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ORACOLO DI DELFO

JUVE ANCORA NELLA BUFERA !

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e nel frattempo.......

 

 

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LA SPILLETTA ATTOPPETELA AR CULO! :lol:

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TORINO, 28 aprile 2007 - Con il minimo sforzo il Milan sbanca l'Olimpico di Torino grazie a una prodezza nel primo tempo di Clarence Seedorf, sempre più ispirato e già concentrato sulla supersfida di Champions League in onda mercoledì 2 maggio. Troppo forti ri rossoneri per i granata, remissivi e in partita a sprazzi; tra l'altro penalizzati, dal 73', dall'espulsione di Brevi per doppia ammonizione. Buona la prova dei rossoneri che con molte "seconde linee" comandano e gestiscono il risultato fino al 90' e scavalcano la Lazio al terzo posto.

 

DIVERSI DESTINI

Da una parte il baratro della serie B :lol: , dall'altra un viaggio verso Atene, ma con l'ombra lunga del Manchester che si allunga. Gianni De Biasi è prudente; si chiude con 4-4-2 lasciando in attacco Rosina e Stellone, puntando sull'esperienza di Coco e De Ascentis. Logico il turnover di Carlo Ancelotti. Schiera Dida in porta, lascia a Nesta la regia della difesa, ma fa riposare Oddo, Jankulovski e Kakà. Scontata la rinuncia a Maldini, infortunato, e Gattuso che sarà pronto per la sfida con i Red Devils.

 

 

SEEDORF IMMARCABILE

Ma Ancelotti non rinuncia a Seedorf, piazzato alle spalle di Gilardino e Ronaldo. Impossibile fare a meno dell'olandese, in stato di grazia. E' lui che comanda il gioco, mentre Pirlo controlla il reparto più arretrato della linea mediana. L'orange è l'ispiratore, l'assoluto dominatore del primo tempo. I granata ci provano, ma il loro atteggiamento tattico troppo remissivo favorisce i marpioni del Milan che imbambolano i padroni di casa con il possesso palla e l'esperienza. Non alzando mai il ritmo, l'abisso dilaga e quando il Milan vuole in campo non c'è storia. Lasciare poi spazi aperti ai rossoneri è un autentico suicidio, come quello concesso a Seedorf che al 26' batte Abbiati con un bolide da fuori area. E' praticamente il leit-motiv dei primi 45', in cui il Milan dilaga senza concedere la più piccola soddisfazione al Toro. Ronaldo, defilato e sottotono, preferisce ripartire da dietro, lasciando ampi spazi a Gilardino, mentre Cafu è la spina nel fianco sulla destra; highlander straordinario che fa dannare Ardito e Balestri.

 

POSSESSO PALLA

De Biasi rivoluziona l'assetto tattico nella ripresa togliendo il deludente Coco per Muzzi, affidandosi a un rischioso tridente. Nel Milan, invece, Ambrosini lascia per Gourcuff. Il tentativo di reazione c'è e proprio Muzzi cerca di dare la scossa ai granata che impegnano la difesa rossonera, a cui viene aggiunta la potenza di Jankulovski (fuori Seedorf). E' il momento di maggiore sofferenza dei rossoneri, anche se i granata si scontrano con il muro difensivo del Milan, ma senza mai fare gridare al gol. Un Toro che cresce; che però non dà mai l'idea di crederci davvero, ma che dal 28' deve fare a meno di Brevi, espulso per doppia ammonizione. Davvero troppo per i granata che subiscono il possesso palla dei rossoneri, abili a dosare le forze, concedendosi però alcune pause pericolose, come quella dell'involuto Gourcuff che commette uno stupido fallo al limite, regalando una punizione ad alto rischio. Ma il Torino è quello che è. Al Milan non resta che amministrare e pensare seriamente anche al terzo posto.

Gaetano De Stefano

 

 

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Che freddo :lol:

 

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Modificato da Axel77

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Anche se nessuno ha il coraggio di dirlo, forse è il caso di dirlo: è possibile, anzi probabile, che i nuovi elementi che stanno emergendo da questa “Calciopoli-2” provochino un nuovo, tremendo terremoto nel già disastrato pianeta del pallone italico: con sconquassi in classifica, penalizzazioni e squalifiche di una durezza pari a quelle già comminate nell’estate del 2006. Naturalmente, per esclusiva colpa di Moggi e Giraudo – e non dei nuovi dirigenti, dei giocatori, dei tifosi o di chissà chi altro - c’è ancora lei, la Juventus, al centro dello scandalo. Perché se è vero che la linea difensiva già preannunciata è quella dell’abbiamo già dato (la Juventus è stata mandata in B e le sono stati tolti 2 scudetti per l’illecito condizionamento che Moggi e la sua Cupola hanno effettuato per tutto il campionato 2004-2005; quindi, l’emergere di nuovi comportamenti illeciti su nuove partite di quella stessa stagione non muta il quadro generale e non può portare ad un aggravio delle sanzioni), è altrettanto vero che pesanti nuvoloni si stanno addensando su una serie di malefatte compiute da Moggi, l’incorreggibile, nella stagione 2005-2006; che non è mai entrata nel mirino della giustizia sportiva – se non per l’assegnazione all’Inter dello scudetto, visto che Juve e Milan, penalizzate per i fatti del 2004-2005, avevano perso il diritto alla sua assegnazione – e che dunque sarebbe, a tutti gli effetti, un capitolo nuovo, da sfogliare, indagare e se il caso mettere sotto processo.

Noi l’abbiamo già scritto (vedi articolo “Moggi, le schede comprate nel 2006 e 12 anni di calcio da invalidare” in Scripta Manent). Ruggiero Palombo lo ha fatto a pagina 2 sulla “Gazzetta” di sabato 28 aprile: “Sulle riservatissime utenze svizzere e sul loro proliferare nella stagione 2004-2005 si sa ormai quasi tutto. Si è invece ragionato ancora poco su quelle del Liechtenstein che sono sopraggiunte. Dice nella sua deposizione De Cillis, quello che le schede le vendeva e le rilasciava a Bertolini che le portava a Moggi: 10 schede Ring Mobile del Liechtenstein il 27 giugno 2005, 6 schede il 29 luglio 2005, 8 schede l’11 novembre 2005, 5 schede il 3 marzo 2006, 10 schede il 13 marzo 2006, 6 schede il 7 aprile 2006. Fanno 45 schede (più 324 ricariche), ma non è questo volume di fuoco che colpisce. Colpiscono molto di più le date. Avete letto bene: seconda metà del 2005, prima metà del 2006. E che ci azzecca?, direbbe il ministro Di Pietro, col campionato 2004-2005, quello intercettato e taroccato?”.

