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BuFERA

i lavori che gli italiani non vogliono fare piú

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Tre euro e mezzo all'ora, happy hour

 

Happy hour. Così lo chiamano. Eppure per qualcuno, il momento dell'aperitivo, di felice non ha proprio nulla. Ore 18. Siamo a Roma, in uno dei tanti bar a pochi metri da San Pietro. Decine di bicchieri fanno avanti e dietro sui vassoi, dallo stereo sale l'ultimo motivetto di Irene Grandi, sui tavolini si ammassano calici vuoti, sandwich smezzati, rovine di sigarette e tovaglioli. Qui un aperitivo costa cinque euro, una coppa di gelato quattro e cinquanta, un cameriere tre euro e mezzo all'ora. Niente tasse, niente contributi.

Tutto è iniziato una decina di giorni fa. Sulle pagine di Porta Portese trovo quest'annuncio: «Cameriera di bella presenza per servizio ai tavoli per bar tavola calda zona Roma centro». Telefono al numero indicato e poche ore dopo mi presento in viale Giulio Cesare. Ho 30 anni, dico, sono laureata, giornalista e ho bisogno di un lavoretto part time. Il titolare chiarisce le condizioni: la prima settimana è di prova e sarà regolarmente retribuita, la paga ammonta a duecento euro. Vengo ricontattata quarantott'ore dopo. I cinque giorni di training , mi viene detto, saranno per forza di cose full time, dalle 14 alle 10.30. Accetto.

Inizio così le mie otto ore e mezza di apprendistato al mestiere di cameriere. Subito mi vengono spiegate le regole d'oro di questo locale che è anche gelateria, pasticceria, gastronomia, cocktail e wine bar. Primo: è un posto molto raffinato, quindi non lesinare sorrisi e gentilezze. Secondo: l'happy hour è il momento clou della giornata per cui dalle 18 alle 21 è vietato sedersi. Terzo: i clienti sono piuttosto chic e in buona parte abituali per cui è bene coccolarli imparando i loro gusti in fatto di zucchero e di schiuma sul caffè. E in effetti è un susseguirsi di avvocati, dottori e cravatte d'ogni tipo, salutati a gran voce e accolti come il figliol prodigo. Tra questi habitué, qualcuno, cellulare alla mano, mi chiede di chiamargli un taxi o di accendergli la sigaretta.

Nel frattempo, un giovane filippino, blindato dentro la cucina, inforna pizzette e stuzzichini. La temperatura è sopra i 40° e lui gronda sudore. «Lavoro qui dall'alba», mi racconta. In tre giorni non l'ho mai visto uscire dal laboratorio e mai andare via prima delle sei del pomeriggio. Jimmy non è il solo a fare la sauna accanto ai forni. Con lui un connazionale lava quantità incalcolabili di piatti e posate.

Io faccio la spola, con il vassoio in mano, tra i tavoli all'interno e quelli nel gazebo esterno. Non ho diritto a pause o esitazioni. Non appena provo a fermarmi, mi viene chiesto di pulire i vetri, spazzare la sala, svuotare i posacenere. La moglie del proprietario mi grida di «sfregare con forza i vassoi, così sono indecenti» o «pulire bene ogni angolo di pavimento» perché «la scorsa notte sono venuta a controllare». Arriva a minacciare una delle bariste di «fare un macello se trova la vetrina dei dolci ancora così sporca». Mi consolo dicendo che il lavoro è duro ma che alla fine del quinto giorno intascherò i miei duecento euro. Dopo le pulizie del terzo giorno, vengo convocata dal proprietario che, sorridendo, mi avverte che la prova può finire lì. Da domani il training tocca a un'altra ragazza. Mi allunga novanta euro e mi liquida con un «per sette giorni sono duecentodieci euro, quindi per tre la paga è di novanta». Invano provo a dire che la settimana lavorativa è di cinque giorni e che quindi di euro me ne spettano centoventi. Per lui ho solo capito male. Mi faccio due conti: ho sgobbato per tre euro e mezzo all'ora. Mai lo Statuto dei Lavoratori mi è sembrato così lontano.

