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mister

Giampaolo Pansa

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Dopo il successo molto criticato del suo libro "il sangue dei vinti" è uscito quest'altro libro che in pratica è il suo continuo.si parla di tutti quei fascisti o presunti tali che dopo il 25 aprile 1945 vennero ammazzati dai partigiani della prima o dell'ultima ora.l'autore non esprime un'opinione su quello che accadde si limita a narrare storie di uomini,di italiani che vennero giustiziati più o meno sommariamente durante la guerra civile che avvolse l'italia nei primi anni del dopoguerra.la storia di queste ventimila persone è stata sottaciuta per 50 anni,perchè in fondo erano gli sconfitti e perchè tanti di loro si erano macchiati più o meno degli stessi crimini dei loro assassini.il libro è scorrevole e ben scritto,ben strutturato,agli amanti del genere probabilmente potrebbe piacere,a me è piaciuto molto e mi ha fatto conoscere un pezzo di storia del mio paese poco chiara.

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In tanti pensano che chi vince ha sempre ragione................ma i morti sono tutti uguali sia rossi che neri, sia di destra che di sinistra.

Tutti conoscono la tragedia dei campi di concetramento tedeschi, ma quanti non sanno quello che i russi hanno fatto nei loro gulag?

Ben venga chi come Pansa fa chiarezza in certe questioni.

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In tanti pensano che chi vince ha sempre ragione................ma i morti sono tutti uguali sia rossi che neri, sia di destra che di sinistra.

Tutti conoscono la tragedia dei campi di concetramento tedeschi, ma  quanti non sanno quello che i russi hanno fatto nei loro gulag?

Ben venga chi come Pansa fa chiarezza in certe questioni.

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russi,inglesi,americani, che poi sono stati i primi,....

 

 

avoja quanti ce ne stanno...

 

ma non se sa come mai se parla solo de quelli tedeschi...bah..

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In tanti pensano che chi vince ha sempre ragione................ma i morti sono tutti uguali sia rossi che neri, sia di destra che di sinistra.

Tutti conoscono la tragedia dei campi di concetramento tedeschi, ma  quanti non sanno quello che i russi hanno fatto nei loro gulag?

Ben venga chi come Pansa fa chiarezza in certe questioni.

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:clap::clap::clap::clap::clap: complimenti

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Senza trascendere nel politico, quella di cui parla Pansa è una storia "sottaciuta" fino ad un certo punto. In realtà, essendo circoscritta ad alcune zone dell'Emilia, a livello locale è stata sempre nota....direi tristemente nota e i protagonisti l'hanno sempre considerata per quello che era: una storia di vendetta e di rivincita verso coloro che per vent'anni avevano perpetrato abusi, violenze e angherie protetti dal potere che gestivano.

 

Con l'occhio attuale, mi sento di dire che i carnefici si sono trasformati, illegittimamente, in vittime e viceversa e questo però a causa della meschinità di una guerra civile voluta da una parte ben precisa del nostro paese.

Ma provate a mettervi nei panni di quei civili che per vent'anni hanno visto i propri uomini fucilati dagli squadroni neri, le donne e le figlie violentate in mezzo ai campi, le risorse alimentari saccheggiate sistematicamente in tempi di fame nera da quelli che, a guerra finita, sono ritornati ad essere semplicemente tuoi compaesani o concittadini.........siete tutti sicuri che avreste fatto finta di niente e sareste ritornati facilmente alla convivenza civile con gli aguzzini di vent'anni della vostra vita? <_<

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oscar a prescindere dal fatto che le storie che pansa racconta attraverso le memorie di parenti o amici non sono limitate solo all'emilia ma vanno da torino a trieste passando per milano,insomma in tutto quel territorio del nord italia dove si era costituita la RSI. sul fatto che la storia si sapesse ti do ragione,ma tu sapevi quanti "sconosciuti" o mai ritrovati cadaveri sono riferibili a quel periodo?penso che nessuno di noi può capire quei momenti,nessuno di noi può giudicare il momento in cui in italia ragazzi della nostra età dovettero fare una scelta,giusta o sbagliata che fosse.io dico solo che a me piace voler conoscere la storia del mio paese e di conoscerla integralmente.una cosa sulla quale però questo libro e altri mi stanno aprendo gli occhi è su quelle persone che durante la guerra sono rimaste a casa a badare al proprio orticello,senza mai schierarsi nè da una parte nè dall'altra e poi sono salite sul carro dei vincitori.purtroppo la purezza e la bellezza del movimento partigiano è stata macchiata da partigiani dell'ultima ora (ex delinquenti comuni,ex disertori,gente comune restata a casa) che si macchiarono di omicidi privi di alcuna motivazione politica,ma solo da scopi personali e che non scontarono neanche un anno di carcere perchè tutto fu fatto passare come assassinii politici.