Bruno Bartolozzi, sul “Corriere dello Sport” di venerdì 28, racconta che i giudici napoletani stanno chiarendo l’identità del misterioso personaggio che ha avuto in dono da Moggi la sim numero 41764329584. “Questa – spiega Bartolozzi – è l’unica scheda che interagisce con Moggi e con due altri arbitri internazionali: Salvatore Racalbuto e Massimo De Santis. Che quindi sanno. Ma anche la persona che chiama è a conoscenza delle intime regole del sistema-Moggi. E ieri è venuta fuori una novità. Quando Racalbuto e De Santis ricevevano le telefonate ed erano impegnati sul campo, erano arbitri o quarto uomo di partite di Inter e Milan (...) E il sospetto è che il personaggio misterioso della sim sia qualcuno che ha avuto un ruolo importante anche nel 2005-2006”. Ancora: secondo Marco Mensurati di “Repubblica”, forse il cronista più informato di questa Calciopoli-2, l’idea degli investigatori è che “alcune di queste schede – per via del particolare uso che ne veniva fatto – fossero in uso ai vertici politici dello sport italiano, mentre altre a figure di grande spessore all’interno dell’Associazione Italiana Arbitri”. Domanda: chi erano, nello scorso campionato, le figure di spicco del mondo arbitrale a livello dirigenziale? I nomi sono quelli: Tullio Lanese, presidente Aia, sul conto del quale hanno già detto tutto le intercettazioni di Calciopoli-1; e Maurizio Mattei, che poi sarebbe il designatore che prese il posto della sputtanata – prim’ancora che lo scandalo scoppiasse – strana coppia Bergamo & Pairetto nell’estate del 2005. Bisogna attendersi qualcosa di losco sul loro conto? Per Lanese non sarebbe una novità; per Mattei meno. Anche se...

Nel libro “Calcio Truccato” scritto da noi nel maggio del 2006 ed edito da Press-Tv, nel capitolo “Moggi e i moviolisti”, a pagina 65, scrivevamo. “L’atroce sospetto che si fa largo è: quali nefandezze avrà mai combinato Fabio Baldas, vero e proprio fantoccio nelle mani di Moggi, nell’unica stagione (97-98) in cui vestì i panni del designatore arbitrale? Di più: il sospetto che gli ultimi 9 campionati si siano svolti nella più aperta e totale illegalità (dalla gestione-Baldas a quella Bergamo & Pairetto per finire a quella in corso, targata Mattei) è qualcosa di più di un sospetto? Forse sì, se è vero che i giudici che conducono l’inchiesta Off-side – con otto mesi di intercettazioni nelle mani – nella loro relazione introducono a un certo punto la parola continuità badando bene a scriverla in corsivo. Parlando di Mattei, il nuovo designatore in carica (ha preso il posto di Bergamo e Pairetto nell’estate del 2005), i giudici scrivono: “Il nuovo commissario, come si evince dal percorso di provenienza all’interno dell’Aia, non rappresenta affatto una novità dell’ambiente, anzi la nuova Can rileva proprio la continuità della nomenclatura dell’apparato federale (...) Inoltre, se pur non direttamente interessato, in passato Maurizio Mattei figura accanto a vari personaggi che nel corso degli anni sono stati coinvolti nei maggiori scandali arbitrali, persone che attualmente dalle presenti indagini risultano far parte dell’organizzazione moggiana e, come nel caso di Baldas, rivestono un ruolo primario nel contesto associativo e nel perseguimento delle finalità che esso si prefigge. In particolare, l’attuale commissario all’epoca degli scandali che di seguito si riportano, ricopriva sempre ruoli di massimo rilievo nella Can”. Tra gli scandali che i giudici portano ad esempio, la famosa Juventus-Inter 1-0 del 97-98 che portò alla rimozione – purtroppo per i tifosi dell’Inter, solo a fine stagione - di Baldas designatore. Viene poi rimarcata una telefonata intercettata il 6 aprile 2005 tra Lanese, presidente dell’Aia, e un giornalista. “Una conversazione – dicono i giudici – da cui emergerebbero delle manovre all’epoca già in atto da parte del gruppo moggiano per intervenire sul rinnovamento delle regole e dunque delle persone, che riguardano proprio Maurizio Mattei, il quale poi sarà il nuovo designatore unico”. A Lanese risulta che “Mattei frequenta casa Juve per fare il designatore” e chiede al giornalista di darsi da fare per saperne di più".

Morale della favola: in attesa che il puzzle dei giudici si completi, sarà il caso che gli appassionati di calcio partano per spiagge e monti armati di elmetto. Sul pallone italico stanno per abbattersi tuoni e fulmini, anche se nessuno ha il coraggio di dirlo. E l’unica buona notizia è per i club che si stanno scannando per evitare il terzultimo posto in classifica (leggi Reggina, Chievo, Torino, Parma, Catania e via dicendo): tranquilli, al 90 % un posto in A, anche per l’anno prossimo, non ve lo leva nessuno.

 

PAOLO ZILIANI

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De Santis in tv, la testimonianza di un nostro utente (fonte calciomercato.com)

 

10:06 del 01 maggio

 

riceviamo un post da un nostro utente "75" a proposito della comparsata tv di Massimo De Sanctis ieri sera ad Antenna 3.

 

 

 

DE SANTIS ACCUSA: "MAI SENTITO MOGGI. MI TELEFONAVANO FACCHETTI E MEANI"

 

"Giacinto era ossessivo e alcune sue telefonate andavano oltre il lecito"

 

