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Da leggere senza pregiudizi. Il problema non è tanto clinica si, clinica no, ma il fatto che oggi questa partita rappresenti ottusamente fattore assoluto per il destino di rinascita di Terni.

 

Il nuovo stadio, la clinica privata e la memoria corta che rischia di seppellire Terni

 
Uno dei murales sullo stadio Libero Liberati di Terni in solidarietà alle vittime del golpe del 1973 in Cile

di Fabrizio Marcucci

A Terni si sta srotolando una pellicola che ha il sapore della replica di un film di una ventina d’anni fa. Non fu una storia a lieto fine, e la città ne paga ancora il prezzo. Il copione a dire il vero è un classico: c’è il presidente di una squadra di calcio da sempre in grado di accendere entusiasmi forti, genuini e popolari il quale ha interessi in altri settori e utilizza il pallone come costruttore di una immagine positiva per accrescere il suo potere contrattuale nei confronti della politica, cioè della città. Venti e più anni fa c’erano Luigi Agarini (nel ruolo di presidente) e l’affare della realizzazione degli inceneritori di rifiuti, e sappiamo com’è andata. Oggi ci sono Stefano Bandecchi e l’affare della realizzazione di una clinica privata e di un nuovo stadio per ottenere i quali si fa leva sulla pressione di una tifoseria, e quindi di un’opinione pubblica, inebriata dal successo della squadra di Lucarelli.

Scrivere di queste cose non è facile, poiché in questa vicenda si mescolano elementi di varia natura che contribuiscono a renderla di difficile approccio in punta di logica. Solidissimi interessi economici di parte si impastano con proiezioni romantiche sui colori di una squadra; e di qui le fortune di un singolo o di un gruppo industriale vengono fatte coincidere artificiosamente con quelle di un’intera città che verrebbe riscattata grazie alle fortune della sua squadra di calcio. Si tratta di un gioco truccato, dove l’unica sicurezza è che se non ci sarà il via libera alla costruzione della clinica e dello stadio, ci sarà anche il disimpegno dell’uomo della provvidenza; viceversa, in caso del via libera alla realizzazione di stadio e clinica, ci saranno di sicuro profitti per uno, ma nessuno ha la certezza di investimenti che facciano della Ternana una nuova Atalanta, e meno che mai di Terni una città nuova.

Quello che stupisce, è che essendo una replica, per di più con forzature evidenti, gli spettatori si comportano esattamente allo stesso modo di vent’anni fa. La città cioè, sembrerebbe stare nella sua maggioranza col presidente, e come consentì e anzi “tifò” allora per la realizzazione di un inceneritore brucia-rifiuti che ha contribuito all’inquinamento di un’area già satura, parteggia oggi per il via libera alla realizzazione di stadio e clinica, progetti che lo stesso Bandecchi, dopo essersi definito un imprenditore di vaglia, definisce «abbinati». In che cosa consiste l’abbinamento? Nel fatto che i proventi derivanti dall’attività della clinica, che dovrebbe essere convenzionata col sistema sanitario pubblico, cioè essere finanziata con soldi pubblici, aiuterebbero la realizzazione dello stadio e, di qui, le buone sorti della Ternana. Quindi, di fatto, si ammette già in partenza da parte dello stesso interessato che le eventuali fortune della Ternana deriverebbero da soldi pubblici, salvo rivendicare il genio imprenditoriale del singolo. Ma allora, seguendo la logica dell’intervento pubblico, perché non fare della Ternana, da subito, una public company di proprietà della città?

 

Ora non staremo qui a sottilizzare sul fatto che un’imprenditoria capace non avrebbe bisogno di soldi pubblici per far funzionare una squadra di calcio, come insegnano i profeti del mercato e del profitto che tutto muove. Ci interessa sollevare altre questioni. Eccole.

Terni, e la sanità che più in generale ci si è rivelata nel corso di questa pandemia, hanno bisogno dell’entrata di privati sovvenzionati dal pubblico o di corposi investimenti e indirizzi pubblici che salvaguardino l’universalità del diritto alla salute a prescindere dal profitto privato? Nel remoto caso in cui la Ternana finisse anche in Champions League, quale sarebbe la ricaduta reale sulla città in termini di benessere collettivo, posti di lavoro, sicurezza sociale? Ed eventualmente, si può essere sicuri oggi che le eventuali fortune della Ternana non vengano pagate con un ulteriore impoverimento del territorio nel complesso? La vicenda degli inceneritori ci dice che quest’ultimo è stato lo scenario che si è verificato vent’anni fa. Cioè: quella è stata la realtà. Occorrerà tenerne minimamente conto.

E poi c’è un ultimo punto: Terni vive una crisi pluridecennale. Per uscirne occorrono competenze, tenacia e capacità di visione collettiva che sono oggi difficili da rinvenire nelle classi dirigenti cittadina e regionale nel loro complesso; figurarsi se le si può trovare in un uomo della provvidenza. Il quadrato che si sta erigendo intorno a lui fa pensare a una resa: Terni è finita, buttiamoci sulla Ternana

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10 ore fa, LUCACIARA85 ha scritto:

No, non serve avere la struttura subito. L’ha più volte evidenziato il sindaco!!!

