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12 minuti fa, Scoppea ha scritto:

L'argomento lo conosco bene. Per scrivere un articolo occorre dare un titolo. Poi può essere più o meno paraculo o come dici te più o meno clickbait. Rispetto ad un quotidiano che lo compri il sito non lo paghi. Quindi non te lo ordina la mutua leggere o meno un articolo. E' questa la differenza sostanziale. Poi se tu reputi che quel titolo è stato fatto come clickbait non entro nei dettagli. Qui il discorso è completamente diverso. Non centra nulla. Il mio discorso faceva riferimento ai commenti sulla persona. Che sono un qualcosa di incredibile, invece di ascrivergli il merito di aver fatto oggettivamente un ottimo scoop. Detto ciò ormai siamo ad un livello di esasperazione tale che è impossibile gestire queste cose. Tanto ci sarà sempre quello che ti dirà hai fatto il titolo clickbait (e io rispondo sempre togli il like alla pagina pazienza mica more nessuno) o hai sbagliato questo o altro. Ci sta. Non tollero però l'attacco alla persona. E' incredibile

passo e chiudo boss ;) 

Ci mancherebbe che attacco la persona, anzi. Con Lorenzo qualche volta ho anche scambiato piacevoli battute e so che conosci bene l’argomento, ovvio. Il titolo rimane fondamentale nella comunicazione di oggi come in quella delle locandine fuori dall’edicola non c’è troppa differenza, ma un’accuratezza maggiore non sarebbe male… poi è parere mio eh, ci mancherebbe, ma per me non va bene affatto scrivere un titolo distruttivo come quello per poi far evincere dall’articolo l’esatto opposto.  
 

Aggiungo: in merito allo scoop c’è un comitato con un avvocato che ha chiesto accesso agli atti e non ha ricevuto niente quindi più che fare i complimenti mi viene da riflettere. 

Modificato da FURIOUS
  • Voto Positivo 1

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1 ora fa, FURIOUS ha scritto:

Ci mancherebbe che attacco la persona, anzi. Con Lorenzo qualche volta ho anche scambiato piacevoli battute e so che conosci bene l’argomento, ovvio. Il titolo rimane fondamentale nella comunicazione di oggi come in quella delle locandine fuori dall’edicola non c’è troppa differenza, ma un’accuratezza maggiore non sarebbe male… poi è parere mio eh, ci mancherebbe, ma per me non va bene affatto scrivere un titolo distruttivo come quello per poi far evincere dall’articolo l’esatto opposto.  
 

Aggiungo: in merito allo scoop c’è un comitato con un avvocato che ha chiesto accesso agli atti e non ha ricevuto niente quindi più che fare i complimenti mi viene da riflettere. 

A me la cosa che più infastidisce non è tanto il singolo articolo che ci sta può uscire a caxxo di cane.

È l'atteggiamento dei media locali,x farti un esempio....un paio di settimane quelli lassù hanno annunciato il nuovo stadio.

Ok,la stampa di quelli la come si è comportata,?titoloni roboanti,entusiasti come se fosse tutto fatto, addirittura danno pure la data dei tempi di chiusura.

E lassù in mano non hanno un cazzo,un progetto,chi finanzia,un iter da seguire....

Chiaro che quella è una presa x il culo,a danno loro x carità.

Ecco ci sta una via di mezzo tra un entusiasmo ingiustificato ad un articolo da da gufi

  • Grazie 1

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6 ore fa, Porcino ha scritto:

Quindi, 40.000 buttati per un parere che era ovvio e Lu potevano chiede a gratis a chiunque, anzi non c'era manco bisogno, bastava soltanto conosce la legge.

Su tutta la vicenda stadio/clinica è proprio sul punto dell'accreditamento che non me convinceva l'operato de Bandecchi. Me sta bene tutto ma quasi pretende de avecce i posti in convenzione ancora prima de fa..... È come se io volessi mette su na ditta edile ma soltanto se me garantiscono in anticipo un tot de appalti pubblici..... Facile la vita!

