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Pessimo

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  1. Pessimo

    Guzman

    Guzman ha doti naturali notevolissime, espresse a corrente alternata e per la sua giovane età e per una serie di "equivoci tattici" che hanno caratterizzato la scorsa stagione della Ternana, non ultimi gli utilizzi a volte poco chiari di alcuni giocatori della rosa. Se messo in condizione di giocare con continuità ed affiancato da un compagno esperto può dare giocate davvero importanti. Zaniolo...ha tanta irruenza ma doti tecniche lacunose. Farà bene a Messina perchè non avrà la concorrenza che ha avuto a Terni e soprattutto la tranquillità. E' deluso della scorsa stagione e bisogna capirlo. Ciao
  2. Pessimo

    Turazza alla Palmese !

    cara Palmese, che sòla che avete preso, un calciatore di 905 anni...ma che stava infilato nei ghiacciai del Monte Bianco? Il comunicato dice che è un classe 1098...
  3. Pessimo

    nuovo acquisto dal Chievo: Pesaresi!

    ragazzi, con tutto il rispetto...semo abituati a Terni, eh!
  4. Pessimo

    chi è Carraro

    Alberto Foà per Finanza & Mercati Era di maggio, l'anno il 1978. Per un certo Paolo Rossi, durante il calciomercato, finirono «alle buste» il Lanerossi Vicenza e la Juventus. I bianconeri persero. Il Vicenza offri, lira più lira meno, 5 miliardi di vecchie lire. Una somma. (2,5 milioni di euro) con la quale adesso forse un presidente ci comprerebbe le magliette. Ma all'epoca, specie nel calcio, era un'altra epoca: fece scalpore: Tanto rumore per nulla? No. Chi aveva in mano il pallino del pallone si scandalizzò a tal punto che mollò tutto: «Il calcio sta diventando un business, è una vergogna me ne vado». Diede le dimissioni. Quell'uomo era Franco Carraro. Altri tempi. Ieri, in un albergo milanese vicino alla stazione Centrale, si sono riuniti tutti i presidenti ammutinati della B: all'ordine del giorno l'esame del cosiddetto «lodo Galliani». La proposta avanzata dal presidente della Lega prevede, a grandi linee, che i rivoltosi accettino di giocare con la serie cadetta a 24 squadre, ma solo per questa stagione e in cambio di qualche ritocco (da parte, di Sky) sull'offerta per i diritti. Dall'anno prossimo, con un meccanismo diverso di promozioni e retrocessioni, la A passerebbe da 18 a 20 e la B da 24 a 22. Gli ammutinati hanno discusso tra loro, alcuni possibilisti altri sposati alla linea dura. Ma su una cosa erano concordi: nel volere le dimissioni di Franco Carraro. Le vuole, con insistenza, ormai da mesi, anche An. Chiedono la testa di Carraro anche dall'opposizione. La chiedono tutti. Ma non l'avranno. Almeno non per scelta del presidente della federazione, dell'uomo con il mano il pallino. Se cadrà sarà perché l'avranno spinto giù, quasi usato come capro espiatorio, merce di scambio. Proprio l'unica volta, che forse non aveva fatto di testa (e di tasca) sua ratificando solo una decisione presa da altri. Il pallino di Carraro non è mai stato, in questi anni, quello sportivo o quello organizzativo. Da quando ha ripreso a occuparsi di calcio ha sempre tenuto in mano quello economico. Come un banchiere. Anzi, da banchiere. Perché Franco Carraro è il presidente di quel Mediocredito centrale che prestò i miliardi al Napoli dopo il crac di Ferlaino, consegnando il club nelle mani di Corbelli. Una banca, il Mcc, del gruppo Capitalia, sponsor della Lazio (che secondo gli analisti aveva conti peggiori della Fiorentina di Cecchi Gori, fallita perché non ha avuto un piano di ricapitalizzazione come quello del club biancoceleste, organizzato dal Mediocredito medesimo) e garante della Roma. Ne ha «aiutata» di gente del calcio, Carraro. Ma allora perché nessuno, salvo il presidente del Consiglio che ha detto «non vedo perché dovrebbe dimettersi», alza un dito ora che lo attaccano tutti? E poi, perché lo attaccano tutti? Misteri del pallone. In fondo Carraro è il presidente stimato di una banca stimata, non un usuraio da strada odiato tanto da chi chiede e ottiene il prestito della disperazione quanto da chi se lo vede negare. Carraro alla presidenza dell'Mcc ci è arrivato solo nel 2000, ariche se già prima, da molto prima, aveva fatto parlare di sé. Nato nel 1939, a Padova (come tradisce il cognome, tra i più diffusi in quella città) è salito presto alla ribalta delle cronache sportive. Come atleta. Disciplina? Lo sci d'acqua. Fino alla conquista del bronzo di specialità ai mondiali del 1957. Smessi gli sci agonistici, fu proprio la scalata alla federazione dello sport acquatico a fargli da trampolino per le sue molteplici direzioni sportive: nel consiglio del Milan, poi nel 1971 commissario della Figc; finito il commissariamento ne diventò vicepresidente, nel '73 e presidente tre anni dopo. E siamo arrivati a quel famoso maggio del 1978. Rassegnò le dimissioni, e vero. E assunse immediatamente la carica, che mantenne fino al 1987, di presidente del Coni. Ancora due anni ed eccolo sindaco di Roma, socialista appoggiato anche da De Mita e Andreotti. In Campidoglio è rimasto fino al 1992, quando ormai in piena Tangentopoli, diede le dimissioni. Era di maggio. Per un po' di tempo passò all'industria: presidente di Impregilo (gruppo edilizio nato dalla fusione tra la Cogefar Impresit del gruppo Fiat, la Girola e la Lodigiani), si trova, dal 1994, a litigare, come un separato in casa, con la famiglia Romiti e il management della Impresit. Anzi, le cronache raccontano che più volte la coppia Cuccia-Maranghi abbia pregato Cesare Geronzi di invitare il suo pupillo Carraro a fare «solo» il presidente. Evidentemente Carraro aveva il pallino di tenere in mano il pallino, di fare, in pratica, l’amministratore. Il riciclaggio di Carraro, o meglio, la trasformazione in banchiere, Geronzi la perfezionò nel 2000 quando il Banco di Sicilia, già nell'orbita della Banca di Roma, acquisì il controllo del Mediocredito che divenne la nuova casa del presidente Carraro. In questi ultimi tre anni, Carraro è stato, fra l'altro, anche nel cda di Ipse 2000, il consorzio, tramontato prima dell'alba, per l'Umts. In Figc torna, acclamato a furor di popolo, all'inizio del 2002: è l'anno dei mondiali di Corea e Giappone. In lui sono riposte le speranze per gli appoggi «politici» internazionali. Ma Carraro conosce i valori dello sport e sa che i successi vanno conquistati sul campo. Si tiene quindi fuori dai giochi di palazzo della Fifa, dove qualche mese prima non è riuscito a entrare, e confida nella forza di Totti e compagni. La Corea ci elimina e lui incassa bene. E' l'unico a non gridare contro l'arbitro Moreno. L’immagine della Figc ne esce danneggiata? C'è pronto il rimedio. Nel gennaio 2003 Carraro, infatti, ingaggia come consulente Maurizio Costanzo. Per sé, per guardarsi le spalle, Carraro ha la moglie Sandra che nei salotti che contano, più che da spalla gli ha sempre fatto da battistrada.
  5. La B partirà il 7 settembre a 24 squadre L'assemblea conferma la fiducia a Galliani MILANO - Fiducia rinnovata al presidente Galliani e accettazione della serie B a 24 squadre, con inizio del campionato il 7 settembre. E' questa la decisione emersa dall'assemblea di Lega ancora in corso a Milano. fonte Gazzetta.it
  6. Pessimo