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è opinione comune che la storia è fatta dai vincitori ma pian piano delle labili voci come quella del Pansa faranno luce anche sul resto... ma ci vuole tempo....

cosi come tra molti anni cominceremo a sapere dei campi di concentramento libici sovvensionati dall'italia per fermare gli immigrati, o di quelli per i curdi etc...etc... ci facciamo tanto sconvolgere da quelli tedeschi solo perche sono stati i più "pubblicizzati"

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Con una certa fatica cerco di tenermi all'esterno del merito politico, ma l'aria di revisionismo imperante, a volte, fa dimenticare la causa madre di quelle che non esito comunque a definire storie di vigliaccheria e di infamità: LA GUERRA CIVILE innescata da un regime, quello fascista, politicamente alla frutta ma ancora in grado di dare il colpo di grazia ad un popolo già provato da 3 anni di guerra.

Davanti a questa, che è la vera ignominia di quel buio periodo, l'italiano, come sempre, si è distinto in ciò che gli riesce meglio: voltagabbanismo, tradimento, vigliaccheria, eroismo, altruismo, cattiveria, bontà, meschinità.....tutto e il contrario di tutto, com'è nel nostro non glorioso modo di essere....da sempre.

E' che se permetti, comincia a farmi girare letteralmente i coglioni, sentirmi dire che le vendette dei comunisti nel dopoguerra (che poi come hai detto tu erano civili menefreghisti saliti sul carro dei nuovi presunti vincitori) sono una vergogna (com'è vero) e che invece i ragazzi della RSI, Mussolini, il ventennio, le guerre colonizzatrici, le leggi raziali e il nazifascismo sono stati errori veniali, dittatura leggera, bonifiche di terre, legge e ordine ed esagerazione della cultura di sinistra che ha voluto nascondere chissà che cosa!!

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Ma provate a mettervi nei panni di quei civili che per vent'anni hanno visto i propri uomini fucilati dagli squadroni neri, le donne e le figlie violentate in mezzo ai campi, le risorse alimentari saccheggiate sistematicamente in tempi di fame nera da quelli che, a guerra finita, sono ritornati ad essere semplicemente tuoi compaesani o concittadini.........siete tutti sicuri che avreste fatto finta di niente e sareste ritornati facilmente alla convivenza civile con gli aguzzini di vent'anni della vostra vita?  <_<

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ma queste cose succedevano solo nell'Emilia? perchè qui a Terni io non ho mai sentito parlarne....

sono cose vere?

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Con una certa fatica cerco di tenermi all'esterno del merito politico, ma l'aria di revisionismo imperante, a volte, fa dimenticare la causa madre di quelle che non esito comunque a definire storie di vigliaccheria e di infamità: LA GUERRA CIVILE innescata da un regime, quello fascista, politicamente alla frutta ma ancora in grado di dare il colpo di grazia ad un popolo già provato da 3 anni di guerra.

Davanti a questa, che è la vera ignominia di quel buio periodo, l'italiano, come sempre, si è distinto in ciò che gli riesce meglio: voltagabbanismo, tradimento, vigliaccheria, eroismo, altruismo, cattiveria, bontà, meschinità.....tutto e il contrario di tutto, com'è nel nostro non glorioso modo di essere....da sempre.

E' che se permetti, comincia a farmi girare letteralmente i coglioni, sentirmi dire che le vendette dei comunisti nel dopoguerra (che poi come hai detto tu erano civili menefreghisti saliti sul carro dei nuovi presunti vincitori) sono una vergogna (com'è vero) e che invece i ragazzi della RSI, Mussolini, il ventennio, le guerre colonizzatrici, le leggi raziali e il nazifascismo sono stati errori veniali, dittatura leggera, bonifiche di terre, legge e ordine ed esagerazione della cultura di sinistra che ha voluto nascondere chissà che cosa!!

