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TERNI E' ANCHE QUESTO....

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L'INTEGRAZIONE POSSIBILE : 12 FAMIGLIE ITALIANE E 12 STRANIERE NEL VILLAGGIO 48 MANI

 

17 Luglio 2011 15.07 - di Adriano Lorenzoni - Fonte: Terni in rete - cod.292765

 

Succede a Terni , alla Gabelletta

 

L’ultima immagine che mi resta nella mente è anche la più bella. Un gruppetto di bambini, avranno 6/7 anni, italiani e stranieri, che giocano, scherzano e ridono, insieme. Senza alcun pregiudizio. Per loro, i bambini, effettivamente è più facile. Non hanno costruito barriere mentali e un bambino, resta comunque, un compagno di giochi, non fa alcuna differenza, il colore della pelle e nemmeno la terra d’origine dei suoi genitori.

 

E tutto è nato da un progetto denominato 48 mani, le 48 mani dei 24 capi-famiglia, 12 italiani, 9 albanesi, 2 indiani e 1 marocchino che hanno dato vita alla cooperativa 48 mani. E questa particolarissima cooperativa aveva sulle proprie spalle un compito arduo, la costruzione di un piccolo villaggio, 24 abitazioni dove, un giorno, sarebbero andati a vivere con le proprie rispettive famiglie.

 

“ Il primo mattone lo abbiamo posato nel 2004, ricorda Luli Pojani, che è stato anche Presidente della Cooperativa, lui , albanese, dal 1993 residente in Italia, per un breve periodo a Roma, poi a Terni. Doveva essere tutto pronto nel giro di due anni, invece, solo quest’anno siamo entrati nelle nostre case e ancora tutto non è a posto. Manca l'illuminazione esterna, i giardini non ci sono. Le case si, ci stiamo dentro, chi da dicembre del 2010, chi dall’inizio di quest’anno. Adesso c’è la strada asfaltata, siamo stati attaccati al collettore fognario “.

 

Un ritardo dovuto a incomprensioni con una organizzazione non governativa, la Cidis Alisei di Milano : “ Si, loro erano impegnati in diversi progetti, erano loro che gestivano i materiali ma c’è stata molta confusione, ci hanno fatto perdere molto tempo con discussioni lunghissime. Alla fine li abbiamo lasciati perdere “ . E voi, come vi eravate organizzati : “ noi lavoravamo alla costruzione delle case tutti i sabato e tutte le domeniche, anche 20 ore d’estate, quando le giornate di luce sono più lunghe. E’ stata una esperienza molto faticosa ma anche molto bella. Ci sono state persone che hanno lavorato anche 2 mila 600 ore, io stesso ho lavorato 2 mila ore “ . C’era un premio per chi lavorava di più? “ No, però , abbiamo stilato una classifica e chi ha lavorato di più ha scelto per primo la casa dove voleva andare ad abitare con la sua famiglia. Chi ha lavorato di meno, si è dovuto contentare di quella che gli hanno lasciato gli altri “.

 

Una storia incredibile, la costruzione di questo villaggio che si vede dalla strada principale che attraversa la Gabelletta. Con i suoi colori giallo e ocra. Con i costi che sono lievitati a dismisura rispetto al milione e mezzo di euro preventivato che , alla fine, sono diventati 2 milioni e mezzo. E ancora non sarebbero bastati se non fosse intervenuta la regione, con un proprio finanziamento a fondo perduto, a salvare la cooperativa che, nel frattempo , era saltata. Tanto che tutti hanno temuto che il progetto non andasse in porto . “ Si, ricorda ancora Luli, è stato nel 2007, quando i soldi sono finiti e la cooperativa stava fallendo e i lavori si sono bloccati. Non ci credeva più nessuno “ .

 

Sui soldi va detto che, l’allora giunta Raffaelli attraverso l’assessorato ai servizi sociali, aveva raggiunto un accordo con la Banca Carit che ha anticipato il milione e mezzo di euro dietro garanzia posta dello stesso Comune di Terni. “ E loro, i tecnici della Banca, venivano a controllare periodicamente l’avanzamento dei lavori, ricorda ancora Luli. Loro davano l’ok per ulteriori finanziamenti. I soldi arrivavano di pari passo con il prosieguo dei lavori “. Nel 2007 lo stop, doloroso. Il provvidenziale intervento della regione ha rimesso in moto la speranza di vedere realizzato questo ambizioso progetto. Nel frattempo, però, qualcuno ha smesso di crederci. Un cittadino albanese ha lasciato ed è subentrato un ternano. Alla ripresa dei lavori erano tutti molto sfiduciati tanto che nessuno ha voluto più lavorarci : “ se avessimo continuato a lavorarci noi, il sabato e la domenica quando avremmo finito? Dovevamo recuperare il tempo perduto, quindi abbiamo cercato delle ditte edili disposte a finire i lavori a determinate condizioni. E oggi siamo qui “

