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LuFranco

MATERAZZI...uomo..

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Credo che alla fine mi comprerò il libro, perchè dopo aver letto questo articolo, ho capito che lì dentro ci troverò storie di vita vissuta, storie di campetti di periferia vera e storie di assoluta tristezza. Tra le altre cose anche dei retroscena simpatici (e non) su alcuni calciatori di serie A

Storie di un uomo che ha sofferto veramente parecchio e che però ha tirato da sempre fuori le palle ed è arrivato ad essere campione del mondo contro molti.

Materazzi è uno stronzo, un cattivo, un picchiatore.....

Materazzi è un grande calciatore, un uomo con 2 palle enormi.

 

Ecco l'articolo da leggere tutto d'un fiato:

Articolo Corriere

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Io al posto suo avrei evitato di scrivere un libro, mi sa troppo forzata stà cosa, anche se, sinceramente, mi piacerebbe comunque dargli una letta..

Anche perchè m'incuriosisce un po' la figura da coniglio di Costacurta :lol::lol: aoh, questa non ce la sapevo :lol::lol:

A prescindere dalla sua vita fuori dal campo e di tutte le altre cazzate che girano intorno devo dire che a dispetto di quanto dicevo diversi anni fa, Materazzi, adesso, fa veramente la differenza dentro il campo.

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La volta più bella fu a Rosarno. Loro per salvarsi dovevano vincere. Avevano cancellato il dischetto del rigore regolare e ne avevano fatto un altro a sei metri e non a undici dalla porta. Lo dissi all’arbitro. E lui: “Se non fate riserva scritta, non posso farci niente”. Allora cancellai col piede il dischetto fasullo, così che in caso di rigore l’arbitro avrebbe dovuto contare per forza i passi per segnare la distanza giusta. Mi capitò di tirare da fuori area. Sfiorai il palo. Scevola, il loro stopper, me lo ricordo ancora come si chiamava, mi affrontò. Gli dissi: “Stai tranquillo che non faccio mai gol io”. Manco a farlo apposta mi ricapita di tirare da lontano, mi viene fuori un tiro bomba. Miracolo del portiere. Scevola mi prese qui al fianco, ebbi il livido per sei settimane. Chiamai l’arbitro: “Guardi”. E lui: “Gioca, gioca”. Appena l’arbitro si girò, lo stopper mi sputò. L’arbitro lo sentì. Tutt’e due espulsi. Corsi verso gli spogliatoi e sentii un compagno che mi urlava: “Attento!”. Come entrai, Scevola mi diede un calcio da karatè. Feci la doccia con la scorta dei carabinieri, arrivati nel frattempo. Meno male, se no mi ammazzava». Come finì la partita? «Perdemmo. E, usciti dallo stadio, ci rubarono le borse, ci ruppero il pullman... Fu un’esperienza bella, molto significativa, ci aiutò a crescere».

Modificato da Ponpon Dog

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La volta più bella fu a Rosarno. Loro per salvarsi dovevano vincere. Avevano cancellato il dischetto del rigore regolare e ne avevano fatto un altro a sei metri e non a undici dalla porta. Lo dissi all’arbitro. E lui: “Se non fate riserva scritta, non posso farci niente”. Allora cancellai col piede il dischetto fasullo, così che in caso di rigore l’arbitro avrebbe dovuto contare per forza i passi per segnare la distanza giusta. Mi capitò di tirare da fuori area. Sfiorai il palo. Scevola, il loro stopper, me lo ricordo ancora come si chiamava, mi affrontò. Gli dissi: “Stai tranquillo che non faccio mai gol io”. Manco a farlo apposta mi ricapita di tirare da lontano, mi viene fuori un tiro bomba. Miracolo del portiere. Scevola mi prese qui al fianco, ebbi il livido per sei settimane. Chiamai l’arbitro: “Guardi”. E lui: “Gioca, gioca”. Appena l’arbitro si girò, lo stopper mi sputò. L’arbitro lo sentì. Tutt’e due espulsi. Corsi verso gli spogliatoi e sentii un compagno che mi urlava: “Attento!”. Come entrai, Scevola mi diede un calcio da karatè. Feci la doccia con la scorta dei carabinieri, arrivati nel frattempo. Meno male, se no mi ammazzava». Come finì la partita? «Perdemmo. E, usciti dallo stadio, ci rubarono le borse, ci ruppero il pullman... Fu un’esperienza bella, molto significativa, ci aiutò a crescere».

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hai capito proprio quello che voleva dire..

Ottimo!

Freud t'allaccia una scarpa :lol::lol:

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La volta più bella fu a Rosarno. Loro per salvarsi dovevano vincere. Avevano cancellato il dischetto del rigore regolare e ne avevano fatto un altro a sei metri e non a undici dalla porta. Lo dissi all’arbitro. E lui: “Se non fate riserva scritta, non posso farci niente”. Allora cancellai col piede il dischetto fasullo, così che in caso di rigore l’arbitro avrebbe dovuto contare per forza i passi per segnare la distanza giusta. Mi capitò di tirare da fuori area. Sfiorai il palo. Scevola, il loro stopper, me lo ricordo ancora come si chiamava, mi affrontò. Gli dissi: “Stai tranquillo che non faccio mai gol io”. Manco a farlo apposta mi ricapita di tirare da lontano, mi viene fuori un tiro bomba. Miracolo del portiere. Scevola mi prese qui al fianco, ebbi il livido per sei settimane. Chiamai l’arbitro: “Guardi”. E lui: “Gioca, gioca”. Appena l’arbitro si girò, lo stopper mi sputò. L’arbitro lo sentì. Tutt’e due espulsi. Corsi verso gli spogliatoi e sentii un compagno che mi urlava: “Attento!”. Come entrai, Scevola mi diede un calcio da karatè. Feci la doccia con la scorta dei carabinieri, arrivati nel frattempo. Meno male, se no mi ammazzava». Come finì la partita? «Perdemmo. E, usciti dallo stadio, ci rubarono le borse, ci ruppero il pullman... Fu un’esperienza bella, molto significativa, ci aiutò a crescere».

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hai capito proprio quello che voleva dire..

Ottimo!

Freud t'allaccia una scarpa :lol::lol:

1162709[/snapback]

 

Si si, infatti si è visto come è "cresciuto".

Il labbro de Cirillo te allaccia li mocassini.

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