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dal messaggero, 20 gennaio 2003

 

 

L’OSCAR DELL’ONESTÀ DOMENICALE

 

L’arbitro sbaglia, lui “confessa” e rinuncia al rigore

Matteo Tozzi, allievo del Campitello, “corregge” l’errore del direttore di gara e poi segna ben tre gol

di MARCO TORRICELLI

 

«No, arbitro, guardi che s'è sbagliato. Il rigore che mi ha concesso non c'era. Io sono caduto da solo».

E' successo sul serio, ieri, durante la partita tra le squadre "allievi" di Campitello e Deruta, valida per il campionato regionale. La squadra ternana passa in vantaggio quasi subito e, al decimo minuto, ecco l'occasione per raddoppiare: Matteo Tozzi, attaccante, sedici anni compiuti a novembre, si presenta da solo davanti al portiere, ma un paio di difensori, in precipitoso recupero, gli arrivano addosso da dietro e lui finisce per terra. L'arbitro non ha dubbi: c'è stato un fallo. E decreta il calcio di rigore: «Ma io ho fatto tutto da solo - racconta Matteo - perché avevo la palla sul sinistro e, quando sono andato a calciare, me la sono spostata con il destro e non l'ho presa, finendo per terra».

Quando ha visto l'arbitro indicare il dischetto non ha avuto dubbi: «Non era giusto e gliel'ho detto subito che s'era sbagliato. Mica pensavo di fare chissà che - dice tranquillo - solo che era giusto così». All'allibito direttore di gara, il ternano Andrea Raggi, non è restato altro da fare che rimangiarsi la decisione: «Mi ha anche dato la mano - racconta Matteo - mentre gli avversari mi hanno ringraziato».

E in tribuna succedeva di tutto: «E' stata una cosa bellissima - dice Silvano, il padre di Matteo - e che mi ha fatto venire le lacrime agli occhi. Vedere i genitori dei ragazzi del Deruta applaudire mio figlio e fargli i complimenti per la correttezza mi ha riempito di orgoglio».

Poi, per la cronaca, la partita è finita con la vittoria per cinque a zero per del Campitello e lui, Matteo, ha pure firmato una tripletta: sei gol in quattro partite, per lui, che è reduce da un grave infortunio: «Mi sono rotto tibia e perone - spiega sorridendo - e infatti sono indietro con la preparazione. Ieri, alla fine, ero scoppiato».

Il padre, che non perde una partita, se lo coccola: «I gol mi hanno fatto piacere - dice - ma nulla a che vedere con la sensazione che mio figlio mi aveva regalato con il gesto fatto prima».

Un gesto che la società del Campitello ha intenzione di premiare e che sarebbe piaciuto anche a nonno "Melone". Già, perché Matteo altri non è che il nipote di un personaggio che i meno giovani, tra gli appassionati di calcio, non dimenticano: la sua tromba ha scandito, per anni, le azioni di attacco della Ternana. Uno squillo al nipote, c'è da giurarci, lo avrebbe regalato volentieri.

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Il fatto l'ha raccontato mi padre a tutti i giornali (sta giù a campitello), mi ha fatto due palle tante con questa storia...

 

Comunque considerate che la partita è finita 5 a 0 o 5 a 1, ma al momento del rigore "rifiutato" il risultato era di parità mi pare.

 

Che il baldo giovine abbia rifiutato un rigore contro una squadra contro cui avrebbe probabilmente vinto comunque per fare bella figura? Oppure veramente lo spirito sportivo esiste ancora, seppur a livelli non professionistici?

 

Ai posteri l'ardua sentenza...

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