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Bellimbusto

LA REGINA DEGLI SPORT

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... e nemmeno una menzione? Dai che è aria di Olimpiadi e ci si sta avvicinando con qualche bel botto qua e là. In attesa dei voli di Duplantis ecco un altro vichingo sul tetto del mondo: Karsten Warholm, norvegese. Oggi nl classico meeting di casa sua (Oslo) ha battuto uno storico record sui 400 ostacoli. Un tempone, 46.70, che ritocca il limite di sua immensità Kevin Young di 8 centesimi. Pochi giorni fa lo statunitense Rai Benjamin ci era andato vicinissimo (46.83), il che significa che a Tokio assisteremo probabilmente alla sfida più palpitante di tutte.

Ecco le immagini del giro della morte, 13 passi ripetuti in omogenea perfezione.

 

PS: il video del primor record è stato rimosso; posto ora quello della finale olimpica, con il nuovo record!

 

 

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Ecco perché non lo trovavo....scrivi "La regina degli sport" (che è vero) ma nessuno la capisce... .se scrivevi che so "La regina delle droghe" sicuro qualcuno avrebbe inteso meglio qui ahahha

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La stagione post olimpica di solito è la meno ricca, ma gli slittamenti dovuti alla pandemia faranno cadere nel 2022 sia i Campionati del Mondo sia gli Europei!

 

I Mondiali si svolgeranno ad Eugene (Oregon), dal 15 al 24 luglio. Posto caro agli astisti americani, lì il grande Bob Seagren e David Roberts stabilirono il record mondiale negli anni Settanta: cosa mai più accaduta ad un saltatore Usa. 

 

Gli Europei saranno in programma a Monaco di Baviera (16-21 agosto). 

 

La Diamond League propone queste date:

 

Doha (Qatar), 13 maggio
Birmingham (Gran Bretagna), 21 maggio
Eugene (Stati Uniti), 28 maggio
Rabat (Marocco), 5 giugno
Roma (Italia), 9 giugno
Oslo (Norvegia), 16 giugno
Parigi (Francia), 18 giugno
Stoccolma (Svezia), 30 giugno
Shanghai (Cina), 30 luglio
Cina 2 (sede da definire), 6 agosto
Montecarlo (Monaco), 10 agosto
Losanna (Svizzera), 26 agosto
Bruxelles (Belgio), 2 settembre
Zurigo (Svizzera), 7-8 settembre

 

I Mondiali indoor si terranno a Belgrado (11-13 marzo).

 

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E' scomparso Viktor Saneyev, lo zar del salto triplo, all'età di 76 anni. Al suo attivo tre ori (Mexico '68, Monaco '72, Montreal '76) ed un argento (Mosca '80) olimpici. E dire che aveva iniziato con il salto in alto, ma problemi al ginocchio lo convinsero a sfruttare il suo incredibile compasso nella specialità che poi avrebbe dominato e ridisegnato. Vinse anche due ori e due argenti ai Campionati Europei. Non vinse medaglie mondiali solo perché i Campionati del Mondo li... inventarono nel 1983.

 

E' stato il protagonista della più incredibile delle finali olimpiche, nell'ottobre del 1968, a Città del Messico. Su quella pedana cinque giorni prima Bob Beamon aveva maciullato il record del lungo, ridefinendo nuovi limiti della razza umana con il suo 8.90. Beppe Gentile in qualificazione fece 17.10 al secondo salto, battendo di 7 cm il fresco record del polacco Szmidt.  Il romano sembrava il netto destinatario dell'oro, nella finale del giorno dopo: ed in effetti le cose si misero bene, con il 17.22 (nuovo record) al primo salto. Ma Saneyev fece 17.23 al terzo, poi il brasiliano Nelson Prudencio (scomparso 9 anni fa) prenotò l'oro con un 17.27 al penultimo tentativo. Quattro record del mondo in due giorni, ma non era finita: Saneyev fece esplodere le caviglie terminando il suo hop step and jump a 17.37 cm dalla linea di battuta, al sesto ed ultimo tentativo.

Si ripetè all'Olympia Stadion di Monaco di Baviera quattro anni dopo, saltando 17.35 al primo salto, solo avvicinato dal DDR Drehmel (17.31 al sesto) e dal solito Prudencio (17.05).

Vinse anche a Montreal, nel 1976, superando (17.21) al quinto salto l'americano Butt (17.18) e l'altro brasiliano de Oliveira (16.90).

Nel 1980 a Mosca, l'Olimpiade boicottata, all'età di 35 anni, aveva vanamente sperato di essere scelto quale portabandiera dell'Urss (si dovette accontentare della penultima frazione da tedoforo): in realtà la sua origine georgiana gli fu sempre di intralcio e non gli permise mai di entrare nelle grazie dell'establishment sportivo sovietico. A Mosca vinse l'argento (17.24), battuto dal connazionale (estone, in realtà) Uudmae (17.35).

 

Conclusa la carriera, lasciò anche l'ingrata Urss, emigrando in Australia, trascorrendo un'esistenza umile, fra stenti ed acciacchi.

