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Me pizzica me mozzica

ricordando Giorgio Gaber

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se ne andava il 1 gennaio di dieci anni fa , stroncato da una lunga malattia , Giorgio Gaber , uno dei più grandi artisti italiani del dopoguerra

 

la devozione che ho nei confronti della sua Arte è dovuta al fatto che NESSUNO meglio di lui ha saputo coniugare in un solo linguaggio amore, critica sociale, politica , satira e ironia

 

e il tutto sorretto da basi musicali di primissimo ordine e da una capacità interpretativa e recitativa straordinaria

 

immergersi nel mondo di Gaber vuol dire ascoltare un monologo del 1972 e trovarlo ancora attualissimo

vuol dire stupirsi per come descrive tutte le sfumature dell'animo umano , svelandone fragilità e ipocrisie

vuol dire sentire disperazione rabbia e speranza magari in una stessa canzone

vuol dire accettare di sentirsi sbattere in faccia difetti atavici nel modo di comportarsi dell'essere umano e riderci sopra

 

non finirò mai di ringraziarti Giorgio , la tua opera (e quella di Luporini, suo collaboratore storico) fa parte della mia vita , né più né meno di quello che vedo, sento, e respiro

 

ciao Signor G

mi manchi tanto

 

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se ne andava il 1 gennaio di dieci anni fa , stroncato da una lunga malattia , Giorgio Gaber , uno dei più grandi artisti italiani del dopoguerra

 

la devozione che ho nei confronti della sua Arte è dovuta al fatto che NESSUNO meglio di lui ha saputo coniugare in un solo linguaggio amore, critica sociale, politica , satira e ironia

 

e il tutto sorretto da basi musicali di primissimo ordine e da una capacità interpretativa e recitativa straordinaria

 

immergersi nel mondo di Gaber vuol dire ascoltare un monologo del 1972 e trovarlo ancora attualissimo

vuol dire stupirsi per come descrive tutte le sfumature dell'animo umano , svelandone fragilità e ipocrisie

vuol dire sentire disperazione rabbia e speranza magari in una stessa canzone

vuol dire accettare di sentirsi sbattere in faccia difetti atavici nel modo di comportarsi dell'essere umano e riderci sopra

 

non finirò mai di ringraziarti Giorgio , la tua opera (e quella di Luporini, suo collaboratore storico) fa parte della mia vita , né più né meno di quello che vedo, sento, e respiro

 

ciao Signor G

mi manchi tanto

 

attachicon.gifgaber.jpg

io se fossi Dio... lo resusciterei...

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se ne andava il 1 gennaio di dieci anni fa , stroncato da una lunga malattia , Giorgio Gaber , uno dei più grandi artisti italiani del dopoguerra

 

la devozione che ho nei confronti della sua Arte è dovuta al fatto che NESSUNO meglio di lui ha saputo coniugare in un solo linguaggio amore, critica sociale, politica , satira e ironia

 

e il tutto sorretto da basi musicali di primissimo ordine e da una capacità interpretativa e recitativa straordinaria

 

immergersi nel mondo di Gaber vuol dire ascoltare un monologo del 1972 e trovarlo ancora attualissimo

vuol dire stupirsi per come descrive tutte le sfumature dell'animo umano , svelandone fragilità e ipocrisie

vuol dire sentire disperazione rabbia e speranza magari in una stessa canzone

vuol dire accettare di sentirsi sbattere in faccia difetti atavici nel modo di comportarsi dell'essere umano e riderci sopra

 

non finirò mai di ringraziarti Giorgio , la tua opera (e quella di Luporini, suo collaboratore storico) fa parte della mia vita , né più né meno di quello che vedo, sento, e respiro

 

ciao Signor G

mi manchi tanto

 

attachicon.gifgaber.jpg

Gaber e Luporini, due geni assoluti.

 

Hai letto il libro di Luporini?

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