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ORACOLO DI DELFO

TOPIC CINEMA

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Rosikatioooooooooooo!!!

 

soprattutto per la torta di nikita!! :P

 

mannaggia mannaggia

vabbè cmq, la prossima non si salta per nulla al mondo Menecà!

 

bella fregatura che emo preso credi a me!

:P

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sarei curiosa di sapere il programma per i prossimi cineforum, mi pare di aver capito che sia stata buttata giù una bozza in tal senso :)

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allora, innanzitutto la proarci ha vinto 3 a 1 ed è ancora prima in classifica.

per la prossima visione si può evitare il lunedì?? rigioca la proarci e non posso mancare.....

Modificato da ultras ternana

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PS: la lista dei film ce l'ha JOK......ma JOK non ha il PC x postarla al momento!!!!!! :rotfl2::rotfl2::rotfl2:

 

 

 

.....provvederò io appena posso...... ;):)

Modificato da nikita

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ma vi conoscevate già o la cinefilia vi ha accomunati? :)

 

se ti piace il cinema, ti piace magnà e beve e non hai paura di fax e ttad, puoi unirti tranquillamente.............

1057747[/snapback]

 

certo che avvicinarmi a ttad.. non pensi di aver esagerato?

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ma vi conoscevate già o la cinefilia vi ha accomunati? :)

 

se ti piace il cinema, ti piace magnà e beve e non hai paura di fax e ttad, puoi unirti tranquillamente.............

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certo che avvicinarmi a ttad.. non pensi di aver esagerato?

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beh effettivamente fax ha ragione...è l'unico con cui non ci ha provato alla cena cinefila :lol::lol::lol:

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ma vi conoscevate già o la cinefilia vi ha accomunati? :)

 

se ti piace il cinema, ti piace magnà e beve e non hai paura di fax e ttad, puoi unirti tranquillamente.............

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certo che avvicinarmi a ttad.. non pensi di aver esagerato?

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scusa. mi perdoni?

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ma vi conoscevate già o la cinefilia vi ha accomunati? :)

 

se ti piace il cinema, ti piace magnà e beve e non hai paura di fax e ttad, puoi unirti tranquillamente.............

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certo che avvicinarmi a ttad.. non pensi di aver esagerato?

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scusa. mi perdoni?

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sì, se convinci Pierpaolo lu pacio a giocare nella ProArci.

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Venendo alla serata cinematografica: ottima compagnia e film molto bello.

Il dibattito non è stato collettivo, ma a sprazzi. Con Neuro abbiamo definito che non si tratta di un film dai particolari significati sociali, ma è un'analisi psicologica sofisticata, profonda, che però abbraccia e si estende a tanti soggetti (specie femminili) che possono rivedere nel film (ieri come oggi) una parte di sè. Bunuel è onesto e per verti versi crudo, sollecitando le coscienze di coloro che (e non sono pochi/e) sfogano un'esistenza di sottomissione - spesso voluta - con liberazioni, manie e piccole-grandi stranezze.

Fortissima (e bona) la Deneuve. Bunuel, perentorio ed elegante al tempo stesso.

 

 

Voto 7.5

 

 

 

Recensione più che condivisibile (non a caso ti ho eletto erede di Von Sydow)... :)

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avete detto tutto che gusto c'è... me dò alle pagelle và :lol:

 

JOK: 10, ovviamente per l'imbarazzante cultura cinematografica

Alternativa: 10, per il patè, ovvio :P

Nikita: 10 per la torta di fraaaaaagole, ammazza quanto era buona!

Larvone: 9, mette casa, si lamenta che neurotik non arriva poi visto che gli aveva fregato la parte da primadonna si fa telefonare dopo due minuti dall'inizio del film interrompendolo inesorabilmente.

Fax: 8, fax è sempre da 10 ma stavolta la combinazione fame-frigo vuoto di larva non l'ha favorito, un pò sottotono, non voleva nemmeno fare pisello-pisello con me :lol:

Neurotik: 6, strappa una sufficienza sol perchè è un'istituzione, ma il suo look sto-gonfio-come-Jim-Morrison non lo favorisce, inoltre non capisce che arrivare tardi non è più uno status symbol.