    B rinviata al 7 settembre

    Slittamento serie B. Alle 17.30 non ci sono novità sulla copertura televisiva della serie cadetta. Come ha ribadito Galliani: le società hanno rifiutato la proposta Sky. Mentre sembra si possa andare in campo il 7 settembre e a 24 squadre. Ci si chiede che fine abbia fatto il fronte di Cellino e company. In mattinata era ancora numeroso. Sembra essersi sfasciato quando escono i presidenti di A e quando Galliani annuncia che si farà di tutto per partire il 7 settembre e che è stata convocata per mercoledì un'assemblea straordinaria che discuterà le modifiche dei campionati di A e B. Sembra che stia per passare l'idea Galliani: tre retrocessioni e 5 promozioni. Ma Cellino allontana le certezze: "I presidenti di B non hanno accettato alcuna proposta e sono sempre fermi a un campionato di A a 18 squadre e a uno di B a 20. Sul patibolo ci andremo solo con la forza, verranno intraprese azioni legali a tutela degli interessi della serie B, ma non dico di più perché le azioni legali si fanno e non si minacciano. La guerra vera prima o poi dovrà arrivare anche se noi siamo qui a discutere per evitarla". Accordo collettivo Aic.Il disdettamento (votato dall'assemblea all'unanimità) dell'accordo collettivo con l'associazione italiana calciatori: "è un chiaro segnale per Campana che ha votato a favore dell'allargamento della B a 24 squadre" ha spiegato Cellino. "Non è un atto di guerra, lo aveva già fatto la Lega di C, e andremo a discuterne prestissimo uno nuovo" ha moderato Galliani. E' comunque e sicuramente un passo importante e storico che l'assocalciatori non ha preso bene: "L'Aic non raccoglie la disdetta del contratto collettivo e ritiene che, nonostante l'atto della Lega, l'accordo resti in vigore".
  7. Pessimo

    BUON COMPLEANNO ROSSOVERDI.COM

    Per festeggiare ho pensato al mio amico Respiro: so che ha problemi...come dire...a far entrare in ebollezione le donne, allora per dargli un aiutino ho fabbricato artigianalmente questo attrezzo che aumenta a dismisura le capacità leccatorie...auguri Respiro!
  8. Pessimo

    "SE LA A NON PARTE E' COLPA DI GIOCO CALCIO"

    possibile che non riuscite a mettere la politica da parte? La domanda è: se di piattaforma ce nè una sola allora bisogna vedere solo il 60% delle partite...si o no? Tutto qui. Se altri gestori non ce ne sono in quanto rimettono essendo troppo piccoli, che facciamo prendiamo uno e con la pistola alla tempia lo obblighiamo ad aprire una tv satellite? Pensate invece che un fiume di miliardi sono andati nelle tasche dei calciatori e non sono serviti a risanare un cazzo...
  9. Pessimo

    "SE LA A NON PARTE E' COLPA DI GIOCO CALCIO"

