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Freak Brother 1973

A Hillary Clinton je piace la picchia?

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http://www.corriere.it/esteri/15_agosto_26/bussa-porta-mia-stanza-email-hillary-all-assistente-ba201f18-4bc0-11e5-b0ec-4048f87abc66.shtml

 

 

LA STORIA
«Bussa alla porta della mia stanza» Le email di Hillary all’assistente
Il «New York Times» indaga su un legame molto speciale
di Giuseppe Guastella
Quanto vale per un politico che aspira alla presidenza della più grande potenza del mondo poter contare sulla devozione e sulla fedeltà dei collaboratori più stetti? Per Hillary Rodham Clinton non c’è prezzo per ciò che è in grado di darle Huma Abedin, la donna da molti anni a lei più vicina, colei alla quale è perfino concesso di bussare direttamente alla porta della sua camera da letto.
Da quando è scoppiato il caso delle email, l’entourage della Clinton ha eretto un alto muro di protezione anche a difesa di questa 39enne musulmana di padre indiano e madre pachistana che, nata a Kalamazoo (Michigan), ma cresciuta in Arabia, cominciò a collaborare con lo staff dell’ex first lady ad appena 19 anni, mentre ancora studiava alla George Washington University.
Sull’uso da parte di Hillary Clinton di un server privato per la posta elettronica mentre era segretario di stato con Barack Obama, il Dipartimento della Giustizia e l’Fbi stanno indagando per capire se sia stata violata la legge sulla gestione di documenti riservati e segreti. Clinton, che è in corsa per le presidenziali del 2016, ha consegnato ai «Federali» una copia della memoria del server che era basato a New York nella sede di una società privata, fuori dal controllo delle autorità governative, sostenendo pubblicamente di non aver mai ricevuto o trasmesso documenti classificati come «riservati» o «top secret».
L’inchiesta si è estesa ai suoi collaboratori che hanno usato la stessa posta con estensione «clinton.com», quindi anche alla Abedin, scoprendo che tra gli oltre 30 mila messaggi consegnati da Hillary Clinton, almeno 305 contenevano informazioni riservate. Moltissime le email scambiate con Abedin, che gestiva anche la posta del suo capo, tra le quali una in cui, come rivela il New York Times , alla richiesta della stessa Abedin di come potesse fare per incontrarla al più presto, l’ex segretario di stato risponde: «Solo bussare alla porta della camera da letto se è chiusa». Lo stretto rapporto tra le due donne ha ispirato in passato anche teorie cospirative, come quando qualcuno lanciò sospetti sul passato della Abedin in Arabia e sulla sua influenza sul segretario. Fandonie - fu la risposta dei consiglieri della Clinton - che avevano lo scopo di danneggiare Hillary Clinton macchiando la reputazione della sua principale assistente, colei nei cui confronti nutre una fiducia incondizionata. Un rapporto così stretto che nel 2007 il magazine Vogue scrisse che Huma Abedin era «l’arma segreta» di Hillary. Ora il New York Times la definisce addirittura una «figlia surrogata».
Hillary, che non mancò nel 2010 al matrimonio di Huma, la vuole sempre al suo fianco nei viaggi e vuole che sia anche lei ad occuparsi della campagna elettorale come vice responsabile della raccolta dei fondi di alcuni sostenitori. Un paio di anni fa, i repubblicani sollevarono dubbi su un conflitto di interessi nell’assunzione della Abedin nello staff della Clinton al Dipartimento di Stato, con un contratto che le consentiva di ricevere pagamenti anche da privati, come la Fondazione Clinton e lo studio di consulenza Douglas J. Band, che fu consigliere di Bill Clinton alla Casa bianca. Quando la questione è riemersa nei giorni scorsi, l’avvocato della donna ha dichiarato che si stava «offuscando la sua reputazione con affermazioni senza fondamento». Anche John Podesta, il responsabile della campagna elettorale della ex first lady, è corso in difesa della sua vice: «È parte integrante del team e non tollereremo questo tentativo di farla a pezzi».
26 agosto 2015 (modifica il 26 agosto 2015 | 09:54)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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