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Cacafocu

CERCANNO CODOGNO...SCOPRO VERDELLI!!

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Cercavo notizie sul mitico Codogno, che a quanto pare è irrintracciabile (a proposito, mitico Codogno, sei immenso e non ti dimenticherò mai :( ), quanno all'improvviso me scappa fori da google stu articoletto caruccio caruccio!! :lol::lol:

 

Leggete pure il giudizio che Verdelli dà della marchiciana :lol::lol::lol:

 

Mo' je faccio beccà na bella querela pure a lui!! :D:D

 

TRA L'ALTRO, SECONDO VERDELLI (solo secondo lui?) E' TUTTA UNA QUESTIONE DE APPALTI...

 

http://www.agendalodi.it/wmview.php?ArtID=4112

 

Fanfulla: storia di promozioni e delusioni

Il passato e il presente vissuti dai protagonisti di ieri

 

 

 

 

Quella di quest'anno è l'undicesima "promozione" della storia del Fanfulla Calcio. L'ultima, in ordine di tempo, era avvenuta al termine della stagione 1982-'83, con il successo in C2 e l'approdo alla C1. Altri tempi, anche se non lontanissimi. E soprattutto altre categorie.

 

Tutti i presidenti dal 1908 ad oggi

La storia calcistica del Guerriero inizia nel 1908, anche se la società era nata il 18 ottobre 1874 per iniziativa di Tiziano Zalli, occupandosi nei primi trenta e passa anni in particolare di ginnastica e scherma. Primo presidente del Fanfulla Calcio fu Paolo Bonomi, in carica fino al 1915 (fino a quel momento si erano disputati tornei, partite amichevoli e tre stagioni in Terza Categoria) prima di cedere il posto a Francesco Miglio, sotto la guida del quale si arriverà alla Promozione nel 1922. Con i successori di Miglio, Costante Rovida (dal '23 al '25) e Marcello Ghisio ('25-'28) si militerà in Seconda Divisione, per essere promossi in Prima Divisione nelle due stagioni di Ernesto Castellotti ('28-'29 e '29-'30), in quella di Giulio Fraschini ('30-'31) e nelle tre annate (dal '31 al '34) di commissariamento straordinario. Nel '35 è Ennio Inzadi a portare la squadra alla Divisione Nazionale C, dove resterà anche con Egidio Zoncada, che sarà affiancato da Piero Asti e Domenico Vianelli e che taglierà il traguardo della serie B al termine della stagione '38-'39. Con presidente Ennio Paleari si arriva alle stagioni della guerra mondiale: il Fanfulla è ancora in serie B nel '42-'43, disputa un torneo regionale l'anno successivo con squadre di A e B, poi si rimane fermi nella stagione calda ('44-'45), mentre nel '45-'46, con presidente Enzo Tacchini Paoli, c'è un campionato misto di B e C, per rientrare nella categoria cadetta l'anno dopo. Nino Ghisi e Ennio Paleari sono commissari per tre anni, prima dell'elezione a presidente, nel 1950, di Francesco Minojetti, che rimarrà punto di riferimento della società bianconera per tanto tempo, anche dopo aver ceduto la poltrona di nuovo, fra altalene in B, C e quarta serie, a Ennio Paleari, che cede a sua volta il testimone a Luciano Zavattiero nel 1968, quando la squadra è in serie D, dove rimarrà "fissa" fino al 1979, al terzo anno della nuova-gestione affidata Guido Campagnoli, che culmina con la promozione in C2 "sfruttando" anche la ristrutturazione dei campionati. A Campagnoli subentra Pier Rinaldo Cerri. E poi Paolo Marchetti, presidente della storica stagione in C1. Un anno di gloria (con Dossenina in festa ad ospitare squadroni del calibro di Bologna, Modena, Brescia, Reggiana, Spal) e quindi il ritorno in C2, con l'amministratore delegato Lino Ballardini che diventa presidente per due anni (1985-'87) prima della crisi e del rilevamento della società da parte di Aldo Jacopetti, che nominerà presidenti prima Roberto Guzzeloni e poi il "socio" Italo Minojetti, figlio di Francesco, già massimo dirigente negli anni '50 e '60. Jacopetti e Minojetti "mollano" solo quando Silvano Chiapparoli dà garanzie di continuità, anzi promette programmi ambiziosi. Invece abbandona tutto nelle mani di Emiliano Lottaroli, che ceca di salvare il salvabile in attesa di nuovi interlocutori. Adesso c'è la trattativa con il gruppo di imprenditori di Cremona. Se dovesse esserci un nuovo presidente sarà il venticinquesimo della storia calcistica fanfullina.