 

ci sono "lavori che gli italiani non vogliono fare piú", ma mica è sempre vero... e comunque non per molto

 

 

 

 

da ilmanifesto.it

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Il problema, se vuoi è ancora un altro. Mancano le motivazioni, siamo diventati un popolo di delusi che si piange addosso mentre popoli di altre nazioni, venuti da noi con le pezze al culo, tanta fame e voglia di cambiare la loro situazione, hanno (appunto) molta più birra e motivazioni e sono disposti ad accettare anche lavori umili pur di campare.

Io capisco anche chi oggi ha 25 anni e brancola nel buio. Noi nati negli anni sessanta abbiamo avuto la fortuna di un minimo di scelta quando ci siamo affacciati sul mondo del lavoro. Ma loro davvero di scelta ne hanno poca. Tutti coloro che affrontano dopo l'università la "professione" (mi riferisco ad avvocati, commercialisti, medici, ingegneri) si ritrovano a 35/40 anni con uno stipendio da commessa o operaio non specializzato. Gli stessi operai vivono senza grandi possibilità di crescita ma, anzi, con l'incubo che a causa della legislazione sul lavoro che premia l'assunzione di giovani alle prime armi (esenzione dei contributi) vengano sostituiti da questi ultimi (che saranno sfruttati per qualche anno per poi essere a loro volta sostituiti da altri contratti di formazione lavoro...). Inoltre anche l'operaio specializzato non si sente valorizzato e nonostante le capacità acquisite in anni di lavoro rischia di ritrovarsi sopra un manager che se ne frega della difficoltà e dei tempi necessari a crescere un altro operaio con quelle conoscenze e preferisce far vedere all'azienda che ha risparmiato sui costi... Me sembra sinceramente un gran casino...

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Tre euro e mezzo all'ora, happy hour

 

Happy hour. Così lo chiamano. Eppure per qualcuno, il momento dell'aperitivo, di felice non ha proprio nulla. .......

Per lui ho solo capito male. Mi faccio due conti: ho sgobbato per tre euro e mezzo all'ora. Mai lo Statuto dei Lavoratori mi è sembrato così lontano.

 

ci sono "lavori che gli italiani non vogliono fare piú", ma mica è sempre vero... e comunque non per molto

 

da ilmanifesto.it

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Bufè, tante sono le ingiustizie perpetrate ai danni dei lavoratori, ma questa tutto mi sembra tranne che una ingiustizia.

La tipa (senza esperienza di cameriera) va per una settimana di prova e la pagano. Deve lavorare 8 ore e mezza.

Ci sono posti dove devi fare 2 mesi non retribuiti.

Ci sono giornali dove gli apprendisti pagano gli editori per 18 mesi per prendere il patentino.

Ci sono ditte che pagano in nero muratori da anni.

Ci sono aziende che ti fanno lavorare anche 14 ore al giorno.

 

A questa j'è andata di lusso. Ci sono centinaia (purtroppo) di storie VERE di sfruttamento. Questa mi sembra la solita fregnona snob che pensava che siccome è laureata allora l'avrebbero messa a fare la direttrice di sala dopo 4 giorni.

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Il problema è la tanta gente che prende lauree triennali completamente inutili e poi pretende il posto fisso ben retribuito perchè è laureata...il nostro paese per accontentare tutti finisce a mettere vagonate di giovani con improbabili contratti a progetto da due lire nelle amministrazioni pubbliche, o in progetti di ricerca europei e cavolate del genere...così lavoriamo tutti a 500 euro al mese, sia chi ha una sua certa professionalità, sia chi ha fatto il dams (non me ne voglia chi lo fa) e di pratico non sa fare nulla...come si fa a risalire così...e poi c'è tanta gente che disprezza chi fa lavori più umili, brutto a dirsi ma è vero...quello fa il muratore, fa l'operaio, non ci esco insieme, e cose del genere sentite con i miei orecchi.

In un paese normale c'è bisogno di dieci muratori, un ingegnere, un architetto e un geometra, non dieci tecnici e un muratore, c'è bisogno di dieci operai ed un manager d'azienda, non dieci manager e un operaio...e così via.

