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wild.duck

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  1. Dominion Voting Systems' co-lead counsel Justin Nelson said he and Dominion's other attorneys were expecting to go to trial against Fox News on Tuesday.
    The final deal to settle the case with the right-wing network for $787.5 million came late in the day, and the settlement papers with Fox were signed just “minutes” before the agreement was announced, he said.
    Prior to the last-minute settlement, Nelson told CNN he and other attorneys had been preparing opening statements – even during the two-and-a-half-hour courtroom delay after the lunch recess

    in soldoni: la Fox si è accordata per un risarcimento all'azienda diffamata perché per un paio di mesi dopo la sconfitta di Trump ha messo in giro la voce che le macchine per votare erano truccate. Per 787 milioni di dollari.

    La Fox me la sono sempre immaginata come una rete 4 di un paese con i soldi...


  2. 1 minuto fa, LoSballoContinua ha scritto:

    è una questione che deve andare di pari passo, o si creano disastri (come in questo caso).

    è che il problema è che c'era una mentalità a quei tempi che era questa

    In particolare, la “Legge Delrio” si pone come “ponte” fra la Costituzione esistente e quella futura (che vedrà la luce con l’entrata in vigore della riforma “Renzi-Boschi”), delineando, per la prima volta in Italia, due livelli di governo basati su un sistema di democrazia di secondo grado, ed attribuendo ad essi diversificati ruoli e finalità in un quadro coerente e armonico :D:D:D. Da una parte, infatti, la legge affida alle Città metropolitane il compito strategico di promozione dello sviluppo del proprio territorio, anche e soprattutto dal punto di vista infrastrutturale e dei rapporti internazionali, in una logica proiettata verso il futuro e caratterizzata da dinamismo e relazionalità; dall’altra parte, attribuisce alle Province, enti di area vasta, poche funzioni fondamentali, lasciando, di conseguenza, che la loro identità – soprattutto quando, a séguito della riforma del Titolo V, perderanno la copertura costituzionale (scritto da un costituzionalista)

    che cazzo usi il futuro invece che il condizionale? La gente pareva rincoglionita.

    Vabbe'... tanto ormai è andata così. Il problema è che quanti anni sono che è andata così?


  3. 8 minuti fa, Lu Generale ha scritto:

    Non riesco a farmi capire. Il problema è culturale, cioè di cultura della città. A Terni si cancella il passato con una facilità disarmante, nellindifferenza della cittadinanza, o addirittura nell'adesione, perché antico è sinonimo di vecchio. Ma sto concetto in tnate città non esiste. 

    Per cambiare questa mentalità, è necessario mettere un freno alle demolizioni e alle mancanze di rispetto per il passato. Altrimenti la tendenza non si invertirà mai. Per questa ragione, anche la semplice difesa di 3 muri del Politeama, come li hai definiti te, assume una valenza di fondo importante. 

    Poi, ovviamente, accanto a questo serve un'opera di valorizzazione e diffusione della conoscenza (opere divulgative, manifestazioni, rassegne, public history, ecc.). Bada bene, parlo di cose che avvengono nel mondo, quindi possibili. Non le invento certo io; io e altri proviamo piuttosto a declinarle nella nostra città, visto il deserto esistente. E poiché amiamo visceralmente la città ed esistono delle potenzialità, riteniamo opportuno sostenere questa causa. 

    Spero di aver chiarito un pó meglio. 

    Non è che non riesci a farti capire, è che non concordo. Bisogna discernere tra quello che è possibile/giusto difendere e quello che è giusto rifare, al limite anche demolendo.

    La torre della biblioteca è stata rifatta, se non erro, praticamente da zero (e anche quella prima era un appiccico), il verdi è da demolire a prescindere da quello che ci rifai, il grosso di quello che si demolisce in giro sono attrezzi messi male di poco valore.

    Ma tu conosci qualcuno che chiede di a gran voce di demolire l'anfiteatro, palazzo spada, una chiesa o altro che sia palesemente recuperabile/riutilizzabile? Per capire.

