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Bilancio finale: è retrocessa Terni

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Seguo la ternana dalla fine degli anni '70. Ho visto qualche promozione, qualche fallimento e qualche retrocessione. Ho visto il gol di D'Ermilio, ho sentito le dichiarazioni di Zampagna, ho mangiato il pollo freddo allo stadio, sono stato a Cesena e a Pesaro e ho fatto Terni-Brindisi andata e ritorno in giornata senza vedere altro che lo stadio e l'autogrill. Tutte emozioni, belle e brutte che riguardavano la Ternana. La Ternana era promossa, la Ternana era fallita, la Ternana era retrocessa. Terni no, Terni non era mai fallita né era mai retrocessa. Qualche volta è stata promossa, anche se non sempre, perché Terni giocava già in un campionato ben al di sopra di quello in cui militava la Ternana. Quest'anno invece, per la prima volta a memoria mia, è retrocessa Terni, e sarebbe retrocessa anche se la Unicusano per magia avesse salvato la pelle. E' retrocessa perché ha sbagliato tante, troppe partite questa stagione. All'esordio osannando e/o tollerando un gruppo di borgatari gonfiati con l'elio venuti giù dal cielo come gli angeli dell'annunciazione che come prima cosa hanno definito con il cambio del nome il distacco irrimediabile tra Terni e la Ternana, marcando il territorio del business con la fetida orina dell'arroganza. Non valgono certo a scusante per l'ignavia dimostrata dai ternani né il passato recente né la fiducia pregiudiziale che normalmente si accorda a chi non conosci. Primo perché il cambio di nome è già un'azione che qualifica chi la fa e che non può, per chi ha dignità, orgoglio e amor proprio passare impunita, secondo perché chi erano già lo sapevamo, li avevamo visti già all'opera a Fondi. Poi tante altre partite perse da Terni durante il campionato, la fiducia in un dilettante allo sbaraglio diventato chissà perché un modello da imitare per tanti poveri di spirito, l'ostinarsi a parlare di tattica e tecnica in un contesto di squallore profondo, l'ossessione per arbitri e sfortuna che denotano il provincialismo che regna nella conca. E poi le partite decisive e più amare perse da Terni. La divisione dei tifosi, immobili, in cerca di accrediti, acrimoniosi tra di loro più che artefici del proprio destino, volti a trovare un nemico più sui gradoni dello stadio che nella sede sociale, abbagliati da chissà quale visione del calciomercato invernale o improvvisa quasi resurrezione dettata dalle circostanze più che dal merito. I drammi esistenziali sul presentarsi o meno a Perugia tramutatisi di colpo nella caccia ai gufi, che qui nel forum, per una grande nemesi, si è concentrata sull'autore di un topic a sua volta protagonista anni fa di uno straordinario Strafadevedanculo ai gufi di allora. Con la ciliegina di ascoltare sulla radio ufficiale della lista civica di DJ Romolo nel post derby un ascoltatore dire che quella vittoria era una sconfitta dei troppi piagnoni ternani che non sanno apprezzare quanto di buono c'è in città sia nello sport che nella politica. E infine le ultime partite della stagione, quelle di questi giorni, anche esse perse, anche se ormai quasi irrilevanti, con l'attesa per la prossima campagna acquisti, il nuovo organigramma societario, il ripristino del nome, come se un campionato di vertice il prossimo anno, ammesso che dalle rape esca il sangue, cambiasse le cose. Se la Ternana fosse promossa riguarderebbe solo la Ternana. Per la promozione di Terni penso ci vorranno lustri se non una nuova generazione.

