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Il Messaggero, giov. 05.10.06

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Giovedì 5 Ottobre 2006

 

Sul Liberati è ancora scontro

 

Il Comune sul ricorso al Tar della Ternana: “Incomprensibile”

 

di ANTONIO DE ANGELIS

La speranza che si superino gli ostacoli sulla strada della concessione del Liberati diventa più remota. La Ternana è in attesa di vedere fissata l’udienza del Tar che dovrà decidere sulla presunta illegittimità della chiusura dello stadio da parte del Comune. Ma quali argomenti ha portato la Ternana davanti al giudice a supporto delle sue tesi?

Il punto di vista della società rossoverde viene illustrato dall’avvocato Minciarelli, consulente di Via Aleardi, che argomenta le basi del ricorso al Tar, preparato nei dettagli dall’avvocato Agostini di Fermo.

«Nella concessione che regola l’uso del Liberati era prevista una clausola che la Ternana ritiene non sia stata rispettata. Si diceva in quel contratto che se si fosse stabilito di negare la concessione del Liberati la decisione avrebbe dovuto essere comunicata alla società entro il 30 giugno. E con un atto indicato nei suoi requisiti formali, vale a dire una ordinanza motivata della Giunta Comunale adottabile solo sulla base di eventuali inadempienze contrattuali della società rossoverde. Inadempienze che non ci sono state perché la Ternana ha sempre pagato. E la chiusura dello stadio non è stata effettuata nel rispetto delle modalità contrattuali previste. Per questo la società ha deciso di ricorrere al Tar.

Il ricorso non è stato presentato per fare uno sgarbo ma per ricondurre la questione nell’ambito dei confini della legalità. Annullando tutto quello che è successo fino al 30 giugno e creando quindi i presupposti per tornare a sedersi attorno ad un tavolo e riprendere a ragionare».

Ma il tempo stringe e di spazio per i ragionamenti ne resta poco. E la decisione di passare per il Tar alla fine potrebbe risultare un pericoloso boomerang per chi l’ha adottata. E per l’intero calcio ternano. Le argomentazioni giuridiche addotte dei legali della Ternana saranno oggetto di valutazione da parte degli organi giudiziari competenti. Ma intanto da un lato il Comune chiede certezze sui programmi, e parla un linguaggio di ”sostanza”. Mentre dall’altro Via Aleardi usa un linguaggio ”formale” affidato ai legali. Si possono capire soggetti che parlano lingue diverse? E poi, pur prendendo per buone le intenzioni declinate dai rappresentanti di Via Aleardi, secondo i quali il ricorso non sarebbe un atto di ostilità ma piuttosto propedeutico alla riapertura del dialogo, va preso atto che ha già prodotto l’effetto opposto. Una gaffe contenuta nelle prime pagine del documento inviato dalla Ternana a Palazzo Spada infatti ieri ha fornito l’assist al Comune per una sottolineatura al vetriolo. Il ricorso presentato dalla Ternana nei confronti del Comune inizia con le seguenti parole - fanno sapere infatti da Palazzo Spada: «La Società Ternana Calcio S.p.a, con sede in Terni, provincia di Perugia...». La Ternana Calcio» - dice il Comune - ritiene dunque di operare in provincia di Perugia. Forse è questo tipo di conoscenza del territorio e delle sue Istituzioni che motiva comportamenti altrimenti incomprensibili».

Secco e tagliente. Come un colpo di rasoio. E l’intesa torna ad allontanarsi.

