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AIDS: e se fosse tutto un errore?

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Guardate che la questione è proprio se sia stato l'Aids o malattie che hanno abbassato la resistenza immunitaria e che sono state catalogate tutte insieme come "sindrome da Aids" ad ammazzare quelle persone.

Non è una distinzione di poco conto.

Anche io ho letto articoli molto convincenti sui numerosi dubbi scientifici sull'esistenza stessa dell'HIV, e sulla scarsa attendibilità dei test "Elisa" e "Western blot" ; basta leggere quanto è scritto nel libro

"Tutto in vendita" della Nuovi Mondi Media http://www.nuovimondimedia.com/sitonew/mod...rticle&sid=1592 , al capitolo "HIV: quello che gli spot (e i test) non dicono" di Liam Scheff.

 

Credetemi, il dubbio ti viene eccome.

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Per quello che ne so io, sta cosa è stata mal interpretata.

Mi so letta un pò di ricerche perchè mi serviva per una conferenza, e l'idea comune non è che l'AIDS non esista ( Questa è la bufala!), l'unica cosa che si sottolineava, e che la maggior parte degli studiosi trova indegna, è il modo in cui molte associazioni mediche e non, sfruttano questo genere di malattia.

In Africa è una piaga, e si sa, ma è possibile che tutti i soldi impiegati non riescano a far scendere considerevolmente il numero degli infetti? E non parlo di prevenzione, ma di malati veri e propri che non hanno le cure che meriterebbero.

Vogliamo parlare poi delle discriminazioni di genere che si creano intorno al caso AIDS?

 

Non credo che si possa minimizzare, nè rendere un argomento del genere in maniera così dozzinale...

L'AIDS purtroppo esiste, e fingere che non è così, e solo un modo per nascondersi dietro un dito. Mi potrai dire che esistono vaccini che ai grandi fa comodo non mettere in commercio, ma dubitare dell'esitenza proprio no. E' come dì che il raffreddore è immaginazione....

 

Comunque grazie per i link! Mi sono serviti molto per un progetto a cui sto lavorando! B-)

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il mio post aveva solo un obiettivo: vista proprio la gravita della materia pensavo fosse utile avere qualche informazione in piu'. Poi penso che ognuno sia libero di esprimere le idee che preferisce: se si puo asserire che dio esiste e il contrario, che l uomo deriva dalla scimmia o che e' stato creato dal fango, che la terra e' rotonda quadrata o sferica, penso ci sia anche la liberta' di discutere sulle malattie. Detto questo, non sono uno scienziato, mi sono limitato a riportare articoli sull'argomento.

 

da quel che ho capito,

nessuno dice che la gente non muore.

 

ci sono (generalizzando) due versioni

 

la ufficiale dice: tot persone sono morte di AIDS

 

(p.s. cmq e' improprio definire l AIDS una malttia, visto che e' semmai una "collezione" di, mi sembra, 28 differenti malattie, da un tipo di tumore alla polmonite, dalla malaria alla diarrea)

 

risintetizzo la posizione NON UFFICIALE ( di circa 1000 scienziati in giro nel mondo, tra i quali vari premi nobel)

 

la posizione dei dissidenti:

«...il virus HIV non è stato mai isolato, probabilmente neanche esiste, l’AIDS non è causato da un virus e non è quindi una patologia infettiva. l’AIDS è causato da un complesso di fattori (droghe pesanti, superesposizione ad agenti patogeni, farmaci) fortementi presenti in certi stili di vita, che alla lunga distruggono il sistema immunitario. i test HIV non sono specifici e non è chiaro che cosa individuino. la risposta positiva al test non è indice di niente e non giustifica alcuna terapia. i farmaci antiretrovirali sono inutili in quanto non c’è nessun virus da combattere, e soprattutto letali perchè possono portare alla morte in pochi mesi distruggendo in particolare il sistema immunitario. i malati di AIDS devono sospendere l’esposizione ai fattori patogeni, curarsi per le patologie specifiche di cui soffrono, seguire nel contempo terapie di sostegno per consentire al loro sistema immunitario il recupero. i farmaci antiretrovirali hanno trasformato in malati di AIDS individui altrimenti sani che hanno avuto la sfortuna di risultare positivi-al-test...»

 

In pratica ci sono un migliaio di scienziati in giro per il mondo che sostengono che in occidente la gente che muore di "AIDS" muore in realta' per altre cause, tipo ad esempio droghe pesanti che debilitano l organismo, e che i bambini africani non muoiono a causa del virus dell AIDS ma per cause un po’ piu’ ”banali”: denutrizione, colera, malaria, diarrea, ecc… Insomma le stesse cause di morte di sempre, ancora attuali in quanto in Africa la gente muore ancora di fame e vive nella merda e nelle discariche.

 

 

detto questo, non ho la presunzione di sapere da che parte sta la verita', non essendo appunto ne un dottore ne tantomeno uno scienziato, invito solo alla lettura e all informazione.

 

Per chiudere, e indipendentemente da questo discorso, invito tutti ad utilizzare il condom , perche' anche mettende da parte l aids ci rimangono cmq un altro bel pacco di malattie sessualmente trasmissibili (epatiti, scolo, sifilide, herpes vari ecc...)

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L'incredibile AIDS

 

Preso da Luogocomune.net

 

"Tutti sono pronti a credere che la CIA menta, che il governo menta, che l'FBI menta, che la Casa Bianca menta. - dice il microbiologo americano Harvey Bialy - Ma che menta l'Istituto di Sanità no, non è possibile, la Sanità è sacra, tutto ciò che esce dagli Istituti Nazionali di Sanità è parola di Dio. Niente fa differenza, nemmeno la storia di come Gallo scoprì il virus, nemmeno il fatto che sia uno scienziato screditato e condannato per truffa. La strategia dell'establishment è sempre la stessa: ignorare. Meglio non rispondere, vuoi vedere che ci si accorge che c'è qualcosa di strano?"

 

Una musica che non ci suona del tutto nuova, e che in questo caso ci arriva da un fronte ancora più controverso di quello dell'undici settembre: la medicina moderna - o meglio, l'industria farmaceutica che la condiziona ormai alla radice - stretta nella morsa letale del conflitto fra altruismo e egoismo, fra missione umana e interesse privato, in una spirale ormai inarrestabile che la porta a inventarsi malattie inesistenti pur di vendere più farmaci, mentre non riesce stranamente a trovare nessuna cura valida per le malattie che esistono davvero.

 

Quello che presentiamo è un lavoro di ricerca particolarmente illuminante ...

 

... sulla reale situazione dell'AIDS nel mondo, che un regista italiano, Gian Paolo Vallati, ha realizzato come base di partenza per un documentario... che naturalmente fino ad oggi nessuno ha mai voluto produrre.

 

M.M.

 

Vai alla scheda "L'incredibile AIDS"

 

 

Segnaliamo anche su arcoiris.tv il filmato:

 

"L'origine del Male - Storia di una controversa teoria sull'origine dell'AIDS"

È possibile che la pandemia di AIDS sia stata causata da vaccini antipolio accidentalmente contaminati con un virus delle scimmie e utilizzati in Africa alla fine degli anni '50?

 

L’incredibile AIDS

 

Quello che i media non dicono

sulla "peste del nuovo millennio"

 

di Gian Paolo Vallati

 

1. Introduzione 2. Perchè il virus 3. Esiste davvero il retrovirus Hiv? 4. Quanto sono affidabili i test di sieropositività? 5. Assenza di correlazione tra sieropositività e malattia 6. Cos’è davvero l’AIDS 7. L’infettività e la trasmissione sessuale 8. Previsioni catastrofiche e statistiche fasulle 9. Catastrofe africana? 10. Terapie che uccidono 11. Il bavaglio all’informazione 12. Il grande affare della cattiva scienza Bibliografia

 

1. INTRODUZIONE

 

Questa è la storia vera ed incredibile di una epidemia inventata. Questa è la storia di un colossale affare in cui multinazionali, ricercatori, associazioni e istituti sanitari senza scrupoli hanno utilizzato il terrorismo sanitario al servizio del loro enorme business. E la storia di come, purtroppo, molti esseri umani inconsapevoli siano finiti nella macina, uccisi dalle stesse "terapie" che dovevano curarli. "Tutti sono pronti a credere che la CIA menta, che il governo menta, che l'FBI menta, che la Casa Bianca menta. Ma che menta l'Istituto di Sanità no, non è possibile, la Sanità è sacra, tutto ciò che esce dagli Istituti Nazionali di Sanità è parola di Dio. Niente fa differenza, nemmeno la storia di come Gallo scoprì il virus, nemmeno il fatto che sia uno scienziato screditato e condannato per truffa. La strategia dell'establishment è sempre la stessa: ignorare. Meglio non rispondere, vuoi vedere che ci si accorge che c'è qualcosa di strano?" Harvey Bialy, microbiologo. 1

 

2. PERCHÉ IL VIRUS

 

Le malattie infettive costituiscono oggi soltanto l'1% di tutte le cause di morte nel mondo occidentale e ormai le grandi epidemie sono per lo più scomparse. Il merito di questa situazione, che spesso viene attribuito alla medicina, è in realtà dovuto al miglioramento delle condizioni igieniche e alimentari. Ci sono numerosi studi a livello statistico ed epidemiologico che dimostrano come molte malattie (tubercolosi, difterite, polmonite, ecc.) cominciarono a declinare ben prima dell'introduzione di cure efficaci. 2

 

È cosa ben nota, anche ai non addetti ai lavori, che gli esseri umani e gli animali, sani o malati che siano, convivono da sempre con migliaia di microbi, virus e batteri, in gran parte assolutamente innocui. Alcuni sono addirittura utili, come l'escherichia coli, che colonizza l'intestino e aiuta la digestione. Perfino microbi patogeni provocano malattie gravi solo in individui con il sistema immunitario indebolito. Eppure gli scienziati sono sempre ossessivamente alla ricerca di nuovi virus e batteri, nella speranza di attribuire loro la causa di malattie che ritengono altrimenti inspiegabili. Le conseguenze di questa unica direzione di ricerca spesso sono rovinose perchè ritardano la comprensione della vera causa e determinano la morte di molte persone. In passato lo scorbuto, la pellagra e il beriberi (solo per citare esempi eclatanti) sono state per lungo tempo attribuite a batteri, benché già allora alcuni ricercatori avessero dimostrato che erano dovute a carenze alimentari. Robert William, scienziato a cui si deve la scoperta della vitamina B1, così ha commentato questo atteggiamento dei cacciatori di microbi: "...la batteriologia era arrivata ad essere la pietra angolare dell'istruzione medica. A tutti i giovani medici era stata talmente istillata l'idea che le malattie erano causate da un'infezione, che ben presto venne accettato come assiomatico il concetto che non poteva esserci altra causa".3

 

Ma nonostante tutto questo, la memoria di passate epidemie continua a suscitare angoscia e terrore. Poiché il virus è sempre un ottimo mezzo per creare panico, ci sono motivi molto poco nobili per cui ad ogni ipotetica nuova patologia si attribuisce sempre più spesso una genesi virale. Attraverso la paura infatti si possono convogliare immense somme di denaro e indottrinare la popolazione verso le terapie e i comportamenti voluti. Così, allo stesso modo, comincia l'incredibile storia dell'Aids.

 

3. ESISTE DAVVERO IL RETROVIRUS HIV?

 

Non esiste un documento scientifico ufficiale che provi che il cosiddetto HIV, ammesso che esista, provochi l'Aids. A dispetto di ciò che viene costantemente propagandato, il virus della immunodeficienza umana HIV non è stato mai isolato e fotografato. Le recenti scoperte derivate dal Progetto Genoma Umano hanno peraltro messo in grave crisi il concetto stesso di retrovirus.

 

COME NASCE IL PROBLEMA HIV

 

Nell'aprile del 1984 il dottor Robert Gallo annunciò in una conferenza alla stampa internazionale di aver scoperto un nuovo retrovirus che aveva chiamato HTLV-III (oggi conosciuto come HIV), e questo era "la probabile causa dell'AIDS". Lo stesso giorno Gallo presentò il brevetto per un test di anticorpi, ora generalmente riportato come "il test dell'AIDS". L'annuncio prese di sorpresa persino gli scienziati presenti tra il pubblico. Gallo aveva scavalcato una parte essenziale del processo scientifico: non aveva pubblicato i risultati delle sue ricerche in nessuna pubblicazione medica o scientifica, né li aveva sottoposti al normale processo di revisione tra colleghi prima di essere annunciati al pubblico. Quando alla fine la "prova di Gallo" fu pubblicata settimane più tardi, vennero fuori numerosi problemi. Le procedure di laboratorio che Gallo e i suoi collaboratori utilizzavano per provare l'isolamento vennero osservate soltanto nel 36% dei suoi pazienti di Aids, e soltanto 88% era positivo al test "degli anticorpi HIV". Inoltre, per assicurare che soltanto i pazienti in AIDS e non l'intero gruppo di controllo risultasse positivo al test degli anticorpi, egli aveva diluito il sangue 500 volte. A diluizioni minori troppi soggetti sani del gruppo di controllo risultavano positivi al test. Questi fatti dovrebbero essere sufficienti a gettare seri dubbi sulle affermazioni di Gallo che egli avrebbe scoperto un nuovo retrovirus come "probabile causa dell'AIDS". Grazie a questa "scoperta", Gallo oggi percepisce l'1% dei proventi mondiali derivati dai test HIV. Tutta la carriera di Gallo è costellata di episodi che di scientifico hanno molto poco. Un eccellente elenco di quanto corrotta, ingannevole (e probabilmente perfino criminale) è stata la sua ricerca, può essere trovato nel libro "Science Fiction", di John Crewdson, un giornalista scientifico del Chicago Tribune. In realtà, tutto quello che aveva scoperto Gallo era una attività enzimatica che lui attribuiva al presunto retrovirus, e le fotografie che mostrò erano di particelle simil-virali senza nessuna prova che fossero virus.4

 

A tutt'oggi il vero virus non ancora stato isolato, e le foto che vengono spesso mostrate sulle copertine dei giornali sono sempre e soltanto realizzazioni grafiche di fantasia. Eppure, grazie a quella famosa conferenza stampa, da quel momento tutto il mondo ha cominciato a credere che l'Aids fosse dovuto ad un virus. Così è nato il problema HIV e così dal 1984 ad oggi sono stati pubblicati più di 10.000 studi sull'HIV, ma nessuno di questi ha potuto dimostrare in maniera plausibile o provare in modo concreto che l'HIV causi l'AIDS. A tutt'oggi non esiste un documento scientifico ufficiale che fornisca una prova definitiva.

