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sto guasto de fere

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Tutti i contenuti di sto guasto de fere

  1. sto guasto de fere

    CALCIOMERCATO 2013/14

    COZZELLA!!! CUTOLO PORTALO A CASA TUA!!!
  2. sto guasto de fere

    CALCIOMERCATO 2013/14

    Ma gnende gnende Cozzella sta già dentro lu lettu co' lu pigiama?
  3. sto guasto de fere

    CALCIOMERCATO 2013/14

    Non ve sto appresso quindi vado al sodo. Che si dice del barbuto? Sia ieri sia oggi Il Messaggero Umbria alimenta il tormentone. Proviamo l'ultimo assalto???
  4. sto guasto de fere

    Petizione per Bovo alla Ternana

    Il centrocampista Andrea Bovo é al passo d'addio con lo Spezia: in giornata può arrivare la cessione alla Ternana. L'agente del giocatore ha già avuto i primi contatti con il procuratore dell'ex Padova. VOGLIAMO BOVO!!!
  5. sto guasto de fere

    Petizione per Bovo alla Ternana

    Mi preparo alla ghigliottina. :-( Fai tu il boia?
  6. sto guasto de fere

    Petizione per Bovo alla Ternana

    :-(
  7. sto guasto de fere

    CALCIOMERCATO 2013/14

    "In mertito a quanto si apprende in questi giorni dagli organi di informazione su presunte trattative in uscita di calciatori della Ternana, mi preme ricordare che, come proprio da me affermato a Fiuggi in sede di presentazione del nuovo allenatore, nessun calciatore della rosa, ritenuto importante per la squadra, sara' ceduto. La Societa' che presiedo è perfettamente consapevole delle azioni che può e che deve intraprendere, non solo in sede di calciomercato, ma per il futuro della Ternana Calcio". Francesco Zadotti
  8. sto guasto de fere

    LIVE: ASPETTANDO ACID - SERGIO SEGIO

  9. sto guasto de fere

    LIVE: ASPETTANDO ACID - SERGIO SEGIO

    111 utenti, 185 visitatori
  10. sto guasto de fere

    LIVE: ASPETTANDO ACID - SERGIO SEGIO

    Se pijano Cacia lo cacciamo via noi.
  11. sto guasto de fere

    LIVE: ASPETTANDO ACID - SERGIO SEGIO

    Se ce legge uno bravo ce ricovera a tutti
  12. sto guasto de fere

    LIVE: ASPETTANDO ACID - SERGIO SEGIO

    L'inaggio di Gavazzi dalla Sampdoria non sarà l'unica operazione in entrata della Ternana per il proprio reparto offensivo. Il prossimo rinforzo potrebbe essere Sowe della Juve Stabia, ma c'è la possibilità che il nuovo attaccante arrivi dalla massima categoria: dal Bologna è infatti in uscita Davide Moscardelli, che sta trovando poco spazio in questa stagione con la maglia rossoblu. Si profila una volata a due, la Ternana fa sul serio.
  13. sto guasto de fere

    Davide Carcuro

    Buon proseguimento, metronomo. Persona disponibilissima e gentile. Grazie.
  14. sto guasto de fere

