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FAME NEL MONDO...

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CONSUMATORE, giovane o vecchio che tu sia, per cortesia, esci dall'apatia!

Spendi un attimo del tuo tempo per leggere questa missiva e se puoi inoltrala ad altri indirizi, GRAZIE!

Ecco la goccia che fa traboccare il vaso!

Nestlé batte cassa in Etiopia esigendo 6 milioni di dollari come risarcimento dal paese più affamato del mondo.

Per Nestlé è "una questione di principio"

La Nestlè che è il più grande produttore di cibo mondiale, un gigante del settore agro-alimentare, con stabilimenti in più di 80 paesi ed un giro d'affari di miliardi e miliardi di dollari, rivendica nei confronti del governo dell'Etiopia, poverissima ed in preda ad una grave carestia (forse più grave della terribila fame degli anni '80), un risarcimento pari a 6 milioni di dollari. La causa è stata la nazionalizzazione di un'azienda avvenuta nel 1975 dopo un colpo di stato militare avvenuto in quel paese.

Un solo anno di vendite realizzate da Nestlé è pari a 8 volte il Prodotto interno lordo della misera Etiopia...

ECCO QUINDI LA PROPOSTA:

PER UN Pò DI TEMPO, CI AUGURIAMO IL PIù POSSIBILE, SOSPENDIAMO L'ACQUISTO DEI PRODOTTI DI QUESTA MULTINAZIONALE ED IN PARTICOLARE I PRODOTTI SIMBOLO DELLA NESTLé: NESCAFE' E NESQUIK.

RICORDA QUESTI MARCHI PERCHè SEMBRA POCO ED INVECE è MOLTO, UN CALO NELLE VENDITE (anche minimo) COLPISCE L'IMMAGINE DELLA SOCIETà E PUò COSTRINGERLA A REIMPOSTARE LA SUA POLITICA DI PUBBLICHE RELAZIONI.

Ogni singolo consumatore, se unisce i suoi sforzi insieme a quelli degli altri, ha il potere di far vacillare questi imperi ed in fondo, diciamoci la verità, a noi costa poco, basta allungare la mano sullo scaffale e prendere il prodotto a fianco!

Se vuoi allargare il tuo gesto di solidarietà evitando il più possible i prodotti Nestlé eccoti i marchi più conosciuti:

BEVANDE: Nescafè, Nesquik, Nestea, Orzoro

ACQUA MINERALE: Perrier, Vittel, Acqua Vera, San Bernardo, San Pellegrino, Panna, Levissima, Pejo, Recoaro

DOLCI: Smarties, Kit Kat, Galak, Lion, After Eight, Quality Street, Toffee, Polo, Rowntree, Motta, Alemagna

CIOCCOLATO: Perugina, Nestlé

SALUMI: Vismara, King's

OLIO: Sasso

CONSERVE: Berni

FORMAGGI: Locatelli, Hirz

PASTA: Buitoni, Pezzullo

DADI PER BRODO: Maggi

SURGELATI: Findus, Surgela, Mare Fresco, La Valle Degli Orti

GELATI: Motta, Alemagna, Antica Gelateria del Corso

PASTA PER DOLCI:_ Leisi

MAYONESE: Thomy

CIBI PER ANIMALI: Friskies, Buffet

COSMETICI: L'Oreal, Lancome

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e ancora.......

 

 

 

 

Curiosità sulla Nestlè: Come ripetutamente segnalato dall'UNICEF la Nestlé viola il codice internazionale redatto dall' Organizzazione Mondiale della Sanità che proibisce la promozione dell'uso di latte in polvere per l'alimentazione dei neonati...bisogna sapere che nelle società povere, i bambini allattati artificialmente sono 25 volte più esposti alla morte di quelli allattati al seno.

Il premio Nobel Dario Fo ha sparato a zero contro la Nestlé, responsabile di aver diffuso in Africa il latte in Polvere: "Hanno compiuto una strage infame dicendo che andavano a salvare l'umanità. Ma sono andati solo per interesse di mercato".

Padre Pier Maria Mazzoli (direttore del mensile Nigrizia) ha presentato il punto di vista dei missionari che esprimono forti perplessità e disaccordo sulla politica delle multinazionali Dal Monte: Frutta, De Beers: diamanti, Shell: petrolio ma Nestlè in particolare perchè è una delle più potenti con una affermata presenza in Africa.

Beppe Grillo ha attaccato le multinazionali della chimica e i brevetti di tutte le nuove forme di vita. "Sapete cos'è la Novartis? E' un'azienda nata dalla fusione di Ciba e Sandoz. La Ciba ha prodotto in Giappone un farmaco che nel primo mese ha fatto 30 morti e 3000 un anno dopo. La Sandoz ha invece il premio per i pesticidi: ha gettato tonnellate di rifiuti tossici nel Reno, dandoci i "pesci-diesel". Ciba e Sandoz insieme? E' come se Totò Riina e Pacciani si fossero associati per creare un asilo per bambini".

