Vai al contenuto
bartolelli

L'INCREDIBILE CASO DEL BELGA CHE SI RISVEGLIA

Messaggi raccomandati

da http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/e...oma-23anni.html

 

 

Un belga rimasto paralizzato in un incidente. Il medico che lo ha aiutato:

"I pazienti spesso bollati erroneamente come incoscienti"

Creduto in coma per 23 anni

"Capivo e cercavo di urlare"

 

LONDRA - Per ventitré anni è stato considerato in coma, in realtà era vigile: ma Ron Houben, rimasto paralizzato in un incidente stradale quando aveva 23 anni, non riusciva a dire che capiva ogni cosa di quel che gli accadeva attorno. "Sognavo di alzarmi", ha raccontato Houben, oggi 46enne e in grado di comunicare grazie a un pc e ad una particolare testiera che gli consente di rapportarsi al mondo esterno. Secondo i medici era in un persistente stato vegetativo. "Urlavo ma non riuscivo a sentire la mia voce", è la sua testimonianza.

 

Dopo l'incidente, i medici di Zolder, in Belgio, utilizzarono i test in uso nella comunità scientifica prima di concludere che la sua coscienza era "estinta". Ma tre anni fa, nuovi scanner ultra-sofisticati hanno dimostrato che il suo cervello ancora funziona normalmente. Houben, la cui inquietante vicenda è stata raccontata dalla stampa britannica, ha descritto quel momento come la sua "seconda nascita". Il suo caso è venuta alla luce perché il neurologo che lo ha "salvato", Steven Laureys, l'ha raccontato in un articolo di una rivista scientifica. "Per tutto quel tempo ho letteralmente sognato una vita migliore.

 

"Frustrazione" è un termine troppo limitativo per descrivere quel che sentivo". Secondo Laureys, potrebbero esserci altri casi simili nel mondo; e la vicenda è destinata a risollevare il dibattito sul diritto a morire di chi è in coma. I medici a Zolder utilizzarono la Scala di Glascow, la stessa utilizzata internazionalmente, che valuta vista, parola e risposte motorie. Ma solo quando il caso fu riesaminato dai medici dell'Università di Liegi si scoprì che l'uomo aveva perso il controllo del corpo, ma era ancora perfettamente consapevole di quel che accadesse. "Voglio leggere - spiega adesso - dialogare con i miei amici, godermi la vita ora che la gente sa che non sono morto".

 

Secondo gli studi di Laureys, i pazienti in stato vegetativo spesso sono vittime di diagnosi sbagliate. "Chi viene bollato come "in stato incosciente" difficilmente riesce a sbarazzarsi di questo marchio. Solo in Germania", racconta il neurolgo dell'Università di Liegi, "ogni anno circa 100.000 persone soffrono di lesioni cerebrali traumatiche gravi. E tra le 3.000 e le 5.000 persone all'anno rimangono intrappolate in uno stadio intermedio, vivono senza mai tornare indietro.

 

 

 

 

 

 

Queste sono le due cose che mi hanno piu' colpito.

 

1) Parla solo attraverso il pc ;

2) dopo anni di 23 anni di stato vegetativo vuole vivere così

 

Considerazioni.

Urge una legge sul testamento biologico; se le cose rimangono così non si puo' rimettere la decisione se "staccare la spina" o no a genitori o parenti; nella nuova legislazione, se nulla prevede il "testatore", è giusto ipotizzare un silenzio assenso alla fine del trattamento , una sorta di presunzione di consenso alla morte? O basta un caso - come questo - di volontà di vivere senza funzioni (ma solo comunicando col pc) per sancire il silenzio rifiuto?

Che ne pensate?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

E' un gran bordello!!

E' evidente che la scienza deve progredire in questo senso, però resta sempre il dubbio sulla qualità della vita che ti si prospetta, e in questo solo l'interessato deve essere a decidere.

 

Per uno che si contenta di vivere il resto dei suoi giorni comunicando col pc, ce ne potrebbero essere altri 100 che di quel tipo di "vita" non saprebbero che farsene, preferendo morire.

 

E' un gran bordello e proprio per questo solo io ci voglio poter mettere bocca!!

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

E' un gran bordello e proprio per questo solo io ci voglio poter mettere bocca!!

1694624[/snapback]

 

 

La conclusione è questa e non se ne esce. Fra l'altro la Cassazione dice che - finchè le cose stanno così - è sufficiente la prova per testimoni per poter dimostrare la volontà in vita dell'interessato. Ma a questo stato di fatto va posto un rimedio, perchè basta un testimone falso (e i testimoni, in linea di massima sono tutti falsi) per decidere la vita o la morte di chi è in coma.

 

Però il dubbio che mi viene, ed è destinato a rimanere irrisolto, è sulla possibilità di cambiare la propria volontà.

Se a sto belga avessero detto:dopo 23 anni di coma, la tua prospettiva è vivere immobile e dilalogare con il pc, probabilmente avrebbe (preventivamente) negato il consenso al trattamento.

Ora però è contento di vivere così.

Questo problema del recesso dalla propria manifestazione di volontà (che è una scelta non preventivabile all'origine e che deriva dall'endemica propensione dell'uomo a cambiare idea in base al proprio vissuto e alle proprie contingenti esperienze di vita) nessuna legislazione potrà mai risolverlo.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

garantire la libertà di scelta di ogni individuo.

 

vuoi vivere in quel modo? massimo rispetto

decidi di non vivere in quel modo? massimo rispetto e la tua scelta deve essere parimenti attuabile in piena libertà

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Se a sto belga avessero detto:dopo 23 anni di coma, la tua prospettiva è vivere immobile e dilalogare con il pc, probabilmente avrebbe (preventivamente) negato il consenso al trattamento.

Ora però è contento di vivere così.

Questo problema del recesso dalla propria manifestazione di volontà (che è una scelta non preventivabile all'origine e che deriva dall'endemica propensione dell'uomo a cambiare idea in base al proprio vissuto e alle proprie contingenti esperienze di vita) nessuna legislazione potrà mai risolverlo.

1694626[/snapback]

 

gran bel problema e proprio perché nessuna legislazione può risolverlo, credo che a decidere debba essere io, in coscienza (anche se non piena visto quello che dice il belga...)

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
garantire la libertà di scelta di ogni individuo.

 

vuoi vivere in quel modo? massimo rispetto

decidi di non vivere in quel modo? massimo rispetto e la tua scelta deve essere parimenti attuabile in piena libertà

1694643[/snapback]

CREDO CHE SIA LA SCELTA MIGLIORE MA CHI TE LO FA FA...

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso

×

Informazione Importante

Usando questo sito acconsenti ai nostri Termini D'uso. Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.