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Viciani

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Tutti i contenuti di Viciani

  1. Viciani

    Io sono la Ternana

    Posso esse serio un attimo? Poi tornanmo a scrive la cazzate, che la vita è anche e soprattutto quello... Ma voi che pensate ci sia alla base del fatto che centinaia, migliaia di adulti (più o meno equilibrati) passino diversi minuti (o ore) della giornata a seguire un forum come questo, a scrivere 300 e passa pagine di interventi su un calciomercato che peraltro non esiste? Il fatto è che, se lo facciamo, all'origine non può che esserci quella roba lì, che dicevo nel primo intervento: voglia di stare insieme, di divertirsi, di sfuggire ai momenti di disperazione della vita, di sentirsi parte di qualcosa. In poche parole di fare festa, intesa nel senso più profondo del termine. Non è un posto secondario quello del calcio nella società di oggi e sostituisce il ruolo che le feste hanno sempre avuto in tutta la storia dell'umanità. La nostra città, Terni, per tanti motivi, ha sempre avuto bisogno di festa, di senso di comunità, d'identità. Più di tante altre città. Perciò è importante difendere la Ternana, non solo perché ce piace vede' cuzzula' il pallone. C'è molto di più. E se ci fanno credere che non si può far più festa intorno alla Ternana, secondo me dobbiamo impedirlo in tutti i modi. Perché la festa, la voglia di stare insieme, insomma...siamo noi. Per quegli altri la questione si risolve in un affare di soldi, di quote (sotto sequestro) e di bilanci, di stipendi e di contratti. Per noi no. E guardate che, secondo me, la voglia di far festa e di stare insieme non dipende necessariamente dalla categoria in cui si gioca. Sennò non saremmo stati in quindicimila a Cesena. Dipende solo da noi. Anche cacciarli via, se non ci piacciono più. Anche ricominciare da zero. Ma ci vogliono tanto impegno e tanta voglia di stare uniti, insieme. E' questo il punto. Ce l'abbiamo davvero? Sennò ce meritamo tutto... E ahivoglia a scrive le poesie
  2. Viciani

    Io sono la Ternana

    Purtroppo è vero. Non ci sono dubbi. Quello che volevo dire è che sotto la cenere forse un po' di brace è rimasta. Alla più brutta ce faremo le sarsicce!
  3. Viciani

    "i Ternani si sentono poco perugini" commenti e riflessioni

    Questo "giornalista" lo conosciamo da vent'anni. Il problema che pone è: "I ternani non si sentono umbri". La replica è semplice: "I ternani non VI sentono umbri". STOP PS: contro il Real Madrid sabato sarà durissima. Ma essere a pari punti con la corazzata per noi è un grande onore. Non durerà.
  4. Viciani