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Seguo la ternana dalla fine degli anni '70. Ho visto qualche promozione, qualche fallimento e qualche retrocessione. Ho visto il gol di D'Ermilio, ho sentito le dichiarazioni di Zampagna, ho mangiato il pollo freddo allo stadio, sono stato a Cesena e a Pesaro e ho fatto Terni-Brindisi andata e ritorno in giornata senza vedere altro che lo stadio e l'autogrill. Tutte emozioni, belle e brutte che riguardavano la Ternana. La Ternana era promossa, la Ternana era fallita, la Ternana era retrocessa. Terni no, Terni non era mai fallita né era mai retrocessa. Qualche volta è stata promossa, anche se non sempre, perché Terni giocava già in un campionato ben al di sopra di quello in cui militava la Ternana. Quest'anno invece, per la prima volta a memoria mia, è retrocessa Terni, e sarebbe retrocessa anche se la Unicusano per magia avesse salvato la pelle. E' retrocessa perché ha sbagliato tante, troppe partite questa stagione. All'esordio osannando e/o tollerando un gruppo di borgatari gonfiati con l'elio venuti giù dal cielo come gli angeli dell'annunciazione che come prima cosa hanno definito con il cambio del nome il distacco irrimediabile tra Terni e la Ternana, marcando il territorio del business con la fetida orina dell'arroganza. Non valgono certo a scusante per l'ignavia dimostrata dai ternani né il passato recente né la fiducia pregiudiziale che normalmente si accorda a chi non conosci. Primo perché il cambio di nome è già un'azione che qualifica chi la fa e che non può, per chi ha dignità, orgoglio e amor proprio passare impunita, secondo perché chi erano già lo sapevamo, li avevamo visti già all'opera a Fondi. Poi tante altre partite perse da Terni durante il campionato, la fiducia in un dilettante allo sbaraglio diventato chissà perché un modello da imitare per tanti poveri di spirito, l'ostinarsi a parlare di tattica e tecnica in un contesto di squallore profondo, l'ossessione per arbitri e sfortuna che denotano il provincialismo che regna nella conca. E poi le partite decisive e più amare perse da Terni. La divisione dei tifosi, immobili, in cerca di accrediti, acrimoniosi tra di loro più che artefici del proprio destino, volti a trovare un nemico più sui gradoni dello stadio che nella sede sociale, abbagliati da chissà quale visione del calciomercato invernale o improvvisa quasi resurrezione dettata dalle circostanze più che dal merito. I drammi esistenziali sul presentarsi o meno a Perugia tramutatisi di colpo nella caccia ai gufi, che qui nel forum, per una grande nemesi, si è concentrata sull'autore di un topic a sua volta protagonista anni fa di uno straordinario Strafadevedanculo ai gufi di allora. Con la ciliegina di ascoltare sulla radio ufficiale della lista civica di DJ Romolo nel post derby un ascoltatore dire che quella vittoria era una sconfitta dei troppi piagnoni ternani che non sanno apprezzare quanto di buono c'è in città sia nello sport che nella politica. E infine le ultime partite della stagione, quelle di questi giorni, anche esse perse, anche se ormai quasi irrilevanti, con l'attesa per la prossima campagna acquisti, il nuovo organigramma societario, il ripristino del nome, come se un campionato di vertice il prossimo anno, ammesso che dalle rape esca il sangue, cambiasse le cose. Se la Ternana fosse promossa riguarderebbe solo la Ternana. Per la promozione di Terni penso ci vorranno lustri se non una nuova generazione.

 

Mai l'avrei detto, ma sono d'accordo su ogni singola parola.

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Dopo questa "pontificata", voglio chiederti: soluzioni per migliorare la situazione?

No perchè sono cose che leggo (leggiamo) da più o meno 10 anni e di processi ne sono già stati fatti tanti. Sono, purtroppo, le risposte che mancano: te che proporresti?