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allora oscar se volemo capicce ce capimo sennò nada,fa niente...allora io non ho detto che tutti i comunisti (o gli antifascisti se preferisci)si macchiarono di crimini sanguinari o fossero tutti menefreghisti o delinquenti, io ho solo detto che questi salirono sul carro dei vincitori a guerra finita quando altri s'erano fatti anni in mezzo alle montagne a rischiare la propria vita in nome di un ideale,in nome della libertà.e non mi azzarderei mai a dire che il fascismo fosse tutto bello o tutto facile,o tutto luccicante:è stato una cosa(come ogni regime totalitario) ignobile,violento e privo di ogni umana comprensione.e penso che forse molti di noi se si fossero trovati nelle condizioni degli antifascisti di quel tempo,alla fine della dittatura si sarebbero comportati alla stessa maniera di come si sono comportati gli altri.ma c'è una cosa che mi ha fatto riflettere molto,un passo.una figlia racconta di come morì il padre,ucciso dai partigiani.alla fine del racconto si chiede se il padre si fosse cercato la morte in quella maniera,pur non essendosi macchiato di alcuna violenza,di alcun delitto durante il ventennio.beh lei si risponde di si perchè aveva aderito ad un'idea,faceva parte di un sistema e seppur non avendo fatto lui di persona alcun male, era complice di quel male,era complice di quel sistema che aveva portato la nostra nazione in quell'inferno.da questo punto parto per dire:ok era una guerra civile vera e propria,un regolamento di conti che era inevitabile,una giustizia sommaria della quale i vinti erano consapevoli,però a questo punto parlarne secondo me non nuoce a nessuno,anzi ci aiuta a capire e non commettere più gli stessi errori,imparare dalla storia perchè certe cose non accadano più.

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Con una certa fatica cerco di tenermi all'esterno del merito politico, ma l'aria di revisionismo imperante, a volte, fa dimenticare la causa madre di quelle che non esito comunque a definire storie di vigliaccheria e di infamità: LA GUERRA CIVILE innescata da un regime, quello fascista, politicamente alla frutta ma ancora in grado di dare il colpo di grazia ad un popolo già provato da 3 anni di guerra.

Davanti a questa, che è la vera ignominia di quel buio periodo, l'italiano, come sempre, si è distinto in ciò che gli riesce meglio: voltagabbanismo, tradimento, vigliaccheria, eroismo, altruismo, cattiveria, bontà, meschinità.....tutto e il contrario di tutto, com'è nel nostro non glorioso modo di essere....da sempre.

E' che se permetti, comincia a farmi girare letteralmente i coglioni, sentirmi dire che le vendette dei comunisti nel dopoguerra (che poi come hai detto tu erano civili menefreghisti saliti sul carro dei nuovi presunti vincitori) sono una vergogna (com'è vero) e che invece i ragazzi della RSI, Mussolini, il ventennio, le guerre colonizzatrici, le leggi raziali e il nazifascismo sono stati errori veniali, dittatura leggera, bonifiche di terre, legge e ordine ed esagerazione della cultura di sinistra che ha voluto nascondere chissà che cosa!!

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allora oscar se volemo capicce ce capimo sennò nada,fa niente...allora io non ho detto che tutti i comunisti (o gli antifascisti se preferisci)si macchiarono di crimini sanguinari o fossero tutti menefreghisti o delinquenti, io ho solo detto che questi salirono sul carro dei vincitori a guerra finita quando altri s'erano fatti anni in mezzo alle montagne a rischiare la propria vita in nome di un ideale,in nome della libertà.e non mi azzarderei mai a dire che il fascismo fosse tutto bello o tutto facile,o tutto luccicante:è stato una cosa(come ogni regime totalitario) ignobile,violento e privo di ogni umana comprensione.e penso che forse molti di noi se si fossero trovati nelle condizioni degli antifascisti di quel tempo,alla fine della dittatura si sarebbero comportati alla stessa maniera di come si sono comportati gli altri.ma c'è una cosa che mi ha fatto riflettere molto,un passo.una figlia racconta di come morì il padre,ucciso dai partigiani.alla fine del racconto si chiede se il padre si fosse cercato la morte in quella maniera,pur non essendosi macchiato di alcuna violenza,di alcun delitto durante il ventennio.beh lei si risponde di si perchè aveva aderito ad un'idea,faceva parte di un sistema e seppur non avendo fatto lui di persona alcun male, era complice di quel male,era complice di quel sistema che aveva portato la nostra nazione in quell'inferno.da questo punto parto per dire:ok era una guerra civile vera e propria,un regolamento di conti che era inevitabile,una giustizia sommaria della quale i vinti erano consapevoli,però a questo punto parlarne secondo me non nuoce a nessuno,anzi ci aiuta a capire e non commettere più gli stessi errori,imparare dalla storia perchè certe cose non accadano più.

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Fanno bene a parlarne eccome!!!

Fanno bene ad evidenziare, soprattutto, il peccato originale della nostra sinistra storica, talmente sorretta dall'idealismo e dal mito partigiano, da arrivare a sottacere UMANE tragedie che rientrano nella assurda logica della guerra e del dopoguerra.

Si fa altrettanto bene, dall'altra parte, a ricordare come e perchè sono accaduti certi fatti e ribadire che, chiunque, al loro posto, avrebbe (forse) fatto la stessa cosa!!

Vent'anni di soprusi farebbero incazzà anche la sorella de Madre Teresa di Calcutta! ;)

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