    COSTA - FERRI

    C'è anche la manita di Imola, con Costa! Breve storia delle manite rossoverdi 25 ottobre 2013 alle ore 20.31 PubblicaAmiciSolo ioPersonalizzataAmici più strettiGiornalistaVedi tutte le liste...Liceo Classico Terni G. C. TacitoArea di TerniFamiliariUniversità degli Studi di PerugiaConoscentiTorna indietro E’ proprio vero, come dice un vecchio adagio del tifo rossoverde, che semo nati pe’ tribbola’. Nella storia della Ternana, che pure di campionati ne ha vinti, di vittorie larghe, come quella di sabato scorso con il Novara, ce ne sono davvero poche. Le Fere preferiscono vincere soffrendo e facendo soffrire. Le goleade le abbiamo viste solo in televisione. Anzi, il più delle volte le abbiamo subite: come non ricordare il famigerato 1 a 7 al San Paolo contro il Napoli nella seconda stagione di serie A, o il più infamante 2-6 casalingo contro quella Casertana in cui militava un giocatore precocemente incanutito, a noi non molto caro…. Se le goleade a nostro favore sono poche, ancor di meno – per restare alle colorite definizioni spagnole - le manite, ovvero le vittorie in cui i gol si contano con le dita di una mano, cinque, come quella sulla quale ha messo il sigillo lo scatenato Mirco Antenucci. Sì, è vero, il potente Database rossoverde (www.databaserossoverde.it), di 5 a 0 casalinghi nella lunga storia della Ternana, tra campionato e coppa, ne ricorda un bel po’. Però nella memoria dei tifosi di oggi, di quelli un po’ più svezzati diciamo, di 5 a 0 per le Fere ne restano davvero pochi. Forse tre. Il primo ha il sapore dell’infanzia e dei ricordi di un’altra Italia. Era il 16 dicembre 1973, la seconda domenica dell’austerity. Per la crisi di Suez il Governo italiano, ma anche quelli delle altre nazioni europee, avevano imposto un regime di austerità draconiano con annessa drastica riduzione dei consumi energetici: nella pubblica illuminazione si poteva tenere acceso un lampione sì e uno no, le insegne dei negozi dovevano essere spente e – soprattutto – di domenica non si potevano usare le automobili. Insomma, in giro c’era poco traffico e un bel po’ di depressione. Perciò allo stadio si andò tutti a piedi. Ma quel giorno le Fere, al contrario delle automobili e dei lampioni, non risparmiarono l’energia. Era la squadra appena retrocessa dalla serie A, con in panchina Enzo Riccomini, quella che avrebbe subito riconquistato la massima serie. In campo contro il Brescia, in uno stadio affollatissimo, andarono giocatori del calibro di Garritano, Prunecchi (che in quella stagione segnò 13 gol), Crivelli, Platto e il portierone Nardin. La partita finì, appunto, 5 a 0 per noi, alla faccia dell’austerity. E quella volta il sigillo sulla manita, con due gol realizzati, ce lo mise Rino Gritti, potente mediano, dotato di un tiro al fulmicotone, specie su calcio piazzato, con il quale una volta – quando giocava con la maglia della Lazio – impallinò da trenta metri anche il grande Dino Zoff, che con i tiri da lontano, per la verità, non ha avuto mai tanta confidenza. Tuttavia quel giorno di dicembre del ’73, Gritti – che poi giocò anche il successivo campionato di serie A con le Fere – uscì dal