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Polemica sul sexy-spot firmato Ue

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Ci danno dentro appassionatamente, in ogni luogo e posizione. Si accoppiano in casa e fanno tremare le bottiglie, se la godono con vigore nei bagni pubblici e tutti, alla fine, raggiungono gli orgasmi ululanti delle grandi occasioni. La cinepresa li racconta con mestiere e nessuno avrebbe avuto troppo da ridire se tutto questo sesso d’autore, perché di ciò si tratta, non fosse concentrato nei 44 secondi di uno spot firmato dalla Commissione Ue per promuovere il cinema europeo. Invece si sono infuriati in molti, a partire dall’eurodeputato ultraconservatore polacco Maciej Giertych, quello sotto inchiesta per scritti razzisti, il più lesto a scatenare la polemica e a condannare «l’ennesimo scandalo di un’Europa immorale».

 

Il video si intitola Film lovers will love this: gli appassionati (o gli amanti) del cinema lo ameranno. Sebbene circondato da filmati istituzionali sul funzionamento dell’Ufficio Antifrode e sulla liberalizzazione del mercato elettrico ha rapidamente conquistato il cuore del pubblico online di Eu Tube, il canale di comunicazione audiovisiva aperto da Bruxelles sul popolarissimo YouTube. Il cortometraggio riunisce spezzoni di 18 pellicole prodotte in Europa, opere dirette da pezzi grossi come lo spagnolo Almodóvar, il danese Von Trier e il francese Jeunet. In preda a chissà quale raptus, a Bruxelles hanno scelto le scene a luci rosse più roventi, anche omosessuali, per dare contenuto a uno slogan che lascia poco spazio all'immaginazione, Let’s come together: veniamo insieme.

 

L’idea guida è nella seconda parte del messaggio. «Milioni di appassionati (o amanti) del cinema apprezzano i film europei ogni anno; l'Europa sostiene i film europei». Segue il logo di Media, il programma di finanziamenti per il cinema. Peccato che la sensazione sia di trovarsi in presenza di artisti ossessionati dalla fornicazione. Il portavoce di Margot Wallstrom, responsabile Ue per la Comunicazione, ribatte che «non si tratta di pornografia». Aggiunge Viviane Reding, commissario per i mezzi di informazione, che «il vero scandalo è la polemica su un lavoro che al Film Festival di Berlino ha avuto un’ottima accoglienza». I nostri filmati, sottolinea, «rispecchiano i valori su cui si costruisce l’Europa multiculturale: la gioia, la tristezza, l’amore e la diversità sono i sentimenti che esprimono l’identità più forte e apprezzata del nostro cinema. Assurdo mettere tutto in discussione».

 

Serve a poco l’abbinamento ad altri due spot pro-cinema di tenore più elevato - uno sul romanticismo e l’altro sulla solitudine. Il problema è che il prodotto, in quanto istituzionale, porge il fianco di Bruxelles agli euroscettici. Per i conservatori polacchi è un invito a nozze e i tabloid inglesi non sono da meno. Godfrey Bloom, eurodeputato di «Uk Independence», ha gioco facile nell’attaccare: «Il video è del tutto appropriato - ironizzao -. Sono trent’anni che l’Unione europea fotte la Gran Bretagna». Dispiaciuto, invece, il tono di Antonio Tajani, leader di Forza Italia a Strasburgo: «E’ di cattivo gusto, superficiale e riduttivo per l’Europa dei grandi valori in cui crediamo». Bruxelles sembra un po’ come Paris Hilton, costretta a cavalcare una celebrità involontaria causata dal porno on line. Col rischio, drammatico, di far passare tutto il resto in secondo piano.

 

il video qui[/cite]

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