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MisterEagle

FRARA

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una curva di razzisti in meno.

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Devo ribadire che il Verona è stata l'unica tifoseria di C che è stata superiore alle mie attese, soprattutto in trasferta sono stati notevoli. Però il razzismo è brutto, troppo esagerato, e non proviene solo dalla curva, ogni volta che toccava palla Do Prado era un BU stupido e generalizzato che coinvolgeva metà stadio. In tribuna invece sputavano in testa ai giornalisti spezzini. Un arbitro con le palle (e non il mediocre Rizzoli) avrebbe dovuto sospendere la partita. Ci sono anche una serie di episodi avvenuti fuori dallo stadio che non mi va nemmeno di commentare.

Tuttavia mi dispiace per il popolo veronese che non merita certo la C e credo che tanti brutti episodi sarebbero avvenuti dovunque, perchè la posta in gioco era veramente alta ed è facile fare bei discorsi sulla mentalità ultras quando si è tranquilli in classifica, più difficile quando si lotta tra la merda per non affondare. Tutto il mondo è paese. ;)

Mi auguro che il Verona ritorni presto in B

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IO NO. ;)

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Ecco serviti quelli che gufavano Frara, Nicola & co. ;)

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FRARA non ha giocato i playout per infortunio. ;)

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Lo so.

Ma mi pare che abbia fatto la sua porca figura in tutto il campionato. ;)

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l'eroico Padoin

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mò ce devi spiegà (a noi che non sapemo o che non ricordamo bene gli articoli che avevi postato) che avrebbe fatto sto cristiano pe meritasse cotanto appellativo! :lol::lol:

 

comunque, guardando le occasioni dell'andata, sò veramente incredibili 2 dei gol falliti dal Verona: quello sbagliato incredibilmente nel primo tempo dal pelato gialloblù (chi era?) e poi quello del secondo tempo con Ferrarese (ma va? S'è magnato un gol? :o Strano).

Credo che mi cugino, che gioca con gli esordienti, non li avrebbe sbagliati :D

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Incitoso usavo l'aggettivo "eroico" nel suo significato letterale non nel senso marchiciano del termine. Eroico perchè ha segnato il gol alla Juve con una gamba sola (non l'hai sentita la telecronaca di Caressa?) negli ultimi minuti, quando infortunato è rimasto in campo perchè avevamo esaurito i cambi. ;)

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una curva di razzisti in meno.

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Devo ribadire che il Verona è stata l'unica tifoseria di C che è stata superiore alle mie attese, soprattutto in trasferta sono stati notevoli. Però il razzismo è brutto, troppo esagerato, e non proviene solo dalla curva, ogni volta che toccava palla Do Prado era un BU stupido e generalizzato che coinvolgeva metà stadio. In tribuna invece sputavano in testa ai giornalisti spezzini. Un arbitro con le palle (e non il mediocre Rizzoli) avrebbe dovuto sospendere la partita. Ci sono anche una serie di episodi avvenuti fuori dallo stadio che non mi va nemmeno di commentare.

Tuttavia mi dispiace per il popolo veronese che non merita certo la C e credo che tanti brutti episodi sarebbero avvenuti dovunque, perchè la posta in gioco era veramente alta ed è facile fare bei discorsi sulla mentalità ultras quando si è tranquilli in classifica, più difficile quando si lotta tra la merda per non affondare. Tutto il mondo è paese. ;)

Mi auguro che il Verona ritorni presto in B

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IO NO. ;)

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ANCHE IO SPERO NELLA PROMOZIONE........LA CATEGORIA PERò

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una curva di razzisti in meno.

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Devo ribadire che il Verona è stata l'unica tifoseria di C che è stata superiore alle mie attese, soprattutto in trasferta sono stati notevoli. Però il razzismo è brutto, troppo esagerato, e non proviene solo dalla curva, ogni volta che toccava palla Do Prado era un BU stupido e generalizzato che coinvolgeva metà stadio. In tribuna invece sputavano in testa ai giornalisti spezzini. Un arbitro con le palle (e non il mediocre Rizzoli) avrebbe dovuto sospendere la partita. Ci sono anche una serie di episodi avvenuti fuori dallo stadio che non mi va nemmeno di commentare.

Tuttavia mi dispiace per il popolo veronese che non merita certo la C e credo che tanti brutti episodi sarebbero avvenuti dovunque, perchè la posta in gioco era veramente alta ed è facile fare bei discorsi sulla mentalità ultras quando si è tranquilli in classifica, più difficile quando si lotta tra la merda per non affondare. Tutto il mondo è paese. ;)

Mi auguro che il Verona ritorni presto in B

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IO NO. ;)

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ANCHE IO SPERO NELLA PROMOZIONE........LA CATEGORIA PERò

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:D:D:D Be' quando c'è l'amore c'è tutto... ah ah

cmq la mia posizione di simpatia per l'Hellas è molto minoritaria anche tra gli spezzini direi... :(;)

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Spezia, questa è una bella pagina. Restano Santoni, Frara, Colombo e Guzman

 

terminate le compartecipazioni

 

Entro le 19 di questa sera dovevano chiudersi le compartecipazioni, con Spezia e Verona che avevano una deroga. Corrado Colombo resta allo Spezia, rinnovata la comproprietà con la Sampdoria, così come per Giovanni Rossi con la Cremonese. Lo Spezia ha rilevato, inoltre, il 50% del cartellino di Nicola Santoni ed Alessandro Frara. Per Eder Baù ed Alberto Bianchi si andrà alle buste che saranno aperte entro due giorni. Entrambi però sono destinati a partire. Il portiere Dazzi rientra dal Castelnuovo al quale vanno Pellegrino, Aliboni e Minnici. Sanguinetti e Zizzari (fine prestito) rientrano allo Spezia, mentre Pettinà è stato ceduto a titolo definitivo al Pergocrema. Rinnovata, infine, la comproprietà con la Carrarese per il difensore Manuele Del Nero, che resta in Toscana.

Tutte notizie estremamente positive, una sorta di boccata di aria fersca dopo le polemiche di questi giorni.

Ufficio stampa - Spezia Calcio 1906

 

 

25/06/2007 19.46.45

Armando Napoletano

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SpeziaRestano Santoni, Frara, Colombo e Guzman 

 

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:paura::paura::paura::paura::paura::paura::paura:

cedetelo ;)

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Su Guzman concordo. :paura:

 

Aveva pienamente ragione l'Oracolo nella sua scheda tecnica definendolo un bel giocattolino inutile, o qualcosa del genere. Come panchinaro può anche andare bene però. ;)

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Verona-Spezia negli occhi e nel cuore

 