Trial: (un abboccato, non sta manco sul forum) n.c., ancora va cercando i gatti che miagolano :P

Bunuel: 10, garbato e sottile nell'esporre crudità, vicino alla perfezione

Deneuve: fuori scala! Ma ne fanno più di donne così? Dò se comprano? :lol:

 

Alla prossima con I Sette Samurai, non vedo l'ora! ;)

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Venendo alla serata cinematografica: ottima compagnia e film molto bello.

Il dibattito non è stato collettivo, ma a sprazzi. Con Neuro abbiamo definito che non si tratta di un film dai particolari significati sociali, ma è un'analisi psicologica sofisticata, profonda, che però abbraccia e si estende a tanti soggetti (specie femminili) che possono rivedere nel film (ieri come oggi) una parte di sè. Bunuel è onesto e per verti versi crudo, sollecitando le coscienze di coloro che (e non sono pochi/e) sfogano un'esistenza di sottomissione - spesso voluta - con liberazioni, manie e piccole-grandi stranezze.

Fortissima (e bona) la Deneuve. Bunuel, perentorio ed elegante al tempo stesso.

Pur non essendo io un particolare esperto di cinema ("c'ho l'arsura da cinema" come detto ieri :D ) spero che possiate condividere i giudizi :D

 

Voto 7.5

 

PS Il gruppo cinefilo, ancora con qualche timidezza comprensibile, comincia a funzionare a dovere :D

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Grazie, ma la torta al formaggio secondo me era deboluccia....(cambierò presto forno!!!)

In ogni caso Fà, tornando a film, non sono esattamente d'accordo....

Le donne di oggi sono sufficentemente lontane da quelle degli anni 60, abbiamo un livello culturale ed un background familiare diversi, viviamo in un contesto più ampio, abbiamo una personalità più definita... se pensiamo di avere un problema da risolvere e crediamo di non potercela fare "da sole", ci sono medici e psicologi da cui non dobbiamo vergognarci di andare.

La protagonista del film fa una scelta estrema pur di risolvere un problema che le sta a cuore, questa è l'unica cosa che l'accomuna alle donne di oggi. Almeno secondo me.

Bunuel è onesto, ma non crudo nè esente da una certa dolcezza, da una qualche ironia (tipo la scena in cui lei e l'amico del marito stanno sotto al tavolo).

Anche io sono affetta da arsura da cinema e non mi dà fastidio imparare,anzi.

Ma poi, scusa, per dire le proprie opinioni c'è bisogno di essere dei critici cinematografici?

Ogni occasione è buona per confrontarsi, tutti abbiamo qualcosa da dare o da imparare.

 

;)

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avete detto tutto che gusto c'è... me dò alle pagelle và :lol:

 

JOK: 10, ovviamente per l'imbarazzante cultura cinematografica

Alternativa: 10, per il patè, ovvio :P

Nikita: 10 per la torta di fraaaaaagole, ammazza quanto era buona!

Larvone: 9, mette casa, si lamenta che neurotik non arriva poi visto che gli aveva fregato la parte da primadonna si fa telefonare dopo due minuti dall'inizio del film interrompendolo inesorabilmente.

Fax: 8, fax è sempre da 10 ma stavolta la combinazione fame-frigo vuoto di larva non l'ha favorito, un pò sottotono, non voleva nemmeno fare pisello-pisello con me :lol:

Neurotik: 6, strappa una sufficienza sol perchè è un'istituzione, ma il suo look sto-gonfio-come-Jim-Morrison non lo favorisce, inoltre non capisce che arrivare tardi non è più uno status symbol.

Trial: (un abboccato, non sta manco sul forum) n.c., ancora va cercando i gatti che miagolano :P

Bunuel: 10, garbato e sottile nell'esporre crudità, vicino alla perfezione

Deneuve: fuori scala! Ma ne fanno più di donne così? Dò se comprano? :lol:

 

Alla prossima con I Sette Samurai, non vedo l'ora! ;)

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mmmmmmmmmmmm

:P

Nikì, siamo arrivate UNO!!!!!!!!