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l'avv. Minciarelli...........................ah ah ah!!!!

come si caaaaaaaaaambiaaaaaaaa

per non morireeeeeeeeeeeeee

 

come si caaaaaambiaaaaaaaaaaa

935546[/snapback]

ao ma non ce sta la faccetta che se piscia sotto pe le risate...tocca organizzasse, tomas! :lol:

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Giovedì 5 Ottobre 2006

 

Sul Liberati è ancora scontro 

 

Il Comune sul ricorso al Tar della Ternana: “Incomprensibile” 

 

di ANTONIO DE ANGELIS

La speranza che si superino gli ostacoli sulla strada della concessione del Liberati diventa più remota. La Ternana è in attesa di vedere fissata l’udienza del Tar che dovrà decidere sulla presunta illegittimità della chiusura dello stadio da parte del Comune. Ma quali argomenti ha portato la Ternana davanti al giudice a supporto delle sue tesi?

Il punto di vista della società rossoverde viene illustrato dall’avvocato Minciarelli, consulente di Via Aleardi, che argomenta le basi del ricorso al Tar, preparato nei dettagli dall’avvocato Agostini di Fermo.

«Nella concessione che regola l’uso del Liberati era prevista una clausola che la Ternana ritiene non sia stata rispettata. Si diceva in quel contratto che se si fosse stabilito di negare la concessione del Liberati la decisione avrebbe dovuto essere comunicata alla società entro il 30 giugno. E con un atto indicato nei suoi requisiti formali, vale a dire una ordinanza motivata della Giunta Comunale adottabile solo sulla base di eventuali inadempienze contrattuali della società rossoverde. Inadempienze che non ci sono state perché la Ternana ha sempre pagato. E la chiusura dello stadio non è stata effettuata nel rispetto delle modalità contrattuali previste. Per questo la società ha deciso di ricorrere al Tar.

Il ricorso non è stato presentato per fare uno sgarbo ma per ricondurre la questione nell’ambito dei confini della legalità. Annullando tutto quello che è successo fino al 30 giugno e creando quindi i presupposti per tornare a sedersi attorno ad un tavolo e riprendere a ragionare».

Ma il tempo stringe e di spazio per i ragionamenti ne resta poco. E la decisione di passare per il Tar alla fine potrebbe risultare un pericoloso boomerang per chi l’ha adottata. E per l’intero calcio ternano. Le argomentazioni giuridiche addotte dei legali della Ternana saranno oggetto di valutazione da parte degli organi giudiziari competenti. Ma intanto da un lato il Comune chiede certezze sui programmi, e parla un linguaggio di ”sostanza”. Mentre dall’altro Via Aleardi usa un linguaggio ”formale” affidato ai legali. Si possono capire soggetti che parlano lingue diverse? E poi, pur prendendo per buone le intenzioni declinate dai rappresentanti di Via Aleardi, secondo i quali il ricorso non sarebbe un atto di ostilità ma piuttosto propedeutico alla riapertura del dialogo, va preso atto che ha già prodotto l’effetto opposto. Una gaffe contenuta nelle prime pagine del documento inviato dalla Ternana a Palazzo Spada infatti ieri ha fornito l’assist al Comune per una sottolineatura al vetriolo. Il ricorso presentato dalla Ternana nei confronti del Comune inizia con le seguenti parole - fanno sapere infatti da Palazzo Spada: «La Società Ternana Calcio S.p.a, con sede in Terni, provincia di Perugia...». La Ternana Calcio» - dice il Comune - ritiene dunque di operare in provincia di Perugia. Forse è questo tipo di conoscenza del territorio e delle sue Istituzioni che motiva comportamenti altrimenti incomprensibili».

Secco e tagliente. Come un colpo di rasoio. E l’intesa torna ad allontanarsi.