il racconto di un tifoso

Non ci credo. Anche quest’anno, non ci credo. Anzi, forse non credo ancora nemmeno a quello che era successo l’anno scorso. Lo avevo scritto, si, ma forse era solo una bella storia sognata. E invece è tutto vero. Siamo in B. Ancora in B. Fortemente B. B come Bello. Come Belin che sofferenza. Come Beati noi che siamo nati spezzini, e gli altri mai potranno capire cosa ci portiamo dentro, in giro per il mondo, quando vediamo una maglia bianca. Il mio vicino di tribuna est del Bentegodi si, lui può capirlo, ma di questo voglio parlare più avanti. Voglio partire da Spezia-Treviso. Avrei voluto esserci ma avevo un impegno a Milano. Battesimo della bimba dell’amica della mia ragazza. Lo so, lo so, avrei dovuto fingere un improvviso attacco di qualcosa e poi scappare al Picco. Ma lei (la mia ragazza) non se lo merita. Ne ha sopportate tante, in queste due stagioni (perché noi tifosi ragioniamo in stagioni, mica in anni). E poi lei ha visto il Picco per la prima volta il giorno del miracolo, ovvero del sorpasso al Genoa sconfitto a San Benedetto. E allora sono lì, seduto su una panca della Chiesa di Seveso. Ore 16: lo Spezia è 0 a 0, comincia il Battesimo. Forse il più lungo nella Storia della Chiesa Lombarda. Perchè alle 16 e 35 non è ancora finito. E allora no, cazzo, ora non ce la faccio proprio più. Faccio l’occhiolino alla mia ragazza. Lei (santa donna) mi allunga la radiolina e io esco dalla Chiesa. La solita figura da bambino. Io, che sono l’unico dottore fra tutti i mariti delle amiche. Ma loro non sono aquilotti…Esco, accendo la radiolina…il Treviso è in vantaggio, 2 a 1. Addio, Spezia, addio, Serie B tanto sospirata e così mal difesa. Finisce anche il battesimo. Solo Gabriele, juventino e vero appassionato di calcio, cerca di consolarmi. “Vedrai”, mi dice, “a Torino potete farcela, oggi la Juve ha perso a Bari”. “Niente da fare”, dico io, “sono un uomo distrutto. A Bari non c’erano i nazionali, e poi sai, il Bari, Matarrese…No, la Juve non ci regala due anni di imbattibilità interna a noi, poveri mezzi interisti…C’è da salvare Conte, oltretutto…” La sera sento mio padre al telefono. Mi conferma che lo Spezia è cotto. La mia ragazza mi aveva promesso sin dall’uscita dei calendari che mi avrebbe accompagnato a Torino. Lei, milanista e mantovana (ma ormai solo aquilotta), a vedere le mie due squadre dell’infanzia. Qualunque fosse stata la classifica, ci eravamo detti. Anche se…ricordate la storia dell’anno scorso del cerchio che si chiude? Beh, quello Juventus-Spezia collocato dal calendario alla 42a mi era sembrato un bel segno… In molti comunque mi smontano. Nemmeno il Presidente va a Torino… Per due giorni sono distrutto. Ma decido di andarci lo stesso. Per ringraziare comunque la mia città e la mia squadra per avermi regalato un anno di B. Fosse stato anche l’unico della vita. Per noi spezzini è già un regalo enorme. Chiedere, lassù nel cielo, a chi non è mai riuscito a vederla, la B. A Spezia molti dimenticano troppo facilmente. Speravamo di giocarci la B fino all’ultima giornata. In effetti così è stato, anche se la retrocessione è quasi scritta. Perciò non capisco tanti tifosi che attaccano squadra, società, mister e chiunque altro capiti a tiro. Secondo me lo Spezia, a parte la giornata di Modena, ha fatto quello che poteva. Il Mercoledì mattina prima di Torino, all’improvviso, il mio stato d’animo cambia. Una voce, in fondo al mio cuore, dice: “Io ci credo”. Sono pazzo,ma ci credo. Lo scrivo anche sul forum, per spingere tanti indecisi a venire a Torino. E vado. Anche se ho fatto 1.000 km per lavoro nei giorni precedenti. Anche se il Sabato, alle 16, si sposa mio cugino Leo. Anche se torno alle 2, in preda ai fumi dell’alcool. Anche se alle 10 sono già in auto con la mia ragazza e con tutta la mia famiglia, che mi ha fatto una sorpresa acquistando il biglietto a mia insaputa. Anche se so che sarà un’altra giornata distruttiva, per il fisico e forse anche per il morale. A Torino vivo un miliardo di emozioni condensate in 90 minuti. Quasi non mi accorgo che ci sono, sotto di me, Del Piero e Trezeguet. Non me ne frega proprio niente, adesso, di Del Piero e Trezeguet. Forza Aquile, fatemi sognare. La partita inizia, mi chiedo a quale minuto saremo sul 4 a 0 per la Juve. Invece lo Spezia è spavaldo, ci prova. E segna anche. Nemmeno il tempo di esultare che arriva il pari. Ecco, penso, questi non la vogliono perdere, e hanno lanciato un segnale: se fai il bravo, e ti accontenti di un pareggio…altrimenti ti travolgiamo come abbiamo fatto con tutte le piccole che ci hanno fatto gol per prime. Poi un boato, il Treviso è in vantaggio. Mi sembra assurdo che giochino davvero, ma non si sa mai (a proposito, perché tanta attenzione da Arezzo sulla nostra partita, mentre loro hanno fatto una gita ampiamente preventivata?)…I supporters juventini, intanto, ci fanno capire a più riprese che ci spedirebbero in C molto volentieri. Ci identificano con l’Inter, oltretutto. La mia juventinità perde sempre più sostanza. A metà tempo l’eterno amico di fede aquilotta Mattia viene a salutarmi, ci scambiamo qualche impressione, la tensione è tanta. La ripresa è un calvario, con la Juve che dietro sembra un po’ meno grintosa e non fa troppo male in contropiede, ma con i minuti che passano veloci. Lo Spezia getta il cuore oltre l’ostacolo, coglie il momento opportuno e segna ancora. Ancora una volta,non c’è nemmeno il tempo di salutare quei simpatici signori della curva nord di Torino che la Juve pareggia ancora. E loro stavolta esplodono, ci rivolgono gesti di classe e gridano come se avessero segnato al Borussia o al Real. E ci cantano “Serie C, Serie C”, e quelle parole mi feriscono nel profondo del cuore. La mia juventinità adesso è proprio sparita. Non per la squadra, che in campo deve fare il suo dovere (anche a Bari, però…), ma per quella pseudo-tifoseria che evidentemente non ha superato per nulla il trauma vissuto l’anno scorso. Solo che se la prendono con gli obiettivi sbagliati. In campo, negli ultimi venti minuti, sembra quasi di vedere due Juventus. Una, in difesa, che non morde le caviglie e ci lascia qualche spazio di troppo. L’altra, in attacco, che se ne frega proprio della nostra fame di B, e vuole farci un mazzo così. E lo fa, con Bojinov che ci condanna alla C inventando il 3-2…anzi no,è annullato…I 5 secondi più brutti della mia vita da tifoso…Anche perché il buon e onesto Arezzo, nel frattempo, ha fatto 3 gol a Treviso. I minuti scorrono. Meno 3, meno 2…palo di Confalone…è finita, è finita, le lacrime scorrono sul mio viso, lacrime di amarezza, rabbia, delusione per tutti i punti persi per strada e che oggi, come temevo, risultano decisivi…Piango, la mia ragazza mi abbraccia, triste nel vedermi triste…Padoin…Padoin…Padoin…GOOOOOOOL! GOOOOOOOL! L’ha insaccata! Non ci credo, l’ha insaccata, Padoin! Padoin! Mi giro, abbraccio Daniela, abbraccio mio padre, abbraccio tutti, grido, piango e grido, poi la mia ragazza, che fino al giorno prima cercavo di convertire al 100% al bianconero, mi guarda sconvolta: “Stai facendo i gesti alla curva della Juve!”… Non capisco più niente, è il momento perfetto, che aspetti da una vita, da quando andavi a vedere il Derthona, il Fano, il Montichiari fare le barricate. E allora godiamocela, fratelli spezzini, godiamoci questa giornata memorabile, al di là di come andrà lo spareggio…perché la nostra curva, la nostra gente, una giornata così se la meritava proprio…Sentite il commento di Caressa al gol di Padoin, andrete con la mente ai mondiali, all’ultimo rigore, quando disse “Guardate dove siete, perché non lo dimenticherete mai…guardate CON CHI SIETE, perché non lo dimenticherete mai”…Grazie, Aquile, Grazie, Curva Ferrovia trasferita all’Olimpico. Grazie Dani, Mario, Ivana, Michi e Mattia. Non lo dimenticherò mai. Torno nella mia casa in pianura padana, tra Mantova, Brescia e Verona, equidistante. Da lì dovrò seguire l’andata dei playout. Il lavoro me lo impone. Per tutta la settimana vivo l’attesa in maniera frenetica. Venerdì, ore 18, scappo dall’ufficio, vado a casa, mangio in 3 minuti netti, fumo l’ultima sigaretta del condannato e poi vado in trincea. Casa della mia ragazza, solo davanti allo schermo, sua madre presente…ma come faccio a stare calmo, oggi? Il primo tempo è peggio di una seduta dal dentista. Sono di nuovo distrutto, come dopo il Treviso. Solo che stavolta non ci sono quasi più appelli. Spero solo in una cosa: nel miracolo del Picco. Arriva Daniela dal lavoro, poi una notizia al Tg mi sveglia e mi ricorda che ci sono cose più gravi di uno spareggio…all’Heineken è crollato un palco, ci sono feriti, e suo fratello è lì…Il cellulare non prende, attimi di paura e poi, per fortuna, Gep chiama e dice che sta benissimo, solo un po’ di paura…Palpitazioni di vita reale che vanno ad aggiungersi a palpitazioni da innamorati della dea Eupalla (scusa Armando se ti rubo la citazione). Comincia la ripresa, che sofferenza…Per mezz’ora mi scorrono davanti gli occhi sogni e delusioni di 22 anni da tifoso aquilotto. Poi, signori, ancora una volta avviene l’unica cosa che poteva salvare lo Spezia: il miracolo del Picco. Stavolta tocca ad un giovane Brasiliano salire sugli altari e prendere per mano una città. “Rigore!”, grido d’istinto quando l’arbitro indica il dischetto. Il Save non sbaglia, ma la strada è ancora lunghissima e tortuosa…Poi, a due minuti dalla fine, Do Prado segna un gol che racconteranno ancora, a Spezia, alla generazione del 2178. Salto in piedi, grido come un pazzo, esco di casa e percorro 30 metri correndo e gridando, con le auto che passano e le persone di questo paese di 3.000 abitanti che mi guardano e pensano: “Sto chì i è andà”…anche se suppongo lo pensino in un’altra lingua… La mia futura suocera, intanto, si affaccia e chiede a Daniela: “Dove sta andando?!”. Torno in casa con le lacrime agli occhi, tremo, non capisco più niente, so solo che sono stanco dentro ma felice, e che adesso non so come faranno a passare, questi dannati sei giorni che ci separano dalla nostra entrata al Bentegodi. Mattia mi scrive un SMS: “Lassù qualcuno ci vuole bene”. Matteo è più stringato ma ugualmente efficace, si limita ad un: “Dio c’è”. A proposito di Do Prado, mi viene da accostare questa stagione dello Spezia al film “L’Allenatore nel Pallone”. Mister Pugliese, Oronzo Soda, e il brasileiro Aristoteles Do Prado che entra e cambia la stagione…vuoi vedere che ci salviamo davvero? E comincia la settimana più lunga. Dopo averci pensato molto, decido di privarmi della gioia della curva per evitare di uscire a mezzanotte. Andrò in tribuna, anzi andremo, visto che anche Daniela (che porta fortuna quasi come il Cobra) non vuole certo perdersi l’epilogo. Sin dal Lunedì organizzo “casualmente” tutti gli appuntamenti di lavoro per la zona di Verona per Giovedì 21… Ho una paura tremenda che lo Spezia si fermi qui. Penso al blasone dell’avversario, leggo i muri dei tifosi che si caricano per essere in 25.000…a Verona fanno addirittura una trasmissione dalle 6 del mattino alle 16, con interviste a Elkjaer, Bagnoli e vecchie glorie varie. Penso alla corsa del Mantova interrotta l’anno scorso da Farina in favore del più blasonato Torino… E dico no, è proprio dura. Ci vado, ancora una volta, solo per ringraziare. La mattina della partita, ieri, le mie cattive sensazioni sono confermate dal mio stato d’animo. Non sento più quella strana carica elettrica di Torino. Ho solo un grosso groppo in gola. Esco dall’ufficio alle 12 per andare a pranzo. Chiamo mio padre. Gli dico che ho un gran magone e non va giù. In sottofondo, come la settimana di Torino, nella mia auto c’è l’inno delle Aquile. Parto da casa alle 14, un cliente, poi un altro, poi un altro…poi non ce la faccio più, io devo avere il biglietto ed entrare. Ed allora alle 16:44 il cassiere ci passa i biglietti. Solo che il burlone ci dà due poltrone (come avevo chiesto io) ma di tribuna est, ovvero quella opposta alla tribuna stampa e vip, con gli ultimi due seggiolini prima della curva dell’Hellas. Il Bentegodi fa già paura, come fa paura la massa di gente che si avvicina, che ti guarda storto perché si vede lontano un miglio che sei un ospite…Entriamo alle 17:45. Ovviamente cambiamo posto, ci mettiamo al centro della gradinata, ma più passano i minuti più siamo circondati da personaggi poco amichevoli. Poi Daniela, con un colpo di genio, vede due persone e mi dice: “Quelli secondo me sono di Spezia”. In effetti i due, seduti poco sopra di noi, si sono spostati perché l’aria cominciava ad essere tesa…Mi sposto vicino a loro, cerco di sentire l’accento…poi lui mi fa: “Certo che Colombo è proprio un figlio di…” e studia la mia reazione. Quando io, col sorriso, gli dico che Colombo è scaltro e gioca spesso così…allora si scatena un fiume in piena, lui come me spezzino trasferito al nord, e giù a parlare di Aquile, di Pillon e Ferretti, di Tacchi e Mariano…Sugli spalti gli spezzini dominano, si sente chiaramente dalla tribuna. I veronesi si fanno riconoscere per i buuh razzisti e altre cose poco edificanti. E non dite che sono episodi isolati. Anche in gradinata c’è tanta gente becera. In campo il Verona sembra troppo nervoso, a tratti perde completamente la bussola. Lo Spezia gioca la partita perfetta, non si fa chiudere troppo, amministra bene e soffre solo su qualche azione personale dalle fasce. Io però, fino al 42° del secondo tempo, non ci credo…Poi, a tre minuti dalla fine, penso: se perdiamo adesso, mi incazzo di brutto. Gli ultimi istanti sono da cardiopalma. Credo di aver perso parecchio a livello di coronarie, in questo finale di stagione. Cinque minuti di recupero, il Verona può solo lanciare lungo e cercare (per tre volte) il rigore. Per fortuna Rizzoli è esemplare. Poi, mentre la Curva Ferrovia trasferita all’Arena del Calcio canta “Serie B, Serie B”…ci credo davvero, di avercela quasi fatta. Tanto che non sento il fischio finale, capisco che è finita dalle braccia alzate di Pecorari, dalla rabbia degli animali che ho intorno, dal boato della muraglia bianca, il più bel boato della mia vita sportiva. Piango, e qui nessuno può capire che non sono veronese. A due passi da me c’è Milo Campagni. Vado a stringergli la mano, a dirgli Grazie. E resto dieci minuti lì, a singhiozzare, per un’emozione troppo forte e per un magone che porto dentro da mesi. Non volevo tornare in C. Adesso è vero. Finalmente vero. Ancora in B. Fortemente B.

 

Alessio Pinza 22/06/2007 23.03.08

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Verona-Spezia negli occhi e nel cuore 

 