 

Con almeno 5 anni di ritardo, però, il villaggio 48 mani è una realtà. In una bella zona , quella della Gabelletta, da cui si vede, in lontananza la conca ternana offuscata da quella insopportabile cappa di afa che qui non c’è. Dalla montagna si incunea un’aria fresca che rende le terrazze di queste abitazioni dei piccoli paradisi. Le case sono belle. Io, scherzando con Luli, una casa così non ce l’ho. Vivo in un appartamento più piccolo a Borgo Bovio. “ Ah, io a Borgo Bovio non ci abiterei “ . Io, invece, ci sono nato e ci vivo da sempre.

 

Sono case di 150 metri quadrati, su più livelli. Io ho visitato la casa di Luli. Al piano terra la cucina e i servizi. Poche scale, in basso, e ci ritroviamo nella taverna abitabile. “ Qui le scale sono tante “. Infatti saliamo al primo piano e c’è un bel salotto, grande. Saliamo ancora. “ Qui entriamo nella zona notte “ . E infatti ecco la camera da letto, a sinistra e a destra i servizi. Ancora scale ed ecco la camera dove dorme la figlia di Luli Pojani e, accanto lo studio. Ancora scale. “ Qui vorrei fare un bagno per mia figlia, così questa diventa la sua parte di casa “ . Infine una porta che si apre su una terrazza. “ E’ qui che veniamo a prendere il fresco la sera “ Qui sono tutti amici. Certo qualcuno ha legato di più rispetto ad altri. E’ normale. Ma un legame profondo li unisce, italiani e stranieri. Hanno passato giorni duri. Hanno faticato insieme, hanno sudato insieme, hanno preso un sacco di freddo, l’inverno, insieme. “ Poi, però, accendevamo il fuoco. Cuocevamo l’arrosto. Ci raccontavamo la nostra vita, i nostri problemi, anche le nostre piccole gioie. Questo ci ha unito molto. Ci ha fatto diventare amici “.

 

Ora si devono restituire i soldi che la banca ha anticipato. “ Credo che da agosto, o settembre, cominceremo a pagare le rate mensili del mutuo. C’è chi ha contratto un mutuo per 25 anni, chi per 15 “. L’investimento finale sarà di circa 120 mila euro. “ Se il Comune non avesse fatto quell’accordo con la Banca io non avrei mai potuto avere una casa di mia proprietà. Non avevo certo i soldi da anticipare “

 

Ci sono voluti 7 anni per completare il progetto 48 mani. “ Volevamo chiamarlo così il villaggio ma l’ufficio toponomastica del Comune ci ha detto che non è possibile. Questa è via Vallemicero e lo sarà anche per il nostro villaggio “.

 

Tanto tempo ma è una bella storia, a lieto fine, che meritava di essere raccontata. L’eco dei ragazzini che giocano mi accompagna fino alla Golf. Succede a Terni, alla Gabelletta. Se passate in zona date uno sguardo a quel villaggio dai colori giallo-ocra.

Modificato da passaparola

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Tutto bello per carita'!

;)

Ma vedere dalla strada quella bruttura de struttura a mo' de Quartiere Scampia me mette tanta ma tanta tristezza! :(

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Ma vedere dalla strada quella bruttura de struttura a mo' de Quartiere Scampia me mette tanta ma tanta tristezza! :(

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Vabbè, ultimamente de complessi residenziali osceni ne stanno a venì su a bizzeffe, poi da quelle parti pare che ce studiano la notte pe fa ogni casa de un colore diverso, pare lu villaggio de li puffi!

Però è l'iniziativa che va apprezzata. Dovrebbe essere da esempio.

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Ma vedere dalla strada quella bruttura de struttura a mo' de Quartiere Scampia me mette tanta ma tanta tristezza! :(

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beh, mo' che non siano progettate da nobel dell'architettura mi sta bene, ma paragonarle a Scampìa mi sembra un tantino esagerato:

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Ma vedere dalla strada quella bruttura de struttura a mo' de Quartiere Scampia me mette tanta ma tanta tristezza! :(

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beh, mo' che non siano progettate da nobel dell'architettura mi sta bene, ma paragonarle a Scampìa mi sembra un tantino esagerato:

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Per vedere situazioni estremamente brutte non serve arrivare a Scampia, basta vedere la zona di S. Valentino, via S. Lucio, S. Efebo etc.

Queste in oggetto sono di un altro pianeta.

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