Che poi, parere personale, visto che per avere l'accreditamento bisogni avere determinati standard e si va a concorrere con gli altri competitor regionali; al momento che crei una struttura nuova con i migliori standard qualitativi del momento, che difficoltà dovresti avere nel confrontarti con strutture vecchie di decenni?

http://www.sporterni.it/articolo.php?id=21781&fbclid=IwAR3BtO58F-F-SXZ92zFjVUxGTzbb6EpwFIN_8OfNsNd3Sj9Ad1efDcOqRxk
 

Ma te dove ti informi? Siamo nel 2022 fra poco si tromba nel metaverso

  • Haha 2

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1 ora fa, longarinivattene! ha scritto:

Mattina, credo alle 10. 
Se ce dovesse andà Bandecchi, volano li stiaffi 🤣🤣🤣

Magara!!!!

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7 ore fa, FURIOUS ha scritto:

Il titolo è il motivo maggiore affinché un utente clicchi su un link.

Funziona così, altrimenti il clickbait non avrebbe senso di esistere e noi saremmo risparmiati da migliaia e migliaia di post o articoli giornalieri di pura merda di cane: “le macchine invendute e Viterbo stanno andando a ruba” = “Balduzzi stronca il progetto”. Stesso principio.

Con "maghine" acchiappi più click a veterbe! 😁

Modificato da Lu Generale

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Vi leggo sempre con piacere, ma vedo che ancora le cose non sono chiare, nonostante tutte le mie spiegazioni che ho elargito gratis 🤣

Vedo di essere chiaro una volta per tutte.

Ammesso che le indiscrezioni di stampa siano corrette, il parere espresso dal consulente non poteva essere che quello. Ve lo avevo anticipato gratis già da mesi alla modica cifra di zero euro.

La legge stadi si occupa di bypassare le procedure urbanistiche per il rilascio delle autorizzazioni a costruire, non riguarda autorizzazioni di altra natura, per le quali restano in vigore le regole al momento vigenti.

Ho letto da più parti che la domanda posta a Balduzzi sarebbe scorretta, invece quella fatta è la domanda giusta. Può un convenzionamento essere deliberato prima che la struttura sanitaria sia operativa? La risposta non poteva che essere NO.

Perchè questa E' la domanda, l'unica da farsi? Cerco di rispiegarlo in termini più chiari.

Alla base della legge stadi c'è una cosa che si chiama concessione.  La concessione è un atto con cui una parte pubblica concede un bene pubblico in gestione temporanea ad un privato che, a sue spese e rischio, provvede a valorizzarlo traendone i frutti, per poi restituirlo, valorizzato alla scadenza della concessione.

Chiaramente il concedente pubblico deve accertarsi che il progetto proposto dal privato sia economicamente sostenibile, cioè in grado di provvedere agli investimenti attesi, pagare gli oneri concessori (canoni) e mantenere il bene pubblico in condizioni da poter essere restituito, valorizzato, alla disponibilità dell'ente pubblico al termine della concessione. Lo strumento che si utilizza per valutare la bontà del progetto alla base della concessione è il PEF (Piano Economico Finanziario), che serve a dimostrare la sostenibilità finanziaria del progetto, a garanzia del valore del bene pubblico concesso alla disponibilità del privato.

Il problema è che il PEF presentato per la concessione delle stadio e delle aree di proprietà pubblica, basa la sostenibilità del progetto sul convenzionamento di 100 posti letto della clinica. Quindi questa sostenibilità si basa su un atto che non solo al momento non è disponibile, ma è per sua natura incerto. E non si tratta di una normale incertezza di mercato, che è contemplata dal PEF se fatto bene. ma si tratta di una autorizzazione dipendente da fattori discrezionali di terzi (nel nostro caso dalla Regione Umbria) non controllabili da Bandecchi. Ho letto il parallelismo con le licenze commerciali. Ricordo che le aree commerciali comprese nel progetto stadio consistono in immobili destinati all'affitto. La ternana non esercisce l'attività commerciale, quindi le licenze non sono un suo onere. La ternana affitta gli spazi. Inoltre la legge stadi si occupa di garantire la destinazione d'uso di quegli spazi ad attività commerciale in deroga alle normali procedure urbanistiche. Quindi per occuparli basta una licenza commerciale che l'ente non ha la discrezionalità di rifiutare. Mi spiego meglio. I comuni agiscono sulla regolamentazione del commercio utilizzando la leva urbanistica della regolamentazione degli spazi a questo destinati. Ma una volta che uno spazio è destinato al commercio non è che Coop o Esselunga devono richiedere al comune una licenza commerciale per occuparli che l'ente può rifiutare. Nel caso della clinica è  l'opposto. I muri si costruiscono, ma il convenzionamento è discrezionale. Perchè? Perchè dipende dalla quantità di risorse che ogni regione dedica al convenzionamento di strutture esterne che, al limite, può anche essere zero.