Il fatto è che uno dice una cosa ed un altro ne dice un altra...proprio perché (suppongo) che la legge non sia del tutto chiara e si presti facilmente alle varie interpretazioni...

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Qualcosa si sarà mosso se oggi il Messaggero titola che Bandecchi ha detto che resterà altri 3 anni?!?! 

Chissà poi perché 3 anni...?!?!? 😁 

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1 minuto fa, Lu Generale ha scritto:

Qualcosa si sarà mosso se oggi il Messaggero titola che Bandecchi ha detto che resterà altri 3 anni?!?! 

Chissà poi perché 3 anni...?!?!? 😁 

ma perché infatti? che senso ha fare questi programmi a breve termine?

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19 minuti fa, paolo65 ha scritto:

Da leggere senza pregiudizi. Il problema non è tanto clinica si, clinica no, ma il fatto che oggi questa partita rappresenti ottusamente fattore assoluto per il destino di rinascita di Terni.

 

Il nuovo stadio, la clinica privata e la memoria corta che rischia di seppellire Terni

 
Uno dei murales sullo stadio Libero Liberati di Terni in solidarietà alle vittime del golpe del 1973 in Cile

di Fabrizio Marcucci

A Terni si sta srotolando una pellicola che ha il sapore della replica di un film di una ventina d’anni fa. Non fu una storia a lieto fine, e la città ne paga ancora il prezzo. Il copione a dire il vero è un classico: c’è il presidente di una squadra di calcio da sempre in grado di accendere entusiasmi forti, genuini e popolari il quale ha interessi in altri settori e utilizza il pallone come costruttore di una immagine positiva per accrescere il suo potere contrattuale nei confronti della politica, cioè della città. Venti e più anni fa c’erano Luigi Agarini (nel ruolo di presidente) e l’affare della realizzazione degli inceneritori di rifiuti, e sappiamo com’è andata. Oggi ci sono Stefano Bandecchi e l’affare della realizzazione di una clinica privata e di un nuovo stadio per ottenere i quali si fa leva sulla pressione di una tifoseria, e quindi di un’opinione pubblica, inebriata dal successo della squadra di Lucarelli.

Scrivere di queste cose non è facile, poiché in questa vicenda si mescolano elementi di varia natura che contribuiscono a renderla di difficile approccio in punta di logica. Solidissimi interessi economici di parte si impastano con proiezioni romantiche sui colori di una squadra; e di qui le fortune di un singolo o di un gruppo industriale vengono fatte coincidere artificiosamente con quelle di un’intera città che verrebbe riscattata grazie alle fortune della sua squadra di calcio. Si tratta di un gioco truccato, dove l’unica sicurezza è che se non ci sarà il via libera alla costruzione della clinica e dello stadio, ci sarà anche il disimpegno dell’uomo della provvidenza; viceversa, in caso del via libera alla realizzazione di stadio e clinica, ci saranno di sicuro profitti per uno, ma nessuno ha la certezza di investimenti che facciano della Ternana una nuova Atalanta, e meno che mai di Terni una città nuova.

Quello che stupisce, è che essendo una replica, per di più con forzature evidenti, gli spettatori si comportano esattamente allo stesso modo di vent’anni fa. La città cioè, sembrerebbe stare nella sua maggioranza col presidente, e come consentì e anzi “tifò” allora per la realizzazione di un inceneritore brucia-rifiuti che ha contribuito all’inquinamento di un’area già satura, parteggia oggi per il via libera alla realizzazione di stadio e clinica, progetti che lo stesso Bandecchi, dopo essersi definito un imprenditore di vaglia, definisce «abbinati». In che cosa consiste l’abbinamento? Nel fatto che i proventi derivanti dall’attività della clinica, che dovrebbe essere convenzionata col sistema sanitario pubblico, cioè essere finanziata con soldi pubblici, aiuterebbero la realizzazione dello stadio e, di qui, le buone sorti della Ternana. Quindi, di fatto, si ammette già in partenza da parte dello stesso interessato che le eventuali fortune della Ternana deriverebbero da soldi pubblici, salvo rivendicare il genio imprenditoriale del singolo. Ma allora, seguendo la logica dell’intervento pubblico, perché non fare della Ternana, da subito, una public company di proprietà della città?

 

Ora non staremo qui a sottilizzare sul fatto che un’imprenditoria capace non avrebbe bisogno di soldi pubblici per far funzionare una squadra di calcio, come insegnano i profeti del mercato e del profitto che tutto muove. Ci interessa sollevare altre questioni. Eccole.

Terni, e la sanità che più in generale ci si è rivelata nel corso di questa pandemia, hanno bisogno dell’entrata di privati sovvenzionati dal pubblico o di corposi investimenti e indirizzi pubblici che salvaguardino l’universalità del diritto alla salute a prescindere dal profitto privato? Nel remoto caso in cui la Ternana finisse anche in Champions League, quale sarebbe la ricaduta reale sulla città in termini di benessere collettivo, posti di lavoro, sicurezza sociale? Ed eventualmente, si può essere sicuri oggi che le eventuali fortune della Ternana non vengano pagate con un ulteriore impoverimento del territorio nel complesso? La vicenda degli inceneritori ci dice che quest’ultimo è stato lo scenario che si è verificato vent’anni fa. Cioè: quella è stata la realtà. Occorrerà tenerne minimamente conto.