    Tra l'altro, scusami, se pensi che ci sia un simile deserto, non mi sembra saggio portare avanti una difesa a oltranza di qualsiasi cosa (tipo i 3 muri del politeama).

    Cioè, secondo te i ternani non capiscono manco la difesa delle cose belle e antiche, quindi bisogna difendere anche quelle "vecchie e inutili" tipo il politeama per farglielo capire? Il valore simbolico di tre muri del cacchio?

    A me pare una strategia... Beh mi pare abbastanza controproducente se non altro perché vi fa passare per gente per cui Terni doveva essere tipo Carsulae, come hanno scritto sopra. Cioè, mi pare normale che con questi argomenti non ti diano molto retta, almeno, io non lo farei e non mi sento uno che non ami Terni visceralmente. Ma penso anche che certe volte, non sempre, un muro del cacchio è solo un muro del cacchio e anche se ha cento anni se ne può fare tranquillamente a meno senza stracciarsi le vesti. Nel caso del politeama poi c'è pure il discorso che se nessuno ci guadagna alla fine diventerà una scatola degradata. Però vecchia...


  4. 5 minuti fa, Nambo ha scritto:

    Si ma pure tutto questo "delegare" ad una carica politica mi sembra riduttivo.

    Non sarà né un sindaco né un amministrazione a fare cambiare i connotati di una città, soprattutto la mentalità.

    Per certi versi siamo una città molto chiusa.

    Un esempio che forse c'entra poco,ora è la moda dei bistrot in centro ne hanno aperti vari,tutti uguali tutti a copiarsi,in una città piccola poi.

    Ma io dico visto che quel mercato è bello saturo ma cambia format,che ne so punta sulla cucina spagnola,greca, addirittura un vegano che va molto in altre città.

    Ecco si ha paura di cambiare 

    Però un sindaco può avviare delle cose. Bene o male quando hanno fatto gli studi di Papigno, il video centro o il cosiddetto DAMS un qualche sindaco ci avrà creduto in quelle cose per permetterle, giuste o sbagliate che fossero (visto come è andata a finire...).

    Al momento abbiamo un solo mezzo-teatro. Se riaprissi l'antoniano (che era previsto nel bando periferie, anche lì è finita come è finita) e magari un altro spazio per spettacoli (al video entro, per esempio?) già la situazione sarebbe diversa, per quell'ambito specifico. Servono però soldi e puntarci un minimo, ma senza spazi per fare attività la gente non le fa o non spende soldi per andare a vedere chi le fa, e questo vale un po' per tutto. 

     

    Dei candidati sindaci per dire c'è un Kenny, magari potrebbe "aprire" qualche nuovo canale universitario o di investenti alla polymer (per capirci) , ma magari su altre cose spingerà meno.

    Alla fine uno bene o male la sua storia, i suoi contatti etc. se li porta dietro. Che poi è il motivo per cui ogni tanto quello svitato di Sgarbi lo fanno sindaco in qualche posto che punta sul turismo.

    Che poi ora come ora per numero e varietà il centro di Foligno mi pare ci dia la paga (dico mi pare perché ci ho passato un pomeriggio sera e mi ha dato questa sensazione) è un altro paio di maniche.

    Però pure lì io non credo ci sia un rifiuto del pubblico per le cose un po' "diverse" a prescindere. Anni fa quando aprirono il fucktory avoglia se ci andava la gente, anche se in un certo senso era un posto anche come struttura semiartigianale (non era manco agibile il soppalco perché troppo basso). Li il rifiuto partì dal quartiere, diciamo.

    Forse quando c'è di mezzo il cibo può essere un po' più pericoloso variare un po' per il diritto di "veto" della gente (difficile che uno faccia storie per cambiare genere di pub o ristorante italiano, ma magari se fai una scelta un po' strana o estrema per il cibo ti giochi molti gruppi perché basta uno in un gruppo che non vuole il sushi e al sushi ayce non ci si va) un po' per il discorso che se sei ternano improvvisarti ristoratore greco o spagnolo può non essere così immediato.

