Vai al contenuto
JaCkDaN1e

Dal satellite Nasa arriva l'allarme

Messaggi raccomandati

PASADENA (CALIFORNIA) - Il Polo Sud, fino ad oggi rimasto in apparenza estraneo al trend del surriscaldamento del pianeta riconducibile all'inquinamento, comincia a mostrare le prime crepe. L'occhio del satellite non sbaglia e gli scienziati hanno potuto riconoscere il dissolvimento di blocchi dislocati in punti diversi della zona ovest del continente. In tutto un'area vasta quanto la California.

 

"L'Antartide ha mostrato fin'ora di resistere al riscaldamento, eccetto che per la zona della penisola antartica", dice Konrad Steffen, direttore del centro di ricerche di Boulder in Colorado che, sulla base di dati inviati dal satellite Nasa QuikScat, ha fatto la scoperta. "Adesso però si riconoscono i primi segni dell'impatto del surriscaldamento anche in questa parte del globo: si tratta del fenomeno più vasto riscontrato dal satellite negli ultimi 30 anni".

 

I dati si riferiscono al periodo 1999-2005: pare sia bastata una settimana di caldo intenso due anni fa a ingenerare uno scioglimento della coltre più superficiale, poi ricongelatasi con le temperature notturne e con le successive nevicate.

 

La preoccupazione maggiore degli scienziati è che la neve sciolta possa produrre crepe nei blocchi sottostanti, insinuandosi fino agli strati più profondi, determinando così il distacco di zolle bianche dal continente antartico e il loro scivolamento graduale nell'oceano.

 

Il fenomeno non è stato registrato immediatamente proprio per il fatto che il manto più esterno è tornato a cristallizzarsi. L'aspetto superficiale appare quindi immutato. Gli strumenti del satellite però - gestito dagli scienziati del laboratorio Nasa di Pasadena, in California - funzionano sulla base di impulsi radar che vengono inviati sulla superficie di ghiaccio e ne misurano l' "eco" prodotta, "scannerizzandone" così lo spessore e mettendo in evidenza il processo di scioglimento e ricongelamento che li ha interessati.

 

I dati hanno permesso di vedere che si sono liquefatti strati in zone dell'entroterra distanti fino a 900 chilometri dall'oceano e ad altitudini (oltre i 1800 metri) che facevano escludere la possibilità di un fenomeno simile.

 

L'Antartide costituisce la principale riserva d'acqua dolce del pianeta ed è pertanto fondamentale monitorarne costantemente l'evoluzione. E questo anche per l'innescarsi di un insieme di conseguenze dagli effetti per ora imponderabili: proprio il processo di scioglimento e riversamento negli oceani potrebbe, alterando il livello delle acque e il loro grado di salinità, traformare il sistema delle correnti e influenzare successivi mutamenti climatici.

 

(16 maggio 2007)

 

The day after tommorow?....oppure una realtà preoccupante?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

avevo già letto questa problematica riguardante il polo sud

 

sui cambiamenti climatici fino ad ora si sono fatte tante chiacchiere e pochi fatti, la situazione è preoccupante :(

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
avevo già letto questa problematica riguardante il polo sud

 

sui cambiamenti climatici fino ad ora si sono fatte tante chiacchiere e pochi fatti, la situazione è preoccupante  :(

1095051[/snapback]

 

Molto preoccupante... ma noi che cavolo potemo fa?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso

×

Informazione Importante

Usando questo sito acconsenti ai nostri Termini D'uso. Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.