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paolo65

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Messaggi pubblicati da paolo65


  1. Di Presidenti arroganti e prepotenti, dalla seria A ai dilettanti, ce potremmo scrive un elenco telefonico. Alla fine non sarebbe questo un problema e forse (spero) l'atteggiamento va anche attribuito in parte alla giovane età e alla poca dimestichezza (e quindi un pò imbarazzo o timidezza) nell'esposizione mediatica. Forse ha voluto dimostrare di avere tutto sotto controllo tentando di manifestare il piglio del capo.

    Alla fine non lo sapremo mai se ha detto tutto quello che pensava o solo quello che poteva dire.

    Pensamo al calcio giocato, tifamo e se è vero quello che sostiene (pur sempre con l'incertezza della "palla è rotonda") i risultati dovrebbero o potrebbero arrivare, altrimenti avrà fallito e francamente delle parole dette e non dette e de tutte le dietrologie, personalmente non me fregherebbe un cazzo. Se uno fosse anche stronzo, spocchioso e per assurdo insopportabile, ma fa raggiungere i risultati alla società che rappresenta (e io mi accontenterei della salvezza) e si relaziona con la città e i tifosi in maniera corretta, siccome non ce devo annà a cena, a me andrebbe benissimo, ma ripeto, a me interessano solo questi aspetti:

    1) i sordi ce li mette lui e quindi è libero de fa dentro la società sua quello che gli pare;

    2) i risultati sportivi se non vengono te critico;

    3) se non rispetti la tifoseria me girano i coglioni


  2. Vorrei un attimo ricordavve de chi parlamo (in termini de famiglia ovvio). Direttamente tratto dal Corriere della Sera.

     