    36 anni fa nasceva il CUCS

    Ho trovato un articolo che definirei clamoroso per gli amanti delle curve e del tifo di una volta. Buona lettura. Commando Ultrà Curva Sud TONINO CAGNUCCI C’è stato un tempo in cui il popolo è stato al potere, in cui ti sentivi parte di una comunità mai vista prima, ma solo la domenica. Ci si vedeva allo stadio, sui pullman e sui treni per la trasferta: non occorreva nemmeno fare amicizia perché il tempo sopra al muretto, e poi sotto, ma ancora senza vetrate, non passava. La comunità sopravviveva alla quotidianità. Avevi cambiato lavoro, donna, uomo, destino, oppure tutto era rimasto lo stesso, fatto sta che la domenica stavi lì Commando Ultrà Curva Sud. Sempre uguale e sempre diverso: te stesso. Oggi son 36 anni di un’eternità alla rovescia, visto che sembra non esserci più, perché quello striscione di quarantadue metri non c’è: la Curva Sud, una mamma a prescindere, a un certo punto ha voluto altro. E’ la storia a tenerti in vita: quell’epoca di sogno che "mi ritorna in mente" come un rullo di tamburi. Ancora. Tu-tu-tutum-tum. I tamburi, anacronistici come il calcio delle radioline e delle trombette a gas. Oh my darling Clementine! Eccolo qua. Forza Roma, forza Roma, dalla curva s’alzerà, noi t’amiamo e t’adoriamo siamo del Commando Ultrà. C’è stato un tempo in cui il popolo è stato al potere, in cui ti sentivi parte di una comunità mai vista. Era il tempo in cui c’era il sole. Sempre. Anche la notte di coppa, acceso dalle torce e dentro ai fumoni, bandiere a vento la Curva Sud è pe’ te. C’erano ragazzi e padri di famiglia, donne coi colori di Roma dai sapori della mattina, ci si divideva il piatto preparato almeno 8 ore prima, in 80.000. Qualsiasi forma di governo applicata non è mai arrivata a tanto nella storia. Nessuna teoria di Locke, Marx o Keynes che sia, di destra e di sinistra che sia, ha saputo osare tanto. Perché quando il popolo era al potere faceva soprattutto una cosa: il canto. Cantava. Una volta l’ha fatto quando la Roma perdeva e chiudeva per sempre (è mai tornata quella squadra lì? Sono mai tornate le merendine di quand’eri bambino?), pure quel giorno che pioveva c’era il sole: il 20 marzo 1985 "Che sarà sarà" mezz’ora che è stata mezz’ora contata cantata di fila: Che sarà sarà ovunque ti seguirem, ovunque ti sosterrem che sarà sarà. Sciarpe tese, srotolate come togliersi una benda da una ferita mortale: per morire meglio, anzi, meglio, per non morire. Pioveva quel pomeriggio e si piangeva, chiedetelo a uno qualsiasi degli ottantamila se è vero. Facevi fatica a non farlo in quella partita, perché non si fa, poi se sei un ultrà... Ma che sarà sarà ovunque ti seguirem, e allora è libertà... Pure Nela quando segnò quel gol inutile pianse, e Nela è stato il giocatore con più palle di tutti. Nela era Commando Ultrà pieno quando si baciò la maglia a Torino dopo essere stato cacciato dalla Juve e dall’arbitro. Che sarà sarà era un canto che accompagnava un addio al calcio: l’anno dopo sarebbe arrivato Berlusconi, se ne sarebbe andato Falcao, se n’era già andato Dibba, prima di mirare più in alto: dritto al cielo (sfondalo Ago, sfondalo). Era iniziata chissà quando, ma è il 9 gennaio 1977 che sei apparso Commando. Tre a zero alla Sampdoria di Lippi, Dibba faceva doppietta (come quel nome rafforzato nella sua rincorsa secca) pure sul campo. C’erano 8 tamburi e 2 bandieroni quel giorno, c’erano i ragazzi degli Anni Settanta figli dei Sessanta in cui iniziava la contestazione, contro padri e padroni, sistemi e convenzioni. Con loro c’era il senso di aggregazione-socializzazione-ribellione; valori tirati fuori in strada, la voglia di cambiare e, soprattutto, di stupire. Soprattutto di stupire chi non capisce (e nemmeno all’epoca capiva) come un ragazzo di destra e un altro di sinistra in quegli anni lì, separati da tanto per strada (ma non dalla voglia di rispettare un ideale), si ritrovavano dietro al megafono a far cantare e a cantare, dietro a quello striscione: Commando Ultrà Curva Sud. Sui muri c’era UR, invece. UR che alle elementari le maestre più avvedute (tanto era il grado di penetrazione, tanto si respirava l’essere Roma a Roma) usavano per insegnarti a scrivere la prima vocale unita a una consonante. Per la matematica bastava aggiungere 77. Quattro lettere un amore un lungo brivido in fondo al cuore. La Roma e il Commando Ultrà sono stati quella comunità strana in cui il segno di riconoscimento era uno sguardo, un mezzo discorso accennato e che riguardava il pallone, la discussione al negozio, la passeggiata fatta apposta la mattina da quelle parti per sfottere il laziale oppure per fargli vedere che tanto a noi non ci fanno male. La nostra fede non conosce sconfitta. La Lazio, i derby. Il Commando Ultrà ha vissuto soprattutto in questo. Anche la morte, il rispetto: 28 ottobre 1979, maledetto. Con la Curva