 

Bisleri: "Lodi risponde se c’è trasparenza"

Ha indossato per una sola stagione, nel 1963, la maglia bianconera, ma Gigi Bisleri, oggi 63 anni e presidente del Club Wasken Boys, ha sempre seguito da vicino le vicende del Guerriero, prima e dopo il suo anno di miliatanza. Una stagione, quella che l'ha avuto per potagonista fra i pali fanfullini, in serie C, ricca di soddisfazioni personali. A parire dall'esordio: 1 a 0 sul Como e un rigore parato platealmente, bloccando il pallone in tuffo. Poi il passaggio al Sant'Angelo, dalla Prima Categoria alla serie C e le esperienze a Melzo e Ponte dell'Oglio, in D ("Dove ho giocato - ricorda Bisleri - con Falco Galli, poi approdato al Fanfulla"), prima delle esperienze da tecnico e dirigente, legate in particolare alla fusione in Oltrepò di Portalbera e Stradella. "La mia esperienza in bianconero - scherza Bisleri - l'ho quasi dimenticata. Pensate che allora si giocava col pallone fatto con la stringa dura. I tempi sono cambiati e l'ambiente adesso è completamente diverso. Allora si era più tranquilli, più sereni, oggi c'è più tensione, ma ci sono anche delle possibilità economiche un tempo inesistenti. Soprattutto però invisio ai calciatori di oggi la nuova situazione per quanto riguardas i trasferimenti: quarant'anni fa si era vincolati a vita, una cosa assurda, abominevole". E proprio per quella regola maledetta Gigi Bisleri fu costretto a rimanere fermo due anni dopo il suo campionato con Fanfulla: "Mi ero accordato col Mantova e i dirigenti mi avevano venduto al Grosseto. Io mi ero impuntato, loro ancora più di me". I ricordi però sono soprattutto positivi: "In particolare dei miei compagni di squadra: Vitali, Bassi e poi gli amici lodigiani, da Ramella a Spelta, a Accerbi". L'idolo di Bisleri fu in precedenza Chiumento, mentre tra i portieri gli sono stati maestri esemplari Breviglieri e soprattutto Tino Servidati. Gigi Bisleri è aggiornatissimo sulle vicende fanfulline attuali: "Si era precipitati davvero in basso, impossibile immaginare peggio. Va datto atto al presidente Lottaroli di aver fatto tutto il possibile per salvare la baracca, per il coraggio di aver messo la faccia in una situazione difficilissima. Così come è stato bravo Beppe Giavardi a costruire una squadra competitiva ed affiatata. Allenatore e giocatori hanno poi fatto il resto: non un'impresa eccezionale, visto che la squadra è fortissima, fuori da ogni logica per la categoria, ma hanno saputo rispettare le attese. C'era da scommeterci". E il futuro societario? "Mi auguro solo che arrivino dei dirigenti seri, che non si isolino ancora una volta, come qualcuno ha già fatto in un recente passato. A mio avviso si possono trovare forze qualificanti anche in città. Non è vero che i lodigiani voltano le spalle. Ci vuole chiarezza e trasparenza e poi anche Lodi risponerà in modo chiaro e qualificato".

 

Verdelli tra Guerriero e Inter

Al Fanfulla Corrado Verdelli (nella foto), 41 anni, ha dedicato, da giocatore, l'inizio e la fine della sua brillante carriera, culminata con la conquista, da libero titolare dell'Inter dello scudetto passato alla storia per il record dei punti conquistati. "A Lodi, la mia città - ricorda Verdelli - ho fatto tutta la trafila giovanile. Poi vi sono tornato qualche anno fa. E devo ringraziare Aldo Jacopetti che mi ha dato la possibilità di finire divertendomi la mia carriera e di intraprendere poi il lavoro di allenatore". In panchina Corrado subentrò a metà stagione ad Alessandro Mutti, conducendo la squadra ad una salvezza insperata. Quindi, l'anno dopo, con una formazione senza grosse pretese, si arrivò secondi sia in campionato sia in Coppa Italia, cedendo nel primo caso allo strapotere del super-Pavia, pagando nel secondo l'unica prova "sbagliata", nell'incontro di andata della finalissima a Todi. "Seguo sempre con interesse le vicende del Guerriero - afferma Verdelli - attrraverso i giornali e gli amici -. Il cuore è sempre lì. E se da una parte sono contentissimo per i risultati sportivi brillanti di quest'anno, dall'altra sono amareggiato e sorpreso dalla notizia della situazione finanziaria critica. Pensavo che le vicissitudini fossero finite. Mi auguro che arrivi subito nuova linfa, perchè anche la serie D al Fanfulla e alla città di Lodi va stretta. E il massimo sarebbe poter puntare su qualche lodigiano che ci metta il cuore. Anche se finora, dopo il duo Jacopetti-Minojetti non è più successo". Poca fiducia in imprenditori che vengono da fuori? L'esperienza invita ad andare cauti. Infatti, dopo una serie di successi alla guida delle formazioni giovanili dell'Inter, dove è arrivato anche a fare il "secondo" di Cuper e Zaccheroni in prima squadra, Verdelli è incappato l'anno scorso in una situazione delicata. "Ho accettato l'incarico a Terni - racconta - dove un gruppo di imprenditori aveva preso in mano le sorti della Ternana promettendo il rilancio, Invece è andato male qualche appalto e mi sono sentito tradito, abbandonato. Per due mesi abbiamo giocato con una rosa da Primavera, i giocatori più forti erano stati estromessi. Adesso fino a giugno sono fermo per forza". Ma poi Corrado Verdelli troverà sicuramente, visti i precedenti, un incarico adeguato alle sue grandi doti umane e tecniche.

