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Ussaro

RASSEGNA STAMPA "MAGNETICO"

Messaggi raccomandati

Proviamo a postare in questo forum i link o anche semplicemente i copia-incolla di articoli riguardanti la chiusura del magnetico...

 

Questo è ciò che ho trovato:

 

TERNI - " Chiudiamo acciaierie " . A rischio 1000 operai

iNews

Mille posti di lavoro a rischio alle acciaierie di Terni. La multinazionale

tedesca Thiessen Krupp, proprietaria della Acciai speciali ...

<http://www.inews.it/news.asp?q_id=81787>

 

LA Krupp licenzia 900 persone a Terni. Blocchi stradali, scioperi ...

L'Unità

La multinazionale Thiessen Krupp ha deciso in via definitiva di chiudere

la linea di produzione dello stabilimento Magnetico a Terni a partire

dal 28 agosto ...

<http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=...&TOPIC_ID=32489>

 

OPERAI delle acciaierie bloccano accessi a Terni

AudioNews

15.12: Tensione a Terni: gli operai delle Acciaierie speciali stanno bloccando

le principali vie d'accesso alla città dopo che la multinazionale tedesca

...

<http://www.audionews.it/notizia.asp?id=68677>

 

TERNI, chiudono le acciaierie: la citta' in rivolta

Adnkronos

Mobilitazione, iniziative di protesta, presidi, assemblee permanenti a

Terni per scongiurare il rischio di chiusura del reparto magnetico Ast

(Acciai speciali ...

<http://www.adnkronos.com/Economia/2004/Set...rni_290104.html>

 

TERNI in rivolta per la chiusura delle acciaierie

Giornale.it

Rivolta a Terni per la ventilata chiusura delle acciaierie. Blocchi stradali,

un albergo asediato dai lavoratori, ore di tensione ...

<http://www.giornale.it/folder/news29Gen2004160155.shtml>

 

SIDERURGIA: Tk vuole chiudere reparto magnetico di Ast Terni

Tiscali Notizie

(ANSA) TERNI,29 GEN- Dall'incontro con i vertici Thyssen Krupp si evince

la determinazione a chiudere il reparto magnetico dell'Ast, dichiara il

sindaco di ...

<http://mercati.finanza.tiscali.it/tiscali/...75&&r=0&u=0&k=0>

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beh via.... calcolando che è, in pratica, è una tragedia a livello locale e un disastro a livello nazionale........

spero che te siano sfuggiti il quadruplo de link che hai postato

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Per quanto riguarda la Rai, il Tg3 nazionale delle 19 ha dedicato un servizio di circa tre minuti (il primo di cronaca).

 

Il Tg2 delle 20,30 ha fatto un servizio di due minuti, dopo altri di cronaca.

 

Naturalmente il TG1 delle 20 non ha fatto parola dei fatti di Terni. :ph34r::ph34r::ph34r:

 

 

E su Mediaset? Chi ha visto TG5, Studio Aperto e TG4 ci aggiorni!

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un grazie ad Ussaro che mi ha informato riguardo tutto ciò che è accaduto oggi.

 

sono tragici eventi purtroppo.

 

Io non ne sò quasi niente di tutto questo comunque non bisogna mai fidarsi di queste multinazionali che guardano solo la proprio interesse.

 

io non sono per niente informato ma sento un malumore dentro...sperando che si sistemino per il meglio le cose, anche se sembra impossibile.

 

io sono un emerito ignorante riguardo gli eventi di oggi. L'unica cosa che sò, è che secondo me quel 51% non doveva essere venduto ad una multinazionale ed oggi paghiamo le conseguenze di quella scelta.

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dall'interno di liberazione

 

Gli operai delle acciaierie bloccano ancora l'autostrada. Martedì saranno a Roma. E venerdì scatta lo sciopero generale cittadino

Globalizzazione killer, Terni non si arrende

 

 

Manca poco al 9 febbraio, giorno in cui verrà scritta una pagina decisiva per il futuro dell'acciaieria di Terni. Per quella data è fissata infatti la riunione dei dirigenti della Thyessenkrupp che deciderà definitivamente sul futuro del settore magnetico. E quella data sembra ancora più vicina a chi in quell'occasione saprà se continuerà ad avere un lavoro, o se invece dovrà ricominciare daccapo. Ecco perché, anche se martedì prossimo è convocato a Roma il tavolo di confronto governo sindacati, la protesta non si ferma. Per martedì sono già pronti i pullman per manifestare davanti a palazzo Chigi.