che cantava ancora e non sapeva cos’era successo: Vincenzo Paparelli, il dramma, l’errore che non doveva mai verificarsi. Il dolore. Un altro tipo di rabbia. Un’altra volta il mondo che cambia, ma stavolta non doveva farlo. TZigano, pure il suo dramma. Non c’è più nemmeno lui. Nemmeno Geppo, nemmeno Roberto. Onore a chi ci ha lasciato con la Roma nel cuore. Via quello striscione, via i tamburi: il casino quel giorno al centro, la paura, le domande che contano: "e adesso?" E adesso come sempre, perché il Commando Ultrà riproduce er popolo, no quello der cortello, ma quello che fatica fra mazzo e l’allegria. Le cariche della polizia, gli scontri a Bergamo e proprio in quell’anno a Firenze, a Milano l’assedio degli interisti, a Torino contro tutti perché le trasferte ovunque e comunque contro chiunque. Per la Roma. Trasferte oceaniche, processioni infinite, orde di letterati direbbe Robin Williams dell’Attimo fuggente in viaggio, a Torino in 22.000 fin lassù perché Testaccio ti guarda. Anche di più a Monaco di Baviera, per l’andata di quel ritorno senza ritorno. Non l’aveva mai fatto nessuno prima tutto quello che ha fatto il Commando dopo. Il 16 marzo 1986 la coreografia dei rotoli contro la Juve, la bomboniera confezionata al momento dello sventolio di una bandiera per Eriksson: 3-0, Roberto-gol si spoglia e non l’aveva fatto mai nessuno prima. Ecco, la Roma e i suoi tifosi erano la stessa cosa, in campo e fuori. I migliori del mondo. C’è stato un tempo in cui il popolo è stato al potere ed è stato capace pure di tenere a bada la guerra, magari dentro un coro paradossale che inneggiava a quella, a quanti "devi morire" per sentire più sentimenti proprio in quel momento, per sentirsi vivi, come i teschi, le croci alzate nel mare dentro al Foro Italico in inverno (il derby di Dustin Hoffman Antonelli). Le bandiere, c’erano le bandiere. E i bandieroni sventolati sotto la Sud prima dell’entrata in campo della Roma. In piedi. Già c’erano tutti in piedi. Con le bandiere. Giallorosse, con tutti i ricami che vuoi (se li vuoi) ma giallorosse (c’era più giallo nello scudetto dell’83 rispetto al rosso scuro del 2001). C’era già il tifo all’inglese portato qui per una finale di Coppa dei Campioni vinta dal Liverpool quando noi tifavamo Liverpool in finale di Coppa Campioni (mica la Champions League). You’ll never walk alone, eccolo: che sarà sarà. Quando al ciel si alzeran le bandiere, e i tamburi a suonar torneran... I fumogeni, i capelli lunghi che da lunghissimi vanno a zero, ma tanto passano i tempi e le mode il Commando resta. Resta, anche se quando arriva Lionello dacci le quote si spezza, vecchio Cucs e Cucs con la R registrata, dal Gam all’Opposta Fazione. sono passati dieci anni dalla prima volta, sembrano secoli. Poi una partita col Genoa in Coppa Italia diventa quella assurda dei lunghi coltelli. Fermati Roma, fermati. Non è questo l’ultimo fotogramma. C’è stato un tempo in cui il popolo è stato al potere perché il cielo era senza coperture. Alzavi gli occhi gonfi di tutto quell’arancio e guardavi la Madonnina d’oro sopra Monte Mario. Stavi lì almeno da 6 ore. Il pallone in campo faceva tumf e lo sentivi perché andare all’Olimpico era stato scoprire (dopo essere nato all’ultimo degli scalini prima del boccaporto e quell’invasione strafottente e dolce di verde negli occhi) che la la radio-tele-cronaca non c’era, che i giocatori erano giocatori in carne e ossa, che esistevano veramente e non erano un racconto settimanale alla radio, o in quelle poche immagini televisive (massimo 45’) che potevi guardare (ma a colori solo con Roma-Colonia dell’Immacolata Concezione): Rocca e Bruno Conti in ginocchio sotto mamma Sud, là sotto. Era la comunità che si ritrovava di volta in volta, che aspirava alle stesse cose, che realizzava se stessa soltanto nella contemporanea realizzazione degli altri. Quando l’abbraccio era abbraccio, le partite erano vere, le immagini arrivavano veramente dalla Luna, e per questo le aspettavi a occhi chiusi: non c’era altro di più bello da vedere. L’odore delle sigarette allo stadio, che non erano sigarette eppure sapevano di Merit; ogni tanto il mal di tempie, la sete, ma si deve cantare (se non lo fai non puoi starci, non devi starci, ma sei il primo a volerlo fare), e poi in tivvù se fai in tempo dall’Olimpico, di corsa per arrivare al 90’, prima di Oddo a Domenica Sprint, la Diesse che era notte inoltrata e poi stop. Stop. Sopra la testa avevi il cielo, non Sky, niente coperture. Come indiani eroi nelle praterie, Ultrà Roma negli stadi. Il Commando è una di quelle cose che sembrano esserci da sempre e che tu hai l’impressione che non possono finire mai. Tutti sono stati del Commando anche se il Commando è stato per pochi. Perché c’è stato un tempo in cui il popolo è stato al potere e con quel potere ha detto ti amo.
  15. sto guasto de fere