:lol::lol::lol:

La prossima volta che prepariamo?

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avete detto tutto che gusto c'è... me dò alle pagelle và :lol:

 

JOK: 10, ovviamente per l'imbarazzante cultura cinematografica

Alternativa: 10, per il patè, ovvio :P

Nikita: 10 per la torta di fraaaaaagole, ammazza quanto era buona!

Larvone: 9, mette casa, si lamenta che neurotik non arriva poi visto che gli aveva fregato la parte da primadonna si fa telefonare dopo due minuti dall'inizio del film interrompendolo inesorabilmente.

Fax: 8, fax è sempre da 10 ma stavolta la combinazione fame-frigo vuoto di larva non l'ha favorito, un pò sottotono, non voleva nemmeno fare pisello-pisello con me :lol:

Neurotik: 6, strappa una sufficienza sol perchè è un'istituzione, ma il suo look sto-gonfio-come-Jim-Morrison non lo favorisce, inoltre non capisce che arrivare tardi non è più uno status symbol.

Trial: (un abboccato, non sta manco sul forum) n.c., ancora va cercando i gatti che miagolano :P

Bunuel: 10, garbato e sottile nell'esporre crudità, vicino alla perfezione

Deneuve: fuori scala! Ma ne fanno più di donne così? Dò se comprano? :lol:

 

Alla prossima con I Sette Samurai, non vedo l'ora! ;)

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mmmmmmmmmmmm

:P

Nikì, siamo arrivate UNO!!!!!!!!

:lol::lol::lol:

La prossima volta che prepariamo?

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....Eh si cara Alternativa......le Prime donne siamo noi, altro che Neurotik!!!! :rotfl::rotfl::rotfl:

 

Bisogna proprio comincià a pensà che portà la prossima volta: co ste "boccucce" cinefile che ce stanno!!! :lol::lol::lol:

 

PS: Neurotik------> :fiore: ( x farmi perdonare la battuta!!!! :angel: .... :D )

Modificato da nikita

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"Bella di giorno" è uno dei tanti film bunueliani che hanno le donne come protagoniste (pensiamo a "Viridiana" e "Tristana",due capolavori assoluti...JOK..."Viridiana" bisogna assolutamente proporlo...) ma solo in "Bella di giorno" e in "Quell'oscuro oggetto del desiderio" la donna non è solo un mezzo per far passare il messaggio di Bunuel ma anche il centro di interesse del regista. ;)

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Venendo alla serata cinematografica: ottima compagnia e film molto bello.

Il dibattito non è stato collettivo, ma a sprazzi. Con Neuro abbiamo definito che non si tratta di un film dai particolari significati sociali, ma è un'analisi psicologica sofisticata, profonda, che però abbraccia e si estende a tanti soggetti (specie femminili) che possono rivedere nel film (ieri come oggi) una parte di sè. Bunuel è onesto e per verti versi crudo, sollecitando le coscienze di coloro che (e non sono pochi/e) sfogano un'esistenza di sottomissione - spesso voluta - con liberazioni, manie e piccole-grandi stranezze.

Fortissima (e bona) la Deneuve. Bunuel, perentorio ed elegante al tempo stesso.

 

 

Voto 7.5

 

 

 

Recensione più che condivisibile (non a caso ti ho eletto erede di Von Sydow)... :)

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Non sapevo che Von Sydow fosse Padre Merrin nell'esorcista :)

La tua condivisione è un onore. Se avessi condiviso pure l'apprezzamento per le cibarie, sarebbe stato senz'altro meglio per te! :D

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Non sapevo che Von Sydow fosse Padre Merrin nell'esorcista :)

 

 

Già...è stato il protagonista o,comunque,l'interprete di tantissimi film di Bergman (oltre al "Settimo Sigillo"..."Il posto delle fragole","Il volto","Luci d'inverno","La fontana della vergine","Come in uno specchio","L'ora del lupo"...) ma anche di molte pellicole americane (tra le quali "L'Esorcista")...divertente fu la sua interpretazione del diavolo in un modesto film made in USA ("Cose preziose") ravvivato solo dalla sua luciferina presenza... :) .