E poi c’è un ultimo punto: Terni vive una crisi pluridecennale. Per uscirne occorrono competenze, tenacia e capacità di visione collettiva che sono oggi difficili da rinvenire nelle classi dirigenti cittadina e regionale nel loro complesso; figurarsi se le si può trovare in un uomo della provvidenza. Il quadrato che si sta erigendo intorno a lui fa pensare a una resa: Terni è finita, buttiamoci sulla Ternana

 

Che macello... che tristezza questo articolo...

Basta una frase per smontarlo:

"Ora non staremo qui a sottilizzare sul fatto che un’imprenditoria capace non avrebbe bisogno di soldi pubblici per far funzionare una squadra di calcio"

TALE MARCUCCI... ANCORA NON HA CAPITO CHE LA CLINICA NON SERVE PER FAR FUNZIONARE LA TERNANA... MA PER ANTICIPARE AL COMUNE I SOLDI PER COSTRUIRE UNO STADIO PUBBLICO

E ancora...

"... un uomo della provvidenza"?

Che macello... che PENNE che ci stanno a Terni... che tristezza...

PS - per te che metti il -1... puoi infilartelo l'anculo con tutta la tastiera... e aggiungo SUCA!

 

Modificato da il professore
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17 minuti fa, paolo65 ha scritto:

Da leggere senza pregiudizi. Il problema non è tanto clinica si, clinica no, ma il fatto che oggi questa partita rappresenti ottusamente fattore assoluto per il destino di rinascita di Terni.

 

Il nuovo stadio, la clinica privata e la memoria corta che rischia di seppellire Terni

 
Uno dei murales sullo stadio Libero Liberati di Terni in solidarietà alle vittime del golpe del 1973 in Cile

di Fabrizio Marcucci

A Terni si sta srotolando una pellicola che ha il sapore della replica di un film di una ventina d’anni fa. Non fu una storia a lieto fine, e la città ne paga ancora il prezzo. Il copione a dire il vero è un classico: c’è il presidente di una squadra di calcio da sempre in grado di accendere entusiasmi forti, genuini e popolari il quale ha interessi in altri settori e utilizza il pallone come costruttore di una immagine positiva per accrescere il suo potere contrattuale nei confronti della politica, cioè della città. Venti e più anni fa c’erano Luigi Agarini (nel ruolo di presidente) e l’affare della realizzazione degli inceneritori di rifiuti, e sappiamo com’è andata. Oggi ci sono Stefano Bandecchi e l’affare della realizzazione di una clinica privata e di un nuovo stadio per ottenere i quali si fa leva sulla pressione di una tifoseria, e quindi di un’opinione pubblica, inebriata dal successo della squadra di Lucarelli.

Scrivere di queste cose non è facile, poiché in questa vicenda si mescolano elementi di varia natura che contribuiscono a renderla di difficile approccio in punta di logica. Solidissimi interessi economici di parte si impastano con proiezioni romantiche sui colori di una squadra; e di qui le fortune di un singolo o di un gruppo industriale vengono fatte coincidere artificiosamente con quelle di un’intera città che verrebbe riscattata grazie alle fortune della sua squadra di calcio. Si tratta di un gioco truccato, dove l’unica sicurezza è che se non ci sarà il via libera alla costruzione della clinica e dello stadio, ci sarà anche il disimpegno dell’uomo della provvidenza; viceversa, in caso del via libera alla realizzazione di stadio e clinica, ci saranno di sicuro profitti per uno, ma nessuno ha la certezza di investimenti che facciano della Ternana una nuova Atalanta, e meno che mai di Terni una città nuova.

Quello che stupisce, è che essendo una replica, per di più con forzature evidenti, gli spettatori si comportano esattamente allo stesso modo di vent’anni fa. La città cioè, sembrerebbe stare nella sua maggioranza col presidente, e come consentì e anzi “tifò” allora per la realizzazione di un inceneritore brucia-rifiuti che ha contribuito all’inquinamento di un’area già satura, parteggia oggi per il via libera alla realizzazione di stadio e clinica, progetti che lo stesso Bandecchi, dopo essersi definito un imprenditore di vaglia, definisce «abbinati». In che cosa consiste l’abbinamento? Nel fatto che i proventi derivanti dall’attività della clinica, che dovrebbe essere convenzionata col sistema sanitario pubblico, cioè essere finanziata con soldi pubblici, aiuterebbero la realizzazione dello stadio e, di qui, le buone sorti della Ternana. Quindi, di fatto, si ammette già in partenza da parte dello stesso interessato che le eventuali fortune della Ternana deriverebbero da soldi pubblici, salvo rivendicare il genio imprenditoriale del singolo. Ma allora, seguendo la logica dell’intervento pubblico, perché non fare della Ternana, da subito, una public company di proprietà della città?

 

Ora non staremo qui a sottilizzare sul fatto che un’imprenditoria capace non avrebbe bisogno di soldi pubblici per far funzionare una squadra di calcio, come insegnano i profeti del mercato e del profitto che tutto muove. Ci interessa sollevare altre questioni. Eccole.