    36 anni fa nasceva il CUCS

    Non serviva la storia de 'st estate, parlavano già i fatti secondo me (ricordo più infamate dei romanisti che dei laziali negli ultimi dieci anni). A prescindere dalla feccia di oggi, il Commando (anche se non ho vissuto quei tempi) è proprio una di quelle cose opposte allo schifo attuale. Una di quelle cose da rimpiangere.
  16. sto guasto de fere

    36 anni fa nasceva il CUCS

    Ritiro su per chi non l'avesse letto. Ieri 37 anni dalla nascita del CUCS.
  17. sto guasto de fere

    Presentazione Tesser 9 gennaio

    ...
  18. sto guasto de fere

    UFFICIALE: Attilio Tesser nuovo allenatore

    http://www.umbria24.it/ternana-tesser-e-i-tanti-problemi-da-risolvere-almeno-uno-in-ogni-reparto-e-tifosi-da-rimotivare/250610.html Ternana, Tesser e i tanti problemi da risolvere: almeno uno in ogni reparto e tifosi da rimotivare Diverse le difficoltà messe in evidenza dalla squadra nel girone d’andata e i malumori dei supporters non sono da sottovalutare TESSER E IL SUO STAFF NOTIZIE CORRELATE Ternana, per Attilio Tesser primo giorno in sede: «Chiedo ai giocatori di onorare la maglia»di Simone Francioli Il nuovo corso delle ‘Fere’ è pronto a cominciare. Martedìil nuovo tecnico Attilio Tesser e il suo staff faranno conoscenza con il gruppo rossoverde nel ritiro di Fiuggi. Ardua la missione del tecnico veneto, consapevole della contorta situazione che vige nell’ambiente. Venerdì, intanto, ha aperto ufficialmente la sessione invernale del mercato: un’occasione per provare ad arginare le problematiche sin qui mostrate. L’attacco, Antenucci dipendenti Incrementato lo score offensivo della squadra rispetto allo scorso campionato. Miglioramento reso tuttavia inefficace dalle mediocri prestazioni difensive ma, analizzando il rendimento dei singoli, ci si accorge come in avanti la Ternana sia stata troppo spesso dipendente dal capitano Antenucci. Un grande avvio, quindi il crollo: otto reti nei primi due mesi, un rigore trasformato e uno fallito da fine ottobre in poi. ‘Spento‘ il numero sette dei rossoverdi, il vuoto: l’ultima rete di una punta, ad eccezione di Antenucci, rimane quella di Avenatti a Pescara, con Nolè fermo a quota due. Particolarmente negative le cifre di Ceravolo e Falletti, rispettivamente primo e terzo nella graduatoria di squadra per numero di conclusioni tentate. Imprecise, vista la sola marcatura realizzata dall’attaccante calabrese e lo zero registrato dal giovane uruguaiano. Abili sotto altri aspetti del gioco, insufficienti in finalizzazione: rischioso appoggiarsi esclusivamente su Antenucci per concretizzare le azioni delle ‘Fere’. L’arrivo di Tesser e il probabile passaggio al 4-3-1-2 potrebbe implicare l’acquisto di una prima punta da affiancare ad Antenucci. Difesa, croce… Se i numeri dell’attacco sono migliorati, non altrettanto si può dire della fase difensiva. A giochi fatti, considerando anche che i rossoverdi – scelte tecniche e cambi di modulo – non hanno mai avuto una retroguardia titolare continua, si può affermare che la rivoluzione attuata in estate non ha portato i frutti sperati: diminuito il numero dei match chiusi a porta inviolata – quattro, contro i cinque della passata stagione – aumentate di due unità il numero delle marcature subite. Dal Fazio-Masi-Farkas della prima giornata a Masi-Meccariello-Farkas – quattro volte in campo, schieramento più usato – in campo nell’ultima partita, sono state ben quindici le combinazioni difensive utilizzate da Toscano nei ventuno turni fin qui disputati, con Farkas unico sempre presente negli incontri terminati