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misteri 3a puntata

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QUESTO SIGNORE DICE DI ESSERE STATO RAPITO PIù VOLTE DAGLI ALIENI, QUESTO E' IL RACCONTO DELLA PRIMA VOLTA, POI SE VI INTERESSA VI POSTO IL RESTO. UN CONSIGLIO, LEGGETEVELO PERCHE' PER QUANTO PUO' SEMBRARE UNA CAZZATA E' STRAORDINARIAMENTE INTRIGANTE

 

Erano le ore 23.30 di mercoledì 6 dicembre 1978 quando Fortunato Zanfretta, guardia giurata della Cooperativa Valbisagno, sposato e padre ventiseienne di due bambini, compiva il suo abituale giro di controllo delle tante villette (abitate solo in estate) site in località Marzano di Torriglia, paesino in provincia di Genova a circa ottocento metri d’altitudine. A bordo di una Fiat 126 munita di autoradio in costante collegamento con la centrale operativa, si dirigeva verso l’ultima villa che gli rimaneva da ispezionare: Villa “Casa Nostra„. A circa un centinaio di metri dall’abitazione aveva modo di scorgere nitidamente quattro luci bianche disposte a triangolo che si muovevano orizzontalmente avanti e indietro ad un metro da terra: pensando ad un’azione ladresca, tentava di chiamare la centrale per informarla di quanto stava verificandosi ma in quel momento esatto si accorgeva che la radio aveva smesso di funzionare, i fari della macchina si erano spenti e con essi le luci di illuminazione interna della vettura nonché quelle del cruscotto. Sorpreso ma non preoccupato, il guardiano decideva che avrebbe rimandato l’esame del guasto all’impianto elettrico dell’automobile in un secondo momento, dopo aver ispezionato la villa ed eventualmente affrontato i ladri. Impugnata la torcia, giungeva rapidamente al cancello d’ingresso dell’abitazione da dove poteva scorgere con maggiore chiarezza le quattro luci, ora a circa quindici metri di distanza: si muovevano ancora ma stranamente non si vedeva nessuno né si percepiva alcun rumore. Accortosi che cancello e porta d’ingresso erano spalancati, si convinceva definitivamente che stava perpetrandosi un grosso furto ed estraendo la pistola si preparava a sventare l’azione criminosa. Improvvisamente, tuttavia, le quattro luci gli passavano velocemente davanti, da sinistra verso destra, scomparendo in un attimo dietro lo spigolo nord della casa. Pensando coraggiosamente di sorprendere i ladri andando loro incontro, il metronotte si portava così verso lo spigolo sud, nell’intento di affrontarli faccia a faccia: mentre stava però per sbirciare oltre l’angolo per vedere con quanti uomini avrebbe avuto a che fare, una fortissima spinta alle spalle lo faceva rotolare sul prato. Supponendo di essere stato fregato a sua volta, cercava in fretta e furia di recuperare nel buio la torcia sfuggitagli di mano e, nuovamente impossessatesene, ne puntava il fascio di luce verso il misterioso aggressore. Ciò che tuttavia si parava di fronte al metronotte non aveva sembianze umane ma bensì un aspetto mostruoso, «da far accapponare la pelle», come avrebbe in seguito affermato lo stesso Zanfretta. Si trattava di un essere spaventoso, alto circa tre metri, con la pelle grigia come se fosse grasso o tuta molle, sormontato da una testa di circa 60 centimetri di larghezza con “spinoni” aguzzi posti lateralmente e due occhi gialli triangolari inclinati verso l’alto. Sorpreso, spaventato, terrorizzato da tale orribile visione nonché dallo sguardo inquisitore di quell’essere, il guardiano si precipitava di corsa verso il cancello e correndo all’impazzata in direzione dell’auto, percepiva un sibilo fortissimo, insopportabile, accompagnato da una grande ondata di calore. Voltandosi istintivamente, forse nella speranza di poter scorgere qualcosa che potesse spiegare l’irrealtà che stava vivendo, scorgeva un oggetto triangolare straordinariamente luminoso, accecante, che, compiendo un’indescrivibile accelerazione, guizzava in un lampo verso lo zenith. In preda a indicibile terrore e senza chiedersi come fosse possibile che in quel momento i circuiti elettrici della macchina avessero ripreso a funzionare regolarmente, urlava tutto il suo sgomento nel microfono collegato alla centrale di Genova: «…..non sono uomini, non sono uomini…..». Stremato, si accasciava al suolo accanto all’auto: erano le 00.16 di giovedì 7 dicembre. Sarebbe trascorsa quasi un’ora prima che Zanfretta ricevesse soccorso: i suoi colleghi lo avrebbero trovato in stato di choc, incapace di intendere e di volere, riverso sul prato a sud-est della villa, a circa 80 metri dalla sua auto, con il corpo ed i vestiti caldi malgrado il freddo pungente di quella notte. Il giorno successivo, i carabinieri avrebbero scoperto nel prato dove il metronotte era stato ritrovato, una larga traccia semicircolare di circa tre metri di diametro, dallo spessore di 15 centimetri. Inoltre, un’inchiesta condotta dalle forze dell’ordine stesse avrebbe permesso di accertare che ben 52 testimoni avevano osservato in quelle ore un enorme oggetto luminoso volteggiare sopra Torriglia. Sottoposto nei giorni seguenti a regressione ipnotica, l’uomo non si sarebbe limitato a confermare la sua avventura ma avrebbe altresì aggiunto di essere stato trascinato con la forza all’interno di un misterioso veicolo da quattro esseri mostruosi che lo avrebbero poi minuziosamente esaminato. Il fatto, come si può facilmente immaginare, avrebbe altresì destato un vero e proprio vespaio di polemiche presso l’opinione pubblica che non perse occasione per commentare con battutine mordaci la vicenda del metronotte e la sua sanità mentale. L’esperienza, contrariamente a quanto tutti pensavano e forse, speravano, si sarebbe ripetuta di lì a poco.