Liberati tra gli applausi del pubblico, sorridente. E così ci piace ricordarlo, considerando il terribile destino che lo aspettava di lì a poco, quando dovette combattere con una malattia che si dimostrò ben più potente del suo tiro. Ma non sempre, come in quell’occasione, le manite rossoverdi, hanno contrassegnato una stagione trionfale. Anzi: gli altri due 5 a 0 scolpiti nella memoria del tifoso moderno (si fa per dire!) furono invece delle grandi illusioni, in due stagioni in cui alle aspettative non seguirono i risultati attesi. Nel 1980, la Ternana dopo il più grande ciclo della sua storia tra serie A e serie B, era retrocessa in serie C, al termine di una stagione incredibile, durante la quale, nonostante i risultati altalenanti in campionato, era riuscita a raggiungere la semifinale di Coppa Italia. Per questo tutti i tifosi si aspettavano che la discesa nella categoria inferiore fosse solo uno scivolone, rapidamente rimediabile, con una subitanea promozione. A conferma (illusoria) di questa tesi venne il risultato della seconda di campionato: la Ternana, che pochi mesi prima se la vedeva con Roma, Napoli e Verona, ospitò il modesto Francavilla. Sulla panchina delle Fere c’era il ternano Omero Andreani e in campo tanti ragazzi che ancora in molti ricordano: Pozza, Pedrazzini, Codogno, Redomi, Malerba, Valigi, Stefanelli, Nuciari, Fucina e la punta Giovanni Gino. Il ricordo di quest’ultimo riguarda più la particolarità del cognome, piuttosto che la sua abilità in campo. Gino-gol, segnò poco quell’anno. Ma la Ternana al Francavilla ne fece cinque di reti, compresa quella,quasi da centrocampo, di Erasmo Lucido. Tutti uscimmo dal Liberati convinti che la serie C sarebbe stata una passeggiata. Invece fu un calvario, che durò più di un decennio. E anche quando riconquistammo la serie B, fummo costretti subito a capitolare, con il fallimento di Gelfusa, e a ricominciare tutto daccapo, passando per l’inferno della serie D, quando – per dirla con gli Altoforno – fummo costretti a giocare anche con l’Ostiamare. Infine, nel ’95, ma solo grazie a un ripescaggio, approdammo di nuovo in C2. All’inizio del campionato c’era comunque grande entusiasmo e in tanti si misero in macchina e in bus per la prima trasferta ad Imola. Qui, la squadra allenata dal “mago” Silva, dilagò, con una rarissima manita lontano dal Liberati. Zero a cinque per le Fere che quell’anno però non riuscirono a vincere il campionato, considerato che la grande risalita cominciò solo la stagione successiva con Delneri. A mettersi in luce nella squadra di Silva nel ’95-‘96 fu soprattutto una giovane punta, Costa, che realizzò 16 reti. Costa andò a segno anche il giorno della manita di Imola. E qualcuno degli Ultrà in trasferta chiedeva disperato: “Aò, ma come se chiama Costa de nome?”. Il tifoso più informato sul nuovo giocatore appena acquistato, gli strillò: “Costa se chiama Alessandro!”. “Ah , vabbe’, grazie!”, rispose il capo ultrà. E lanciò il coro: “Lode a te, Alessandro Costa!”. E tutti gli andarono dietro con grande entusiasmo, sull’onda della speranza che una manita lascia sempre nel cuore del tifoso. Per TernanaNews 26.10.2013
  5. Viciani