senza aver incassato gol. …e delizia Bene invece la produzione offensiva dei centrali delle ‘Fere’: solo la Virtus Lanciano può vantare una maggior percentuale – 28% contro il 24% della Ternana, non aggiungendo nel computo i due gol in Coppa Italia – di segnature provenienti dal proprio pacchetto arretrato. Sarà necessario lavorare molto sui movimenti difensivi: tanti gli errori di posizionamento, oltre alle numerose disattenzioni dei singoli, che non hanno permesso alla squadra di arrivare alla pausa invernale in una posizione di classifica più consona agli obiettivi stabiliti. Da rivalutare la posizione di Ferronetti: sembrava certa la sua partenza, ma con il cambio tecnico e la fiducia di Tesser – fu l’allenatore veneto a lanciarlo ai tempi della Triestina – non è escluso che nella seconda parte di stagione possa ricoprire un ruolo importante nel nuovo percorso rossoverde. La mediana senza filtro I rossoverdi, data l’indisponibilità di Sciacca, si sono ritrovati a dover giocare l’intero girone d’andata con il solo Carcuro capace di apportare dinamismo ad un reparto apparso lento ed inefficace nel garantire un’adeguata copertura alla difesa. Centrocampo tecnico, ma con poco filtro: anche in questo caso tante le soluzioni tentate – nelle prime giornate spazio per Nolè e Falletti da mezzali – esigui i risultati ottenuti. Difficoltà di maggior rilievo giunte con l’impiego del doppio regista in una mediana a due, Miglietta-Viola. Quattro delle cinque vittorie – unica eccezione l’incontro con il Latina – conquistate finora sono arrivate con l’utilizzo di tre centrocampisti, con Viola o Miglietta in panchina inzialmente in panchina. Si riparte su questa strada con Tesser, ma è legittimo pensare che si cercherà di risolvere questa mancanza acquistando uno o più giocatori in grado di migliorare l’interdizione del centrocampo delle ‘Fere’. La gestione dei vantaggi Trentanove punti potenziali, appena venti effettivi. Un eufemismo definire inadeguato l’atteggiamento dei rossoverdi nell’amministrare le partite con vantaggio acquisito: cinque le vittorie conseguite sulle tredici occasioni nelle quali è accaduto, con altrettanti pareggi e tre sconfitte – record negativo del torneo – a chiudere un pessimo ruolino. Un problema di personalità ricorrente in particolar modo nelle gare in trasferta, dove la Ternana ha vanificato in ben cinque circostanze – Cittadella, Siena, Varese, Lanciano, Padova – la possibilità di portare a casa l’intera posta in palio. Netto peggioramento rispetto alla stagione 2012/2013, quando i rossoverdi persero solo con l’Ascoli al ‘Liberati’ e a Livorno da situazione di vantaggio durante tutto l’arco del campionato. Rapporto con il pubblico Dopo le contestazioni con il Trapani e, in forma minore, negli allenamenti successivi alle sconfitte con i granata ed il Palermo, sembra utopico poter ristabilire un legame sereno con la tifoseria. Nemmeno l’importante successo sulla Reggina è servito, magari temporaneamente, a ricreare quella sinergia presente nelle due annate precedenti: Rispoli – preso già di mira nelle ultime sedute stagionali – nuovamente ‘beccato’ dai supporter rossoverdi e fischi per tutta la squadra, fatta eccezione per qualche timido applauso nel corso del match rivolto a Lauro. Ai problemi di natura tecnico-tattica, va ad aggiungersi quindi il fattore ambientale. La situazione che vive la Ternana non può certo permettersi ulteriori ostacoli nel suo cammino e non è auspicabile ripartire nel 2014 immersi in un ambiente così diviso e avverso nei confronti della squadra.
  19. sto guasto de fere