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Il problema è la tanta gente che prende lauree triennali completamente inutili e poi pretende il posto fisso ben retribuito perchè è laureata...il nostro paese per accontentare tutti finisce a mettere vagonate di giovani con improbabili contratti a progetto da due lire nelle amministrazioni pubbliche, o in progetti di ricerca europei e cavolate del genere...così lavoriamo tutti a 500 euro al mese, sia chi ha una sua certa professionalità, sia chi ha fatto il dams (non me ne voglia chi lo fa) e di pratico non sa fare nulla...come si fa a risalire così...e poi c'è tanta gente che disprezza chi fa lavori più umili, brutto a dirsi ma è vero...quello fa il muratore, fa l'operaio, non ci esco insieme, e cose del genere sentite con i miei orecchi.

In un paese normale c'è bisogno di dieci muratori, un ingegnere, un architetto e un geometra, non dieci tecnici e un muratore, c'è bisogno di dieci operai ed un manager d'azienda, non dieci manager e un operaio...e così via.

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Tempo fa ero a cena con degli amici, al tavolo c'era un mobiliere della provincia di Como, con la moglie. Mi diceva che aveva perso l'ebanista (si era ritirato per via dell'età). Sono rimasto sconcertato da quanto guadagna un ebanista bravo e con esperienza (parliamo di cifre vicino ai 2000 euro..... A SETTIMANA!) e dal fatto che gli unici che vogliono fare gli ebanisti sono slavi e rumeni, ma, lamentava lui, non hanno la precisione e la sensibilità degli italiani.

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allora..perfino nel trattato di Lisbona si dice che vanno previlegiate le professioni "tecniche" , e che l'istruzione umanistica non risponde alle esigenze del mercato

 

rimane il fatto che ognuno ha diritto di seguire il percorso di un miglioramento delle sue condizioni lavorative. Facile dire "ma certi lavori li fanno solo gli immigrati" ....ma voi , potendo avere un'alternativa possibile, il lavapiatti lo fareste a cuor leggero?

 

con tutto il rispetto per l'amico Arthur Fonzarelli ...mica tutti se la sentono di fare i becchini...

 

è vero che in tempi di crisi ci si adatta (e io lo so per esperienza personale...ho cambiato alemno 13 lavori in vita mia) ma non si può tarpare l'aspirazione a raggiungere traguardi più ambiziosi

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allora..perfino nel trattato di Lisbona si dice che vanno previlegiate le professioni "tecniche" , e che l'istruzione umanistica non risponde alle esigenze del mercato

 

rimane il fatto che ognuno ha diritto di seguire il percorso di un miglioramento delle sue condizioni lavorative. Facile dire "ma certi lavori li fanno solo gli immigrati" ....ma voi , potendo avere un'alternativa possibile, il lavapiatti lo fareste a cuor leggero?

 

con tutto il rispetto per l'amico Arthur Fonzarelli ...mica tutti se la sentono di fare i becchini...

 

è vero che in tempi di crisi ci si adatta (e io lo so per esperienza personale...ho cambiato alemno 13 lavori in vita mia) ma non si può tarpare l'aspirazione a raggiungere traguardi più ambiziosi

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Se potessi tornare indietro, farei l'elettricista (E non sto scherzando)

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rimane il fatto che ognuno ha diritto di seguire il percorso di un miglioramento delle sue condizioni lavorative. Facile dire "ma certi lavori li fanno solo gli immigrati" ....ma voi , potendo avere un'alternativa possibile, il lavapiatti lo fareste a cuor leggero?

 

con tutto il rispetto per l'amico Arthur Fonzarelli ...mica tutti se la sentono di fare i becchini...

 

è vero che in tempi di crisi ci si adatta (e io lo so per esperienza personale...ho cambiato alemno 13 lavori in vita mia) ma non si può tarpare l'aspirazione a raggiungere traguardi più ambiziosi

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Se potessi tornare indietro, farei l'elettricista (E non sto scherzando)

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Sottoscrivo e non scherzo nemmeno io!