Addio campione.

 

Viktor-Saneyev-triple-Soviet-Union-Mexico-City-1968.jpg

 

 

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Armando Duplantis ha appena ritoccato il mondiale indoor: 6.19 a Belgrado.

Migliora di 1 cm anche la migliore misura all'aperto (sua, naturalmente).

Vai Mondo, cazzo!

 

 

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Va evidenziato che nessun inglese è stato maltrattato nel conseguimento di questa nuova impresa (se escludiamo la medaglia di legno assegnata a Thomas).

 

6.45 in semifinale, 6.41 (nuovo primato europeo) in finale: partenza rivedibile (come a Tokio, anzi peggio), progressione impressionante.

 

 

 

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Un oro che arriva pochi giorni dopo quello assegnato (a tavolino) alla staffetta 4x100 azzurra, seconda ai mondiali (le World Relays) di Chorzow dello scorso maggio. Vinse il Sudafrica, ma è della scorsa settimana la notizia della loro squalifica per doping del frazionista Dlodlo: titolo dunque a Desalu, Jacobs, Manenti e Tortu, che pure pasticciarono parecchio in finale (alla quale approdarono col miglior tempo).

  

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I velocisti Usa sembrano intenzionati a farla finita di essere presi a bastonate da giamaicani e... italiani. Fred Kerley 9.77 (però con quasi 3 m/s di vento alle spalle) ai trials. Nella stessa gara Bracy-Williams 9.85, Bromell 9.88.

 

Ne riparleremo fra tre settimane ad Eugene.

 

 

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Permettetemi una divagazione solo parzialmente OT, riguardante un mio celebrato concittadino (ma anche maestro, dato che ero un suo allievo in pedana).

Esattamente 50 anni fa Renato Dionisi stabiliva a Rovereto un primato italiano a lungo imbattuto nel salto con l'asta: 5.45. Pochi minuti dopo tentò di migliorare di 1 cm l'allora primato del mondo (5.55), detenuto dallo svedese Kjell Isaksson. Ci riuscì, anzi, quasi: l'asticella fu appena sfiorata e rotolò giù dai ritti non meno di 4 o 5 secondi dopo la caduta dell'atleta nella gommapiuma.

Del resto che Dionisi avesse la sfortuna per compagna lo testimonia una carriera martoriata dalle infiammazioni ai tendini, che impedirono ad uno dei più clamorosi fuoriclasse della nostra atletica (la sua tecnica è ritenuta tuttora insuperata ed insuperabile) di conquistare quei titoli decisamente alla sua portata.

 

 

  

safe_image.jpg

 

 

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In attesa dell'inizio dei Mondiali di Eugene (15-24 luglio), è tempo di ricordi e celebrazioni. Ricorreva ieri il 49.mo anniversario del fantastico doppio giro di pista di Marcello Fiasconaro. Talento mostruoso prestato all'atletica (ed all'Italia)  dal rugby sudafricano, grazie a nonni siciliani.

Falcata sgraziata ma poderosa e - a dispetto dei puristi - efficacissima. Quella sera all'Arena di Milano (27 giugno 1973) c'era uno di quei meeting che all'epoca andavano di moda (oltre alle Fere in serie A), una sfida fra le selezioni nazionali  di Cecoslovacchia ed Italia. Due azzurri e due cechi in pista per un 800 che prometteva molto. A Fiasconaro rilevarono frazioni di 200 metri praticamente identiche, per un tempo finale di 1'43"7 che migliorava di 6 decimi il precedente record del mondo. Tuttora il tempone di Cavallo Pazzo (se ce n'è mai stato uno) è il record italiano.

Come al mio (e suo) amico Dionisi, i tendini ne minarono la carriera. Ottenne solo un argento europeo (ma nei 400 metri, nel '71, ad Helsinki, dove anche Dionisi di prese un bronzo nell'asta) ed un bronzo nella 4x400. Agli Europei di Roma del 1974 era strafavorito negli 800, ma chiese un po' troppo alla sua esuberanza: 600 metri a ritmi pazzeschi, un secondo sotto al limite mondiale, per scoppiare nel finale e finire sesto.

A dire il vero il colpo di grazia lo ricevette dai tecnici italiani, che si ostinarono a correggergli una corsa per nulla ortodossa, al punto da alterare gli equilibri e azzerare le motivazioni dell'atleta. Fiasconaro tornò in Sudafrica, si sposò e tanti saluti a tutti.

 

Ah, per gli appassionati, la colonna sonora che accompagna il servizio è Hocus Pocus, della prog rock olandese Focus. Bei tempi anche per la musica, credetemi.

 

 

 

 

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Armando "Mondo" Duplantis ha migliorato anche il record del mondo all'aperto. A Stoccolma ha saltato 6.16, un cm in più del mitico limite di Sergei Bubka, che resisteva da 28 anni.

Lo svedese-americano detiene anche il record indoor, con 6.20.

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Grande Duplantis. Jacobs invece si è ritirato all’ultimo per l’ennesimo problema fisico. Sarebbe stata l’ultima prova prima dei mondiali.

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