    Io per dire vorrei andare una volta al ristorante ucraino ma storcono il naso. Alla fine ci andrò da solo.


  5. A me sembra anche abbastanza campata per aria l'idea che a Terni si punta troppo sul "moderno". Abbiamo un grosso museo di arte moderna su cui puntiamo molto? Abbiamo un museo di archeologia industriale? Facciamo la festa ottocentesca, o qualcosa che ricordi le aziende ottocentesche ternane, qualcosa...? Qualche museo hightech? No, non abbiamo un tubo.

    Per me il problema è che in realtà non puntiamo e non abbiamo puntato proprio su niente.

    Il cantamaggio bene o male quello era 120 anni fa e salvo le differenze ovvie quello è rimasto, tutto mi pare meno che sia diventata una manifestazione ultramoderna. A parte quello, che altro c'è?

    E per me puntare su San Valentino "di Terni" in quanto tale come vettore principale per portare gente non è buono. Mi pare come la Coldiretti che come un disco rotto continua a ripetere che se si potesse impedire agli altri di fare i parmigiani guadagneremmo 150 miliardi l'anno di più. Puoi impedire a gente che fa il parmesan da più di 100 anni di continuare a farlo e venderlo ? No. E allora è inutile lamentarsi se fanno quello che hanno sempre fatto. Così come noi non riusciremo a trasformare San Valentino "ternano IGP" in San Francesco. La gente non venera "San Valentino", manco il 14 febbraio, e lo festeggia a casa sua andando a cena fuori.

    Ci vorrebbe un gran lavorone in questo senso per "ripensare" la conca, la sua immagine, la sua vita culturale etc.. ma non vedo capocce per farlo. Non ne vedo in nessuno dei candidati a sindaco, almeno se si tratta di ripensare e sviluppare la nostra dimensione culturale-turistica a un livello elevato (magari per altre cose qualcuno ce lo vedo che potrebbe un pochino svoltare, ma non su questo).

    • Grazie 1

  6. 16 minuti fa, Lu Generale ha scritto:

    😀 No, ma penso proprio che avremmo avuto più storia, arte e cultura, e molto meno cemento armato in centro.

    Ma sul pratico?

    Ti ho visto scrivere contro il verdi ricostruito in un certo modo, che però porterebbe in teoria più cultura (quasi di sicuro più posti e di sicuro una sala in più, quindi più spettacoli);

    Ora contro il rifacimento della struttura di un cinema semivuoto che organizza un paio di eventi l'anno;. Anche qui fatico a vedere tutta sta perdita, ormai (la perdita grossa è del 2006)

    Poi contro un po' di palazzine costruite così o cosa', che non c'entrano direttamente con la cultura.

    In termini pratici, e seriamente, per cosa spingi di "culturale"? Perché a dirti la verità io ancora mica l'ho capito. Che per fare cultura a Terni sia necessario prima avere una popolazione con certe idee sui recuperi architettonici fatti così o cosa' non ci credo manco se scende il Padreterno e mi dice "eh, guarda che è così"

    • Haha 1

  7. 2 ore fa, Lu Generale ha scritto:

    Prendo spunto da questa tua frase. Il punto, che forse non riesco a far passare, è che da noi manca purtroppo "la base", la necessaria base culturale e di mentalità affinché poi, su di essa e grazie a essa, possano avvenire anche tutte le cose che dici te. Il politeama o tutte le altre situazioni di cui discorriamo sono soltanto manifestazioni superficiali del problema più profondo che sta alla base. 

    scusa eh, ma da noi abbiamo avuto una facoltà universitaria con centinaia di persone per fare cinema. Perché la gente ci andava? Perché a Terni c'erano strutture che facevano quello, cioè producevano cinema. Sparito quello, sparito tutto. Ho amici ternani che la facevano e mo' lavorano nei negozi a Corso Tacito. Avevano improvvisamente perso la mentalità o semplicemente non avevano più la possibilità?

    Io non so in che città sei vissuto tu, ma io di gente che non trovava letteralmente "dove" fare arte ne conosco a bizzeffe.