    Questa storia di gioco calcio è un altro esempio di mentalità all'italiana: c'erano un tempo due piattaforme, si sapeva che rimettevano entrambe, ma ciò nonostante la Lega iniziò a far nascere una terza all'insegna di un vecchio e perdente concetto: l'autarchia. Aderirono solo alcune squadre di secondo piano (le uniche senza contratto) che smuovono pochissimi abbonamenti; quindi la nuova avventura parte perdente. Poi accade che Murdok ci mette mano e compra riunificandole, le due vecchie piattaforme sat. Perchè? Ovvio: non c'e' spazio in Italia per troppi concorrenti via satellite. Ora però un altro ostacolo: l'antitrust. Che dice: non può essere che uno solo trasmetta tutte le partite di tutte le squadre...una buona percentuale la deve trasmettere un altro. E come si fa? E' come se nella piazza di un paese ci fosse una sola pizzeria, ed uscisse fuori il Comune che blocca i venditori di mozzarella perchè una sola pizzeria non può acquistarla tutta...e nessuno ne apre una seconda perchè non c'e' abbastanza clientela per far vivere due pizzerie. Insomma è il mercato che fa le cose, anche se sotto controllo. Come fare per le partite? Semplice: far esistere a forza un secondo gestore (gioco calcio). Ma senza essere un secondo gestore. Infatti non avendo suoi impianti e suoi canali satellitari usa i canali di Sky e se non paga non trasmette. Quindi dal punto di vista dell'antitrust che è cambiato? nulla. Ma ci sono due marchi e tanto basta. Ipocrisie italiane a cui Murdok non si piega, infatti ha dichiarato: se non pagano non si trasmette (andando un pò anche contro se stesso perchè trasmettendo "gioco calcio" anche lui non avrebbe problemi dall'antitrust). Un altro papocchio che si aggiunge a quelli di questi giorni. Amen
  10. Siccome tutto cominciò con un ricorso di Luciano Gaucci, in quanto proprietario del Catania, mezza Italia, quella che non vive a pane e Gazzetta, oggi si starà domandando che cosa centrino le polemiche sulla Fiorentina riportata in B, il campionato a ventiquattro squadre che però forse non parte, l’Atalanta che vuole tornare in A, i curiosi malumori di Adriano Galliani, i problemi della Roma. La scena sembra quella vista duemila volte nei film comici e negli spot: una piramide di scatolette di tonno al supermercato, la vecchietta che ne toglie una dalla base, la piramide che viene giù. Ecco, è venuto giù tutto. Sono gli ultimi giorni di Babilonia la Grande. Nessuno poteva supporre che Babilonia avesse cominciato a cadere una domenica della scorsa primavera, il giorno di Catania-Siena. Il Siena mise in campo il difensore Luigi Martinelli. Costui, aveva scontato la squalifica di un turno la domenica precedente; ma siccome aveva giocato come fuori quota con la squadra ragazzi, secondo Gaucci la squalifica non era stata scontata. E la presenza di Martinelli contro il Siena era abusiva. Il ricorso alla giustizia sportiva, e dunque agli organi della Federcalcio, partì subito dopo l’incontro, concluso uno a uno. Le polemiche di Gaucci contro i vertici del calcio sono antiche, e prescindono da questa vicenda. Gaucci, insieme ad altri presidenti di piccole squadre, da tempo aspettava l’occasione di muovere guerra all’establishment, secondo lui (e secondo molti altri) inquinato dallo strapotere delle grandi: Juventus e Milan soprattutto. La questione dei diritti televisivi ha incancrenito la situazione, perché l’arrivo delle tv a pagamento è stata una corsa all’oro, e qualcuno è rimasto a bocca asciutta. Tele+, Stream e ora Sky hanno pagato il calcio molto più di quanto lo pagasse la Rai. I primi tempi, quando il campionato veniva venduto in blocco, e i proventi redistribuiti con criteri di sussidiarietà, è stato un bene per tutti. Poi le squadre più forti (anche Roma e Lazio) hanno