    UFFICIALE: Attilio Tesser nuovo allenatore

    http://www.umbria24.it/ternana-per-attilio-tesser-primo-giorno-in-sede-chiedo-ai-giocatori-di-onorare-la-maglia/250530.html Ternana, per Attilio Tesser primo giorno in sede: «Chiedo ai giocatori di onorare la maglia» Il nuovo tecnico dei rossoverdi pronto per l’inizio della nuova avventura «in una città calcisticamente importante» ATTILIO TESSER di Simone Francioli Mancano quattro giorni all’inizio del ritiro di Fiuggi. Martedì Attilio Tesser conoscerà il gruppo di giocatori – in attesa dei movimenti in entrata e uscita – con il quale dovrà tentare di risollevare un campionato finora colmo di delusioni. Non sarà semplice, ma il tecnico veneto è pronto alla sfida. Soddisfazione Tesser, insieme al vice Strukelj, ilpreparatore atletico Renosto e quello dei portieri Cortiula, ha incontrato questa mattina il direttore sportivo Cozzella in sede, per poi visitare il ‘Liberati’ e gli impianti dove si scenderà in campo: «Ho visto il campo e le strutture dove dobbiamo lavorare, anche Gabelletta e sono rimasto soddisfatto. L’emozione è tanta perché è un’avventura che inizia in una città importante calcisticamente parlando come Terni e c’è questa consapevolezza. Il primo contattoc’è stato circa un mese e mezzo fa, per conoscere la mia posizione in merito ad un’eventuale arrivo. Poi le cose sono andate bene per la Ternana e non c’è stato nulla fino alla settimana di Natale, quando c’è stata un’accelerazione nella trattativa» Questione mercato «Abbiamo concordato di verificare e giudicare in questi dieci giorni di ritiro a Fiuggi la situazione. Vedrò – continua Tesser – e darò il mio parere, faremo un paio di amichevoli e consegnerò la mia relazione al direttore Cozzella per vedere se è il caso di intervenire. Prima di tutto devo vedere la rosa, che credo sia di un buon valore. I giocatori li conosco quasi tutti avendoli visti giocare, ma devo valutare meglio incontrandoli eprovando diverse soluzioni. Questa relazione ci sarà al termine del ritiro». Fedelissimi del Novara In merito alla possibilità di prelevare qualche giocatore dalla sua ex squadra, Tesser è categorico: «Al momento, lo dico serenamente, non c’è nulla. Voglio solamente vedere i giocatori che ho a disposizione e farmi un’idea. Poi se ci sarà da chiedere qualcosa alla società lo farò, ma al momento non c’è al cun interesse verso calciatori che ho avuto al Novara». I tifosi e la maglia «So che la Ternana ha tifosi splendidi, molto attaccati alla squadra. Vogliono vedere la squadra dare sempre tutto ed è un impegno che mi prendo quello di lavorare sotto questo aspetto per far sì che i giocatori diano il massimo, cercando di onorare al meglio la maglia. Mi auguro che ciò avvenga portando risultati positivi. Ai ragazzi chiedo appunto di dare sempre il massimo, in campo e fuori. Essere persone veramente attaccate alla maglia è fondamentale. Penso al bene della Ternana». Il 4-3-1-2 Tesser non nasconde l’idea di impostare fin da subito la squadra con il modulo che più volte ha usato in carriera: «Devo guardare le caratteristiche dei giocatori in campo, sicuramente sono più contento di quello schieramento e lo proverò. Facendo una prina analisi credo ci sia l’opportunità di utilizzare questa soluzione. Dovrò essere bravo io e il mio staff tecnico, ed i calciatori ad impegnarsi a darmi la loro disponibilità per fare le cose che chiedo e cercare di creare l’alchimia tattica», sentenzia l’allenatore di Montebelluna.
  20. sto guasto de fere