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allora..perfino nel trattato di Lisbona si dice che vanno previlegiate le professioni "tecniche" , e che l'istruzione umanistica non risponde alle esigenze del mercato

 

rimane il fatto che ognuno ha diritto di seguire il percorso di un miglioramento delle sue condizioni lavorative. Facile dire "ma certi lavori li fanno solo gli immigrati" ....ma voi , potendo avere un'alternativa possibile, il lavapiatti lo fareste a cuor leggero?

 

con tutto il rispetto per l'amico Arthur Fonzarelli ...mica tutti se la sentono di fare i becchini...

 

è vero che in tempi di crisi ci si adatta (e io lo so per esperienza personale...ho cambiato alemno 13 lavori in vita mia) ma non si può tarpare l'aspirazione a raggiungere traguardi più ambiziosi

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Se potessi tornare indietro, farei l'elettricista (E non sto scherzando)

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Io l'idraulico...e comunque se è vero che non si possono tarpare le aspirazioni è pure vero che non è che solo perchè hai preso una qualunque laurea triennale bisogna darti per forza un posto pubblico inutile perchè tu dopo che hai preso il pezzo di carta non ti adatti a fare altro.

Se la tua laurea non serve non serve, e per limitare questo fenomeno basterebbe essere più severi già dalla scuola, bocciando di più e non mandando all'università chi ha sempre preso 4...

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allora..perfino nel trattato di Lisbona si dice che vanno previlegiate le professioni "tecniche" , e che l'istruzione umanistica non risponde alle esigenze del mercato

 

rimane il fatto che ognuno ha diritto di seguire il percorso di un miglioramento delle sue condizioni lavorative. Facile dire "ma certi lavori li fanno solo gli immigrati" ....ma voi , potendo avere un'alternativa possibile, il lavapiatti lo fareste a cuor leggero?

 

con tutto il rispetto per l'amico Arthur Fonzarelli ...mica tutti se la sentono di fare i becchini...

 

è vero che in tempi di crisi ci si adatta (e io lo so per esperienza personale...ho cambiato alemno 13 lavori in vita mia) ma non si può tarpare l'aspirazione a raggiungere traguardi più ambiziosi

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Se potessi tornare indietro, farei l'elettricista (E non sto scherzando)

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Io l'idraulico...e comunque se è vero che non si possono tarpare le aspirazioni è pure vero che non è che solo perchè hai preso una qualunque laurea triennale bisogna darti per forza un posto pubblico inutile perchè tu dopo che hai preso il pezzo di carta non ti adatti a fare altro.

Se la tua laurea non serve non serve, e per limitare questo fenomeno basterebbe essere più severi già dalla scuola, bocciando di più e non mandando all'università chi ha sempre preso 4...

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Secondo me il problema sta tutto qui.

Col tempo nell'istruzione universitaria abbiamo assistito a una diversificazione dei corsi di studio che a volte rasenta il ridicolo, col risultato che vengono formate delle figure tutt'altro che professionali, e non solo, ma abbiamo anche dei laureati in discipline che sono prerogativa tutta italiana e che non esistono al di fuori di qua.

Se avete la pazienza di farvi un giro per i siti delle varie università italiane, troverete delle "proposte di studio" (così come vengono chiamate) abbastanza singolari. Tutto questo si risolve poi con il fatto che i fondi a disposizione dell'università pubblica non vengono aumentati, ma spalmati su un numero sempre maggiore di facoltà e corsi, col risultato che altre cose, certamente più utili, vengono tolte di mezzo, come, per fare un esempio che mi coinvolge in prima persona, la scuola di specializzazione in farmacia ospedaliera dell'università di Perugia, che mi sarebbe piaciuto fare, ma che per mancanza di fondi è stata sospesa a tempo indeterminato.

In ogni caso le varie facoltà di "scienza delle merendine" andrebbero cassate in blocco.

E se fossi stato più deciso nell'impormi a mio padre, a quest'ora sarei un fabbro, come lo è stato lui per tutta la vita.

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allora..perfino nel trattato di Lisbona si dice che vanno previlegiate le professioni "tecniche" , e che l'istruzione umanistica non risponde alle esigenze del mercato

 

rimane il fatto che ognuno ha diritto di seguire il percorso di un miglioramento delle sue condizioni lavorative. Facile dire "ma certi lavori li fanno solo gli immigrati" ....ma voi , potendo avere un'alternativa possibile, il lavapiatti lo fareste a cuor leggero?

