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PROCESSO GEA!!!!!!!

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COME FINIRA'?????

 

GIA IMMAGINO, AL 42 GRADO DI GIUDIZIO TRA CIRCA 12 ANNI

 

ELENCO DELLE PENE

 

MOGGI: 1 ORA E UN QUARTO DI INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI E IN QUEL PERIODO NON POTRA' ASSUMERE INCARICHI IN NESSUNA SOCIETA' SPORTIVA, MULTA DI 13,25 PER DANNI MORALI

 

IL FIGLIO : 2 ORE E VENTI MINUTI DE ARRESTI DOMICILIARI NEI QUALI NON POTRA' RICEVE VISITE DI PARENTI E AMICI, MULTA DI 21 EURO CHE DIVENTANO 10 SE NON FA' RICORSO AL TAR

 

IL FIGLIO DI LIPPI: 15 MINUTI DE ARRESTI DOMICILIARI, MULTA DE 3 EURO, CONDONABILI!!!!!!

 

 

EVVIVA IL CALCIO E FINALMENTE PULITO !!!!!!!!

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Comunque è la vera rivelazione giudiziaria di tutto lo scandalo del calcio: esisteva un'associazione che condizionava presantamente i rapporti giocatori-società e quindi il campionato e le convocazioni in nazionale (beh qui non me lamento... avemo vinto il mondiale)

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Una fiction lunga dodici anni

di Paolo Ziliani

Scripta manent

23.11.06

 

 

 

 

Mentre Luciano Moggi continua a dispensare pillole di saggezza in tivù e sui giornali (l’ultima, la proposta del “Mongolino d’Oro” da dare all’Inter per la cessione di Cannavaro: chi pensava che Antenna Tre, dopo la barbara dichiarazione, dicesse a Moggi di non farsi più vedere in giro, naturalmente si sbagliava), mentre Trefoloni, Dondarini e Palanca continuano ad arbitrare e mentre i piagnistei juventini per la retrocessione in B proseguono, a dispetto dei 30 punti di penalizzazione diventati – dopo il doppio gioco di prestigio prima alla Corte Federale, poi all’arbitrato del Coni – la miseria di 9; mentre tutto questo accade, i pm romani Maria Cristina Palaia e Luca Palamara hanno messo un punto alla loro inchiesta sulla Gea World rinviando a giudizio per “associazione a delinquere finalizzata all’illecita concorrenza tramite minacce e violenza privata” Luciano Moggi, il figlio Alessandro, Davide Lippi (figlio dell’ex c.t. e allenatore della Juventus, Marcello Lippi) e ancora Franco Zavaglia, Francesco Ceravolo, Pasquale Gallo e Riccardo Calleri. Per la cronaca, restano aperti 3 filoni d’inchiesta che potrebbero portare, a breve, all’individuazione di nuovi indagati: A) la colpevole inerzia mostrata dalla Federazione nei confronti della piovra-Gea; B) gli arbitraggi di favore che direttori di gara compiacenti erano in grado di assicurare ai club “amici” di Moggi, e precisamente - oltre alla Juventus - Messina, Reggina, Siena, Crotone ed Avellino; C) gli accertamenti bancari sui pagamenti in nero ai giocatori sotto procura e sulle provvigioni corrisposte agli uomini-Gea.

 

 

 

Ricapitolando. Nelle 69 pagine dell’ordinanza dei giudici di Roma vengono riportate numerose intercettazioni e ampi stralci delle deposizioni rese, in regolari interrogatori, da diversi giocatori (Trezeguet, Fresi, Blasi, Chiellini, Amoroso, Nigmatullin, Zeytulaev, Boudianski, Baiocco, Gatti, Tedesco, Grabbi), allenatori (Capello e Zeman) o dirigenti (Baldini). Una lettura che permette anche a un bambino di capire che dall’8 ottobre del 2001, data di nascita della Gea World, i campionati di calcio si sono svolti nella più assoluta irregolarità: e anche se la cosa non accadrà mai, andrebbero invalidati.