    Terni Rugby: inizia l'avventura dei Draghi!!!

    Prima di tutto mi scuso. Distratto ormai da altre piattaforme social ho messo in disparte il forum. Invece ieri sera mi è ricapitata sotto gli occhi questa sezione. Che in effetti è diventata un archivio della memoria, per tutti noi del Terni Rugby. Per questo volevo ringraziare gli amministratori di rossoverdi.com che nell'ormai lontano 2006 ci accolsero a braccia aperte. La presenza su rossoverdi.com ci ha consentito di crescere e di farci conoscere. Oggi siamo diventati una bella realtà e rileggendo i primi post è quasi incredibile quanto è stato fatto in questi pochi anni. La promozione in serie B è solo uno dei risultati raggiunti. Stiamo diventando un club, abbiamo quasi 250 iscritti, anche se, tanto per cambiare, in questi giorni stiamo sudando non solo per il caldo, ma anche per trovare una casa, più o meno definitiva. Per questo vi ringrazio ancora e vi invito a sostenerci sempre di più! Grazie Rossoverdi.com e forza Draghi!
  6. Viciani

    NUOVO MANTO "ERBOSO"

    posto che il lavoro del terreno non era necessario, tanto meno una priorità come invece è stata - incomprensibilmente - ritenuta (priorità era l'adeguamento dello stadio a norma per la serie B e non il campo), una volta presa questa discutibile decisione del rifacimento del manto, era doveroso fare le cose come prevedono le regole. come fà qualsiasi persona sensata, prima ti informi, e bene, sulle regole da seguire, valuti costi e tempi, e poi fai i lavori, non il contrario come è stato fatto. fatto ormai l'arrosto, presumo che tu abbia ragione, perchè, premesso che non capisco nulla di fondi erbosi, e vado a naso, credo che una volta stesi 'stì cazzo de rotoli non penso ci si possa giocare subito, ma bisognerà dare tempo all'erba di attecchire ed al fondo di stabilizzarsi, altrimenti, come già scritto da altri, i giocatori alla prima scivolata se arrotolano come involtini, senza pensare poi cosa potrebbe succedere in caso di pioggia credo sia stato fatto un vero papocchio (usando un eufemismo), i cui effetti negativi potrebbero essere non solo la prima partita in casa giocata fuori, ma ben maggiori. spero vivamente di sbagliarmi. 2140704[/snapback]
  7. Viciani

    se il tifoso fosse considerato un cliente...