Terni, e la sanità che più in generale ci si è rivelata nel corso di questa pandemia, hanno bisogno dell’entrata di privati sovvenzionati dal pubblico o di corposi investimenti e indirizzi pubblici che salvaguardino l’universalità del diritto alla salute a prescindere dal profitto privato? Nel remoto caso in cui la Ternana finisse anche in Champions League, quale sarebbe la ricaduta reale sulla città in termini di benessere collettivo, posti di lavoro, sicurezza sociale? Ed eventualmente, si può essere sicuri oggi che le eventuali fortune della Ternana non vengano pagate con un ulteriore impoverimento del territorio nel complesso? La vicenda degli inceneritori ci dice che quest’ultimo è stato lo scenario che si è verificato vent’anni fa. Cioè: quella è stata la realtà. Occorrerà tenerne minimamente conto.

E poi c’è un ultimo punto: Terni vive una crisi pluridecennale. Per uscirne occorrono competenze, tenacia e capacità di visione collettiva che sono oggi difficili da rinvenire nelle classi dirigenti cittadina e regionale nel loro complesso; figurarsi se le si può trovare in un uomo della provvidenza. Il quadrato che si sta erigendo intorno a lui fa pensare a una resa: Terni è finita, buttiamoci sulla Ternana

A mio avviso sterile retorica.

 

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20 minuti fa, paolo65 ha scritto:

Da leggere senza pregiudizi. Il problema non è tanto clinica si, clinica no, ma il fatto che oggi questa partita rappresenti ottusamente fattore assoluto per il destino di rinascita di Terni.

 

Il nuovo stadio, la clinica privata e la memoria corta che rischia di seppellire Terni

 
Uno dei murales sullo stadio Libero Liberati di Terni in solidarietà alle vittime del golpe del 1973 in Cile

di Fabrizio Marcucci

A Terni si sta srotolando una pellicola che ha il sapore della replica di un film di una ventina d’anni fa. Non fu una storia a lieto fine, e la città ne paga ancora il prezzo. Il copione a dire il vero è un classico: c’è il presidente di una squadra di calcio da sempre in grado di accendere entusiasmi forti, genuini e popolari il quale ha interessi in altri settori e utilizza il pallone come costruttore di una immagine positiva per accrescere il suo potere contrattuale nei confronti della politica, cioè della città. Venti e più anni fa c’erano Luigi Agarini (nel ruolo di presidente) e l’affare della realizzazione degli inceneritori di rifiuti, e sappiamo com’è andata. Oggi ci sono Stefano Bandecchi e l’affare della realizzazione di una clinica privata e di un nuovo stadio per ottenere i quali si fa leva sulla pressione di una tifoseria, e quindi di un’opinione pubblica, inebriata dal successo della squadra di Lucarelli.

Scrivere di queste cose non è facile, poiché in questa vicenda si mescolano elementi di varia natura che contribuiscono a renderla di difficile approccio in punta di logica. Solidissimi interessi economici di parte si impastano con proiezioni romantiche sui colori di una squadra; e di qui le fortune di un singolo o di un gruppo industriale vengono fatte coincidere artificiosamente con quelle di un’intera città che verrebbe riscattata grazie alle fortune della sua squadra di calcio. Si tratta di un gioco truccato, dove l’unica sicurezza è che se non ci sarà il via libera alla costruzione della clinica e dello stadio, ci sarà anche il disimpegno dell’uomo della provvidenza; viceversa, in caso del via libera alla realizzazione di stadio e clinica, ci saranno di sicuro profitti per uno, ma nessuno ha la certezza di investimenti che facciano della Ternana una nuova Atalanta, e meno che mai di Terni una città nuova.

Quello che stupisce, è che essendo una replica, per di più con forzature evidenti, gli spettatori si comportano esattamente allo stesso modo di vent’anni fa. La città cioè, sembrerebbe stare nella sua maggioranza col presidente, e come consentì e anzi “tifò” allora per la realizzazione di un inceneritore brucia-rifiuti che ha contribuito all’inquinamento di un’area già satura, parteggia oggi per il via libera alla realizzazione di stadio e clinica, progetti che lo stesso Bandecchi, dopo essersi definito un imprenditore di vaglia, definisce «abbinati». In che cosa consiste l’abbinamento? Nel fatto che i proventi derivanti dall’attività della clinica, che dovrebbe essere convenzionata col sistema sanitario pubblico, cioè essere finanziata con soldi pubblici, aiuterebbero la realizzazione dello stadio e, di qui, le buone sorti della Ternana. Quindi, di fatto, si ammette già in partenza da parte dello stesso interessato che le eventuali fortune della Ternana deriverebbero da soldi pubblici, salvo rivendicare il genio imprenditoriale del singolo. Ma allora, seguendo la logica dell’intervento pubblico, perché non fare della Ternana, da subito, una public company di proprietà della città?

 

Ora non staremo qui a sottilizzare sul fatto che un’imprenditoria capace non avrebbe bisogno di soldi pubblici per far funzionare una squadra di calcio, come insegnano i profeti del mercato e del profitto che tutto muove. Ci interessa sollevare altre questioni. Eccole.