Capito ciò risulta chiaro che il PEF così articolato non ha i requisiti di sostenibilità finanziaria richiesti da una concessione pubblica, poichè la principale fonte di reddito è condizionata ad un atto discrezionale di terzi non prevedibile. Quindi nessun amministratore pubblico potrebbe concedere un bene pubblico in gestione ad un privato il cui progetto è a rischio fallimento. Per questo la domanda fatta a Balduzzi è la chiave: fosse stato possibile convenzionare prima di ottenere la concessione, il PEF avrebbe una solidità inoppugnabile. Così com'è, invece, il PEF fa acqua.

Cosa fare? Come già detto anche senza 40K euro di parcella, basterebbe che la sostenibilità finanziaria del progetto fosse svincolata dal convenzionamento (non dalla clinica, chè è una normale impresa privata con i rischi ad essa associata). In quel caso sarebbe impossibile per la CdS esprimere parere negativo. Il convenzionamento potrebbe comunque avvenire in seguito seguendo le regole vigenti. Spero questa volta di essere stato chiaro, sempre tenendo a mente che le vie del Signore sono comunque infinite.

Modificato da Semprerossoverde
  • Grazie 5

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13 minuti fa, Semprerossoverde ha scritto:

Vi leggo sempre con piacere, ma vedo che ancora le cose non sono chiare, nonostante tutte le mie spiegazioni che ho elargito gratis 🤣

Vedo di essere chiaro una volta per tutte.

Ammesso che le indiscrezioni di stampa siano corrette, il parere espresso dal consulente non poteva essere che quello. Ve lo avevo anticipato gratis già da mesi alla modica cifra di zero euro.

La legge stadi si occupa di bypassare le procedure urbanistiche per il rilascio delle autorizzazioni a costruire, non riguarda autorizzazioni di altra natura, per le quali restano in vigore le regole al momento vigenti.

Ho letto da più parti che la domanda posta a Balduzzi sarebbe scorretta, invece quella fatta è la domanda giusta. Può un convenzionamento essere deliberato prima che la struttura sanitaria sia operativa? La risposta non poteva che essere NO.

Perchè questa E' la domanda, l'unica da farsi? Cerco di rispiegarlo in termini più chiari.

Alla base della legge stadi c'è una cosa che si chiama concessione.  La concessione è un atto con cui una parte pubblica concede un bene pubblico in gestione temporanea ad un privato che, a sue spese e rischio, provvede a valorizzarlo traendone i frutti, per poi restituirlo, valorizzato alla scadenza della concessione.

Chiaramente il concedente pubblico deve accertarsi che il progetto proposto dal privato sia economicamente sostenibile, cioè in grado di provvedere agli investimenti attesi, pagare gli oneri concessori (canoni) e mantenere il bene pubblico in condizioni da poter essere restituito, valorizzato, alla disponibilità dell'ente pubblico al termine della concessione. Lo strumento che si utilizza per valutare la bontà del progetto alla base della concessione è il PEF (Piano Economico Finanziario), che serve a dimostrare la sostenibilità finanziaria del progetto, a garanzia del valore del bene pubblico concesso alla disponibilità del privato.

Il problema è che il PEF presentato per la concessione delle stadio e delle aree di proprietà pubblica, basa la sostenibilità del progetto sul convenzionamento di 100 posti letto della clinica. Quindi questa sostenibilità si basa su un atto che non solo al momento non è disponibile, ma è per sua natura incerto. E non si tratta di una normale incertezza di mercato, che è contemplata dal PEF se fatto bene. ma si tratta di una autorizzazione dipendente da fattori discrezionali di terzi (nel nostro caso dalla Regione Umbria) non controllabili da Bandecchi. Ho letto il parallelismo con le licenze commerciali. Ricordo che le aree commerciali comprese nel progetto stadio consistono in immobili destinati all'affitto. La ternana non esercisce l'attività commerciale, quindi le licenze non sono un suo onere. La ternana affitta gli spazi. Inoltre la legge stadi si occupa di garantire la destinazione d'uso di quegli spazi ad attività commerciale in deroga alle normali procedure urbanistiche. Quindi per occuparli basta una licenza commerciale che l'ente non ha la discrezionalità di rifiutare. Mi spiego meglio. I comuni agiscono sulla regolamentazione del commercio utilizzando la leva urbanistica della regolamentazione degli spazi a questo destinati. Ma una volta che uno spazio è destinato al commercio non è che Coop o Esselunga devono richiedere al comune una licenza commerciale per occuparli che l'ente può rifiutare. Nel caso della clinica è  l'opposto. I muri si costruiscono, ma il convenzionamento è discrezionale. Perchè? Perchè dipende dalla quantità di risorse che ogni regione dedica al convenzionamento di strutture esterne che, al limite, può anche essere zero.

