Mariotto

Vediamo questo secondo tempo e poi tiriamo le somme.

Valore della rosa Modena: 16 mil. / Valore della rosa Ternana: 13 mil. Ballano appena 3 mil e ben 16 punti in classifica… magari la differenza la fa il manico? Forse è un’analisi un po azzardata ma la butto là…

Magari… allo stato attuale ne prendi 4 dal Pescara di Zeman… ma d’altronde lui è un altro bollito… noi preferiamo i giovani allenatori rampanti!

Squadra depressa come l’allenatore. Le facce parlano chiaro.

Un’occasione per entrare nella leggenda.

Bella domanda.

La prova che Dio esiste… ma perseverare sarà diabolico.

Non è finita finché non è finita! Giochiamocela e andiamo a vincere.

Ma non conviene fare un vecchio, sano silenzio stampa? Almeno ti crei il nemico esterno e magari scendi in campo un po più incazzato! Certe esternazioni tipo che a Terni sono tutti allenatori sono talmente ovvie che non credo esista una piazza in Italia che non pratichi questo sport fatto di chiacchiere da bar. Se questo è un difetto è però figlio della stessa passione che consente ad un allenatore di guadagnare cifre astronomiche anche in categorie inferiori. Dopo le esternazioni di Bandecchi ora anche le bacchettate dal mister. Diventano tutti maestri di etica ma, a volte, ci si dimentica di guardare nel proprio orticello.

Comunque non ci sta mai bene un cazzo! Bandecchi sputtanava la Ternana e quindi meglio l’eccellenza che in serie A con lui presidente: meglio persone oneste e nella norma, magari senza grossi mezzi economici anche se questo dovesse comportare una retrocessione. Queste erano le considerazioni che andavano per la maggiore sino a pochi mesi fa. Ora che abbiamo un presidente serio, onesto ma che non fattura 100 milioni, non va più bene perché la seconda parte del ragionamento è poco allettante! La verità è che andrebbe sempre rispettato ogni imprenditore, purché non ladro e truffaldino, che ci mette i soldi e rischia di suo. Occorre valutare i fatti oggettivi e non ragionare di pancia. Io, pur non avendo nulla da condividere col modo di fare di Bandecchi e spesso avendo pena per le sue uscite, rimango sempre dell’idea che lo scorso anno abbia fatto tutto per ottenere il massimo risultato e non certo per mandare tutto a vacca.

Aggiungo alla lista: Semplici.

Potremmo metterci l’anima in pace se tutte le partite fossero state giocate di merda ma, obbiettivamente, così non è. Quando la squadra ha trovato e mantenuto l’aggressività ha sempre fatto qualcosa di buono. L’idea è che sia troppo lasciata a se stessa ed alla buona volontà dei singoli. Concordo che con psicologia e volontà non trasformi i brocchi in talenti ma noi non siamo brocchi e la quota di talento che manca può essere sopperita con l’applicazione costante e con la volontà di non mollare mai l’osso. Esempio pratico: ieri sera Allegri ha fatto fuoco e fiamme di fronte alle leggerezze dei giocatori nel finale di partita. E li ci sono i talenti veri… che, tra l’altro , apprezzano pure questa carica loro trasmessa. Capisco che è senz’altro piacevole creare un ambiente peace & love dove tutto ci scivola via, sconfitte e retrocessioni comprese, ma c’è un limite a tutto! Io, ancora una volta, faccio appello a Lucarelli: lui per primo deve dare l’anima, anzi la deve proprio vendere al diavolo, perché io non credo che avrà un roseo futuro quale allenatore in base a ciò che accadrà da qui a fine campionato.

Pare il giorno della marmotta: da un anno a questa parte, accadono le stesse cose e poi si ricomincia da capo in un loop infinito. Il reset, totale, andava fatto ad agosto per non avere alibi qualora dovesse accadere il peggio. Poi mi domando: se compri una società con contratti così a lungo termine e così onerosi (capitolo a parte poi è come mai fu fatta una tale scelleratezza aziendale da parte di Bandecchi) ne sarai ben cosciente oppure no? Inevitabilmente, ora, deve entrare in gioco la società perché deve dare una linea chiara e sapere cosa fare difronte agli scenari futuri al di là delle conferme di fiducia di rito. Altrimenti l’idea è quella che hai puntato l’unica fiche in tuo possesso al tavolo della roulette e sperato nella botta di culo.

È deprimente che si pensi di chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. Francamente é da rivalutare l’alzata di ingegno di Bandecchi dopo la sconfitta con il Pisa… almeno l’intento era di continuare a giocarsela. Oggi, tra tifosi in balia di presunti debiti di riconoscenza ed una società paurosa in balia di debiti finanziari ci avviamo a fare la fine della rana bollita.

