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Amianto killer, arrivata la sentenza

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Il tribunale di Torino ha condannato Stephan Schmidheiny e Jean Louis de Cartier a 16 anni di carcere nell'ambito del processo 'Eternit' per le vittime dell'amianto. Gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli di entrambi i reati di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Il dispositivo fa pero' una distinzione tra gli stabilimenti italiani, dichiarandoli colpevoli per quanto riguarda Casale Monferrato e Cavagnolo (Torino), mentre il reato sarebbe estinto per prescrizione per gli stabilimenti di Rubiera, in Emilia Romagna, e Bagnoli, in Campania.

 

ESPERTO,DANNI USO SCRITERIATO AMIANTO ANCORA PER DECENNI - Ovviamente "fa piacere" che la giustizia ci sia anche se "era meglio pensarci prima, fare prevenzione". Nicola Magnavita, docente di Medicina del Lavoro dell'Universita' Cattolica Sacro Cuore di Roma all'AGI commenta la sentenza del processo Eternit. "Gia' negli anni '60 - sottolinea Magnavita - si cominciava a mettere in dubbio l'utilita' dell'amianto e si incominciava a capire che la sostanza non fosse cosi' innocua...Pero' l'amianto continuava a circolare, a essere utilizzato e solo nel '92 si e' imposto il divieto di dispersione". I danni "dall'uso scriteriato" dell'amianto purtroppo proseguiranno "per decenni". Infatti i primi sintomi compaiono dopo 35-40 anni dal contatto. Inoltre, continua Magnavita, "non e' difficile trovare persone vicine a noi che hanno respirato nel corso della loro vita amianto. Non solo il mesotelioma e' legato a una esposizione alla sostanza. Anche altri tumori possono essere stati provocati o accentuati dall'amianto. Per esempio l'amianto moltiplica di 10 volte il rischio di tumore ai polmoni".

 

MORTI E MALATI, UN CONTO IN COSTANTE AGGIORNAMENTO - E' stata definita una "strage silenziosa" quella tuttora in corso a Casale Monferrato, nell'alessandrino, la citta' piu' colpita dalla dispersione delle fibre di amianto, benche' lo stabilimento Eternit abbia chiuso i battenti nel 1986. E dovra' essere aggiornato il conto delle circa 3mila parti civili che si sono costituite al processo in quanto ammalati o familiari di vittime dell'amianto. Asbestosi, mesotelioma pleurico, tumori polmonari, tutte patologie correlati con la sostanza, hanno continuato a colpire a Casale anche negli oltre 2 anni di processo. Particolarmente toccante per i casalesi e' stata la scomparsa, il 6 luglio del 2010, a processo in corso, di Luisa Minazzi, da sempre in prima fila nella lotta contro l'amianto, stroncata da un mesotelioma il 6 luglio 2010. Direttrice didattica, fu assessore all'ambiente ed esponente di comitati ambientalisti. Per ricordarla, il pubblico delle udienze del processo, che ha sempre portato al petto un adesivo giallo con la scritta "giustizia nel processo Eternit", ha anche indossato nell'udienza successiva alla scomparsa di Minazzi il lutto al braccio. Ma la strage silenziosa continua e, anzi, e' destinata a farsi sempre piu' drammatica: secondo gli esperti, alcuni dei quali testimoni nel processo di Torino, il picco di morti a Casale dovrebbe essere toccato nel 2020.

http://affaritaliani.libero.it/cronache/ar...html?refresh_ce

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