Ma la lotta deve proseguire subito, le strade vengono bloccate e i presidi continuano a susseguirsi, così come le assemblee organizzative. Nell'ultima di ieri è stato indetto lo sciopero cittadino per venerdì prossimo: 8 ore di stop per tutte le categorie lavorative. Si fermerà tutta Terni. I lavoratori sono intenzionati ad andare fino in fondo, ad opporsi con tutte le forze a licenziamenti che li colpiscono per un solo motivo: perché sono alle dipendenze di una multinazionale che sposta lavoro e capitali da un punto all'altro del globo, senza interessarsi delle conseguenze. «L'acciaieria è la città e Terni è l'acciaieria - spiega Alessandro Rampiconi, segretario provinciale della Fiom-Cgil - E' la principale fonte di lavoro per gli abitanti, soprattutto per i giovani, che formano un terzo della forza lavoro».

 

L'acciaio cuore pulsante di Terni. E' così da sempre, da quel 1884 in cui nacquero i primi siti industriali. Oltre un secolo come impresa statalizzata, poi la privatizzazione, nel 1994, e l'inizio dei problemi. «Negli anni del declino industriale italiano, dal 1985 in poi, progressivamente i dipendenti sono passati dalle 8500 unità alle 3mila di oggi - spiega Rampiconi - In seguito, la legge sull'amianto ha permesso l'uscita dalla fabbrica di 600 operai di sesto livello, favorendo l'assunzione di molti giovani, con le forme contrattuali tristemente famose, come gli odierni contratti interinali».

 

La precarietà e la privatizzazione hanno indebolito le tutele per i lavoratori: «Dal 1996 lo stabilimento è passato interamente sotto la proprietà della Thyssenkrupp, che 5 anni più tardi ha deciso di scorporare la produzione nei due settori dell'inossidabile e del magnetico, con l'intento dichiarato di portare a livelli di eccellenza il secondo. Molti fra i sindacati hanno subito questa decisione, pochi altri, soprattutto a livello politico, come i rappresentanti locali di Rifondazione, avevano fiutato il pericolo. Ma gli operai, con la spada di Damocle del contratto a termine pendente sopra la testa, non se la sono sentita di portare avanti una ferma protesta».

 

Il settore magnetico, che oggi è a rischio chiusura, è quello che produce il lamierino, prodotto base per la produzione degli acciai speciali e riveste un ruolo strategico nell'industria siderurgica. Quello prodotto a Terni, unico sito in Italia, presenta le perdite magnetiche (problema principale del lamierino) più basse del mondo. E solo a Terni è conosciuta questa tecnologia di produzione. Ciononostante la Thyssenkrupp ha adottato una politica a dir poco controproducente: «Con la motivazione di essere il polo d'eccellenza, hanno cominciato a vendere al prezzo che decidevano loro, ignorando quello del mercato - è l'accusa di Rampiconi - Parallelamente l'apparato commerciale, funzione vitale per ogni azienda, viene trasferito ad Essen, in Germania, mentre in Italia giungono solo ordini a bassi ricavi e la produzione viene diminuita. Così sono state perse ampie fette di mercato e i bilanci sono finiti in rosso».

 

Dietro una gestione apparentemente fallimentare, non vanno sottovalutati gli interessi della Thyssenkrupp, che deve gestire un vero e proprio impero planetario: il "sacrificio" di Terni beneficia altri 2 stabilimenti della multinazionale, uno a Isberques, in Francia e l'altro a Gelsenkirchen in Germania, ai quali in questi anni è andata la maggior parte del lavoro. Niente di strano per un colosso leader mondiale nella produzione di acciaio inossidabile, attivo anche nelle aree dei servizi e dei beni strumentali, che è presente nei cinque continenti: dal Brasile al Sudafrica, dalla Russia alla Cina e all'Australia. In totale 191mila dipendenti, a cui vanno aggiunti gli 88mila delle società associate. E tutti loro possono ringraziare la globalizzazione se oggi il loro posto di lavoro è al sicuro tanto quanto una lamina d'acciaio sotto una pressa. Per eventuali dubbi, chiedere a Terni.

