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Cryo

N'DRANGHETA: E' GUERRA

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N'DRANGHETA IN AZIONE FINO IN SICILIA: E' GUERRA, DONNA IN FIN DI VITA A MESSINA

 

Sparatoria in pieno centro a Messina. La nipote di un boss della 'Ndrangheta è stata colpita con quattro colpi di pistola in via Tommaso Cannizzaro. Due proiettili l'hanno raggiunta al cranio. Le sue condizioni sono molto gravi ed è stata portata al Policlinico per essere operata.

La vittima, dicono fonti investigative, si chiama Brunetta Morabito, ha 32 anni ed è nipote del boss della 'Ndrangheta di Africo Nuovo, nella Locride, Giuseppe Morabito, detto «Tiradrittu».

La giovane donna, figlia del fratello del boss, è praticante presso l'avvocatura dello Stato di Messina.

 

L'edificio dove è stata ferita, in via Tommaso Cannizzaro al numero 168, a pochi metri dal tribunale, ospita diversi studi legali ed è probabile che si trovasse lì per motivi di lavoro. La donna è stata colpita sul marciapiede di fronte ad un negozio di abbigliamento, una copisteria e a un edificio che ospita diversi studi professionali. I negozi, quando la donna è stata colpita, erano chiusi ma la zona, che si trova, tra l'Università, il Tribunale e con molti negozi era molto trafficata.

 

Brunetta Morabito; madre da dieci giorni è sposata con un impiegato civile del ministero dell'Interno in servizio alla questura di Messina. Ha tentato di fuggire dal suo aggressore rifugiandosi nel portone di un caseggiato ma il killer le ha esploso contro almeno tre colpi: un proiettile l'ha centrata alla testa

 

Il killer si costituisce: è suo fratello

 

MESSINA - Poco dopo il fratello minore, Giovanni di 24 anni, già conosciuto alle forze dell'ordine, si è costituito ai carabinieri: "Ho sparato io a Brunetta". Non accettava che convivesse con un impiegato della questura e che avesse avuto un figlio senza essere sposata. Lui, che ha voluto "lavare con il sangue" l'onta familiare rappresentata da quella sorella "E' una questione di onore" ha detto il giovane.

 

Bruna Morabito, 32 anni, praticante legale, originaria di Africo, nipote di un boss della 'ndrangheta, e' ricoverata in fin di vita nel Policlinico di Messina; uno dei proiettili l'ha centrata alla testa. La donna, separata dal marito, il 12 marzo scorso era diventata mamma per la prima volta. Un bimbo frutto della convivenza, non condivisa dalla famiglia Morabito, con un impiegato civile della Questura di Messina. Lui, che ha voluto "lavare con il sangue" l'onta familiare rappresentata da quella sorella, è Giuseppe Morabito, 24 anni, detto "Ringo", conosciuto dalle forze dell'ordine per via dei numerosi precedenti penali che ha collezionato fin da giovane. Bruna e Giuseppe sono nipoti del boss calabrese Giuseppe Morabito, detto il "tiradritto", perché figli di Rocco Morabito, fratello del capo della 'ndrangheta arrestato nel febbraio 2004 dopo dodici anni di latitanza.

 

L'agguato sarebbe maturato nell'ambito delle vicende familiari della donna, che quasi tre anni fa aveva deciso di separarsi dal marito e di iniziare la convivenza con un dipendente civile del ministero dell'Interno, in servizio alla questura di Messina.

 

Bruna Morabito, che da alcuni mesi faceva pratica nello studio legale dell'avvocato dello Stato, è stata colpita nell'atrio di un edificio, in via Cannizzaro, a pochi metri dal tribunale, in una zona in cui si trovano diversi studi legali.

 

Il fratello, dopo aver sparato, si è diretto verso il porto dove è salito a bordo di un traghetto; appena sbarcato a Reggio Calabria si è presentato alla caserma dei carabinieri, confessando di essere l'autore dell'agguato.

 

Il pregiudicato credeva in un primo momento di avere ucciso la sorella, sono stati i militari a comunicargli che Bruna era ancora viva e stava lottando contro la morte nella sala operatoria del Policlinico, dove veniva sottoposta ad un lungo e delicato intervento chirurgico. Quando l'ha saputo Giuseppe Morabito è rimasto impassibile, senza lasciare trapelare alcuna emozione. Davanti ai carabinieri e al magistrato della Procura di Messina che si occupa dell'inchiesta si è limitato a confermare le sue responsabilità: "Sono stato io a sparare, l'ho fatto per onore...".

 

GLI INVESTIGATORI SU ALTRE PISTE, LA DONNA PARENTE DELLA FIDANZATA DI ENZO COTRONEO, IL GIOVANE CALCIATORE DEL LOCRI UCCISO DOMENICA SCORSA.