DE SANTIS HA VUOTATO IL SACCO. Vi riassumo i passaggi più clamorosi della clamorosa comparsata televisiva di Massimo De Santis ad Antenna 3: "Io dichiaro di non aver mai, e dico mai, parlato al telefono con Luciano Moggi e di non aver mai preso da Moggi alcuna sim straniera. Anzi. Dico di più. Ero solito parlare abitualmente con altri dirigenti calcistici". A questo punto Ravezzani &C., stranamente, non hanno chiesto quali fossero queste società e questi dirigenti. Fortunatamente una mail "juventina" da casa ha posto la domanda che tutti in quel momento avrebbero fatto: "Quali erano questi dirigenti? E De Santis ha rivelato: "Mi sentivo spesso con Facchetti e Meani. Con Giacinto Facchetti avevo un buonissimo rapporto e devo dire che lui in parecchie circostanze è stato molto ossessivo. Le sue richieste qualche volta sono andate anche oltre il lecito. Ma io non le ho mai prese in considerazione, perchè quando scendevo in campo pensavo solo a dirigere correttamente le partite. Queste cose le sa benissimo anche Moratti. Mi spiace parlare di una persona che purtroppo non c'è più. Ma io sono disponibilissimo a rendere pubblici i miei tabulati telefonici, di modo che tutti sappiano che questi rapporti erano reali. Meani? mi sentivo spessissimo anche con lui e mi viene da sorridere quando viene trattato come un fattorino o una badante". Poi il grande De Santis ha smontato pezzo per pezzo le *** contenute nelle intercettazioni. Gli illustri ospiti di Ravezzani hanno assistito per gran parte della puntata in assoluto silenzio. In circa due ore di trasmissione mi pare di aver contato cinque o sei frasi di Beccalossi (Inter) e due o tre di Mauro Suma (Milan Channel). Poi ci sono stati tanti altri passaggi importantissimi, relativi ai pedinamenti, alle intercettazioni e alla manipolazione di tabulati e telefonate, ma a causa di altri impegni, purtroppo, non sono riuscito ad appuntare tutto. Spero di reperire il video integrale della trasmissione su you tube (se qualcuno lo trovasse lo segnali nel forum). Vi anticipo comunque che la settimana prossima ci sarà un ingegnere in studio che dimostrerà com'è possibile estrarre da una sola frase di Moggi paginate di intercettazioni. Basta una sua sola frase, poi attraverso un apparecchietto che ne assimila il tono è possibile dire ciò che si vuole facendo credere che a parlare sia proprio Big Luciano. Devo dire che è stata una puntata sconvolgente. Se i giornali e soprattutto i giornalisti fossero integerrimi dovrebbero riportare le dichiarazioni di De Santis in prima pagina, ma temo che insabbieranno tutto. La Gazzetta che attraverso Rcs organizza la festa scudetto dell'Inter non ce la vedo proprio ad aprire il suo squallido giornale con il titolo: "Facchetti chiedeva favori a De Santis". Idem per i giornali e le tv di Berlusconi, che non riprenderebbero mai le accuse dell'ex arbitro a Meani. Questa è l'Italia ragazzi"

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LA SPILLETTA ATTOPPETELA AR CULO! :lol:

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De Santis in tv, la testimonianza di un nostro utente (fonte calciomercato.com)

 

10:06 del 01 maggio

 

riceviamo un post da un nostro utente "75" a proposito della comparsata tv di Massimo De Sanctis ieri sera ad Antenna 3.

 

 

 

DE SANTIS ACCUSA: "MAI SENTITO MOGGI. MI TELEFONAVANO FACCHETTI E MEANI"

 

"Giacinto era ossessivo e alcune sue telefonate andavano oltre il lecito"

 

DE SANTIS HA VUOTATO IL SACCO. Vi riassumo i passaggi più clamorosi della clamorosa comparsata televisiva di Massimo De Santis ad Antenna 3: "Io dichiaro di non aver mai, e dico mai, parlato al telefono con Luciano Moggi e di non aver mai preso da Moggi alcuna sim straniera. Anzi. Dico di più. Ero solito parlare abitualmente con altri dirigenti calcistici". A questo punto Ravezzani &C., stranamente, non hanno chiesto quali fossero queste società e questi dirigenti. Fortunatamente una mail "juventina" da casa ha posto la domanda che tutti in quel momento avrebbero fatto: "Quali erano questi dirigenti? E De Santis ha rivelato: "Mi sentivo spesso con Facchetti e Meani. Con Giacinto Facchetti avevo un buonissimo rapporto e devo dire che lui in parecchie circostanze è stato molto ossessivo. Le sue richieste qualche volta sono andate anche oltre il lecito. Ma io non le ho mai prese in considerazione, perchè quando scendevo in campo pensavo solo a dirigere correttamente le partite. Queste cose le sa benissimo anche Moratti. Mi spiace parlare di una persona che purtroppo non c'è più. Ma io sono disponibilissimo a rendere pubblici i miei tabulati telefonici, di modo che tutti sappiano che questi rapporti erano reali. Meani? mi sentivo spessissimo anche con lui e mi viene da sorridere quando viene trattato come un fattorino o una badante". Poi il grande De Santis ha smontato pezzo per pezzo le *** contenute nelle intercettazioni. Gli illustri ospiti di Ravezzani hanno assistito per gran parte della puntata in assoluto silenzio. In circa due ore di trasmissione mi pare di aver contato cinque o sei frasi di Beccalossi (Inter) e due o tre di Mauro Suma (Milan Channel). Poi ci sono stati tanti altri passaggi importantissimi, relativi ai pedinamenti, alle intercettazioni e alla manipolazione di tabulati e telefonate, ma a causa di altri impegni, purtroppo, non sono riuscito ad appuntare tutto. Spero di reperire il video integrale della trasmissione su you tube (se qualcuno lo trovasse lo segnali nel forum). Vi anticipo comunque che la settimana prossima ci sarà un ingegnere in studio che dimostrerà com'è possibile estrarre da una sola frase di Moggi paginate di intercettazioni. Basta una sua sola frase, poi attraverso un apparecchietto che ne assimila il tono è possibile dire ciò che si vuole facendo credere che a parlare sia proprio Big Luciano. Devo dire che è stata una puntata sconvolgente. Se i giornali e soprattutto i giornalisti fossero integerrimi dovrebbero riportare le dichiarazioni di De Santis in prima pagina, ma temo che insabbieranno tutto. La Gazzetta che attraverso Rcs organizza la festa scudetto dell'Inter non ce la vedo proprio ad aprire il suo squallido giornale con il titolo: "Facchetti chiedeva favori a De Santis". Idem per i giornali e le tv di Berlusconi, che non riprenderebbero mai le accuse dell'ex arbitro a Meani. Questa è l'Italia ragazzi"

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povero Moggi....

 

povero De Santis....

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tifare toro non è che cambia molto......rava merda e torino merda!

A poi il colore che ardà un pò alla merda è quello granada...sai quando ce lo piji ar culo se caga in quella maniera, almeno dicono :lol:

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Ahahahahahahahha...quanto te diverti...eh ?

Te si ridotto a scrive solo su 'sti du' topic...te rendi conto ? :lol:

Invece chissà quanti altri contributi potresti dare...

Mo',però,non te do' più azzigo...divertite assieme a quel cojone del Siena... :lol:

 

:ciao:

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Te si ridotto a scrive solo su 'sti du' topic...te rendi conto ?  :lol:

Invece chissà quanti altri contributi potresti dare...

Mo',però,non te do' più azzigo...divertite assieme a quel cojone del Siena...  :lol:

 

:ciao:

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l'unico cojone è solo chi tifa torino :lol:

Qui l'unico ke è malato de mente sei te :(

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Ahahahahahahahha...quanto te diverti...eh ?

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Invece chissà quanti altri contributi potresti dare...

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Qui l'unico ke è malato de mente sei te :(

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C'HAI RAGIONE.

CIAO NAPOLEONE (O GIULIO CESARE) !

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C'HAI RAGIONE.

CIAO NAPOLEONE (O GIULIO CESARE) !