 

Fiocchi, una vita in bianconero

Riccardo Fiocchi, 57 anni, attualmente direttore sportivo della Supega Watt con eccellenti risultati è da sempre innamorato del calcio e del suo Fanfulla. "Fu Florindo Cabrini, grande tecnico e osservatore di talenti - racconta - a prelevarmi dalla Cagliero e a portarmi al Fanfulla. Un o nore giocare nella formazione più rappresentativa della città". Fiocchi è il giocatore che indossò la maglia del Guerriero per più tante stagioni da titolare: ben undici, a partire dal 1967, in serie D e in C2, intervallate da due annate da professionista a Vigevano (dal '74 al '76) in serie C. Fu un difensore roccioso, ma corretto, che pochissimo concedeva agli attaccanti che gli venivano affidati da "marcare", ma che non disdegnava qualche puntuale proiezione offensiva. Il ricordo più bello? "La medaglia d'oro che ricevetti in occasione di un'amichevole con l'Inter, per aver raggiunto la quota di 350 partite col Guerriero". E i compagni di squadra con i quali c'è stato un rapporto particolarmente stretto anche sul piano umano? "Falco Galli prima di tutti. Una grande persona oltre ad un bravissimo calciatore. Poi Regonesi e Vanazzi, una coppia di goleador indimenticabile. Fra i lodigiani come me invece c'era e c'è tuttora un'amicizia profonda con Umberto Rossetti, un generoso, in campo e fuori". Lasciate le scarpette chiodate, Riccardo Fiocchi era rimasto per altri 13 anni nella grande famiglia fanfullina, come allenatore delle formazioni giovanili. "Anche adesso mi tengo sempre informato sulle vicende del Guerriero - racconta Fiocchi -, anche se per i miei impegni calcistici raramente riesco a seguire la squadra dal vivo. E' arrivato il momento del riscatto. Lottaroli è un bravo presidente, Giavardi un ottimo direttore sportivo. La gente ha giustamente fiducia nell'ingresso di nuovi personaggi che garantiscano stabilità economica".

 

Riccadonna, 33 gol in una stagione

Il nome di Giancarlo Riccadonna, milanese, 35 anni, è legato al Fanfulla dal brillante campionato di cinque anni fa con la conquista del secondo posto dietro al Pavia, ma soprattutto dal record, stabilito dallo stesso attaccante milanese, dei gol realizzati, ben 33, in una sola stagione. Non è mai successo nella storia della serie D. "E' chiaro - ricorda Riccadonna - che quel record è indimenticabile. Ma continuerò ad amare il Fanfulla per l'attaccamento della gente di Lodi. E per quella squadra destinata a vincere, fallita per motivi extracalcistici legati alle vicende societarie. Mi auguro che ora le cose vadano diversamente". Un record imbattibile? Per Riccadonna il Fanfulla, che ritorna in serie D, ha l'uomo giusto per batterlo, o quantomeno per andarci vicino. E' l'amico ed ex compagno di linea, Marco Guarnieri: "E' un ottimo attaccante, veloce. Ora, a trent'anni, ha anche l'esperienza giusta". Dopo una setie di brutti infortni ed una stagione esaltante da allenatore (vittoria del campionato a Chiari), Giancarlo Riccadonna è tornato a giocare, l'anno scorso, con la Castellana, dove non ha potuto finire il campionato per nuovi impegni di lavoro, alla Media-Partner, una società che si occupa dei diritti dello sport. Ma è intenzionato a ritornare in panchina al più presto. L'esperienza vincente di Chiari è un biglietto da visita di tutto rispetto. E "insegnare" ai giovani a fare gol è un ruolo che di certo gli compete!

Modificato da Cacafocu

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