    Quelli che conosco che adesso lavorano al Brancaccio a Terni manco la gavetta hanno potuto fare, perché non hai manco gli spazi per organizzare un corso di teatro professionalizzante, e letteralmente non sai dove cacchio fare uno spettacolo. Non a caso teatro lo faccio di solito ad Avigliano e le cene con delitto a Terni (che non ti serve un teatro per farle) 

    Quando avevi il Verdi spesso le compagnie "serie" ci facevano le date zero o simili, pure perché stavi vicino Roma. E ce le facevano perché la gente ci andava.

     

    Tra parentesi, non riesco a capire cosa c'entri con il creare una "base" culturale la difesa dei 3 muri laterali e di fondo del politeama che non hanno alcun valore. Il posto è culturalmente uno zombie semplicemente perché è economicamente insostenibile e lo sarebbe ovunque, non è una "manifestazione superficiale" di un problema che sta alla base. Al limite io trovo manifestazioni superficiali questo attaccarsi a roba esteriore tipo il politeama come è ora (chissà poi perché), o il verdi all'italiana anche se vengono meno posti - perché questo era, non scherziamo - e con una sala di meno che servirebbe come il pane, o preservare la visibilità dei resti di un convento del 600 (che per me puoi anche lasciarli visibili, ma spostano zero).

    Sono stato alle giornate del Fai a Cottanello. Lì stanno rifacendo la copertura della villa romana.

    Da noi ormai quanti anni sono che hanno trovato i mosaici a Carsulae - che sono roba che attira? le ipotesi di lavori per la copertura e valorizzazione dove sono?

     

    A me pare che ci si concentra su cose quasi puramente simboliche e le cose che spostano vengono sfiorate appena. Servono spazi, servono eventi, servono idee sostenibili sul medio lungo periodo... Togliere il pisciatoio dei cani alla passeggiata se non la valorizzi, portare il telamone al museo se poi non muovi un'unghia per portare gente o rendere meno vistosa una palazzina ricostruita qua e la imho sono tutte cose che spostano come il proverbiale peto nella bufera, per dirla con un francesismo


  8. Posso essere brutale? Torniamo sempre lì, un megateatro da 2000 posti ce l'avevamo. Ci hanno fatto anche spettacoli rai se non erro.

    L'hanno chiuso i perugini? No, anche qui l'ha ristrutturato ai tempi il proprietario.

    Mo' che je frega ai perugini se scaricano e rifanno il politeama o meglio quello che ne resta. A oggi è un posto in cui fanno un paio di eventi l'anno e per il resto è un cinema vuoto e insostenibile.

    Stiamo sempre a piange per San Valentino e non siamo mai riusciti a crearci sopra uno straccio di festival (però portiamo i crocieristi), a carsulae idem con patate, hai un teatro e ora pure un anfiteatro. Vuoi invertarti qualcosa per dargli un "nome" - magari coinvolgendo anche Terni, anfiteatro e passeggiata?

    A Perugia non sarebbe mai accaduto e intanto se so' inventati Umbria jazz. A Spoleto non sarebbe accaduto ma si sono inventati il festival dei due mondi. Perfino a Foligno se inventano roba.

    Da noi manca tutto, compresi i teatri "di base". E quando provano a proporre un teatro con un ridotto, che dato che non c'è un cazzo a Terni (solo auditorium) farebbe pure comodo, mi sento pure proteste. Però li no, che cazzo ci fai. Bah...

    Quando vai a Roma hai teatri pure nei sottoscala, e la gente fa li la gavetta e poi arriva al Brancaccio, per dire. E intanto che fanno la gavetta ti godi i loro spettacoli. Per dire di un mondo che conosco un po' di più.

    Quello che abbiamo non lo sfruttiamo, o lo sfruttiamo poco e male. E ci manca una capacità propositiva. Questo è il problema principale di questa città dal punto di vista culturale per me, altro che il rifacimento del relitto del politeama.