 

KARY MULLIS

 

Il premio Nobel Kary Mullis, inventore della PCR (Polymerase Chain Reaction), ha cercato invano per anni questo fondamentale documento. Di conseguenza ad ogni occasione, congresso scientifico, conferenza, seminario o incontro ha interpellato svariati virologi ed epidemiologi su dove trovare il riferimento bibliografico che spiegasse come l'HIV provochi l'AIDS. Ma nessuno dei colleghi è mai stato in grado di precisarlo. E neanche Montagnier e Gallo (considerati i massimi esperti mondiali di Aids) sono stati in grado di fornirglielo. Perché non esiste.5

 

LA "PROVA" FORNITA DAL NIAID

 

Per mettere una toppa a questa grave carenza, nel 1994 l'Ufficio di Comunicazione del NIAID/NIH, National Institute of Allergy and Infectious Diseases /National Institute of Health, realizzò un documento intitolato : " La Prova che l'HIV è causa dell'Aids". È il documento più completo che si conosca che tenta di rispondere all'affermazione che l'HIV non è la causa dell'Aids. Ma questo elaborato, che viene spesso citato come prova definitiva, di fatto non è documento scientifico, come hanno dimostrato in una puntuale confutazione alcuni ricercatori internazionali.6 Oltre ad essere un documento anonimo, è infatti seriamente screditato dal mancato rispetto degli standard scientifici e fallisce nel fornire una prova credibile a sostegno del suo assunto fondamentale. Si tratta quindi soltanto dell'ennesimo strumento di propaganda.

 

UNO SCIENZIATO CONTRO: PETER DUESBERG

 

Peter Duesberg, membro della prestigiosa National Academy of Science, è docente di biologia molecolare e cellulare presso la University of California a Berkeley, oltre ad essere un pioniere nella ricerca dei retrovirus e il primo scienziato ad aver isolato un gene del cancro. È uno dei pionieri più prestigiosi tra i dissidenti della ricerca. Gli ingenti finanziamenti di cui disponeva come ricercatore di fama mondiale gli sono stati drasticamente ridotti quando ha cominciato a mettere in dubbio il dogma Hiv- Aids e la teoria della trasmissione sessuale del morbo. Il primo marzo 1987 sulla prestigiosa rivista Cancer Research comparve un suo articolo in cui affermava che non vi erano prove convincenti del fatto che un retrovirus come l'HIV sia in grado di causare l'AIDS. Da allora Peter Duesberg è uno degli uomini più discussi d'America. Le sue ipotesi e le sue affermazioni sono state di volta in volta definite 'irresponsabili', 'pericolose', 'immorali', 'dannose' e perfino 'criminali'. Per alcuni Duesberg è una 'minaccia pubblica', per altri invece un 'novello Galileo' in lotta contro l'ottusità dominante. Secondo il direttore dell'autorevole periodico medico The Lancet, Duesberg è "probabilmente lo scienziato vivente più diffamato in assoluto", per altri addirittura "il Nelson Mandela dell'AIDS, colui che guida la lotta contro l'Apartheid dell'HIV". Nonostante le sue previsioni trovino sempre più conferme a livello epidemiologico, oggi è stato emarginato da una comunità scientifica che ha tutto l'interesse a perseguire una strada ricchissima di finanziamenti. Le sue tesi non sono ancora state confutate, mentre alle sue domande ed obiezioni si è risposto che: "...dovrebbe essergli impedito di parlare in televisione. Sì, una linea auspicabile sarebbe quella di impedire i confronti televisivi con Duesberg" (Nature, 1993)

 

INNOCUITA' DEI RETROVIRUS

 

Dal 1970, anno in cui si ipotizzò l'esistenza dei retrovirus, ne sono stati individuati ed isolati circa 200, tutti assolutamente innocui. Tutti meno quello HIV, che oltre ad essere assolutamente terribile è anche l'unico mai realmente isolato.

 

PROGETTO GENOMA E RETROVIRUS

 

Ma sin dal 2001, anno in cui sono arrivati i risultati del Progetto per la mappatura del Genoma Umano è stato chiaro che stava per essere irrimediabilmente buttato a mare il concetto stesso di "retrovirus". Per comprendere a fondo la questione è necessaria una breve digressione di storia della biologia. La visone accettata sin dagli anni '50 era che il DNA trascrive le informazioni al RNA, (e mai il processo inverso) attraverso una relazione gerarchica rappresentata dal flusso unidirezionale DNA -> RNA -> proteine. Il RNA (acido ribonucleico), era quindi considerato l'umile messaggero del DNA (acido desossiribonucleico), che governava invece la cellula. Questo era il dato fondante del cosiddetto "Dogma Centrale della Genetica Molecolare", su cui si è basata tutta la biologia dagli anni cinquanta in poi. Il concetto di "retrovirus" prese forma quando nel 1970 fu scoperto, in estratti di certe cellule, un enzima (denominato poi "transcriptasi inversa") capace di convertire la molecola di RNA in DNA. I ricercatori, insomma, verificarono che alcuni RNA trascrivevano se stessi "all'inverso" al DNA. Ma (in ossequio al Dogma Centrale) si dissero che qualsiasi cosa causa la trascrizione dal RNA al DNA è da considerarsi eccezionale e deve essere una sorta di contaminazione virale (da cui il termine "retrovirus"). Dunque, negli anni '70, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo la attività transcriptasica inversa venisse rivelata si riteneva che i retrovirus fossero presenti. Questo si dimostrò un grave errore, poiché era già noto agli inizi degli anni '80 che la medesima attività enzimatica era presente in tutta la materia vivente provando così che la transcriptasi inversa non aveva niente a che fare con i retrovirus per sé. 7

 

La questione è stata ben sintetizzata nel 1998 dal virologo Stephen Lanka: "...studiando la biologia evolutiva trovai che ognuno dei nostri genomi, e quelli delle maggiori piante e animali, è il prodotto della cosiddetta trascrizione inversa: RNA che si trascrive nel DNA. [...] L'intero gruppo di virus cui l'HIV apparterrebbe, i retrovirus [...] nei fatti non esiste per nulla". 8

 

Ciò nonostante molti scienziati non tennero conto di questa evidenza e continuarono a lavorare alacremente sull'ipotesi oramai falsificata. Ma gli ultimi sviluppi del Progetto Genoma Umano dimostrano ormai inequivocabilmente che il passaggio da RNA a DNA non è affatto una aberrazione, piuttosto è ciò che potrebbe spiegare la complessità umana. Il DNA sarebbe allora come una sorta di libreria dove il RNA va a prendere le informazioni che gli servono per governare la cellula. Il Dogma Centrale è soltanto una costruzione teorica che non ha retto alla prova dei fatti. Queste recenti scoperte segnano la fine del paradigma HIV/AIDS, e spiegano perché la scienza ha fallito la cura della malattia a dispetto di almeno venti anni di sforzi. Perché se l' HIV è un retrovirus, la teoria virale dell'Aids è priva di fondamento.

 

4. QUANTO SONO AFFIDABILI I TEST SULLA SIEROPOSITIVITÀ?

 

I test dell'Aids (Elisa e Westernblot) non sono attendibili perché, oltre a non essere precisi, esistono più di sessanta fattori diversi che possono dare dei falsi positivi. I test non sono standardizzati, i risultati variano da laboratorio a laboratorio, le linee guida per la loro interpretazione variano da paese a paese. Inoltre si può risultare positivi al Westernblot e negativi all'Elisa, o viceversa. Due sono le analisi fondamentali per stabilire la sieropositività in una persona: l'Elisa e il Western Blot. Nell'Elisa una miscela di proteine dell'Hiv reagisce con anticorpi nel siero prelevato dal paziente, provocando una variazione di colore nel preparato. Il test Elisa produce fino al 90% di errore in una sola direzione (i negativi li fa diventare positivi, i positivi rimangono tali e quali). Nel WB, le proteine dell'Hiv vengono separate su una striscia di nitrocellulosa. Questo consente una reazione individuale delle singole proteine, che vengono visualizzate con una serie di bande di colore più scuro. L'esame WB viene utilizzato di solito a conferma di un test Elisa positivo, ma risulta altamente impreciso anch'esso.

 

NON ESISTONO CRITERI STANDARD

 

Prima del 1987 una sola banda Hiv specifica era considerata come prova di un avvenuto contagio, in seguito si venne a scoprire che il 25% degli individui sani - e non a rischio - presentano bande Hiv specifiche e quindi fu urgente ridefinire un WB positivo aggiungendo bande extra e selezionandone di particolari. Ma anche in tal modo i problemi sono sempre presenti: su 89.547 campioni di sangue analizzati, prelevati da degenti non a rischio ed in maniera anonima in 26 ospedali americani, una percentuale del 21,7% dei maschi e il 7,8% delle femmine risultò positiva al test WB. Quindi la correlazione tra anticorpi Hiv e Aids, comunemente accettata dagli esperti, sembra un'invenzione dell'uomo. L'artificiosità di tale relazione è evidente nel dato di fatto che istituti e nazioni differenti stabiliscono come test di sieropositività serie di bande WB diverse. Questo comporta che in Australia un test richiede quattro bande per essere positivo, mentre negli USA ne sono sufficienti due o tre, che siano o meno le stesse bande richieste in Australia. In Africa, addirittura, basta una sola banda. A conti fatti, una persona esaminata ipoteticamente lo stesso giorno nei tre differenti luoghi, può risultare sieropositiva in un paese e sieronegativa in altri. Il sistema di valutazione varia addirittura da laboratorio a laboratorio di uno stesso stato e, nella medesima sede di analisi, anche da un giorno all'altro si possono riscontrare risultati differenti! Uno documentario che la Meditel Produzioni ha realizzato a Londra per la BBC nell'ottobre 1996 mostrò che un campione di sangue fornito da un volontario fu valutato tre volte positivo e due volte negativo nello spazio di un mese.

 

I FALSI POSITIVI

 

A rendere la tragicommedia una vera tragedia è la possibilità che ad una o più bande si possa verificare una falsa reattività. La reazione al test, evidentemente instabile, è spesso associata ad un aumento aspecifico delle immunoglobuline, il che si verifica in molte situazioni, come nel corso di malattie autoimmuni, di infezioni croniche, di malaria, di parassitosi, talvolta anche per motivi banali come una vaccinazione antinfluenzale. Sono stati contati circa 60 fattori estranei all'HIV che possono determinare un test positivo. Secondo gli esperti queste reattività vengono innescate da anticorpi non Hiv (che tutti noi possediamo) reagenti alle proteine Hiv. In parole povere, un anticorpo che reagisce ad una determinata proteina non è necessariamente un anticorpo prodotto dal sistema immunitario come risposta specifica a quella certa proteina. E quindi le popolazioni povere dell'Africa, il continente con il maggior numero di casi di sieropositività, esposte ad una miriade di infezioni e che producono moltitudini di anticorpi, avranno una falsa reattività ai test molto più alta che in altri paesi.

 

IN DEFINITIVA: NESSUN VALORE AI TEST

 

La positività ai test ha un valore sostanzialmente nullo perchè: o essa è correlata in modo comunque incompleto a molte malattie, sia immunodepressive che non, anche estranee all'AIDS; o essa è però correlata anche ad un ottimo stato di salute, come dimostrano i milioni di sieropositivi, sanissimi da molto tempo; o essa, sicuramente, non dimostra la presenza dell'HIV o di qualsiasi altro virus; o essa, contrariamente a quanto si è voluto dare a credere, non equivale affatto ad una sentenza di morte: anche le disparate sindromi patologiche definite AIDS possono regredire quando l'organismo del paziente non è molto compromesso. Mentre l'utilità dei test è nulla, il loro danno può essere immenso perchè: o la comunicazione al paziente del risultato positivo al suo test dell'AIDS provoca quasi sempre un grave trauma psichico e può sconvolgere l'intera vita familiare, lavorativa, affettiva e sociale; qualcuno in passati si è anche suicidato. o non di rado la diagnosi di AIDS basata su questi test spinge i medici e il paziente ad intraprendere una terapia con AZT o altri "anti-retrovirali", che sono pesantemente tossici e producono effetti molto pericolosi.

 

5. ASSENZA DI CORRELAZIONE TRA SIEROPOSITIVITÀ E MALATTIA

 

La grandissima parte dei sieropositivi può vivere una vita assolutamente normale per decine di anni senza riscontrare alcun sintomo di malattia. Alla fine degli anni '80 venne creato un clima di terrore sostenendo che i sieropositivi fossero dei condannati a morte, destinati a morire nel giro di 18 mesi. Si dava per scontata la corrispondenza tra sieropositività e malattia conclamata, e che lo sviluppo dell'AIDS per i sieropositivi fosse inevitabile e solo una questione di tempo. In seguito si è riscontrato che soltanto una percentuale molto ridotta di sieropositivi sviluppa la malattia, mentre la gran parte dei cosiddetti "infetti" vive bene e a lungo senza mai riscontrare problemi. Eppure si continuarono a definire "malati asintomatici" le persone sieropositive. Da molti anni ricercatori indipendenti (tra cui il prestigioso Gruppo di Perth, in Australia) sostengono che, poiché non è mai stata scientificamente provata la correlazione tra HIV e AIDS e la reale validità dei test, la cosiddetta sieropositività non significhi assolutamente nulla. HIV:

 

UNO STRANO TIPO DI VIRUS

 

Un grosso problema della teoria dell'AIDS è che i ricercatori non sono stati mai in grado di scoprire nelle persone sieropositive una quantità di virus tale da compromettere la salute. Ed un altro fatto clamoroso è che l'HIV non è citotossico; questo significa che quando il virus si moltiplica non distrugge le cellule presenti, come fanno invece altri virus che distruggono le cellule che infettano. L'eminente virologo Peter Duesberg così commenta questo fatto: "il virus infiltra o infetta un numero molto basso di cellule, appena una su 100mila. Per essere nocivo, per uccidere (...) un microbo deve pur fare qualcosa. Altrimenti è come tentare di conquistare la Cina uccidendo tre soldati al giorno"9 Secondo Duesberg l'HIV si comporta come uno dei numerosissimi innocui microbi di transito sempre presenti nel corpo umano. Ed è esso stesso innocuo. Il fatto che milioni di persone abbiano contratto l'Hiv alla nascita eppure siano adulti sani è l'argomento più significativo, secondo Duesberg, contro l'ipotesi Hiv-Aids, perché dimostra che l'Hiv non può essere un agente patogeno letale.