il racconto di un tifoso

Non ci credo. Anche quest’anno, non ci credo. Anzi, forse non credo ancora nemmeno a quello che era successo l’anno scorso. Lo avevo scritto, si, ma forse era solo una bella storia sognata. E invece è tutto vero. Siamo in B. Ancora in B. Fortemente B. B come Bello. Come Belin che sofferenza. Come Beati noi che siamo nati spezzini, e gli altri mai potranno capire cosa ci portiamo dentro, in giro per il mondo, quando vediamo una maglia bianca. Il mio vicino di tribuna est del Bentegodi si, lui può capirlo, ma di questo voglio parlare più avanti. Voglio partire da Spezia-Treviso. Avrei voluto esserci ma avevo un impegno a Milano. Battesimo della bimba dell’amica della mia ragazza. Lo so, lo so, avrei dovuto fingere un improvviso attacco di qualcosa e poi scappare al Picco. Ma lei (la mia ragazza) non se lo merita. Ne ha sopportate tante, in queste due stagioni (perché noi tifosi ragioniamo in stagioni, mica in anni). E poi lei ha visto il Picco per la prima volta il giorno del miracolo, ovvero del sorpasso al Genoa sconfitto a San Benedetto. E allora sono lì, seduto su una panca della Chiesa di Seveso. Ore 16: lo Spezia è 0 a 0, comincia il Battesimo. Forse il più lungo nella Storia della Chiesa Lombarda. Perchè alle 16 e 35 non è ancora finito. E allora no, cazzo, ora non ce la faccio proprio più. Faccio l’occhiolino alla mia ragazza. Lei (santa donna) mi allunga la radiolina e io esco dalla Chiesa. La solita figura da bambino. Io, che sono l’unico dottore fra tutti i mariti delle amiche. Ma loro non sono aquilotti…Esco, accendo la radiolina…il Treviso è in vantaggio, 2 a 1. Addio, Spezia, addio, Serie B tanto sospirata e così mal difesa. Finisce anche il battesimo. Solo Gabriele, juventino e vero appassionato di calcio, cerca di consolarmi. “Vedrai”, mi dice, “a Torino potete farcela, oggi la Juve ha perso a Bari”. “Niente da fare”, dico io, “sono un uomo distrutto. A Bari non c’erano i nazionali, e poi sai, il Bari, Matarrese…No, la Juve non ci regala due anni di imbattibilità interna a noi, poveri mezzi interisti…C’è da salvare Conte, oltretutto…” La sera sento mio padre al telefono. Mi conferma che lo Spezia è cotto. La mia ragazza mi aveva promesso sin dall’uscita dei calendari che mi avrebbe accompagnato a Torino. Lei, milanista e mantovana (ma ormai solo aquilotta), a vedere le mie due squadre dell’infanzia. Qualunque fosse stata la classifica, ci eravamo detti. Anche se…ricordate la storia dell’anno scorso del cerchio che si chiude? Beh, quello Juventus-Spezia collocato dal calendario alla 42a mi era sembrato un bel segno… In molti comunque mi smontano. Nemmeno il Presidente va a Torino… Per due giorni sono distrutto. Ma decido di andarci lo stesso. Per ringraziare comunque la mia città e la mia squadra per avermi regalato un anno di B. Fosse stato anche l’unico della vita. Per noi spezzini è già un regalo enorme. Chiedere, lassù nel cielo, a chi non è mai riuscito a vederla, la B. A Spezia molti dimenticano troppo facilmente. Speravamo di giocarci la B fino all’ultima giornata. In effetti così è stato, anche se la retrocessione è quasi scritta. Perciò non capisco tanti tifosi che attaccano squadra, società, mister e chiunque altro capiti a tiro. Secondo me lo Spezia, a parte la giornata di Modena, ha fatto quello che poteva. Il Mercoledì mattina prima di Torino, all’improvviso, il mio stato d’animo cambia. Una voce, in fondo al mio cuore, dice: “Io ci credo”. Sono pazzo,ma ci credo. Lo scrivo anche sul forum, per spingere tanti indecisi a venire a Torino. E vado. Anche se ho fatto 1.000 km per lavoro nei giorni precedenti. Anche se il Sabato, alle 16, si sposa mio cugino Leo. Anche se torno alle 2, in preda ai fumi dell’alcool. Anche se alle 10 sono già in auto con la mia ragazza e con tutta la mia famiglia, che mi ha fatto una sorpresa acquistando il biglietto a mia insaputa. Anche se so che sarà un’altra giornata distruttiva, per il fisico e forse anche per il morale. A Torino vivo un miliardo di emozioni condensate in 90 minuti. Quasi non mi accorgo che ci sono, sotto di me, Del Piero e Trezeguet. Non me ne frega proprio niente, adesso, di Del Piero e Trezeguet. Forza Aquile, fatemi sognare. La partita inizia, mi chiedo a quale minuto saremo sul 4 a 0 per la Juve. Invece lo Spezia è spavaldo, ci prova. E segna anche. Nemmeno il tempo di esultare che arriva il pari. Ecco, penso, questi non la vogliono perdere, e hanno lanciato un segnale: se fai il bravo, e ti accontenti di un pareggio…altrimenti ti travolgiamo come abbiamo fatto con tutte le piccole che ci hanno fatto gol per prime. Poi un boato, il Treviso è in vantaggio. Mi sembra assurdo che giochino davvero, ma non si sa mai (a proposito, perché tanta attenzione da Arezzo sulla nostra partita, mentre loro hanno fatto una gita ampiamente preventivata?)…I supporters juventini, intanto, ci fanno capire a più riprese che ci spedirebbero in C molto volentieri. Ci identificano con l’Inter, oltretutto. La mia juventinità perde sempre più sostanza. A metà tempo l’eterno amico di fede aquilotta Mattia viene a salutarmi, ci scambiamo qualche impressione, la tensione è tanta. La ripresa è un calvario, con la Juve che dietro sembra un po’ meno grintosa e non fa troppo male in contropiede, ma con i minuti che passano veloci. Lo Spezia getta il cuore oltre l’ostacolo, coglie il momento opportuno e segna ancora. Ancora una volta,non c’è nemmeno il tempo di salutare quei simpatici signori della curva nord di Torino che la Juve pareggia ancora. E loro stavolta esplodono, ci rivolgono gesti di classe e gridano come se avessero segnato al Borussia o al Real. E ci cantano “Serie C, Serie C”, e quelle parole mi feriscono nel profondo del cuore. La mia juventinità adesso è proprio sparita. Non per la squadra, che in campo deve fare il suo dovere (anche a Bari, però…), ma per quella pseudo-tifoseria che evidentemente non ha superato per nulla il trauma vissuto l’anno scorso. Solo che se la prendono con gli obiettivi sbagliati. In campo, negli ultimi venti minuti, sembra quasi di vedere due Juventus. Una, in difesa, che non morde le caviglie e ci lascia qualche spazio di troppo. L’altra, in attacco, che se ne frega proprio della nostra fame di B, e vuole farci un mazzo così. E lo fa, con Bojinov che ci condanna alla C inventando il 3-2…anzi no,è annullato…I 5 secondi più brutti della mia vita da tifoso…Anche perché il buon e onesto Arezzo, nel frattempo, ha fatto 3 gol a Treviso. I minuti scorrono. Meno 3, meno 2…palo di Confalone…è finita, è finita, le lacrime scorrono sul mio viso, lacrime di amarezza, rabbia, delusione per tutti i punti persi per strada e che oggi, come temevo, risultano decisivi…Piango, la mia ragazza mi abbraccia, triste nel vedermi triste…Padoin…Padoin…Padoin…GOOOOOOOL! GOOOOOOOL! L’ha insaccata! Non ci credo, l’ha insaccata, Padoin! Padoin! Mi giro, abbraccio Daniela, abbraccio mio padre, abbraccio tutti, grido, piango e grido, poi la mia ragazza, che fino al giorno prima cercavo di convertire al 100% al bianconero, mi guarda sconvolta: “Stai facendo i gesti alla curva della Juve!”… Non capisco più niente, è il momento perfetto, che aspetti da una vita, da quando andavi a vedere il Derthona, il Fano, il Montichiari fare le barricate. E allora godiamocela, fratelli spezzini, godiamoci questa giornata memorabile, al di là di come andrà lo spareggio…perché la nostra curva, la nostra gente, una giornata così se la meritava proprio…Sentite il commento di Caressa al gol di Padoin, andrete con la mente ai mondiali, all’ultimo rigore, quando disse “Guardate dove siete, perché non lo dimenticherete mai…guardate CON CHI SIETE, perché non lo dimenticherete mai”…Grazie, Aquile, Grazie, Curva Ferrovia trasferita all’Olimpico. Grazie Dani, Mario, Ivana, Michi e Mattia. Non lo dimenticherò mai. Torno nella mia casa in pianura padana, tra Mantova, Brescia e Verona, equidistante. Da lì dovrò seguire l’andata dei playout. Il lavoro me lo impone. Per tutta la settimana vivo l’attesa in maniera frenetica. Venerdì, ore 18, scappo dall’ufficio, vado a casa, mangio in 3 minuti netti, fumo l’ultima sigaretta del condannato e poi vado in trincea. Casa della mia ragazza, solo davanti allo schermo, sua madre presente…ma come faccio a stare calmo, oggi? Il primo tempo è peggio di una seduta dal dentista. Sono di nuovo distrutto, come dopo il Treviso. Solo che stavolta non ci sono quasi più appelli. Spero solo in una cosa: nel miracolo del Picco. Arriva Daniela dal lavoro, poi una notizia al Tg mi sveglia e mi ricorda che ci sono cose più gravi di uno spareggio…all’Heineken è crollato un palco, ci sono feriti, e suo fratello è lì…Il cellulare non prende, attimi di paura e poi, per fortuna, Gep chiama e dice che sta benissimo, solo un po’ di paura…Palpitazioni di vita reale che vanno ad aggiungersi a palpitazioni da innamorati della dea Eupalla (scusa Armando se ti rubo la citazione). Comincia la ripresa, che sofferenza…Per mezz’ora mi scorrono davanti gli occhi sogni e delusioni di 22 anni da tifoso aquilotto. Poi, signori, ancora una volta avviene l’unica cosa che poteva salvare lo Spezia: il miracolo del Picco. Stavolta tocca ad un giovane Brasiliano salire sugli altari e prendere per mano una città. “Rigore!”, grido d’istinto quando l’arbitro indica il dischetto. Il Save non sbaglia, ma la strada è ancora lunghissima e tortuosa…Poi, a due minuti dalla fine, Do Prado segna un gol che racconteranno ancora, a Spezia, alla generazione del 2178. Salto in piedi, grido come un pazzo, esco di casa e percorro 30 metri correndo e gridando, con le auto che passano e le persone di questo paese di 3.000 abitanti che mi guardano e pensano: “Sto chì i è andà”…anche se suppongo lo pensino in un’altra lingua… La mia futura suocera, intanto, si affaccia e chiede a Daniela: “Dove sta andando?!”. Torno in casa con le lacrime agli occhi, tremo, non capisco più niente, so solo che sono stanco dentro ma felice, e che adesso non so come faranno a passare, questi dannati sei giorni che ci separano dalla nostra entrata al Bentegodi. Mattia mi scrive un SMS: “Lassù qualcuno ci vuole bene”. Matteo è più stringato ma ugualmente efficace, si limita ad un: “Dio c’è”. A proposito di Do Prado, mi viene da accostare questa stagione dello Spezia al film “L’Allenatore nel Pallone”. Mister Pugliese, Oronzo Soda, e il brasileiro Aristoteles Do Prado che entra e cambia la stagione…vuoi vedere che ci salviamo davvero? E comincia la settimana più lunga. Dopo averci pensato molto, decido di privarmi della gioia della curva per evitare di uscire a mezzanotte. Andrò in tribuna, anzi andremo, visto che anche Daniela (che porta fortuna quasi come il Cobra) non vuole certo perdersi l’epilogo. Sin dal Lunedì organizzo “casualmente” tutti gli appuntamenti di lavoro per la zona di Verona per Giovedì 21… Ho una paura tremenda che lo Spezia si fermi qui. Penso al blasone dell’avversario, leggo i muri dei tifosi che si caricano per essere in 25.000…a Verona fanno addirittura una trasmissione dalle 6 del mattino alle 16, con interviste a Elkjaer, Bagnoli e vecchie glorie varie. Penso alla corsa del Mantova interrotta l’anno scorso da Farina in favore del più blasonato Torino… E dico no, è proprio dura. Ci vado, ancora una volta, solo per ringraziare. La mattina della partita, ieri, le mie cattive sensazioni sono confermate dal mio stato d’animo. Non sento più quella strana carica elettrica di Torino. Ho solo un grosso groppo in gola. Esco dall’ufficio alle 12 per andare a pranzo. Chiamo mio padre. Gli dico che ho un gran magone e non va giù. In sottofondo, come la settimana di Torino, nella mia auto c’è l’inno delle Aquile. Parto da casa alle 14, un cliente, poi un altro, poi un altro…poi non ce la faccio più, io devo avere il biglietto ed entrare. Ed allora alle 16:44 il cassiere ci passa i biglietti. Solo che il burlone ci dà due poltrone (come avevo chiesto io) ma di tribuna est, ovvero quella opposta alla tribuna stampa e vip, con gli ultimi due seggiolini prima della curva dell’Hellas. Il Bentegodi fa già paura, come fa paura la massa di gente che si avvicina, che ti guarda storto perché si vede lontano un miglio che sei un ospite…Entriamo alle 17:45. Ovviamente cambiamo posto, ci mettiamo al centro della gradinata, ma più passano i minuti più siamo circondati da personaggi poco amichevoli. Poi Daniela, con un colpo di genio, vede due persone e mi dice: “Quelli secondo me sono di Spezia”. In effetti i due, seduti poco sopra di noi, si sono spostati perché l’aria cominciava ad essere tesa…Mi sposto vicino a loro, cerco di sentire l’accento…poi lui mi fa: “Certo che Colombo è proprio un figlio di…” e studia la mia reazione. Quando io, col sorriso, gli dico che Colombo è scaltro e gioca spesso così…allora si scatena un fiume in piena, lui come me spezzino trasferito al nord, e giù a parlare di Aquile, di Pillon e Ferretti, di Tacchi e Mariano…Sugli spalti gli spezzini dominano, si sente chiaramente dalla tribuna. I veronesi si fanno riconoscere per i buuh razzisti e altre cose poco edificanti. E non dite che sono episodi isolati. Anche in gradinata c’è tanta gente becera. In campo il Verona sembra troppo nervoso, a tratti perde completamente la bussola. Lo Spezia gioca la partita perfetta, non si fa chiudere troppo, amministra bene e soffre solo su qualche azione personale dalle fasce. Io però, fino al 42° del secondo tempo, non ci credo…Poi, a tre minuti dalla fine, penso: se perdiamo adesso, mi incazzo di brutto. Gli ultimi istanti sono da cardiopalma. Credo di aver perso parecchio a livello di coronarie, in questo finale di stagione. Cinque minuti di recupero, il Verona può solo lanciare lungo e cercare (per tre volte) il rigore. Per fortuna Rizzoli è esemplare. Poi, mentre la Curva Ferrovia trasferita all’Arena del Calcio canta “Serie B, Serie B”…ci credo davvero, di avercela quasi fatta. Tanto che non sento il fischio finale, capisco che è finita dalle braccia alzate di Pecorari, dalla rabbia degli animali che ho intorno, dal boato della muraglia bianca, il più bel boato della mia vita sportiva. Piango, e qui nessuno può capire che non sono veronese. A due passi da me c’è Milo Campagni. Vado a stringergli la mano, a dirgli Grazie. E resto dieci minuti lì, a singhiozzare, per un’emozione troppo forte e per un magone che porto dentro da mesi. Non volevo tornare in C. Adesso è vero. Finalmente vero. Ancora in B. Fortemente B.