 

con tutto il rispetto per l'amico Arthur Fonzarelli ...mica tutti se la sentono di fare i becchini...

 

è vero che in tempi di crisi ci si adatta (e io lo so per esperienza personale...ho cambiato alemno 13 lavori in vita mia) ma non si può tarpare l'aspirazione a raggiungere traguardi più ambiziosi

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Se potessi tornare indietro, farei l'elettricista (E non sto scherzando)

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Io l'idraulico...e comunque se è vero che non si possono tarpare le aspirazioni è pure vero che non è che solo perchè hai preso una qualunque laurea triennale bisogna darti per forza un posto pubblico inutile perchè tu dopo che hai preso il pezzo di carta non ti adatti a fare altro.

Se la tua laurea non serve non serve, e per limitare questo fenomeno basterebbe essere più severi già dalla scuola, bocciando di più e non mandando all'università chi ha sempre preso 4...

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Secondo me il problema sta tutto qui.

Col tempo nell'istruzione universitaria abbiamo assistito a una diversificazione dei corsi di studio che a volte rasenta il ridicolo, col risultato che vengono formate delle figure tutt'altro che professionali, e non solo, ma abbiamo anche dei laureati in discipline che sono prerogativa tutta italiana e che non esistono al di fuori di qua.

Se avete la pazienza di farvi un giro per i siti delle varie università italiane, troverete delle "proposte di studio" (così come vengono chiamate) abbastanza singolari. Tutto questo si risolve poi con il fatto che i fondi a disposizione dell'università pubblica non vengono aumentati, ma spalmati su un numero sempre maggiore di facoltà e corsi, col risultato che altre cose, certamente più utili, vengono tolte di mezzo, come, per fare un esempio che mi coinvolge in prima persona, la scuola di specializzazione in farmacia ospedaliera dell'università di Perugia, che mi sarebbe piaciuto fare, ma che per mancanza di fondi è stata sospesa a tempo indeterminato.

In ogni caso le varie facoltà di "scienza delle merendine" andrebbero cassate in blocco.

E se fossi stato più deciso nell'impormi a mio padre, a quest'ora sarei un fabbro, come lo è stato lui per tutta la vita.

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mi risulta però che certi clienti li pigli a martellate

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rimane il fatto che ognuno ha diritto di seguire il percorso di un miglioramento delle sue condizioni lavorative. Facile dire "ma certi lavori li fanno solo gli immigrati" ....ma voi , potendo avere un'alternativa possibile, il lavapiatti lo fareste a cuor leggero?

 

con tutto il rispetto per l'amico Arthur Fonzarelli ...mica tutti se la sentono di fare i becchini...

 

è vero che in tempi di crisi ci si adatta (e io lo so per esperienza personale...ho cambiato alemno 13 lavori in vita mia) ma non si può tarpare l'aspirazione a raggiungere traguardi più ambiziosi

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Se potessi tornare indietro, farei l'elettricista (E non sto scherzando)

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Io l'idraulico...e comunque se è vero che non si possono tarpare le aspirazioni è pure vero che non è che solo perchè hai preso una qualunque laurea triennale bisogna darti per forza un posto pubblico inutile perchè tu dopo che hai preso il pezzo di carta non ti adatti a fare altro.

Se la tua laurea non serve non serve, e per limitare questo fenomeno basterebbe essere più severi già dalla scuola, bocciando di più e non mandando all'università chi ha sempre preso 4...

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Secondo me il problema sta tutto qui.

Col tempo nell'istruzione universitaria abbiamo assistito a una diversificazione dei corsi di studio che a volte rasenta il ridicolo, col risultato che vengono formate delle figure tutt'altro che professionali, e non solo, ma abbiamo anche dei laureati in discipline che sono prerogativa tutta italiana e che non esistono al di fuori di qua.