preferito andare a trattativa privata, sapendo che avrebbero realizzato di più. E buttando a mare le società piccole, che invece hanno cominciato a realizzare di meno. E’ un vecchio meccanismo: quando i ricchi sono troppo ricchi, e i poveri sono troppo poveri, ai poveri viene voglia di veder rotolare le teste dei ricchi. E quando i poveri sono troppo poveri, tendono ad attribuire ai ricchi le colpe di ogni loro disgrazia, compreso un rigore non fischiato. Torniamo a Catania-Siena. Nella forma, il Catania ha ragione. Nella sostanza, no: è prassi consolidata che i giocatori squalificati giochino coi ragazzi per non arrugginire. Ma Gaucci aveva dei sassolini da togliersi dalle scarpe, oltre che qualche interesse economico a salvare il Catania dalla retrocessione in C1, cosa poi successa a termine campionato. Si è rivolto alla giustizia sportiva, che gli ha dato torto in prima istanza, e poi ragione in appello alla CAF che per il calcio è inappellabile, quindi ultimo giudizio. Ma la Federcalcio si inventa un ulteriore giudizio, dà torto al Catania e lo ributta in C. Non sentendosi tutelato da una Lega guidata da Adriano Galliani, e quindi dal Milan e dal governo, e da una Federcalcio guidata da Franco Carraro, e quindi da Capitalia e dalla grande industria, Gaucci si è rivolto alla magistratura ordinaria, e dunque al Tar. Che ragionando sul comma bis, gli ha dato ragione. Il guaio è stato questo: il Catania, in campionato, è arrivato quart’ultimo, a un punto solo da Napoli e Venezia, dunque salve. Applicando la sentenza del Tar, il pareggio del Catania col Siena diventa una vittoria; il Catania prende due punti in più, scavalca Napoli e Venezia e si salva. Chi va in C1? Una fra Napoli e Venezia, che dovrebbero disputarsi la B in uno spareggio. La Federcalcio ha sempre pensato di poterla spuntare, e di mandare il Catania in serie C1. E ha sbagliato i conti. Altre squadre, per motivi simili, si sono rivolte ai Tar. La classifica dell’anno scorso, e i gironi del prossimo, sono stati scritti e riscritti a ogni grado di giudizio. E ogni Tar li ha scritti e riscritti a seconda del ricorso su cui doveva pronunciarsi. E’ stato a questo punto che Alleanza nazionale, molto radicata in Sicilia, e decisamente impegnata a riequilibrare certi poteri, ha chiesto le dimissioni di Carraro, difeso invece dal premier e presidente milanista Silvio Berlusconi. Carraro, allora, ha chiesto aiuto a Berlusconi, e Berlusconi ha pensato di darglielo, anche per far partire questo benedetto campionato. Ha varato un decreto che stabilisce l’autonomia del calcio (tranne, ovvio, che nelle vicende penali) e dunque rende irricevibili e vane le decisioni dei Tar. Non si aspettava, forse, che An si ribellasse. Il catanese Ignazio La Russa ha infatti detto: il decreto passa soltanto se il Catania resta in serie B. Pur di togliersi i Tar di dosso e ristabilire la normalità, Carraro ha accettato, anche se significava dare infine ragione al ribelle Gaucci. Restava un problema: come riportare il Catania in B? Mandare in C1 una fra Napoli e Venezia? Impossibile, per questioni di tempo e per la necessità di evitare nuove sommosse. E allora ecco l’escamotage: le retrocessioni dalla B alla C1 dell’anno scorso sono annullate. Le quattro retrocesse tornano in B. E la B passi da venti a ventiquattro squadre. Ulteriore problema: fra le quattro retrocesse dalla B alla C1 l’anno scorso, ce n’è una, il Cosenza, che nel frattempo è stata cancellata per mancanza delle condizioni economiche necessarie; insomma, troppo indebitata. Quale doveva essere, dunque, la ventiquattresima squadra della B? Secondo logica, la meglio piazzata fra le non promosse nello scorso campionato di serie C1. Di nuovo impossibile. Perché? Perché la serie C1 è divisa