 

Alessio Pinza                      22/06/2007 23.03.08

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mi ricorda l'ultima partita del nostro primo campionato di serie b contro l'andria.....emozionante!

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Verona-Spezia negli occhi e nel cuore 

 

il racconto di un tifoso

Non ci credo. Anche quest’anno, non ci credo. Anzi, forse non credo ancora nemmeno a quello che era successo l’anno scorso. Lo avevo scritto, si, ma forse era solo una bella storia sognata. E invece è tutto vero. Siamo in B. Ancora in B. Fortemente B. B come Bello. Come Belin che sofferenza. Come Beati noi che siamo nati spezzini, e gli altri mai potranno capire cosa ci portiamo dentro, in giro per il mondo, quando vediamo una maglia bianca. Il mio vicino di tribuna est del Bentegodi si, lui può capirlo, ma di questo voglio parlare più avanti. Voglio partire da Spezia-Treviso. Avrei voluto esserci ma avevo un impegno a Milano. Battesimo della bimba dell’amica della mia ragazza. Lo so, lo so, avrei dovuto fingere un improvviso attacco di qualcosa e poi scappare al Picco. Ma lei (la mia ragazza) non se lo merita. Ne ha sopportate tante, in queste due stagioni (perché noi tifosi ragioniamo in stagioni, mica in anni). E poi lei ha visto il Picco per la prima volta il giorno del miracolo, ovvero del sorpasso al Genoa sconfitto a San Benedetto. E allora sono lì, seduto su una panca della Chiesa di Seveso. Ore 16: lo Spezia è 0 a 0, comincia il Battesimo. Forse il più lungo nella Storia della Chiesa Lombarda. Perchè alle 16 e 35 non è ancora finito. E allora no, cazzo, ora non ce la faccio proprio più. Faccio l’occhiolino alla mia ragazza. Lei (santa donna) mi allunga la radiolina e io esco dalla Chiesa. La solita figura da bambino. Io, che sono l’unico dottore fra tutti i mariti delle amiche. Ma loro non sono aquilotti…Esco, accendo la radiolina…il Treviso è in vantaggio, 2 a 1. Addio, Spezia, addio, Serie B tanto sospirata e così mal difesa. Finisce anche il battesimo. Solo Gabriele, juventino e vero appassionato di calcio, cerca di consolarmi. “Vedrai”, mi dice, “a Torino potete farcela, oggi la Juve ha perso a Bari”. “Niente da fare”, dico io, “sono un uomo distrutto. A Bari non c’erano i nazionali, e poi sai, il Bari, Matarrese…No, la Juve non ci regala due anni di imbattibilità interna a noi, poveri mezzi interisti…C’è da salvare Conte, oltretutto…” La sera sento mio padre al telefono. Mi conferma che lo Spezia è cotto. La mia ragazza mi aveva promesso sin dall’uscita dei calendari che mi avrebbe accompagnato a Torino. Lei, milanista e mantovana (ma ormai solo aquilotta), a vedere le mie due squadre dell’infanzia. Qualunque fosse stata la classifica, ci eravamo detti. Anche se…ricordate la storia dell’anno scorso del cerchio che si chiude? Beh, quello Juventus-Spezia collocato dal calendario alla 42a mi era sembrato un bel segno… In molti comunque mi smontano. Nemmeno il Presidente va a Torino… Per due giorni sono distrutto. Ma decido di andarci lo stesso. Per ringraziare comunque la mia città e la mia squadra per avermi regalato un anno di B. Fosse stato anche l’unico della vita. Per noi spezzini è già un regalo enorme. Chiedere, lassù nel cielo, a chi non è mai riuscito a vederla, la B. A Spezia molti dimenticano troppo facilmente. Speravamo di giocarci la B fino all’ultima giornata. In effetti così è stato, anche se la retrocessione è quasi scritta. Perciò non capisco tanti tifosi che attaccano squadra, società, mister e chiunque altro capiti a tiro. Secondo me lo Spezia, a parte la giornata di Modena, ha fatto quello che poteva. Il Mercoledì mattina prima di Torino, all’improvviso, il mio stato d’animo cambia. Una voce, in fondo al mio cuore, dice: “Io ci credo”. Sono pazzo,ma ci credo. Lo scrivo anche sul forum, per spingere tanti indecisi a venire a Torino. E vado. Anche se ho fatto 1.000 km per lavoro nei giorni precedenti. Anche se il Sabato, alle 16, si sposa mio cugino Leo. Anche se torno alle 2, in preda ai fumi dell’alcool. Anche se alle 10 sono già in auto con la mia ragazza e con tutta la mia famiglia, che mi ha fatto una sorpresa acquistando il biglietto a mia insaputa. Anche se so che sarà un’altra giornata distruttiva, per il fisico e forse anche per il morale. A Torino vivo un miliardo di emozioni condensate in 90 minuti. Quasi non mi accorgo che ci sono, sotto di me, Del Piero e Trezeguet. Non me ne frega proprio niente, adesso, di Del Piero e Trezeguet. Forza Aquile, fatemi sognare. La partita inizia, mi chiedo a quale minuto saremo sul 4 a 0 per la Juve. Invece lo Spezia è spavaldo, ci prova. E segna anche. Nemmeno il tempo di esultare che arriva il pari. Ecco, penso, questi non la vogliono perdere, e hanno lanciato un segnale: se fai il bravo, e ti accontenti di un pareggio…altrimenti ti travolgiamo come abbiamo fatto con tutte le piccole che ci hanno fatto gol per prime. Poi un boato, il Treviso è in vantaggio. Mi sembra assurdo che giochino davvero, ma non si sa mai (a proposito, perché tanta attenzione da Arezzo sulla nostra partita, mentre loro hanno fatto una gita ampiamente preventivata?)…I supporters juventini, intanto, ci fanno capire a più riprese che ci spedirebbero in C molto volentieri. Ci identificano con l’Inter, oltretutto. La mia juventinità perde sempre più sostanza. A metà tempo l’eterno amico di fede aquilotta Mattia viene a salutarmi, ci scambiamo qualche impressione, la tensione è tanta. La ripresa è un calvario, con la Juve che dietro sembra un po’ meno grintosa e non fa troppo male in contropiede, ma con i minuti che passano veloci. Lo Spezia getta il cuore oltre l’ostacolo, coglie il momento opportuno e segna ancora. Ancora una volta,non c’è nemmeno il tempo di salutare quei simpatici signori della curva nord di Torino che la Juve pareggia ancora. E loro stavolta esplodono, ci rivolgono gesti di classe e gridano come se avessero segnato al Borussia o al Real. E ci cantano “Serie C, Serie C”, e quelle parole mi feriscono nel profondo del cuore. La mia juventinità adesso è proprio sparita. Non per la squadra, che in campo deve fare il suo dovere (anche a Bari, però…), ma per quella pseudo-tifoseria che evidentemente non ha superato per nulla il trauma vissuto l’anno scorso. Solo che se la prendono con gli obiettivi sbagliati. In campo, negli ultimi venti minuti, sembra quasi di vedere due Juventus. Una, in difesa, che non morde le caviglie e ci lascia qualche spazio di troppo. L’altra, in attacco, che se ne frega proprio della nostra fame di B, e vuole farci un mazzo così. E lo fa, con Bojinov che ci condanna alla C inventando il 3-2…anzi no,è annullato…I 5 secondi più brutti della mia vita da tifoso…Anche perché il buon e onesto Arezzo, nel frattempo, ha fatto 3 gol a Treviso. I minuti scorrono. Meno 3, meno 2…palo di Confalone…è finita, è finita, le lacrime scorrono sul mio viso, lacrime di amarezza, rabbia, delusione per tutti i punti persi per strada e che oggi, come temevo, risultano decisivi…Piango, la mia ragazza mi abbraccia, triste nel vedermi triste…Padoin…Padoin…Padoin…GOOOOOOOL! GOOOOOOOL! L’ha insaccata! Non ci credo, l’ha insaccata, Padoin! Padoin! Mi giro, abbraccio Daniela, abbraccio mio padre, abbraccio tutti, grido, piango e grido, poi la mia ragazza, che fino al giorno prima cercavo di convertire al 100% al bianconero, mi guarda sconvolta: “Stai facendo i gesti alla curva della Juve!”… Non capisco più niente, è il momento perfetto, che aspetti da una vita, da quando andavi a vedere il Derthona, il Fano, il Montichiari fare le barricate. E allora godiamocela, fratelli spezzini, godiamoci questa giornata memorabile, al di là di come andrà lo spareggio…perché la nostra curva, la nostra gente, una giornata così se la meritava proprio…Sentite il commento di Caressa al gol di Padoin, andrete con la mente ai mondiali, all’ultimo rigore, quando disse “Guardate dove siete, perché non lo dimenticherete mai…guardate CON CHI SIETE, perché non lo dimenticherete mai”…Grazie, Aquile, Grazie, Curva Ferrovia trasferita all’Olimpico. Grazie Dani, Mario, Ivana, Michi e Mattia. Non lo dimenticherò mai. Torno nella mia casa in pianura padana, tra Mantova, Brescia e Verona, equidistante. Da lì dovrò seguire l’andata dei playout. Il lavoro me lo impone. Per tutta la settimana vivo l’attesa in maniera frenetica. Venerdì, ore 18, scappo dall’ufficio, vado a casa, mangio in 3 minuti netti, fumo l’ultima sigaretta del condannato e poi vado in trincea. Casa della mia ragazza, solo davanti allo schermo, sua madre presente…ma come faccio a stare calmo, oggi? Il primo tempo è peggio di una seduta dal dentista. Sono di nuovo distrutto, come dopo il Treviso. Solo che stavolta non ci sono quasi più appelli. Spero solo in una cosa: nel miracolo del Picco. Arriva Daniela dal lavoro, poi una notizia al Tg mi sveglia e mi ricorda che ci sono cose più gravi di uno spareggio…all’Heineken è crollato un palco, ci sono feriti, e suo fratello è lì…Il cellulare non prende, attimi di paura e poi, per fortuna, Gep chiama e dice che sta benissimo, solo un po’ di paura…Palpitazioni di vita reale che vanno ad aggiungersi a palpitazioni da innamorati della dea Eupalla (scusa Armando se ti rubo la citazione). Comincia la ripresa, che sofferenza…Per mezz’ora mi scorrono davanti gli occhi sogni e delusioni di 22 anni da tifoso aquilotto. Poi, signori, ancora una volta avviene l’unica cosa che poteva salvare lo Spezia: il miracolo del Picco. Stavolta tocca ad un giovane Brasiliano salire sugli altari e prendere per mano una città. “Rigore!”, grido d’istinto quando l’arbitro indica il dischetto. Il Save non sbaglia, ma la strada è ancora lunghissima e tortuosa…Poi, a due minuti dalla fine, Do Prado segna un gol che racconteranno ancora, a Spezia, alla generazione del 2178. Salto in piedi, grido come un pazzo, esco di casa e percorro 30 metri correndo e gridando, con le auto che passano e le persone di questo paese di 3.000 abitanti che mi guardano e pensano: “Sto chì i è andà”…anche se suppongo lo pensino in un’altra lingua… La mia futura suocera, intanto, si affaccia e chiede a Daniela: “Dove sta andando?!”. Torno in casa con le lacrime agli occhi, tremo, non capisco più niente, so solo che sono stanco dentro ma felice, e che adesso non so come faranno a passare, questi dannati sei giorni che ci separano dalla nostra entrata al Bentegodi. Mattia mi scrive un SMS: “Lassù qualcuno ci vuole bene”. Matteo è più stringato ma ugualmente efficace, si limita ad un: “Dio c’è”. A proposito di Do Prado, mi viene da accostare questa stagione dello Spezia al film “L’Allenatore nel Pallone”. Mister Pugliese, Oronzo Soda, e il brasileiro Aristoteles Do Prado che entra e cambia la stagione…vuoi vedere che ci salviamo davvero? E comincia la settimana più lunga. Dopo averci pensato molto, decido di privarmi della gioia della curva per evitare di uscire a mezzanotte. Andrò in tribuna, anzi andremo, visto che anche Daniela (che porta fortuna quasi come il Cobra) non vuole certo perdersi l’epilogo. Sin dal Lunedì organizzo “casualmente” tutti gli appuntamenti di lavoro per la zona di Verona per Giovedì 21… Ho una paura tremenda che lo Spezia si fermi qui. Penso al blasone dell’avversario, leggo i muri dei tifosi che si caricano per essere in 25.000…a Verona fanno addirittura una trasmissione dalle 6 del mattino alle 16, con interviste a Elkjaer, Bagnoli e vecchie glorie varie. Penso alla corsa del Mantova interrotta l’anno scorso da Farina in favore del più blasonato Torino… E dico no, è proprio dura. Ci vado, ancora una volta, solo per ringraziare. La mattina della partita, ieri, le mie cattive sensazioni sono confermate dal mio stato d’animo. Non sento più quella strana carica elettrica di Torino. Ho solo un grosso groppo in gola. Esco dall’ufficio alle 12 per andare a pranzo. Chiamo mio padre. Gli dico che ho un gran magone e non va giù. In sottofondo, come la settimana di Torino, nella mia auto c’è l’inno delle Aquile. Parto da casa alle 14, un cliente, poi un altro, poi un altro…poi non ce la faccio più, io devo avere il biglietto ed entrare. Ed allora alle 16:44 il cassiere ci passa i biglietti. Solo che il burlone ci dà due poltrone (come avevo chiesto io) ma di tribuna est, ovvero quella opposta alla tribuna stampa e vip, con gli ultimi due seggiolini prima della curva dell’Hellas. Il Bentegodi fa già paura, come fa paura la massa di gente che si avvicina, che ti guarda storto perché si vede lontano un miglio che sei un ospite…Entriamo alle 17:45. Ovviamente cambiamo posto, ci mettiamo al centro della gradinata, ma più passano i minuti più siamo circondati da personaggi poco amichevoli. Poi Daniela, con un colpo di genio, vede due persone e mi dice: “Quelli secondo me sono di Spezia”. In effetti i due, seduti poco sopra di noi, si sono spostati perché l’aria cominciava ad essere tesa…Mi sposto vicino a loro, cerco di sentire l’accento…poi lui mi fa: “Certo che Colombo è proprio un figlio di…” e studia la mia reazione. Quando io, col sorriso, gli dico che Colombo è scaltro e gioca spesso così…allora si scatena un fiume in piena, lui come me spezzino trasferito al nord, e giù a parlare di Aquile, di Pillon e Ferretti, di Tacchi e Mariano…Sugli spalti gli spezzini dominano, si sente chiaramente dalla tribuna. I veronesi si fanno riconoscere per i buuh razzisti e altre cose poco edificanti. E non dite che sono episodi isolati. Anche in gradinata c’è tanta gente becera. In campo il Verona sembra troppo nervoso, a tratti perde completamente la bussola. Lo Spezia gioca la partita perfetta, non si fa chiudere troppo, amministra bene e soffre solo su qualche azione personale dalle fasce. Io però, fino al 42° del secondo tempo, non ci credo…Poi, a tre minuti dalla fine, penso: se perdiamo adesso, mi incazzo di brutto. Gli ultimi istanti sono da cardiopalma. Credo di aver perso parecchio a livello di coronarie, in questo finale di stagione. Cinque minuti di recupero, il Verona può solo lanciare lungo e cercare (per tre volte) il rigore. Per fortuna Rizzoli è esemplare. Poi, mentre la Curva Ferrovia trasferita all’Arena del Calcio canta “Serie B, Serie B”…ci credo davvero, di avercela quasi fatta. Tanto che non sento il fischio finale, capisco che è finita dalle braccia alzate di Pecorari, dalla rabbia degli animali che ho intorno, dal boato della muraglia bianca, il più bel boato della mia vita sportiva. Piango, e qui nessuno può capire che non sono veronese. A due passi da me c’è Milo Campagni. Vado a stringergli la mano, a dirgli Grazie. E resto dieci minuti lì, a singhiozzare, per un’emozione troppo forte e per un magone che porto dentro da mesi. Non volevo tornare in C. Adesso è vero. Finalmente vero. Ancora in B. Fortemente B.