Capito ciò risulta chiaro che il PEF così articolato non ha i requisiti di sostenibilità finanziaria richiesti da una concessione pubblica, poichè la principale fonte di reddito è condizionata ad un atto discrezionale di terzi non prevedibile. Quindi nessun amministratore pubblico potrebbe concedere un bene pubblico in gestione ad un privato il cui progetto è a rischio fallimento. Per questo la domanda fatta a Balduzzi è la chiave: fosse stato possibile convenzionare prima di ottenere la concessione, il PEF avrebbe una solidità inoppugnabile. Così com'è, invece, il PEF fa acqua.

Cosa fare? Come già detto anche senza 40K euro di parcella, basterebbe che la sostenibilità finanziaria del progetto fosse svincolata dal convenzionamento (non dalla clinica, chè è una normale impresa privata con i rischi ad essa associata). In quel caso sarebbe impossibile per la CdS esprimere parere negativo. Il convenzionamento potrebbe comunque avvenire in seguito seguendo le regole vigenti. Spero questa volta di essere stato chiaro, sempre tenendo a mente che le vie del Signore sono comunque infinite.

Tocca sganciare i soldi veri, non quelli di pantalone

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6 ore fa, Semprerossoverde ha scritto:

Vi leggo sempre con piacere, ma vedo che ancora le cose non sono chiare, nonostante tutte le mie spiegazioni che ho elargito gratis 🤣

Vedo di essere chiaro una volta per tutte.

Ammesso che le indiscrezioni di stampa siano corrette, il parere espresso dal consulente non poteva essere che quello. Ve lo avevo anticipato gratis già da mesi alla modica cifra di zero euro.

La legge stadi si occupa di bypassare le procedure urbanistiche per il rilascio delle autorizzazioni a costruire, non riguarda autorizzazioni di altra natura, per le quali restano in vigore le regole al momento vigenti.

Ho letto da più parti che la domanda posta a Balduzzi sarebbe scorretta, invece quella fatta è la domanda giusta. Può un convenzionamento essere deliberato prima che la struttura sanitaria sia operativa? La risposta non poteva che essere NO.

Perchè questa E' la domanda, l'unica da farsi? Cerco di rispiegarlo in termini più chiari.

Alla base della legge stadi c'è una cosa che si chiama concessione.  La concessione è un atto con cui una parte pubblica concede un bene pubblico in gestione temporanea ad un privato che, a sue spese e rischio, provvede a valorizzarlo traendone i frutti, per poi restituirlo, valorizzato alla scadenza della concessione.

Chiaramente il concedente pubblico deve accertarsi che il progetto proposto dal privato sia economicamente sostenibile, cioè in grado di provvedere agli investimenti attesi, pagare gli oneri concessori (canoni) e mantenere il bene pubblico in condizioni da poter essere restituito, valorizzato, alla disponibilità dell'ente pubblico al termine della concessione. Lo strumento che si utilizza per valutare la bontà del progetto alla base della concessione è il PEF (Piano Economico Finanziario), che serve a dimostrare la sostenibilità finanziaria del progetto, a garanzia del valore del bene pubblico concesso alla disponibilità del privato.