 

 

 

Dalla deposizione di David Trezeguet: “Alessandro Moggi mi contattò all’inizio del 2002 affinchè valutassi l’opportunità di affidargli la mia procura sportiva. Lo conoscevo perché veniva alle partite e qualche volta agli allenamenti in quanto, in qualità di figlio del dg, aveva più facilità di accesso rispetto ad altri procuratori. Mi ha chiesto un primo incontro, che è avvenuto nella sede della Juventus: e questa circostanza mi stupì perché mi sembrava strano che si discutesse del rilascio di una procura nella sede della società nella quale lavorava il padre... Mi fu riferito che la Gea aveva possibilità contrattuali migliori rispetto agli altri perché erano figli di personaggi comunque influenti nel mondo del calcio...”.

 

Dalla deposizione di Manuele Blasi: “Nel luglio del 2004 la Juve decise di farmi rientrare alla base. Fu allora che parlai con il mio procuratore Antonelli al quale evidenziai le mie ambizioni di migliorare economicamente il contratto... Ricordo che Luciano Moggi mi chiamò rimproverandomi del fatto che aveva ricevuto una telefonata di Antonelli e mi disse testualmente: “Blasi, mi dà fastidio che mi fai chiamare dal tuo procuratore e per ora comunque non se ne fa nulla”. Blasi si presenta alla trattativa con gli uomini della Gea: “Venni accompagnato da Davide Lippi, da Alessandro Moggi e da Franco Zavaglia. In quell’occasione ricordo che Luciano Moggi mi fece i complimenti rallegrandosi per la felice conclusione del contratto. Ho avuto modo di parlarne anche con mio padre commentando che quando era procuratore Antonelli non ricevemmo una lira d’aumento mentre dopo qualche mese invece la situazione era cambiata a seguito del conferimento della procura a Davide Lippi e Alessandro Moggi”.

 

Dalla deposizione di Fabrizio Miccoli. “Nell’anno in cui ero al Perugia, quando ero già di proprietà della Juventus e prima di farvi ritorno, mi ha contattato telefonicamente l’allora calciatore Antonio Conte, anche lui assistito da Alessandro Moggi, che mi chiedeva di passare totalmente o per metà la procura ad Alessandro Moggi. Lo stesso Conte sottolineava l’importanza del fatto che nella Juventus era fondamentale, visti i rapporti di parentela tra Alessandro e Luciano Moggi, affidarsi al primo al fine di avere una maggiore tutela nella società. Presumo di avere pagato il rifiuto espresso a Conte sulla scelta del procuratore”.

 

Dalla deposizione di Franco Baldini (ex dirigente della Roma): “Tra gli episodi che mi sovvengono ricordo anche quello relativo al mancato acquisto da parte della Roma di Chiellini, dovuto al fatto che lo stesso mi comunicò improvvisamente, pur tra mille reticenze, che per lui era più conveniente, per le prospettive della sua carriera, trasferirsi alla Juventus. Il giocatore, rappresentato da Davide Lippi, figlio del c.t. della Nazionale, mi disse anche che così avrebbe avuto la possibilità di giocare in Nazionale. Un mese dopo in effetti venne convocato in Nazionale”.

 

Dalla deposizione di Fabio Capello (sic): “Già dall’anno 2002 si sapeva nel mondo del calcio che tanti giocatori erano gestiti dalla Gea... All’epoca allenavo la As Roma e ricordo che – come mi riferiva Baldini – non si riuscivano ad acquistare determinati calciatori perché facenti parte della scuderia Gea. Baldini mi diceva che quei giocatori non erano praticamente avvicinabili o che comunque avrebbero chiesto cifre troppo elevate per la società”. Per dare un’idea del senso morale che alberga in Capello, questa è l’intercettazione di una sua telefonata fatta a Moggi dopo il suo passaggio alla Juventus. (Capello, per chi non lo sapesse, ha un figlio avvocato). CAPELLO. Sto a casa. Volevo dirti solo una cosa: rapida rapida rapida. Ascolta. MOGGI. Dimmi. CAPELLO. Mi ha chiamato mio figlio da Milano, no? MOGGI. Uhm. CAPELLO. ... che gli hanno detto... sicuro, eh?... che l’Antitrust stan cercando i numeri di telefono di tutti i giocatori che hanno avuto a che fare con tuo figlio... e interrogarli. MOGGI. Co... con tutti i giocatori?... CAPELLO. ... che hanno avuto a che fare con tuo figlio. No? Con l’agenzia di tuo figlio... per interrogarli. MOGGI. Uh... eh... insomma... tanto non credo che... CAPELLO. No no, io... MOGGI. No no no! Alla grande, alla grande! CAPELLO. Va ben. MOGGI. Okay. Senti, io sono in sede... se tu ci hai qualche minuto libero...

