osservatore

In effetti nomen omen

Ma ha già buttato giù parecchi bocconi in questi anni, e in un’intervista disse che la ternana (“questo giocattolino”) lo sentiva un po’ suo anche lui e avrebbe cercato di continuare qui. Continuerà a farlo, spero, altrimenti andiamo giù a rotta di collo.

Torna tra due giorni

Tra due giorni fanno pace e si riparte

Sono d’accordo. La gente allo stadio, per i motivi che sappiamo, a meno che non siamo primi in classifica, non ci va. Uno stadio nuovo (di 15 mila posti al massimo, considerando che se dovessi andare in A hai bisogno di qualche migliaio per gli ospiti) cambierebbe totalmente lo scenario, ma non facendosi (né ora né mai) lo stadio, la situazione sarà sempre questa. Infine, sento parlare di 6mila ieri, in realtà tolti i bresciani eravamo 5.400.

Ma è così, caro Palmiro. Leggendo i trattati di Maastricht l’impressione è di leggere un testo sacro con al centro il dio mercato, cui tutto è dovuto e che pretende i suoi sacrifici (di aziende, persone, stati)…

Caro Generale, purtroppo questo è il risultato di decenni di lavaggio del cervello che tutti abbiamo subito: il pubblico è corrotto e inefficiente, il privato è bello e buono, lo stato è come una famiglia e bisogna risparmiare, la spesa pubblica diocenescampi e liberi, bisogna tagliarla. I più accorti di noi (pochissimi: e io non mi metto tra di questi, perché anche io ci sono cascato per tanti anni) mettevano in guardia contro le derive del capitalismo e contro certi “progetti” sovranazionali che alimentano la teocrazia del mercato (invito sempre tutti a leggere e studiare, parola per parola, articolo per articolo, i trattati di Maastricht). Ora che l’istruzione pubblica é ormai morente, che la sanità grida vendetta, che le privatizzazioni si sono rivelate per quello che erano (devastazioni), ecc., quello che possiamo fare è solamente, per quel che possiamo, diffondere consapevolezza e mostrare che il re è nudo.

Tutto il sistema calcio, in Italia, è da decenni sommerso da miliardi di debiti; in alcuni casi possono esserci situazioni di equilibrio economico-finanziario (come, se non sbaglio, Lazio e Napoli che giustamente citi), ma tutto il resto del sistema si alimenta buttando soldi in una fornace sempre accesa. Sono fatti. Pensare che uno come Bandecchi, a 60 e più anni, si inventi di fare il sindaco per guadagnare qualche spiccio in più favorendo suoi fantomatici interessi- quando butta milioni e milioni di euro già da anni in una squadra di calcio- mi sembra fantascienza.

Scusate, a me non è chiaro quali sarebbero i fantomatici interessi che Bandecchi dovrebbe assecondare facendo il sindaco. La clinica? Lo stadio? Che altro? Stiamo parlando di un pazzo (come tutti quelli che investono nel calcio) che ogni anno butta nel fuoco svariati milioni di euro per fa cuzzola’ il pallone, avendo in cambio un po’ di pubblicità; non capisco quali potrebbero essere questi interessi misteriosi che dovrebbero cambiargli la vita facendo il sindaco.

Eppure mi ricordo che ci hanno detto per 30 anni che il pubblico è corrotto e inefficiente e il privato è virtuoso e bello, e che bisognava privatizzare tutto…o sbaglio?

OT - Al di lá delle opinioni politiche, e delle valutazioni sui singoli politici, imprenditori, o “prenditori” vari, se parliamo di buchi nel bilancio dello stato andrebbe ricordato che la crisi che ha portato all’arrivo di Monti nel 2011 non fu una crisi di debito pubblico, ma di debito privato - il che cambia decisamente lo scenario.

Troppi attaccanti e trequartisti. Si rischia di non dare continuità ai giocatori, di frullare moduli a casaccio, di creare casino (vd procuratori), di non valorizzare l’unico simbolo che abbiamo (Falletti).

Del tutto scarichi

Dici? A me sembriamo mosci e le occasioni sono nate in modo quasi casuale

Siamo tornati al calcio pistamentucce dell’anno scorso

Tutta la squadra moscia e senza idee

A questi livelli se sei brevilineo puoi starci se hai la potenza di Cesar che fa buche per terra e spacca le traverse, oppure vai bene per contropiede (ottimamente fatti) l’ultima mezz’ora.

Oggi, una di quelle partite con formazione cerebrale, sbagliata e ostinata che in altri tempi ci avrebbe fatto tornare a casa con 5 gol. Un uomo in meno per 60 minuti (Moro), formazione sbilanciata inutilmente quando avevi bisogno di centrocampo numeroso, Favilli tenuto in campo ad oltranza quando dovevi fare densità a centrocampo per prendere palla e ripartire veloce con Cesar e Pettinari…insomma, un punto è grazia divina.

Scelte cervellotiche portate all’estremo. Un giocatore (Moro) regalato per un’ora. un altro (Favilli) in questa partita assolutamente non necessario (e ora a maggior ragione) quando servirebbe densità a centrocampo. Boh.

A me è piaciuto invece. Ha fatto correre tantissimo e anche i nostri hanno fatto molto interventi decisi che in altri casi avrebbero preso il giallo e che lui non ha mai fischiato. Sul rigore c’è poco da dire: se da decenni le nostre squadre in Europa vengono sbeffeggiate, è perché vengono dati questi rigori, invece di radiare a vita i tuffatori che “li cercano”.

Bravo, anche io faccio sempre così, tranne i momenti di massima tensione che mi tocca mettere la telecronaca per distrarmi…