Il problema è che il PEF presentato per la concessione delle stadio e delle aree di proprietà pubblica, basa la sostenibilità del progetto sul convenzionamento di 100 posti letto della clinica. Quindi questa sostenibilità si basa su un atto che non solo al momento non è disponibile, ma è per sua natura incerto. E non si tratta di una normale incertezza di mercato, che è contemplata dal PEF se fatto bene. ma si tratta di una autorizzazione dipendente da fattori discrezionali di terzi (nel nostro caso dalla Regione Umbria) non controllabili da Bandecchi. Ho letto il parallelismo con le licenze commerciali. Ricordo che le aree commerciali comprese nel progetto stadio consistono in immobili destinati all'affitto. La ternana non esercisce l'attività commerciale, quindi le licenze non sono un suo onere. La ternana affitta gli spazi. Inoltre la legge stadi si occupa di garantire la destinazione d'uso di quegli spazi ad attività commerciale in deroga alle normali procedure urbanistiche. Quindi per occuparli basta una licenza commerciale che l'ente non ha la discrezionalità di rifiutare. Mi spiego meglio. I comuni agiscono sulla regolamentazione del commercio utilizzando la leva urbanistica della regolamentazione degli spazi a questo destinati. Ma una volta che uno spazio è destinato al commercio non è che Coop o Esselunga devono richiedere al comune una licenza commerciale per occuparli che l'ente può rifiutare. Nel caso della clinica è  l'opposto. I muri si costruiscono, ma il convenzionamento è discrezionale. Perchè? Perchè dipende dalla quantità di risorse che ogni regione dedica al convenzionamento di strutture esterne che, al limite, può anche essere zero.

Capito ciò risulta chiaro che il PEF così articolato non ha i requisiti di sostenibilità finanziaria richiesti da una concessione pubblica, poichè la principale fonte di reddito è condizionata ad un atto discrezionale di terzi non prevedibile. Quindi nessun amministratore pubblico potrebbe concedere un bene pubblico in gestione ad un privato il cui progetto è a rischio fallimento. Per questo la domanda fatta a Balduzzi è la chiave: fosse stato possibile convenzionare prima di ottenere la concessione, il PEF avrebbe una solidità inoppugnabile. Così com'è, invece, il PEF fa acqua.

Cosa fare? Come già detto anche senza 40K euro di parcella, basterebbe che la sostenibilità finanziaria del progetto fosse svincolata dal convenzionamento (non dalla clinica, chè è una normale impresa privata con i rischi ad essa associata). In quel caso sarebbe impossibile per la CdS esprimere parere negativo. Il convenzionamento potrebbe comunque avvenire in seguito seguendo le regole vigenti. Spero questa volta di essere stato chiaro, sempre tenendo a mente che le vie del Signore sono comunque infinite.

Non so se ai termini di legge conta ma i soldi per completare l’opera li garantisce Bandecchi non so come. 

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17 minuti fa, LUCACIARA85 ha scritto:

Non so se ai termini di legge conta ma i soldi per completare l’opera li garantisce Bandecchi non so come. 

Meno weekend a Londra! 😁

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17 minuti fa, LUCACIARA85 ha scritto:

Praticamente da come sostiene semprerossoverde, Bandecchi ha gettato ne cessso anni di progetti fatti con 50 tecnici al costo di almeno 200.000€

Non ha buttato nel cesso, ha provato a fare un affare che altrimenti (senza stadio) non avrebbe mai potuto fare. E non è detto che li abbia buttati al cesso 😉

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42 minuti fa, LUCACIARA85 ha scritto:

Non so se ai termini di legge conta ma i soldi per completare l’opera li garantisce Bandecchi non so come. 

L'investimento iniziale deve essere ripagato. Ovviamente bandecchi (?) garantisce L'investimento iniziale, ma questo deve produrre un ritorno in grado di ripagarlo (oneri finanziari compresi), coprire le spese di mantenimento delle strutture, garantire la continuità aziendale della ternana calcio e produrre anche un po di utile. Se non è così i bandi di gara (questo è la costruzione del nuovo stadio) non si vincono neppure se hai una prelazione

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7 ore fa, Semprerossoverde ha scritto:

Vi leggo sempre con piacere, ma vedo che ancora le cose non sono chiare, nonostante tutte le mie spiegazioni che ho elargito gratis 🤣

Vedo di essere chiaro una volta per tutte.

Ammesso che le indiscrezioni di stampa siano corrette, il parere espresso dal consulente non poteva essere che quello. Ve lo avevo anticipato gratis già da mesi alla modica cifra di zero euro.

La legge stadi si occupa di bypassare le procedure urbanistiche per il rilascio delle autorizzazioni a costruire, non riguarda autorizzazioni di altra natura, per le quali restano in vigore le regole al momento vigenti.

Ho letto da più parti che la domanda posta a Balduzzi sarebbe scorretta, invece quella fatta è la domanda giusta. Può un convenzionamento essere deliberato prima che la struttura sanitaria sia operativa? La risposta non poteva che essere NO.