    i clienti ideali delle società di calcio sono gli abbonati a Sky
  8. Viciani

    NUOVO MANTO "ERBOSO"

    Ho visto le previsioni meteo per sabato 1 settembre. Pioggia dalle ore 20: un'ottima occasione per testare le nuove zolle
  9. Viciani

    Un nuovo libro sulla Ternana di Viciani

    Perdonate l'autopromozione. Se potete! sennò cancellate pure :-) Però chi mi conosce lo sa che lo faccio soprattutto per condividere ricordi e cercare di capire se sotto la cenere c'è ancora un po' di passione. Insomma: da oggi in libreria... [attachmentid=76354] Il gioco è bello quando è corto 1972, l'avventura in serie A della Ternana di Viciani di Gian Luca Diamanti. InterMedia Edizioni Ne succedevano di cose strane in quegli anni. Nel '68 la rivolta degli studenti, nel '69 il primo uomo sulla luna e, nel'72, la Ternana in serie A. Davide contro Golia. Cardillo e Marinai contro Rivera, Mazzola e Gigi Riva. Anni di grandi sogni come quello di una città operaia, grigia e fumosa che voleva sentirsi diversa, più grande, più bella perfino. O quello di una comunità fino ad allora unita solo dal lavoro, che scopriva un nuovo modo di stare insieme. Lo faceva immedesimandosi totalmente nella sua squadra di calcio, la Ternana allenata da Corrado Viciani. La squadra del gioco corto, dove non c'erano campioni, ma solo un grande collettivo, una catena di montaggio. Una squadra operaia, nella città più operaia d'Italia. Che vinse alla grande un campionato di serie B mettendo alle corde squadroni come la Lazio, il Palermo, il Bari e che per quasi tutto il girone d'andata del campionato successivo in serie A fece parlare di sé l'Italia intera. Prima di crollare, restando senza fiato. Perché la favola dei rossoverdi di Viciani e del presidente Taddei, raccontata in questo libro dalle voci dei tifosi di allora e rivissuta, quasi in diretta, attraverso le cronache giornalistiche di quei giorni, è una favola senza lieto fine. Come tutte le favole vere. Ma che forse, proprio per questo, merita di essere raccontata ancora. Perché narra di un altro calcio, di un altro mondo e di sogni che vorremmo ancora avere. Come quelli che facevamo da piccoli sfogliando l'album delle figurine Panini.
  10. e po' dacce l'indirizzo e dije a le mignottone de facce lu sconto de lu 50% se quanno risponne a lu citofono je damo come parola d'ordine: "rossoverdi.com"!!! 2089536[/snapback] Me pare un'ottima idea! Prevederò anche uno sconto comitiva! S'organizzano i pullman! 2089574[/snapback] La stirpe del drago già ne ha riempito uno... 2090064[/snapback] in questo caso però serve la tessera...sanitaria :-) ... vabbè ma 'sto monolocale allora? :-) .
  11. ho da affittare un monolocale grande, 40 metri quadrati, ristrutturato, con cucina nuova, lavatrice e due posti letto al secondo piano, in corso Garibaldi, a 50 metri dall'università per stranieri. siccome sono ternano, ai ternani gli faccio un prezzo speciale :-)
  12. e po' dacce l'indirizzo e dije a le mignottone de facce lu sconto de lu 50% se quanno risponne a lu citofono je damo come parola d'ordine: "rossoverdi.com"!!! 2089536[/snapback] Me pare un'ottima idea! Prevederò anche uno sconto comitiva! S'organizzano i pullman!
  13. Viciani