 

Andrea Milluzzi

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http://www.ilmanifesto.it/oggi/art42.html

«Non chiuderete la nostra fabbrica»

La rabbia dei siderurgici ternani sotto Palazzo Chigi. Il governo promette, il padrone tedesco vuole chiudere

LORIS CAMPETTI

ROMA

«Buttamo lu tedescu ne lu fornu». Il coro si leva forte e chiaro dal corteo che risale via del Corso, obiettivo palazzo Chigi blindato dalle forze dell'ordine. Il governo deve sentire, il rappresentante della Thyssen Krupp deve sentire, e i parlamentari, e i sindacalisti che vanno a difendere il lavoro e la fabbrica di Terni: «L'acciaieria non si tocca/ la difenderemo con la lotta», perché «se chiude la fabbrica chiude la città». Un assaggio della rabbia dell'intera comunità ternana è calata su Roma, una delegazione di centinaia di operai dell'unica acciaieria che in Italia produce il magnetico. L'Italia è il paese europeo in cui il consumo di quest'acciaio è più alto, la Thyssen Krupp lo produce ma ha annunciato che il 9 febbraio avvierà le procedure per la chiusura del reparto con tanti saluti per i 900 operai che ci lavorano. Dicono i tedeschi che lo stabilimento ternano non è economico. Effettivamente per esserlo dovrebbe produrre mentre l'azienda lo lascia deperire, perché tanto ci sono gli stabilimenti tedeschi e francesi dello stesso gruppo per rispondere alla domanda italiana. E lo stato francese, che sarà pure sciovinista ma non fesso, ha il 20% della società e i padroni tedeschi devono fare attenzione prima di alzare la voce. Sono giovanissimi i ragazzi venuti a gridare sotto le finestre del governo. Tra ristrutturazioni e uscite anticipate per l'amianto la fabbrica si è ringiovanita. Molti sono precari, flessibili, chi a termine e chi in formazione lavoro. I meno giovani in molti casi sono operai monoreddito, fa impressione vedere un cinquantenne piangere. I meno giovani gridano slogan con la cadenza tipica di chi ha alle spalle una vita di lotta sindacale, i ragazzi sono più sbarazzini, trasgressivi, la curva sud della classe operaia ternana. Tutti sono diffidenti: sono contenti che i parlamentari di tutti i colori si schierino con loro, così come gli amministratori, persino il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta dice in trattativa che ha aperto un contensioso con il governo tedesco, Berlusconi ne ha parlato con il cancelliere Schroeder, anzi, gli telefonato anche poco fa, manda a dire l'esecutivo. Ma loro, gli operai, sono diffidenti: «Gli applausi dopo, caso mai». E dire che sono coccolati, questi lavoratori. Il sindaco di Roma è preoccupato per il loro futuro, quello di Terni oltre che preoccupato è piuttosto incazzato, come la presidente della regione. Al presidio operaio arriva anche Fausto Bertinotti, qualche parlamentare, il segretario della Fiom Gianni Rinaldini che promette dal megafono: «Non c'è trattativa con l'azienda, non ci sarà finché non sparisce la minaccia dei licenziamenti».

 

Letta incontra prima i rappresentanti istituzionali e quindi inizia il confronto con i sindacalisti, poi si riunisce con i dirigenti tedeschi, che prima dell'incontro ribadiscono: «Chiuderemo il magnetico». C'è un problema sociale che riguarda una intera comunità, che venerdì chiuderà i battenti per uno sciopero generale cittadino. C'è un problema nazionale che riguarda l'assenza di una politica industriale del governo. Mentre scriviamo l'incontro a palazzo Chigi continua, come continuano gli scioperi a Terni e il blocco delle merci in uscita alle portinerie.