 

Alessio Pinza                       22/06/2007 23.03.08

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mi ricorda l'ultima partita del nostro primo campionato di serie b contro l'andria.....emozionante!

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Il mio più grosso desiderio calcistico (tra quelli non utopistici) sarebbe lo Spezia ancora in B e le Fere che ci raggiungono. Avrei voglia di una bella trasferta a Terni. Credo che potrei sopportare anche una sconfitta con il sorriso sulle labbra. ;)

Vi auguro davvero di tutto cuore di potervi liberare degli eroi al più presto.

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il racconto di un tifoso

Non ci credo. Anche quest’anno, non ci credo. Anzi, forse non credo ancora nemmeno a quello che era successo l’anno scorso. Lo avevo scritto, si, ma forse era solo una bella storia sognata. E invece è tutto vero. Siamo in B. Ancora in B. Fortemente B. B come Bello. Come Belin che sofferenza. Come Beati noi che siamo nati spezzini, e gli altri mai potranno capire cosa ci portiamo dentro, in giro per il mondo, quando vediamo una maglia bianca. Il mio vicino di tribuna est del Bentegodi si, lui può capirlo, ma di questo voglio parlare più avanti. Voglio partire da Spezia-Treviso. Avrei voluto esserci ma avevo un impegno a Milano. Battesimo della bimba dell’amica della mia ragazza. Lo so, lo so, avrei dovuto fingere un improvviso attacco di qualcosa e poi scappare al Picco. Ma lei (la mia ragazza) non se lo merita. Ne ha sopportate tante, in queste due stagioni (perché noi tifosi ragioniamo in stagioni, mica in anni). E poi lei ha visto il Picco per la prima volta il giorno del miracolo, ovvero del sorpasso al Genoa sconfitto a San Benedetto. E allora sono lì, seduto su una panca della Chiesa di Seveso. Ore 16: lo Spezia è 0 a 0, comincia il Battesimo. Forse il più lungo nella Storia della Chiesa Lombarda. Perchè alle 16 e 35 non è ancora finito. E allora no, cazzo, ora non ce la faccio proprio più. Faccio l’occhiolino alla mia ragazza. Lei (santa donna) mi allunga la radiolina e io esco dalla Chiesa. La solita figura da bambino. Io, che sono l’unico dottore fra tutti i mariti delle amiche. Ma loro non sono aquilotti…Esco, accendo la radiolina…il Treviso è in vantaggio, 2 a 1. Addio, Spezia, addio, Serie B tanto sospirata e così mal difesa. Finisce anche il battesimo. Solo Gabriele, juventino e vero appassionato di calcio, cerca di consolarmi. “Vedrai”, mi dice, “a Torino potete farcela, oggi la Juve ha perso a Bari”. “Niente da fare”, dico io, “sono un uomo distrutto. A Bari non c’erano i nazionali, e poi sai, il Bari, Matarrese…No, la Juve non ci regala due anni di imbattibilità interna a noi, poveri mezzi interisti…C’è da salvare Conte, oltretutto…” La sera sento mio padre al telefono. Mi conferma che lo Spezia è cotto. La mia ragazza mi aveva promesso sin dall’uscita dei calendari che mi avrebbe accompagnato a Torino. Lei, milanista e mantovana (ma ormai solo aquilotta), a vedere le mie due squadre dell’infanzia. Qualunque fosse stata la classifica, ci eravamo detti. Anche se…ricordate la storia dell’anno scorso del cerchio che si chiude? Beh, quello Juventus-Spezia collocato dal calendario alla 42a mi era sembrato un bel segno… In molti comunque mi smontano. Nemmeno il Presidente va a Torino… Per due giorni sono distrutto. Ma decido di andarci lo stesso. Per ringraziare comunque la mia città e la mia squadra per avermi regalato un anno di B. Fosse stato anche l’unico della vita. Per noi spezzini è già un regalo enorme. Chiedere, lassù nel cielo, a chi non è mai riuscito a vederla, la B. A Spezia molti dimenticano troppo facilmente. Speravamo di giocarci la B fino all’ultima giornata. In effetti così è stato, anche se la retrocessione è quasi scritta. Perciò non capisco tanti tifosi che attaccano squadra, società, mister e chiunque altro capiti a tiro. Secondo me lo Spezia, a parte la giornata di Modena, ha fatto quello che poteva. Il Mercoledì mattina prima di Torino, all’improvviso, il mio stato d’animo cambia. Una voce, in fondo al mio cuore, dice: “Io ci credo”. Sono pazzo,ma ci credo. Lo scrivo anche sul forum, per spingere tanti indecisi a venire a Torino. E vado. Anche se ho fatto 1.000 km per lavoro nei giorni precedenti. Anche se il Sabato, alle 16, si sposa mio cugino Leo. Anche se torno alle 2, in preda ai fumi dell’alcool. Anche se alle 10 sono già in auto con la mia ragazza e con tutta la mia famiglia, che mi ha fatto una sorpresa acquistando il biglietto a mia insaputa. Anche se so che sarà un’altra giornata distruttiva, per il fisico e forse anche per il morale. A Torino vivo un miliardo di emozioni condensate in 90 minuti. Quasi non mi accorgo che ci sono, sotto di me, Del Piero e Trezeguet. Non me ne frega proprio niente, adesso, di Del Piero e Trezeguet. Forza Aquile, fatemi sognare. La partita inizia, mi chiedo a quale minuto saremo sul 4 a 0 per la Juve. Invece lo Spezia è spavaldo, ci prova. E segna anche. Nemmeno il tempo di esultare che arriva il pari. Ecco, penso, questi non la vogliono perdere, e hanno lanciato un segnale: se fai il bravo, e ti accontenti di un pareggio…altrimenti ti travolgiamo come abbiamo fatto con tutte le piccole che ci hanno fatto gol per prime. Poi un boato, il Treviso è in vantaggio. Mi sembra assurdo che giochino davvero, ma non si sa mai (a proposito, perché tanta attenzione da Arezzo sulla nostra partita, mentre loro hanno fatto una gita ampiamente preventivata?)…I supporters juventini, intanto, ci fanno capire a più riprese che ci spedirebbero in C molto volentieri. Ci identificano con l’Inter, oltretutto. La mia juventinità perde sempre più sostanza. A metà tempo l’eterno amico di fede aquilotta Mattia viene a salutarmi, ci scambiamo qualche impressione, la tensione è tanta. La ripresa è un calvario, con la Juve che dietro sembra un po’ meno grintosa e non fa troppo male in contropiede, ma con i minuti che passano veloci. Lo Spezia getta il cuore oltre l’ostacolo, coglie il momento opportuno e segna ancora. Ancora una volta,non c’è nemmeno il tempo di salutare quei simpatici signori della curva nord di Torino che la Juve pareggia ancora. E loro stavolta esplodono, ci rivolgono gesti di classe e gridano come se avessero segnato al Borussia o al Real. E ci cantano “Serie C, Serie C”, e quelle parole mi feriscono nel profondo del cuore. La mia juventinità adesso è proprio sparita. Non per la squadra, che in campo deve fare il suo dovere (anche a Bari, però…), ma per quella pseudo-tifoseria che evidentemente non ha superato per nulla il trauma vissuto l’anno scorso. Solo che se la prendono con gli obiettivi sbagliati. In campo, negli ultimi venti minuti, sembra quasi di vedere due Juventus. Una, in difesa, che non morde le caviglie e ci lascia qualche spazio di troppo. L’altra, in attacco, che se ne frega proprio della nostra fame di B, e vuole farci un mazzo così. E lo fa, con Bojinov che ci condanna alla C inventando il 3-2…anzi no,è annullato…I 5 secondi più brutti della mia vita da tifoso…Anche perché il buon e onesto Arezzo, nel frattempo, ha fatto 3 gol a Treviso. I minuti scorrono. Meno 3, meno 2…palo di Confalone…è finita, è finita, le lacrime scorrono sul mio viso, lacrime di amarezza, rabbia, delusione per tutti i punti persi per strada e che oggi, come temevo, risultano decisivi…Piango, la mia ragazza mi abbraccia, triste nel vedermi triste…Padoin…Padoin…Padoin…GOOOOOOOL! GOOOOOOOL! L’ha insaccata! Non ci credo, l’ha insaccata, Padoin! Padoin! Mi giro, abbraccio Daniela, abbraccio mio padre, abbraccio tutti, grido, piango e grido, poi la mia ragazza, che fino al giorno prima cercavo di convertire al 100% al bianconero, mi guarda sconvolta: “Stai facendo i gesti alla curva della Juve!”