    Lo speaker

    Un suggerimento a Racioppa
  14. Viciani

    Ternana - Reggiana

    2081658[/snapback] Ti sbagli Con la Reggiana giocammo la terzultima di campionato in casa in occasione della prima promozione in serie A. Anche in quell'occasione poteva esserci la certezza matematica, ma non ci fu. “Arieccolo, Boranga!” Ternana-Reggiana, quarant’anni dopo Quando il calcio era bambino – e lo eravamo anche noi – alcuni cognomi di calciatori restavano più impressi nella memoria. Che ne so? Udovicich del Novara; Odilio Moro della Spal, che poi giocò anche con la Ternana; Gianfranco Zigoni della Juve, della Roma e del Verona. Chi per la particolarità del cognome o del nome, appunto, chi per l’estrosità del personaggio. Poi c’era Lamberto Boranga. Il portiere di Foligno non te lo potevi dimenticare facilmente. Sia per il cognome strano, dal suono vagamente esotico, ma soprattutto per il suo modo di essere in campo e fuori. Boranga, che poi è diventato medico e si permette tuttora di giocare in seconda categoria a quasi 66 anni, a Terni già allora lo conoscevano tutti. Un giorno di primavera di tanti anni fa, eravamo nel ’72, si presentò al Liberati vestito rigorosamente di nero, come dovevano essere vestiti i portieri di calcio a quel tempo, a difendere la porta della Reggiana. Non era una partita come le altre. Era la terzultima giornata di quel campionato che per la prima volta consentì alle Fere di salire in serie A. Sulla panchina rossoverde, naturalmente, c’era Corrado Viciani. Ma davanti alla porta avversaria, appunto, c’era l’amico-nemico Lamberto Boranga. Intorno c’erano più di ventimila spettatori, che – se le cose fossero andate al meglio – avrebbero potuto festeggiare in anticipo la promozione. Ma non si facevano tanti calcoli. Intanto bisognava battere gli emiliani. E superare Boranga. Per fortuna c’era Cardillo. Antonio Cardillo, detto Nino, attaccante della Ternana, calabrese di Scalea, che il rossoverde se lo portò addosso per ben sette stagioni. Cardillo, nomen omen, era un’ala sgusciante, capace di saltare l’uomo e di volare verso la rete seminando gli avversari e il panico nei portieri. Quel giorno fece paura anche a Boranga. Irrefrenabile sulla fascia, creò innumerevoli pericoli alla difesa avversaria. Ad un certo punto qualcuno dalla curva, ogni volta che la palla arrivava dalle parti di Cardillo, cominciò a gridare: “Arieccolo, Bora’!”. In breve divenne il grido di tutto lo stadio: “Attento Boranga!”. “Arieccolo! Arriva Cardillo!”. Fatto sta che alla fine, nonostante l’impegno e le parate del portiere della Reggiana, Cardillo riuscì a impallinare Boranga. La Ternana vinse due a zero, anche se la festa della promozione, a causa dei risultati di Lazio e Palermo, dovette rimandarla alla gara con il Novara. Ma in città si fece baldoria lo stesso. E mentre piazza Tacito e il Corso erano già pieni di bandiere rossoverdi e di tifosi esultanti, in mezzo alla folla, proprio davanti al bar Principe, comparve lui. Sì proprio lui, il mitico Boranga, che non era ripartito in pullman con i compagni, ma si stava facendo un giretto in centro, probabilmente prima di rientrare a Foligno. E i tifosi della Ternana come potevano non riconoscerlo? Qualche sfottò, qualche pacca amichevole e poi via, sulle spalle, portato scherzosamente in trionfo per il Corso, come una preda di guerra! Poi il coro: “Bo-ran-ga – Bo-ran-ga”. E come si fa a dimenticare un nome così!
  15. Viciani

