiamo fame di vittorie. Sarà un 2018 interessante, con molti piloti veloci. Ma noi faremo del nostro meglio"

Nove titoli iridati vinti, il sogno del decimo continua per Valentino Rossi. E domenica riparte dal Qatar, sede della prima prova iridata 2018 della MotoGP. La nuova stagione è ai nastri di partenza e il pesarese sarà ancora una volta l'uomo da seguire. Il pesarese della Yamaha sa che a 39 anni battere avversari ragazzini non è uno scherzo. Ma la motivazione è intatta, come la voglia di sistemare una moto che nei test pre-stagionali ha dimostrato di essere competitiva, ma forse ancora un pelo indietro rispetto a Honda e Ducati.

TUTTI SPINGIAMO — In Qatar Rossi ha vinto 4 volte, 4 volte è giunto secondo e una volta terzo: "Finalmente si ricomincia - ha detto il campione italiano - la prima gara dopo i test è sempre un momento speciale. I test hanno dimostrato che abbiamo punti forti e punti deboli, c'è da lavorare ma in Yamaha tutti spingono per fare belle gare e vincere".
IN TANTI VELOCI — Rossi vuole sfruttare i turni di prova per sistemare quello che ancora non funziona (dopo i test si era lamentato di un lavoro migliore sull'elettronica fatto dai rivali): "C'è da fare ancora passi avanti nei turni di prove libere - ha detto - mi sento bene, l'allenamento è stato buono e sono pronto a cominciare con tutto il team. Sarà una stagione interessante, sembra che saremo in tanti a essere veloci, faremo del nostro meglio".

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Finchè non vene lu mohicano a scrive che le moto non so uno sport perchè conta troppo il mezzo sta discussione non ha senso d'esiste

perchè questa ironia?

c'ha ragione lu mohicano, comunque

 

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perche la moto gp parte alle 17:00 e non alle 20:00 come di consueto ?

 

Perché rossi c ha una cena alle 8 e mezza e non può mancare

 

non riesco a smettere di ridere!

 

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MotoGp Honda, Morbidelli: «Sarà importante iniziare bene

© AFPS

Il campione in carica della Moto2 cercherà di imparare in fretta i segreti della nuova categoria

ROMA – Si avvicina il momento dell'esordio in MotoGp per il Campione del Mondo in carica della Moto2 Franco Morbidelli. Il pilota della VR46 Academy, che quest'anno difende i colori del Team Estrella Galicia Marc VDS, sa di giocarsi molto in questa stagione e non nasconde le proprie emozioni: «Ho buone sensazioni. Non vedo l’ora di prendere parte alla mia prima gara in MotoGp e voglio che il fine settimana sia produttivo. Lavoro bene con la mia scuderia e questa è una grande cosa; voglio mettere in pista le migliori sensazioni. Sarà importante iniziare da dove abbiamo lasciato nei test sulla stessa pista poco distanti dalle prime Honda».

ROOKIE «Una volta raggiunto questo punto, sarebbe un'ottima cosa migliorare sul passo e fare progressi con la messa a punto. L’obiettivo per questa stagione è essere il primo degli esordienti e so che lotterò con molti dei miei rivali in Moto2. Darò il massimo; penso che abbiamo un buon pacchetto; sono pronto per iniziare la bagarre». Ha concluso Morbidelli. Ha parlato di lui anche il suo team manager Michael Bartholemy: «Franco ha dovuto imparare tante cose in poco tempo e, soprattutto, con soli quattro test a disposizione ha fatto troppi pochi giri sulla moto. Credo che l’unico obiettivo di questo fine settimana sia fare esperienza e finire la gara. Il GP sarà solo una tappa di adattamento alla nuova classe. La cosa importante è essere metodici e pazienti».