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:lol:

e per non dimenticare...........

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MA COME JE DONANO 'STI COLORI DE MERDA... :lol:  :lol:  :lol:

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UN EROE BIANCONERO,PARTE INTEGRANTE DELLA GLORIOSA STORIA DI QUESTA SOCIETA'

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C'HAI RAGIONE.

CIAO NAPOLEONE (O GIULIO CESARE) !

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Maurizio Capobianco col club dall'84 al 2005 e ora in causa: soldi

a dirigenti Figc, giornalisti e persino ai tifosi. Tramite la Semana srl di Giraudo...

Ex dirigente della Juve rivela

"Così Moggi pagava gli arbitri"

di MARCO MENSURATI (La Repubblica)

 

TORINO - Due premesse. La prima: "Tutto quello che dirò è documentato e dimostrabile". La seconda: "Sono in causa con la Juve davanti al tribunale del lavoro di Torino. Ho cominciato a lavorare con Boniperti nel 1984. Un uomo eccezionale. Poi nel settembre del 2005, dopo che già da tempo i miei rapporti con Giraudo erano degenerati, sono stato costretto a lasciare la società". Maurizio Capobianco, ex dirigente di Juventus F. C., è un tipo così. Uno a cui piace parlare chiaro, diretto e, soprattutto, dire le cose esatte.

Fino ad oggi, le inchieste erano accusate tutte di avere un punto debole: non si capiva per quale motivo, al di là di evidenti interessi di carriera e di posizione, gli arbitri italiani avrebbero dovuto rendere servigi a Moggi & co. Ora, per la prima volta, si capisce come gli arbitri "venivano ripagati". Spiega Capobianco: "Solo agli inizi del 2005 sono venuto a conoscenza di almeno quattro casi in cui la Juve ha fatto arrivare beni di ingente valore a due arbitri italiani, a un esponente della Figc, e a uno della Covisoc".

 

Beni di ingente valore?

"Beni facilmente monetizzabili che venivano consegnati per il tramite di società terze a soggetti terzi. Terzi legati agli arbitri da rapporti di parentela".

 

Si tratta di affermazioni pesanti, se ne rende conto?

"Sono tutte cose che, all'occorrenza, posso dimostrare".

 

A quando risalgono i casi in questione?

"Risalgono agli inizi della gestione Giraudo-Moggi nell'anno '95".

 

Chi sono questi arbitri?

"Questo non ho intenzione di dirlo, al momento".

 

Quanto ingenti erano questi beni monetizzabili?

"20-25 milioni di lire, per ogni "gratificazione"".

 

Dalle intercettazioni è emerso che Bergamo e Pairetto erano in ottimi rapporti con la Juve.

"Bergamo non so, Pairetto era di casa alla Juve".

 

Quei "beni" erano destinati a loro?

"Non ho intenzione di dire di più, ora. La mia intenzione è solo quella di dare un contributo di verità a tutta questa storia. Però per quanto riguarda Pairetto una cosa le posso dire: nel 2000 proprio lui tirò fuori la storia dei Rolex della Roma. Beh: pochi mesi prima, nell'ottobre del 1999, ricevette dalla Juve una moto che, in seguito, non mi pare si sia premurato di restituire".

 

Perché si è deciso a raccontare queste cose proprio adesso?

"Perché prima di Calciopoli quello che vedevo erano i frammenti di una vicenda che ha acquistato senso compiuto solamente dopo. Solo ora mi rendo conto di come hanno rovinato una società con una storia di oltre cento anni, con la complicità di arbitri, giornalisti, e istituzioni".

 

Cominciamo dai giornalisti?

"Sulla questione giornalisti la Juve aveva consulenze molto ricche con società vicine ad alcuni di loro. Almeno in un caso, a inizio stagione si stipulava un contratto per studiare dei progetti di comunicazione. Poi a giugno, se la Juve aveva vinto lo scudetto, la società decideva di realizzare quei progetti e pagava il premio alla società di comodo: i progetti, ovviamente, non vedevano mai la luce".

 

Un premio scudetto ai giornalisti. E sulla società Juve le inchieste hanno raccontato tutto?

"Quasi. Della Semana srl, la società voluta fortemente nel luglio 2003 da Giraudo e partecipata dalla Juve per il 30 per cento, si è parlato poco".

 

Cosa si poteva dire?

"Che attraverso la Semana, Moggi e Giraudo, in violazione della legge Pisanu, finanziavano indirettamente le curve. Nei bilanci ci sono fatture da decine di migliaia di euro a gara per l'acquisto di coreografie, striscioni e quant'altro".

 

A cosa serve la Semana?

"Gestisce tutte le attività che ruotano attorno allo stadio e agli impianti. Cosa che, almeno fino a quando c'ero io, ovvero marzo 2006, faceva a prezzi maggiorati del 20%, così come il contratto oltremodo oneroso stipulato con Juventus prevedeva. Va detto che la Semana è per il 30 per cento della Juve, per l'altro 70 di una ragnatela di fiduciarie che portano a Giraudo".

 

Che però adesso non ha più nulla a che vedere con la Juventus.

"Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2 per cento della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (ad di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini".

 

Bertolini, quello che andava in Svizzera a comprare le sim per Moggi?

"Sì. È ancora lì. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus. Ma dico: è implicato con uno degli scandali peggiori della storia del nostro calcio e noi ce lo teniamo..."

 

Non si è mai accorto della rete svizzera di Moggi?

"Solo frammenti... Una volta viene da me la signora Gastaldo, ex-dirigente amministrativa e mi dice: "Questo Bertolini, ma che ci fa con tutte 'ste schede svizzere?"... Era disperata perché Bertolini quando riceveva l'ordine da Moggi andava da lei, prendeva tre-quattro mila euro in contanti e se ne andava in Svizzera. E così rimaneva un buco nella cassa. E la signora Gastaldo (in società fino al 2005, ndr), che è una persona molto seria e pignola, un paio di volte ricordo che mi chiese di vendere a privati degli orologi e dei preziosi della società per colmare il buco creato".

 

Sembra esserci un rapporto strano tra gli orologi e la Juventus...

"In dieci anni ho visto entrare centinaia e centinaia di orologi delle marche più prestigiose: Jaeger Le Coltre, Franck Muller, Cartier, Girard Perregaux, Bulgari. La destinazione degli stessi, a parte quelli che finivano ai soliti giornalisti amici (oltre che a giocatori e staff), sono segreti custoditi da Giraudo e dalla Gastaldo che ne teneva la contabilità".

 

Parliamo delle complicità. Fabiani, il ds del Messina che tirava le fila del mondo arbitrale insieme a Moggi, l'ha mai visto?