    Rigoni: grazie da Novara

    che sia di buon'auspicio! Il Novara m'è sempre stato simpatico. Da quel 18 giugno 1972 quando "partecipò" alla più grande festa della storia del calcio ternano! E poi, come dimenticare Udovicich? :-)
  16. Viciani

    COMPRO BIGLIETTO ITALIA SCOZIA

    no, niente l'abbiamo dato via! sarà x la prossima
  17. Viciani

    COMPRO BIGLIETTO ITALIA SCOZIA

    ce ne ho uno a 25 euro, lo vuoi? ti offriamo birra e compagnia competente :-)
  18. Viciani

    Un nuovo libro sulla Ternana di Viciani

    Se vuoi, parla con l'editore che te lo spedisce... http://www.intermediasnc.com/ 0763 344247
  19. Viciani

    UNA DATA INDIMENTICABILE

    La mia cronaca di quel giorno Le corna del Toro sono contagiose, Ternana-Torino 0 a 1 Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove e dieci. Bene, adesso posso anche cominciare a parlare di Ternana - Torino. Dei segni premonitori: i cori del tipo torneremo in serie A e soprattutto i cortei di auto e le porchette. No, sono cose che non si fanno! Un brivido mi correva lungo il palato, mentre davanti al pub Lilliput mandavo giù il panino con dentro l’unico animale non ancora impazzito. Il sesto senso del tifoso rossoverde, quello che sullo stemma del proprio casato c'ha la scritta "Semo nati pe’ tribbolà", mi diceva chiaro e forte che c’era qualcosa di storto. Le porchette si mangiano dopo, il porco si sacrifica come ringraziamento agli dei, prima no, porta una sfiga pazzesca...per non parlare delle auto strombazzanti. Fatto sta che al clima festaiolo non so resistere e allora i brividi me li sono tenuti per me. "Oh, semo proprio come i tifosi inglesi!", dice uno con la sciarpa, i basettoni, la Guinnes in una mano e il panino con la porchetta nell’altra. Quasi. Appunto, rispondo guardando il panino. E in quel quasi c’è tutta la speranza di evitare pericolose omologazioni. Almeno finché esisterà la porchetta di Grutti...viva la differenza! La sto facendo lunga...e voi già lo sapete il perché. Ma insomma facciamoci coraggio e prendiamo il Toro per le ... Vabbé,si arriva allo stadio belli carichi e, oplà, prima sorpresa! I cancelli alle setteeventi sono ancora chiusi. Si comincia a capire che è la serata giusta per farci girare alcune parti del nostro corpo che in momenti di relax restano ferme. Ma, infine, sopportiamo pure l’ingresso a spinta, anche se qualcuno, inevitabilmente, si identifica con il barone Lo Cicero pilone della nazionale di rugby. Tant’è, ancora si ride, ma non durerà. Resta il tempo di apprezzare lo striscione Dio c’è con la maglia 21 di Grabbi, di commuoversi all’ingresso delle squadre in campo con il Liberati trasformato in una bombonera sudamericana. Ma la partita è dura, si capisce subito. I ragazzi sono tesi...troppe aspettative, colpa nostra: non facciamo che ripetere che è il match più importante degli ultimi 25 anni, da quando cioè siamo andati in serie A l’ultima volta (sic!). Non c’è Bonomi, non c’è Tricarico, ma quelli che ci sono menano e come. E da qui in poi comincia a farsi notare un signore di cui non faccio il nome, ma che proviene da un paese noto agli studenti di geografia per le domande trabocchetto, chiamandosi Novi Ligure e collocandosi invece in pieno Piemonte, roccaforte del tifo granata. Pare che il designatore arbitrale sia sempre stato rimandato in geografia e non abbia mai approfondito l’argomento. La Ternana suda, muove la spada per infilzare, ma quando è lì lì per farlo, il Toro svicola sempre e poi zac, in contropiede colpisce. E’ una ferita profonda. Ma non ci perdiamo d’animo: il secondo tempo è in trincea. Quella personcina di Novi Ligure (Piemonte) permette ai torinisti di utilizzare anche le mine anti-uomo (e si capisce perché li chiamano granata). Ma lo show di quest’essere in giacchetta nera che in pagella meriterebbe uno 00, se l’accoppiamento del voto con il suo nome non fosse così comico, lo show dicevo (ma lo sapete tutti!) è negli ultimi cinque minuti. Se il gol annullato allo scatenato Ade grida vendetta, il rigore negato a Grabbi è una bestemmia urlata in faccia al Papa (e sappiamo bene in che condizioni di salute è il Pontefice). Insomma è proprio una vigliaccata! Per quanto ho strillato mi ci hanno fatto male la gola e il fegato. Ma non c’è stato niente da fare. Quello non ha cambiato idea, il rigore non l’ha dato. I tifosi del Torino della curva Ovest sono tornati a Viterbo, a Pesaro, a Marsciano, a Osimo, a Fabbrica di Roma e dove cavolo gli pare. Galante non ha fatto onore al proprio cognome. Quell’altro è tornato a Novi con lo stesso aereo del Torino e noi abbiamo faticato a prender sonno anche a causa di alcuni problemi fisici, tipo quel movimento rotatorio di cui parlavamo sopra. La questione in fondo è tutta qui: noi pensavamo che le corna in campo le portasse solo il Toro, e invece non era così. Bisognava pensarci prima: siamo in tempi di mucca pazza e di mutazioni genetiche. Le corna sono contagiose. Quelle del Torino poi si attaccano agli arbitri. L’antidoto non l’hanno ancora inventato. Anzi sì. Le corna gli si possono rompere. Controindicazioni: ti squalificano il campo per quattro giornate.
  20. Viciani