nel girone A (Nord) e girone B (Sud). Lo scorso anno, nel girone A a perdere lo spareggio per andare in B è stato il Pisa. E nel girone B, il Martina. Chi, dunque, ha più diritto fra Martina e Pisa? Boh. E per non sbagliare, la Federcalcio ha portato in B la Fiorentina, adducendo stravaganti meriti “sportivi e territoriali”. Una scelta tanto arbitraria e priva di senso non poteva restare senza conseguenze. Il Pisa e il Martina sono state le prime a infuriarsi. E il Martina minaccia seriamente di non prendere parte al campionato di C1 e di rivolgersi alla magistratura. Ma non al Tar, alla procura. Esattamente un anno fa, la Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori stava cercando il denaro per iscriversi al campionato di serie B. I conti erano parecchio sballati. Cecchi Gori si era affidato alla creatività contabile cui sono ricorsi davvero in molti, se non tutti, nel calcio di questi tempi. Tuttavia, a Cecchi Gori sarebbe bastato vendere un paio dei suoi campioni (Enrico Chiesa, Nuno Gomes, Daniele Adani) per guadagnarsi l’iscrizione. Si sa come usa, da noi: colpirne uno, magari il più debole fra i forti, per educarne cento. Per far capire che l’aria sta cambiando e che di bilanci fantasiosi non se ne sarebbero accettati più. Con Cecchi Gori non fu usata l’indulgenza riservata ad altri, per esempio all’ex presidente della Lazio, Sergio Cragnotti, che per di più guidava una squadra quotata in Borsa, e dunque doveva rispondere a degli azionisti. Insomma, la Fiorentina fu cancellata e nel giro di un giorno il sindaco diessino di Firenze, Leonardo Domenici, fondò la Florentia Viola per regalarla al Signor Tod’s, Diego Della Valle. Secondo le regole, la nuova Florentia sarebbe dovuta partire dai campionati dilettanti. E invece – per quelli che già allora sembrarono meriti “sportivi e territoriali” – le fu straordinariamente regalata la C2. La Florentia, molto più forte delle rivali, ha vinto a mani basse il suo girone ed è stata promossa in C1. Ora il nuovo regalo. Nel giro di un anno, Della Valle si ritrova la Fiorentina laddove l’aveva lasciata Cecchi Gori, in B, al prezzo di un paio di milioni di euro, tanto quanto gli è costato aggiudicarsi all’asta il marchio Fiorentina e ributtare in Arno quello di Florentia Viola. Si capirà che a qualcuno le scatole possano essere girate. Ora ci si domanda – pur senza essere esperti contabili – perché alla Roma di Franco Sensi non venga applicato lo stesso rigore applicato a Cecchi Gori. Per iscriversi al campionato di serie A, la Roma ha presentato una fideiussione con un giorno di ritardo. E si è fatto finta di nulla. Poi si è scoperto che la fideiussione era falsa, ma tanto falsa che un pataccaro napoletano se ne sarebbe vergognato. E finché la notizia non è finita sul Corriere della Sera, la Federcalcio ha fatto di nuovo finta di nulla. Si badi, la Federcalcio presieduta da Carraro, consigliere d’amministrazione di Capitalia, banca che finanzia sovente la Roma. Si potrà ora sospettare per quale motivo Sensi taccia. Per chi non lo sapesse, Sensi è il presidente che più si è battuto – e spesso insieme con Gaucci – contro la “mafia del Nord”, contro la Juventus e le squadre milanesi, che circonvengono gli arbitri, che si prendono le fette migliori dei diritti tv, che piazzano i loro uomini (Galliani, per esempio) ai vertici del calcio. Ma dall’arena di questi giorni, Sensi si è tolto. Non ha assolutamente niente da ridire. Lo scorso anno, l’Atalanta è arrivata quart’ultima in serie A ed è retrocessa in serie B. Le squadre di serie B godono di finanziamenti molto inferiori a quelli di cui godono le squadre di A. Per starci dentro, il presidente atalantino, Ivan Ruggeri, ha svenduto i giocatori più forti e con gli ingaggi più alti. Ora scopre