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http://www.liberazione.it/giornale/040204/...XX_6-LAV-02.pdf

 

Dieci pullman, seicento lavoratori nella capitale per far sentire la propria voce. Fino a tarda notte l'incontro tra sindacati, governo e azienda La rabbia di Terni a Roma

 

 

Dieci pullman colmi, più un corteo di macchine per chi non ha trovato posto nei mezzi noleggiati dai sindacati. In totale sono circa 600 le persone che ieri pomeriggio alle 3 sono partiti da Terni alla volta di Roma per far sentire la loro voce sotto palazzo Chigi dove il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, il ministro Antonio Marzano e il sottosegretario Valducci, hanno incontrato le istituzioni ed i sindacati di Terni e dell'Umbria per discutere del "pasticcio Krupp". Altri 500 operai sono rimasti davanti all'acciaieria per continuare i presidi ed il blocco che da giovedì scorso sta impedendo la fuoriuscita di un solo grammo di materiale dallo stablimento.

Un corteo di bandiere, trombette e striscioni ha percorso i chilometri che separano Terni da Roma in un clima di rabbia e disillusione per una situazione che solo adesso è diventata oggetto dell'interesse del governo. Il risultato che tutti si apettavano da ieri era di innalzare la questione a livello nazionale, di vedere le istituzioni nazionali impegnarsi per l'apertura di un confronto nelle sedi internazionali con la Thyssenkrupp e con il governo tedesco.

 

Con questa speranza la folla di operai è arrivata verso le 17 e 30 a Roma dove a piazza SS. Apostoli sono subito stati bloccati dalle forze dell'ordine, perché il numero dei partecipanti era superiore di quello preannunciato. Risolto il problema, il corteo si è mosso alla volta di piazza Colonna fra gli sguardi incuriositi dei romani che in molti hanno chiesto volantini e spiegazioni sul motivo di questa "trasferta" romana. Ad aprire le fila c'è lo striscione delle Rsu di Terni, mentre le bandiere agitate in aria sono quelle della Fiom-Cgil e della Fism-Cisl. Tutti i cartelli sono indirizzati alla multinazionale tedesca: «giù le mani dal magnetico»; «chiude la fabbrica, chiude la città» e «perché distruggere un'azienda sana?» sono alcuni degli slogan più significativi che si possono leggere sotto le finestre di palazzo Chigi. Molti anche i canti che sono stati intonati, quasi tutti ricalcati sui cori degli ultras della Ternana. Non a caso la grande maggioranza degli operai è composta da giovani, altro fattore subito balzato agli occhi dei cittadini della capitale.

 

«Noi non siamo un'italietta» è stato il coro simbolo della protesta, prontamente sottolineato dal sindaco di Terni Paolo Raffaelli che, prima di entrare a palazzo, ha dichiarato: «questa frase sta a significare che da questo incontro devono uscire tre punti fermi. Il primo è che la vertenza deve diventare nazionale, il secondo che il governo si impegni nella mediazione per l'apertura di un tavolo di confronto alla commissione Ue e il terzo è che l'acciaieria non deve chiudere».

 

Dopo il sindaco è stata la volta della governatrice dell'Umbria, Maria Rita Lorenzetti, che per prima cosa ha ringraziato gli operai per «essere qui» e poi ha bissato la richiesta al governo di «assumersi le proprie responsabilità».

 

Ad affiancare la lotta dei dipendenti dell'Ast, dopo le istituzioni locali, sono accorsi anche i rappresentanti nazionali dei partiti. Il primo a presentarsi a piazza Colonna è stato Fausto Bertinotti, promotore, insieme agli altri parlamentari del Prc, di una mozione diretta al ministro Marzano per sapere «cosa intenda urgentemente fare». Accolto da un fragoroso applauso e dal grido di «lavoro, lavoro, lavoro», il segretario di Rifondazione Comunista ha subito spiegato che «molta gente di questo Paese sta con voi. Nella lotta di Terni ci sono le preoccupazioni, l'ansia e la rabbia di molti altri lavoratori. Questo deve essere un punto di svolta per l'Italia intera. E' ora di finirla con i lavoratori che pagano per le colpe dei padroni».