I limiti finanziari della nuova società erano palesi e non dissimulati e quindi non le si può muovere alcun appunto (d’altronde c’era chi li muoveva a Bandecchi che di certo non lesinava nelle spese…) ma a me paiono apparire inattesi limiti nella gestione di questa ennesima via crucis specie in presenza di personaggio navigato come Capozucca. Mi pare tutto assai surreale a partire da chi, osannando Lucarelli, ne fa una questione epica, di onore, di rispetto! Io non ho nessun preconcetto ma gli allenatori che non ottengono risultati vanno cambiati per il semplice motivo che non puoi cambiare la squadra. E poi: sia lo scorso anno che quest’anno la squadra non era e non è per nulla scarsa. La mancanza di continuità, le amnesie totali, la remissività: a chi vanno imputate?

Il cambio di allenatore si doveva fare ad agosto, per coerenza ad un nuovo programma che faceva tabula rasa del passato e perché lo score di mezzo campionato la diceva lunga. Errore madornale di miopia perché se la motivazione era economica ad agosto lo è anche ad ottobre. Io ho creduto che Lucarelli, accettando a suo tempo e persistendo ora, si giochi una bella fetta del suo futuro e pertanto mi auguravo che desse l’anima nel motivare la squadra nel giocare all’ultimo sangue. Speranza vana. Per ora.

Vedo che, dopo un anno, i Lucarelliani cominciano timidamente a cambiare idea, neanche fosse l’abiura di Galileo. Per quanto mi riguarda si può tranquillamente andare in C felici e contenti con Lucarelli perché poi bisogna fare sempre i conti delle serva ma levatevi il prosciutto dagli occhi. Al di la dei tatticismi e del valore dei singoli, la squadra non ha nerbo nè carattere (capita una partita ogni 10) e questa è tutta responsabilità dell’allenatore. Pensate che una squadra in autogestione e senza allenatore avrebbe fatto meno punti?

Partita di grande intensità e rari cali di tensione: in questa maniera, se reggi per 90 minuti, te la giochi con chiunque. Conta quindi la testa e, ovviamente, la condizione fisica. Mantenere per tutte le partite questo stato di grazia, questa trance agonistica, è senz’altro difficile, forse impossibile, ma è questo il compito del Mister: comunque vada, alla fine il bilancio sarà sicuramente positivo! Altra nota positiva sono i giovani che non difettano affatto di personalità e l’aver giocato ancora una volta contro un arbitraggio molto discutibile senza farci condizionare. Insomma: partita perfetta. Complimenti a Mister e giocatori e grazie per il bel sabato che tutti ci siamo meritati. Da oggi, si continua a testa bassa e con l’occhio di tigre!

Beato te che all’epoca sei tornato a casa… io invece ho fatto tappa al grand hotel di Piazza dei Partigiani… effettivamente non avevo pregato abbastanza

Nessuna considerazione ad personam perché non mi ritengo in grado ne è il mio lavoro: però, se bisogna stare attenti a camminare sulle uova per non urtare la fragile psiche di un giocatore, stiamo proprio messi male! Continuo a sostenere che la debolezza della squadra è mentale e che occorre lavorare in questo senso per creare una sorta di sporca dozzina.

Mia personale considerazione dettata dalla scarsa considerazione circa l’effettiva funzione della maggior parte degli allenatori (quelli di cui, dopo aver visto 50 anni di calcio, se ne ricordano le impronte li conti sulle dita di una mano…): il valore aggiunto che un allenatore può e deve dare ad un gruppo fatto da 11 teste più o meno intelligenti e più o meno motivate è quello di curare ossessivamente il lato psicologico, la cattiveria che si mette in campo, il non staccare mai la spina e magari metterci quel pizzico di malizia in più sempre che, avendo anche giocato ad alti livelli, ne hai capitalizzato l’esperienza. Tutto ciò manca. A volte si vede e poi si dissolve e, in questi casi, costanza e disciplina sono essenziali. Questo approccio ormai perdura dallo scorso anno e, qui si, ha senso sommare quelle partite alla stagione in corso. Temo che si perda tempo a cercare la formula magica per trasformare il metallo in oro mentre qui occorre incudine e martello!

Una comica.

Lasciamo perdere. Il calcio è morto. Non è più un gioco.

11 punti nelle ultime 20 partite e ancora c’è chi sostiene che meritavamo di vincerle tutte! Surreale.

Unica costante: i limiti caratteriali della squadra. Fino a quando ci arrampicheremo sugli specchi in cerca di continui alibi? Siamo appena alla sesta, c’è tempo….