Terni, e la sanità che più in generale ci si è rivelata nel corso di questa pandemia, hanno bisogno dell’entrata di privati sovvenzionati dal pubblico o di corposi investimenti e indirizzi pubblici che salvaguardino l’universalità del diritto alla salute a prescindere dal profitto privato? Nel remoto caso in cui la Ternana finisse anche in Champions League, quale sarebbe la ricaduta reale sulla città in termini di benessere collettivo, posti di lavoro, sicurezza sociale? Ed eventualmente, si può essere sicuri oggi che le eventuali fortune della Ternana non vengano pagate con un ulteriore impoverimento del territorio nel complesso? La vicenda degli inceneritori ci dice che quest’ultimo è stato lo scenario che si è verificato vent’anni fa. Cioè: quella è stata la realtà. Occorrerà tenerne minimamente conto.

E poi c’è un ultimo punto: Terni vive una crisi pluridecennale. Per uscirne occorrono competenze, tenacia e capacità di visione collettiva che sono oggi difficili da rinvenire nelle classi dirigenti cittadina e regionale nel loro complesso; figurarsi se le si può trovare in un uomo della provvidenza. Il quadrato che si sta erigendo intorno a lui fa pensare a una resa: Terni è finita, buttiamoci sulla Ternana

Caro Marcucci allora muori te insieme noi!  Vedi altri sviluppi così importanti proposto per la nostra città?? 

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Piuttosto,che altro ci sarebbe da depredare in questa città???nulla,chi doveva prendere lo ha già fatto negli scorsi anni e se ne è andato.

Ora chiunque arrivi,per forza di cosa può solo DARE.

 

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6 minuti fa, lu Fraportanu ha scritto:

Pura retorica ultra conservatrice che non aggiunge nulla alla discussione....e anche falso visto che non parla  della cosa più importante ....il nuovo ospedale!

retorico e palesemente in malafede.

abbiamo da fare noi che diamo visibilità a questo tipo di contenuti.

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7 minuti fa, lu Fraportanu ha scritto:

Pura retorica ultra conservatrice che non aggiunge nulla alla discussione....e anche falso visto che non parla  della cosa più importante ....il nuovo ospedale!

Avremo un nuovo ospedale a Terni?

Quando? Dove? Come ho fatto a perdermi la notizia? 😮

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Adesso, Lu Generale ha scritto:

Avremo un nuovo ospedale a Terni?

Quando? Dove? Come ho fatto a perdermi la notizia? 😮

Se avessi seguito le varie trasmissioni su Facebook degli esponenti politici di tutti gli schieramenti ...o anche la raccolta firme, anche quella è per il nuovo ospedale

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25 minuti fa, ZITTIMBò ha scritto:

A mio avviso sterile retorica.

 

Anche secondo me, mette a confronto poi situazioni diverse e contesti diversi (la Terni di oggi e quella di 20 anni fa sono molto diverse).

Non capisco questa paura (mal)celata verso l’uomo forte...ma uomo forte de che? Si parla di un progetto imprenditoriale e basta, non mi sembra che Bandecchi si sia candidato a dominus eterno della città, invece di tante chiacchiere e pippe mentali (di cui è pieno questo articolo) non si può una volta tanto parlare nel merito? Poi chi di dovere può benissimo decidere che un progetto come questo non sia utile, amen andremo avanti ma questo stillicidio di retorica ha francamente rotto il cazzo (almeno a me)

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22 minuti fa, Lu Generale ha scritto:

Avremo un nuovo ospedale a Terni?

Quando? Dove? Come ho fatto a perdermi la notizia? 😮

La raccolta firme è per il nuovo ospedale, ascolta quello che ha precisato il sindaco 

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25 minuti fa, lu Fraportanu ha scritto:

Se avessi seguito le varie trasmissioni su Facebook degli esponenti politici di tutti gli schieramenti ...o anche la raccolta firme, anche quella è per il nuovo ospedale

Ah, si, verba volant. Le chiacchiere stanno a zero, così come le petizioni. Se a livello politico e istituzionale si muove qualcosa bene, altrimenti siamo alle chiacchiere. E' stato messo qualcosa nero su bianco?

Pensa al tema degli organici nell'ospedale di Terni: sono anni che parlano di potenziare l'organico.

Cosa hanno fatto? Quasi nulla. E' partito solo un concorso per 12 posti complessivi (infermieri e amministrativi). Invece per Perugia mi pare oltre 30 posti. 

Sarebbe opportuno vedere qualche fatto concreto. 

Modificato da Lu Generale

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46 minuti fa, Giorgio Falletti ha scritto:

Anche secondo me, mette a confronto poi situazioni diverse e contesti diversi (la Terni di oggi e quella di 20 anni fa sono molto diverse).

Non capisco questa paura (mal)celata verso l’uomo forte...ma uomo forte de che? Si parla di un progetto imprenditoriale e basta, non mi sembra che Bandecchi si sia candidato a dominus eterno della città, invece di tante chiacchiere e pippe mentali (di cui è pieno questo articolo) non si può una volta tanto parlare nel merito? Poi chi di dovere può benissimo decidere che un progetto come questo non sia utile, amen andremo avanti ma questo stillicidio di retorica ha francamente rotto il cazzo (almeno a me)

Sono d'accordo, retorica ma non necessariamente sterile.