935509[/snapback]

Premesso che non sono un avvocato, dato per scontato che dall'altra parte non abbiamo a che fare con dei primati (anche se l'impressione è quella...), qualcuno può spiegarmi com'è possibile portare avanti seriamente queste argomentazioni? Se ho capito bene questi asseriscono che se il Comune voleva negargli lo stadio doveva comunicarglielo per iscritto PRIMA del 30 giugno (cioè prima della scadenza naturale della convenzione?) e solo per motivi di inadempienza contrattuale (cioè bastava che pagavano poi la dentro potevano farci quello che gli pare e nessuno poteva dirgli niente?), altrimenti DOPO il 30 giugno in mancanza di altra comunicazione la convenzione si intende auto-rinnovata e non c'è bisogno neanche di ridiscuterla. Quindi vorrei capire, ma la scadenza serve solo per pararsi il culo se l'utente non paga? Se paga allora non è una convenzione ma un vitalizio, dato che il Comune nulla può fare per farla scadere (forse esiste una clausola che dopo 10 anni lo stadio diventa di loro proprietà...). Le cose sono 2 : o al Comune sono dei babbei con la sveglia al collo oppure qualcun'altro è campione mondiale di arrampicata su pareti ... a specchio!!!

 

Daje Barbè! Finiscili!

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Questi ormai le provano tutte per riavere lo stadio, sono al dolce, gli preme riaverlo per non perdere gli oltre 20.000.000 di Euro della Ternana Calcio S.p.A. .

Spero che questa buffonata finisca al più presto e questi personaggi se ne vadano così finalmente potremmo di nuovo parlare di calcio giocato.... quello vero a Terni !!!!

Le prese in giro stanno terminando per fortuna ormai manca poco e spero che il sindaco faccia il suo dovere fino alla fine senza essere condizionato da giudizi esterni !!!!

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Giovedì 5 Ottobre 2006

 

Sul Liberati è ancora scontro 

 

Il Comune sul ricorso al Tar della Ternana: “Incomprensibile” 

 

di ANTONIO DE ANGELIS

La speranza che si superino gli ostacoli sulla strada della concessione del Liberati diventa più remota. La Ternana è in attesa di vedere fissata l’udienza del Tar che dovrà decidere sulla presunta illegittimità della chiusura dello stadio da parte del Comune. Ma quali argomenti ha portato la Ternana davanti al giudice a supporto delle sue tesi?

Il punto di vista della società rossoverde viene illustrato dall’avvocato Minciarelli, consulente di Via Aleardi, che argomenta le basi del ricorso al Tar, preparato nei dettagli dall’avvocato Agostini di Fermo.

«Nella concessione che regola l’uso del Liberati era prevista una clausola che la Ternana ritiene non sia stata rispettata. Si diceva in quel contratto che se si fosse stabilito di negare la concessione del Liberati la decisione avrebbe dovuto essere comunicata alla società entro il 30 giugno. E con un atto indicato nei suoi requisiti formali, vale a dire una ordinanza motivata della Giunta Comunale adottabile solo sulla base di eventuali inadempienze contrattuali della società rossoverde. Inadempienze che non ci sono state perché la Ternana ha sempre pagato. E la chiusura dello stadio non è stata effettuata nel rispetto delle modalità contrattuali previste. Per questo la società ha deciso di ricorrere al Tar.

Il ricorso non è stato presentato per fare uno sgarbo ma per ricondurre la questione nell’ambito dei confini della legalità. Annullando tutto quello che è successo fino al 30 giugno e creando quindi i presupposti per tornare a sedersi attorno ad un tavolo e riprendere a ragionare».

Ma il tempo stringe e di spazio per i ragionamenti ne resta poco. E la decisione di passare per il Tar alla fine potrebbe risultare un pericoloso boomerang per chi l’ha adottata. E per l’intero calcio ternano. Le argomentazioni giuridiche addotte dei legali della Ternana saranno oggetto di valutazione da parte degli organi giudiziari competenti. Ma intanto da un lato il Comune chiede certezze sui programmi, e parla un linguaggio di ”sostanza”. Mentre dall’altro Via Aleardi usa un linguaggio ”formale” affidato ai legali. Si possono capire soggetti che parlano lingue diverse? E poi, pur prendendo per buone le intenzioni declinate dai rappresentanti di Via Aleardi, secondo i quali il ricorso non sarebbe un atto di ostilità ma piuttosto propedeutico alla riapertura del dialogo, va preso atto che ha già prodotto l’effetto opposto. Una gaffe contenuta nelle prime pagine del documento inviato dalla Ternana a Palazzo Spada infatti ieri ha fornito l’assist al Comune per una sottolineatura al vetriolo. Il ricorso presentato dalla Ternana nei confronti del Comune inizia con le seguenti parole - fanno sapere infatti da Palazzo Spada: «La Società Ternana Calcio S.p.a, con sede in Terni, provincia di Perugia...». La Ternana Calcio» - dice il Comune - ritiene dunque di operare in provincia di Perugia. Forse è questo tipo di conoscenza del territorio e delle sue Istituzioni che motiva comportamenti altrimenti incomprensibili».