    Chi l?avrà vinta: lo Stato o «Al Cafone»? I giudici della Corte d?appello di Roma sono chiamati oggi a prendere una decisione cruciale. Devono stabilire se lo Stato deve o no versare al costruttore Edoardo Longarini, storico padrone dei lavori pubblici ad Ancona, 821 milioni e rotti. Una somma mostruosa. Pari ai tagli fatti dal governo l?anno scorso a Comuni e Province. Ed è solo la prima trance, già accantonata dall?Economia: in ballo ci sono infatti un miliardo e nove. Pari alla costruzione, in Europa, di 190 chilometri di autostrade.Non sappiamo come andrà. Ma ti chiedi: in quale altro Paese lo Stato sarebbe costretto a versare una simile enormità nelle tasche di un concessionario benedetto da un accordo ancora più indecente di quello concesso per il Mose al Consorzio Venezia Nuova e condannato in primo grado e poi in appello per truffa aggravata ai danni dei cittadini italiani, prima di vedere evaporare le condanne nella nuvoletta della prescrizione?continua a pagina 9SEGUE DALLA PRIMALa storia di questo «affaire» a cavallo tra Iª e IIª Repubblica è infinita. Comincia nel ?51, quando il giovane Edoardo, figlio di un ferroviere di Tolentino, si ritrova in mano con la impresetta appena messa su il piano di ricostruzione post bellica di Ancona. Trentatrè anni dopo è a capo di un impero. Prima il terremoto del 1972, poi la frana del 1982: l?Adriatica costruzioni non perde un colpo. L?impresa di Longarini ha il monopolio dei lavori grazie a una specie di concessione perpetua. Cosa significa concessionario? «Lo dice la parola stessa», rispose un giorno l?allora ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa, «il concessionario è colui che si offre e lo Stato colui che concede. Non ci sono dubbi sulla carta: le condizioni le fissa lo Stato e il concessionario se vuole accetta e sennò ciao. Senza anticipi e senza revisioni. Con Longarini è sempre andata in un altro modo». Era lui a fissare i prezzi. Senza la scomodità delle gare d?appalto, senza il fastidio della concorrenza, senza manco dover rispettare scadenze. Se non bibliche. Basti dire che, avendo ottenuto secondo la Corte dei conti di poter lavorare solo 180 giorni l?anno, riuscì a strappare la possibilità di costruire un pezzo di strada di pochi chilometri in 29 anni e un mese: ventinove! Quattro volte di più di quelli impiegati per il tunnel sotto la Manica. Per anni, il figlio del ferroviere strettamente legato alla politica e alla Dc è il padrone della città. Suoi sono i giornali locali. Sua l?ultima parola nella scelta di chi candidare a queste quella carica. Sua la squadra di calcio, usata come una clava con le minacce a chi intralcia i suoi affari: «Ma cosa mi combini? Vado allo stadio domenica e dico a tutti, attraverso gli altoparlanti, che vuoi bloccare lo sviluppo di Ancona!». Toni spicci che gli fanno guadagnare, da parte del deputato di sinistra Eugenio Duca, quel soprannome che gli resterà appiccicato addosso: Al Cafone. Sono gli anni ruggenti delle opere pubbliche. Con perizie suppletive e continue varianti i costi crescono dappertutto come la panna montata. Ma ad Ancona, di più. La Corte dei conti registra sovrapprezzi del 258% per gli sbancamenti e del 298% rispetto all?Anas. Finché anche lì non scoppia Tangentopoli. Siamo nei primi anni Novanta. Longarini viene arrestato e si fa un paio di mesi di carcere. Poi si becca dieci anni in primo grado, ridotti a tre anni e otto mesi in appello.La parabola di «Al Cafone» sembra definitivamente esaurita. Anche perché il ministero dei Lavori pubblici, nel 1992, ha revocato tutte le concessioni dell?Adriatica costruzioni. Mai dire mai, però. Ed ecco che il Consiglio di Stato, sette anni dopo, capovolge una sentenza del Tar che aveva confermato quella revoca, annullando il provvedimento. Longarini torna in pista. E nel 2000 la Corte d?appello arriva a condannare il ministero a risarcirgli i danni, per non aver emanato un vecchio decreto di affidamento di un lotto di lavori alla sua impresa. Facciamo un passo indietro. Quel decreto era previsto da una legge del 1984 per il completamento della ricostruzione di Ancona. Ma non era stato mai emanato perché non c?erano i soldi a disposizione, il che avrebbe comportato una violazione dell?articolo 81 della Costituzione. Longarini aveva comunque aperto i cantieri, e un pretore aveva condannato il ministero a fare quel decreto anche senza avere i denari.Eravamo nel 1990, alla vigilia della bufera giudiziaria. E dieci anni esatti dopo, ecco la sorpresa del risarcimento danni. La condanna subita da Longarini, evaporata grazie alla prescrizione, passa come l?acqua fresca. La macchina infernale è in moto e nessuno la può fermare. Nel 2004 Longarini chiede i danni. Due anni dopo il ministero delle Infrastrutture accetta di risolvere il braccio di ferro con tre arbitrati. Ministro è Antonio Di Pietro, che gli arbitrati sostiene di volerli abolire: «Mi hanno convinto i tecnici», dirà. Ma è come mettere la testa nelle fauci di un leone affamato.Anche le pietre sanno che con gli arbitrati lo Stato soccombe 95 volte su 100. E qui non si fa eccezione. Soltanto, va molto peggio del previsto: i lodi definitivi condannano i contribuenti italiani a pagare a Longarini, tenetevi forte, un miliardo 201 milioni 105.077 euro. Più ovviamente interessi e spese varie. Senza contare poi i compensi degli arbitri che si alternano nei tre collegi in una girandola di avvocati dello Stato (come Vincenzo Nunziata), consiglieri di Stato (come Pasquale De Lise), ex manager pubblici (Come Vito Gamberale) e perfino politici (come l?attuale segretario dell?Italia dei Valori Ignazio Messina): le parcelle ammontano a 17 milioni e mezzo. Ci sarebbe perfino da leccarsi i baffi, per com?è andata, considerando che Longarini aveva chiesto per uno solo dei tre arbitrati 4 miliardi e 850 milioni.Questo accade nel 2012. E al danno si aggiunge pure la beffa, perché nel frattempo Longarini è stato condannato dalla Corte dei conti a risarcire lui lo Stato per 71 milioni di euro, ma se la cava grazie a un condono approvato dal governo Berlusconi nel 2005.Il ministero impugna il lodo arbitrale in Corte d?appello, ma i giudici dichiarano inammissibile il ricorso a causa di una formalità: è stato presentato 48 ore prima dell?entrata in vigore di una legge che avrebbe consentito il suo accoglimento. Si va allora in Cassazione, il che però non blocca l?esecutività della sentenza.Il 30 gennaio scorso il ministero si vede notificare un pignoramento da un miliardo 888 milioni 485.275 euro e 86 centesimi. Il che costringe la Banca d?Italia ad accantonare, il 9 febbraio, l?incredibile somma di 821,5 milioni a parziale garanzia. Soldi che finirebbero subito in tasca all?ottantaquattrenne Longarini.Il rischio è più che concreto. La Corte d?appello, che all?udienza di oggi dovrebbe stabilire l?assegnazione delle somme pignorate, non solo ha già respinto l?impugnativa del lodo arbitrale ma ha anche rigettato la richiesta di considerare quel denaro alla stregua di una cauzione: senza cioè che vengano consegnato materialmente a Longarini prima del giudizio della Cassazione. Una decisione diversa dei giudici servirebbe almeno a riabilitare un poco la giustizia. Che qui non ha fatto davvero una gran bella figura.© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Rizzo Sergio


  3. Su Vicario. Non che voglia difenderlo, ma se è stato firmato un contratto di collaborazione durato 10 anni, anche se lui avesse guadagnato quello che dice, mica è stato imposto con la forza. E in ogni caso (visto che lui immagino prendesse una percentuale sui contratti), avrà fatto guadagnare alla Ternana un bel pò di più di quanto ha preso. Che significa in questo caso il riferimento a Fioretti? O lo spieghi o non dici niente. Tanto più che parliamo comunque di un'azienda Ternana che da queste affermazioni potrebbe avere un negativo ritorno di immagine.