 

VENTI ANNI DI INCUBAZIONE?

 

Per giustificare questo comportamento innocuo del HIV si è trovato l'espediente di definirlo un "lentovirus", cioè un virus che agirebbe sui tempi lunghi. Tutte le malattie infettive virali, salvo rare eccezioni, hanno una incubazione breve, di pochi giorni o settimane. Invece l'incubazione del virus dell'AIDS è stata calcolata inizialmente attorno ai 18 mesi, per aumentare poi di anno in anno, fino a raggiungere nel 1992, i 10/14 anni. Oggi addirittura si sostiene che l'incubazione arrivi a più di 20 anni (cioè si può tranquillamente convivere con l'Hiv per tale periodo senza avere nessun sintomo di malattia).

 

HIV, IL VIRUS CHE NON C'È

 

La letteratura medica ha registrato finora più di 5000 casi di AIDS sieronegativi (cioè presentano i sintomi ma non vi è presenza di HIV). Ma una peculiarità delle malattie infettive virali è che hanno una causa unica (il virus), e ovviamente non possono verificarsi in sua assenza. Così non c'è varicella senza il virus della varicella, non c'è morbillo senza il virus del morbillo e così via. Di conseguenza in teoria non può esistere Aids senza la presenza del cosiddetto retrovirus HIV. Eppure...

 

6. COSA È DAVVERO L'AIDS

 

L'Aids, più che una malattia specifica, è una definizione che comprende un alto numero di malattie già conosciute. Queste malattie non sono affatto associate sempre ad immunodeficienza, sono definite AIDS solo se associate ad un test positivo.

 

L'AIDS È UNA CATEGORIA, NON UNA MALATTIA

 

Nessuna delle diverse malattie che attualmente definiscono l'AIDS è recente e nessuna si manifesta esclusivamente in persone sieropositive. Di fatto AIDS è il nuovo nome che i CDC (Centers for Disease Control)10 americani hanno dato ad un insieme di affezioni comuni più o meno gravi, tra cui micosi, herpes, diarrea, alcune polmoniti, salmonella, tubercolosi. Se una persona ha la tubercolosi e risulta positiva al test allora "ha l'AIDS". Se invece ha la tubercolosi ed il test è negativo, allora ha "soltanto la tubercolosi". È addirittura possibile che venga definito malato di Aids, ( sindrome da immunodeficienza acquisita), chi non ha nemmeno presenza di immunodepressione!

 

LA MALATTIA SI ADATTA ALLA DEFINIZIONE

 

La definizione di AIDS ha subito varie modificazioni, nel 1986, nel 1987 e nel 1993 e ad ogni revisione il numero delle condizioni patologiche ritenuto correlato all'AIDS viene aumentato: attualmente esse sono ben 29, e tutte già conosciute prima dell'AIDS. Esemplare è il caso dell'ultima revisione: Il 1° gennaio 1993 i CDC decisero di includere nella definizione di AIDS non una malattia, ma una condizione. Chi aveva un numero di linfociti T inferiore a 200 (anche se perfettamente sano) veniva incluso tra i malati di AIDS. Questo ha fatto sì che il numero di casi di AIDS negli Stati Uniti raddoppiasse artificiosamente nel giro di una notte. Questa ricorrente variazione ha portato ad una continua dilatazione del numero dei soggetti definiti "malati di AIDS": se, ad esempio, negli Stati Uniti con la definizione del 1986 potevano essere definiti malati di AIDS mille pazienti, con quella del 1987 sarebbero diventati 1.300 e con quella del 1993 avrebbero raggiunto il numero di 2.275.11

 

Di recente è stata inclusa nell'elenco una nuova patologia tipicamente femminile, il cancro della cervice. Come ha svelato P. Duesberg: "...la ragione di questa aggiunta è solo politica: è stata dichiaratamente inserita per aumentare il numero delle femmine malate di AIDS, creando così l'illusione che la sindrome si stia diffondendo tra gli eterosessuali".12

 

L'AIDS NON È UGUALE IN TUTTO IL MONDO

 

Anche qui, come per i test di sieropositività, non esiste un criterio universalmente riconosciuto per la definizione della sindrome. La regola per stabilire cosa sia l'AIDS varia da nazione a nazione: la definizione di AIDS negli Stati Uniti è diversa da quella europea che a sua volta è diversa dalla definizione africana. La WHO, ( World Health Organization)13 in Africa utilizza per definire l'AIDS due definizioni nettamente diverse, nessuna delle quali corrisponde ai criteri utilizzati negli USA o nella UE. Generalmente in Africa non si richiede il test HIV, ma è sufficiente che un paziente presenti tre dei principali sintomi clinici (perdita di peso, febbre e tosse) più un sintomo minore (è sufficiente un prurito generalizzato) per poterlo dichiarare affetto da AIDS. E questo, come si vedrà più avanti, spiega la reale consistenza della presunta "catastrofe africana" .

 

7. L'INFETTIVITA' E LA TRASMISSIONE SESSUALE

 

Il virologo Peter Duesberg è assolutamente convinto che l'Hiv non sia infettivo. Nel suo libro " Inventing the Aids virus" (1996), tra l'altro afferma: " Negli ultimi 14 anni oltre 500.000 pazienti di Aids sono stati curati da un sistema sanitario che comprende cinque milioni di medici, infermieri e ricercatori nessuno dei quali è stato vaccinato contro l'HIV. (...) quattordici anni dopo non c'è neanche un caso nella letteratura scientifica di un operatore sanitario che abbia presumibilmente contratto l'AIDS da un malato. Proviamo ad immaginare come sarebbe la situazione se 500.000 malati di colera, epatite, sifilide, influenza o rabbia fossero stati curati per 14 anni da personale medico e paramedico privo di vaccini e farmaci adeguati... migliaia avrebbero contratto quelle malattie." A distanza di quasi dieci anni dall'uscita del libro le cose non sono affatto cambiate. Questo, secondo Duesberg, significa una sola cosa: "l'AIDS non è infettivo".

 

LA TRASMISSIONE SESSUALE

 

"Basta un solo rapporto!". Per anni questo è stato il terribile ammonimento che tutti i mezzi di comunicazione hanno continuamente diffuso. Ed invece la trasmissione sessuale, che secondo gli "esperti" sarebbe il veicolo principale della diffusione del virus, si è dimostrata essere estremamente inefficace, dipendendo anche da più mille rapporti sessuali a soggetto per una reale possibilità di contagio. Nel 1997 un gruppo di studiosi statunitensi14 ha pubblicato i risultati di dieci anni di studi sulla trasmissibilità dell'Hiv tra eterosessuali nel nord della California. Lo studio ha stabilito che la trasmissione da maschio a femmina è estremamente bassa, approssimativamente lo 0.0009 per contatto sessuale, e approssimativamente otto volte minore è la trasmissione da femmina a maschio. Questo significa che una femmina dovrebbe avere almeno 3330 rapporti sessuali per raggiungere il 95% di probabilità di infezione.

 

Quindi, con la frequenza ipotetica di un rapporto sessuale al giorno, ci vorrebbero 2 anni e due mesi per avere il 50% di possibilità di infezione, e 9 anni per raggiungere il 95%. Nel caso inverso, da femmina sieropositiva a maschio, la trasmissione dell'Hiv richiederebbe almeno 27.000 rapporti sessuali per arrivare al 95% di probabilità di trasmissione (cioè 74 anni di rapporti sessuali giornalieri!). Se davvero la diffusione del virus fosse dovuta al sesso, l'Hiv sarebbe scomparso da tempo. Ed infatti, nonostante l'allarmismo, l'AIDS è rimasto confinato a gruppi in cui sono presenti fattori di rischio ben precisi: a) tossicodipendenti: (circa il 32% dei malati in USA e il 60% in Italia) si tratta di individui che oltre a subire gli effetti negativi dell'eroina, della cocaina, dell'alcool, delle anfetamine e di altre sostanze psicotrope (molte droghe hanno effetto depressivo sul sistema immunitario), si alimentano in maniera scorretta ed insufficiente e sono colpiti in modo più o meno continuo da infezioni multiple. In queste condizioni di vita l'immunodepressione è garantita. b) omosessuali maschi: (circa il 62% in USA e il 48% in Europa) il problema riguarda sopratutto gli utilizzatori sistematici di droghe multiple, cocaina, extasy, alcool, poppers e nitriti assunti per via inalatoria a forti dosi (i nitriti sono sostanze molto reattive, causano immunodepressione, e vengono utilizzati per il loro effetto afrodisiaco e rilassante per la muscolatura sfinterica). c) emofiliaci e politrasfusi (circa l'1% in USA e il 3% in Europa). I carichi di proteine estranee sono essi stessi immunodepressivi sia in emofiliaci sieropositivi che sieronegativi.15

 

8. PREVISIONI CATASTROFICHE E STATISTICHE FASULLE

 

"Entro il 1996, dai 3 ai 5 milioni di statunitensi risulteranno positivi all'HIV e un milione morirà di AIDS" (Antony Fauci, direttore del NIAID - New York Times 14.1.86) "Entro il 1990 un eterosessuale su cinque sarà morto di AIDS" (Oprah Winfrey, The myth of hetherosexual AIDS, 1987) Da anni ormai l'Aids è in costante decremento ed è rimasta una malattia marginale, a dispetto di tutte le previsioni catastrofiche diffuse negli anni scorsi. Come mai allora tutti i mezzi di informazione continuano a diffondere statistiche sempre più allarmanti? È possibile solo a costo di barare sui dati reali, con alcuni piccoli ma efficaci trucchi. Il primo è quello di presentare i dati cumulativi invece che suddividerli correttamente anno per anno. È evidente che se si sommano i dati di venti anni di rilevazioni il numero dei malati conclamati e dei sieropositivi sembra essere sempre in costante aumento. Il secondo è quello di ampliare (arbitrariamente) di quando in quando il numero delle patologie che vengono correlate alla sindrome. Così dal 1° gennaio 1993 chi ha un numero di linfociti T inferiore a 200 (anche se perfettamente sano) viene incluso tra i malati di AIDS. Questo ha fatto sì che il numero di casi di AIDS negli Stati Uniti raddoppiasse artificiosamente nel giro di una notte. Il terzo trucco, il più puerile ma il più utilizzato, è quello di presentare le "stime degli esperti" al posto dei dati effettivamente riscontrati. Le stime, oltre ad essere assolutamente opinabili, sono sempre al servizio del terrorismo mediatico: secondo le stime che venivano presentate dieci anni fa (con previsioni di aumento esponenziale anno per anno) oggi la metà della popolazione italiana avrebbe dovuto essere sieropositiva! La realtà è molto diversa: nel 2004 i sieropositivi in totale sono circa 130.000, che rappresentano meno dello 0,003% della popolazione italiana, mentre i casi di Aids conclamato totali dal 1982 ad oggi sono stati complessivamente 53.686.16

 

LE STATISTICHE AFRICANE

 

Ma la situazione più inverosimile riguarda l'Africa ed il Terzo Mondo: da molti anni vengono diffuse cifre catastrofiche da parte dell'UNAIDS, l'organizzazione del WHO che si occupa di Aids, che dimostrerebbero una crescita impressionante dell'epidemia. Alla fine del 2004, nel documento denominato "AIDS Epidemic Update 2004" si è arrivati alla ragguardevole cifra di "39,4 milioni di persone che vivono con l'Hiv - ( ma che potrebbero variare da 35,9 milioni a 44,3 milioni - sic) con un numero di morti di pari 3,1 milioni (ma che potrebbe variare da 2,8 a 3,5 milioni - sic ). Quando si analizza con attenzione questo documento dell'UNAIDS ci si accorge che si tratta soltanto di "...stime basate sulle migliori informazioni ottenibili" (sic). Molte pagine del documento si diffondono su temi come la difesa delle donne dall'Aids (e perché non degli uomini?) o sulla presunta diffusione del morbo in Asia, ma nulla di più su come si arrivi a queste cifre. Null'altro viene detto sul metodo di indagine utilizzato per stabilire i dati (peraltro così incerti). Eppure si tratta del documento ufficiale della massima organizzazione mondiale sull'Aids e su di esso si basa tutta l'informazione che viene diffusa dai media. Nel 1998 la pluripremiata giornalista inglese Joan Shenton, realizzando vari programmi tv sul tema, aveva esaminato criticamente questo sistema di calcolo: "Nei primi anni '90, il Programma Globale sull'AIDS del WHO (che più tardi venne sostituito dall'UNAIDS) dava impiego fino a 3.000 persone. Essi fornivano continuamente dati molto gonfiati alla stampa, e i rappresentanti ufficiali cominciarono a riportare questi casi stimati di Aids negli incontri pubblici per battere cassa coi finanziamenti, facendo sparire silenziosamente i dati realmente riportati. Mettemmo alla prova questi dati in un meeting alla London School of Hygiene and Tropical Medicine nel 1993, e ci fu una imbarazzata ammissione che quello che loro presentavano come dato di fatto, altro non era che un lavoro di supposizione" (...) "In altre parole, gli africani possono tranquillamente andare a dormire con la consapevolezza che i presunti milioni di conterranei, donne e bambini ammalati di Hiv-Aids sono semplici "calcoli" fatti da un "programma al microcomputer" che usa un "modello di database" preparato dallo screditato e ormai defunto Programma Globale sull'AIDS del WHO. Per fortuna la realtà sul territorio non conferma nemmeno lontanamente l'immagine dell'epidemia"17. Infatti il WHO, attraverso il W.E.R. Weekly Epidemilogical Report, un bollettino settimanale poco pubblicizzato, fino al 2002 diffondeva anche il numero dei casi effettivamente registrati. Così si può verificare che nel 1995, a fronte dei 4,5 milioni di sieropositivi stimati, quelli realmente accertati erano invece 422.735, meno del 10%! Mentre, ad esempio, i casi di AIDS effettivamente registrati in Africa nei dodici mesi dal 1999 al 2000 sono 81.565.18 Davvero poca cosa se si pensa che in Africa vivono 800 milioni di persone e ne muoiono più di 10 milioni all'anno, di cui un milione per malaria. Che abbia ragione il prof. Lugi De Marchi, psicologo clinico e sociale, quando afferma che queste stime vengano ottenute "con quel particolare metodo di calcolo chiamato dati in libertà"?19

 

Dal 2003 però il WHO diffonde solo le stime, senza fare più menzione dei casi realmente accertati. Viene il sospetto che la discrepanza tra casi veri e stimati sia talmente alta anche oggi che non sia più conveniente pubblicizzare i dati reali per chi ha fatto della lotta all'Aids il proprio business.