Secco e tagliente. Come un colpo di rasoio. E l’intesa torna ad allontanarsi.

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Premesso che non sono un avvocato, dato per scontato che dall'altra parte non abbiamo a che fare con dei primati (anche se l'impressione è quella...), qualcuno può spiegarmi com'è possibile portare avanti seriamente queste argomentazioni? Se ho capito bene questi asseriscono che se il Comune voleva negargli lo stadio doveva comunicarglielo per iscritto PRIMA del 30 giugno (cioè prima della scadenza naturale della convenzione?) e solo per motivi di inadempienza contrattuale (cioè bastava che pagavano poi la dentro potevano farci quello che gli pare e nessuno poteva dirgli niente?), altrimenti DOPO il 30 giugno in mancanza di altra comunicazione la convenzione si intende auto-rinnovata e non c'è bisogno neanche di ridiscuterla. Quindi vorrei capire, ma la scadenza serve solo per pararsi il culo se l'utente non paga? Se paga allora non è una convenzione ma un vitalizio, dato che il Comune nulla può fare per farla scadere (forse esiste una clausola che dopo 10 anni lo stadio diventa di loro proprietà...). Le cose sono 2 : o al Comune sono dei babbei con la sveglia al collo oppure qualcun'altro è campione mondiale di arrampicata su pareti ... a specchio!!!

 

Daje Barbè! Finiscili!

935555[/snapback]

c'è solo un problema.

Mangano, da quel che si dice, aveva chiesto la risoluzione di quella convenzione e la sua sostituzione con un'altra (il cui contenuto era da discutersi).

E allora:come puoi contestare una mancata disdetta del Comune se sei stato tu stesso a chiedere il mancato rinnovo?

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Il Comune sul ricorso al Tar della Ternana: “Incomprensibile” 

 

di ANTONIO DE ANGELIS

La speranza che si superino gli ostacoli sulla strada della concessione del Liberati diventa più remota. La Ternana è in attesa di vedere fissata l’udienza del Tar che dovrà decidere sulla presunta illegittimità della chiusura dello stadio da parte del Comune. Ma quali argomenti ha portato la Ternana davanti al giudice a supporto delle sue tesi?

Il punto di vista della società rossoverde viene illustrato dall’avvocato Minciarelli, consulente di Via Aleardi, che argomenta le basi del ricorso al Tar, preparato nei dettagli dall’avvocato Agostini di Fermo.

«Nella concessione che regola l’uso del Liberati era prevista una clausola che la Ternana ritiene non sia stata rispettata. Si diceva in quel contratto che se si fosse stabilito di negare la concessione del Liberati la decisione avrebbe dovuto essere comunicata alla società entro il 30 giugno. E con un atto indicato nei suoi requisiti formali, vale a dire una ordinanza motivata della Giunta Comunale adottabile solo sulla base di eventuali inadempienze contrattuali della società rossoverde. Inadempienze che non ci sono state perché la Ternana ha sempre pagato. E la chiusura dello stadio non è stata effettuata nel rispetto delle modalità contrattuali previste. Per questo la società ha deciso di ricorrere al Tar.