Riportare la questione a quello che è cioè un investimento di un privato in un contesto sensibile come la sanità, non credo sia sbagliatissimo.

Direi che, se vogliamo avere qualche speranza per capire se la questione possa o meno andare in porto, cominciare a togliere di mezzo la fuffa di contorno e puntare al merito non sarebbe una cattiva idea.

Diciamo che si tratta di retorica del tutto simile a quella di chi vuole lo stadio a prescindere (ce lo meritiamo, la rinascità della città, li communisti, ce l'hanno tutti co noi...).

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ma da quand'è che il modello "raccolta firme" ha raggiunto questo ruolo determinante per la costruzione futura di infrastrutture in una città?

 

ci sono persone che sono state votate affinché amministrino per il bene futuro della città e di chi la abita.

sta cosa della raccolta firme sta raggiungendo livelli astratti.

 

 

Modificato da Aghy
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52 minutes ago, polentaccio said:

Sono d'accordo, retorica ma non necessariamente sterile.

Riportare la questione a quello che è cioè un investimento di un privato in un contesto sensibile come la sanità, non credo sia sbagliatissimo.

Direi che, se vogliamo avere qualche speranza per capire se la questione possa o meno andare in porto, cominciare a togliere di mezzo la fuffa di contorno e puntare al merito non sarebbe una cattiva idea.

Diciamo che si tratta di retorica del tutto simile a quella di chi vuole lo stadio a prescindere (ce lo meritiamo, la rinascità della città, li communisti, ce l'hanno tutti co noi...).

 

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2 ore fa, il professore ha scritto:

 

Che macello... che tristezza questo articolo...

Basta una frase per smontarlo:

"Ora non staremo qui a sottilizzare sul fatto che un’imprenditoria capace non avrebbe bisogno di soldi pubblici per far funzionare una squadra di calcio"

TALE MARCUCCI... ANCORA NON HA CAPITO CHE LA CLINICA NON SERVE PER FAR FUNZIONARE LA TERNANA... MA PER ANTICIPARE AL COMUNE I SOLDI PER COSTRUIRE UNO STADIO PUBBLICO

E ancora...

"... un uomo della provvidenza"?

Che macello... che PENNE che ci stanno a Terni... che tristezza...

PS - per te che metti il -1... puoi infilartelo l'anculo con tutta la tastiera... e aggiungo SUCA!

 

Ci siamo già confrontati sull'argomento, abbiamo piccole differenze di opinioni sulla clinica convenzionata ma, questa volta ti devo dare ragione al 100% per quanto corcerne la parte evidenziata in grassetto, che non si capisca che per il credito sportivo occorra una copertura finanziaria è sconcertante, articolo che non ha senso logico. 

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47 minuti fa, Aghy ha scritto:

ma da quand'è che il modello "raccolta firme" ha raggiunto questo ruolo determinante per la costruzione futura di infrastrutture in una città?

ci sono persone che sono state votate affinché amministrino per il bene futuro della città e di chi la abita.

sta cosa della raccolta firme sta raggiungendo livelli astratti.

Ma io infatti sono choccato da questa cosa...che poi sta petizione sta diventando determinante (per alcuni) non solo "per un'infrastruttura" come dici te, ma proprio a livello politico! Perché tutta questa storia stadio-clinica è una questione politica di primo piano!   

E mi pare di capire che i politici di turno non facciano altro che fomentare questa visione, anziché agire nelle opportune sedi (consigli comunali rinviati, dibattiti in regione assenti, tranne che per l'iniziativa di De Luca). 

A voi piacerà tanto, ma a me non convince sta cosa: la politica deve assumersi le proprie responsabilità e non nascondersi dietro le petizioni, deve fare i propri passi nelle opportune sedi istituzionali e politiche, non fomentare petizioni o sollevazioni di popolo. 

Ci vedo tanto populismo, ma anche una certa dose di incapacità politica e immobilismo.

E sull'incapacità politica e l'immobilismo spero davvero di sbagliare, perché se così fosse il progetto stadio-clinica non si farà. Perché, ripeto, la decisione è (e sarà) politica!  

Spero di sbagliare, ma per ora vedo che continuano a mancare le risposte a domande chiave su questa vicenda, mentre a tanti troppi ternani piace fare come gli struzzi: capoccia sotto la sabbia, non fare domande, non volere risposte, basta che fanno lo stadio. Una visione miope e autolesionista.

Stadio e clinica vanno fatti, ma vanno fatti per bene, nell'interesse della Ternana, di Bandecchi, e della comunità ternana. 

Modificato da Lu Generale
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3 ore fa, paolo65 ha scritto:

Da leggere senza pregiudizi. Il problema non è tanto clinica si, clinica no, ma il fatto che oggi questa partita rappresenti ottusamente fattore assoluto per il destino di rinascita di Terni.