che probabilmente la Roma non ha il denaro e il diritto di stare in serie A. Chiede che la Roma faccia la stessa fine della Fiorentina e in A torni la sua Atalanta. Naturalmente, una squadra piccola come l’Atalanta non trova molti padrini, se non il battagliero Mirko Tremaglia e, nelle ultime ore, un peraltro svogliato neoatalantino Umberto Bossi. Mentre la Roma è la Roma, e mandarla fra i dilettanti (o in C2) significherebbe scatenare la guerra civile. Ma il decreto del governo (quello che ha riportato il Catania in B ) ha regalato all’Atalanta una nuova arma. Ruggeri chiede che gli sia spiegato per quale oscura ragione non siano più valide le retrocessioni dalla B alla C1, ma lo siano ancora quelle dalla A alla B. Non fa una grinza, tanto che è stato subito spalleggiato dalle altre passate a giugno dalla A alla B: Piacenza e Torino. Che dicono, le regole devono valere per tutti: o la B resta a venti squadre, o noi giochiamo in serie A, oppure non giochiamo proprio. Non segue il ragionamento soltanto il Como (la quarta retrocessa in B ), perché il presidente del Como, Enrico Preziosi (quello dei Giochi Preziosi), è anche il presidente del Genoa, che è una delle squadre ripescate dalla C1 e rimandate in B; ora, non potendo possedere due squadre della stessa categoria, venderà il Como e si terrà il Genoa. Preziosi, nemicissimo dei grandi club, dice che è tutto un gran pastrocchio, ma per il bene del calcio bisogna evitare proteste estreme. Non la pensano come lui tutti gli altri diciannove presidenti della B (la B pre decreto) che hanno sottoscritto un documento annunciando che il loro campionato non partirà. Non soltanto per questioni di principio, comunque rilevantissime, ma anche di organizzazione: le rose delle squadre, la preparazione atletica dei giocatori, gli stipendi, anche gli abbonamenti allo stadio, erano stati pensati per un campionato di trentotto partite, non di quarantasei. L’aspetto più straordinario è che mentre i dirigenti fanno le più ampie capriole per guadagnare il guadagnabile, mentre vari deputati si battono fieramente per la squadra della città in cui sono stati eletti, mentre gli amministratori locali scendono in piazza (grandioso il sindaco ds di Firenze, Domenici, che giudica il decreto un volgare pateracchio con un unico spunto geniale, la riabilitazione della Fiorentina), gli unici seri paiono i tifosi. Quelli dell’Atalanta, del Torino, del Genoa, anche della Fiorentina, scrivono nei forum e manifestano nelle strade per dire che le promozioni si devono guadagnare giocando al pallone. Quelle per decreto li schifano. In tutto questo, si è avuta l’impressione che qualcuno abbia dovuto ficcare la testa sotto la sabbia. E’ il caso di Galliani, che sostiene di non aver condiviso il decreto voluto da Berlusconi; ma un uomo intelligente come Galliani capirà quanta fatica si faccia a credergli. E che dire di Antonio Giraudo, amministratore delegato della Juve, che in Lega calcio ha votato contro la B a ventiquattro squadre, ma paradossalmente a favore della Fiorentina in B? Alla fine di un articolo non privo di malizia, viene da pensare che i due arringhino il popolo, ma alla sera vadano a cena dal principe. E il sospetto si è rafforzato ieri sera, quando il vicepresidente della Lega, Antonio Matarrese, ha spiegato che si va verso la scissione della Lega calcio: una per le squadre di serie A, una per quelle di B. E non più una lega sola per entrambe le categorie. Di modo che il campionato di A possa partire anche da solo. Ma questo vuol dire che d’ora in poi le squadre di B non potranno più contare sull’aiuto economico di quelle di A. Come nella vicenda dei diritti tv, i ricchi saranno ancora più ricchi e i poveri ancora più poveri. E ancora più arrabbiati.
  11. Pessimo