Il ricorso non è stato presentato per fare uno sgarbo ma per ricondurre la questione nell’ambito dei confini della legalità. Annullando tutto quello che è successo fino al 30 giugno e creando quindi i presupposti per tornare a sedersi attorno ad un tavolo e riprendere a ragionare».

Ma il tempo stringe e di spazio per i ragionamenti ne resta poco. E la decisione di passare per il Tar alla fine potrebbe risultare un pericoloso boomerang per chi l’ha adottata. E per l’intero calcio ternano. Le argomentazioni giuridiche addotte dei legali della Ternana saranno oggetto di valutazione da parte degli organi giudiziari competenti. Ma intanto da un lato il Comune chiede certezze sui programmi, e parla un linguaggio di ”sostanza”. Mentre dall’altro Via Aleardi usa un linguaggio ”formale” affidato ai legali. Si possono capire soggetti che parlano lingue diverse? E poi, pur prendendo per buone le intenzioni declinate dai rappresentanti di Via Aleardi, secondo i quali il ricorso non sarebbe un atto di ostilità ma piuttosto propedeutico alla riapertura del dialogo, va preso atto che ha già prodotto l’effetto opposto. Una gaffe contenuta nelle prime pagine del documento inviato dalla Ternana a Palazzo Spada infatti ieri ha fornito l’assist al Comune per una sottolineatura al vetriolo. Il ricorso presentato dalla Ternana nei confronti del Comune inizia con le seguenti parole - fanno sapere infatti da Palazzo Spada: «La Società Ternana Calcio S.p.a, con sede in Terni, provincia di Perugia...». La Ternana Calcio» - dice il Comune - ritiene dunque di operare in provincia di Perugia. Forse è questo tipo di conoscenza del territorio e delle sue Istituzioni che motiva comportamenti altrimenti incomprensibili».

Secco e tagliente. Come un colpo di rasoio. E l’intesa torna ad allontanarsi.

935509[/snapback]

Premesso che non sono un avvocato, dato per scontato che dall'altra parte non abbiamo a che fare con dei primati (anche se l'impressione è quella...), qualcuno può spiegarmi com'è possibile portare avanti seriamente queste argomentazioni? Se ho capito bene questi asseriscono che se il Comune voleva negargli lo stadio doveva comunicarglielo per iscritto PRIMA del 30 giugno (cioè prima della scadenza naturale della convenzione?) e solo per motivi di inadempienza contrattuale (cioè bastava che pagavano poi la dentro potevano farci quello che gli pare e nessuno poteva dirgli niente?), altrimenti DOPO il 30 giugno in mancanza di altra comunicazione la convenzione si intende auto-rinnovata e non c'è bisogno neanche di ridiscuterla. Quindi vorrei capire, ma la scadenza serve solo per pararsi il culo se l'utente non paga? Se paga allora non è una convenzione ma un vitalizio, dato che il Comune nulla può fare per farla scadere (forse esiste una clausola che dopo 10 anni lo stadio diventa di loro proprietà...). Le cose sono 2 : o al Comune sono dei babbei con la sveglia al collo oppure qualcun'altro è campione mondiale di arrampicata su pareti ... a specchio!!!

 

Daje Barbè! Finiscili!

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c'è solo un problema.

Mangano, da quel che si dice, aveva chiesto la risoluzione di quella convenzione e la sua sostituzione con un'altra (il cui contenuto era da discutersi).

E allora:come puoi contestare una mancata disdetta del Comune se sei stato tu stesso a chiedere il mancato rinnovo?

935764[/snapback]

 

Forse perchè di "tu stesso" sono più di uno e, come consuetudine di questi soggetti, quando passano la mano tra l'avvocato e il ragioniere di turno sono soliti sconfessare tutto quello che è stato fatto dal predecessore. Ma la cosa che ancora non mi spiego è come fanno a rivalersi su una convenzione SCADUTA! Come fai a chiedere una sospensiva su un accordo SCADUTO?

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