    AUGURI MAESTRO

    Grazie al libro "Il gioco è bello quando è corto" ho avuto modo di parlarne un po' in giro per l'Italia. Non certo per merito del libro, ma era sufficiente nominare Corrado Viciani per sentire simpatia e disponibilità da parte di tutti, radio, tv, giornali. Tutti ricordano il Maestro... A breve uscirà un saggio sul gioco corto di Viciani in una bella rivista quadrimestrale inglese che racconta storie di calcio. Vi farò sapere!
  21. Viciani

    AUGURI MAESTRO

    Auguri di buon compleanno al Maestro! E auguri a tutti i nostri vecchi sogni, perché non finiscano mai!
  22. Viciani

    mò sa le paraculate che me becco

    quoto quell oche dici...pero me chiedo. Ma i DRAGHI del rugby nn sarebbe meglio che riuscissero a trovare un impianto dove stabilirsi in modo unico ed esclusivo?Almeno ci sta pure un legame sentimentale...il liberati obiettivamente e' della Ternana calcio. torno a proporre il campo scuola per il Rugby.Manto erboso, spazioso, spalti anche coperti per gli spettatori, sotto le mura storiche della citta', LU CASSERO..dentro terni e al centro.Diverrebbe anche un posto popolato la domenica dagli sportivi, me comrpeso che cmq sono affascinato dalla bellezza del Rugby. Insomma daje co sto campo scuola che sarebbe na bomba. 1982443[/snapback] <b>Campo-scuola? Magari! Ma non si può.</b> Purtroppo come Terni Rugby le abbiamo provate tutte. Il campo scuola come puoi facilmente constatare non è utilizzabile come campo di gioco perché ha le pedane per il lancio e nle altre aree per l'atletica all'interno del rettangolo centrale. A parte poi il fatto che il terreno è pieno di buche per i lanci degli attrezzi, ma questo sarebbe il meno. <b>In quanto al Liberati</b>, al di là del dibattito se debba essere mono-uso (calcistico) o no, che esula la questione rugby, torno a ribadire che il Terni Rugby lo vorrebbe utilizzare solo per una o due partite del primo XV (ovvero della squadra senior) a scopo promozionale, così come accade da tre anni per il torneo nazionale di minirugby SantOvalentino. Nessuno di noi pensa che il Liberati possa essere il campo di gioco del Terni Rugby. Quindi non c'è tanto da discutere. Se l'Amministrazione e la Ternana Calcio ce lo concederanno per una o due gare di campionato bene, sennò faremo con le nostre forze, come sempre e senza aiuti esterni. Concordo con chi ha detto che una gara al Liberati sarebbe il giusto premio per <b>un gruppo di ragazzi al 95% ternano </b> che se lo meritano davvero per i sacrifici che stanno facendo (gratuitamente) e per come stanno crescendo anche dal punto di vista sportivo. Sul fatto che il rugby rovini <b>il manto erboso</b> mi sono già espresso più volte. Basti pensare che nessuno ha obiettato sul fatto che il 6 Nazioni 2012 si trasferirà all'Olimpico, dove in pochi giorni giocheranno una partita di rugby e due di calcio di serie A. Inoltre vi ricordo che l'unica azione potenzialmente dannosa per il manto erboso, ovvero la mischia ordinata, in serie C è regolamentata diversamente rispetto ai massimi campionati, tanto da generare una minore spinta e dunque sicuramente un minor calpestio.
  23. Viciani

    COMUNE DI TERNI-TERNANA CALCIO: CONNUBIO PERFETTO

    Forse a lorsignori sfugge qualcosa. Sono andato allo stadio ininterrottamente dal settembre 1967 al 2004. Poi ho smesso. Dopo sette anni mi era quasi balenata in mente la folle idea di rimettervi piede. Poi ho sentito 'sta storia dei due settori aperti e ho cambiato idea. Certo tenere aperti due settori su sei è conveniente. Anche se non so quanto sia razionale, perché basta mettere più di tremila persone tra distinti B e curva est per farle star scomode e per farle incazzare ben bene, alla faccia della customer satisfaction. Ma il punto non è neanche questo. Io la partita l'ho sempre vista dalla mia curva. Quella che mi sceglievo io. (...a parte a viale Brin, dove sceglieva mio padre!). Il mio calcio è fatto di sentimenti, di amicizia, di ricordi, di gruppi di amici che si ritrovavano in un bar e andavano tutti insieme a vedere la partita sempre in quel settore, dietro quello striscione. Il mio calcio è appartenenza, è (ingenua) identità, è il caffé Borghetti appoggiato sulla ringhiera della curva Nord. Il mio calcio è la gioia di arrivare due ore prima e vedere lo stadio riempirsi un po' alla volta. Il mio calcio è dire agli amici: "Guardate quanti striscioni oggi qui alla nord". E sentirmi rispondere: "E' una bombonera, è una bombonera il Liberati: che spettacolo!". Due settori su sei: un bel risparmio. Complimenti ragioniere. Ma qui si gioca a pallone e non col pallottoliere! RIDATEMI IL MIO CALCIO!
  24. Viciani

    IL LIBERATI A QUELLE "BESTIE" DEL RUGBY?

    Rugby Terni: Nuovo inno e richiesta di omologa per il Liberati
  25. Viciani

    IL LIBERATI A QUELLE "BESTIE" DEL RUGBY?

    Scusate l'intervento (relativamente) OT. Ma in attesa del Liberati (peraltro il Comune si è impegnato per farvi disputare due partite di campionato di Rugby), i ragazzi del Rugby Terni sono scesi in campo in trasferta a Pamplona, alla festa di San Firmino. DRAGHI Vs TORI Non so come sia finita. Ma se non so' paci non ce li volemo )) da 0.19'' a sinistra le maglie rossoverdi!
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