Ornella Martini: "Ho smesso di mangiare il panettone Motta quando mi sono accorta che è della Nestlè..." Ed inoltre: Una delle ultime azioni contro tutti noi è stata quello di far passare la possibilità di etichettare come cioccolato, prodotti fatti anche senza il cacao, pensate un pò...!.

....e d'altra parte, così facendo si abbassano ancor più i prezzi pagati ai contadini del Sud del mondo produttori del vero cacao.

.......Perciò Nestlè, sai cosa noi ti diciamo?

Buopn boicottaggio della NESTLE' a tutti..!

...e ricorda di passare il messaggio agli amici....

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SE NON CI FOSSI IO...................

 

 

La supermucca vi informa:

http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/2692101.stm

 

In pratica l'articolo dice che in seguito alle proteste dell'opinione pubblica, da 6 milioni di euro la nestle' ha negoziato 1,5 milioni di euro, subito devoluto.

 

(ringrazio Paolo Attivissimo che mi ha fornito queste info)

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Piuttosto la c'è chi fa di peggio....

 

Ci sono numerosissimi siti (come http://www.tmcrew.org/csa/l38/multi/nestle.htm, giusto per citarne uno) che invitano a boicottare la Nestlé perché la sua campagna di promozione del latte artificiale starebbe causando la morte di tanti bambini nei paesi sottosviluppati, scoraggiando l'allattamento al seno.

 

Il ragionamento proposto dai siti che promuovono il boicottaggio è grosso modo questo: Nestlé produce latte in polvere per neonati, e per aumentarne le vendite nei paesi poveri usa metodi scorretti per indurre le neomamme a non allattare al seno e adottare invece il suo latte in polvere. Fra questi metodi scorretti ci sono cartelloni pubblicitari in cui l'allattamento artificiale è presentato sistematicamente come “moderno” e “civile” (mentre quello al seno è presentato come cosa “da terzo mondo”), confezioni omaggio che durano quanto basta per far andar via il latte naturale della neomamma (che a quel punto non ha più scelta), pressioni psicologiche (persone che si spacciano per medici o infermieri e accostano le mamme elogiando le virtù del “progredito” latte artificiale), e così via.

 

Il problema è che il latte in polvere costa più di quanto possano permettersi gran parte delle mamme di questi paesi, che pertanto tendono a diluirlo oltre la dose corretta. Di conseguenza, il neonato non viene nutrito a sufficienza, senza contare che il latte artificiale non è nutriente e ricco di anticorpi quanto quello naturale. C'è di peggio: siccome il latte artificiale va diluito con acqua, e l'acqua sterile è difficile da trovare, le mamme finiscono per preparare il latte artificiale usando acqua sporca o infetta, con gravissimo rischio per la salute del neonato.

 

In altre parole, incoraggiando l'allattamento artificiale si rifila ai neonati latte sintetico, oltretutto diluito e preparato con acqua contaminata. Un veleno, insomma. Un veleno di cui è responsabile Nestlé. Pertanto, sostiene l'appello, è importante fare pressioni su Nestlé affinché cessi questa politica e rinunci a vendere il latte in polvere nei paesi poveri. L'unico modo per esercitare queste pressioni è il boicottaggio, da parte di noi consumatori occidentali, dei suoi prodotti.

 

===

 

Per chiarire come stanno davvero le cose ho cercato fonti “super partes”, e mi sembra che l'UNICEF possa avere questo ruolo. Sul sito dell'UNICEF (http://www.unicef.org) viene pubblicato periodicamente un rapporto sulla condizione dei bambini nel mondo intitolato “Progress of Nations”, la cui edizione 1997 (http://www.unicef.org/pon97/mainmenu.htm) contiene un articolo molto eloquente sull'argomento dell'allattamento artificiale.

 

L'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'UNICEF consigliano che i neonati siano alimentati esclusivamente con latte materno -- nient'altro, nemmeno acqua -- per i primi sei mesi circa della loro vita. A livello mondiale, si stima che la riduzione dell'allattamento artificiale e un miglioramento delle pratiche di allattamento al seno potrebbero salvare 1,5 milioni di bambini l'anno.