Per par condicio interpretò anche il ruolo di Gesù in "Il re dei re". ;)

Modificato da ORACOLO DI DELFO

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Venendo alla serata cinematografica: ottima compagnia e film molto bello.

Il dibattito non è stato collettivo, ma a sprazzi. Con Neuro abbiamo definito che non si tratta di un film dai particolari significati sociali, ma è un'analisi psicologica sofisticata, profonda, che però abbraccia e si estende a tanti soggetti (specie femminili) che possono rivedere nel film (ieri come oggi) una parte di sè. Bunuel è onesto e per verti versi crudo, sollecitando le coscienze di coloro che (e non sono pochi/e) sfogano un'esistenza di sottomissione - spesso voluta - con liberazioni, manie e piccole-grandi stranezze.

Fortissima (e bona) la Deneuve. Bunuel, perentorio ed elegante al tempo stesso.

 

 

Voto 7.5

 

 

 

Recensione più che condivisibile (non a caso ti ho eletto erede di Von Sydow)... :)

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Non sapevo che Von Sydow fosse Padre Merrin nell'esorcista :)

La tua condivisione è un onore. Se avessi condiviso pure l'apprezzamento per le cibarie, sarebbe stato senz'altro meglio per te! :D

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Eh, e se tutti vi foste degnati di condividere la serata di ieri allo skylab sarebbe stato meglio, vi sareste divertiti ed avreste fatto una cosa degna....

Ma si sà, alla gente non puoi chiedere un minimo di partecipazione per le cose importanti!

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Io so' tornato a casa stracco morto alle 21.40. Sinceramente uscì, dopo la cena e una doccia, era l'ultimo pensiero-desiderio.

A me la partecipazione per le cose importanti possono continuare a chiederla, ma guarda, in genere la offro senza che me la chiedano.

Saluti.

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Io so' tornato a casa stracco morto alle 21.40. Sinceramente uscì, dopo la cena e una doccia, era l'ultimo pensiero-desiderio.

A me la partecipazione per le cose importanti possono continuare a chiederla, ma guarda, in genere la offro senza che me la chiedano.

Saluti.

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Scommetto che se c'avevi la picchia in ballo, avoja se eri scappato.....

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iniziamo la preparazione:

 

da mymovies.it

 

Nel Giappone del XVI secolo in cui orde di soldati sbandati e dediti al brigantaggio saccheggiano le campagne, la popolazione di un povero villaggio decide di ricorrere ai samurai, nobile casta di soldati di ventura, nella speranza di trovare qualcuno disposto a impegnarsi in un'impresa così umile e così poco remunerata. Li trovano. Selezionati dal saggio e disincantato Kambei (T. Shimura), cinque rispondono all'appello. Il settimo è il contadino Kikuchiyo (T. Mifune), miles gloriosus che vuole conquistarsi sul campo l'onore di essere promosso samurai. Nella strenua difesa del villaggio quattro dei sette e molti contadini muoiono da prodi. L'attacco è respinto e nei campi riprende il lavoro. Molti fattori contribuiscono a fare la grandezza del 14° film di A. Kurosawa: la sapienza della costruzione narrativa (1 prologo, 1 epilogo e 4 capitoli: la ricerca dei contadini, il reclutamento dei samurai, l'organizzazione della difesa, la battaglia che dura tre giorni e tre notti); l'ariostesca varietà degli episodi e dei registri narrativi unita alla bellezza figurativa di questo affresco corale; la straordinaria galleria dei sette, ciascuno dei quali rappresenta un diverso aspetto della moralità e del comportamento dei samurai; la ricchezza dialettica nel confronto tra due culture; l'equilibrio tra la toccante elegia dei sentimenti e l'epica turbinosa dell'azione. L'epilogo è su una nota di virile malinconia: noi samurai – dice Kambei – siamo come il vento che passa veloce sulla terra, ma la terra rimane e appartiene ai contadini. Anche questa volta siamo stati noi i vinti; i veri vincitori sono loro. Scritta dal regista con Shinobu Hashimoto e Hideo Oguni l'edizione originale di 200 min. – ridotta subito a 160 per il Giappone e a 130 per l'esportazione – fu ripristinata nel 1980. Fu quella, in originale con i sottotitoli – che andò in onda su RAI1 nel 1985 in un ciclo di Kurosawa. Rifatto a Hollywood in forma di western come I magnifici sette (1960) e come film di SF: I magnifici sette dello spazio (1980).