"Era di casa anche lui. Era così in confidenza con Moggi che all'inizio pensavo fossero parenti. Quando arrivava a Torino si prendeva gli uffici del settore giovanile e quelli diventavano i suoi uffici anche per giorni. La Juventus gli ha addirittura regalato una macchina".

 

Le istituzioni.

"Moggi e Giraudo in Figc facevano quello che volevano. Io rimasi molto colpito da come venne coperto un caso di positività alla cannabis di un giocatore. Lo scoprì l'Uefa, '97. Lo comunicò alla Figc e finì tutto lì".

 

La Gea.

"Ricordo che un caso che mi segnalò la signora Gastaldo. Nel dicembre 2004 si è coperta una provvigione liquidandola con un contratto di consulenza a una società di comodo. La fattura da 250.000 euro era intestata a una cooperativa romana di giornalisti dietro la quale, a dire della Gastaldo, c'era la Gea".

 

Si rende conto che questa intervista a Torino rischia di renderla impopolare?

"I primi dieci anni alla Juventus sono stati i dieci anni più belli della mia vita professionale. Penso che il mio contributo di verità sia dovuto".

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quindi????

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Che però adesso non ha più nulla a che vedere con la Juventus.

"Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2 per cento della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (ad di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini".

 

Bertolini, quello che andava in Svizzera a comprare le sim per Moggi?

"Sì. È ancora lì. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus. Ma dico: è implicato con uno degli scandali peggiori della storia del nostro calcio e noi ce lo teniamo..."

 

Niente,niente...tutto normale... :fischia:

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Che però adesso non ha più nulla a che vedere con la Juventus.

"Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2 per cento della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (ad di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini".

 

Bertolini, quello che andava in Svizzera a comprare le sim per Moggi?

"Sì. È ancora lì. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus. Ma dico: è implicato con uno degli scandali peggiori della storia del nostro calcio e noi ce lo teniamo..."

 

Niente,niente...tutto normale... :fischia:

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si ma quindi????

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Dal WEB :

 

"Io non ti capisco, sono anch'io juventino da anni. ma penso che quello che i nostri dirigenti abbiano fatto sia terribile, chi se ne frega di plusvalenze o passaporti.

Qui si parla di aver manomesso 10 anni di calcio, ho portato mio figlio a vedere un raggiro a fini di lucro non una partita....

Mi vergogno !!!".

 

P.S. Per fortuna esistono anche juventini senza i paraocchi... :)

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MILANO, 11 maggio 2007 - "Agli inizi del 2005 sono venuto a conoscenza di almeno quattro casi in cui la Juve ha fatto arrivare beni di ingente valore a due arbitri italiani, a un esponente della Figc, e a uno della Covisoc". Maurizio Capobianco, ex dirigente della Juventus, in una lunga intervista rilasciata a La Repubblica spiega alcuni retroscena di Calciopoli: "Tutto quello che dirò - la premessa - è documentato e dimostrabile. Beni facilmente monetizzabili venivano consegnati per il tramite di società terze a soggetti terzi. Terzi legati agli arbitri da rapporti di parentela. I fatti risalgono agli inizi della gestione Giraudo-Moggi nell'anno '95. Chi sono questi arbitri? Questo non ho intenzione di dirlo, al momento. I beni? 20-25 milioni di lire, per ogni "gratificazione". Bergamo non so, Pairettoera di casa alla Juve".

CONSULENZE - "Perché parlo ora? Perché prima di Calciopoli quello che vedevo erano i frammenti di una vicenda che ha acquistato senso compiuto solamente dopo. Solo ora mi rendo conto di come hanno rovinato una società con una storia di oltre cento anni, con la complicità di arbitri, giornalisti, e istituzioni. Sulla questione giornalisti la Juve aveva consulenze molto ricche con società vicine ad alcuni di loro. Almeno in un caso, a inizio stagione si stipulava un contratto per studiare dei progetti di comunicazione. Poi a giugno, se la Juve aveva vinto lo scudetto, la società decideva di realizzare quei progetti e pagava il premio alla società di comodo: i progetti, ovviamente, non vedevano mai la luce".

SOLDI ALLE CURVE - "Della Semana srl - continua Capobianco nell'intervista a La Repubblica - la società voluta fortemente nel luglio 2003 da Giraudo e partecipata dalla Juve per il 30%, si è parlato poco. Attraverso la Semana, Moggi e Giraudo, in violazione della legge Pisanu, finanziavano indirettamente le curve. Nei bilanci ci sono fatture da decine di migliaia di euro a gara per l'acquisto di coreografie, striscioni e quant'altro. Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2% della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (a.d. di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus".

I "REGALI" - "Gli orologi? In dieci anni ho visto entrare centinaia e centinaia di orologi delle marche pi prestigiose: Jaeger Le Coltre, Franck Muller, Cartier, Girard Perregaux, Bulgari. La destinazione degli stessi, a parte quelli che finivano ai soliti giornalisti amici (oltre che a giocatori e staff), sono segreti custoditi da Giraudo e dalla Gastaldo che ne teneva la contabilità".

LA GEA - Capobianco parla anche di Fabiani, ex d.s. del Messina coinvolto nelle indagini della Procura di Napoli. "Era di casa anche lui. Era così in confidenza con Moggi che all'inizio pensavo fossero parenti. Quando arrivava a Torino si prendeva gli uffici del settore giovanile e quelli diventavano i suoi uffici anche per giorni. La Juventus gli ha addirittura regalato una macchina. Le istituzioni? Moggi e Giraudo in Figc facevano quello che volevano. Io rimasi molto colpito da come venne coperto un caso di positività alla cannabis di un giocatore. Lo scoprì l'Uefa, nel '97. Lo comunicò alla Figc e finì tutto lì. La Gea? Ricordo che un caso che mi segnalò la signora Gastaldo. Nel dicembre 2004 si è coperta una provvigione liquidandola con un contratto di consulenza a una società di comodo. La fattura da 250.000 euro era intestata a una cooperativa romana di giornalisti dietro la quale, a dire della Gastaldo, c'era la Gea".

 

 

www.gazzetta.it

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Maurizio Capobianco col club dall'84 al 2005 e ora in causa: soldi

a dirigenti Figc, giornalisti e persino ai tifosi. Tramite la Semana srl di Giraudo...

Ex dirigente della Juve rivela

"Così Moggi pagava gli arbitri"

di MARCO MENSURATI (La Repubblica)

 

TORINO - Due premesse. La prima: "Tutto quello che dirò è documentato e dimostrabile". La seconda: "Sono in causa con la Juve davanti al tribunale del lavoro di Torino. Ho cominciato a lavorare con Boniperti nel 1984. Un uomo eccezionale. Poi nel settembre del 2005, dopo che già da tempo i miei rapporti con Giraudo erano degenerati, sono stato costretto a lasciare la società". Maurizio Capobianco, ex dirigente di Juventus F. C., è un tipo così. Uno a cui piace parlare chiaro, diretto e, soprattutto, dire le cose esatte.