    • Grazie 1
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  9. 43 minuti fa, Lu Generale ha scritto:

    La situazione del centro è complessa, la sua crisi ha molti responsabili. La galleria commerciale potrebbe non essere una cattiva idea, purché ben pensata e ben realizzata. 

    Ovviamente, preferirei salvassero il cinema. Diciamo che su questo tema, servirebbero interventi dal governo (sulla cui sensibilità al riguardo però dubito), con ulteriori finanziamenti ad hoc (alcuni finanziamenti già ci sono). Del resto, il cinema è pur sempre cultura e, sebbene ormai spopolino come avete detto altre forme, l'esperienza cinema resta un'altra cosa. Inoltre, al Politeama fanno sempre delle bellissime rassegne su film cult o per tematiche. Devo dire che sono frequentate. Anche questa è vivacità culturale che andrebbe maggiormente sostenuta. Se spariscono anche queste cose, cosa rimane?  

    Il problema è che sono sette sale. E sono di un privato. Non puoi chiedere a un privato per carità d'animo di tenere aperto a tempo indefinito un posto che sta in perdita tutti gli anni, o che gli permette al più di guadagnare una frazione di quanto pensa potrebbe fare con altre soluzioni.

    A sto punto per gli eventi tanto varrebbe individuare un'altra soluzione in centro meno onerosa (per quello che dici tu non servono sette sale, tra l'altro messe male)


  10. 25 minuti fa, Lu Generale ha scritto:

    L'errore originario intendevo lo smantellamento della prima storica arena. Con la stessa logica demolitoria e affaristica con la quale è stato smantellato il Verdi, che non era così danneggiato da giustificare la demolizione. Ma del resto, l'autore è lo stesso. Se poi ha incontrato (e continua a incontrare) chi glielo fa fare...  

    La ragionevolezza quale sarebbe? Può essere soggettiva. Se il parametro di tutto è il ritorno economico...

    Ma la cultura non dovrebbe ragionare così, o soltanto col parametro economico. 

    La ragionevolezza sta nel fatto che preferisco un luogo "vivo", almeno potenzialmente, e quindi manutenzionato, rispetto a un luogo che rischia l'abbandono totale perché ti costa meno che a tenerlo aperto e quindi che rischia nel tempo di diventare un relitto inagibile tipo verdi. Il tutto al prezzo di rifare un palazzo che tutto sommato non è di gran pregio e la cui unica parte esteticamente significativa resta uguale. Io parlo di economia in quel senso, che mi frega se qualcuno ci fa dei soldi di per sé? Ma se nessuno ci fa dei soldi la vedo dura anche mantenerlo in stato decente, trattandosi di un edificio privato.


  11. 1 minuto fa, Lu Generale ha scritto:

    Ma guarda che un edificio per avere cure e tutele non deve essere per forza il Pantheon. Sono sufficienti la sua antichità e il suo insistere nel contesto storico in cui si trova. Che le parti esterne (facciata compresa con portali di pregio) non verranno intaccati è tutto da dimostrare. 

    Se in passato ha subito pesanti demolizioni, e sono stati commessi errori enormi, non mi sembra un buon motivo per continuare a farli. 

    Ma è il solito concetto che sta alla base a essere allucinante. A Terni si è preda di una "demolite" impressionante, che non ha pari altrove. 

    Manca del tutto il rispetto per l'antico che è considerato "vecchio". Anche qui dentro, in piccolo, alcuni definiscono l'edificio "antico" con lo spregiativo "vecchio". 

    Piccolo episodio per me esemplificativo della scarsa sensibilità sul tema: non so se l'ho già detto, ma gli scavi di Largo Cairoli li stavano per ricoprire, se un paio di consiglieri comunali non si fossero messi di traverso. Un paio di consiglieri su tutto il consesso e la giunta, e nel silenzio generale anche della stampa. La giunta e la soprintendenza erano d'accordo. A Terni accade questo, ma accade per dei motivi, mica è casuale.  