    com'è che il sito della Ternana

    certo che con tutto quello che sta accadendo sarebbe opportuno che la Ternana tenesse il suo sito ufficiale più aggiornato. In questi giorni i siti delle altre società sono aggiornati: è da lì che si prendono soprattutto le prese di posizione. E poi è inutile allora addirittura pubblicizzarlo sul pulman della squadra. Mi ricordo del sito precedente: gran pubblicità, poi rimase "in ristrutturazione" per un anno. Speriamo che anche questo non faccia la stessa fine! Il fatto è che spesso è meglio nascere piccolini e senza tanti fuochi artificiali e poi crescere pian piano che non con un gran bum! iniziale per poi fare flop. Speriamo bene, perchè mi sembrava un buon progetto. forza webmaster, aggiorniamolo un pochino!
  12. Pessimo

    l'ultima proposta de galliani

    non c'entra niente, ma visto che questi non sono sms, che ne dite se lasciamo perdere l'uso delle K che nun ce se capisce un cavolo quando leggi?
  13. Pessimo

    Caos B

    non vorrei comunque che dietro tutto questo ci siano le "prove tecniche di superlega" con le poche grandi per conto loro in A e le altre a fare campionati per conto loro. Il male è iniziato quando con le pay tv invece che trattare il pacchetto calcio intero da dividere come facevano prima, si è passati alle trattative individuali.
  14. Pessimo

