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Chiusa la curva dell'atalanta

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sempre a dir male dei giornalisti... però sta settimana Bocia ha rilasciato interviste a mezzo mondo. E pure l'altro, il baffo.

 

Coerenza.........

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io non volevo di male de nessuno.......ho solo riportato una notizia inerente al topic......senza commenti ne interpretazioni personali

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sempre a dir male dei giornalisti... però sta settimana Bocia ha rilasciato interviste a mezzo mondo. E pure l'altro, il baffo.

 

Coerenza.........

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io non volevo di male de nessuno.......ho solo riportato una notizia inerente al topic......senza commenti ne interpretazioni personali

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no no non me riferivo a te. altrimenti t'avrei quotato... ;)

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allora scusa..... :D

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Intervento spaventosamente articolato, mostruosamente efficace e riassuntivo e di una profondità che dovrebbe appartenerci più spesso. E' esattamente il mio pensiero, che peraltro ho già manifestato molto più sinteticamente in altri topic.

1221279[/snapback]

Scusa, non avevo visto il tuo intervento.

 

Ti ringrazio, sei troppo gentile... ;)

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Ma che fanno come certi che pe' puni' lu colpevole facevano li rastrellamenti e po' li fucilaveno? Che cazzo c'entrano tutti quelli che vanno a vede' le partite e nu' so' violenti? Pecché ce devono da rimette essi? Già è statu dittu, ma l'ho volutu di' pure iu.

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Allora, io ho letto l'articolo di Repubblica.

A parte alcune imprecisioni su cui sorvolerei, non dice cose sbagliate.

Il problema - ed è chiaro che esprimo un'opinione e non pretendo di avere verità in tasca - sta nel fatto che questo articolo - come un po' tutti quelli che vengono scritti su questo argomento - riflettono una posizione di fondo dei giornalisti che io non condivido: la considerazione delle curve e degli ultras come spazi e persone "diverse", "altre" rispetto alla nostra società.

I ragazzi e le ragazze di Bergamo sono persone NORMALI.

Sono quelle stesse persone che incontriamo all'Università dove prendono 30 agli esami (o dove prendono un misero 18), sono gli stessi ragazzi che incontriamo a lavorare in fabbrica, che ci fanno da infermieri quando siamo ricoverati in ospedale, che ci riparano i tubi dell'acqua in casa, che ci compilano il 740 e così via.

E sono le stesse persone che piangono quando muore un loro parente, quando il/la partner li lascia e se ne va.

E che si emozionano come bambinetti quando vanno a misurarsi l'abito da sposa (e qui a qualcuna fischieranno le orecchie.  :P  Sei ancora in tempo, ripensaci!  :lol:  ).

Quello che io vorrei dire è che le curve sono lo specchio della nostra società.

Certo, uno specchio un po' deformato, con delle peculiarità da tenere in assoluta considerazione, ma comunque sono parte del mondo in cui viviamo, non sono "altro".

Quando leggo le descrizioni che il giornalista fa dei ragazzi del Covo, francamente rido.

Lui forse pensa di indicare elementi unici, non visibili altrove, ma non si è accorto che se entra in qualsiasi altro pub o qualsiasi discoteca trova le stesse persone con lo stesso look.

E rido ancora di più quando lo stesso giornalista osserva l'incoerenza di persone che sono pronte a menare le mani e che allo stesso tempo organizzano raccolte fondi per il Rwanda, come se le due cose fossero inconciliabili.

Sfugge evidentemente al giornalista il fatto elementare che in ogni uomo (e quindi in ogni insieme sociale) c'è un mix di bene e di male, di contraddizioni solo apparentemente insanabili, di nobile e di pessimo.

Qualsiasi grande medico salva vite umane ogni giorno, ma per una visita privata esige uno sproposito e, non emettendo fattura, non paga le tasse e danneggia ancora una volta i ceti più poveri.

Non è anche questo un mix di bene e di male?

Come mai il giornalista non se ne accorge?

Forse perchè pensa che il male sia solo qualcosa di animalesco e considera gli ultras delle bestie, e non degli esseri umani come tutti, con pregi e difetti.