 

Il nuovo stadio, la clinica privata e la memoria corta che rischia di seppellire Terni

 
Uno dei murales sullo stadio Libero Liberati di Terni in solidarietà alle vittime del golpe del 1973 in Cile

di Fabrizio Marcucci

A Terni si sta srotolando una pellicola che ha il sapore della replica di un film di una ventina d’anni fa. Non fu una storia a lieto fine, e la città ne paga ancora il prezzo. Il copione a dire il vero è un classico: c’è il presidente di una squadra di calcio da sempre in grado di accendere entusiasmi forti, genuini e popolari il quale ha interessi in altri settori e utilizza il pallone come costruttore di una immagine positiva per accrescere il suo potere contrattuale nei confronti della politica, cioè della città. Venti e più anni fa c’erano Luigi Agarini (nel ruolo di presidente) e l’affare della realizzazione degli inceneritori di rifiuti, e sappiamo com’è andata. Oggi ci sono Stefano Bandecchi e l’affare della realizzazione di una clinica privata e di un nuovo stadio per ottenere i quali si fa leva sulla pressione di una tifoseria, e quindi di un’opinione pubblica, inebriata dal successo della squadra di Lucarelli.

Scrivere di queste cose non è facile, poiché in questa vicenda si mescolano elementi di varia natura che contribuiscono a renderla di difficile approccio in punta di logica. Solidissimi interessi economici di parte si impastano con proiezioni romantiche sui colori di una squadra; e di qui le fortune di un singolo o di un gruppo industriale vengono fatte coincidere artificiosamente con quelle di un’intera città che verrebbe riscattata grazie alle fortune della sua squadra di calcio. Si tratta di un gioco truccato, dove l’unica sicurezza è che se non ci sarà il via libera alla costruzione della clinica e dello stadio, ci sarà anche il disimpegno dell’uomo della provvidenza; viceversa, in caso del via libera alla realizzazione di stadio e clinica, ci saranno di sicuro profitti per uno, ma nessuno ha la certezza di investimenti che facciano della Ternana una nuova Atalanta, e meno che mai di Terni una città nuova.

Quello che stupisce, è che essendo una replica, per di più con forzature evidenti, gli spettatori si comportano esattamente allo stesso modo di vent’anni fa. La città cioè, sembrerebbe stare nella sua maggioranza col presidente, e come consentì e anzi “tifò” allora per la realizzazione di un inceneritore brucia-rifiuti che ha contribuito all’inquinamento di un’area già satura, parteggia oggi per il via libera alla realizzazione di stadio e clinica, progetti che lo stesso Bandecchi, dopo essersi definito un imprenditore di vaglia, definisce «abbinati». In che cosa consiste l’abbinamento? Nel fatto che i proventi derivanti dall’attività della clinica, che dovrebbe essere convenzionata col sistema sanitario pubblico, cioè essere finanziata con soldi pubblici, aiuterebbero la realizzazione dello stadio e, di qui, le buone sorti della Ternana. Quindi, di fatto, si ammette già in partenza da parte dello stesso interessato che le eventuali fortune della Ternana deriverebbero da soldi pubblici, salvo rivendicare il genio imprenditoriale del singolo. Ma allora, seguendo la logica dell’intervento pubblico, perché non fare della Ternana, da subito, una public company di proprietà della città?

 

Ora non staremo qui a sottilizzare sul fatto che un’imprenditoria capace non avrebbe bisogno di soldi pubblici per far funzionare una squadra di calcio, come insegnano i profeti del mercato e del profitto che tutto muove. Ci interessa sollevare altre questioni. Eccole.

Terni, e la sanità che più in generale ci si è rivelata nel corso di questa pandemia, hanno bisogno dell’entrata di privati sovvenzionati dal pubblico o di corposi investimenti e indirizzi pubblici che salvaguardino l’universalità del diritto alla salute a prescindere dal profitto privato? Nel remoto caso in cui la Ternana finisse anche in Champions League, quale sarebbe la ricaduta reale sulla città in termini di benessere collettivo, posti di lavoro, sicurezza sociale? Ed eventualmente, si può essere sicuri oggi che le eventuali fortune della Ternana non vengano pagate con un ulteriore impoverimento del territorio nel complesso? La vicenda degli inceneritori ci dice che quest’ultimo è stato lo scenario che si è verificato vent’anni fa. Cioè: quella è stata la realtà. Occorrerà tenerne minimamente conto.

E poi c’è un ultimo punto: Terni vive una crisi pluridecennale. Per uscirne occorrono competenze, tenacia e capacità di visione collettiva che sono oggi difficili da rinvenire nelle classi dirigenti cittadina e regionale nel loro complesso; figurarsi se le si può trovare in un uomo della provvidenza. Il quadrato che si sta erigendo intorno a lui fa pensare a una resa: Terni è finita, buttiamoci sulla Ternana

Francamente a Marcucci posso solo rispondere solo come i vecchi davanti a Pazzaglia: allora fallo tu lo stadio...

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13 minuti fa, altoforno ha scritto:

Francamente a Marcucci posso solo rispondere solo come i vecchi davanti a Pazzaglia: allora fallo tu lo stadio...

che tra l'altro scrive per tale giornale online "cronache umbre" che è politicamente schierato apertamente con la parte più estrema di chi oggi sta all'opposizione a Terni a in Umbria. solo per completezza.