Modificato da doginho

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Seguo la ternana dalla fine degli anni '70. Ho visto qualche promozione, qualche fallimento e qualche retrocessione. Ho visto il gol di D'Ermilio, ho sentito le dichiarazioni di Zampagna, ho mangiato il pollo freddo allo stadio, sono stato a Cesena e a Pesaro e ho fatto Terni-Brindisi andata e ritorno in giornata senza vedere altro che lo stadio e l'autogrill. Tutte emozioni, belle e brutte che riguardavano la Ternana. La Ternana era promossa, la Ternana era fallita, la Ternana era retrocessa. Terni no, Terni non era mai fallita né era mai retrocessa. Qualche volta è stata promossa, anche se non sempre, perché Terni giocava già in un campionato ben al di sopra di quello in cui militava la Ternana. Quest'anno invece, per la prima volta a memoria mia, è retrocessa Terni, e sarebbe retrocessa anche se la Unicusano per magia avesse salvato la pelle. E' retrocessa perché ha sbagliato tante, troppe partite questa stagione. All'esordio osannando e/o tollerando un gruppo di borgatari gonfiati con l'elio venuti giù dal cielo come gli angeli dell'annunciazione che come prima cosa hanno definito con il cambio del nome il distacco irrimediabile tra Terni e la Ternana, marcando il territorio del business con la fetida orina dell'arroganza. Non valgono certo a scusante per l'ignavia dimostrata dai ternani né il passato recente né la fiducia pregiudiziale che normalmente si accorda a chi non conosci. Primo perché il cambio di nome è già un'azione che qualifica chi la fa e che non può, per chi ha dignità, orgoglio e amor proprio passare impunita, secondo perché chi erano già lo sapevamo, li avevamo visti già all'opera a Fondi. Poi tante altre partite perse da Terni durante il campionato, la fiducia in un dilettante allo sbaraglio diventato chissà perché un modello da imitare per tanti poveri di spirito, l'ostinarsi a parlare di tattica e tecnica in un contesto di squallore profondo, l'ossessione per arbitri e sfortuna che denotano il provincialismo che regna nella conca. E poi le partite decisive e più amare perse da Terni. La divisione dei tifosi, immobili, in cerca di accrediti, acrimoniosi tra di loro più che artefici del proprio destino, volti a trovare un nemico più sui gradoni dello stadio che nella sede sociale, abbagliati da chissà quale visione del calciomercato invernale o improvvisa quasi resurrezione dettata dalle circostanze più che dal merito. I drammi esistenziali sul presentarsi o meno a Perugia tramutatisi di colpo nella caccia ai gufi, che qui nel forum, per una grande nemesi, si è concentrata sull'autore di un topic a sua volta protagonista anni fa di uno straordinario Strafadevedanculo ai gufi di allora. Con la ciliegina di ascoltare sulla radio ufficiale della lista civica di DJ Romolo nel post derby un ascoltatore dire che quella vittoria era una sconfitta dei troppi piagnoni ternani che non sanno apprezzare quanto di buono c'è in città sia nello sport che nella politica. E infine le ultime partite della stagione, quelle di questi giorni, anche esse perse, anche se ormai quasi irrilevanti, con l'attesa per la prossima campagna acquisti, il nuovo organigramma societario, il ripristino del nome, come se un campionato di vertice il prossimo anno, ammesso che dalle rape esca il sangue, cambiasse le cose. Se la Ternana fosse promossa riguarderebbe solo la Ternana. Per la promozione di Terni penso ci vorranno lustri se non una nuova generazione.

vabbe se proprio vogliamo essere seri, Terni non è retrocessa, Terni è fallita. E forse non ce lo rendiamo conto ma saranno cazzi per tutti nei prossimi anni.