 

9. CATASTROFE AFRICANA?

 

L'ultimo dato sui casi realmente accertati di AIDS in Africa è stato diffuso dal WHO nel 2002: corrisponde a 1.111.663 casi totali cumulativi (dall'inizio dell'epidemia ad oggi).20 Ben lontana dalle stime fornite, questa cifra rappresenta comunque un numero consistente di esseri umani. Ci sarebbe da preoccuparsi, se non sapessimo come si arriva in realtà ad ottenere la cifra suddetta.

 

COME SI DIVENTA CASI DI AIDS IN AFRICA

 

Come già riferito, l'Aids in Africa non è quasi mai diagnosticata con il test dell'HIV (troppo costosi e non sempre disponibili) ma in base a sintomi clinici. È sufficiente che un paziente presenti tre principali sintomi clinici (perdita di peso, febbre e tosse) più un sintomo minore (anche un prurito generalizzato) per poterlo dichiarare affetto da AIDS. Questo in pratica significa che gli africani che soffrono di malattie da sempre presenti in quelle zone ora sono classificati come vittime dell'AIDS. Così in Africa le statistiche sull'Aids possono essere gonfiate artificiosamente da una definizione capace di raggruppare sotto il suo largo ombrello malattie antiche (come febbre, diarrea, tubercolosi o malaria) cambiandone il nome. Ma le cause di malattia in Africa continuano ad essere la crescente povertà, la malnutrizione, l'inquinamento dell'acqua, la mancanza di igiene. Nei paesi del Terzo mondo si continua, purtroppo, a morire per gli stessi tragici motivi per cui si muore da sempre. Soltanto che ora la maggior parte di questi decessi sono rubricati come AIDS. Per questi problemi storici non viene invocato nessun massiccio aiuto internazionale, preferendo spingere quei programmi "umanitari" che mirano ad assoggettare quante più persone possibile ai farmaci e ai test delle multinazionali occidentali.

 

IL RAPPORTO KRYNEN

 

Due leader d'un gigantesco programma francese di volontariato sull'AIDS, i coniugi Krynen, dopo cinque anni di permanenza nel presunto epicentro dell'epidemia africana con un'equipe di 150 medici e paramedici europei, hanno smontato totalmente i dati della finta epidemia: "In Africa, politici, operatori sanitari e utenti dei servizi hanno tutto l'interesse a gonfiare i dati della malattia per il semplice fatto che, per chi si occupa di Aids, sono disponibili enormi fondi internazionali". E continuavano, con un pizzico di humor nero: "Se in Africa sei un semplice affamato, nessuno si occupa di te, ma se sei un malato di Aids 750 organizzazioni assistenziali occidentali e le Nazioni Unite sono pronte a coprirti di cibo e pacchi-dono (...) Il giorno in cui non ci sarà più l'Aids se ne andrà il benessere"21.

 

HARVEY BIALY

 

Il microbiologo Harvey Bialy ha trascorso otto anni nel continente africano per compiere ricerche scientifiche. In una intervista intitolata significativamente "L'epidemia di AIDS in Africa: un mito tragico" sostiene che non vi è assolutamente nessuna prova convincente che L'Africa si trova nel mezzo di una nuova epidemia di immunodeficienza infettiva, e che sono stai gli ingenti fondi internazionali disponibili per la ricerca AIDS/Hiv ad incentivare medici e politici a riclassificare come Aids malattie tradizionalmente presenti nel continente22.

 

ENORMI RISORSE A DISPOSIZIONE

 

Per lo studio e la prevenzione dell'AIDS in Africa sono già stanziate risorse enormi rispetto a quelle destinate ad altre malattie veramente pericolose, come la malaria, che nell'Africa sub-sahariana uccide più di un milione di persone all'anno. Il Governo dell'Uganda, che ha potuto investire nel 1993 solo 57.000 dollari nella prevenzione e nel trattamento della malaria, ha ricevuto invece ben 6 milioni di dollari per la lotta contro l'AIDS. Così la presunta "catastrofe" diventa il grande business del secolo ed oggi esistono migliaia di organizzazioni non governative che operano in Africa nel campo dell'Aids: soltanto in Uganda se ne contano più di 700.

 

MADRI AFRICANE SIEROPOSITIVE

 

I progetti più recenti delle numerose associazioni che prosperano con la lotta all'AIDS in Africa si stanno ponendo l'obiettivo di sottoporre al test Hiv quante più persone possibile. Ma, come già abbiamo avuto modo di chiarire, particolari malattie da sempre presenti nel continente africano possono causare frequentemente una falsa reazione di positività al test Hiv. E perfino la condizione di gravidanza è tra le prime cause (anche in occidente) di falsa positività. A cosa serva allora questo screening di massa, oltre che ad incrementare a dismisura gli introiti delle multinazionali farmaceutiche produttrici del kit, è difficile comprenderlo. Questo non ha scoraggiato le cosiddette "associazioni umanitarie" dall'utilizzare il terrorismo mediatico per reclamare fondi. Una recente, massiccia (e costosa) campagna pubblicitaria della italiana CESVI invitava a donare soldi affermando che "...in Africa una madre su tre è sieropositiva".

 

IL CASO DEL PRESIDENTE SUDAFRICANO MBEKI

 

Nel 2000 cinque multinazionali farmaceutiche, sotto l'apparente veste di un progetto umanitario, proposero di abbassare i prezzi dell'AZT e di farmaci analoghi per utilizzarli massicciamente su donne incinte e neonati nei paesi del terzo mondo, per la cura e la profilassi della "infezione da HIV". Nello stesso anno, alla vigilia del Congresso mondiale sull'AIDS, il presidente sudafricano Mbeki, preoccupato della manovra delle multinazionali, convocò una conferenza di specialisti internazionali per un dibattito aperto sugli effetti tossici dell'AZT e sulle alternative terapeutiche di trattamento dell'AIDS. Tanto bastò a scatenare nei giorni successivi il linciaggio da parte della stampa internazionale. Mbeki venne definito un "pazzo" e un "criminale". Venne accusato di oscurantismo e superstizione e perfino di attentare alla vita delle popolazioni africane. The Observer, tra gli altri, arrivò a scrivere: "Mbeki lascia morire nel dolore i bambini malati di AIDS". Eppure tra gli scienziati che aveva invitato alla conferenza c'erano premi Nobel, membri di Accademie delle Scienze, professori emeriti delle diverse discipline scientifiche. Quello che il presidente Mbeki proponeva era soltanto un libero dibattito, un confronto su dati reali, la verifica dell'efficacia di tali farmaci e sulla ben nota gravità degli effetti collaterali. Non accettando supinamente che la popolazione sudafricana venisse sottoposta a dei trattamenti di scarsissima efficacia e di altissima tossicità23, la sua colpa, in sostanza, era quella di aver sfidato il potere dell'uomo bianco e di non essersi piegato agli interessi delle multinazionali farmaceutiche. Per pagare queste cosiddette "cure e profilassi" si prospettava tra l'altro un indebitamento del Sudafrica di un miliardo di dollari verso la Banca Mondiale. La conferenza fu, come temuto dagli "ortodossi", un momento di reale informazione, che permise a tutti gli scienziati dissidenti di esporre le loro tesi e mettere in grave crisi il dogma Hiv-Aids. E di fermare l'utilizzo dell'AZT nei paesi africani. Ma ancora oggi, nonostante le sue resistenze si siano rivelate oltremodo sagge e ragionevoli, il linciaggio mediatico nei confronti di Mbeki continua.

 

10. TERAPIE CHE UCCIDONO

 

Grazie al terrore creato intorno alla malattia sin dal suo apparire, è stato possibile far accettare la somministrazione di farmaci altamente tossici, che hanno portato benefici solo alle multinazionali che li producono. Nessuno dei sieropositivi rimasti sani per molti anni ha assunto questi farmaci (se non per sospenderli presto), mentre chi li ha presi per lunghi periodi sta male o è morto. Il famoso cestista Magic Johnson, e molti altri come lui che hanno rifiutato di curarsi con l'AZT e i farmaci retrovirali, sta benone, nonostante sia stato dato per spacciato vari anni fa.

 

L'AZT

 

Sintetizzato sin dal 1964 come farmaco antitumorale, l'AZT rimase accantonato per 20 anni poiché si constatò sperimentalmente che le cavie leucemiche trattate morivano in numero maggiore di quelle non trattate. Data la sua elevatissima tossicità è impiegato come base per il veleno per topi! Ma nel 1984 la Wellcome, società che lo produce, lo tirò fuori di nuovo e, grazie al terrore ormai dilagante, riuscì a farlo approvare in gran fretta come farmaco anti-HIV. Molti scienziati del gruppo dei "dissidenti" sin dall'inizio della "epidemia" hanno lanciato l'allarme contro il suo uso, che è molto più pericoloso della sindrome stessa. Ben sei studi indipendenti hanno provato una tossicità del farmaco 1000 volte superiore a quella dichiarata dalla Wellcome. Il più grande studio mai effettuato sul farmaco, per numero di pazienti e durata, fu il "Concorde Trial", i cui risultati nel 1994 dimostrarono inequivocabilmente che tra i pazienti trattati non si verificava nessun beneficio, ed anzi si constatava un numero maggiore di decessi rispetto ai pazienti non trattati.24 Tra le conseguenza della somministrazione di AZT ci sono: distruzione del sistema immunitario, distruzione del midollo osseo, distruzione dei tessuti e della flora batterica intestinale, linfoma, atrofia dei muscoli, danni al fegato, al pancreas, alla pelle e al sistema nervoso. Se una persona sana venisse sottoposta ad un trattamento continuativo con AZT in pochi mesi subirebbe effetti devastanti, simili a quelli dell'AIDS conclamato, fino ad arrivare ad un tasso di mortalità prossimo al 100%. Eppure, grazie alla strategia del terrore, questo farmaco così tossico, cancerogeno e privo di effetti benefici continua ad essere somministrato. Così la Wellcome (casa farmaceutica produttrice) ne ha venduto 0.9 tonnellate nel 1987, è passata a 44.7 tonnellate nel 1992, ed il suo profitto lordo cresce in maniera esponenziale di anno in anno.

 

GLI INIBITORI DELLA PROTEASI

 

Definiti miracolosi dai media, in realtà i benefici clinici di questi farmaci non sono a tutt'oggi ancora stati provati. Mentre la lista degli effetti collaterali aumenta progressivamente, insieme al numero di insuccessi - che vanno dalle deformità fisiche alle morti improvvise - testimoniando una realtà completamente diversa. E lo stesso scienziato che li ha ideati, il dott. David Rasnik, sostiene che ci sono forti dubbi sull'efficacia clinica di tali farmaci25.

 

IL COCKTAIL HAART

 

Per evitare questi effetti devastanti, in tempi più recenti si è suggerito di utilizzare l'azione combinata di più farmaci a dosaggi più bassi (il cocktail HAART). Questo ha portato ad ampliare in maniera considerevole il numero dei pazienti, o dei cosiddetti "malati asintomatici" che possono essere a lungo sottoposti a tali "terapie". Con vantaggi evidenti per le case farmaceutiche che invece di farsi concorrenza possono spartirsi una torta ancora più grande, coinvolgendo nella cura anche persone che stanno benissimo.