 

Bertinotti chiude il suo intervento, mentre molti cercano di stringergli la mano, con un «arrivederci a venerdì», giorno di sciopero cittadino per tutta Terni.

 

Dopo il segretario del Prc è intervenuto Marco Rizzo: «il problema del lavoro e del salario devono essere al primo posto fra le priorità dell'Italia - ha affermato il capogruppo dei Comunisti Italiani alla camera dei deputati - e le rappresentanze politiche devono muoversi concretamente e non limitarsi alle parole».

 

«Che sia ritirata la procedura di licenziamento che la Thyssenkrupp vuole avviare a partire dal 9 febbraio prossimo»: è questo il primo passo che deve essere fatto secondo Gianni Rinaldini, segretario nazionale della Fiom-Cgil, che chiede al governo «l'assunzione piena di responsabilità».

 

Fra le centinaia di operai che alle dieci di sera nervosamente aspettano ancora qualche notizia dal palazzo dove da ore si sta discutendo del loro futuro, spunta Sandro Portelli, solidale con loro fin dall'inizio «e anche da più. La fabbrica è il cuore di Terni, la storia operaia della città è straordinaria e questa lotta è qualcosa di mai visto. Ecco perché io sto con loro e anche venerdì sarò in Umbria».

 

Alla fine, sembra si sia deciso di istituire un "tavolo" al ministero delle Attività produttive per cercare una soluzione tesa a superare il rischio del licenziamento per i 900 operai. Successivamente la questione tornerebbe a Palazzo Chigi per una verifica politica. Secondo fonti sindacali, inoltre, la riunione del consiglio di sorveglianza, che avrebbe dovuto ratificare la chiusura della Ast di Terni, sarebbe stata spostata dal 9 al 23 febbraio, per dare modo al "tavolo" di trovare una soluzione.

 

Prima dell'incontro ufficiale, i rappresentanti del governo hanno avuto un pre-vertice con i parlamentari dell'Umbria, che all'uscita hanno annunciato agli operai la volontà delle istituzioni di «portare la vertenza nelle sedi europee per aprire un confronto di merito. Martedì dovrebbe essere presentata al parlamento europeo una mozione unitaria di tutte le forze politiche italiane». Qualcuno grida «bravi», ma viene subito ammonito dai compagni: «bravi si dice alla fine, non prima». Il tempo delle promesse è finito, adesso gli operai dell'Ast vogliono vedere fatti concreti.

 

Andrea Milluzzi

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Terni: operai sul palco con Beppe Grillo

06/02/2004 - 22:39

Applausi e qualche battuta sulla multinazionale tedesca

(ANSA)-TERNI,6 FEB- E'arrivata anche sul palco dello spettacolo di Beppe Grillo,approdato questa sera proprio a Terni, la vertenza del reparto magnetico dell'Ast. Prima dell'inizio una delegazione di operai e' infatti salita sul palco con il comico genovese. Molti gli applausi. Poi Grillo ha aperto il suo monologo con alcune battute dedicate alla multinazionale tedesca. Oggi a Terni si sono svolti una grande manifestazione e lo sciopero cittadino contro l'ipotesi dei tagli al reparto magnetico.

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A parte TG1 /pranzo e cena di ieri con relativo Papa, ieri a "Quelli del calcio" la moglie di Marzullo in collegamento da non so dove ha detto: "un supporto particolare a tutti i tifosi della Ternana che stanno rischiando 2000 posti di lavoro per la chiusura dell'acciaieria" (vabbè ha sbagliato lu numero, ma il concetto era uguale.

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il 6, il giorno dello sciopero, su radio3rai, il programma farenheit (non me chiedete come se scrive :blink: ) è stato tutto dedicato a Terni e alle acciaierie: c'erano un sacco de esperti e di amministratori locali e non che parlavano e la cosa più bella è che si parlava dei ternani, dell'orgoglio e dell'attaccamento dei cittadini alla città. inoltre spiegavano anche alcuni progetti, estranei alle acciaierie, che dovrebbero dare, nei prossimi anni, maggiore ricchezza a Terni e soprattutto un po' di indipendenza dall'acciaio: cinema, università, altro. credo che sul sito di radio3 se possano trovà i testi o scaricà la puntata.

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