Mancini ha detto: abbiamo, nonostante tutto, dei buoni giovani su cui lavorare. I risultati buoni delle under lo dimostravano. Allora ha cominciato a convocare, tra lo scetticismo generale, Zaniolo che nemmeno aveva mai esordito in Serie A. E poi via di seguito, ragazzi poco conosciuti e utilizzati nelle rose delle loro rispettive squadre. Come a dire, io ci credo, siete voi dirigentucoli, affaristi, incompetenti che non credete a questi ragazzi. Quando, oltretutto, il resto del mondo va nella direzione opposta. I top club e le nazionali europee ormai cominciano a schierare diciannovenni, ventenni, ventiduenni in pianta stabile. Che a loro volta giocano titolari nei top club. Noi, invece, li teniamo se va bene in Serie B o per fare plusvalenze.
Gli ha fatto capire che se siamo squadra possiamo battere chiunque, approfittando della fine del ciclo di Germania, Portogallo e Spagna. Gli ha fatto capire che, non potendosi mettere in mostra coi club, lo possono fare con la maglia azzurra.
Mancini ha già vinto perché non solo la sua è una squadra (e quando si parla di nazionali non è banale, vedi francesi o tedeschi, per dire), non solo perché è forte, ha una identità sua propria e gioca bene, ma soprattutto perché adesso, alla fine di questo torneo, questi giovani se li contenderanno i migliori club europei. E non potranno che crescere ancora.
Questa è la strada, mentre i nostri club continuano a fare giocare chiunque venga, spesso mediocre, da est Europa o chissà dove.