Se avete la pazienza di farvi un giro per i siti delle varie università italiane, troverete delle "proposte di studio" (così come vengono chiamate) abbastanza singolari. Tutto questo si risolve poi con il fatto che i fondi a disposizione dell'università pubblica non vengono aumentati, ma spalmati su un numero sempre maggiore di facoltà e corsi, col risultato che altre cose, certamente più utili, vengono tolte di mezzo, come, per fare un esempio che mi coinvolge in prima persona, la scuola di specializzazione in farmacia ospedaliera dell'università di Perugia, che mi sarebbe piaciuto fare, ma che per mancanza di fondi è stata sospesa a tempo indeterminato.

In ogni caso le varie facoltà di "scienza delle merendine" andrebbero cassate in blocco.

E se fossi stato più deciso nell'impormi a mio padre, a quest'ora sarei un fabbro, come lo è stato lui per tutta la vita.

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mi risulta però che certi clienti li pigli a martellate

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E' il DNA del fabbro che è in me :lol:

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allora c'ha azzeccato Cesenti.....quello è un mestiere che non passa mai di moda  :D

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solo che un conto so le leggende e un conto è la realtà di oggi

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allora..perfino nel trattato di Lisbona si dice che vanno previlegiate le professioni "tecniche" , e che l'istruzione umanistica non risponde alle esigenze del mercato

 

rimane il fatto che ognuno ha diritto di seguire il percorso di un miglioramento delle sue condizioni lavorative. Facile dire "ma certi lavori li fanno solo gli immigrati" ....ma voi , potendo avere un'alternativa possibile, il lavapiatti lo fareste a cuor leggero?

 

con tutto il rispetto per l'amico Arthur Fonzarelli ...mica tutti se la sentono di fare i becchini...

 

è vero che in tempi di crisi ci si adatta (e io lo so per esperienza personale...ho cambiato alemno 13 lavori in vita mia) ma non si può tarpare l'aspirazione a raggiungere traguardi più ambiziosi

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Se potessi tornare indietro, farei l'elettricista (E non sto scherzando)

1762831[/snapback]

Io l'idraulico...e comunque se è vero che non si possono tarpare le aspirazioni è pure vero che non è che solo perchè hai preso una qualunque laurea triennale bisogna darti per forza un posto pubblico inutile perchè tu dopo che hai preso il pezzo di carta non ti adatti a fare altro.

Se la tua laurea non serve non serve, e per limitare questo fenomeno basterebbe essere più severi già dalla scuola, bocciando di più e non mandando all'università chi ha sempre preso 4...

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io invece farei il carrozziere..............

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Fermo restando che abbiamo la percentuale di laureati più bassa d'europa, ma il numero di medici e avvocati più alto.

 

La dequalificazione dell'università è una sciagura per chi non ha alle spalle una famiglia e delle sostanze "solide". Gl altri, alla fine, un mestiere per campare più o meno bene tutta la vita lo trovano, "concorrenza" degli immigrati o meno.

Modificato da passaparola

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Fermo restando che abbiamo la percentuale di laureati più bassa d'europa, ma il numero di medici e avvocati più alto.

 

La dequalificazione dell'università è una sciagura per chi non ha alle spalle una famiglia e delle sostanze "solide". Gl altri, alla fine, un mestiere per campare più o meno bene tutta la vita lo trovano, "concorrenza" degli immigrati o meno.

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Sottoscrivo in toto

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quando finiranno i soldi dei nonnini, dei papini, dei vari ereducci e quando nn si camperà più "sulle spalle" altrui a dà vedè se se rimboccano le mano e cominciano a fa qualsiasi tipo de lavoro!

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Fermo restando che abbiamo la percentuale di laureati più bassa d'europa, ma il numero di medici e avvocati più alto.

 

La dequalificazione dell'università è una sciagura per chi non ha alle spalle una famiglia e delle sostanze "solide". Gl altri, alla fine, un mestiere per campare più o meno bene tutta la vita lo trovano, "concorrenza" degli immigrati o meno.

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Ormai all'università ci vanno praticamente tutti, anche chi è sempre stato un somaro, quindi sta cosa del minor numero di laureati in europa andrà a scemare sicuramente con gli anni.

E poi te ripeto, sicuro che servono tutti sti laureati, sia all'italia che all'europa?