 

Ma gli investigatori stanno scandagliando anche altre piste: ad esempio sei anni fa Bruna Morabito aveva ospitato nella sua abitazione di Messina un latitante di San Luca, Antonio Giorgio, ritenuto un trafficante di cocaina. E sempre in tema di parentele un'altra nipote del boss "Tiradritto", anche lei dunque imparentata con Bruna Morabito, era fidanzata con Enzo Cotroneo, il calciatore del Locri ucciso domenica scorsa in Calabria. Insomma una fitta e complessa ragnatela di legami familiari sullo sfondo di alcuni episodi che hanno insanguinato in questi giorni la Calabria.

 

LA FOTO DELLA VITTIMA SOCCORSA DOPO L'AGGUATO:

 

http://www.tgcom.mediaset.it/bin/419.$...mmaginetake.jpg

 

HO DECISO DI NON METTERE L'ANTEPRIMA DELLA FOTO PERCHE' E' UNA FOTO TROPPO BRUTTA E PER RISPETTO DI CHI E' PIU' SENSIBILE MEGLIO NON METTERE L'ANTEPRIMA.

 

P.S. La donna è anche parente di Giuseppe Sculli, calciatore del Messina e nipote del boss "Tiradritto".

Modificato da Cryo

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N'DRANGHETA IN AZIONE FINO IN SICILIA: E' GUERRA, DONNA IN FIN DI VITA A MESSINA

 

P.S. La donna è anche parente di Giuseppe Sculli, calciatore del Messina e nipote del boss "Tiradritto".

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:ph34r:

Modificato da L'incitoso

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Siamo nel ventunesimo secolo ma c' è gente che è ancora lontana dal raggiungere il ventesimo.

Complimenti a Sculli per la famiglia.

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25.03.2006 - [NEWS]

GIOVANNI MORABITO: "MIA SORELLA ANDAVA PUNITA"

 

E' orgoglioso del suo gesto il fratello della vittima del ferimento avvenuto ieri e le cui condizioni restano disperate. Le scelte di vita della ragazza, per il fratello, erano disonorevoli e per questo andava punita.

 

Non è minimamente pentito del suo gesto Giovanni Morabito, autore del ferimento di Bruna Morabito.

 

Il giovane 24enne, fratello della vittima, interrogato dal PM della DDA Rosa Raffa, ha dichiarato di essere "orgoglioso" di quello che ha fatto.

 

La scelta della sorella di rompere ogni legame con la famiglia di origine e di seguire un progetto di vita diverso, ma soprattutto quella di avere avviato una relazione e di avere una figlia da questa unione al di fuori dal matrimonio, andava punita.

 

Giovanni Morabito era giunto in Sicilia la sera prima del ferimento e si era recato, in cerca della sorella, al vecchio domicilio della ragazza, non essendo al corrente del fatto che Bruna avesse cambiato casa e che avesse affittato una camera in un appartamento di Via Tommaso Cannizzaro a Messina dove viveva con i proprietari.

 

Trascorsa la notte in macchina, l'indomani mattina si è messo sulla pista della sorella attraverso amici e, giunto sotto casa, ha suonato alla sua porta invitandola a scendere con il pretesto di doverle parlare.

 

La ragazza lo ha seguito ma arrivati sulla soglia del portone le ha esploso contro 6 colpi di pistola, due dei quali la hanno raggiunta alla testa provocandole gravi lesioni.

 

Trasportata d'urgenza al Policlinico Bruna Morabito è stata sottoposta ad intervento chirurgico terminato in tarda notte.

 

Ii medici della Neurochirurgia II del Policlinico sono riusciti ad estrarre i due proiettili che avevano raggiunto la donna al capo, ma le sue condizioni restano disperate.

 

Intanto i suoi familiari, appresa la notizia del ferimento, si sono recati a Messina per stare vicino alla loro congiunta, dichiarando agli inquirenti di non essere stati messi al corrente delle intenzioni di Giovanni che avrebbe agito autonomamente

 

PENA DI MORTE PER QUESTO BASTARDO ANIMALE

Modificato da Cryo

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NO NESSUNA PENA DI MORTE.. SAREBBE' "TI FACCIO VEDERE COME MUORE UN UOMO D'ONORE ITALIANO"..

UNA STANZA DE 2 METRI X 2....

CO NA FINESTRELLA PICCOLA PICCOLA..

X SEMPRE... PREGHEREBBE CHE OGNI GIORNO SIA L'ULTIMO..

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NO NESSUNA PENA DI MORTE.. SAREBBE' "TI FACCIO VEDERE COME MUORE UN UOMO D'ONORE ITALIANO"..

UNA STANZA DE 2 METRI X 2....

CO NA FINESTRELLA PICCOLA PICCOLA..

X SEMPRE... PREGHEREBBE CHE OGNI GIORNO SIA L'ULTIMO..

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vero, la pena di morte la potrebbe vedere come un favore, si muore e nn si soffre. lui deve soffrire! spero che gli diano una cella con la fogna che gli passa sotto il letto (in pietra), pane e acqua una volta a settimana, lo stretto necessario per farlo sopravvivere e si spera che con la legge italiana non sia fuori galera per buona condotta in un paio di anni.

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