… Non capisco più niente, è il momento perfetto, che aspetti da una vita, da quando andavi a vedere il Derthona, il Fano, il Montichiari fare le barricate. E allora godiamocela, fratelli spezzini, godiamoci questa giornata memorabile, al di là di come andrà lo spareggio…perché la nostra curva, la nostra gente, una giornata così se la meritava proprio…Sentite il commento di Caressa al gol di Padoin, andrete con la mente ai mondiali, all’ultimo rigore, quando disse “Guardate dove siete, perché non lo dimenticherete mai…guardate CON CHI SIETE, perché non lo dimenticherete mai”…Grazie, Aquile, Grazie, Curva Ferrovia trasferita all’Olimpico. Grazie Dani, Mario, Ivana, Michi e Mattia. Non lo dimenticherò mai. Torno nella mia casa in pianura padana, tra Mantova, Brescia e Verona, equidistante. Da lì dovrò seguire l’andata dei playout. Il lavoro me lo impone. Per tutta la settimana vivo l’attesa in maniera frenetica. Venerdì, ore 18, scappo dall’ufficio, vado a casa, mangio in 3 minuti netti, fumo l’ultima sigaretta del condannato e poi vado in trincea. Casa della mia ragazza, solo davanti allo schermo, sua madre presente…ma come faccio a stare calmo, oggi? Il primo tempo è peggio di una seduta dal dentista. Sono di nuovo distrutto, come dopo il Treviso. Solo che stavolta non ci sono quasi più appelli. Spero solo in una cosa: nel miracolo del Picco. Arriva Daniela dal lavoro, poi una notizia al Tg mi sveglia e mi ricorda che ci sono cose più gravi di uno spareggio…all’Heineken è crollato un palco, ci sono feriti, e suo fratello è lì…Il cellulare non prende, attimi di paura e poi, per fortuna, Gep chiama e dice che sta benissimo, solo un po’ di paura…Palpitazioni di vita reale che vanno ad aggiungersi a palpitazioni da innamorati della dea Eupalla (scusa Armando se ti rubo la citazione). Comincia la ripresa, che sofferenza…Per mezz’ora mi scorrono davanti gli occhi sogni e delusioni di 22 anni da tifoso aquilotto. Poi, signori, ancora una volta avviene l’unica cosa che poteva salvare lo Spezia: il miracolo del Picco. Stavolta tocca ad un giovane Brasiliano salire sugli altari e prendere per mano una città. “Rigore!”, grido d’istinto quando l’arbitro indica il dischetto. Il Save non sbaglia, ma la strada è ancora lunghissima e tortuosa…Poi, a due minuti dalla fine, Do Prado segna un gol che racconteranno ancora, a Spezia, alla generazione del 2178. Salto in piedi, grido come un pazzo, esco di casa e percorro 30 metri correndo e gridando, con le auto che passano e le persone di questo paese di 3.000 abitanti che mi guardano e pensano: “Sto chì i è andà”…anche se suppongo lo pensino in un’altra lingua… La mia futura suocera, intanto, si affaccia e chiede a Daniela: “Dove sta andando?!”. Torno in casa con le lacrime agli occhi, tremo, non capisco più niente, so solo che sono stanco dentro ma felice, e che adesso non so come faranno a passare, questi dannati sei giorni che ci separano dalla nostra entrata al Bentegodi. Mattia mi scrive un SMS: “Lassù qualcuno ci vuole bene”. Matteo è più stringato ma ugualmente efficace, si limita ad un: “Dio c’è”. A proposito di Do Prado, mi viene da accostare questa stagione dello Spezia al film “L’Allenatore nel Pallone”. Mister Pugliese, Oronzo Soda, e il brasileiro Aristoteles Do Prado che entra e cambia la stagione…vuoi vedere che ci salviamo davvero? E comincia la settimana più lunga. Dopo averci pensato molto, decido di privarmi della gioia della curva per evitare di uscire a mezzanotte. Andrò in tribuna, anzi andremo, visto che anche Daniela (che porta fortuna quasi come il Cobra) non vuole certo perdersi l’epilogo. Sin dal Lunedì organizzo “casualmente” tutti gli appuntamenti di lavoro per la zona di Verona per Giovedì 21… Ho una paura tremenda che lo Spezia si fermi qui. Penso al blasone dell’avversario, leggo i muri dei tifosi che si caricano per essere in 25.000…a Verona fanno addirittura una trasmissione dalle 6 del mattino alle 16, con interviste a Elkjaer, Bagnoli e vecchie glorie varie. Penso alla corsa del Mantova interrotta l’anno scorso da Farina in favore del più blasonato Torino… E dico no, è proprio dura. Ci vado, ancora una volta, solo per ringraziare. La mattina della partita, ieri, le mie cattive sensazioni sono confermate dal mio stato d’animo. Non sento più quella strana carica elettrica di Torino. Ho solo un grosso groppo in gola. Esco dall’ufficio alle 12 per andare a pranzo. Chiamo mio padre. Gli dico che ho un gran magone e non va giù. In sottofondo, come la settimana di Torino, nella mia auto c’è l’inno delle Aquile. Parto da casa alle 14, un cliente, poi un altro, poi un altro…poi non ce la faccio più, io devo avere il biglietto ed entrare. Ed allora alle 16:44 il cassiere ci passa i biglietti. Solo che il burlone ci dà due poltrone (come avevo chiesto io) ma di tribuna est, ovvero quella opposta alla tribuna stampa e vip, con gli ultimi due seggiolini prima della curva dell’Hellas. Il Bentegodi fa già paura, come fa paura la massa di gente che si avvicina, che ti guarda storto perché si vede lontano un miglio che sei un ospite…Entriamo alle 17:45. Ovviamente cambiamo posto, ci mettiamo al centro della gradinata, ma più passano i minuti più siamo circondati da personaggi poco amichevoli. Poi Daniela, con un colpo di genio, vede due persone e mi dice: “Quelli secondo me sono di Spezia”. In effetti i due, seduti poco sopra di noi, si sono spostati perché l’aria cominciava ad essere tesa…Mi sposto vicino a loro, cerco di sentire l’accento…poi lui mi fa: “Certo che Colombo è proprio un figlio di…” e studia la mia reazione. Quando io, col sorriso, gli dico che Colombo è scaltro e gioca spesso così…allora si scatena un fiume in piena, lui come me spezzino trasferito al nord, e giù a parlare di Aquile, di Pillon e Ferretti, di Tacchi e Mariano…Sugli spalti gli spezzini dominano, si sente chiaramente dalla tribuna. I veronesi si fanno riconoscere per i buuh razzisti e altre cose poco edificanti. E non dite che sono episodi isolati. Anche in gradinata c’è tanta gente becera. In campo il Verona sembra troppo nervoso, a tratti perde completamente la bussola. Lo Spezia gioca la partita perfetta, non si fa chiudere troppo, amministra bene e soffre solo su qualche azione personale dalle fasce. Io però, fino al 42° del secondo tempo, non ci credo…Poi, a tre minuti dalla fine, penso: se perdiamo adesso, mi incazzo di brutto. Gli ultimi istanti sono da cardiopalma. Credo di aver perso parecchio a livello di coronarie, in questo finale di stagione. Cinque minuti di recupero, il Verona può solo lanciare lungo e cercare (per tre volte) il rigore. Per fortuna Rizzoli è esemplare. Poi, mentre la Curva Ferrovia trasferita all’Arena del Calcio canta “Serie B, Serie B”…ci credo davvero, di avercela quasi fatta. Tanto che non sento il fischio finale, capisco che è finita dalle braccia alzate di Pecorari, dalla rabbia degli animali che ho intorno, dal boato della muraglia bianca, il più bel boato della mia vita sportiva. Piango, e qui nessuno può capire che non sono veronese. A due passi da me c’è Milo Campagni. Vado a stringergli la mano, a dirgli Grazie. E resto dieci minuti lì, a singhiozzare, per un’emozione troppo forte e per un magone che porto dentro da mesi. Non volevo tornare in C. Adesso è vero. Finalmente vero. Ancora in B. Fortemente B.

 

Alessio Pinza                      22/06/2007 23.03.08

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emozionante

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Ecco serviti quelli che gufavano Frara, Nicola & co. ;)

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Tosko ma chi è che gufava? Io mi ricordo solo quel malefico gobbaccio del Mentore ;) che sperava che venissero su e si scocciassero subito e infatti Nicola non s'è visto per tutta l'andata. Però mi sembra che Nicola e Frara raccogliessero consensi qusi unanimi. Gennarino è un discorso a parte :ph34r: E Mio Dio..nigi non fa testo ormai... Ma se il prox anno gente come Dionigi, Ferrante, Zamponi strappa ancora un contratto in B bisogna proprio dire che l'incapacità di certi dirigenti non ha limiti.

Secondo me quest'anno la palma del Branca di serie B va ai dirigenti del Crotone. Eccezionale soprattutto la scelta di Carboni al posto di Gustinetti, dei geni assoluti... ;)

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Verona-Spezia negli occhi e nel cuore 

 