Perchè questa E' la domanda, l'unica da farsi? Cerco di rispiegarlo in termini più chiari.

Alla base della legge stadi c'è una cosa che si chiama concessione.  La concessione è un atto con cui una parte pubblica concede un bene pubblico in gestione temporanea ad un privato che, a sue spese e rischio, provvede a valorizzarlo traendone i frutti, per poi restituirlo, valorizzato alla scadenza della concessione.

Chiaramente il concedente pubblico deve accertarsi che il progetto proposto dal privato sia economicamente sostenibile, cioè in grado di provvedere agli investimenti attesi, pagare gli oneri concessori (canoni) e mantenere il bene pubblico in condizioni da poter essere restituito, valorizzato, alla disponibilità dell'ente pubblico al termine della concessione. Lo strumento che si utilizza per valutare la bontà del progetto alla base della concessione è il PEF (Piano Economico Finanziario), che serve a dimostrare la sostenibilità finanziaria del progetto, a garanzia del valore del bene pubblico concesso alla disponibilità del privato.

Il problema è che il PEF presentato per la concessione delle stadio e delle aree di proprietà pubblica, basa la sostenibilità del progetto sul convenzionamento di 100 posti letto della clinica. Quindi questa sostenibilità si basa su un atto che non solo al momento non è disponibile, ma è per sua natura incerto. E non si tratta di una normale incertezza di mercato, che è contemplata dal PEF se fatto bene. ma si tratta di una autorizzazione dipendente da fattori discrezionali di terzi (nel nostro caso dalla Regione Umbria) non controllabili da Bandecchi. Ho letto il parallelismo con le licenze commerciali. Ricordo che le aree commerciali comprese nel progetto stadio consistono in immobili destinati all'affitto. La ternana non esercisce l'attività commerciale, quindi le licenze non sono un suo onere. La ternana affitta gli spazi. Inoltre la legge stadi si occupa di garantire la destinazione d'uso di quegli spazi ad attività commerciale in deroga alle normali procedure urbanistiche. Quindi per occuparli basta una licenza commerciale che l'ente non ha la discrezionalità di rifiutare. Mi spiego meglio. I comuni agiscono sulla regolamentazione del commercio utilizzando la leva urbanistica della regolamentazione degli spazi a questo destinati. Ma una volta che uno spazio è destinato al commercio non è che Coop o Esselunga devono richiedere al comune una licenza commerciale per occuparli che l'ente può rifiutare. Nel caso della clinica è  l'opposto. I muri si costruiscono, ma il convenzionamento è discrezionale. Perchè? Perchè dipende dalla quantità di risorse che ogni regione dedica al convenzionamento di strutture esterne che, al limite, può anche essere zero.

Capito ciò risulta chiaro che il PEF così articolato non ha i requisiti di sostenibilità finanziaria richiesti da una concessione pubblica, poichè la principale fonte di reddito è condizionata ad un atto discrezionale di terzi non prevedibile. Quindi nessun amministratore pubblico potrebbe concedere un bene pubblico in gestione ad un privato il cui progetto è a rischio fallimento. Per questo la domanda fatta a Balduzzi è la chiave: fosse stato possibile convenzionare prima di ottenere la concessione, il PEF avrebbe una solidità inoppugnabile. Così com'è, invece, il PEF fa acqua.

Cosa fare? Come già detto anche senza 40K euro di parcella, basterebbe che la sostenibilità finanziaria del progetto fosse svincolata dal convenzionamento (non dalla clinica, chè è una normale impresa privata con i rischi ad essa associata). In quel caso sarebbe impossibile per la CdS esprimere parere negativo. Il convenzionamento potrebbe comunque avvenire in seguito seguendo le regole vigenti. Spero questa volta di essere stato chiaro, sempre tenendo a mente che le vie del Signore sono comunque infinite.

 

Il 31/10/2022 Alle 17:19, paolo65 ha scritto:

In pratica, molto sommariamente e soprattutto a mio parere, la famosa legge sugli Stadi, era solo funzionale alla approvazione da parte del Comune della costruzione della clinica legata al pubblico interesse per la costruzione dello stadio. Su tutto il resto la Regione non c'entra un cazzo. Nel senso che si limita a verificare i requisiti per l'accreditamento solo e soltanto a clinica realizzata e funzionante (con tanto di equipe sanitaria), così come accade oggi per tutti. Immagino dunque che tra i faldoni portati in Regione non ci sia nulla che riguarda lo Stadio, non avrebbe alcun senso, mi pare.