Te l'ho già scritto che in un cantiere edile servono 10 muratori, un architetto, un ingegnere e un geometra e non 10 fra architetti, ingegneri e geometri e un muratore.

E comunque i laureati servono dove si fa ricerca e dove ci sono produzioni all'avanguardia, tutte cose che in italia non esistono, infatti i nostri ottimi laureati (che secondo alcuni sarebbero pochi) invece di essere contesi dalle aziende per lavorare ormai fuggono tutti all'estero (compreso mi fratello ingegnere).

Non mancano i laureati manca la capacità di saperli usare.

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Fermo restando che abbiamo la percentuale di laureati più bassa d'europa, ma il numero di medici e avvocati più alto.

 

La dequalificazione dell'università è una sciagura per chi non ha alle spalle una famiglia e delle sostanze "solide". Gl altri, alla fine, un mestiere per campare più o meno bene tutta la vita lo trovano, "concorrenza" degli immigrati o meno.

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Ormai all'università ci vanno praticamente tutti, anche chi è sempre stato un somaro, quindi sta cosa del minor numero di laureati in europa andrà a scemare sicuramente con gli anni.

E poi te ripeto, sicuro che servono tutti sti laureati, sia all'italia che all'europa?

Te l'ho già scritto che in un cantiere edile servono 10 muratori, un architetto, un ingegnere e un geometra e non 10 fra architetti, ingegneri e geometri e un muratore.

E comunque i laureati servono dove si fa ricerca e dove ci sono produzioni all'avanguardia, tutte cose che in italia non esistono, infatti i nostri ottimi laureati (che secondo alcuni sarebbero pochi) invece di essere contesi dalle aziende per lavorare ormai fuggono tutti all'estero (compreso mi fratello ingegnere).

Non mancano i laureati manca la capacità di saperli usare.

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Dan, appartengo a una generazione che ha lottato perchè TUTTI avessero il DIRITTO di andare all'Università. Prima c'era la selezione per censo (non per merito). Oggi si rischia di tornare a quel passato elitario.

 

Già oggi nelle aree più povere e negli strati più deboli della società italiana si rinuncia all'istruzione superiore per la roerca di un posto subito (precario quasi sempre) perché non ci se la fa, e le statistiche lo confermano.

 

Il punto vero per me è quello che hai toccato tu: le società più giovani e dinamiche investono in alta formazione e Cina, India, Brasile etc. hanno una percentuale di laureati superiore alla nostra.

Qui da noi mancano ingegneri specializzati e tanti professionisti legati a produzioni innovative e di qualità, ma sovrabbondiamo di laureati in legge, in medicina, in scienze politiche, che - se non hanno le spalle già protette - dovrannno faticare moltissimo per avere una professione.

 

 

Tirare su la callarella 8 ore al giorno (quando va bene) per 1000 euro al mese (quando va benissimo) non è mai stata una vocazione o missione dei nostri padri, ma una necessità.

 

Essere costretti a pensare a 18 anni a questa come la migliore prospettiva è un delitto e una sconfitta insopportabile.

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quando finiranno i soldi dei nonnini, dei papini, dei vari ereducci e quando nn si camperà più "sulle spalle" altrui a dà vedè se se rimboccano le mano e cominciano a fa qualsiasi tipo de lavoro!

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Non credo, al massimo vivacchiano, ma lavori non graditi non li faranno mai. Chi nasce tondo non more quadrato

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Oppure lavoreranno 6 giorni al mese.

1763055[/snapback]

Certo, ma è una fortuna o una colpa? Ho potuto scegliere, non ho fatto come tanti che se so accontentati del motto "sticazzi tanto mi padre me fa entrà all'......".

E mo so retribuito pe fa na cosa che me piace.

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Tirare su la callarella 8 ore al giorno (quando va bene) per 1000 euro al mese (quando va benissimo) non è mai stata una vocazione o missione dei nostri padri, ma una necessità.