 

 

SE VOLETE IL RESTO DITEMELO

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spole'....già avevo postato la 4 de puntata si armasto indietro na settimana....

1041461[/snapback]

qual'è la quarta?

1041463[/snapback]

guarda nei giorni precedenti.... :P

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qual'è la quarta?

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guarda nei giorni precedenti.... :P

1041464[/snapback]

 

e daje e posta!

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A bordo di una Fiat 127 diretta nuovamente a Torriglia per il consueto giro d’ispezione, la notte di mercoledì 27 dicembre alle ore 23.46 Zanfretta inviò alla centrale operativa il seguente messaggio di soccorso: «…sono avvolto da una fitta nebbia e non vedo più nulla….la macchina va da sola e acquista velocità, non so cosa fare» seguito esattamente quattro minuti dopo dalle parole, pronunciate questa volta con voce quasi obbediente, «…la macchina si è fermata…vedo una gran luce…ora esco». L’automobile veniva ritrovata dalla spedizione di soccorso sul ciglio di una scarpata (ad un buon numero di chilometri da dove fu inviata la richiesta d’aiuto), con il tetto che scottava e l’abitacolo insopportabilmente caldo malgrado la temperatura intorno allo zero e la pioggia battente. Come poteva aver percorso quel tratto di strada così ampio (tra l’altro dannatamente impervio), senza illuminazione e con pioggia e nebbia, in appena quattro minuti? (la domanda permane ancora oggi, a meno di non prendere per buona l’apparentemente ridicola ipotesi che il mezzo sia stato sollevato dall’alto: la Valbisagno a tal scopo avrebbe in seguito fatto collocare tra la carrozzeria e gli assi dei mozzi-ruota alcuni cavetti d’acciaio a rottura prefissata che si sarebbero appunto danneggiati nel caso che le ruote fossero state sollevate da terra; dopo uno dei tanti “incontri„ , i cavetti furono ritrovati tutti spezzati). Zanfretta veniva invece individuato tra i cespugli, disperato e tremante al punto da dover essere inseguito, bloccato e schiaffeggiato per tornare in sé: «mi vogliono portare via….che ne sarà dei miei bambini?...non voglio…non voglio». Gli abiti erano asciutti e la testa caldissima. Intorno all’auto venivano scoperte orme di grandezza spropositata (lunghe 50 centimetri e larghe 20), nonché un’ampia area a semicerchio di circa tre metri di diametro al cui interno la vegetazione era stata completamente sradicata. Mentre i soccorritori, seguiti per un certo tratto da una misteriosa luce rossa, portavano via il metronotte con le loro auto, i motori e le luci delle stesse si spegnevano inspiegabilmente. Zanfretta nei giorni seguenti sarebbe stato sottoposto ad una nuova seduta di ipnosi regressiva e per fugare ogni dubbio si sarebbe pure prestato alla somministrazione di pentotal, il cosiddetto siero della verità, presso il Centro Internazionale di Ipnosi Medica e Psicologica di Milano. I risultati non avrebbero fatto altro che confermare ciò che una persona seria, razionale, non può, non vuole credere: il soggetto sarebbe stato suo malgrado a contatto con esseri di altri mondi che se ne servivano come di una cavia da laboratorio per i propri intenti. Da ultimo, una visita neuropsichiatrica presso il vice primario neurologo dell’Ospedale San Martino di Genova ne avrebbe accertato le perfette condizioni psichiche e l’idoneità al lavoro in modo incondizionato. Il mistero era destinato a continuare.

 

 

 

Dopo i fatti sopra riportati, Zanfretta venne assegnato ad altra zona: invece di lasciarlo sulle isolate alture dell’entroterra, la direzione lo spostò in città, nel levante cittadino, fornendogli una “Vespa„ per i propri giri d’ispezione. Tuttavia la notte del 30 luglio 1979, sarebbe nuovamente scattato l’allarme. Qualche minuto dopo mezzanotte, mentre stava dirigendosi verso una villa presso la quale avrebbe dovuto controllare gli orologi di servizio, il metronotte veniva sollevato (secondo i successivi apporti di una nuova regressione ipnotica) da una misteriosa luce verde verso un soprastante oggetto volante. I colleghi avrebbero ritrovato il motorscooter sulla sommità del Monte Fasce (cima che sovrasta i quartieri a levante di Genova, molto distante dal punto del “prelevamento„) ed il Zanfretta quasi due chilometri più in là che correva nell’oscurità più completa. Come poteva essere riuscito a raggiungere quel luogo, considerato che l’unica e strettissima via lì conducente (Via Apparizione) era controllata da un guardiano notturno messosi con l’automobile di traverso per bloccargli la “Vespa„ se l’avesse vista passare? E come poteva il motore dello scooter risultare freddo al tatto nonostante la salita particolarmente ripida e si fosse per giunta in piena estate?

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TUTTO QUI?

basta leggere il forum della ternana e si vedono cose molto molto + I-N-C-R-E-B-I-L-I!

 

Dayo che non gioca

JIMENEZ E KARJHIA (che l'anno prima giocavano in serie A!) venduti a zero

Uno dei migliori della squadra (Candreva) messo al bando

etc

etc

etc

etc

etc

etc

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