Vai al contenuto
BuFERA

globalizzazione

come ti definisci?  

19 utenti hanno votato

  1. 1. come ti definisci?

    • global
      1
    • no global
      8
    • global non convinto
      6
    • no global non convinto
      0
    • non me ne frega niente
      0
    • altro
      4


Messaggi raccomandati

credo che un'idea sulla globalizzazione ce la siamo fatta un po' tutti, ma quello che è la globalizzazione resta comunque difficile da spiegare.

 

io vedo la globalizzazione come uno o piú stereotipi, i quali vengono imposti sia con le buone, sia con la forza. gli strumenti della globalizzazione sono la facilità degli spostamenti da un luogo all'altro, un linguaggio comune (di solito l'inglese, ma esso stesso è spesso sacrificato allo stereotipo comune), gli istinti che accomunano le persone di tutto il mondo, i media, un sistema politico comune (di fatto quello capitalista, ma avrebbe potuto essere anche un altro), la paura, gli idealismi.

 

di positivo vedo la possibilità di scambiare idee, la possibilità di poter osservare il diverso o il simile in ciò che ci è distante prima che uno stereotipo abbia la meglio sulle realtà locali. la possibilità di poter sviluppare un giudizio critico grazie allo scambio di cui sopra. la commistione fra entità distinte e appartenenti a "mondi" diversi che generano entità nuove (a me ad esempio piace lo ska, e in particolare mi piace la musica che si crea dalla fusione fra ska e culture come quelle italiane, spagnole, inglesi, ecc.)

 

di negativo vedo la violenza dello stereotipo, il fatto che si sta diffondendo uno "standard" comune che omologa fisicamente e spiritualmente ogni realtà locale, grande o piccola che sia. non è una casualità il fatto che mai come in questi tempi l'intervento così potente e massiccio dell'uomo sul pianeta porti all'estinzione rapida di molte specie animali, così come porta alla graduale scomparsa o all'uniformità delle lingue, dei dialetti, delle abitudini proprie di determinate comunità. perfino le stagioni stanno diventando sempre piú simili l'una all'altra.

 

un "tranello" per me esemplare della globalizzazione è quello di far credere che la varietà e le scelte anziché diminuire aumentino. prendo ad esempio un tema a me caro: l'alimentazione :) . nei ristoranti italiani all'estero si trova di solito l'ormai nota pasta bolognese o la carbonara fatta con la panna; quello che di recente mi ha stupito è stato trovare le stesse cose nei ristoranti turistici in italia, così come è aumentato di gran lunga in italia il numero dei ristoranti non italiani: in questo modo magari si ha una scelta maggiore nella stessa città, ma si finisce per trovare gli stessi prodotti anche nelle altre e diventa sempre piú difficile andare a cercare prodotti autentici locali. una cosa simile succede con l'abbigliamento: non varia piú tanto da luogo a luogo, quanto da moda a moda, non si ripara piú qualcosa di rotto, la si compra nuova.

 

sopra poi si è parlato di consumi ma credo che molto peggio vada ad altre peculiarità delle realtà locali come ad esempio i divertimenti, che spesso spariscono completamente. i carri di maggio sono diventati una cosa pallosa per parecchi, troppo diversi da altre forme di divertimento considerate piú "eccitanti" ma che non hanno nulla di particolare che le distingue da un luogo ad un altro, nulla di "caratteristico". lo stesso vale per i film, quei film che ora vengono definiti spesso "all'italiana" un po' come se fosse un genere straniero non ci sono piú: i nuovi film italiani, in particolare quando cercano di essere realisti, descrivono una società che non ha piú molto di caratteristico o di locale proprio perché quella dimensione sta scomparendo, così come sta cambiando l'umorismo o il carattere degli italiani.

 

è piú facile notare ciò se vengono messe a confronto la generazione dei 70-80enni con quella degli attuali adolescenti, cosa mangiano, come si vestono, come parlano, come si comportano e così via. fra gli adolescenti ad esempio ma anche fra le altre fasce di età mi sembra di notare un'insoddisfazione dovuta alla mancanza di qualcosa di non definito (si cerca sempre piú spesso quello che non si ha) e quindi si fugge verso obiettivi facili e piú a portata di mano rispetto al passato (tutto quello che ad esempio ci viene venduto come "il meglio" del momento diventa sempre piú effimero), ma queste cose allo stesso tempo rendono le persone piú manovrabili. vabbè, me fermo... forse è meglio :P

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

su, mi allaccio a quella che voleva diventare una discussione ed è finita per essere un monologo approfittando di uno dei tempi piú caldi degli ultimi anni, l'immigrazione.

 

partendo dal presupposto che ogni tipo di barriera ideologica (confini nazionali, leggi, ecc.) è comunque apparente e spesso cozza con la effettiva realtà naturale, mi viene in mente un modo di dire delle nostre parti, ossia "ho trovato l'america". allo stesso modo in cui noi si sognava e si sogna ancora quest'ipotetica america, si sogna anche la vacanza nei paradisi tropicali, la macchina dalle mille funzioni, il mega televisore, il telefonino computer, i vestiti piú alla moda, la casa attrezzatissima, e così via.

 

guai se si smette di sognare in quanto si rischierebbe il crollo dell'economia, perfino nell'america dei sogni, e allora meglio indebitarsi e non smettere di comprare, di inseguire quell'ideale sempre nuovo di benessere che "è il migliore dei mondi possibili".

 

la macchina economica globalizzatrice ha bisogno di fagocitare mercato ed è così che esce fuori il lato totalitario del capitalismo, il quale finisce per coinvolgere paesi e comunità che in teoria non ne fanno parte. rompe le barriere ideologiche di cui sopra, mostra i denti nei paesi che incontra ed allo stesso tempo abbindola, distrugge, standardizza, fa sentire il profumo di quell' "america" e finalmente globalizza.

 

così come è stato cambiato e continua a cambiare il nostro modo di vivere, che si specchiava nei film e nei libri, negli sport, nei vestiti, nei piatti, fino alle feste e sagre di paese, vengono inquinate (in ogni senso) le altre civiltà e gli altri modi di vivere in nome di un progresso che le culture le ha a volte rese piú sopportabili e spesso le ha distrutte.

 

non so come si possano fare dei passi indietro, ma non sarebbe il caso di guardare comunque un po' al nostro passato e di ripensare il concetto di convivenza sociale? di organizzarci in modo da rendere piú vivibile la comunità e cercare alternative a questa dittatura dei sogni?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
new global

 

(con calma cercherò di spiegarmi)

1589072[/snapback]

Nomi alternativi per il movimento di conseguenza vengono usati spesso. Se attualmente si usano termini come new global (che ha comunque una connotazione più ristretta e meno radicale) o movimento dei movimenti, in passato è stato più usato il termine popolo di Seattle (con riferimento alle contestazioni lì avvenute nel novembre del 1999 durante una Conferenza dei Ministri in ambito OMC).

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso

×

Informazione Importante

Usando questo sito acconsenti ai nostri Termini D'uso. Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.