    Il supertifoso Enrico Micheli

    caro beppe, sarà mica che sei tu a non capire? Qualche autorità suprema ti dà il dono dell'onniscenza? Scrivi "lasciamo perdere" con un'aria di benevola superiorità risibile quanto vuota. D'accordo comunque: lasciamo perdere.
  15. ti rispondo io, canja: non c'e' nulla contro Gaucci o il Catania. Infatti si dà ragione al Catania in quanto è ricorsa al TAR dopo aver subito l'abuso di un giudizio in più illegittimo. Le tue asserzioni sui giornalisti rientrano nella tuo diritto di critica, quindi non le commento. Vorrei comunque chiarire che il mio post ha lo scopo di fare un minimo di cronologia e di storia perchè, vedrete, tra poco si parlerà solo dello schifo del ripescaggio della Fiorentina dimenticando come è nato il tutto e soprattutto che altri predicano bene e razzolano male (es. la Roma è responsabile di aver voluto le trattative separate con le pay tv, altra concausa di casini per trattative sul criptato, ma si scaglia contro chi ora prende la maggior parte dei soldi trattando separatamente). ciao
  16. ti ringrazio respiro, ma non è tutta farina del mio sacco: ho rielaborato un articolo simile uscito su Libero che però aveva secondo me alcune imperfezioni. Il fatto è che con tutto il polverone che si sta facendo si correva il rischio di perdere di vista l'architettura dei fatti e cadere magari in un qualunquismo di maniera.
  17. Pessimo

    Il supertifoso Enrico Micheli

    a me i politici che si fanno vivi solo per cavalcare proteste non piacciono. Mi sa di sfruttamento... a meno che non pensi che la sinistra abbia l'aureola e la destra il forcone di satana. La politica fuori dalle sport vale per tutti!
  18. Pessimo

    Il supertifoso Enrico Micheli

    Micheli deve stare zitto: è assente ingiustificato da troppo tempo (da quando non governa più e si è eclissato). Ora riesce fuori per sfruttare politicamente il nostro malcontento. Lasci solo ai tifosi le proteste: il motto "fuori la politica dal calcio" vale anche per lui!!!!
  19. Pessimo

    non sono daccordo con voi!

    alla Fiorentina il regalo è già stato fatto (partenza dalla C2) proprio per i cosiddetti "meriti sportivi", e quindi è impensabile che le possa essere fatto un secondo...peraltro con la stessa fumosa motivazione. Quello che mi sconcerta invece è altro: il fatto che un Carraro che ha creto questo ed altri casini e che rimane saldo a pontificare. Questo è lo scandalo.
  20. ma si sarebbe astenuta naturalmente!!! Una società cuor di leone che o non è presente, o si astiene...
  21. Pessimo

    TRIESTINA - TERNANA

    presente: sabato triestina - ternana, domenica udinese - roma.
  22. Pessimo

    NANA' E' ANDATO A FARE SPESA

    ma siamo sicuri che quella ditta che dovrebbe curare l'immagine della ternana sia davvero adatta? come inizio direi proprio di no...organizzazione della presentazione penosa sotto moltissimi aspetti, realizzazione della mascotte....lasciamo perdere, presentazione della stessa con cartelli applicati che non mettono più manco nei supermercati, cambio nome e ricambio nome con modi da operetta, abbandono mascotte impecettata, mi sembra una ditta sgangherata, sinceramente. Ma era davvero indispensabile andare a sbattere a Lecce? sento puzza di megainciucio...
  23. Pessimo

    Una canzone per le FERE

    scusate...ma ho letto il titolo che diceva di andare A PAGINA 4 per scaricare la nuova versione...e sono andato a pagina 4! che ne sapevo che ce n'era un 'altra? comunque il mitico bob casini è sempre lu mejo! sono contento che senza saperlo avevate anticipato...
  24. Pessimo

    Una canzone per le FERE

    scusate...ma ce l'avete le recchie? in questa versione è stata solo migliorata la base, ma l'esecuzione rimane davvero povera. Il cantante (scusami, sei un amico!) non è assolutamente adatto, ci vuole una voce diversa, potente, magari con raddoppio o coro. Guardate che di gente in gamba ce n'è... Consiglio telefonata a bob casini. per il resto la canzone, come progetto, mi sembra valida perchè semplice ed orecchiabile. Ma così mi sembra un pò sfigata.
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