 

non sarà che jok possiede la versione integrale di 200 mniuti????????????

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Io so' tornato a casa stracco morto alle 21.40. Sinceramente uscì, dopo la cena e una doccia, era l'ultimo pensiero-desiderio.

A me la partecipazione per le cose importanti possono continuare a chiederla, ma guarda, in genere la offro senza che me la chiedano.

Saluti.

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Scommetto che se c'avevi la picchia in ballo, avoja se eri scappato.....

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Gli date troppa importanza a sta picchia...

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iniziamo la preparazione:

 

da mymovies.it

 

Nel Giappone del XVI secolo in cui orde di soldati sbandati e dediti al brigantaggio saccheggiano le campagne, la popolazione di un povero villaggio decide di ricorrere ai samurai, nobile casta di soldati di ventura, nella speranza di trovare qualcuno disposto a impegnarsi in un'impresa così umile e così poco remunerata. Li trovano. Selezionati dal saggio e disincantato Kambei (T. Shimura), cinque rispondono all'appello. Il settimo è il contadino Kikuchiyo (T. Mifune), miles gloriosus che vuole conquistarsi sul campo l'onore di essere promosso samurai. Nella strenua difesa del villaggio quattro dei sette e molti contadini muoiono da prodi. L'attacco è respinto e nei campi riprende il lavoro. Molti fattori contribuiscono a fare la grandezza del 14° film di A. Kurosawa: la sapienza della costruzione narrativa (1 prologo, 1 epilogo e 4 capitoli: la ricerca dei contadini, il reclutamento dei samurai, l'organizzazione della difesa, la battaglia che dura tre giorni e tre notti); l'ariostesca varietà degli episodi e dei registri narrativi unita alla bellezza figurativa di questo affresco corale; la straordinaria galleria dei sette, ciascuno dei quali rappresenta un diverso aspetto della moralità e del comportamento dei samurai; la ricchezza dialettica nel confronto tra due culture; l'equilibrio tra la toccante elegia dei sentimenti e l'epica turbinosa dell'azione. L'epilogo è su una nota di virile malinconia: noi samurai – dice Kambei – siamo come il vento che passa veloce sulla terra, ma la terra rimane e appartiene ai contadini. Anche questa volta siamo stati noi i vinti; i veri vincitori sono loro. Scritta dal regista con Shinobu Hashimoto e Hideo Oguni l'edizione originale di 200 min. – ridotta subito a 160 per il Giappone e a 130 per l'esportazione – fu ripristinata nel 1980. Fu quella, in originale con i sottotitoli – che andò in onda su RAI1 nel 1985 in un ciclo di Kurosawa. Rifatto a Hollywood in forma di western come I magnifici sette (1960) e come film di SF: I magnifici sette dello spazio (1980).

 

non sarà che jok possiede la versione integrale di 200 mniuti????????????

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beh ma ovvio che ce l'ha...che domande fai l'appuntamento la prossima volta sarà alle 14 perchè tra libagioni e film la vedo luuuuuuuunga :lol::lol::lol:

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Un film carico di anni, eppure senza tempo, I sette samurai di Akira Kurosawa. Un film la cui potenza cinematografica e la cui profonda umanità travalicano, inossidabili e imperituri, i confini geografici e generazionali, perché latori di un messaggio poetico universale, che ci fa collocare oggi il regista giapponese accanto ai nomi più illustri e leggendari del genio creativo di ogni epoca e nazionalità.

A cinquant'anni dalla sua realizzazione, I sette samurai è oltre la storia del cinema; capolavoro imitato e insuperato, archetipo narrativo e filmico che ancora oggi, nonostante l'assenza di miracolosi effetti speciali, nonostante la durata notevole - oltre tre ore - cui il pubblico non è normalmente avvezzo, conquista, esalta, commuove.