 

11. IL BAVAGLIO ALL'INFORMAZIONE

 

Tutte queste cose, benché sconosciute al grande pubblico, sono ben note nell'ambito degli addetti ai lavori. Ma una cortina di ferro è stata messa a protezione del castello per non farle conoscere alle masse, che devono continuare ad essere indottrinate verso il dogma ufficiale. Così, quei pochi e valorosi giornalisti che hanno provato a dare voce agli scienziati del dissenso ben presto hanno dovuto fare i conti con una censura feroce, che ha pochi eguali nel mondo contemporaneo. Celia Faber, giornalista statunitense, è stata tra le prime ad affrontare l'AIDS dal punto di vista "eretico". In un'intervista a Massimiano Bucchi ha dichiarato di avere incontrato "...difficoltà pazzesche. (...) hanno cercato di farmi fuori in tutti i modi. La mia carriera giornalistica è stata duramente segnata da questa storia. Ho avuto minacce da Act Up 26 , ci sono stati articoli terribilmente offensivi nei miei confronti da parte del "Native" 27 . Fin dall'inizio i boss dei NIH28 mi hanno detto chiaramente che mi avrebbero impedito di intervistare i loro ricercatori per via di quello che avevo scritto"29. Neville Hodgkinson è giornalista del Times ed esperto scientifico del Sunday Times. Dopo i primi articoli in cui fu sostenitore della teoria dominante, enfatizzando i rischi della diffusione del virus, si rese conto che le statistiche reali mostravano "...che non c'era traccia dell'esplosione dell'Aids che era stata annunciata". Così cominciò a considerare il punto di vista di Duesberg e dei vari dissidenti. Scrisse un lungo articolo che riportava le ipotesi di questo gruppo di scienziati: " riuscimmo ad inserire un richiamo in prima pagina e di nuovo le reazioni furono isteriche (...) nessun argomento scientifico, solo cose del tipo «perché infastidite i vostri lettori con teorie non dimostrate quando c'è una grande emergenza in corso per la salute pubblica» - ma nulla che rispondesse alle osservazioni dettagliate che Duesberg e gli altri facevano". Sulla base delle successive esperienze di censura e attacchi personali oggi Hodgkinson dichiara: " Non credevo che si potesse essere così odiati solo per aver scritto delle cose o aver riportato le opinioni di scienziati che fino al giorno prima tutti ritenevano dei luminari. (...) Ad un convegno dove la mia casa editrice aveva chiesto l'autorizzazione per presentare il libro, uno scienziato si è fermato al nostro tavolo e ha detto ad un collega che lo accompagnava « se vedi in giro copie di questo libro in libreria o altrove, prendilo in mano e sputaci dentro in modo che nessun altro possa acquistarlo o leggerlo ». Non pensavo che degli scienziati, delle persone che dovrebbero essere aperte al confronto e alla libera espressione, potessero arrivare a tanto".30

 

John Maddox, direttore di "Nature", rivista scientifica custode dell'ortodossia, nel 1991 fece intravedere piccoli spiragli di apertura verso il gruppo dei dissidenti riunito sotto l'etichetta "Rethinking Aids", pubblicando un articolo intitolato "La ricerca sull'aids messa sottosopra"31, in cui si facevano piccole concessioni alle ragioni degli "eretici". Le reazioni degli scienziati ortodossi furono durissime, e benché nessuno portasse argomenti scientifici ma solo i consueti anatemi terroristici e invettive personali, Maddox si trovò costretto, nei mesi successivi, a rimangiarsi tutto, fino ad affermare che non bisognava più dare spazio alle opinioni di Duesberg (principale esponente del gruppo "Rethinking Aids"). Sulla questione due sedicenti scienziati italiani scrissero un articolo sulla stessa rivista sostenendo che: "...dovrebbe essergli impedito di parlare in televisione. Sì, una linea auspicabile sarebbe quella di impedire i confronti televisivi con Duesberg" .32

 

Da quel momento è scattata la censura sulle riviste scientifiche per ogni punto di vista alternativo (pur se documentatissimo e difficilmente confutabile). Semplicemente ogni ipotesi alternativa non doveva esistere. Oggi, anche se le previsioni dei dissidenti sono sempre più confermate, quasi tutta la stampa sembra essere allineata al dogma dominante. Ai pochi giornali e giornalisti che accettano le teorie alternative sull'Aids, l'unica possibilità rimasta è quella del silenzio, e non fungere da cassa di risonanza per le ormai screditate tesi dell'establishment medico dominante.

 

12. IL GRANDE AFFARE DELLA CATTIVA SCIENZA

 

La vicenda dell'AIDS è davvero speciale perchè mai nella storia della medicina così tanto denaro è stato riversato su una singola malattia. Di anno in anno le somme raccolte per la lotta all'AIDS si moltiplicano, fino ad arrivare alla cifra di 6,1 miliardi di dollari solo nel 2004. 33 Con 100 miliardi di dollari già spesi nei soli Stati Uniti, è la più grossa impresa industriale, vicina a quella del dipartimento della Difesa. La vendita dei test HIV è diventata una fonte di immensi guadagni. Molti scienziati coinvolti nella ricerca sull'AIDS possiedono società che vendono test e hanno milioni di dollari in partecipazioni societarie. L'AIDS per questi individui è un affare estremamente remunerativo. I ricercatori e i medici che hanno carriere e stipendi legati al virus sono circa 100.000, in buona parte americani. I bilanci delle multinazionali del farmaco si accrescono di alcuni miliardi di dollari all'anno con la vendita dei farmaci antiretrovirali e dei test HIV. Organismi come USAID (U.S. Agency International Development), UNAIDS (United Nations AIDS program), WHO, ricevono stanziamenti annuali di centinaia e centinaia di milioni di dollari per combattere l'AIDS. Più di 1000 organizzazioni umanitarie raccolgono in totale centinaia di milioni di dollari all'anno per aiutare i malati di AIDS. Il problema non è quindi la crescita dell'AIDS, ma, per quanto paradossale e grottesco possa apparire, l'esatto contrario, la sua eventuale scomparsa. Sono ormai così imponenti gli interessi economici politici e burocratici legati al virus HIV che la sua morte prematura potrebbe sconvolgere parecchi equilibri. Così è una tragica ironia che proprio David Rasnik, scienziato che ha ideato gli inibitori della proteasi usati per la cura dell'AIDS, abbia dichiarato nel 1997: "Come scienziato che ha studiato l'AIDS per 16 anni, ho stabilito che l'AIDS ha poco a che fare con la scienza e che, fondamentalmente, non è nemmeno una questione medica. L'AIDS è un fenomeno sociologico tenuto in vita dalla paura, creato da una sorta di "maccartismo medico" che ha violato e mandato in rovina tutte le regole della scienza e che ha imposto a quella fascia di pubblico più vulnerabile una miscela di credenze e pseudoscienza" E la giornalista Joan Shenton ne ha spiegato i motivi : " Quello che ho imparato in questi anni è che la comunità scientifica non è più libera. Oggi la scienza può essere comprata e le voci individuali di dissenso facilmente ridotte al silenzio a causa delle enormi somme di denaro convogliate nel proteggere l'ipotesi prevalente, per quanto sbagliata possa essere. La politica, il potere e il denaro dominano il campo della ricerca scientifica cosi estesamente che non è più possibile sottoporre a verifica una ipotesi divenuta dogma." Su questo aspetto della cattiva scienza dell'AIDS malata di denaro, ci piace chiudere col sarcastico commento del premio Nobel Kary Mullis : "Un altro segmento della nostra società così pluralista - chiamiamoli medici/scienziati reduci dalla guerra perduta contro il cancro, o semplicemente sciacalli professionisti - ha scoperto che funzionava. Funzionava per loro. Stanno ancora pagandosi le loro BMW nuove con i nostri soldi"34.

 

RIFERIMENTI e BIBLIOGRAFIA

***

 

L'Autore desidera ringraziare tutti i ricercatori che hanno messo a disposizione il frutto del loro lavoro, (in particolar modo il virologo triestino Fabio Franchi) e che spesso hanno visto le loro carriere troncate dalle loro affermazioni.

 

COPYRIGHT - Il presente scritto è riproducibile in rete, in tutto o in parte, purchè non venga modificato e ne vengano sempre citati la fonte e l'Autore.

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bhè certo, le migliaia di persone che muoiono ogni giorno in africa so effetti speciali

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In effetti mi sembrano tesi ridicole, e un tantino offensive per chi, negli ultimi anni, ha perso un amico/parente per colpa della "malattia inventata"

 

(che famiglia strana cmq quella dei "Fo"...)

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Quoto.

 

Credo più nella scienza (e nella microbiologia, in particolare) che nelle dietrologie non dimostrate, soprattutto in casi come questi in cui credere alla tesi "sospettosa" potrebbe significare esporre un ancor maggiore numero di individui all'infezione, facendo loro credere che le vie di trasmissione siano differenti da quelle scientificamente provate.

 

Mi sfastidiano quelli che confutano delle tesi senza avere neanche un minimo di background culturale e scientifico alle spalle...in questi casi ci sta sempre bene la citazione da "Sogni d'oro" di Nanni Moretti: Tutti si sentono in diritto, in dovere di parlare di cinema. Tutti parlate di cinema, tutti parlate di cinema, tutti! Parlo mai di astrofisica, io? Parlo mai di biologia, io? Parlo mai di neuropsichiatria? Parlo mai di botanica? Parlo mai di algebra? Io non parlo di cose che non conosco! Parlo mai di epigrafia greca? Parlo mai di elettronica? Parlo mai delle ditte dei ponti dell'autostrada? Io non parlo di cardiologia! Io non parlo di radiologia! Non parlo delle cose che non conosco!!!

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La voce di un Nobel.

 

Il Dottor Kary Mullis ha ricevuto il premio Nobel nel 1993 per aver inventato un procedimento, la PCR (Polymerase Chain Reaction), che permette di identificare un segmento di codice genetico (una specifica sequenza di nucleotidi) eventualmente presente in un campione ed amplificarne la concentrazione per facilitare all’osservatore la sua individuazione. Per poter completare una sua relazione ha cercato inutilmente documenti scientifici che contenessero la prova che il virus HIV sia la causa dell’AIDS. Da allora non si stanca di ripetere, senza essere mai stato smentito, che non esiste un solo documento scientifico che contenga tale prova. La scienza ha le sue regole, e nessuno può sostenere di aver scoperto qualcosa se non rende disponibile una documentazione completa ed esauriente che consenta ad altri di confermare o confutare la sua scoperta. È paradossale e preoccupante che un migliaio di scienziati sparsi per il mondo stiano lottando per dimostrare che l’ipotesi HIV=AIDS sia falsa, quando nessuno ha ancora dimostrato che è vera. D’altronde se qualcuno avesse isolato il virus HIV ed avesse provato il rapporto causale tra l’HIV e l’AIDS avrebbe con ogni probabilità ricevuto per tale scoperta il Nobel per la medicina. Non ci risulta che tale Nobel sia stato ad oggi assegnato.

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Associazioni e siti:

 

I dissidenti hanno dato vita a numerose associazioni e sono presenti in tutti i paesi occidentali. Per saperne di più:

 

* www.virusmyth.net

* www.duesberg.com

* www.aidsmyth.com

* www.aliveandwell.org (dei diagnosticati di HIV in usa che hanno rifiutato i farmaci e sono ancora vivi e vegeti)

* www.rethinkingaids.com

* www.healtoronto.com

 

* www.informagiovani.it

* www.supereva.it

* www.disinformazione.it

* www.medicinaqualita.it

* www.units.it

* www.digilander.libero.it/controinfoaids

 

Libri:

 

Questo è un elenco parziale dei principali libri scritti dai dissidenti. I primi sono in lingua italiana disponibili in libreria. Per gli altri cercare nelle librerie internazionali o su www.amazon.com.

 

1. Il Virus Inventato - Peter Duesberg – Baldini Castoldi.

2. AIDS La grande truffa - De Marchi / Franchi – Edizioni SEAM.

3. La vera storia dell'Aids - David Rasnick - Edizioni SPIRALI. (Storia romanzata).

4. AIDS e se fosse tutto sbagliato? - Christine Maggiore - Macro Edizioni,

5. AIDS: nuova frontiera - Siro Passi e Ferdinando Ippolito - Lombardo Editore in Roma.

6. Jon Rapport - AIDS Scandal of theCentury - Human Energy Press.

7. AIDS: The Failure of Contemporary Science - Neville Hodgkinson - Fourth Estate Press..

8. AIDS: The Good News Is HIV Doesn't Cause It - Peter Duesberg & J. Yiamouyiannis.

9. Black Lies, White Lies - Tony Brown - William Morrow and Company.

10. Deadly Deception: the Proof That Sex and HIV do not cause AIDS - Robert Willner, MD.

11. Infectious AIDS: Have We Been Misled? - Peter Duesberg. North Atlantic Books.

12. Sex At Risk - Stuart Brody. - Transaction Press.

13. The AIDS Cult - John Lauritsen. - ASKELEPIOS/Pagan Press.

14. The AIDS War - John Lauritsen. - ASKELEPIOS/Pagan Press.

15. Poison by prescription: the AZT Story - John Lauritsen. & Peter Duesberg.

16. The HIV Mith - Jad Adams. - St. Martin's Press.

17.

18. World Without AIDS - Steven Ransom & Plillip Day - Credence Publications. Positively False - Joan Shenton - IB Taurus Books.

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praticamente fatemi capire, si cerca di dire che la malattia dell'AIDS non è legata al virus HIV? e cosa farebbe allora il virus HIV? guarisce il raffreddore?

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E' vero, ci sono molti scienziati che ritengono l'Aids una patologia non virale.

Duesberg è il principale tra essi e sostiene che non ci sono legami tra l'avere l'HIV nel sangue e l'insorgenza della patologia AIDS (che Duesberg non nega).

Effettivamente, da un po' da pensare che uno possa avere l'HIV nel sangue e che l'AIDS sorga 10-15 anni dopo. Nessuna malattia virale ha un tempo di latenza così abnorme...

E' un'ipotesi scientifica, non campata in aria. Se sia quella giusta non lo so, ma so che sull'AIDS e sulla sua eziologia sappiamo molto meno di quanto i mass media ci vogliano far credere.

Chi ha proposto di far chiudere questo topic per rispetto di chi è morto farebbe bene a documentarsi prima di parlare.

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E' vero, ci sono molti scienziati che ritengono l'Aids una patologia non virale.

Duesberg è il principale tra essi e sostiene che non ci  sono legami tra l'avere l'HIV nel sangue e l'insorgenza della patologia AIDS (che Duesberg non nega).

Effettivamente, da un po' da pensare che uno possa avere l'HIV nel sangue e che l'AIDS sorga 10-15 anni dopo. Nessuna malattia virale ha un tempo di latenza così abnorme...

E' un'ipotesi scientifica, non campata in aria. Se sia quella giusta non lo so, ma so che sull'AIDS e sulla sua eziologia sappiamo molto meno di quanto i mass media ci vogliano far credere.