Fino ad oggi, le inchieste erano accusate tutte di avere un punto debole: non si capiva per quale motivo, al di là di evidenti interessi di carriera e di posizione, gli arbitri italiani avrebbero dovuto rendere servigi a Moggi & co. Ora, per la prima volta, si capisce come gli arbitri "venivano ripagati". Spiega Capobianco: "Solo agli inizi del 2005 sono venuto a conoscenza di almeno quattro casi in cui la Juve ha fatto arrivare beni di ingente valore a due arbitri italiani, a un esponente della Figc, e a uno della Covisoc".

 

Beni di ingente valore?

"Beni facilmente monetizzabili che venivano consegnati per il tramite di società terze a soggetti terzi. Terzi legati agli arbitri da rapporti di parentela".

 

Si tratta di affermazioni pesanti, se ne rende conto?

"Sono tutte cose che, all'occorrenza, posso dimostrare".

 

A quando risalgono i casi in questione?

"Risalgono agli inizi della gestione Giraudo-Moggi nell'anno '95".

 

Chi sono questi arbitri?

"Questo non ho intenzione di dirlo, al momento".

 

Quanto ingenti erano questi beni monetizzabili?

"20-25 milioni di lire, per ogni "gratificazione"".

 

Dalle intercettazioni è emerso che Bergamo e Pairetto erano in ottimi rapporti con la Juve.

"Bergamo non so, Pairetto era di casa alla Juve".

 

Quei "beni" erano destinati a loro?

"Non ho intenzione di dire di più, ora. La mia intenzione è solo quella di dare un contributo di verità a tutta questa storia. Però per quanto riguarda Pairetto una cosa le posso dire: nel 2000 proprio lui tirò fuori la storia dei Rolex della Roma. Beh: pochi mesi prima, nell'ottobre del 1999, ricevette dalla Juve una moto che, in seguito, non mi pare si sia premurato di restituire".

 

Perché si è deciso a raccontare queste cose proprio adesso?

"Perché prima di Calciopoli quello che vedevo erano i frammenti di una vicenda che ha acquistato senso compiuto solamente dopo. Solo ora mi rendo conto di come hanno rovinato una società con una storia di oltre cento anni, con la complicità di arbitri, giornalisti, e istituzioni".

 

Cominciamo dai giornalisti?

"Sulla questione giornalisti la Juve aveva consulenze molto ricche con società vicine ad alcuni di loro. Almeno in un caso, a inizio stagione si stipulava un contratto per studiare dei progetti di comunicazione. Poi a giugno, se la Juve aveva vinto lo scudetto, la società decideva di realizzare quei progetti e pagava il premio alla società di comodo: i progetti, ovviamente, non vedevano mai la luce".

 

Un premio scudetto ai giornalisti. E sulla società Juve le inchieste hanno raccontato tutto?

"Quasi. Della Semana srl, la società voluta fortemente nel luglio 2003 da Giraudo e partecipata dalla Juve per il 30 per cento, si è parlato poco".

 

Cosa si poteva dire?

"Che attraverso la Semana, Moggi e Giraudo, in violazione della legge Pisanu, finanziavano indirettamente le curve. Nei bilanci ci sono fatture da decine di migliaia di euro a gara per l'acquisto di coreografie, striscioni e quant'altro".

 

A cosa serve la Semana?

"Gestisce tutte le attività che ruotano attorno allo stadio e agli impianti. Cosa che, almeno fino a quando c'ero io, ovvero marzo 2006, faceva a prezzi maggiorati del 20%, così come il contratto oltremodo oneroso stipulato con Juventus prevedeva. Va detto che la Semana è per il 30 per cento della Juve, per l'altro 70 di una ragnatela di fiduciarie che portano a Giraudo".

 

Che però adesso non ha più nulla a che vedere con la Juventus.

"Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2 per cento della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (ad di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini".

 

Bertolini, quello che andava in Svizzera a comprare le sim per Moggi?

"Sì. È ancora lì. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus. Ma dico: è implicato con uno degli scandali peggiori della storia del nostro calcio e noi ce lo teniamo..."

 

Non si è mai accorto della rete svizzera di Moggi?

"Solo frammenti... Una volta viene da me la signora Gastaldo, ex-dirigente amministrativa e mi dice: "Questo Bertolini, ma che ci fa con tutte 'ste schede svizzere?"... Era disperata perché Bertolini quando riceveva l'ordine da Moggi andava da lei, prendeva tre-quattro mila euro in contanti e se ne andava in Svizzera. E così rimaneva un buco nella cassa. E la signora Gastaldo (in società fino al 2005, ndr), che è una persona molto seria e pignola, un paio di volte ricordo che mi chiese di vendere a privati degli orologi e dei preziosi della società per colmare il buco creato".

 

Sembra esserci un rapporto strano tra gli orologi e la Juventus...

"In dieci anni ho visto entrare centinaia e centinaia di orologi delle marche più prestigiose: Jaeger Le Coltre, Franck Muller, Cartier, Girard Perregaux, Bulgari. La destinazione degli stessi, a parte quelli che finivano ai soliti giornalisti amici (oltre che a giocatori e staff), sono segreti custoditi da Giraudo e dalla Gastaldo che ne teneva la contabilità".

 

Parliamo delle complicità. Fabiani, il ds del Messina che tirava le fila del mondo arbitrale insieme a Moggi, l'ha mai visto?

"Era di casa anche lui. Era così in confidenza con Moggi che all'inizio pensavo fossero parenti. Quando arrivava a Torino si prendeva gli uffici del settore giovanile e quelli diventavano i suoi uffici anche per giorni. La Juventus gli ha addirittura regalato una macchina".

 

Le istituzioni.

"Moggi e Giraudo in Figc facevano quello che volevano. Io rimasi molto colpito da come venne coperto un caso di positività alla cannabis di un giocatore. Lo scoprì l'Uefa, '97. Lo comunicò alla Figc e finì tutto lì".

 

La Gea.

"Ricordo che un caso che mi segnalò la signora Gastaldo. Nel dicembre 2004 si è coperta una provvigione liquidandola con un contratto di consulenza a una società di comodo. La fattura da 250.000 euro era intestata a una cooperativa romana di giornalisti dietro la quale, a dire della Gastaldo, c'era la Gea".

 

Si rende conto che questa intervista a Torino rischia di renderla impopolare?

"I primi dieci anni alla Juventus sono stati i dieci anni più belli della mia vita professionale. Penso che il mio contributo di verità sia dovuto".

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quindi????

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Che però adesso non ha più nulla a che vedere con la Juventus.

"Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2 per cento della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (ad di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini".