    Sarà tutto da dimostrare ma in un articolo diceva così. Io mi attengo a quello. Non vedrei neanche il senso di cambiarlo dato che ti farebbe da "ingresso" storico alla galleria.

    Ma pure lì, perché sono "errori enormi"? A un certo punto al Politeama non ci potevi più fare i combattimenti tra cani e lo spettacolo di bufalo Bill, perché coprirlo e farci un teatro era un errore? Hai avuto in cambio un teatro cinema da 2000 posti spettacolare per tanti anni. Adesso hai un cinema con sette sale di cui sei sembrano una stanza di casa mia con il maxischermo (dimensioni a parte) e la settima con lo schermo a millemila chilometri che sembra di stare al Liberati.

    Sta roba non funziona più per vari motivi (mi pare evidente), teniamolo vuoto così tra un anno o due lo chiudono, tra dieci anni magari sarà completamente abbandonato e tra venti sarà un relitto che produrrà anche degrado. Non bisogna essere il Pantheon per essere meritorio di tutela, ma una roba che non è il Pantheon non necessita di essere TOTALMENTE oggetto di tutela se la cosa va contro la ragionevolezza, per me. 


  12. Chiedo ancora: quale sarebbe la soluzione alternativa al piano terra da proporre a uno che spende i soldi per ristrutturare/ricostruire una struttura? O meglio, che dovrebbe metterci in alternativa?

    Una piccola galleria commerciale sta pure in mezzo a corso tacito e bene o male ancora campa. Ci dovremmo anche rifare una cena con delitto tra una mesata al piano di sopra del caffè del corso, per dire, anche se il soppalco è in pratica un corridoio. Per dire che comunque non è detto che in uno spazio del genere non puoi anche ricavarci uno spazietto più o meno grande a uso, diciamo, culturale. Magari anche un minicinema potrebbe essere possibile, che ne so. Al cospea Village ci hanno schiaffato una escape room tra i negozi.  

    Puoi provare a metterci quello che vuoi, ma io non vedo l'alternativa al dividere lo spazio al piano terra in vari spazi e provare ad affittarli

     

    Voglio dire, non è che mettere dei negozi pure lì "evolva" la situazione del centro. È che non vedo l'alternativa.


  13. 4 ore fa, LoSballoContinua ha scritto:

    Per il multisala il centro lo trovo poco adatto, penso invece che piccolo sia meglio e più bello, con una selezione ma un cinema fatto a maniera simil teatro che ti restituisce un'esperienza tale da volerlo frequentare, anziché le attuali sale ad auditorium dall'acustica spesso infima.

    Mio padre va spesso al cinema a Narni mentre diserta il multisala di Terni.

    La penso anche io così. Comunque anche nello stesso piano terra del Politeama puoi inventarti qualcosa che sfrutti anche l'immagine del vecchio cinema, a volerlo fare. Non è che manchi lo spazio.

    A Foligno ho visto un recupero di un vecchio cinema che mi è piaciuto molto. Un ingresso con una rivendita di dischi vintage e l'altra sala trasformata in ristorante in cui fanno anche eventi live. Certo, non c'entra niente come situazione, li il ristorante prende tutta la sala cinema ancora totalmente riconoscibile, che però era poco più del cinema Astra/teatro Piccolo di San Francesco. Comunque una galleria commerciale può anche non essere solo una cosa banale con un bar, magari un ristorante e quattro altri negozi a casaccio.

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  14. 4 ore fa, Lu Generale ha scritto:

    Peró non funziona così. Non è che se uno stabile è mio, allora posso stravolgerlo come voglio. 

    Esistono dei vincoli, soprattutto nei centri storici. Ripeto, in altre città dell’Umbria (e non solo) un simile progetto nel cuore del centro storico non sarebbe mai stato approvato. 

    Qui abbiamo un triplice semaforo verde: comune, regione, soprintendenza. 

    Allucinante. 

    Senza contare l'impatto che avrebbero simili lavori sulla vivibilità del centro (siamo in area pedonale). Una follia sotto ogni punto di vista. 