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Parole sante

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Seguo la ternana dalla fine degli anni '70. Ho visto qualche promozione, qualche fallimento e qualche retrocessione. Ho visto il gol di D'Ermilio, ho sentito le dichiarazioni di Zampagna, ho mangiato il pollo freddo allo stadio, sono stato a Cesena e a Pesaro e ho fatto Terni-Brindisi andata e ritorno in giornata senza vedere altro che lo stadio e l'autogrill. Tutte emozioni, belle e brutte che riguardavano la Ternana. La Ternana era promossa, la Ternana era fallita, la Ternana era retrocessa. Terni no, Terni non era mai fallita né era mai retrocessa. Qualche volta è stata promossa, anche se non sempre, perché Terni giocava già in un campionato ben al di sopra di quello in cui militava la Ternana. Quest'anno invece, per la prima volta a memoria mia, è retrocessa Terni, e sarebbe retrocessa anche se la Unicusano per magia avesse salvato la pelle. E' retrocessa perché ha sbagliato tante, troppe partite questa stagione. All'esordio osannando e/o tollerando un gruppo di borgatari gonfiati con l'elio venuti giù dal cielo come gli angeli dell'annunciazione che come prima cosa hanno definito con il cambio del nome il distacco irrimediabile tra Terni e la Ternana, marcando il territorio del business con la fetida orina dell'arroganza. Non valgono certo a scusante per l'ignavia dimostrata dai ternani né il passato recente né la fiducia pregiudiziale che normalmente si accorda a chi non conosci. Primo perché il cambio di nome è già un'azione che qualifica chi la fa e che non può, per chi ha dignità, orgoglio e amor proprio passare impunita, secondo perché chi erano già lo sapevamo, li avevamo visti già all'opera a Fondi. Poi tante altre partite perse da Terni durante il campionato, la fiducia in un dilettante allo sbaraglio diventato chissà perché un modello da imitare per tanti poveri di spirito, l'ostinarsi a parlare di tattica e tecnica in un contesto di squallore profondo, l'ossessione per arbitri e sfortuna che denotano il provincialismo che regna nella conca. E poi le partite decisive e più amare perse da Terni. La divisione dei tifosi, immobili, in cerca di accrediti, acrimoniosi tra di loro più che artefici del proprio destino, volti a trovare un nemico più sui gradoni dello stadio che nella sede sociale, abbagliati da chissà quale visione del calciomercato invernale o improvvisa quasi resurrezione dettata dalle circostanze più che dal merito. I drammi esistenziali sul presentarsi o meno a Perugia tramutatisi di colpo nella caccia ai gufi, che qui nel forum, per una grande nemesi, si è concentrata sull'autore di un topic a sua volta protagonista anni fa di uno straordinario Strafadevedanculo ai gufi di allora. Con la ciliegina di ascoltare sulla radio ufficiale della lista civica di DJ Romolo nel post derby un ascoltatore dire che quella vittoria era una sconfitta dei troppi piagnoni ternani che non sanno apprezzare quanto di buono c'è in città sia nello sport che nella politica. E infine le ultime partite della stagione, quelle di questi giorni, anche esse perse, anche se ormai quasi irrilevanti, con l'attesa per la prossima campagna acquisti, il nuovo organigramma societario, il ripristino del nome, come se un campionato di vertice il prossimo anno, ammesso che dalle rape esca il sangue, cambiasse le cose. Se la Ternana fosse promossa riguarderebbe solo la Ternana. Per la promozione di Terni penso ci vorranno lustri se non una nuova generazione.

Preciso.

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Avrei usato una dialettica un po' più de casa nostra.....perchè almeno quella ce l'avemo ancora, il resto sembra che si sia buttato tutto nel cesso per un anno intero ed ora si sta cercando di riprenderlo facenno pure li scrifignosi!!!

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Apri il topic sulla retrocessione di Unicusano proprio per sottolineare che retrocedevano tutte le componenti. La Ternana e' conosciuta non certo per il suo blasone, ma per i colori unici ed in suoi tifosi.

Si diceva un tempo "chi tifa Ternana non perde mai". Oggi non e' piu' cosi'.

 

Copio/incollo da quel topic

 

Retrocede la città', che mai più' dopo gli anni '70 ha saputo esprimere una sinergia tra tutte le sue componenti in ogni ambito, e dunque anche in quello calcistico e sportivo in generale. Una città' ripiegata da tempo su se stessa, senza idee, progetti, basi e prospettive. Senza infrastrutture sportive degne di nota ed adeguate al 2018. Una città' servile, clientelare, corrotta, affarista di bassa lega, incapace e mediocre.

La politica è in questo la massima espressione del livello attuale di Terni.

Una città' priva di spirito di iniziativa, e dunque priva di spirito imprenditoriale. Una città' divisa in piccolissime beghe di quartiere, in piccoli e insignificanti giardinetti privati.

Retrocede l'ambiente sportivo, privo di forze locali sostanziali e anch'esso di idee, ne' capace di creare sinergie anche coi territori e le realta' sportive, soprattutto giovanili, circostanti.

Retrocede il giornalismo locale che, allineatosi alla mediocrità' generale ed anzi, espressione perfetta del livello di grigiore, bruttezza e servilismo della città' , mai ha saputo e voluto essere un "quarto potere" capace di analizzare, criticare, indagare le societa' succedutesi come padroni incontrastati della città', al punto di offenderla più' volte senza che nessuno sia stato capace di porre un freno o alzare un dito.