  4. Non è la prima volta che dico, che molti di voi sottovalutano l'influenza del nostro forum sulla comunità e su ciò che ruota intorno alla Ternana. Questo può essere motivo di orgoglio, ma nasconde anche delle insidie.

     

    Comunque io invitavo ad una maggiore distensione e a tornare mentalmente quelli dello scorso anno, quando praticamente solennemente, proclamavamo che avremmo sostenuto fino alla morte i ragazzi e il tecnico, strabattendocene le palle di quello che succedeva fuori dal rettangolo di gioco. Credo che, vista la nostra partenza ad Handicap, che fa presagire un altro anno di possibili tribolazioni, sia la cosa più saggia da fare.

    • Voto Positivo 1

  5. Quello che voi dite è sacrosanto, ma se leggete bene il mio intervento, ho sottolineato che raramente, in tutti questi anni di forum, ho visto animi così "accesi" su varie posizione sia societarie, ma anche tecniche, tanto da emulare appunto scazzi tipici di FB su chi c'ha la voce più grossa. E questo, ribadisco, non che sia alimentato dall'alto (a parte qualche potenziale fake che avete subdorato). Il punto è che alla fine, inconsapevolmente, facciamo il loro gioco.


  6. Come l'anno scorso, grazie società per averci fatto partire con mille handicap anche quest'anno. L'anno scorso ci siamo salvati grazie a mister Tesser. La speranza è che Breda possa rivelarsi quella piacevole sorpresa che è stata Tesser dal gennaio del 2014.

     

    Stringiamoci intorno al nuovo mister e ricordiamoci che i problemi della nostra ternana non sono da ricercare in panchina, ma tra le stanze di via Aleardi.

     

    DAJE MISTER BREDA


  7. Molti dei Post delle ultime settimane sono pieni di livore. Ci stiamo virtualmente accapigliando fra di noi, tra chi critica questo e quello, chi gli risponde incazzato, chi vorrebbe questo o quell'altro, chi dice fiducia si, fiducia no. Anche se forse inconsapevolmente, il nuovo? timone della Ternana sta producendo un effetto che non dovrebbe esserci. Determinare in modo marcato due posizioni, di cui, fortunatamente aggiungo io, la seconda di gran lunga minoritaria, mentre la prima rimane coerente con la sua diffidenza fatta dall'esperienza, dai fatti e dalla storia dell'ultimo decennio e oltre. Dividere una tifoseria fa il loro gioco (a voler pensar male); dal mio punto di vista, l'unica arma che abbiamo è continuare, anche se con posizioni e vedute diverse, ad amare i colori, ma anche a volerci bene fra di noi, visto che quasi tutti qui sono legati alla Ternana per pura passione. Per un pò siamo riusciti a farlo, dicendoci continuamente che dovevamo ignorare tutto ciò che sta dietro e sopra il rettangolo di gioco e pensare soprattutto a sostenere giocatori e tecnico, chiunque essi siano. Io penso che dovremmo ricominciare a farlo, perchè chi si illude di nuovi scenari con prati fioriti di margherite, potrebbe rimanere molto deluso e magari con la sua adesione al progetto dare ulteriore forza o alibi a chi ancora non conosciamo bene e non si capisce dove ci voglia portare.

    • Voto Positivo 2

  8. Da un lato potrebbe pure esse che cercassero de piglia qualcuno dei top diponibili (DiCarlo?) e che al rifiuto di questi abbiano virato su Breda. Dall'altro mi fa pensare (se fossero certe le notizie di stampa), che si parla di rescissione contrattuale con il Latina già dal giorno successivo delle dimissioni di Toscano. Vabbè che questi sarebbero capaci di tutto, ma che uno rescinda (e rinunci a 2 anni di stipendio) senza essere sicuro, mi sembra molto strano. Riterrei se esiste ancora un minimo di logica che l'accordo fra le parti esista da diversi giorni.


  9. Comunque come ha giocato la Ternana i primi venti minuti (11 contro 11), non l'ho vista mai da quando la seguo. Possesso palla al 70%, con la Salernitana che non ce stava a capì un cazzo. Sorpreso anche il cronista che avrà detto quello che ho scritto almeno tre quattro volte. Mai avrei potuto pensare ad un epilogo così triste. So veramente depresso, ma non è assolutamente tutto da buttare. A me in avvio e' piaciuto molto come stavamo in campo e i cinque di qualità a centrocampo si sono mossi molto bene.


  10. La partita di oggi si può valutare sui singoli. Noi una media discreta qualità a centrocampo che no gli ha fatto vedere palla anche in 11 contro 11, loro che hanno un giocatore che nell'unica occasione, peraltro non facile, la mette dentro. Oltre a questo la nostra fragilità difensiva capace di regalare occasioni in ogni partita e che trasmette totale insicurezza, portiere compreso.

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