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Da www.repubblica.it http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/cr...scullidice.html

 

ROMA - I guai giudiziari non finiscono mai per Giuseppe Sculli, giocatore del Messina e nipote del boss della 'ndrangheta calabrese Giuseppe Morabito, detto Tiradritto, padre della madre. Dopo che ilpm Nicola Gratteri ha contestato a Sculli l'associazione mafiosa per i metodi che avrebbe usato nel convincere i suoi paesani di Bruzzano Zeffirio, centro dell'Aspromonte, a votare per chi diceva lui alle elezioni, adesso spunta un'intercettazione che proietta ombre inquietanti sulla regolarità di alcune partite. Le pubblica il settimanale L'Espresso in edicola domani.

 

Ecco un passaggio delle intercettazioni. Dice il cugino Rocco a Sculli: "Ma i 'capicolli' li hanno portati?". Sculli risponde: "Minchia se li hanno portati. Ne hanno portati quattro qua e sei glieli hanno dati a Bari e hanno affondato la Ternana".

 

L'episodio citato dal settimanale si riferisce alla partita Crotone-Messina del giugno del 2002: Sculli allora giocava con il Crotone. La sua squadra era già retrocessa e lui stava per essere ceduto: il Messina vinse la partita 2-1 con doppietta di Grabbi nel primo tempo, e rete del momentaneo pareggio proprio di Sculli.

 

Sculli, questa è l'ipotesi degli inquirenti, prima realizzò il gol del pareggio per alzare il prezzo dell'accordo, come lui stesso racconta al telefono, poi batté per forza, scansando un compagno di squadra che voleva farlo, una punizione pericolosa per gli avversari, e la sbagliò. I carabinieri intercettarono una telefonata tra il calciatore e la fidanzata che gli aveva chiesto perché aveva battuto lui. La spiegazione di Sculli è la seguente: "Eh sì amore, perché c'era un 'ventello'. Se batteva l'altro faceva gol amore e io perdevo...i venti...il ventello amore. Ti compro un bel telefonino".

 

Alla fine il Crotone, dove allora giocava Sculli, finì in C, il Messina (attuale squadra di Sculli) si salvò, grazie anche al 2-1 con cui il Bari batte e condanna alla serie C la Ternana (altra partita menzionata dall'intercettazione).

 

"Nelle intercettazioni - scrive L'Espresso - si parla di capocolli che sarebbero partiti da Messina alla volta di Bari e Crotone. Per la procura non si tratta dei prelibati salumi calabresi, ma di soldi sonanti o regali di valore. Secondo i carabinieri, Sculli è il protagonista della combine, ma altre quattro persone avrebbero (il condizionale è d'obbligo - precisa L'Espresso - visto che non sono indagati) avuto un ruolo".

 

Sculli venne intercettato a casua delle indagini che riguardavano suo nonno, anche se l'esito delle intercettazioni ha indotto il gip a rimettere tutto alla procura ordinaria perché non vi sono prove che Sculli faccia parte di un gruppo mafioso ma le intercettazioni, riporta il periodico, configurano solo "reponsabilità di tipo disciplinare (di competenza degli organi sportivi) o anche penale (di competenza di altra autorità giudiziaria".

 

In un'altra telefonata alla fidanzata Sculli dice: "Tu lo sai che ho una famiglia particolare... perché nella mia famiglia non si dice di no, nella tua forse sì. Nella mia famiglia non si dice mai di no. A nessuno".

 

(3 novembre 2005)

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