 

Bertolini, quello che andava in Svizzera a comprare le sim per Moggi?

"Sì. È ancora lì. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus. Ma dico: è implicato con uno degli scandali peggiori della storia del nostro calcio e noi ce lo teniamo..."

 

Niente,niente...tutto normale... :fischia:

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:sonnu:

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MILANO, 11 maggio 2007 - "Agli inizi del 2005 sono venuto a conoscenza di almeno quattro casi in cui la Juve ha fatto arrivare beni di ingente valore a due arbitri italiani, a un esponente della Figc, e a uno della Covisoc". Maurizio Capobianco, ex dirigente della Juventus, in una lunga intervista rilasciata a La Repubblica spiega alcuni retroscena di Calciopoli: "Tutto quello che dirò - la premessa - è documentato e dimostrabile. Beni facilmente monetizzabili venivano consegnati per il tramite di società terze a soggetti terzi. Terzi legati agli arbitri da rapporti di parentela. I fatti risalgono agli inizi della gestione Giraudo-Moggi nell'anno '95. Chi sono questi arbitri? Questo non ho intenzione di dirlo, al momento. I beni? 20-25 milioni di lire, per ogni "gratificazione". Bergamo non so, Pairettoera di casa alla Juve".

CONSULENZE - "Perché parlo ora? Perché prima di Calciopoli quello che vedevo erano i frammenti di una vicenda che ha acquistato senso compiuto solamente dopo. Solo ora mi rendo conto di come hanno rovinato una società con una storia di oltre cento anni, con la complicità di arbitri, giornalisti, e istituzioni. Sulla questione giornalisti la Juve aveva consulenze molto ricche con società vicine ad alcuni di loro. Almeno in un caso, a inizio stagione si stipulava un contratto per studiare dei progetti di comunicazione. Poi a giugno, se la Juve aveva vinto lo scudetto, la società decideva di realizzare quei progetti e pagava il premio alla società di comodo: i progetti, ovviamente, non vedevano mai la luce".

SOLDI ALLE CURVE - "Della Semana srl - continua Capobianco nell'intervista a La Repubblica - la società voluta fortemente nel luglio 2003 da Giraudo e partecipata dalla Juve per il 30%, si è parlato poco. Attraverso la Semana, Moggi e Giraudo, in violazione della legge Pisanu, finanziavano indirettamente le curve. Nei bilanci ci sono fatture da decine di migliaia di euro a gara per l'acquisto di coreografie, striscioni e quant'altro. Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2% della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (a.d. di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus".

I "REGALI" - "Gli orologi? In dieci anni ho visto entrare centinaia e centinaia di orologi delle marche pi prestigiose: Jaeger Le Coltre, Franck Muller, Cartier, Girard Perregaux, Bulgari. La destinazione degli stessi, a parte quelli che finivano ai soliti giornalisti amici (oltre che a giocatori e staff), sono segreti custoditi da Giraudo e dalla Gastaldo che ne teneva la contabilità".

LA GEA - Capobianco parla anche di Fabiani, ex d.s. del Messina coinvolto nelle indagini della Procura di Napoli. "Era di casa anche lui. Era così in confidenza con Moggi che all'inizio pensavo fossero parenti. Quando arrivava a Torino si prendeva gli uffici del settore giovanile e quelli diventavano i suoi uffici anche per giorni. La Juventus gli ha addirittura regalato una macchina. Le istituzioni? Moggi e Giraudo in Figc facevano quello che volevano. Io rimasi molto colpito da come venne coperto un caso di positività alla cannabis di un giocatore. Lo scoprì l'Uefa, nel '97. Lo comunicò alla Figc e finì tutto lì. La Gea? Ricordo che un caso che mi segnalò la signora Gastaldo. Nel dicembre 2004 si è coperta una provvigione liquidandola con un contratto di consulenza a una società di comodo. La fattura da 250.000 euro era intestata a una cooperativa romana di giornalisti dietro la quale, a dire della Gastaldo, c'era la Gea".

 

 

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-_-:sonnu:

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L'Ufficio Indagini ascolterà capobianco......

mi meraviglia sempre come gli juventini siano totalmente incapaci di provare vergogna....

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ma vergogna de che???

ma che cazzo me ne vene a me???

ce campo co lu pallone???nn me pare...

quindi sti cazzi ....

so juventino....ma de lu pallone me frega fino ad un certo punto...

sicuramente nn me vergogno per cose che nn ho fatto io....

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quindi????

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Che però adesso non ha più nulla a che vedere con la Juventus.

"Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2 per cento della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (ad di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini".

 

Bertolini, quello che andava in Svizzera a comprare le sim per Moggi?

"Sì. È ancora lì. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus. Ma dico: è implicato con uno degli scandali peggiori della storia del nostro calcio e noi ce lo teniamo..."

 

Niente,niente...tutto normale... :fischia:

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x la serie, sono cambiati i suonatori ma la musica è sempre la stessa :ph34r:

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Quando alla Juve non c'era ancora MOGGI...

 

Ecco per tutti gli sportivi e juventini il racconto che coinvolse la juventus e come ne venne fuori "misteriosamente".

 

Domenica 13 gennaio 1980 si doveva giocare BOLOGNA – JUVENTUS.

I bianconeri erano in una situazione disastrosa: erano reduci da tre sconfitte consecutive e in classifica stava scivolando in zona retrocessione.

Il giovedì prima della partita il nostro direttore sportivo (Sogliano) alla fine dell’allenamento ciraduno tutti nello spogliatoio e ci disse:

"ci siamo messi d’accordo con la Juve per pareggiare la partita di domenica. E’ chiaro per tutti?"

nessuno di noi giocatori ebbe niente da obbiettare , cosi Sogliano se ne ando’ tutto soddisfatto.

A quel punto il nostro allenatore ( Perani) ci propose di scommettere sul risultato di quella partita.

Discutemmo con Perani la somma da puntare , alla fine si optò per 50 milioni.

Dovetti convincere ad accettare la nostra scommessa da parte degli scommettitori clandestini perche’ non si fidavano. Infatti mi dissero che ultimamente avevano preso più di una fregatura: certi giocatori gli avevano promesso di risultati che in campo non erano stati mantenuti. Avevano perso un mucchio di soldi. Si convinsero solo quando gli dissi che gli accordi per il pareggio non li avevamo presi noi giocatori , ma i dirigenti delle due società. La prova di quello che dicevo si trovo nella Gazzetta dello Sport della domenica mattina :"ALLA JUVE BASTA UN PAREGGIO" dichiarava l’allenatore bianconero Trapattoni . Ricordo che quando uscii dagli spogliatoi per recarmi in panchina incrociai Trapattoni. Gli raccomandai il rispetto dell’accordo preso dalle due società, e lui mi disse che potevamo stare tranquilli , che non c’era nessun problema. Anche i miei compagni , nel sottopassaggio prima di entrare in campo, fecero lo stesso con alcuni giocatori juventini ( che quel giorno erano: ZOFF CUCCUREDDU CABRINI GENTILE BRIO SCIREA CAUSIO PRANDELLI TAVOLA BETTEGA MAROCCHINO) gli dissero che avevamo scommesso sul pari; uno di loro rispose:

 

"TRANQUILLI , NOI OGGI NON ABBIAMO SCOMMESSO , IL COLPO L’ABBIAMO GIA’ FATTO DUE DOMENICHE FA’ CON L’ASCOLI".