il racconto di un tifoso

Non ci credo. Anche quest’anno, non ci credo. Anzi, forse non credo ancora nemmeno a quello che era successo l’anno scorso. Lo avevo scritto, si, ma forse era solo una bella storia sognata. E invece è tutto vero. Siamo in B. Ancora in B. Fortemente B. B come Bello. Come Belin che sofferenza. Come Beati noi che siamo nati spezzini, e gli altri mai potranno capire cosa ci portiamo dentro, in giro per il mondo, quando vediamo una maglia bianca. Il mio vicino di tribuna est del Bentegodi si, lui può capirlo, ma di questo voglio parlare più avanti. Voglio partire da Spezia-Treviso. Avrei voluto esserci ma avevo un impegno a Milano. Battesimo della bimba dell’amica della mia ragazza. Lo so, lo so, avrei dovuto fingere un improvviso attacco di qualcosa e poi scappare al Picco. Ma lei (la mia ragazza) non se lo merita. Ne ha sopportate tante, in queste due stagioni (perché noi tifosi ragioniamo in stagioni, mica in anni). E poi lei ha visto il Picco per la prima volta il giorno del miracolo, ovvero del sorpasso al Genoa sconfitto a San Benedetto. E allora sono lì, seduto su una panca della Chiesa di Seveso. Ore 16: lo Spezia è 0 a 0, comincia il Battesimo. Forse il più lungo nella Storia della Chiesa Lombarda. Perchè alle 16 e 35 non è ancora finito. E allora no, cazzo, ora non ce la faccio proprio più. Faccio l’occhiolino alla mia ragazza. Lei (santa donna) mi allunga la radiolina e io esco dalla Chiesa. La solita figura da bambino. Io, che sono l’unico dottore fra tutti i mariti delle amiche. Ma loro non sono aquilotti…Esco, accendo la radiolina…il Treviso è in vantaggio, 2 a 1. Addio, Spezia, addio, Serie B tanto sospirata e così mal difesa. Finisce anche il battesimo. Solo Gabriele, juventino e vero appassionato di calcio, cerca di consolarmi. “Vedrai”, mi dice, “a Torino potete farcela, oggi la Juve ha perso a Bari”. “Niente da fare”, dico io, “sono un uomo distrutto. A Bari non c’erano i nazionali, e poi sai, il Bari, Matarrese…No, la Juve non ci regala due anni di imbattibilità interna a noi, poveri mezzi interisti…C’è da salvare Conte, oltretutto…” La sera sento mio padre al telefono. Mi conferma che lo Spezia è cotto. La mia ragazza mi aveva promesso sin dall’uscita dei calendari che mi avrebbe accompagnato a Torino. Lei, milanista e mantovana (ma ormai solo aquilotta), a vedere le mie due squadre dell’infanzia. Qualunque fosse stata la classifica, ci eravamo detti. Anche se…ricordate la storia dell’anno scorso del cerchio che si chiude? Beh, quello Juventus-Spezia collocato dal calendario alla 42a mi era sembrato un bel segno… In molti comunque mi smontano. Nemmeno il Presidente va a Torino… Per due giorni sono distrutto. Ma decido di andarci lo stesso. Per ringraziare comunque la mia città e la mia squadra per avermi regalato un anno di B. Fosse stato anche l’unico della vita. Per noi spezzini è già un regalo enorme. Chiedere, lassù nel cielo, a chi non è mai riuscito a vederla, la B. A Spezia molti dimenticano troppo facilmente. Speravamo di giocarci la B fino all’ultima giornata. In effetti così è stato, anche se la retrocessione è quasi scritta. Perciò non capisco tanti tifosi che attaccano squadra, società, mister e chiunque altro capiti a tiro. Secondo me lo Spezia, a parte la giornata di Modena, ha fatto quello che poteva. Il Mercoledì mattina prima di Torino, all’improvviso, il mio stato d’animo cambia. Una voce, in fondo al mio cuore, dice: “Io ci credo”. Sono pazzo,ma ci credo. Lo scrivo anche sul forum, per spingere tanti indecisi a venire a Torino. E vado. Anche se ho fatto 1.000 km per lavoro nei giorni precedenti. Anche se il Sabato, alle 16, si sposa mio cugino Leo. Anche se torno alle 2, in preda ai fumi dell’alcool. Anche se alle 10 sono già in auto con la mia ragazza e con tutta la mia famiglia, che mi ha fatto una sorpresa acquistando il biglietto a mia insaputa. Anche se so che sarà un’altra giornata distruttiva, per il fisico e forse anche per il morale. A Torino vivo un miliardo di emozioni condensate in 90 minuti. Quasi non mi accorgo che ci sono, sotto di me, Del Piero e Trezeguet. Non me ne frega proprio niente, adesso, di Del Piero e Trezeguet. Forza Aquile, fatemi sognare. La partita inizia, mi chiedo a quale minuto saremo sul 4 a 0 per la Juve. Invece lo Spezia è spavaldo, ci prova. E segna anche. Nemmeno il tempo di esultare che arriva il pari. Ecco, penso, questi non la vogliono perdere, e hanno lanciato un segnale: se fai il bravo, e ti accontenti di un pareggio…altrimenti ti travolgiamo come abbiamo fatto con tutte le piccole che ci hanno fatto gol per prime. Poi un boato, il Treviso è in vantaggio. Mi sembra assurdo che giochino davvero, ma non si sa mai (a proposito, perché tanta attenzione da Arezzo sulla nostra partita, mentre loro hanno fatto una gita ampiamente preventivata?)…I supporters juventini, intanto, ci fanno capire a più riprese che ci spedirebbero in C molto volentieri. Ci identificano con l’Inter, oltretutto. La mia juventinità perde sempre più sostanza. A metà tempo l’eterno amico di fede aquilotta Mattia viene a salutarmi, ci scambiamo qualche impressione, la tensione è tanta. La ripresa è un calvario, con la Juve che dietro sembra un po’ meno grintosa e non fa troppo male in contropiede, ma con i minuti che passano veloci. Lo Spezia getta il cuore oltre l’ostacolo, coglie il momento opportuno e segna ancora. Ancora una volta,non c’è nemmeno il tempo di salutare quei simpatici signori della curva nord di Torino che la Juve pareggia ancora. E loro stavolta esplodono, ci rivolgono gesti di classe e gridano come se avessero segnato al Borussia o al Real. E ci cantano “Serie C, Serie C”, e quelle parole mi feriscono nel profondo del cuore. La mia juventinità adesso è proprio sparita. Non per la squadra, che in campo deve fare il suo dovere (anche a Bari, però…), ma per quella pseudo-tifoseria che evidentemente non ha superato per nulla il trauma vissuto l’anno scorso. Solo che se la prendono con gli obiettivi sbagliati. In campo, negli ultimi venti minuti, sembra quasi di vedere due Juventus. Una, in difesa, che non morde le caviglie e ci lascia qualche spazio di troppo. L’altra, in attacco, che se ne frega proprio della nostra fame di B, e vuole farci un mazzo così. E lo fa, con Bojinov che ci condanna alla C inventando il 3-2…anzi no,è annullato…I 5 secondi più brutti della mia vita da tifoso…Anche perché il buon e onesto Arezzo, nel frattempo, ha fatto 3 gol a Treviso. I minuti scorrono. Meno 3, meno 2…palo di Confalone…è finita, è finita, le lacrime scorrono sul mio viso, lacrime di amarezza, rabbia, delusione per tutti i punti persi per strada e che oggi, come temevo, risultano decisivi…Piango, la mia ragazza mi abbraccia, triste nel vedermi triste…Padoin…Padoin…Padoin…GOOOOOOOL! GOOOOOOOL! L’ha insaccata! Non ci credo, l’ha insaccata, Padoin! Padoin! Mi giro, abbraccio Daniela, abbraccio mio padre, abbraccio tutti, grido, piango e grido, poi la mia ragazza, che fino al giorno prima cercavo di convertire al 100% al bianconero, mi guarda sconvolta: “Stai facendo i gesti alla curva della Juve!”… Non capisco più niente, è il momento perfetto, che aspetti da una vita, da quando andavi a vedere il Derthona, il Fano, il Montichiari fare le barricate. E allora godiamocela, fratelli spezzini, godiamoci questa giornata memorabile, al di là di come andrà lo spareggio…perché la nostra curva, la nostra gente, una giornata così se la meritava proprio…Sentite il commento di Caressa al gol di Padoin, andrete con la mente ai mondiali, all’ultimo rigore, quando disse “Guardate dove siete, perché non lo dimenticherete mai…guardate CON CHI SIETE, perché non lo dimenticherete mai”…Grazie, Aquile, Grazie, Curva Ferrovia trasferita all’Olimpico. Grazie Dani, Mario, Ivana, Michi e Mattia. Non lo dimenticherò mai. Torno nella mia casa in pianura padana, tra Mantova, Brescia e Verona, equidistante. Da lì dovrò seguire l’andata dei playout. Il lavoro me lo impone. Per tutta la settimana vivo l’attesa in maniera frenetica. Venerdì, ore 18, scappo dall’ufficio, vado a casa, mangio in 3 minuti netti, fumo l’ultima sigaretta del condannato e poi vado in trincea. Casa della mia ragazza, solo davanti allo schermo, sua madre presente…ma come faccio a stare calmo, oggi? Il primo tempo è peggio di una seduta dal dentista. Sono di nuovo distrutto, come dopo il Treviso. Solo che stavolta non ci sono quasi più appelli. Spero solo in una cosa: nel miracolo del Picco. Arriva Daniela dal lavoro, poi una notizia al Tg mi sveglia e mi ricorda che ci sono cose più gravi di uno spareggio…all’Heineken è crollato un palco, ci sono feriti, e suo fratello è lì…Il cellulare non prende, attimi di paura e poi, per fortuna, Gep chiama e dice che sta benissimo, solo un po’ di paura…Palpitazioni di vita reale che vanno ad aggiungersi a palpitazioni da innamorati della dea Eupalla (scusa Armando se ti rubo la citazione). Comincia la ripresa, che sofferenza…Per mezz’ora mi scorrono davanti gli occhi sogni e delusioni di 22 anni da tifoso aquilotto. Poi, signori, ancora una volta avviene l’unica cosa che poteva salvare lo Spezia: il miracolo del Picco. Stavolta tocca ad un giovane Brasiliano salire sugli altari e prendere per mano una città. “Rigore!”, grido d’istinto quando l’arbitro indica il dischetto. Il Save non sbaglia, ma la strada è ancora lunghissima e tortuosa…Poi, a due minuti dalla fine, Do Prado segna un gol che racconteranno ancora, a Spezia, alla generazione del 2178. Salto in piedi, grido come un pazzo, esco di casa e percorro 30 metri correndo e gridando, con le auto che passano e le persone di questo paese di 3.000 abitanti che mi guardano e pensano: “Sto chì i è andà”…anche se suppongo lo pensino in un’altra lingua… La mia futura suocera, intanto, si affaccia e chiede a Daniela: “Dove sta andando?!”. Torno in casa con le lacrime agli occhi, tremo, non capisco più niente, so solo che sono stanco dentro ma felice, e che adesso non so come faranno a passare, questi dannati sei giorni che ci separano dalla nostra entrata al Bentegodi. Mattia mi scrive un SMS: “Lassù qualcuno ci vuole bene”. Matteo è più stringato ma ugualmente efficace, si limita ad un: “Dio c’è”. A proposito di Do Prado, mi viene da accostare questa stagione dello Spezia al film “L’Allenatore nel Pallone”. Mister Pugliese, Oronzo Soda, e il brasileiro Aristoteles Do Prado che entra e cambia la stagione…vuoi vedere che ci salviamo davvero? E comincia la settimana più lunga. Dopo averci pensato molto, decido di privarmi della gioia della curva per evitare di uscire a mezzanotte. Andrò in tribuna, anzi andremo, visto che anche Daniela (che porta fortuna quasi come il Cobra) non vuole certo perdersi l’epilogo. Sin dal Lunedì organizzo “casualmente” tutti gli appuntamenti di lavoro per la zona di Verona per Giovedì 21… Ho una paura tremenda che lo Spezia si fermi qui. Penso al blasone dell’avversario, leggo i muri dei tifosi che si caricano per essere in 25.000…a Verona fanno addirittura una trasmissione dalle 6 del mattino alle 16, con interviste a Elkjaer, Bagnoli e vecchie glorie varie. Penso alla corsa del Mantova interrotta l’anno scorso da Farina in favore del più blasonato Torino… E dico no, è proprio dura. Ci vado, ancora una volta, solo per ringraziare. La mattina della partita, ieri, le mie cattive sensazioni sono confermate dal mio stato d’animo. Non sento più quella strana carica elettrica di Torino. Ho solo un grosso groppo in gola. Esco dall’ufficio alle 12 per andare a pranzo. Chiamo mio padre. Gli dico che ho un gran magone e non va giù. In sottofondo, come la settimana di Torino, nella mia auto c’è l’inno delle Aquile. Parto da casa alle 14, un cliente, poi un altro, poi un altro…poi non ce la faccio più, io devo avere il biglietto ed entrare. Ed allora alle 16:44 il cassiere ci passa i biglietti. Solo che il burlone ci dà due poltrone (come avevo chiesto io) ma di tribuna est, ovvero quella opposta alla tribuna stampa e vip, con gli ultimi due seggiolini prima della curva dell’Hellas. Il Bentegodi fa già paura, come fa paura la massa di gente che si avvicina, che ti guarda storto perché si vede lontano un miglio che sei un ospite…Entriamo alle 17:45. Ovviamente cambiamo posto, ci mettiamo al centro della gradinata, ma più passano i minuti più siamo circondati da personaggi poco amichevoli. Poi Daniela, con un colpo di genio, vede due persone e mi dice: “Quelli secondo me sono di Spezia”. In effetti i due, seduti poco sopra di noi, si sono spostati perché l’aria cominciava ad essere tesa…Mi sposto vicino a loro, cerco di sentire l’accento…poi lui mi fa: “Certo che Colombo è proprio un figlio di…” e studia la mia reazione. Quando io, col sorriso, gli dico che Colombo è scaltro e gioca spesso così…allora si scatena un fiume in piena, lui come me spezzino trasferito al nord, e giù a parlare di Aquile, di Pillon e Ferretti, di Tacchi e Mariano…Sugli spalti gli spezzini dominano, si sente chiaramente dalla tribuna. I veronesi si fanno riconoscere per i buuh razzisti e altre cose poco edificanti. E non dite che sono episodi isolati. Anche in gradinata c’è tanta gente becera. In campo il Verona sembra troppo nervoso, a tratti perde completamente la bussola. Lo Spezia gioca la partita perfetta, non si fa chiudere troppo, amministra bene e soffre solo su qualche azione personale dalle fasce. Io però, fino al 42° del secondo tempo, non ci credo…Poi, a tre minuti dalla fine, penso: se perdiamo adesso, mi incazzo di brutto. Gli ultimi istanti sono da cardiopalma. Credo di aver perso parecchio a livello di coronarie, in questo finale di stagione. Cinque minuti di recupero, il Verona può solo lanciare lungo e cercare (per tre volte) il rigore. Per fortuna Rizzoli è esemplare. Poi, mentre la Curva Ferrovia trasferita all’Arena del Calcio canta “Serie B, Serie B”…ci credo davvero, di avercela quasi fatta. Tanto che non sento il fischio finale, capisco che è finita dalle braccia alzate di Pecorari, dalla rabbia degli animali che ho intorno, dal boato della muraglia bianca, il più bel boato della mia vita sportiva. Piango, e qui nessuno può capire che non sono veronese. A due passi da me c’è Milo Campagni. Vado a stringergli la mano, a dirgli Grazie. E resto dieci minuti lì, a singhiozzare, per un’emozione troppo forte e per un magone che porto dentro da mesi. Non volevo tornare in C. Adesso è vero. Finalmente vero. Ancora in B. Fortemente B.