Retrocede la tifoseria, dispiace dirlo ma, pur rimanendo la parte migliore di tutto, a Terni come ovunque (forse qui un po' di piu'), forse fiaccata e stanca di quello che è' oggi il calcio soprattutto in realtà' di provincia come la nostra, non ha più' la voglia e forse le capacita' di opporsi a questi barbari che tengono in ostaggio citta' e societa' calcistiche, favoriti da leggi e repressione che impediscono forme forti di opposizione e protesta. Un pubblico fiaccato anche dalla totale assenza di contatto e dialogo col potere politico ed economico locale, questi ultimi al limite interessati solo a qualche affaruccio da fare.

Una tifoseria che proprio per questo avrebbe dovuto cercare di organizzarsi diversamente, con gruppi di pressione, associazioni, etc. Per tutelare se stessa, la Ternana è il buon nome della città', ma che ha invece proseguito vecchie forme e antichi metodi. Una tifoseria divisa, poco consapevole delle sfide e delle capacita' che un calcio e un mondo così complesso, affarista e corrotto richiedono. Vittima dei social, dove tifosi singoli, col loro ciarlare senza cognizione, esprimono il basso livello culturale e anche sportivo della città'.

Infine, retrocede - naturalmente - soprattutto Unicusano, la pseudo-societa' che ha acquisito (?) la Ternana Calcio dai Longarini quest'estate.

Bandecchi, Ranucci, Pochesci, lo staff di dilettanti allo sbaraglio in Serie B. L'emblema è' il team manager (?), Emilio Mieli che, in una partita decisiva, riesce a sbagliare il numero del giocatore che deve uscire dal campo per lasciar posto all'esordiente acquisto di gennaio, tal Repossi, escludendo così gia' nel primo tempo di una gara decisiva il nostro miglior giocatore, Montalto.

O il ds Evangelisti, gia' indagato e condannato per calcioscommesse anni fa, capace di portare a Terni solo giocatori mediocri, a costo zero, o altri dal passato chiacchierato (mi riferisco a quelli che giocavano con l'Andria della salvezza comprata proprio a Terni).

Una societa', la Unicusano, di sola fuffa, che ritiene il calcio un mero mezzo di auto sponsorizzazione. Ma il calcio non è' una televendita, ed i valori tecnici, atletici, tattici e morali di una squadra alla fine contano ancora.

Non sapendo questo, si fa credere ad una città' assonnata che Cristo è' morto di freddo, e che tutto quanto è' stato fatto nel calcio finora in 150 anni poteva essere sovvertito dalle idee di un allenatore e di uno staff di dilettanti. Una societa' che voleva far credere che un mediocre allenatore di dilettanti, Pochesci, privo perfino del patentino da professionista, potesse portare una squadra di giocatori mediocri di Serie C addirittura in Serie A dopo due anni. Una societa' che ha creduto che bastasse che il suo "patron", Bandecchi, arrivasse in elicottero a Terni per dar l'idea che fosse ricca.

Che ha creduto di poter cancellare in un attimo tutto quanto di buono costruito e salvato in modo spettacolare l'anno precedente dallo staff formatosi intorno a Pagni e Liverani, dimostrando il totale livello di incompetenza, supponenza, cialtroneria e inesperienza che la contraddistingue.

Che ha creduto che per fare calcio bastasse qualche televendita e training motivazionale degni dei peggiori concetti di aziende commerciali anni '80, mettendo alla guida di una squadra gia' scarsa, perche' allestita di soli giocatori di medio livello di C, un allenatore incapace, ma espressione perfetta di chi lo paga, con la sua cialtroneria, sbruffoneria, incompetenza e superbia. Caratteristiche che nello sport di un certo livello, a qualsiasi latitudine, non si vedono mai.

 

Terni, Ternana e Unicusano meritano, purtroppo, la Serie C.