 

 

 

Per maggiore chiarezza. Quando la Gea nasce, nell’autunno del 2001, Moggi è il direttore generale della Juventus, Lippi è l’allenatore della Juventus (e nel 2004 diventerà c.t. della nazionale), Alessandro Moggi e Davide Lippi sono i loro figli, Capello è l’allenatore della Roma fiera rivale della Juventus: ancora oggi tutti ricordano un suo spietato j’accuse nei confronti delle torbide manovre della Gea, accusata di essere un subdolo strumento di potere nelle mani di Moggi (quindi della Juve). Stando alle conclusioni cui sono giunti, nel loro rinvio a giudizio, i giudici romani – che hanno sollevato da ogni responsabilità Chiara Geronzi e Stefano De Mita, altri due rampolli famosi di casa-Gea - Luciano Moggi, il figlio Alessandro, Davide Lippi, Franco Zavaglia & company avrebbero creato la Gea al fine di “acquisire il maggior numero di procure sportive e, tramite esse, ottenere un potere contrattuale in grado di incidere in maniera determinante sul mercato calcistico per condizionare la gestione dei calciatori e di riflesso quella di svariate squadre del campionato di calcio” (i giudici fanno apertamente i nomi di Juventus, Siena, Messina, Reggina, Crotone e Avellino: club che negli ultimi anni hanno viaggiato a mille). Assoluto primattore, Luciano Moggi. Che secondo i giudici sfruttava il “potere e la forza di intimidazione derivatagli dai metodi usati nella sua ultratrentennale esperienza nel mondo del calcio e la capacità di sopraffazione che sempre più aveva acquisito sui giocatori, su taluni dirigenti delle società di calcio nonché sugli organi preposti al controllo dell’attività degli agenti dei calciatori e, quindi, anche nei confronti dell’attività svolta dalla stessa Gea”. Ebbene: se non è questo il più gigantesco illecito sportivo che si possa architettare nel pianeta-calcio, ditecene voi un altro.

 

 

 

Ripetiamo. Restano ancora aperti, ma saranno presto conclusi, altri 3 filoni d’inchiesta tra cui quello degli arbitraggi pilotati che Moggi e la Gea erano in grado di assicurare alle società amiche. E pensare che c’è ancora qualcuno che se la prende con l’avvocato Zaccone che alla Caf aveva chiesto per la Juve una “B con penalizzazione” e che nell’assemblea dei soci, poche settimane fa, parlò di carte impressionanti, di “almeno 4 illeciti conclamati” commessi da Moggi e del rischio (poi evitato) di una cancellazione della Juve dalla faccia del calcio. E pensare che c’è ancora qualcuno che pensa che il solo campionato falsato sia stato il campionato 2004-2005. Di grazia, in quale favola? Ormai l’hanno capito tutti. È dal giorno dell’avvento di Giraudo e Moggi sulle poltrone di amministratore delegato e direttore generale della Juventus che il calcio italiano ha smesso di essere una cosa seria: per capirci, dal 1994, qualcosa come 13 anni fa. Ora che i giudici romani hanno completato il loro lavoro, e che molti veli sono stati (o stanno per essere) sollevati, possiamo dirlo: dall’8 ottobre del 2001, data di nascita della Gea World, il calcio italiano è ufficialmente una Grande Patacca. Una ridicola commedia per poveri gonzi.

 

 

 

(per gentile concessione dell'autore, fonte: www.paoloziliani.it)

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te si tenuto largo

 

e Gaucci sempre latitante a Santo Domingo..........

967459[/snapback]

 

e li marchiciani in via aleardi (PG) :ph34r:

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