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27 minuti fa, Lu Generale ha scritto:

Ma io infatti sono choccato da questa cosa...che poi sta petizione sta diventando determinante (per alcuni) non solo "per un'infrastruttura" come dici te, ma proprio a livello politico! Perché tutta questa storia stadio-clinica è una questione politica di primo piano!   

E mi pare di capire che i politici di turno non facciano altro che fomentare questa visione, anziché agire nelle opportune sedi (consigli comunali rinviati, dibattiti in regione assenti, tranne che per l'iniziativa di De Luca). 

A voi piacerà tanto, ma a me non convince sta cosa: la politica deve assumersi le proprie responsabilità e non nascondersi dietro le petizioni, deve fare i propri passi nelle opportune sedi istituzionali e politiche, non fomentare petizioni o sollevazioni di popolo. 

Ci vedo tanto populismo, ma anche una certa dose di incapacità politica e immobilismo.

E sull'incapacità politica e l'immobilismo spero davvero di sbagliare, perché se così fosse il progetto stadio-clinica non si farà. Perché, ripeto, la decisione è (e sarà) politica!  

Spero di sbagliare, ma per ora vedo che continuano a mancare le risposte a domande chiave su questa vicenda, mentre a tanti troppi ternani piace fare come gli struzzi: capoccia sotto la sabbia, non fare domande, non volere risposte, basta che fanno lo stadio. Una visione miope e autolesionista.

Stadio e clinica vanno fatti, ma vanno fatti per bene, nell'interesse della Ternana, di Bandecchi, e della comunità ternana. 

ma infatti, come scritto tempo fa su questo topic, il mio terrore futuro (non chiamiamolo presentimento) è leggere o ascoltare frasi da parte di autorità politiche ternane comunali o in regione che un progetto X non vedrà la luce per COLPA di "qualche intervista o qualche comunicato scritto da terzi che remano contro" o per colpa dei ternani che "non sono andati a mettere la propria firma alla raccolta firme".

 

 

 

 

 

 

 

Modificato da Aghy

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2 ore fa, LUCACIARA85 ha scritto:

La raccolta firme è per il nuovo ospedale, ascolta quello che ha precisato il sindaco 

cioè, ha detto che tocca fare una petizione per farci fare un ospedale nuovo? Quando c'abbiamo un ospedale vetusto e in altre parti della regione da mo' che l'hanno rifatti?

Ah.

 

1) Ah. (ribadisco)

2) serve una petizione per sapere che ai ternani farebbe molto piacere avere un ospedale nuovo?

 

Lallo mio... non ho voglia di sentire che hai detto di preciso ma il sottotesto è abbastanza terrificante... mo' vedemo col badante nuovo...

Modificato da wild.duck
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tanto per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, l'articolo di Marcucci non mi pare tanto sensato, comunque lo si guardi. Se uno mi apre un NaturaSì (per dire) e porta 10 posti di lavoro non vedo perché lamentarsi perché non è arrivato l'Uomo del Monte che porta 1000 posti di lavoro piantando gli ananas a maratta. Intanto sono posti di lavoro, e non è che se c'hai un Bandecchi che si lega a Terni allora dopo ci mette tre carrarmatini e non entra più nessun altro. Al limite può aiutare un po' in direzione contraria, direi.

Modificato da wild.duck

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La realtà è che se il progetto andrà in porto sarà perché verrà trovata una coincidenza di interessi/obiettivi economico/politico, al massimo potrà mettersi qualche stelletta chi ci ha messo la faccia in prima persona dall’inizio.

Viceversa, nel caso dovesse saltare, sarà perché quella convergenza di interessi non è stata trovata ed è ovvio che la responsabilità principale sarà sempre di chi ci ha messo la faccia e si è esposto di più, molto semplice.

Sulla petizione mi sono già espresso, mi spiace si sia arrivati al punto di strumentalizzarla pesantemente sia da parte di chi l’ha promossa, sia da parte di chi la osteggia (seppur nascondendosi dietro dichiarazioni di facciata). Non è elemento decisivo per la riuscita del progetto, su questo non ci piove ma io accolgo sempre con favore ci si spende sporcandosi le mani e provando nel proprio piccolo a fare qualcosa, è una forma democratica da non denigrare. Peccato che sia diventata anch’essa fonte di scontro politico/partitico, l’unica cosa cioè che non doveva diventare.

Modificato da Giorgio Falletti

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36 minuti fa, wild.duck ha scritto:

tanto per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, l'articolo di Marcucci non mi pare tanto sensato, comunque lo si guardi. Se uno mi apre un NaturaSì (per dire) e porta 10 posti di lavoro non vedo perché lamentarsi perché non è arrivato l'Uomo del Monte che porta 1000 posti di lavoro piantando gli ananas a maratta. Intanto sono posti di lavoro, e non è che se c'hai un Bandecchi che si lega a Terni allora dopo ci mette tre carrarmatini e non entra più nessun altro. Al limite può aiutare un po' in direzione contraria, direi.

Più che altro dove stava sto tizio negli ultimi 10 anno dove la città è stata depredata di tutto e di più!

 

Modificato da Nambo

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