Chi ha proposto di far chiudere questo topic per rispetto di chi è morto farebbe bene a documentarsi prima di parlare.

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Quinni pozzo tromba' tranquillu anche senza lu guantu (a parte andre malattie ce lu so')?

:lol::D:D:lol:

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Caro Borgo, il profilattico è sempre meglio metterlo...

Diciamo che se fossimo sicuri al 100% della teoria di Duesberg, non si correrebbe alcun rischio di AIDS.

Il problema è che anche la sua è un'ipotesi, come quelle di Gallo e Montaigner... ;)

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Caro Borgo, il profilattico è sempre meglio metterlo...

Diciamo che se fossimo sicuri al 100% della teoria di Duesberg, non si correrebbe alcun rischio di AIDS.

Il problema è che anche la sua è un'ipotesi, come quelle di Gallo e Montaigner... ;)

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Ah....... :(:(:(:(

 

 

 

 

 

:lol::lol::lol:

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L'AIDS E' DAVVERO LA PESTE DEL DUEMILA? Il 1981 e il 1982 furono gli anni della mia vita durante i quali scopai di più. La sifilide e lo scolo non facevano più paura a nessuno e ce la si spassava spensieratamente. "Era scoppiata la febbre del sabato sera ma anche negli altri giorni la temperatura restava elevata. Se continuava così il sesso avrebbe travolto la società civile: orge bestiali, preti nudi alla televisione, cani che si accoppiano con gatti"... Invece arrivò il flagello di Dio, l'Aids e i bigotti ringraziarono il signore che aveva così punito tossicomani e sodomiti. "E già nel 1985 non si faceva più l'amore spensierati come prima. E poi i giornali iniziarono a ululare che anche milioni di emofiliaci e di politrasfusi erano a rischio per via delle trasfusioni con sangue infetto ed era a rischio chi aveva fatto l'amore con chi aveva fatto l'amore con chi aveva fatto l'amore con i politrasfusi, i tossicomani e gli omosessuali. Nel 1987 prima di far l'amore con una fanciulla stavi mezz'ora a guardarle la pelle e la lucentezza degli occhi per capire se era sana come un pesce o infettiva come una bomba battereologica ambulante. Ora sono passati almeno 15 anni dall'esplosione dell'epidemia, 40 anni dai primi casi ufficiali di Aids e, diciamo onestamente, il preservativo non l'abbiamo usato mica tanto... che far l'amore col preservativo è come fare il bagno con lo scafandro. Allora, se escludiamo un 30% della popolazione che non scopa mai o che è fedele in modo schifoso e sta con persone altrettanto assolutamente fedeli, tutti gli altri, cioè noi debosciati, dovremmo avere un "Aidiesse" grossa come un topo di fogna che ci scorazza nei linfociti e ci frulla il sistema immunitario. Invece, vivaddio, sto benissimo. Ho fatto anche il test dell'Aids e risulto pulito come un chierichetto. Fin dal1985 c'erano alcuni ricercatori che si erano accorti che qualche cosa non andava.Uscì un lungo articolo sul settimanale "Epoca" che raccontava questi dubbi. Questo virus dell'Aids pareva un tipo strano, c'era gente che era sieropositiva e non si ammalava e c'era gente che si ammalava ed era sieronegativa, ogni anno si facevano previsioni catastrofiche sul numero dei sieropositivi dell'anno successivo. E ogni anno le previsioni erano esagerate e comunque i giornali titolavano: "Si prevedono enormi sviluppi dell'epidemia per l'anno prossimo". Nel 1993 uno dei tre ricercatori americani ai quali il governo aveva affidato la direzione delle ricerche (Peter Duesberg, il grande retrovirologo scopritore del virus che provoca una rara forma di tumore al collo dell'utero) se ne saltò fuori dicendo pressappoco così: Cari ragazzi, l'Aids non è provocata dal virus dell'Hiv ma dalle droghe, dalla scarsa igiene e dalla denutrizione. Il sesso c'entra solo perché chi ha un numero esorbitante di amanti, (tipo 50-100 all'anno) sottopone il suo sistema immunitario a un super lavoro che lo rende incapace di difendersi da tutte le infezioni. Cioè l'Aids non è una malattia unica, provocata da un'unica causa (il virus Hiv) ma una sindrome, cioè un insieme di infezioni e degenerazioni che colpiscono persone già gravemente debilitate. La cosa tragica è che state curando questi malati con l'Azt che è una roba che è stata ritirata dal commercio negli anni '60 perché ammazzava i malati di tumore. é chiaro che se la date a persone giù di corda poi muoiono, ma non li uccide il virus dell'Hiv, li accoppate voi."

Questo articolo uscì sul supplemento salute del "Corriere della Sera" e provocò una serie di reazioni isteriche da parte della classe medica italiana nonostante fosse accompagnato da un documento firmato da parecchi premi Nobel e grandi capoccioni nel quale si diceva grossomodo: non vi sembra che sull'Aids state sparando un sacco di stronzate? Non sarebbe il caso di rifletterci un po' sopra? L'unico risultato tangibile fu che il giornalista di "Salute" che si era occupato di far uscire l'articolo fu mandato a occuparsi di giardinaggio in Groenlandia. All'illuminato direttore di un noto settimanale però venne un dubbio. Così diedero un po' di soldi a Luca Rossi, giornalista e scrittore (suo il libro su Falcone e Borsellino, "Disarmati: Falcone, Cassarà e gli altri", Ed. Mondadori) e lo spedirono in America a fare una grande inchiesta. Incontrai Luca Rossi l'anno scorso e me ne raccontò di tutti i colori. Era andato al centro statistico per le malattie infettive Usa e lo avevano accolto con stupore. Era il primo giornalista al mondo che si presentasse da loro per avere notizie di prima mano sull'andamento dell'epidemia (volendo controllare tutto fin dall'inizio). Tutti i giornali parlavano del fatto che ormai il virus Hiv portava l'Aids nelle cellule di tutti, non solo dei tossicomani, dei gay e dei politrasfusi... erano milioni gli eterosessuali non a rischio e di buona costituzione ammalati. 'Questi qui del centro di statistica delle malattie infettive sono tipi precisi. E si erano accorti che i dati erano un casino. Cioè se ti beccano che hai l'Aids non è che subito ti va di ammettere che sei un omosessuale, drogato, assatanato per il sesso, che non ti lavi e mangi solo merda. Così iniziarono a indagare sulla vita dei sieropositivi. Gli americani sono dei duri e hanno gente come l'ispettore Callaghan e Charles Bronson che sanno come far parlare la gente. In Italia uno ti dice che ha preso l'Aids perché una volta soltanto in vita sua è andato con una prostituta... e tu ci credi... ma lascialo nelle mani di Swarzenegger un paio d'ore e vedrai che confesserà che ha avuto 30 partner sessuali in otto giorni e si è sniffato tutto il popper e la coca e i sali da bagno del mondo. Così questi professori di statistica dissero a Luca Rossi che fra tutti i casi di Aids registrati negli Stati Uniti dall'inizio dell'epidemia ce ne sono meno di 600 che riguardano sicuramente persone con uno stile di vita normale. Gli dissero anche la recente esplosione di casi di Aids tra le donne era una questione politica e non statistica. Il movimento delle lesbiche americane si era imbufalito perché loro non apparivano mai nelle statistiche dei malati mentre era pieno di omosessuali maschi. Quelli dell'ufficio statistiche avevano cercato di spiegare che non era colpa loro se i maschi erano più birichini e la sodomia è una pratica più infettiva. Ma le donne gay non vollero sentir ragioni e dissero che erano solo dei fascisti fallocrati. Si sa che uno che si occupa di statistica è un bonaccione anche se è cugino di Rambo. Così questi smidollati, messi alle strette dalla Casa Bianca decisero di risolvere il problema iscrivendo d'autorità il tumore alla cervice dell'utero nel mix di malattie che costituiscono la sindrome dell'Aids (nel 1981 erano 3 malattie, oggi sono 30). In questo modo nel 1993 aumentò mostruosamente il numero delle donne ammalate di Aids. Non so se mi hai capito, è un trucco geniale! Poniamo che su 10.000 donne sane 5 abbiano statisticamente questo tipo di tumore. Ora se prendo 10.000 sieropositive anche tra queste solo 5 donne hanno, come logico, lo stesso tumore. Ma io (figlio di puttana statistico e cagasotto) sostengo che le 5 sieropositive non hanno quel tumore perché è statisticamente logico che lo abbiano per altre ragioni, ma dico che per loro, e solo per loro, è colpa dell'Aids (non ho nulla contro le donne gay, ma, evidentemente tra le cape del movimento lesbico americano ci sono, come altrove, persone fanatiche e idiote). Finalmente anche le lesbiche poterono avere la loro casella statistica. Così morirono felici di avere anche loro l'Aids.

Luca Rossi raccolse queste informazioni, insieme a molte altre e consegnò un bell'articolo che non venne mai pubblicato (a gennaio dovrebbe essere uscito un suo libro con la Feltrinelli).

Ora sono passati un paio d'anni e sui giornali non si è visto più niente che mettesse in dubbio il rapporto tra Hiv, Aids e l'uso del micidiale Azt. Vi risparmio una tirata sui ricercatori che sono costretti a esagerare il pericolo dell'Aids per avere i finanziamenti, le ditte farmaceutiche assetate di denaro, i giornalisti sempre a caccia di notizie agghiaccianti che facciano audience e il complotto delle lobby cattoliche sessuofobiche. Però c'è una cosa che mi brucia. Perché invece di buttarsi a pubblicizzare i preservativi così poco piacevoli, non si è fatta una campagna di pubblicità per incoraggiare la gente a masturbarsi reciprocamente? Farlo con le mani è bello, trasgressivo, piacevole e non ti puoi prendere nessuna malattia. Basta che te le lavi. Invece niente. Tutti giù a sbraitare di non farlo o di gommarsi. Soltanto il governo olandese ha speso qualche soldo per incoraggiare i rapporti occasionali fatti a mano. Comunque so già come finirà, così come sono caduti l'Impero Romano, il Muro di Berlino, Craxi, Andreotti e Berlusconi, alla fine crollerà anche tutta questa storia dell'Aids.

E allora, dopo tanti anni di paure e rinunce, chi ci fermerà più? Entro un paio d'anni si scoprirà la verità, vedrete... torneremo a fare sesso come frullatori.

 

Jacopo Fo

 

LA TRUFFA DELL’AIDS 


Il virus della immunodeficienza umana HIV non è stato mai isolato e fotografato. Esiste una sentenza di un tribunale tedesco del 15.01.2001 sulla inesistenza del virus HIV. La traduzione del testo della sentenza dal tedesco si trova sul sito internet: http://www.medicinenaturali.net/

Non esiste un documento scientifico ufficiale che provi che il cosiddetto HIV, ammesso che esista, provochi l’Aids. Il premio Nobel, Kary Mullis, scopritore del PCR (Polymerase Chain Reaction) usato impropriamente, a detta dello scopritore, per la misurazione della carica virale dell’ HIV, lo ha cercato invano; ma neanche Montagnier e Gallo sono stati in grado di fornirglielo. (leggi il libro: Ballando nudi nel campo della mente, Kary Mullis, 2000, Baldini & Castaldi, Milano, tel. 800-242593).

I test dell’Aids non sono attendibili perché, oltre a non essere precisi, esistono più di sessanta fattori che possono dare dei falsi positivi.

I farmaci usati per l’Aids oltre a distruggere a medio e lungo termine la salute di chi li assume, costano al contribuente italiano diciotto milioni l’anno per ogni paziente.

Il basso livello di linfociti CD4 e una alta viremia non sono predittivi di Aids. Ci sono persone con valori normali che stanno male e persone con valori anormali che però stanno bene.

Le persone che hanno un sistema immunitario indebolito devono eliminare tutti i fattori di stress ossidativo per l’organismo (fattori chimici, fisici, biologici, nutrizionali e mentali), fare delle cure a base di antiossidanti, fare una vita sana con una buona alimentazione e farsi seguire da un medico che abbia un visione solistica dell¹uomo. Vedi a questo proposito gli articoli in inglese e spagnolo del Dott. Roberto Giraldo su internet: http://www.robertogiraldo.com/

L’aids è una malattia politica che è servita a creare un sistema di potere ed è il risultato di un accordo internazionale tra Stati Uniti e Francia. Vedi a questo proposito il sito internet: http://space.tin.it/scienza/avufi/index.html e il libro: Le carte dell’AIDS, Francesco Romano e Elizabeth Vogel, 1989, Cesco Ciapanna Editore, tel. 06 87183441. L’aids in Africa non è diagnosticata con il test dell’HIV ma in base a sintomi clinici. Ma la causa dell’Aids in Africa è la crescente povertà. La malnutrizione, l’inquinamento dell’acqua, la mancanza di igiene, le malattie endemiche.

In Europa e in America l’Aids riguarda categorie di persone che hanno comportamenti a rischio per la salute, in particolare l’uso di droghe e stili di vita non compatibili con una buona salute. Altre cause sono il crescente inquinamento dell’ambiente e l’abuso di farmaci.