    Sul cinema in centro, con tutte le problematiche che ha il cinema in generale, penso sarà una grave perdita. Il centro è sempre più in difficoltà. Urge una riflessione, non si può fare spallucce o cavarsela dicendo, come sento da qualcuno: è la modernità. 

    Ma allucinante, perché? La facciata resta quella, per il resto non c'è praticamente niente di un minimo pregio. Strutturalmente hai una cubatura immensa al piano di sopra in cui, anche volendo ipotizzare un riuso del piano terra purché sia senza toccare niente, non puoi inventarti davvero nulla a meno di trovare un utilizzo alternativo per un paio di livelli di galleria che danno su un solaio che non sarà neanche calpestabile. Dovremmo tenerci uno scatolone vuoto in eterno in pieno centro quando quel cinema inevitabilmente chiuderà? Perché il destino realistico e prevedibile appare quello.

    Il discorso dei disagi, certo. Ma tenere com'è un edificio che sulla carta diventerà in saecula saeculorum una specie di mercato coperto (come sta adesso) con solo un ipotetico piano terra in cui ci fai qualcosa se ci riesci non so quanto sia preferibile.

    Non è una questione modernità, altrimenti tireresti giù pure la facciata. A me pare puro senso pratico non considerare a priori una follia un progetto del genere. Che poi li in un paio di secoli c'è stato di tutto, ospedale, arena all'aperto, cinema-teatro, cinema e basta. Ogni volta con demolizioni e pesanti cambiamenti, anche esterni. Non è il Pantheon. E dopo che è diventato un cinema purtroppo è rimasto poco da salvare. Per proiezioni di un certo tipo, eventi culturali e simili difficilmente puoi tenerti sette sale, soprattutto se ubicate in modo comunque scomodo e strutturalmente fatte così a cavolo rispetto a un cinema moderno. Non è modernità. È economia.

    • Voto Positivo 1

  15. (si parla del 2020-2022)

    – Sempre su questo versante, è evidente che alcuni titoli d’autore medi (ma in generale i film medi, d’autore o meno) costano chiaramente troppo rispetto alle loro potenzialità commerciali. In particolare, nella fascia tra 3,5 e 5 milioni di budget, vedo tanti titoli che non incassano proporzionalmente bene, con poche eccezioni (ovviamente, i Me contro te). In effetti, in quel range ci sono 27 titoli, con un budget medio di 4,2 milioni e un incasso medio di poco meno di 800.000 euro (cifra che in realtà scende a poco meno di 500.000 euro se non consideriamo i due film dei Me contro te). Curiosamente, nella soglia 4,35-5,05 milioni ci sono undici titoli e ben 7 non hanno incassato neanche 150.000 euro (3 non sono arrivati ai 100.000 euro).

    al netto del covid (ma bene o male nel 2022 già era per buona parte dell'anno un ex problema) coi film italiani guadagni veramente solo se sei Zalone o un video maker per ragazzini. Triste...


  16. io penso che il potere contrattuale degli attori e del cinema italiano in genere sia prossimo allo zero. Oggi come oggi se non ti affidi alle piattaforme mi sa che rischi di andare pesantemente sotto appena provi a fare qualcosina che non sia una commedia o una roba di genere fatta low cost

     

    prendi Freaks Out. Anni di attesa per un film del regista di Jeeg robot, un film tutto sommato accettabile (si vede roba molto più sgangherata), eppure:

    A fronte di un budget di produzione di circa 13 milioni di euro, il film ha incassato complessivamente 2,6 milioni di euro.

    Diabolik con un budget di 10 milioni ne ha incassati 2.6, il secondo film aveva un budget molto molto più basso e ne ha incassati 1.2. Immagino che non siano andati in pari manco così.

    Almeno con le piattaforme saranno sicuri di non rovinarsi. Che poi sia un bene questo strapotere delle piattaforme americane è un'altra storia

     

    poi già il cinema italiano soffriva il problema da anni (in pratica al cinema funzionava solo Zalone, e quindi altri film già li facevano con l'occhio alle piattaforme), poi ci si è messo pure il covid...

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