A parte le considerazioni sul PEF che non conoscevo, le tue considerazioni sono più o meno le stesse.

Modificato da paolo65

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52 minuti fa, Semprerossoverde ha scritto:

Non ha buttato nel cesso, ha provato a fare un affare che altrimenti (senza stadio) non avrebbe mai potuto fare. E non è detto che li abbia buttati al cesso 😉

Ti domando perché senza stadio non lo avrebbe mai potuto fare?

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50 minuti fa, Semprerossoverde ha scritto:

L'investimento iniziale deve essere ripagato. Ovviamente bandecchi (?) garantisce L'investimento iniziale, ma questo deve produrre un ritorno in grado di ripagarlo (oneri finanziari compresi), coprire le spese di mantenimento delle strutture, garantire la continuità aziendale della ternana calcio e produrre anche un po di utile. Se non è così i bandi di gara (questo è la costruzione del nuovo stadio) non si vincono neppure se hai una prelazione

Lo stadio, almeno per quello che ho capito rimarrebbe opera pubblica quindi di proprietà del comune e la Ternana calcio avrebbe l’usufrutto per 50anni dopo di che diventerebbe della società sportiva. Quindi mettiamo che non questi 100 accreditamenti non verranno mai dati, nella peggiore delle ipotesi , ma lo stadio sarebbe completato come la clinica Grazie all’anticipo economico di Bandecchi, in termini legislativi non rientra nella legge stadi un procedimento simile? 

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25 minuti fa, LUCACIARA85 ha scritto:

Ti domando perché senza stadio non lo avrebbe mai potuto fare?

Perché avrebbe dovuto

1) ottenere dal comune di Terni il cambio di destinazione d'uso dei terreni

2) ottenere dal comune di Terni la modifica del prg con l'aumento degli indici di edificabilità per l'area

3) ottenere il permesso a costruire ottemperando a tutti gli obblighi di legge previsti (via, Vas etc)

4) costruire la clinica e richiedere l'autorizzazione ad operare

5) procedere alla richiesta di convenzionamento 

6) ottenere l'inclusione della proposta di convenzonamento nel piano sanitario regionale

7) concorrere con altri alla ripartizione delle risorse pubbliche destinate alla sanità convenzionata e vedere quello che riusciva a spuntare

La legge stadi ti fa saltare i punti da 1 a 3.

Bandecchi voleva saltarli tutti

Modificato da Semprerossoverde

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5 minuti fa, Semprerossoverde ha scritto:

Perché avrebbe dovuto

1) ottenere dal comune di Terni il cambio di destinazione d'uso dei terreni

2) ottenere dal comune di Terni la modifica del prg con l'aumento degli indici di edificabilità per l'area

3) ottenere il permesso a costruire ottemperando a tutti gli obblighi di legge previsti (via, Vas etc)

4) costruire la clinica e richiedere l'autorizzazione ad operare

5) procedere alla richiesta di convenzionamento 

6) ottenere l'inclusione della proposta di convenzonamento nel piano sanitario regionale

7) concorrere con altri alla ripartizione delle risorse pubbliche destinate alla sanità convenzionata e vedere quello che riusciva a spuntare

7 punti su cui si sarebbero costituti minimo altrettanti comitati! 😀

  • Haha 1

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1 ora fa, LUCACIARA85 ha scritto:

Lo stadio, almeno per quello che ho capito rimarrebbe opera pubblica quindi di proprietà del comune e la Ternana calcio avrebbe l’usufrutto per 50anni dopo di che diventerebbe della società sportiva. Quindi mettiamo che non questi 100 accreditamenti non verranno mai dati, nella peggiore delle ipotesi , ma lo stadio sarebbe completato come la clinica Grazie all’anticipo economico di Bandecchi, in termini legislativi non rientra nella legge stadi un procedimento simile? 

Lo stadio al termine della concessione torna nella disponibilità del comune.

Questa è un'opera diversa dallo Juventus stadium costruito su terreni privati da zero. Questo stadio è costruito su terreno pubblico demolendo un bene pubblico (il liberati).

Bandecchi può fare tutto se non mette in mezzo il convenzionamento (tenendo la clinica)

Modificato da Semprerossoverde
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