Altri articoli pubblicati da Cacao: Archivio articoli sull’Aids. La ricerca più recente sul tema è pubblicata all’interno del libro “Tutto quello che sai è falso” (Entrambi i volumi) edizioni Nuovi Mondi Media

 

Riferimenti bibliografici (i numeri telefonici sono di 4 anni fa) e siti internet: AIDS la grande truffa, Luigi De Marchi e Fabio Franchi, 1996, Edizioni SEAM, tel. 06 85301832

L'immensa balla dell'AIDS, Robert Lombardi, 1998, Macro Edizioni, tel. 0541 344820

AIDS il virus inventato, Peter Duesberg, 1998, Baldini & Castoldi, Milano, tel. 800-242593

World without AIDS, Steven Ranson & Philip Day, 2000, Credence Publications, England

HIV e AIDS: fine degli opposti estremismi, Elio Rossi, 1998, Lombardo Editore, tel. 06 44290974

Le carte dell’AIDS, Francesco Romano e Elizabeth Vogel, 1989, Cesco Ciapanna Editore, tel. 06 87183441

La mafia della Sanità, Guylaine Lanctot, 1997, Macro Edizioni, tel. 0541 344820

La medicina sottosopra. E se Hamer avesse ragione?, 1999, Edizioni AMRITA, Torino, tel. 011 9363018 La vera storia dell'Aids, David Rasnick, 2001, Edizioni SPIRALI, Milano, tel. 02 8054417 (novità!) 
 Ballando nudi nel campo della mente, Kary Mullis, 2000, Baldini & Castaldi, Milano, tel. 800-242593 http://www.laleva.cc/cura/truffa_aids.html

http://digilander.iol.it/anok4u/Doc/aidsmm.htm

http://space.tin.it/scienza/avufi/index.html

http://www.infoaids.freeweb.supereva.it/intro.htm?p

http://www.oikos.org/aids/it/default.htm

http://www.medicinenaturali.net/

http://www.robertogiraldo.com/ (inglese e spagnolo)

http://www.duesberg.com/ (inglese)

http://www.virusmyth.net/aids/ (inglese)

http://www.aliveandwell.org/ (inglese)

http://www.free-news.org/index01.htm (spagnolo)

http://www.disinformazione.it/

http://cosco-giuseppe.tripod.com/

http://www.pantellini.org/

http://m3.easyspace.com/aerrepic/  by Sergius 2001

 

di Jacopo Fo

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Ecco perchè a volte odio la rete web......

Falsi scoop e tristi modi di non fare notizia... <_<

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MAMMA MIA CHE TOPIC DI MERDA......

PRIMO RISPETTO PER LE PERSONE AFFETTE DA QUESTO VIRUS.....

 

SECONDO L' AIDS ESISTE E COME.... ESISTE DA ANNI, TANTI ANNI.. SOLO CHE PRIMA NON ESISTEVA IL TEST PER SCOPRIRLO... ADESSO CON LE NUOVE TECNOLOGIE DOPO GIA' 2 MESI (PERIODO FINESTRA) SE SI E' AFFETTI DA QUESTO VIRUS.. CURATO DA SUBITO SI PUO' TANTISSIMO ARRESTARE IL TEMPO DI SIEROCONVERSIONE CHE DA HIV PASSI A AIDS CONCLAMATA... QUINDI RIMANI IN UNO STATO CRONICO CONTROLLATO, MA PUOI SEMPRE INFETTARE QUALCUNO...

 

SI PUO' STARE BENE PER 15 ANNI NON AVERE NEMMENO UN RAFFREDDORE PER POI MORIRE NEL GIRO DI 3 SETTIMANE CON UNA POLMONITE ECC ECC

 

PER ME CMQ LA CURA L'HANNO SCOPERTA DA UN BEL PEZZO... MA NON VIENE FUORI PERCHE' C'E' TROPPO GIRO DI SOLDI CON I FARMACI RETROVIRALI.... (PARLIAMO DI CIFRE INCALCOLABILI)..

 

E ANCHE SE LA METTONO COSI' DRASTICA.. NON E' FACILE INFETTARSI DI QUESTO VIRUS CON RAPPORTI SESSUALI....

 

PERO' IL MIO PARERE...... CONOSCI O NON CONOSCI AMICO NON AMICO PARENTE O NON PARENTE EX E NON EX

 

 

 

 

................^^^ USATE SEMPRE IL PRESERVATIVO^^^.................

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MAMMA MIA CHE TOPIC DI MERDA......

PRIMO RISPETTO PER LE PERSONE AFFETTE DA QUESTO VIRUS.....

 

SECONDO L' AIDS ESISTE E COME.... ESISTE DA ANNI, TANTI ANNI.. SOLO CHE PRIMA NON ESISTEVA IL TEST PER SCOPRIRLO... ADESSO CON LE NUOVE TECNOLOGIE  DOPO GIA' 2 MESI (PERIODO FINESTRA) SE SI E' AFFETTI DA QUESTO VIRUS.. CURATO DA SUBITO SI PUO' TANTISSIMO ARRESTARE IL TEMPO DI SIEROCONVERSIONE CHE DA HIV PASSI A AIDS CONCLAMATA... QUINDI RIMANI IN UNO STATO CRONICO CONTROLLATO, MA PUOI SEMPRE INFETTARE QUALCUNO...

 

SI PUO' STARE BENE PER 15 ANNI NON AVERE NEMMENO UN RAFFREDDORE PER POI MORIRE NEL GIRO DI 3 SETTIMANE CON UNA POLMONITE ECC ECC

 

PER ME CMQ LA CURA L'HANNO SCOPERTA DA UN BEL PEZZO... MA  NON VIENE FUORI PERCHE' C'E' TROPPO GIRO DI SOLDI CON I FARMACI RETROVIRALI.... (PARLIAMO DI CIFRE INCALCOLABILI)..

 

E ANCHE SE LA METTONO COSI' DRASTICA.. NON E' FACILE INFETTARSI DI QUESTO VIRUS CON RAPPORTI SESSUALI....

 

PERO' IL MIO PARERE......  CONOSCI O NON CONOSCI    AMICO NON AMICO  PARENTE O NON PARENTE EX E NON EX 

 

 

 

 

                  ................^^^ USATE SEMPRE IL PRESERVATIVO^^^.................

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E' un topic di merda secondo te ma secondo me no. Quelli che vengono chiamati "malati di Aids" sono probabilmente malati di malattie opportunistiche che si innestano su corpi con difese immunitarie abbassate da tanti fattori, che per esempio in Africa riguardano soprattutto le condizioni igienico-sanitarie di chi ci vive , e in occidente riguardano anche lo stile di vita.

Le voci critiche verso la teoria dell'Aids ci sono e sono tutti scienziati o ricercatori.

Se la contestassi io nessuno mi crederebbe e farebbero bene, ma a dirlo sono infettivologi, biologi, medici, ricercatori.

Se permetti qualche dubbio può arrivare non credi?

Vogliamo parlare di come si è parlato nei media dell'influenza aviaria, che avrebbe dovuto causare stragi di massa? Tu le hai viste ste stragi?

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PRIMO RISPETTO PER LE PERSONE AFFETTE DA QUESTO VIRUS.....

 

SECONDO L' AIDS ESISTE E COME.... ESISTE DA ANNI, TANTI ANNI.. SOLO CHE PRIMA NON ESISTEVA IL TEST PER SCOPRIRLO... ADESSO CON LE NUOVE TECNOLOGIE  DOPO GIA' 2 MESI (PERIODO FINESTRA) SE SI E' AFFETTI DA QUESTO VIRUS.. CURATO DA SUBITO SI PUO' TANTISSIMO ARRESTARE IL TEMPO DI SIEROCONVERSIONE CHE DA HIV PASSI A AIDS CONCLAMATA... QUINDI RIMANI IN UNO STATO CRONICO CONTROLLATO, MA PUOI SEMPRE INFETTARE QUALCUNO...

 

SI PUO' STARE BENE PER 15 ANNI NON AVERE NEMMENO UN RAFFREDDORE PER POI MORIRE NEL GIRO DI 3 SETTIMANE CON UNA POLMONITE ECC ECC

 

PER ME CMQ LA CURA L'HANNO SCOPERTA DA UN BEL PEZZO... MA  NON VIENE FUORI PERCHE' C'E' TROPPO GIRO DI SOLDI CON I FARMACI RETROVIRALI.... (PARLIAMO DI CIFRE INCALCOLABILI)..

 

E ANCHE SE LA METTONO COSI' DRASTICA.. NON E' FACILE INFETTARSI DI QUESTO VIRUS CON RAPPORTI SESSUALI....

 

PERO' IL MIO PARERE......  CONOSCI O NON CONOSCI    AMICO NON AMICO  PARENTE O NON PARENTE EX E NON EX 

 

 

 

 

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E' un topic di merda secondo te ma secondo me no. Quelli che vengono chiamati "malati di Aids" sono probabilmente malati di malattie opportunistiche che si innestano su corpi con difese immunitarie abbassate da tanti fattori, che per esempio in Africa riguardano soprattutto le condizioni igienico-sanitarie di chi ci vive , e in occidente riguardano anche lo stile di vita.

Le voci critiche verso la teoria dell'Aids ci sono e sono tutti scienziati o ricercatori.

Se la contestassi io nessuno mi crederebbe e farebbero bene, ma a dirlo sono infettivologi, biologi, medici, ricercatori.

Se permetti qualche dubbio può arrivare non credi?

Vogliamo parlare di come si è parlato nei media dell'influenza aviaria, che avrebbe dovuto causare stragi di massa? Tu le hai viste ste stragi?

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Ma infatti prima si dovrebbe conoscere un minimo l'argomento prima di sparare sentenze...i medici che scrivono sti articoli non vennono li semetti giu' lu stadio (con tutto il rispetto per chi venne li semetti).

Io non mi schiero con nessuno....comunque e' interessante conoscere tutti i punti di vista su questo argomento cruciale per la vita umana.

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PRIMO RISPETTO PER LE PERSONE AFFETTE DA QUESTO VIRUS.....

 

SECONDO L' AIDS ESISTE E COME.... ESISTE DA ANNI, TANTI ANNI.. SOLO CHE PRIMA NON ESISTEVA IL TEST PER SCOPRIRLO... ADESSO CON LE NUOVE TECNOLOGIE  DOPO GIA' 2 MESI (PERIODO FINESTRA) SE SI E' AFFETTI DA QUESTO VIRUS.. CURATO DA SUBITO SI PUO' TANTISSIMO ARRESTARE IL TEMPO DI SIEROCONVERSIONE CHE DA HIV PASSI A AIDS CONCLAMATA... QUINDI RIMANI IN UNO STATO CRONICO CONTROLLATO, MA PUOI SEMPRE INFETTARE QUALCUNO...

 

SI PUO' STARE BENE PER 15 ANNI NON AVERE NEMMENO UN RAFFREDDORE PER POI MORIRE NEL GIRO DI 3 SETTIMANE CON UNA POLMONITE ECC ECC

 

PER ME CMQ LA CURA L'HANNO SCOPERTA DA UN BEL PEZZO... MA  NON VIENE FUORI PERCHE' C'E' TROPPO GIRO DI SOLDI CON I FARMACI RETROVIRALI.... (PARLIAMO DI CIFRE INCALCOLABILI)..

 

E ANCHE SE LA METTONO COSI' DRASTICA.. NON E' FACILE INFETTARSI DI QUESTO VIRUS CON RAPPORTI SESSUALI....

 

PERO' IL MIO PARERE......  CONOSCI O NON CONOSCI    AMICO NON AMICO  PARENTE O NON PARENTE EX E NON EX 

 

 

 

 

                  ................^^^ USATE SEMPRE IL PRESERVATIVO^^^.................

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Quando leggo cazzate del genere capisco l'utilità della funzione IGNORE.

Mi da un fastidio terrificante la presunzione con cui le persone sputano sentenze senza conoscere ciò di cui stanno parlando.

In relazione a persone simili è doveroso applicare la nona legge di Stasi.

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Caro Borgo, il profilattico è sempre meglio metterlo...

Diciamo che se fossimo sicuri al 100% della teoria di Duesberg, non si correrebbe alcun rischio di AIDS.

Il problema è che anche la sua è un'ipotesi, come quelle di Gallo e Montaigner... ;)

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Ah....... :(:(:(:(

 

 

 

 

 

:lol::lol::lol:

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Poi magari te salvi dall'AIDS ma te vene la gonorrea. :lol:

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MAMMA MIA CHE TOPIC DI MERDA......

PRIMO RISPETTO PER LE PERSONE AFFETTE DA QUESTO VIRUS.....

 

SECONDO L' AIDS ESISTE E COME.... ESISTE DA ANNI, TANTI ANNI.. SOLO CHE PRIMA NON ESISTEVA IL TEST PER SCOPRIRLO... ADESSO CON LE NUOVE TECNOLOGIE  DOPO GIA' 2 MESI (PERIODO FINESTRA) SE SI E' AFFETTI DA QUESTO VIRUS.. CURATO DA SUBITO SI PUO' TANTISSIMO ARRESTARE IL TEMPO DI SIEROCONVERSIONE CHE DA HIV PASSI A AIDS CONCLAMATA... QUINDI RIMANI IN UNO STATO CRONICO CONTROLLATO, MA PUOI SEMPRE INFETTARE QUALCUNO...

 

SI PUO' STARE BENE PER 15 ANNI NON AVERE NEMMENO UN RAFFREDDORE PER POI MORIRE NEL GIRO DI 3 SETTIMANE CON UNA POLMONITE ECC ECC

 

PER ME CMQ LA CURA L'HANNO SCOPERTA DA UN BEL PEZZO... MA  NON VIENE FUORI PERCHE' C'E' TROPPO GIRO DI SOLDI CON I FARMACI RETROVIRALI.... (PARLIAMO DI CIFRE INCALCOLABILI)..

 

E ANCHE SE LA METTONO COSI' DRASTICA.. NON E' FACILE INFETTARSI DI QUESTO VIRUS CON RAPPORTI SESSUALI....

 

PERO' IL MIO PARERE......  CONOSCI O NON CONOSCI    AMICO NON AMICO  PARENTE O NON PARENTE EX E NON EX 

 

 

 

 

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Quando leggo cazzate del genere capisco l'utilità della funzione IGNORE.

Mi da un fastidio terrificante la presunzione con cui le persone sputano sentenze senza conoscere ciò di cui stanno parlando.

In relazione a persone simili è doveroso applicare la nona legge di Stasi.