 

Alessio Pinza                       22/06/2007 23.03.08

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mi ricorda l'ultima partita del nostro primo campionato di serie b contro l'andria.....emozionante!

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Il mio più grosso desiderio calcistico (tra quelli non utopistici) sarebbe lo Spezia ancora in B e le Fere che ci raggiungono. Avrei voglia di una bella trasferta a Terni. Credo che potrei sopportare anche una sconfitta con il sorriso sulle labbra. ;)

Vi auguro davvero di tutto cuore di potervi liberare degli eroi al più presto.

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La vedo dura caro Mister! :(

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Serie B: Zaninelli, Fietta e Manzoni allo Spezia

 

19:18 del 06 luglio

 

Lo Spezia comunica di aver ingaggiato il difensore Marco Zaninelli dal Cesena, il centrocampista Alessio Manzoni dall'Atalanta nella scorsa stagione in prestito al Padova ed il centrocampista Giovanni Fietta dal Treviso.

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Mercato per ora deprimente ... :(

 

Mi ricarico con i playoff ;)

 

Ecco alcuni video interessanti:

 

1) la tipa di sportitalia mi piace troppo, lei e Caressa sono dei numeri uno, per non parlare di DO PRADO

 

DO PRADOOOOOOOO

 

2) spero che il cicciotto con la faccia da belinone venga diffidato anche se dubito... del razzismo non frega un cazzo a nessuno.

P.S. questo video non dà assolutamente l'idea dello schifo del Bentegodi, con tutto lo stadio a fare BUUU disgustosi non solo la curva...

 

STUPIDITA'

 

3) quella dell'Hellas a mio parere è stata la migliore tifoseria (da me)MAI vista al Picco, altro che ZENA seconda tifoseria d'Italia (???????????????????) e ci sarebbe tanto da imparare dal loro modo di tifare... anche noi però a Verona non siamo stati male

 

 

3) gli ultimi minuti sono stati una sofferenza incredibile:

 

 

 

P.S. Ho fatto casino con i links... :ph34r:

Modificato da MisterEagle

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Mercato per ora deprimente ...  :(

 

Mi ricarico con i playoff  ;)

 

Ecco alcuni video interessanti:

 

1) la tipa di sportitalia mi piace troppo, lei e Caressa sono dei numeri uno, per non parlare di DO PRADO

 

DO PRADOOOOOOOO

 

2) spero che il cicciotto con la faccia da belinone venga diffidato anche se dubito... del razzismo non frega un cazzo a nessuno.

P.S. questo video non dà assolutamente l'idea dello schifo del Bentegodi, con tutto lo stadio a fare BUUU disgustosi non solo la curva...

 

STUPIDITA'

 

3) quella dell'Hellas a mio parere è stata  la migliore tifoseria (da me)MAI vista al Picco, altro che ZENA seconda tifoseria d'Italia (???????????????????) e ci sarebbe tanto da imparare dal loro modo di tifare... anche noi però a Verona non siamo stati male

 

O BELA SPEZA al Bentegodi

 

3) gli ultimi minuti sono stati una sofferenza incredibile:

 

AQUILE DELIRANTI AL BINTI

 

 

P.S. Spero di non avere fatto casino con i links...

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ce ne fosse uno che se apre :lol:

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Avvistato ieri Alessandro Frara a Terni ( eravamo io lu basso e kapovordo) CO NA PICCHIA SVENTRATA D'ANTRI TEMPI! B-)

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ma de terni? :ph34r:

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Mercato per ora deprimente ...  :(

 

Mi ricarico con i playoff  ;)

 

Ecco alcuni video interessanti:

 

1) la tipa di sportitalia mi piace troppo, lei e Caressa sono dei numeri uno, per non parlare di DO PRADO

 

DO PRADOOOOOOOO

 

2) spero che il cicciotto con la faccia da belinone venga diffidato anche se dubito... del razzismo non frega un cazzo a nessuno.

P.S. questo video non dà assolutamente l'idea dello schifo del Bentegodi, con tutto lo stadio a fare BUUU disgustosi non solo la curva...

 

STUPIDITA'

 

3) quella dell'Hellas a mio parere è stata  la migliore tifoseria (da me)MAI vista al Picco, altro che ZENA seconda tifoseria d'Italia (???????????????????) e ci sarebbe tanto da imparare dal loro modo di tifare... anche noi però a Verona non siamo stati male

 

O BELA SPEZA al Bentegodi

 

3) gli ultimi minuti sono stati una sofferenza incredibile:

 

AQUILE DELIRANTI AL BINTI

 

 

P.S. Spero di non avere fatto casino con i links...

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ce ne fosse uno che se apre :lol:

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CAZZO BLUES te ghè rason!

Ce riprovo... abbi fede frè ... ;)

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Avvistato ieri Alessandro Frara a Terni ( eravamo io lu basso e kapovordo) CO NA PICCHIA SVENTRATA D'ANTRI TEMPI! B-)

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Blues mi traduci in italiano "sventrata d'antri tempi"... please... ;)

la PICCHIA non c'è bisogno di tradurlo ormai so che vor dì, sono grandicello ;)

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Mercato per ora deprimente ...  :(

 

Mi ricarico con i playoff  ;)

 

Ecco alcuni video interessanti:

 

1) la tipa di sportitalia mi piace troppo, lei e Caressa sono dei numeri uno, per non parlare di DO PRADO

 

DO PRADOOOOOOOO

 

2) spero che il cicciotto con la faccia da belinone venga diffidato anche se dubito... del razzismo non frega un cazzo a nessuno.

P.S. questo video non dà assolutamente l'idea dello schifo del Bentegodi, con tutto lo stadio a fare BUUU disgustosi non solo la curva...

 

STUPIDITA'

 

3) quella dell'Hellas a mio parere è stata  la migliore tifoseria (da me)MAI vista al Picco, altro che ZENA seconda tifoseria d'Italia (???????????????????) e ci sarebbe tanto da imparare dal loro modo di tifare... anche noi però a Verona non siamo stati male

 

 

3) gli ultimi minuti sono stati una sofferenza incredibile:

 

 

 

P.S. Ho fatto casino con i links...  :ph34r:

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ORA DOVREBBERO FUNZIONARE TUTTI, almeno spero... :blink::D:P

Modificato da MisterEagle

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Per la serie C1 2007-2008,girone A le super favorite alla promozione sono Padova calcio 1910,Novara calcio 1908 e us Cremonese 1903....piu' staccate Hellas e MonzaBrianza.

Lasciati servire spezzati' :D;)

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Per la serie C1 2007-2008,girone A le super favorite alla promozione sono Padova calcio 1910,Novara calcio 1908 e us Cremonese 1903....piu' staccate Hellas e MonzaBrianza.

Lasciati servire spezzati' :D;)

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Morton ma vai sempre co...maschi? passa alla picchia che è meglio! ;)

 

Cmq fratello Morton anche voi in B fareste la vs porca figura, vi ho rivalutato parecchio vedendo il grigiore del tifo attuale. ;)

 

In quei famosi playoff avevo appena parcheggiato la macchina su un viale nei pressi della stazione di Como con la picchia-moglie (per l'appunto) mentre transitavano i pullman spezzini e ci sono stati dei bei momenti di tensione. Poi dentro lo stadio non c'è stata partita ovviamente, si sentivano solo le aquile :D:D (io ero al centro della tribuna semivuota persino nei playoff !!!!!, quindi il mio è un giudizio obiettivo)

però ci avete provato e anche a Sp sia in campionato che nei playoff vi siete difesi bene sugli spalti e dominato in campo

 

Fai bene ad aggiornarmi sulla C1 perchè io la pag 214 non l'ho ancora abbandonata, mi riesce innaturale andare a pg 209 :ph34r::(:blink::blink:

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Salve a tutti i tifosi della Ternana io sono un tifoso dello Spezia e siccome abbiamo appena preso Frara, volevo avere un vostro commento in merito alle caratteristiche tecniche, tattiche e caratteriali del giocatore. grazie a tutti per l'ospitalità e in bocca al lupo per il vostro campionato e le vicende societarie.

MisterEagle

893594[/snapback]

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ahahahah certo,certo! :P

Vi bruciava talmente il peperone per l'eliminazione che siete andati via tutti a testa bassa :evil: (Pero' tra noi e voi quel pomeriggio mettemmo su un bello spettacolo a livello di colori e incitamenti)

Detto questo...noi abbiamo sempre fatto la nostra porca figura...dalla serie A alla serie D attuale....considerando la grandezza del bacino di Como,la vicinanza a Milano,Brescia,Bergamo...cosi come la fate sempre voi altri (e questo ve lo riconoscono tutti,io per primo!).La differenza semmai sta nel fatto che noi vi conosciamo di piu' perchè vi abbiamo affrontato piu' volte,altre platee vi scoprono solo ora che avete lasciato il fantastico pianeta della serie C :D.

Mentre noi abbiamo un passato ad alti livelli che ci ha permesso di "esportarci meglio".

Ti assicuro che lo spettacolo che ho visto ieri per la festa del nostro centenario vale piu' che la serie C o B e se tutta la gente che era presente ieri,fosse presente anche la domenica al Sinigaglia anche adesso che siamo messi cosi non ci sarebbe manco da discutere,ma purtroppo l'era Preziosi ha lasciato tanti,troppi cocci dietro di se e tante,troppe amarezze.

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Salve a tutti i tifosi della Ternana io sono un tifoso dello Spezia e siccome abbiamo appena preso Frara, volevo avere un vostro commento in merito alle caratteristiche tecniche, tattiche e caratteriali del giocatore. grazie a tutti per l'ospitalità e in bocca al lupo per il vostro campionato e le vicende societarie.

MisterEagle

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Salve a tutti i tifosi della Ternana io sono un tifoso dello Spezia e siccome abbiamo appena preso Frara, volevo avere un vostro commento in merito alle caratteristiche tecniche, tattiche e caratteriali del giocatore. grazie a tutti per l'ospitalità e in bocca al lupo per il vostro campionato e le vicende societarie.

MisterEagle

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Grande curva, vorrei farci una trasferta in SERIE B a Terni... datevi na mossa a mandare via le merde ;)

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Salve a tutti i tifosi della Ternana io sono un tifoso dello Spezia e siccome abbiamo appena preso Frara, volevo avere un vostro commento in merito alle caratteristiche tecniche, tattiche e caratteriali del giocatore. grazie a tutti per l'ospitalità e in bocca al lupo per il vostro campionato e le vicende societarie.

MisterEagle

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Grande curva, vorrei farci una trasferta in SERIE B a Terni... datevi na mossa a mandare via le merde ;)

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Te lo confermo pure io che ho avuto il piacere di vederli dal vivo: ne sanno :)

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