 

 

e detto tra noi, se devo tirare su la callarella dieci ore al giorno per 7/800 euro e senza alcun contratto, me ne sto a casa a fammi i cazzi miei e m'accontento della paghetta de mamma e papa'.

mi vuoi flessibile? non vuoi gli extracomunitari? vuoi che mi fermo oltre l'orario di lavoro? pagami bene, come succede in tutti i paesi che hanno adottatto la flessibilità (leggi precariato) come un must (Stati Uniti in primis).

altrimenti mi ritengo in diritto di pensare che, tutto sommato, gli extracomunitari fanno veramente comodo, se non altro perchè creano la giusta concorrenza al ribasso nel mondo del lavoro.

ad maiora...........

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A livello nazionale (e conseguentemente pure locale) mi sembra di aver visto che un pò tutto parte dalla scelta delle scuole superiori.

I vari licei scientifico e classico hanno raccolto sia il meglio che il peggio.

I genitori "dovevano" mandare i figli al liceo perchè sennò era una vergogna mandare il figlio all'istituto tecnico o al professionale.

Non è stata solo la crisi dell'industria a dettare certi orientamenti: la vera discriminante è stato altra roba.

Poi sicuramente il tutto è stato fomentato da una crescita indiscriminata di cattedre assurde.

Da quel momento un plotone di gente che non aveva le capacità di fare l'università si è riversata verso studi vari e variegati per arrivare alla laurea e alla fine, nepotisticamente parlando, hanno pure reclamato il posto.

Morale della favola? Hanno messo il leone a mangiare l'erba, la gazzella a cacciare, il ghepardo a correre con le dottor martens.

Quando,in una società , metti troppa gente fuori posto alla fine qualcosa succederà...e sta succedendo. E' troppo alta la percentuale oramai.

Si è dimenticato che ogni lavoro ha una sua dignità: l'idraulico, l'elettricista e altri lavori richiedono esperienza oltre che formazione.

Si è dimenticato ...o meglio si ricorda solo quando si chiama certa gente e si vede che la parcella è salata.

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Si è dimenticato che ogni lavoro ha una sua dignità: l'idraulico, l'elettricista e altri lavori richiedono esperienza oltre che formazione.

Si è dimenticato ...o meglio si ricorda solo quando si chiama certa  gente e si vede che la parcella è salata.

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Si ma, permettimi, per diventare elettricista servono un minimo di cervello e 2 anni di pratica e se dici a 18 anni puoi iniziare a lavorare sul serio.

Per diventare scienziato della comunicazione (butto a caso), serve lo stesso cervello (più o meno) e 5 anni (quando va bene per la 3+2) e inizi a lavorare 6 anni dopo.

Se ti va bene a 40 anni inizi a guadagnare le cifre che l'elettricista prende a 22.

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Oppure lavoreranno 6 giorni al mese.

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Certo, ma è una fortuna o una colpa? Ho potuto scegliere, non ho fatto come tanti che se so accontentati del motto "sticazzi tanto mi padre me fa entrà all'......".

E mo so retribuito pe fa na cosa che me piace.

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E' un buon motivo per avere la decenza di tacere

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Tirare su la callarella 8 ore al giorno (quando va bene) per 1000 euro al mese (quando va benissimo) non è mai stata una vocazione o missione dei nostri padri, ma una necessità.

 

 

e detto tra noi, se devo tirare su la callarella dieci ore al giorno per 7/800 euro e senza alcun contratto, me ne sto a casa a fammi i cazzi miei e m'accontento della paghetta de mamma e papa'.

mi vuoi flessibile? non vuoi gli extracomunitari? vuoi che mi fermo oltre l'orario di lavoro? pagami bene, come succede in tutti i paesi che hanno adottatto la flessibilità (leggi precariato) come un must (Stati Uniti in primis).

altrimenti mi ritengo in diritto di pensare che, tutto sommato, gli extracomunitari fanno veramente comodo, se non altro perchè creano la giusta concorrenza al ribasso nel mondo del lavoro.

ad maiora...........

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non avrei saputo sintetizzare meglio ;)

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Oppure lavoreranno 6 giorni al mese.

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Certo, ma è una fortuna o una colpa? Ho potuto scegliere, non ho fatto come tanti che se so accontentati del motto "sticazzi tanto mi padre me fa entrà all'......".

E mo so retribuito pe fa na cosa che me piace.

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E' un buon motivo per avere la decenza di tacere

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