Mentre il medico, borghese, è comunque un uomo e quindi è solo rettitudine e umanità.

L'elemento di diversità che è presente nelle curve è la perdita delle inibizioni sociali da parte di chi le frequenta.

Salta quella sovrastruttura comportamentale che ci impone la nostra società.

Le curve sono spazi in cui vigono gerarchie diverse rispetto a quelle quotidiane, c'è un cameratismo maggiore, un solidarismo accentuato, il potere si conquista attraverso le azioni e l'auctoritas e non con i meccanismi usuali che vediamo nel nostro vivere "normale".

Ma al di là di questo elemento originale (condivisibile o meno), nulla di diverso esiste tra curve e società quotidiane.

Fogueres si chiede quanti siano i veri ultras e quanti i delinquenti.

La domanda non è banale, anzi...

Tuttavia la potremmo facilmente rovesciare: quante sono le persone rette e quante quelle  disoneste nella nostra vita di tutti i giorni?

Siamo così sicuri che la percentuale sia diversa?

Foguers potrebbe obiettare che nella vita di tutti i giorni chi non compie il proprio dovere fa meno danni di un ultras (e Fogueres mi perdonerà se gli metto in bocca una frase che magari non condivide).

Io gli risponderei che non è detto, facendogli un esempio.

Io non condivido che gli ultras devastino gli autogrill, lo trovo un atto da barbari incivili perchè non è rubando 50 pacchi di biscotti del Mulno Bianco che si dimostra di essere uomini.

Tuttavia è più delinquente un ultras che fa questo o Francesco De Lorenzo e Danilo Poggiolini che intascarono miliardi per mettere in commercio farmaci antitumorali provatamente inefficaci (uccidendo centinaia di persone affette da cancro)?

E' più delinquente chi urla "Brescia merda" o Callisto Tanzi che mette sul lastrico migliaia di famiglie rubandogli i risparmi di una vita?

Con questo non voglio minimizzare le colpe ed i limiti degli ultras, ma solo dire che non sono loro il male assoluto della società, così come non lo sono i migranti, i rom e similari.

Il male della società sta ad esempio nelle politiche della Banca Mondiale e dell'Fmi che affamano tutti i paesi poveri e che si pongono come obiettivo lo smantellamento delle misure di protezione sociale in tutto il mondo, Italia compresa.

Chi fa più danni?

Il rom che ruba un portafoglio oppure l'FMI che impone politiche di flessibilità lavorativa assurda ed impedisce a TUTTI noi (e quando dico TUTTI, intendo anche noi italiani) di avere un lavoro stabile, un trattamento economico degno di rispetto, la possibilità reale di farsi una famiglia, costruirsi una casa e così via?

Chi ha comprato "la Repubblica" ieri si è trovato la sparata sugli ultras e poi, ben nascosta all'interno un'intervista a Roberto Saviano (un uomo cui in ogni piazza dovrebbe essere eretto un monumento).

Saviano diceva che i camorristi hanno tutto l'interesse a far sì che nei luoghi da loro controllati ci sia molta delinquenza spicciola, perchè così l'attenzione popolare e delle forze dell'ordine si concentra su di essa (sui rubagalline, insomma) e lascia agire indisturbati i capo-clan, che così portano avanti tranquillamente i loro lucrosissimi affari.

Lo stesso accade (certo involontariamente) nella società.

I media (tranne alcune nobilissime eccezioni) si occupano dei rubagalline e non hanno il coraggio di denunciare i VERI deliquenti, e l'opinione pubblica, stordita da tanto clamore, abbocca.

Io continuo a non capire cosa ci sia di violento e delinquenziale nei fatti di Bergamo.

Dei ragazzi hanno spaccato un vetro di plastica.

Costo: 200 € (ci vado largo).

Perchè lo hanno fatto?

Perchè non avevano un cazzo da fare?

No.

Lo hanno fatto perchè era morto un ragazzo e volevano che il mondo del calcio si fermasse. Volevano celebrare un lutto.

Se avessero voluto fare i delinquenti, nel dopopartita avrebbero fatto cose turche, distrutto mezza città, assaltato la Polizia.