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Seguo la ternana dalla fine degli anni '70. Ho visto qualche promozione, qualche fallimento e qualche retrocessione. Ho visto il gol di D'Ermilio, ho sentito le dichiarazioni di Zampagna, ho mangiato il pollo freddo allo stadio, sono stato a Cesena e a Pesaro e ho fatto Terni-Brindisi andata e ritorno in giornata senza vedere altro che lo stadio e l'autogrill. Tutte emozioni, belle e brutte che riguardavano la Ternana. La Ternana era promossa, la Ternana era fallita, la Ternana era retrocessa. Terni no, Terni non era mai fallita né era mai retrocessa. Qualche volta è stata promossa, anche se non sempre, perché Terni giocava già in un campionato ben al di sopra di quello in cui militava la Ternana. Quest'anno invece, per la prima volta a memoria mia, è retrocessa Terni, e sarebbe retrocessa anche se la Unicusano per magia avesse salvato la pelle. E' retrocessa perché ha sbagliato tante, troppe partite questa stagione. All'esordio osannando e/o tollerando un gruppo di borgatari gonfiati con l'elio venuti giù dal cielo come gli angeli dell'annunciazione che come prima cosa hanno definito con il cambio del nome il distacco irrimediabile tra Terni e la Ternana, marcando il territorio del business con la fetida orina dell'arroganza. Non valgono certo a scusante per l'ignavia dimostrata dai ternani né il passato recente né la fiducia pregiudiziale che normalmente si accorda a chi non conosci. Primo perché il cambio di nome è già un'azione che qualifica chi la fa e che non può, per chi ha dignità, orgoglio e amor proprio passare impunita, secondo perché chi erano già lo sapevamo, li avevamo visti già all'opera a Fondi. Poi tante altre partite perse da Terni durante il campionato, la fiducia in un dilettante allo sbaraglio diventato chissà perché un modello da imitare per tanti poveri di spirito, l'ostinarsi a parlare di tattica e tecnica in un contesto di squallore profondo, l'ossessione per arbitri e sfortuna che denotano il provincialismo che regna nella conca. E poi le partite decisive e più amare perse da Terni. La divisione dei tifosi, immobili, in cerca di accrediti, acrimoniosi tra di loro più che artefici del proprio destino, volti a trovare un nemico più sui gradoni dello stadio che nella sede sociale, abbagliati da chissà quale visione del calciomercato invernale o improvvisa quasi resurrezione dettata dalle circostanze più che dal merito. I drammi esistenziali sul presentarsi o meno a Perugia tramutatisi di colpo nella caccia ai gufi, che qui nel forum, per una grande nemesi, si è concentrata sull'autore di un topic a sua volta protagonista anni fa di uno straordinario Strafadevedanculo ai gufi di allora. Con la ciliegina di ascoltare sulla radio ufficiale della lista civica di DJ Romolo nel post derby un ascoltatore dire che quella vittoria era una sconfitta dei troppi piagnoni ternani che non sanno apprezzare quanto di buono c'è in città sia nello sport che nella politica. E infine le ultime partite della stagione, quelle di questi giorni, anche esse perse, anche se ormai quasi irrilevanti, con l'attesa per la prossima campagna acquisti, il nuovo organigramma societario, il ripristino del nome, come se un campionato di vertice il prossimo anno, ammesso che dalle rape esca il sangue, cambiasse le cose. Se la Ternana fosse promossa riguarderebbe solo la Ternana. Per la promozione di Terni penso ci vorranno lustri se non una nuova generazione.

Hai dolorosamente ragione.

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Dopo questa "pontificata", voglio chiederti: soluzioni per migliorare la situazione?

 

No perchè sono cose che leggo (leggiamo) da più o meno 10 anni e di processi ne sono già stati fatti tanti. Sono, purtroppo, le risposte che mancano: te che proporresti?

Senza un armiamoci e partite di scarso effetto e poca dignità, cominciamo ad evitare lo squallore che puoi leggere nel topic "nuovo acquirente per la ternana" proprio in questo forum. Iniziamo dai piccoli passi.