 

Quando si concordavano i pareggi si puntava allo 0 a 0, proprio per evitare di trovarci in situazioni imbarazzanti o che il controllo del risultato potesse sfuggire di mano. Fu cosi per quasi tutto il primo tempo, il nostro primo tiro in porta fu al 35° minuto , la Juve non fece molto di più. Il pubblico cominciò a protestare , sembrava una commedia più che una partita di calcio.

Nella ripresa il nostro portiere Zinetti , totalmente deconcentrato, ne combinò una grossa: al 10°minuto , su un’innocente tiro di Causio , si impaperò e il pallone gli scivolò nella rete.

In campo l’imbarazzo fu generale. Causio , più dispiaciuto che contento per il goal, si avvicino alla panchina e discusse con Trapattoni.

Nel giro di pochi minuti incominciammo a credere che i giocatori della Juve non volessero più rispettare l’accordo. La Tensione in campo divenne alta, noi insultavamo gli juventini, che tacevano imbarazzati. A un certo punto Bettega ci disse "Calmatevi,: la responsabilità di farvi pareggiare me la prendo io". Meno’ di un quarto d’ora dopo la situazione venne risolta dagli stessi bianconeri: su un nostro calcio d’angolo , Brio ci regalò una bella autorete. Tutti a posto e tutti contenti.

L’indomani leggendo la cronaca della partita , c’e la ridemmo di gusto . Un nostro dirigente venuto a sapere del pareggio concordato ci disse:"Brutti Stronzi ,potevate dirmelo che scommettevo anch’io." I soldi che avevamo vinto per questo pareggio concordato non li avremmo mai presi. Alcuni di noi ( me compreso ) fecero altre combine.

A fine febbraio il presidente e Sogliano mi chiesero se oltre alla partita con la juventus noi giocatori avevamo preso accordi con altri pareggi combinati. Io negai stupito. Il presidente mi disse " mi hanno chiamato due tizi con l’accento romano : vogliono 200 milioni , sennò presenteranno una denuncia alla procura di Roma…….. Non capisco: hanno avuto il pareggio con la Juve, non vi hanno ancora pagato i 50 milioni della scommessa, e vogliono denunciarci!".

Fu la fine . Il 16 marzo i giudici avevano mandato una prima serie di comunicazioni giudiziarie per truffa. Fra gli altri ai presidenti e allenatori di BOLOGNA e JUVENTUS. La sera alla domenica Sportiva , fecero rivedere i due autogol della partita incriminata, il signor Bettega in collegamento da Torino, protestò , era indignato, fece una bella sceneggiata. Noi , vedendo la scena in Tv, trovammo la forza di ridere. Non solo era un ottimo giocatore ,ma l’attaccante della juve era anche un grande attore. Ormai era tutto finito. Ci furono arresti in Tutta Italia , tanti giocatori erano coinvolti e tante squadre furono penalizzate ( una su tutte il MILAN) Perche’ nessuno di noi del Bologna , venne arrestato come tutti i giocatori coinvolti nello scandalo? Forse perche’ di mezzo c’era la nostra partita con la Juventus. Se fossimo finiti in carcere, avremmo potuto raccontare di quel pareggio combinato con la squadra dell’Avvocato .

 

( non sto li a raccontarvi altri spregevoli trucchi di quelle partite , ma passo al vero scoop)

 

Ai primi di maggio (1980 ) la Federazione chiuse la sua inchiesta. Per la partita Bologna – Juventus del 13 gennaio venivo rinviato a giudizio con altri miei compagni, presidente e allenatore del bologna compresi. Il processo riguardava anche Boniperti e Trapattoni. (Presidente e Allenatore della Juventus)

Il processo per noi del Bologna cominciò il 23 maggio, qualcuno mi disse che erano in corso grandi manovre per insabbiare la partita con la Juve. Le previsioni vennero tutte confermate.

Mi misero davanti ad uno dei miei due amici scommettitori , io negai Tutto ma loro confermarono le accuse nei miei confronti. Incontrai Boniperti e il legale della Juve, l’ Avvocato Chiusano.

Disse che voleva parlarmi. Mi disse" Petrini , è nell’interesse di tutti che il signor Cruciani non venga a testimoniare. Noi rischiamo la Serie B , lei la radiazione. Quindi cerchi di rintracciare Cruciani e li prometta tutto cio che vuole. Se lei darà una mano a noi, noi daremo una mano a lei, d’accordo?. Io non sapevo cosa fare. Decisi di accettare e incontrai Cruciani. Li riferii quello che mi aveva detto Boniperti, non si doveva presentare al processo , gli dissi che se non fosse andato a testimoniare la Juve aveva pronto un assegno di 70 milioni tutto per lui.

Mi disse " vabbe’ domani sparisco ma guai a voi se mi fregate un’altra volta . Torno e vi faccio neri tutti quanti."

L’indomani, quando arrivai in Federazione mi vennero incontro Boniperti e Chiusano. Il primo era agitato, il secondo era una statua. Gli dissi che era tutto a posto ; Cruciani non si sarebbe presentato ma in cambio voleva 70 milioni, il prezzo stabilito. Boniperti tirò un sospiro di sollievo.

Fui costretto a confrontarmi con Trinca, stavolta per la Partita giocata contro la Juve.

Io negai tutto. Trinca era infuriato perche’ Cruciani non si presentò. Ai giornalisti che gli domandavano dell’assenza di Cruciani, Trinca dichiarò:" Cruciani non è venuto forse perché a paura………E’ troppo facile prendersela con il Milan e con Colombo ( Presidente della squadra Rossonera.): anche la Juve deve finire in serie B!!! sennò è uno scandalo!!!!!

Per il giudice le due società Juventus e il Bologna furono assolte per mancanza di prove.

Furono inflitte pene ai giocatori del Bologna ( per altre partite combinate ) tra cui IO . ( 6 mesi di squalifica ). Fra tutte le squadre coinvolte nello scandalo , la sola che ne usciva con il minimo danno era la Juve.

Ecco come la Juventus venne salvata dalla Serie B!!!

(CARLO PETRINI)

Modificato da ORACOLO DI DELFO

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