Invece son tornati a casa tranquilli (alcuni sono andati al corteo di Milano).

Che piaccia o no, loro hanno agito per una spinta MORALE, non per visibilità (quello è successo a Roma in serata) e per me la loro rimane un'azione eccezionale, lodevolissima.

Hanno fatto vedere che la morte conta più del pallone, almeno per loro.

Non accolgo le opinioni di chi dice che loro non sono nessuno per decidere di fermare una partita e che dai distinti tutti fischiavano la Nord (aggiungo che l'immagine del bimbo che piange trasmessa da tutte le tv è qualcosa di vergognoso, una criminalizzazione della Nord fatta da persone senza etica, da terroristi prezzolati dell'informazione che vogliono solo suscitare sensazioni strumentali e non informare. Peraltro, chi ci dice che il bimbo piangeva per quello e non per altre ragioni?).

Innanzitutto, non è detto che la maggioranza abbia sempre ragione (è politicamente scorretto affermarlo, ma ciò non vuol dire che non sia vero).

Poi mi pare sbagliato dare ragione a chi si è incazzato perchè aveva pagato 20 € di biglietto.

Le ragioni di queste persone credo siano meno legittime di chi crede che, con un morto, sia opportuno sospendere lo show mediatico.

Aggiungo anche che l'operato di Ruggeri non è nobilissimo.

Tutta questa presa di distanza dagli ultras lui (a mio avviso) l'ha fatta per non farsi chiudere lo stadio e non rimetterci con gli incassi.

Mi spiace dirlo, ma la nobiltà delle posizioni di certe persone esiste solo nella testa di uomini ingenui.

Se Ruggeri e gli altri presidenti avessero alzato la voce, lo show sarebbe stato fermato e nulla sarebbe successo.

E, ragionando come loro, forse non ci avrebbero rimesso un centesimo.

Chi è causa del suo mal pianga sè stesso e non venga a dare lezioni alla Nord, perchè non mi pare proprio il caso.

E non si preoccupi solo del fatto che Atalanta-Milan si potrà recuperare solo a maggio. Sono loro che hanno voluto un calendario così fitto, sono loro che vogliono monetizzare tutto e pretendono che anche la morte ed il lutto siano secondari a tutto ciò.

Naturalmente, la colpa non è solo dei presidenti, ma anche e soprattutto di Amato e Manganelli, i quali hanno voluto mostrare il pugno di ferro ed hanno invece fatto vedere al mondo intero che farebbero bene a cambiare mestiere.

Pare non volessero equiparare la morte di Raciti a quella di Sandri, come se uno fosse un uomo e l'altro un topo di fogna.

Per di più: certo che le colpe degli ultras del Catania nella morte di Raciti sono innegabili e vanno condannate con vigore estremo, ma ancora non si è capito chi abbia materialmente ucciso il poliziotto.

Alcuni dicono che sia stato un tragico errore di un collega che lo avrebbe investito con la camionetta.

Ancora: poniamo caso che domenica non fosse stato un poliziotto ad uccidere un tifoso, ma fosse avvenuto il contrario.

Avreste avuto idea di quante cariche immotivate avrebbero fatto le forze dell'ordine contro gli ultrà?

Cariche a scopo puramente vendicativo, ovvio.

Lungi da me santificare il tifo organizzato (anzi...) ma con questo voglio dire che le logiche repressive attualmente in vigore non risolvono i problemi, semmai li esasperano.

Quando inizieremo a considerare gli ultras come parte della nostra società (ed anche come parte dell'umanità), forse inizierà un dialogo.

Per ora il dialogo non c'è, e la colpa non è solo dei tifosi.

Infine, un invito al giornalista de "la Repubblica".

Vada più spesso in curva.

Vedrebbe che ci sono uomini e donne come lui, con pregi e difetti.

Non sono esseri umani di Serie B o sbandati o emarginati, ma cittadini come lui.

Forse capirebbe tante cose che per adesso gli sfuggono.

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da quando leggo mil forum uno degli interventi piu' belli e significativi!

:ola:

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