Ero per l'unità dei tifosi, ora penso invece che una sana, netta e irreversibile divisione tra chi continua a leccare, accettare e giustificare ogni merda possibile e chi invece si oppone, anche solo a parole, anche solo con l'indifferenza, sia la necessaria base di partenza per la ricostruzione di una tifoseria dignitosa prima e di una comunità civile poi in questa città

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Senza un armiamoci e partite di scarso effetto e poca dignità, cominciamo ad evitare lo squallore che puoi leggere nel topic "nuovo acquirente per la ternana" proprio in questo forum. Iniziamo dai piccoli passi.

Ero per l'unità dei tifosi, ora penso invece che una sana, netta e irreversibile divisione tra chi continua a leccare, accettare e giustificare ogni merda possibile e chi invece si oppone, anche solo a parole, anche solo con l'indifferenza, sia la necessaria base di partenza per la ricostruzione di una tifoseria dignitosa prima e di una comunità civile poi in questa città

Applausi!

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Bell'intervento, ben scritto.

 

Purtroppo pero' cade in diversi errori concettuali, molto comuni ma pur sempre errori.

 

Mi riferisco soprattutto alle tante generalizzazioni. Del tipo:

- "l'ignavia dimostrata dai ternani..." Tutti?

- "Per la promozione di Terni..." Che tipo di promozione o retrocessione? In quale campo? Come viene promossa o retrocessa una citta' intera?

 

Ma l'errore principale e' quello di assimilare un'azienda/associazione sportiva a un'intera comunita'. Certo, la squadra di calcio cittadina a Terni non e' paragonabile alla squadra di volley, di basket o di ruzzolone. E' piu' importante. OK. Ma parliamo pur sempre di una singola azienda/associazione sportiva, seguita attivamente da una media di poche migliaia di persone ogni 2 settimane su una citta' di 111.000 persone e una provincia di 230.000. Significa che oltre 220.000 ternani (intesi come provincia di Terni) su 230.000 allo stadio non ci vanno nemmeno quando il biglietto costa 1 euro e i figli entrano gratis. Questa e' la realta' matematica dei fatti.

 

Questo senza sottolineare che non sempre e non necessariamente le sorti economico-culturali-politiche di una comunita' vanno a braccetto con quelle dell'azienza/associazione sportiva piu' seguita. A volte hai cittadine come Crotone, col tasso di disoccupazione piu' alto d'Italia, che portano la squadra di calcio in serie A. E al contrario squadre di citta' grandi e ricche come Verona o Bologna che qualche volta retrocedono.

 

Ma vabbe', questa e' solo la mia umilissima e approssimativa opinione.

Modificato da Lu Cignale
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Seguo la ternana dalla fine degli anni '70. Ho visto qualche promozione, qualche fallimento e qualche retrocessione. Ho visto il gol di D'Ermilio, ho sentito le dichiarazioni di Zampagna, ho mangiato il pollo freddo allo stadio, sono stato a Cesena e a Pesaro e ho fatto Terni-Brindisi andata e ritorno in giornata senza vedere altro che lo stadio e l'autogrill. Tutte emozioni, belle e brutte che riguardavano la Ternana. La Ternana era promossa, la Ternana era fallita, la Ternana era retrocessa. Terni no, Terni non era mai fallita né era mai retrocessa. Qualche volta è stata promossa, anche se non sempre, perché Terni giocava già in un campionato ben al di sopra di quello in cui militava la Ternana. Quest'anno invece, per la prima volta a memoria mia, è retrocessa Terni, e sarebbe retrocessa anche se la Unicusano per magia avesse salvato la pelle. E' retrocessa perché ha sbagliato tante, troppe partite questa stagione. All'esordio osannando e/o tollerando un gruppo di borgatari gonfiati con l'elio venuti giù dal cielo come gli angeli dell'annunciazione che come prima cosa hanno definito con il cambio del nome il distacco irrimediabile tra Terni e la Ternana, marcando il territorio del business con la fetida orina dell'arroganza. Non valgono certo a scusante per l'ignavia dimostrata dai ternani né il passato recente né la fiducia pregiudiziale che normalmente si accorda a chi non conosci. Primo perché il cambio di nome è già un'azione che qualifica chi la fa e che non può, per chi ha dignità, orgoglio e amor proprio passare impunita, secondo perché chi erano già lo sapevamo, li avevamo visti già all'opera a Fondi. Poi tante altre partite perse da Terni durante il campionato, la fiducia in un dilettante allo sbaraglio diventato chissà perché un modello da imitare per tanti poveri di spirito, l'ostinarsi a parlare di tattica e tecnica in un contesto di squallore profondo, l'ossessione per arbitri e sfortuna che denotano il provincialismo che regna nella conca. E poi le partite decisive e più amare perse da Terni. La divisione dei tifosi, immobili, in cerca di accrediti, acrimoniosi tra di loro più che artefici del proprio destino, volti a trovare un nemico più sui gradoni dello stadio che nella sede sociale, abbagliati da chissà quale visione del calciomercato invernale o improvvisa quasi resurrezione dettata dalle circostanze più che dal merito. I drammi esistenziali sul presentarsi o meno a Perugia tramutatisi di colpo nella caccia ai gufi, che qui nel forum, per una grande nemesi, si è concentrata sull'autore di un topic a sua volta protagonista anni fa di uno straordinario Strafadevedanculo ai gufi di allora. Con la ciliegina di ascoltare sulla radio ufficiale della lista civica di DJ Romolo nel post derby un ascoltatore dire che quella vittoria era una sconfitta dei troppi piagnoni ternani che non sanno apprezzare quanto di buono c'è in città sia nello sport che nella politica. E infine le ultime partite della stagione, quelle di questi giorni, anche esse perse, anche se ormai quasi irrilevanti, con l'attesa per la prossima campagna acquisti, il nuovo organigramma societario, il ripristino del nome, come se un campionato di vertice il prossimo anno, ammesso che dalle rape esca il sangue, cambiasse le cose. Se la Ternana fosse promossa riguarderebbe solo la Ternana. Per la promozione di Terni penso ci vorranno lustri se non una nuova generazione.