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È ufficiale, Valentino Rossi rinnova con la Yamaha: corre fino al 2020 Il pesarese ha firmato con la Casa di Iwata un biennale e dunque correrà in MotoGP altre due stagioni oltre a quella in partenza nel 2018. "Essere competitivi a 40 anni è una sfida grande, ma non ho cali di motivazione, è per questo che ho firmato per due anni"

È ufficiale, Valentino Rossi ha rinnovato il contratto con la Yamaha e correrà in MotoGP fino al 2020. Il pesarese, nove titoli iridati vinti e 115 vittorie, ha esordito nel Motomondiale nel 1996, disputando sin qui 365 GP di cui 273 nella classe regina. Il sodalizio con la Yamaha è iniziato nel 2004 e dura fino ad oggi a parte due stagioni con la Ducati nel 2011 e nel 2012.

PARLA ROSSI — "Quando firmai l'ultimo contratto nel 2016 - dice Valentino in una nota - mi chiesi se non fosse l'ultimo. Allora decisi che avrei preso la decisione in queste due stagioni. Durante le quali ho capito che correre con la M1 mi fa stare bene. Lavorare col mio team, con Silvano (Galbusera; n.d.r.), Matteo (Flamigni; n.d.r.), i meccanici e gli ingegneri è un piacere. Ringrazio la Yamaha, Lin Jarvis e Maio Meregalli in particolare, per la fiducia che ripongono in me, perché la sfida è grande, restare competitivi a 40 anni. So che sarà difficile e richiederà tanto impegno da parte mia, ma non ho cali di motivazione. È per questo che ho firmato per due anni".

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È ufficiale, Valentino Rossi rinnova con la Yamaha: corre fino al 2020 Il pesarese ha firmato con la Casa di Iwata un biennale e dunque correrà in MotoGP altre due stagioni oltre a quella in partenza nel 2018. "Essere competitivi a 40 anni è una sfida grande, ma non ho cali di motivazione, è per questo che ho firmato per due anni"

È ufficiale, Valentino Rossi ha rinnovato il contratto con la Yamaha e correrà in MotoGP fino al 2020. Il pesarese, nove titoli iridati vinti e 115 vittorie, ha esordito nel Motomondiale nel 1996, disputando sin qui 365 GP di cui 273 nella classe regina. Il sodalizio con la Yamaha è iniziato nel 2004 e dura fino ad oggi a parte due stagioni con la Ducati nel 2011 e nel 2012.

PARLA ROSSI "Quando firmai l'ultimo contratto nel 2016 - dice Valentino in una nota - mi chiesi se non fosse l'ultimo. Allora decisi che avrei preso la decisione in queste due stagioni. Durante le quali ho capito che correre con la M1 mi fa stare bene. Lavorare col mio team, con Silvano (Galbusera; n.d.r.), Matteo (Flamigni; n.d.r.), i meccanici e gli ingegneri è un piacere. Ringrazio la Yamaha, Lin Jarvis e Maio Meregalli in particolare, per la fiducia che ripongono in me, perché la sfida è grande, restare competitivi a 40 anni. So che sarà difficile e richiederà tanto impegno da parte mia, ma non ho cali di motivazione. È per questo che ho firmato per due anni".

Bah. Stessa sindrome di Totti

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Mi sembra di rivedere il film degli anni passati,qualifiche indecenti del dottore,marquez sempre lì, ce li fa crede..poi l'incula..

Me sbaglierò...

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incredibile la trasformazione del dovi nel giro di anno.....ragiona e corre da campione ed e l'unico a vincere un corpo a corpo con marquez

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Ci siamo ritrovati dove ci eravamo lasciati..l'unica novità dopo la qualifica indecente di rossi,che è partito bene ed aveva il crono dei primi due,senza nessun crollo della gomma posteriore,terzo posto giusto e meritato.

Modificato da ternano_84

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è caduto per problemi tecnici, non per un errore.

Aspettiamo qualche altra gara per giudicare.

Certamente quest anno deve far bene!

Può succedere pure che non sia la moto adatta a lui..aspettiamo e vediamo..ma dopo tutte quelle che ne ho sentite su rossi...solo il tempo dirà chi può guidare questa ducati che non è come quella che guidava rossi.

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è caduto per problemi tecnici, non per un errore.

Aspettiamo qualche altra gara per giudicare.

Certamente quest anno deve far bene!

Mi auguro che Lorenzo possa far bene, perché Il mondiale costruttori per la casa bolognese è importantissimo!!

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