 

Il rapporto conferma le asserzioni dei boicottatori: in molti paesi il latte artificiale viene promosso scorrettamente come “superiore” al latte materno, e le campagne pubblicitarie hanno un effetto notevole:

 

* “non è una coincidenza che le percentuali di allattamento al seno siano alte in paesi come il Burundi e il Ruanda, dove il marketing è scarso”

* “Le persone che vivono nei paesi poveri vengono spesso convinte dalla pubblicità che l'allattamento artificiale sia la cosa moderna da fare. Avendo vissuto in Nigeria e viaggiato in gran parte dell'Africa e dell'Asia, posso riferire che i fabbricanti di latte artificiale usano sistematicamente immagini di medici bianchi circondati da neonati neri o asiatici per promuovere i propri prodotti come la maniera moderna, sana, 'da primo mondo' di crescere un bimbo. E' un messaggio molto potente e persuasivo, veicolato da immagini di modernizzazione”

* “I campioni gratuiti, specialmente quelli dispensati dagli operatori sanitari, sono una forma di promozione particolarmente insidiosa. Una mamma può passare facilmente dall'allattamento al seno a quello artificiale, ma il contrario è tutt'altra faccenda. Il neonato, dopo essere stato nutrito con campioni gratuiti di latte artificiale anche soltanto per qualche giorno, si abitua alla tettarella e tende a rifiutare il seno. Intanto che il neonato beveva latte artificiale, la produzione materna di latte è calata”

 

L'articolo segnala inoltre che esiste un codice di comportamento per la vendita di sostituti del latte materno, denominato “International Code of Marketing of Breast-milk Substitutes” (disponibile per esempio presso http://www.ibfan.org/english/resource/who/.../fullcode.html), redatto dall'UNICEF e dall'OMS, adottato nel 1981 dall'Assemblea Mondiale della Sanità e sottoscritto dai produttori di latte artificiale. Questo Codice prevede esplicitamente di proteggere l'allattamento al seno come “un modo senza rivali di fornire il nutrimento ideale per la crescita e lo sviluppo salutare dei bambini”

 

Il Codice è soltanto una raccomandazione, sia pure autorevole, che spetta agli stati membri convertire in legge e far rispettare. C'è una tabella UNICEF (http://www.unicef.org/pon97/league2.htm), ahimè non recentissima (1997), che elenca quali paesi poveri (e ricchi) hanno adottato il Codice e in che misura lo hanno fatto. Fra gli scopi di questo Codice c'è quello di garantire che i sostituti del latte materno non vengano commercializzati o distribuiti in maniera da interferire con la protezione, la promozione e l'assistenza all'allattamento al seno.

 

Insomma, non vi è dubbio che il latte artificiale sia peggiore di quello naturale e che venga effettivamente propagandato scorrettamente nei paesi del Terzo Mondo (e probabilmente anche in molti di quelli del primo) asserendo che è migliore del latte materno, proprio come sostengono i boicottatori.

Ma non è soltanto colpa di Nestlé...

 

L'appello al boicottaggio parte dunque da una premessa validissima, ma si perde quando propone di punire Nestlé tramite il boicottaggio. Infatti un rapporto citato nel testo UNICEF e intitolato “Cracking the Code” dimostra che ben 32 società hanno violato sistematicamente il Codice che avevano sottoscritto. Fra queste aziende c'è sì Nestlé, ma ci sono anche molti altri nomi più o meno conosciuti: Gerber, Mead Johnson, Milupa, Heinz, Nestlé, Nutricia, Wyeth, Chicco, Johnson & Johnson, Abbott, Snow, Hipp, per esempio. Quindi limitare il boicottaggio alla sola Nestlé è scorretto, anche se i boicottatori si giustificano sostenendo che Nestlé è quantitativamente la principale colpevole e che se la si convince a mettersi in regole gli altri pesci piccoli seguiranno a ruota.

 

Un aspetto interessante del rapporto è che le pratiche scorrette non sono limitate al terzo mondo, ma avvengono anche in Polonia, per esempio, e persino in Italia. Chiaramente, in un paese abbiente promuovere il latte artificiale è eticamente meno grave che in un paese povero, dato che la mamma “del primo mondo” ha facile accesso sia ad informazioni obiettive da altre fonti, sia ad acqua pulita, e quasi sicuramente può permettersi il latte artificiale in termini economici.

 

L'altra considerazione importante è che parte della colpa spetta anche ai governi che non fanno le leggi. Per esempio, nel 2001 il Brasile introdusse leggi severe che vietano di usare immagini di bambini, biberon o giocattoli nelle confezioni del latte artificiale e degli omogeneizzati e di apporre chiare avvertenze del fatto che questi prodotti non vanno utilizzati prima dei sei mesi di vita. Gerber e Nestlé furono le prime aziende ad adeguarsi (http://www.ibfan.org/english/news/press/press15may01.html).

 

===

 

Occorre fare attenzione a non scivolare nell'eco-fondamentalismo che spesso fa da sottofondo a questi appelli. Anche i processi naturali possono far male, e l'allattamento al seno non fa eccezione. Nella loro foga di boicottare la multinazionale di turno, molti dimenticano di considerare che l'allattamento naturale trasmette l'AIDS. Se la madre è infetta e allatta al seno, può trasmettere l'AIDS al neonato. In casi come questi, tragicamente diffusissimi in molti paesi poveri, l'allattamento al seno è un pericolo e quello artificiale, fatto correttamente, sarebbe la salvezza.

 

 

 

Estratto dal sito di Paolo Attivissimo

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