 

La trama stessa è archetipica, o meglio, talmente imitata da suonare ormai familiare a chiunque: un villaggio di contadini è minacciato da un gruppo di banditi, che tornano ciclicamente a depredarli non appena terminato il raccolto. Ma un giovane agricoltore, che ha perso la moglie ad opera dei briganti, propone al capo del villaggio di non subire più passivamente, e di ingaggiare dei samurai per proteggere il villaggio. Si decide di tentare, ed alcuni contadini si recano nella città più vicina a cercare di reclutare samurai che siano disposti ad offrire i propri servigi per un pugno di riso.

 

L'impresa appare disperata, perché neanche i samurai peggio in arnese sono disposti, solo per qualche settimana di vitto e alloggio, ad affrontare una masnada di banditi armati fino ai denti. Ma gli inviati del villaggio finiscono per imbattersi in Kambei Shimada, e trovano in lui non un arido mercenario, ma un uomo magnanimo, saggio, forte e impavido. Sarà lui a restituire ai contadini la speranza, prendendo su di sé l'onere di reclutare altri samurai che l'affianchino nell'avventura. A quel poco che possono offrire i contadini, si somma ora l'onore di combattere accanto ad un uomo come Kambei, e di fare propria la sua giusta causa.

 

E' così che Kambei compie il miracolo di radunare accanto a sé guerrieri validi e motivati, attratti non dal guadagno ma dal suo spirito nobile e solidale: "Chi pensa solo a sé stesso, finisce per distruggere sé sesso".

Si uniscono a lui il vecchio amico Shichiroji, il gioviale Gorobei, l'ex falegname Heihachi, il flemmatico maestro di spada Kyuzo e il giovane Katsushiro. Un settimo guerriero, un vagabondo dall'aspetto e dal contegno discutibili, Kikuchiyo, s'impone al gruppo: non è un vero samurai ed è di umili origini, ma dimostrerà che non per questo è meno valoroso degli altri.

 

Questo è il nostro piccolo esercito, questi sono i nostri eroi, e forse sette eroi sono troppi per una sola storia - non c'è spazio per dare spessore a ognuno di loro: ma non è il caso di questo film. Ciascuno dei personaggi è caratterizzato con tratto felice e convincente, ognuno di loro è un all round man destinato a conquistare un posto nella nostra memoria. Le scelte di sceneggiatura e di regia ci presentano i samurai singolarmente, per poi mostrarceli nei reciproci rapporti e in quelli con i contadini del villaggio, e il risultato è un quadro di umanità variegato, potente e soprattutto, come detto, universale. Ma in un cast d'insieme tutto di livello eccezionale, non si può non spendere una parola in più per uno dei più grandi attori di tutti i tempi, Toshirô Mifune, che negli stracci e nell'orgoglio di Kikuchiyo regala forse la sua più bella interpretazione.

Kikuchiyo, più dell'eroe gentiluomo Kambei, è il cuore de I sette samurai: figlio di contadini, vive con rabbia lo scarto sociale eppure ammira Kambei e gli altri samurai, e ama la sua gente, ma allo stesso tempo la disprezza. I contadini sono gretti e ignoranti, e incapaci di gratitudine: ma Kikuchiyo risolverà il suo dramma morendo da samurai e sacrificandosi per loro.

 

Ricordato spesso come "il più grande film d'azione mai girato", I sette samurai è in realtà molto di più. Non abbia paura di accostarsi a questo classico il giovane spettatore; non ne tema il prestigio, la fama, l'importanza; non ne tema l'entità. Perché in esso non troverà la rigida grandiosità dell'epos fine a sé stesso, ma una storia unica e vibrante, la gioia dell'avventura, della solidarietà e dell'amicizia, e il dramma della guerra e dell'amore deluso: pur strettamente radicato nella storia e nella tradizione giapponese, e inserito in un filone popolarissimo nella terra del Sol Levante, I sette samurai, oggi e per sempre, parla al cuore di tutti.

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