    UFFICIALE: Attilio Tesser nuovo allenatore

    Tesser è soprannominato "comandante". Dovrebbe essere un appellativo riferito al carattere mister, pare sia uno di polso. Come mai allora qui dentro si diceva che Tesser sarebbe stato inutile per le fighette?
  21. sto guasto de fere

    Un immenso grazie, Mimmo Toscano!

    Lascia Terni un professionista serio e capace, ma soprattutto un uomo dal cuore grande che ha sempre avuto un pensiero per le persone meno fortunate e quelle in difficoltà. Negli ultimi mesi stava sbagliando molto e non sembrava più lui, non aveva più quella fame da "cannibale" e pareva rassegnato allo squallore che lo circondava. Per questo in alcune circostanze è capitato anche a me di farlo notare. Ma è possibile che questo allenatore ha vinto un campionato DA ZERO, partendo in ritiro con 5 giocatori (come diciamo a Terni, con una scarpa e una ciavatta) e adesso è diventato incapace? Ha pure conquistato una salvezza poco tribolata nonostante una quindicina di infortuni seri (l'anno scorso). Adesso era diventato proprio un somaro? Secondo me se è andato in confusione un motivo c'è, probabilmente non è stato messo nelle condizioni di lavorare serenamente. Sono settimane e settimane, guarda caso, che circola il nome di Tesser. I giocatori hanno fatto il resto. Il cambio di panchina andava fatto (purtroppo) ma adesso sento un vuoto, lo ammetto. Ci sono rimasto maluccio perché era un punto di riferimento, è come se non avessi più la terra sotto ai piedi. Restiamo alla finestra e vediamo che cosa succede, ma questa storia non mi è piaciuta, ha molte ombre.
  22. sto guasto de fere

    Spettatori 2013-2014

    Me sforzo de pensa' che per gli 8 mila sarebbe servita qualche conferma dal campo. La squadra sulla carta era ottima ma... appunto, non ha convinto tutti a scatola chiusa.
  23. sto guasto de fere

    Spettatori 2013-2014

    Numeri assolutamente decenti. La squadra è partita per spaccare il culo a tutti, la tifoseria era pronta a lievitare e invece siamo in zona retrocessione. Nonostante questo abbiamo retto l'urto con un dignitosissimo 5 mila di media.
  24. sto guasto de fere

    Spettatori 2013-2014

    Media spettatori girone d'andata: 5.019
  25. sto guasto de fere

    Spettatori 2013-2014

    TERNANA - Carpi 1-0 Spettatori: 6.172 TERNANA - Brescia 1-2 Spettatori: 6.567 TERNANA - Spezia 1-2 Spettatori: 5.804 TERNANA- J.Stabia 1-1 Spettatori: 4.364 TERNANA-Novara 5-0 Spettatori: 4.886 TERNANA-Crotone 2-3 Spettatori: 5.620 TERNANA-Empoli 1-0 Spettatori: 4.335 TERNANA-Modena 1-1 Spettatori: 4.290 TERNANA-Latina 1-0 Spettatori: 4.524 TERNANA-Trapani 0-2 Spettatori: 4.146 TERNANA-Reggina 2-1 Spettatori: 4.511
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