Preciso

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Bell'intervento, ben scritto.

 

Purtroppo pero' cade in diversi errori concettuali, molto comuni ma pur sempre errori.

 

Mi riferisco soprattutto alle tante generalizzazioni. Del tipo:

- "l'ignavia dimostrata dai ternani..." Tutti?

- "Per la promozione di Terni..." Che tipo di promozione o retrocessione? In quale campo? Come viene promossa o retrocessa una citta' intera?

 

Ma l'errore principale e' quello di assimilare un'azienda/associazione sportiva a un'intera comunita'. Certo, la squadra di calcio cittadina a Terni non e' paragonabile alla squadra di volley, di basket o di ruzzolone. E' piu' importante. OK. Ma parliamo pur sempre di una singola azienda/associazione sportiva, seguita attivamente da una media di poche migliaia di persone ogni 2 settimane su una citta' di 111.000 persone e una provincia di 230.000. Significa che oltre 220.000 ternani (intesi come provincia di Terni) su 230.000 allo stadio non ci vanno nemmeno quando il biglietto costa 1 euro e i figli entrano gratis. Questa e' la realta' matematica dei fatti.

 

Questo senza sottolineare che non sempre e non necessariamente le sorti economico-culturali-politiche di una comunita' vanno a braccetto con quelle dell'azienza/associazione sportiva piu' seguita. A volte hai cittadine come Crotone, col tasso di disoccupazione piu' alto d'Italia, che portano la squadra di calcio in serie A. E al contrario squadre di citta' grandi e ricche come Verona o Bologna che qualche volta retrocedono.

 

Ma vabbe', questa e' solo la mia umilissima e approssimativa opinione.

 

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Che poi alcune cose che scrive Semprerossoverde sono giustissime e lapalissiane.

 

Ma, lasciatemelo dire, quanto gli piace al ternano medio riempirsi la bocca delle solite frasi autoflagellatrici "retrocede la città, ci meritiamo la c come squadra e come città, ecc ecc" ?

Scrivo che Terni è retrocessa perchè fa figo e poi che faccio per migliorare la situazione? Nulla.

(non ce l'ho con l'autore del topic che ripeto, ha sottolineato alcune cose molto delicate e del tutto giuste, ma secondo me noi ternani siamo bravissimi a "processare la città" e un po' meno a dare soluzioni e risposte al problema, e vorrei si ragionasse più su questo).

Modificato da doginho

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