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E' un parere che vale tanto quanto il tuo....in realtà visto che non siamo tutti medici e che

qualcuno muore di questa malattia è un topic come è stato posto (leggi le prime righe del primo post) a buona ragione può offendere qualcuno :(

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Non è un parere che vale quanto il mio per il semplice fatto che io conosco ciò di cui si sta parlando per averci lavorato anni su temi del genere (ci lavoro ancora oggi), mentre l'altro è un parere scritto da chi non sa ciò di cui si sta parlando.

 

Contare fino a dieci prima di scrivere cazzate è un'ottima regola di vita, anche se la nona legge di Stasi mi pare fondamentale e da ora in poi la applicherò regolarmente.

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E' un parere che vale tanto quanto il tuo....in realtà visto che non siamo tutti medici e che

qualcuno muore di questa malattia è un topic come è stato posto (leggi le prime righe del primo post) a buona ragione può offendere qualcuno :(

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Queste sono le prime righe del primo post: mi evidenzieresti le parti che a tuo avviso a buona ragione possono offendere qualcuno?

 

AIDS: e se fosse tutto un errore?

 

E se fosse un grande errore? o un grande imbroglio?

Secondo molti scienziati e anche secondo un Premio Nobel l'AIDS si è appigliato perfettamente alle nostre coscienze perché risveglia i nostri timori ancora presenti delle epidemie pestilenziali.

Il fatto che si sia sostenuta la trasmissione per via sessuale lo rende perfetto per supportare le tendenze sessuofobiche e moralistiche che sono così forti in gran parte della nostra società.

I ricercatori dell'"establishment" hanno ricevuto somme da capogiro per sconfiggere una malattia che in Occidente è tuttora una causa di morte trascurabile se paragonata all'infarto, al cancro ed agli incidenti automobilistici, e che non si va nemmeno diffondendo.

Nei paesi africani l'AIDS è un ottimo modo per ricevere finanziamenti: nel 1992 il governo ugandese ebbe sei milioni di dollari per lo studio e la prevenzione dell'AIDS, e soli 57.000 per la cura della malaria, che in Africa uccide un milione di persone l'anno!

C'è anche la testimonianza dei coniugi Krynen che, dopo aver creato in Africa un'organizzazione di 230 persone per aiutare i bambini orfani di genitori colpiti da AIDS, sono passati da posizioni "catastrofiste" all'aperta affermazione che "la catastrofe AIDS è in realtà una grossa bolla di sapone".

Questa bolla di sapone, però, arricchisce moltissime organizzazioni di ricerca ed assistenza, in Africa e fuori...

 

www.ilvirusinventato.it

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MAMMA MIA CHE TOPIC DI MERDA......

PRIMO RISPETTO PER LE PERSONE AFFETTE DA QUESTO VIRUS.....

 

SECONDO L' AIDS ESISTE E COME.... ESISTE DA ANNI, TANTI ANNI.. SOLO CHE PRIMA NON ESISTEVA IL TEST PER SCOPRIRLO... ADESSO CON LE NUOVE TECNOLOGIE  DOPO GIA' 2 MESI (PERIODO FINESTRA) SE SI E' AFFETTI DA QUESTO VIRUS.. CURATO DA SUBITO SI PUO' TANTISSIMO ARRESTARE IL TEMPO DI SIEROCONVERSIONE CHE DA HIV PASSI A AIDS CONCLAMATA... QUINDI RIMANI IN UNO STATO CRONICO CONTROLLATO, MA PUOI SEMPRE INFETTARE QUALCUNO...

 

SI PUO' STARE BENE PER 15 ANNI NON AVERE NEMMENO UN RAFFREDDORE PER POI MORIRE NEL GIRO DI 3 SETTIMANE CON UNA POLMONITE ECC ECC

 

PER ME CMQ LA CURA L'HANNO SCOPERTA DA UN BEL PEZZO... MA  NON VIENE FUORI PERCHE' C'E' TROPPO GIRO DI SOLDI CON I FARMACI RETROVIRALI.... (PARLIAMO DI CIFRE INCALCOLABILI)..

 

E ANCHE SE LA METTONO COSI' DRASTICA.. NON E' FACILE INFETTARSI DI QUESTO VIRUS CON RAPPORTI SESSUALI....

 

PERO' IL MIO PARERE......  CONOSCI O NON CONOSCI    AMICO NON AMICO  PARENTE O NON PARENTE EX E NON EX 

 

 

 

 

                  ................^^^ USATE SEMPRE IL PRESERVATIVO^^^.................

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Quando leggo cazzate del genere capisco l'utilità della funzione IGNORE.

Mi da un fastidio terrificante la presunzione con cui le persone sputano sentenze senza conoscere ciò di cui stanno parlando.

In relazione a persone simili è doveroso applicare la nona legge di Stasi.

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E' un parere che vale tanto quanto il tuo....in realtà visto che non siamo tutti medici e che

qualcuno muore di questa malattia è un topic come è stato posto (leggi le prime righe del primo post) a buona ragione può offendere qualcuno :(

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:clap::clap::clap::clap::clap::clap:

 

per me i primi 2 post iniziali sembrano un po' un offesa per chi muore ogni giorno di AIDS... dato che tante persone al giorno muoiono per questa causa.....

quando si ha il virus aids non si muore di aids ma di malattie correlate......

il virus ti azzera le difese immunitarie (linfociti) e ti fa entrare nel corpo malattie che ti uccidono...

 

per HLVS fidati che sono documentato dato che per 1 anno pensavo di averlo contratto... e ho vissuto nel terrore.... sai quanti test elisa antigene p24 ne facevo 1 al mese anche se andrebbero fatti a 3 6 9 12 mesi.....

 

poi se vuoi usa anche il tasto ignore... anzi USALO USALO

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-1- Hardcore, riporto qui per l'ennesima volta il primo post, e chiedo anche a te (dopo aberlo chiesto a qualcun altro che però non ha ancora risposto) di spiegarmi dov'è l'offesa[/I] a chi muore:

 

E se fosse un grande errore? o un grande imbroglio?

Secondo molti scienziati e anche secondo un Premio Nobel l'AIDS si è appigliato perfettamente alle nostre coscienze perché risveglia i nostri timori ancora presenti delle epidemie pestilenziali.

Il fatto che si sia sostenuta la trasmissione per via sessuale lo rende perfetto per supportare le tendenze sessuofobiche e moralistiche che sono così forti in gran parte della nostra società.

I ricercatori dell'"establishment" hanno ricevuto somme da capogiro per sconfiggere una malattia che in Occidente è tuttora una causa di morte trascurabile se paragonata all'infarto, al cancro ed agli incidenti automobilistici, e che non si va nemmeno diffondendo.

Nei paesi africani l'AIDS è un ottimo modo per ricevere finanziamenti: nel 1992 il governo ugandese ebbe sei milioni di dollari per lo studio e la prevenzione dell'AIDS, e soli 57.000 per la cura della malaria, che in Africa uccide un milione di persone l'anno!

C'è anche la testimonianza dei coniugi Krynen che, dopo aver creato in Africa un'organizzazione di 230 persone per aiutare i bambini orfani di genitori colpiti da AIDS, sono passati da posizioni "catastrofiste" all'aperta affermazione che "la catastrofe AIDS è in realtà una grossa bolla di sapone".

Questa bolla di sapone, però, arricchisce moltissime organizzazioni di ricerca ed assistenza, in Africa e fuori...

 

www.ilvirusinventato.it

 

http://www.sganawa.org/mario/articoli/paspin8

 

http://thorup.com/HEAL/healindex.html Health Education AIDS Liaison Un'associazione che vuole aiutare i malati di AIDS con metodi alternativi e non intrusivi.

 

http://www.csulb.edu/~d49er/Issue26/26nmullis.html Un articolo su un altro illustre oppositore del legame HIV-AIDS: il premio Nobel Kary B. Mullis.

 

 

 

-2- Il secondo post è di J. Fo.

Ne riporto ancora delle parti ( tanto per cercare di capire di cosa stiamo parlando ), sperando di ricevere critiche nel merito più che insulti o richieste di censura :

 

" I punti essenziali che ci fanno sospettare che la storia del retrovirus sia una bufala sono:

 

1) Nei casi nei quali si è realmente analizzato il comportamento dei malati di Aids (come negli Usa) si è scoperto che appartenevano alla categoria di persone che avevano comportamenti in grado di far collassare il sistema immunitario, senza che fosse necessario l’intervento del retrovirus Hiv: tossicomani (cocaina, eroina e popper), iper promiscui (decine di diversi amanti a settimana. Anche contemporaneamente con rapporti prevalentemente anali e contatto tra lacerazioni e feci), politrasfusi e persone che vivevano nella miseria e nella sporcizia più nera (sottoalimentazione e mancanza totale di igiene).

 

Agli inizi degli anni ‘90, Luca Rossi andò in Usa per conto di Panorama e visitò il centro di statistica governativo scoprendo tre cose molto interessanti.

Era il primo giornalista a rivolgersi alla fonte per avere i dati invece di affidarsi ai comunicati stampa (i responsabili del centro statistiche lo accolsero con stupore…).

I dati pubblicati sui giornali erano falsi. --

In particolare saltava all’occhio che i malati che non appartenevano a gruppi con comportamenti a rischio erano meno di mille a distanza di quasi 15 anni dall’inizio dell’epidemia.

Un numero irrisorio spiegabile con il fatto che anche una esposizione intensa ad agenti inquinanti può provocare un crollo del sistema immunitario.

Ma soprattutto un numero talmente piccolo che negava con evidenza la teoria sulla trasmissione sessuale dell’Aids in persone che avevano una vita sessuale promiscua ma non parossistica.

Questa inchiesta di Luca Rossi non fu mai pubblicata da Panorama e Luca non trovò più lavoro come giornalista (tra l’altro era l’autore di un best seller su Falcone e Borsellino, più di 200 mila copie vendute, questo per dire che era un valente giornalista).

Luca Rossi ha dovuto cambiare mestiere, oggi fa (con grande successo) lo sceneggiatore (la sua inchiesta l’ha pubblicata in un libro: “Sex virus”, Feltrinelli).

 

2) Esistono persone che si sono ammalate di Aids senza essere sieropositive.

 

3) Esistono persone sieropositive che dopo 20 anni non hanno sviluppato ancora l’Aids né risentono di sintomi ad essa collegabili.

E poi, come si è detto, è un fatto che da 25 anni il diffondersi dell’Aids sia decisamente al di sotto di tutte le previsioni realizzate degli scienziati sulla base dell’assunto che l’Aids si diffondesse per via sessuale.

Ma dopo tanti anni scopriamo anche che l’idea stessa della capacità dell’Hiv di diffondersi sessualmente è sballata. Infatti anche questo retrovirus pare abbia la capacità di essere rilevato solo in gruppi particolarmente a rischio.

E questo in realtà potrebbe anche essere un elemento a favore del nocciolo della teoria dell’Hiv. Infatti l’unica spiegazione possibile della scarsa diffusione dell’Hiv in questi 28 anni dii “epidemia” sarebbe ammettere che l’analisi sulla reale infettività dell’Hiv siano completamente errate (almeno quelle).

Invece autocritiche non se ne sentono.

E a nulla servono le ricerche basati su test reali che ci fanno scoprire, ad esempio, che le prostitute di alcune città africane sottoposte al test dell’Hiv sono risultate sieronegative in più del 90% dei casi nonostante non facciano uso di preservativi.

Così come apparre inspiegabile la bassissima diffusione dell’Hiv e dell’Aids nelle comunità lesbiche.

C’è infine da aggiungere che incredibilmente (qui è tutto incredibile) neanche su che cosa sia un sieropositivo si è riusciti a mettersi d’accordo.

Dopo 20 anni i test sulla sieropositività sono ancora molto discussi dagli stessi medici che sostengono la teoria ufficiale.

In 25 anni i principali stati occidentali non sono neanche riusciti a mettersi d’accordo sugli indicatori di sieropositività: cioè puoi essere sano in Francia e sieropositivo in Italia.

Inoltre il test in molti stati va ripetuto numerose volte perché la percentuale di falsi positivi è altissima.

Dulcis in fundo Duesberg sostiene che una delle cause di morte per Aids sarebbe l’utilizzo di un farmaco carissimo e messo fuori legge negli anni ’60 perché micidiale: l’Azt 20.

E in effetti ormai da tempo questo farmaco non viene utilizzato dalla comunità gay Usa nella quale si sono diffuse cure che si concentrano sull’appoggio al sistema immunitario piuttosto che nello sterminio dei retrovirus.

E c’è infine da dire che l’esistenza stessa dell’Hiv non è una realtà conclamata: nessuno l’ha mai “fotografato”. La sua esistenza è stata provata per via induttiva, indirettamente.

In questa storia dell’Aids c’è un altro capitolo misterioso. Da anni è in corso una campagna durissima e infamante contro il governo del Sud Africa e il suo presidente Mbeki colpevoli di credere alla teoria di Duesberg e di rifiutare l’uso dell’Azt e delle terapie retrovirali e di impegnarsi invece sul fronte della lotta alla fame, alla sporcizia e all’inquinamento (che è gravissimo anche in alcune zone del Sud Africa).

Questa campagna è culminata con una causa per strage contro il governo del Sud Africa sostenuta da grandissimi avvocati e dai soldi delle case farmaceutiche.

La censura contro le tesi di Mbeki è stata tale che la stampa censurò il discorso di Nelson Mandela al convegno mondiale sull’Aids di Joannesburg.

I giornali scrissero che Mandela aveva criticato Mbeki mentre era vero esattamente il contrario. L’intervento di Mandela, non era neppure disponibile negli atti del convegno pubblicati su internet. Archivio articoli sull’Aids.

Insomma quello che sappiamo di sicuro è che c’è una verità ufficiale monolitica che traballa sotto la spinta dei decenni.

C’è una teoria alternativa sostenuta da centinaia di ricercatori.

C’è una censura feroce contro chiunque abbia osato criticare la verità ufficiale (e noi ne sappiamo qualche cosa).

C’è un giro d’affari mostruoso.

A tutt’oggi quelle contestazioni restano valide e senza risposta.

E già questo è un aspetto incredibile.

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